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Autore: jarmione    13/02/2018    5 recensioni
ATTENZIONE!! UN ISABELLA DIVERSA DA QUELLA CHE CONOSCIAMO!!
“Hai intenzione di dirlo ad Esme?”
Carlisle si morse il labbro inferiore, senza rispondere.
Sapeva che Edward gli avrebbe letto la mente, aveva ben poco da dire a quel ragazzo.
“Hai idea delle conseguenze?”
“Ne sono consapevole”
“E di noi?” Chiese ancora Edward “Rosalie non sarà d’accordo e Jasper non sempre riesce a controllarsi”
“Risolverò anche questo” tagliò corto Carlisle, uscendo dalla macchina e salendo le scale.
Edward lo raggiunse.
“Spero tu sappia quello che fai” e detto questo se ne torno nella sua stanza.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun libro/film
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Fu tutto molto veloce.
Bella prese la sua unica valigia e riempì lo zaino delle cose essenziali, poi scese nella sala centrale.
Caius non la degnò di uno sguardo, mentre Jane era sul punto di fulminarla.
Tutti gli altri membri era pronti a salutarla.
Persino Alec, il fratello di Jane, sembrava propenso a dirle addio.
Li salutò uno ad uno, senza lasciarsi troppo andare.
Sapeva che il minimo contatto voleva dire provocarli, perciò mantenne le distanze.
“Buon viaggio Bella” disse Marcus che, anche senza l’accenno di un sorriso, era comunque più amichevole di Caius.
“Grazie” poi guardò Aro.
“Arrivederci Bella” sorrise lui “mi auguro che un giorno ci rivedremo”
Lei annuì, accennando appena un sorriso.
Aro aveva fatto chiamare un taxi appositamente per Bella.
Si udì il suono di un clacson, segno che era giunto.
Un altro saluto ed uscì, salendo sulla macchina e avviandosi verso l’aeroporto.
Sull’aereo non riuscì ad addormentarsi.
Era troppo euforica per farlo.
Frugò nelle tasche della giacca e tirò fuori la busta sigillata che le aveva dato Aro.
La lesse di fretta, non riusciva a concentrarsi.
Dovette leggerla una seconda volta, dopo un bel bicchiere di succo d’arancia servito dalla hostess.
Parlava dei Cullen e delle loro potenzialità.
La super velocità, la forza inumana, la pelle fredda e gli occhi che cambiano colore in base alla fame si ripetevano per tutti.
Ma tre di loro avevano un potere nascosto.
Jasper, colui che sembrava una mummia imbalsamata talmente cercava di resistere a non mangiarla, poteva controllare l’umore delle persone.
Alice, la sua sorellona unica, prevedeva il futuro.
Mentre Edward…lui poteva leggere nella mente senza bisogno di contatti come Aro.
Sospirò.
Edward…il suo Edward.
Che cambiamento poteva aver subito?
Perché Aro non voleva dirglielo?
Sentì una morsa allo stomaco e pregò, se davvero Alice prevedeva il futuro, di trovarlo appena scesa.
Di vederlo arrivare…di poterlo abbracciare e, perché no, forse anche baciare.
La cosa era stupida.
Aveva passato pochi mesi assieme a lui ma non era passato un solo giorno in cui Edward non gli fosse balzato nella mente.
A volte, nei sogni, pensava di poterlo sentire.
Le sembrava che fosse reale.
Fece il resto del viaggio con le cuffiette e la musica fornita dall’aereo ed a guardare fuori dal finestrino.
Le nuvole sembravano zucchero filato…almeno fino a metà viaggio.
Poi divennero grigie ed iniziò persino a piovere.
E, come se non bastasse, dopo ore di viaggio dovette sopportare anche un bambino che aveva iniziato a piangere e gridare perché voleva saltare sulle nuvole come vedeva fare nei cartoni animati.
Non aveva colpa se non capiva ancora la differenza tra fantasia e realtà, ma era comunque fastidioso e Bella si chiese come faceva la madre ad ignorarlo.
Al passaggio della hostess ordinò un altro bicchiere di succo d’arancia
“Mi scusi quanto manca all’arrivo?” chiese.
Da una parte non resisteva alla voglia di rivedere la sua vera famiglia, dall’altra non vedeva invece l’ora di lasciarsi alle spalle quel bambino.
L’hostess sorrise “ormai non manca molto, tra poco faremo allacciare le cinture di sicurezza”
Il che fu un sollievo.
Infatti, dieci minuti dopo, la stessa donna fece allacciare le cinture di sicurezza a tutti quanti.
Fra poco sarebbe atterrata.
Fra poco sarebbe giunta a casa.
Quando l’aereo fu finalmente a terra, scese quasi di corsa la rampa e giunse all’interno dell’aeroporto.
