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Autore: Kiji    13/02/2018    2 recensioni
Cosa fareste se la persona che avete sempre amato e che vi fa più soffrire, è proprio la più vicina a voi? Sono un ragazzo come tutti gli altri, eppure mi sono innamorato del mio migliore amico. Ed è proprio questo il problema. A complicare tutto arriverà un giovano sconosciuto che, spudoratamente è pronto a stravolgermi la vita... Un bacio è come un fiore, nasce dal nulla e può diventare la cosa più bella che hai mai visto in vita tua!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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– Allontanati subito da Sam o ti ucciderò con le mie stesse mani. – Ebbi un attimo di timore nel conoscere quella donna. C’erano ancora tante cose che dovevo sapere, ma mi feci forza.
– Perché dovrei? Io non ti conosco neppure e tu mi odi così tanto? – Lei si arricciò una ciocca dei cappelli e lì vidi per un attimo la sua fragilità.
Che tutta quella fosse solo una maschera?!
– Io sono la migliore amica di Sam e so bene il dolore che prova nello stare vicino a te. Non riesco a stare in un angolo in silenzio mentre una persona così buona come lui, viene ferito da un bambino viziato come te. – Era il colmo. Ero io il bambino viziato?!
– Cosa?! Non puoi parlarmi così, non hai idea della mia vita, quindi non provare ad insultarmi. – Alzai la voce nel dire quelle parole e la controparte ne rimase un tantino scossa. Di fronte a me non c’era un lupo famelico, ma una ragazza innamorata che si stava facendo forza con tutta se stessa. Quando ne ebbi la conferma abbassai le penne e cercai di trattenere il mio temperamento.
– Come ti chiami? – Chiesi con tono di voce più pacato.
– Sono Lisa. E’ stupido che Sam non ti abbia mai parlato di me. Lo conosco meglio di chiunque altro! – Feci un breve cenno al cameriere che mi raggiunse prontamente.
– Non so tu, ma a me è venuta fame. Mi scusi, per me un cappuccino con cornetto alla crema doppio e per lei una camomilla. – Lisa restò immobile, sguardo basso e rassegnato.
– Non so cosa tu sappia di me, ma è fuori dal mio interesse ferire Sam. Lui mi ha aiutato molto e mi sento di dovergli restituire qualcosa. – Rimasi per un attimo in silenzio a fissare un punto indefinito, Lisa però non aveva ancora rinunciato.
– Dici così ma in realtà lo stai uccidendo. Ogni volta che ti vede, non può fare a meno di pensare che tu ami un altro uomo e non lui, pensi che questo non basti? Io posso fare in modo che ti dimentichi, posso dargli una vita piena di amore ed affetto, ma se tu restassi al suo fianco tutto questo non sarebbe possibile. – Poi mi afferrò forte la mano con un gesto disperato.
– Ti prego, allontanati da lui prima che ne possa venire distrutto. Già una volta ha tentato il suicidio, non vorrai essere motivo per la seconda, vero? – Quelle parole mi restarono dentro anche quando, poco dopo, lei mi lasciò lì. Non bevemmo insieme, né ci salutammo come amici, semplicemente lei prese le sue cose e mi liquidò senza ulteriori indugi.
Aveva centrato il bersaglio e questo le bastava. Non era necessario dire oltre. Ero rimasto già sufficientemente scosso.
Poteva davvero arrivare al limite di rottura da desiderare nuovamente di morire?
E se davvero fosse così sarei stato davvero io la causa?
No! Non potevo crederci. Non io!
Il pensiero di renderlo così solo e deluso dalla vita, così triste da cercare la morte, non lo sopportavo. Dovevo terminare al più presto quella follia. Tornai a casa con l’intento di preparare le valige e di fare “dietrofront” Avrei chiesto scusa a Leonardo e mi sarei impegnato a trovare un lavoretto anche nel mio paese natale così da poter ripagare, seppur lentamente, il mio onere finanziario.
Io e Sam dovevamo separarci per sempre, così che la mia e la sua vita potessero tornare alla normalità. Con questo spirito aprii la porta di casa, inconsapevole di ciò che avrei trovato.