Attese l’arrivo della valigia e poi si guardò attorno con fare frenetico.
Cercava Alice con lo sguardo.
Se davvero i vampiri non invecchiavano, come aveva notato su Aro, allora Alice sarebbe stata uguale e identica a come se la ricordava.
Cercava anche Rosalie, Jasper ed Emmet.
Cercava Carlisle ed Esme.
Ma niente.
Neanche l’ombra.
Nemmeno quella di Edward.
Si sentì quasi male, abbandonata.
Si sedette sulle panche della sala d’attesa e fece un lungo sospiro.
Osservò il cellulare, che le aveva regalato Renee per i suoi sedici anni, ma non poteva ne chiamare ne sperare che la chiamassero.
Chi aveva il suo numero?
Non aveva nemmeno quello di Renee, Aro non le permetteva di usarlo in abbazia.
Anche perché non prendeva a Volterra.
Era riuscita solo a configurarlo grazie ad un barista del luogo che aveva il Wi-Fi.
-Alice dove sei? - si ritrovò a pensare.
“Bella?” una voce maschile, poco distante, richiamò la sua attenzione “sei davvero tu?”
Bella alzò lo sguardo e rimase sbalordita, nonché ad occhi sgranati.
“E…Emmet”
“Dio mio Bella, quanto sei diventata grande” il ragazzo si avvicinò e la strinse forte, tanto che Bella pensò che le costole si rompessero “Alice aveva ragione! Pensavo che scherzasse”
“Alice è sempre un passo avanti”
Emmet la lasciò andare e scosse la testa “E si, aveva ragione anche sul fatto che tu…beh ecco…sai”
Bella annuì “Mi sei mancato Emmet”
“Anche tu Bella, da morire”
Un altro abbraccio e poi uscirono dall’aeroporto.
Giunti alla macchina, Emmet prese la valigia di Bella e la mise nel porta bagagli e poi la fece salire.
Esitò alcuni istanti e poi salì anche lui.
Mise in moto e partì.
“Ancora non ci credo che sei cresciuta” commentò “l’ultima volta eri una nanerottola che mi arrivava poco sopra la vita”
“E adesso ti arrivo sotto al collo”
“Sei comunque una nanerottola”
Bella rise “Bel modo di riaccogliere tua sorella”
“Io posso” ribatté “altrimenti che razza di fratello maggiore sarei?”
“Giusta osservazione”
Notò che Emmet avrebbe voluto chiederle tante cose e forse non solo lui, ma ringraziò che non lo fece.
Per quanto Aro fosse stato gentile con lei, non aveva voglia di parlare degli otto anni appena trascorsi.
Voleva solo rivedere la sua famiglia.
“Stanno tutti bene?”
“Certo…” la voce era esitante “tra poco siamo a casa” disse svoltando per la strada che li avrebbe portati fino a casa.
Fu lei che ebbe una domanda da fare e, forse, era proprio quella che Emmet meno si aspettava.
“Edward?”
Emmet sgranò per un attimo gli occhi e capì che Bella aveva sentito o saputo qualcosa.
“Non…non è in casa, tornerà a breve”
Bella si morse il labbro inferiore.
“Ti rivedo dopo otto anni e mi menti?”
Lui deglutì
“Scusami…” disse “non sono la persona giusta per dirtelo” e la conversazione si concluse lì.
Giunti davanti a casa, Emmet prese la valigia e aiutò Bella a scendere.
Lei rimase pietrificata nel vedere quanto bella fosse.
Non era cambiata ma era comunque la casa più bella del mondo.
“BELLA!” si udì un esclamazione così forte che Bella credette l’avessero sentita fino in Cina.
Una saltellante Alice uscì dalla porta e le addosso, stringendola in un abbraccio forte
“Bella sei qui! Sei tu! Lo avevo detto ad Emmet che non mi ero sbagliata!”
“Alice!” salutò, senza sapere cosa altro aggiungere.
“Alice!” la voce di Rosalie la fece staccare da Bella “la vuoi lasciar respirare?”
La bionda, anche lei non era cambiata di una virgola come Alice ed Emmet, scese le andò incontro
“Bella…” sorrise la strinse “mio dio come sei diventata grande”
“Oh Rosalie”
“Bella?” Esme, dall’alto, si portò le mani alla bocca “oh mio Dio Bella!” corse giù per le scale e abbracciò forte la ragazza “oh mio Dio Bella credevo che non ti avrei mai più rivista”
Bella non resistette e lasciò andare le lacrime
“Mamma…”
Esme le prese il volto fra le mani e la guardò da cima a fondo “Sei cresciuta e sei anche bella! Adesso dovrò proteggerti dagli uomini”
“Anche da me?”