– Non puoi dirmi come vivere la mia vita, hai capito?! Non ne hai il diritto! – La voce di Sam era acuta ed aspra.
– Quel ragazzo non può vivere qui! Ti rovinerà la vita Samuele, la sua famiglia ha già fatto molti danni, non voglio che hai nulla a che fare con lui. – Riconobbi subito quel tono autoritario e freddo: era suo padre. Non mi aveva concesso neanche un paio di giorni in più per dirgli addio, che crudeltà!
– Non è lui che mi distrugge, sei tu! Se continuo a vivere non è merito tuo, ma perché penso di poterlo incontrare il giorno dopo. Io lo amo, devi accettarlo! – Ci fu un attimo di silenzio. Avrei voluto avvicinarmi, ma ero bloccato.
– Anche se lo ami, lui non ti ricambia vero? Anche sua madre era così, egoista e crudele. Devi smettila di sognare Samuele, quella famiglia è maledetta. – Mia madre?!
Qualcosa scattò nel mio cervello. Lui conosceva i miei genitori! Mio padre era andato a chiedergli un prestito, in più il suo sguardo truce nel sentire il mio cognome, improvvisamente era tutto chiaro.
– Ho amato quella donna con tutto il mio cuore, ma lei mi tradì col mio migliore amico, quell’uomo che adesso le ha dato una vita piena di sofferenza. In più, nella sua crudeltà, ha dato al figlio il nome di mio padre, che tanto ammiravo. Che essere spregevole! – Non riuscii a stare fermo. Non poteva dire quelle cose della donna che mi ha cresciuto ed amato.
– Non si permetti mai più di insultarla. – Avevo gli occhi gonfi di lacrime e sicuramente, dall’esterno, apparivo uno stupido frignone, ma non mi interessava. Anche se mia madre avesse sbagliato in passato, quell’uomo non aveva alcun diritto di infangare il suo nome.
– Coco! – Sam si voltò verso di me con un’aria preoccupata.
– Hai del fegato a parlarmi in quel modo. Ti avevo promesso che sarei tornato. – I nostri sguardi erano carichi di elettricità.
- Ed io ho promesso di lasciare questo appartamento, ma ciò non cambia il fatto che lei abbia insultato la donna che mi ha messo al mondo e questo non posso perdonarglielo. – Sam si avvicinò a me e mi prese il braccio con forza.
– Per quale motivo non me lo hai detto? Non devi andare via! Ha capito Coco? - Non mi voltai. Non riuscivo a staccare lo sguardo da quegli occhi gelidi e distanti.
– Samuele questa casa è mia ed io non permetterò mai che il figlio di quella donna ci abiti. – Fu proprio lui a stupirmi a quel punto. Sam aveva la straordinaria capacità di rendermi inerme di fronte alle sue scelte. Aveva un temperamento ed una forza tale che non riuscivo a fare a meno che ruotare attorno a lui, come un satellite impazzito.
 – Se la metti così allora io non voglio più vivere qui. – Affermò con assoluta certezza. Nella sua voce non c’era orma di pentimento o ripensamento. Non era una semplice minaccia, era totalmente convinto delle sue parole.
– Cosa stai dicendo stupido! Sei malato di cuore e non hai un lavoro, smettila di dire cazzate. – Lui si innervosì. Quell’uomo dall’aspetto di ghiaccio, stava lentamente mostrando le sue emozioni.
– Mi hai rinchiuso qui sperando che diventassi ancora più patetico. Non mi hai mai dato amore né hai voluto che altri lo donassero al tuo posto. Mi hai sempre allontanato da ogni essere umano, ma non posso permetterti di cacciare anche Coco. So che non mi ama e sono consapevole che resterà sempre un amore a senso unico, ma so anche che se mi allontanassi da lui, questa vita non avrebbe più alcun senso. – Vidi il padre di Sam cambiare leggermente espressione. Aveva il volto stanco e tirato, probabilmente stava soffrendo ma non accettava di mostrarcelo.
– Mi odi davvero così tanto, vero? Non voglio portarti via nulla, tu sei mio figlio. Mi dispiace Samuele, ma voi due non potete amarvi neanche se un domani quel ragazzino si ricredesse. Il vostro amore non è permesso e non solamente perché siete due uomini, quello è solo la punta dell’iceberg. Ricordatelo e separatevi prima di dovervene pentire per sempre. Non ti costringerò più a cacciarlo di casa, ma ascolta per una volta le mie parole. Non voglio doverti aprire gli occhi a forza, ma tieni a mente il mio avvertimento. Ci sono cose che voi due neanche immaginate, verità che non dovrebbero essere scoperte perché la vostra sanità mentale potrebbe risentirne ed il vostro mondo essere sconvolto totalmente, quindi cercate di ragionare. Per favore, evitate l’inevitabile! – Si avvicinò a noi e, con un impeto di estrema dolcezza, abbracciò forte Sam a sé. Dalla sua reazione capii che era uno dei pochi gesti affettuosi che gli aveva riservato nella sua vita e mi sentii quasi in imbarazzo ad essere d’intralcio. Poi si rivolse a me e, senza espressione, mi porse la sua mano.
– Tua madre mi ha fatto molto soffrire, ma forse non è neanche tutta colpa sua. Io non potevo darle la famiglia che desiderava e forse è questo che ha scelto Riccardo a me. Non posso non odiarla, ma la capisco. Perdonami se l’ho insultata di fronte a te, in fin dei conti non smetterò mai di amarla. – Dopo aver detto quelle parole uscì di casa.
Quello che aveva detto mi era rimasto appiccicato addosso. Non riuscivo a non pensarci, tanto era intricato e contorto.
“Ci sono cose che voi due neanche immaginate”.
Cosa intendeva?
Per quale motivo affermava con certezza che, per quanto potessimo anche amarci, la nostra relazione non avrebbe avuto futuro? I miei pensieri furono interrotti solo da Sam che, d’un tratto, venne verso di me e mi abbracciò con forza.
– Ti odio! Non decidere mai più queste cose da solo, stupido cretino! Se vuoi andartene la porta è sempre aperta, ma non devi mai e poi mai decidere qualcosa in base alle parole di mio padre. Non farlo mai più. – Capii in quel momento che non era me che voleva consolare, ma se stesso. Aveva affrontato il suo stesso padre per me. Io annuii e gli accarezzai la testa dolcemente.
– Non volevo che ti preoccupassi e sapevamo sin dall’inizio che la nostra convivenza era solo temporanea. Tu sai cosa intendeva dire tuo padre con quel discorso? Voglio sapere di più sulla relazione che ha avuto con mia madre. – Avevo bisogno di dirlo ad alta voce. Ascoltare il tutto a mente fredda avrebbe acceso in me la grinta necessaria. – E’ stato tuo papà a raccontarmi qualcosa, ma so ben poco su questa storia. Mi ha detto che i nostri genitori erano fidanzati prima che noi nascessimo. Tuo padre era un grande amico del mio, forse il migliore ed è stato proprio lui a rovinare il loro rapporto. Ciò che accadde fu molto brutto, successe qualcosa di tragico, ma non so altro, ti giuro. Non volevo che lo sapessi perché credevo che avresti cercato di andare più a fondo ed avevo ragione ma ti chiedo di non farlo. Non voglio scoprire la verità perché non mi interessa. Nulla cambierà il sentimento che provo per te. – Poi si allontanò da me e rimase a fissarmi con occhi dolci e comprensivi.
– Andiamo. Ci meritiamo un gelato. – A quel tempo non avevo capito. La verità che cercavo, lui la sapeva da tempo, ma ancora desiderava amarmi. Andammo in un bar vicino casa ed ordinammo due coni cioccolato. Sam si sporcò tutto mangiando il suo ed io non riuscivo a smettere di ridere.
– Sei un pasticcione, hai tutte le labbra marroni. – Urlavo tra le risa e lui, rosso peperone, iniziò a pulirsi alla cieca. Era così buffo ed allo stesso tempo adorabile. Poi immerse il dito nella crema scura e dolciastra e me la spalmò sul viso.
– Così sei più carino. – Era fredda. Tremendamente ghiacciata, ma non riuscii ad arrabbiarmi con lui. Passare il tempo in quel modo era ciò che ci serviva. Avevamo bisogno di quegli attimi, altrimenti non ci sarebbe rimasto nulla.