“Soprattutto da te, Emmet”
Il ragazzo ridacchiò e andò a fianco di Rosalie.
“Ciao Bella” anche Jasper spuntò da dietro Esme “wow…sei…diversa”
“Tu invece non sei cambiato per niente”
Jasper sorrise “Il bello dell’immortalità”
Anche lui la strinse.
“Mi sei mancata”
“Anche tu”
Bella, dalla spalla di Jasper, vide Carlisle sopra le scale.
“Carlisle!” si tolse lo zaino e lo mollò a terra.
Corse su per le scale e si lanciò fra le braccia di Carlisle.
Lo strinse forte, sentendo il ricambio da parte dell’uomo “Mi sei mancato da morire”
“Ci sei mancata anche tu Bella” la guardò attentamente “ti assicuro che non accadrà più una cosa del genere”
Poi richiamò gli altri membri della famiglia e li fece rientrare.
Sul tavolo del salotto, che era come Bella se lo ricordava, c’era un pacco con scritto il suo nome.
“Vedrai che ti piacerà” disse Alice “ho visto la tua faccia mentre lo aprivi e ne rimarrai entusiasta”
Lo porse a Bella “il nostro regalo di benvenuto”
Bella lo prese ed iniziò a scartarlo.
Era un vestito verde, lungo fino al ginocchio e molto elegante.
“Visto!” esclamò Alice “questa è la faccia che vi dicevo che avrebbe fatto!” disse vedendo l’espressione meravigliata di Bella “ed il nostro regalo di compleanno!”
“Alice sei…sei…”
“Oh non disturbarti Bella, lo so!” disse ammiccando.
Alice aveva organizzato di tutto.
Mandò Bella a farsi subito una doccia e, una volta vestita, la fece tornare giù.
Non le diede neanche il tempo di respirare.
Bella avrebbe voluto fare tante cose, tipo entrare in quella che era la sua stanza e vedere se trovava Edward, che non era presente.
Ma Alice non le diede tregua.
Per lei fu tutto ancora più veloce della partenza da Volterra.
Non si rese nemmeno conto della festa che Alice aveva organizzato, tranne che per gli stuzzichini che la obbligava a mangiare con la scusa che era magra come un filo d’erba essiccato.
Non si era risparmiata.
Con la scusa che Bella tornava, aveva deciso di dare una mega festa.
Aveva invitato, praticamente, mezzo liceo di Forks.
Un po’ perché voleva salvare le apparenze di famiglia e un po’ perché voleva che Bella non si sentisse sola, che facesse amicizia e che avesse la vita che non aveva mai avuto fino a quel momento.
La musica era assordante, per quanto piacevole.
Bella non era abituata a tutto quello ma fu grata ad Alice.
Se non era per lei non avrebbe mai avuto una vera festa.
Durante i festeggiamenti, Bella notò che Carlisle si era allontanato ed era entrato nel suo studio.
Non riuscì a resistere all’impulso di seguirlo.
Bussò ed entrò
“Bella!” si voltò guardandola “qualcosa non va?”
“No va tutto bene volevo…solo…” non sapeva che dire
“Stavi diventando sorda?”
“Più o meno” risero.
Carlisle la fece accomodare.
“Non c’è Edward?” chiese lei, fingendo di non sapere “non l’ho visto”
Carlisle la guardò serio “Aro non ti ha detto nulla?”
Bella non fu in grado di mentire “Non proprio, solo che…che era cambiato”
Quella risposta lasciò intendere che Bella sapeva anche di loro, cosa che aveva capito nel monto in cui li aveva rivisti.
Non fatto il minimo accenno di sbalordimento anzi, le sembrava una cosa ovvia.
Ma dirle il cambiamento di Edward…quello non lo avrebbe digerito facilmente.
“Edward è…è rimasto sconvolto dalla tua partenza, si sentiva in colpa”
“Perché?” domandò lei “non era colpa sua se sono dovuta partire”
“Non vuole sentire ragioni” spiegò il biondo “per lui non è stato facile, aveva la responsabilità su di te e l’accordo l’aveva preso con i Volturi” fece una piccola pausa “dopo la tua partenza è scomparso per qualche mese e…quando è tornato non era più lui”
“In che senso?” Bella iniziò a preoccuparsi
“Non mi sembrano cose da dire in questo momento, sarebbe meglio se tu tornassi alla festa”
“No Carlisle!” ribatté “ti prego voglio saperlo”
Il dottore sospirò.
Conoscendo Aro le avrà sicuramente detto di cosa la sua famiglia si nutriva e i poteri che avevano.
Volle parlare liberamente, senza però esagerare.
“Diciamo che…gli animali non sono più di suo interesse da tempo, ormai”
Un lungo brivido gelido percorse la schiena di Bella
  
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