Prima di tornare a casa, però, presi la mia decisione.
Improvvisamente tutto era chiaro!
Era qualcosa di sofferto e sicuramente improvvisato, ma anche inevitabile. Fino a quanto avremmo potuto vivere quelle emozioni? Per quanto tempo ci era concesso di divertirci senza pensare alle conseguenze?
Stavo dimenticando Al, lo stavo sostituendo e sapevo che non era giusto nei suoi confronti. Non potevo continuare in quel modo ancora per molto, così feci la mia scelta, seppur sofferta. Ancora seduti in quel tavolino in ferro, guardai in basso e lui sembrò capire.
– Vuoi andare via vero? – Non so come abbia fatto ad intuire i miei pensieri, ma era sempre stato così. In qualche modo Sam sapeva capirmi.
– Non è colpa tua e non voglio rompere la nostra ritrovata amicizia. Penso solo che sia meglio per me tornare da mia madre. Non fraintendermi, troverò il modo di restituirti quei soldi, ma voglio farlo a modo mio. Devo delle spiegazioni anche ad Al e so che se continuassi a vivere con te non riuscirei mai a dargliele. Ti prego di capirmi. – Lui rimase in silenzio. Non osavo guardarlo per paura che il suo sguardo di odio potesse colpirmi in pieno. Per quale ragione mi era difficile muovermi? Quel vuoto che portavo dentro, faceva troppo male!
– Sapevo che saresti andato via, non devi darmi ulteriori spiegazioni. Ti chiedo solo di non pensare più a quel debito. Se davvero vuoi risarcirmi, dimenticati di quei soldi. Non ho mai voluto che tu li restituissi. Possiamo sempre sentirci al telefono ogni tanto e magari verrò a trovarti qualche volta. Non è un addio Coco. Voglio che la tua vita con Al sia ricca di amore, perché so che questo potrà renderti felice ed io non desidero altro per te. – Quelle parole mi spezzarono il cuore.
Sebbene mi stesse dando una consolazione sapendo che non era adirato con me, la sua gentilezza era un’arma a doppio taglio.
Quante volte potevo ferirlo prima che mi detestasse con tutte le sue forze? Se solo mi avesse insultato, forse non ne avrei sofferto perché ero consapevole che me lo meritavo. Pensai alle parole di Lisa e capii. Per quanto si stesse sforzando, dentro di lui il dolore lo annientava.
Andarmene avrebbe davvero cambiato la sua vita? Io non ero sicuro di potergli donare tutto il mio cuore, ma lei forse ci sarebbe riuscita.
– Domani mattina andrò a scusarmi con tuo fratello e successivamente prenderò il primo treno libero, mi dispiace per tutti i guai che ti ho causato. – Lui non rispose e si alzò con un leggero sorriso in volto, palesemente finto. Si stava trattenendo con tutto se stesso.
Avevo paura che fosse la nostra ultima discussione, ma che altro potevo dire? Anche dopo, mentre preparavamo la cena, non c’era nulla di concreto di cui parlare. Tutti i discorsi che avevamo intrapreso in quei giorni, la gioia e la complicità che ci avevano dato forza, erano diventati lontani ricordi.
Avevamo solo un enorme ed ingombrante peso al cuore. Lui si ritirò nella sua camera subito dopo aver sistemato i piatti. Vidi il suo corpo allontanarsi ed anche io soffrii. Le lacrime scesero sole sul mio viso senza che io riuscissi a fermarle.
Per tutta la notte il dolore fu attanagliante ed il giorno dopo, quando il sole salì alto sul cielo, decisi di uscire di scena in silenzio. A cosa ci avrebbe portato continuare a dilaniarci?! Sicuramente dirci addio sarebbe stato troppo difficile, umiliante e sofferente. Preparai i bagagli in fretta, non avevo molte cose e lasciai una lettera sul tavolo della cucina.
In quel foglio scrissi ciò che mi era difficile dire a parole, quei sentimenti nascenti che probabilmente non dovevano esistere e li richiusi in lui.
Ero egoista?! Certamente!
Avrebbe pianto leggendo quelle mie parole?! Ovvio! Ma non mi importava.
Quando arrivai all’ufficio di Leonardo, c’era Ambra all’ingresso. Lei era sempre la stessa e mi accolse con un enorme sorriso in volto. Era bello poterla salutare, perché anche lei aveva fatto parte della mia vita in quei mesi.
– Il signor Bergi ti aspetta. – Disse professionale come al solito. La porta in legno massiccio si aprì ed entrai. Leonardo era elegante e serio, ero davvero poco abituato a quel suo aspetto. Nella mia mente era ancora quel bambino alto e solitario, molto burbero ma dai gesti teneri.
– Ti chiedo scusa Leo, l’ho fatto soffrire davvero. – Non mi immaginavo di crollare di fronte a lui ed invece accadde. Quando lo vidi, caddi per terra tremante ed in lacrime.
Non avevo idea di stare soffrendo così, ma il mio cuore parlava da solo. Leonardo mi porse la mano e mi aiutò ad alzarmi, nel suo volto non c’era compassione, ma un leggero accenno di preoccupazione. – Ti sei innamorato infine, vero? – Lui evitava il mio sguardo, come se fosse difficile vedermi in quel modo. Cosa dovevo rispondere?
– Credo di si! Per questo prima che sia troppo tardi, devo andare via. Non sono sicuro di poter lasciare Al, non prima di provare seriamente ad essere un bravo fidanzato. Lui mi ha capito e mi ha accettato sempre, non posso fargli questo. In questi giorni ho capito di amare entrambi in modo diverso ed è stato l’errore più grande. Non avrei mai creduto possibile tutto ciò, altrimenti non avrei mai permesso ad Al di lasciarmi solo con Sam. – Fu allora che Leonardo mi attirò a sé e mi strinse forte. Sentii qualcosa di strano in quel tocco. Sebbene fossimo amici da sempre, sapevo che c’era qualcos’altro, ma cosa?
– Adesso posso lasciarti finalmente andare Coco. – Sussurrò quelle parole nel mio orecchio e si staccò da me con gli occhi lucidi. Si voltò di schiena e vidi che tremava, ciò mi lasciò per un attimo senza fiato. Cosa stava succedendo?
– Non ti ho ancora detto il motivo che mi ha spinto a fingermi morto per tutto questo tempo, vero? – Lui non si voltò! Parlò dandomi le spalle, come se fosse difficile guardarmi, ma in realtà voleva solo evitare di mostrare la sua sofferenza.
– Ho scoperto che Sam ti amava dopo il suo “incidente” alla scuola ed è stato allora che anche io ho capito una cosa importante. I sentimenti che provava mio fratello, erano uguali ai miei, anche io provavo lo stesso nei tuoi confronti Coco. – Feci per parlare, ma Leonardo mi bloccò prima, impedendomi di continuare.
– Ti prego, ascoltami fino alla fine. – Disse e riprese il suo discorso. – Sam non aveva mai avuto nulla, proprio come me, ma sapevo che lui era ancora più fragile per questo mi feci una promessa. Avrei dovuto reprimere i miei sentimenti verso di te e così feci. Non potevo mantenere il rapporto con voi in alcun modo, perché davvero sarebbe stato troppo duro per me. Fu per questo motivo che, con l’avvicinarsi della mia operazione, chiesi a mia nonna di mentirvi. E’ stata una decisione difficile che mi ha portato a soffrire molto, ma non avevo scelta. Come già sai quando incontrai Hector vidi in lui qualcosa di te, ma non è tutto. Pensavo che forse, solo lui potesse sostituirti, ma mi sbagliavo. Hector è totalmente diverso da te, ma non è per forza un male. Ho capito che dentro di me provo dei sentimenti molto forti verso di lui che non riesco più a trattenere, sebbene crede fermamente che io ti ami ancora. Forse però non ha tutti i torti. Proverò sempre qualcosa verso di te, come anche Sam non potrà mai amare nessun altro allo stesso modo. – Leo riprese fiato.
– Vai da Al! So che se davvero ci provi, riuscirai a dimenticare questi mesi passati ed a tornare alla tua vita di sempre. Penso che se lo farai potrai essere felice. I sentimenti che vi legano non sono unicamente legati alla passione, siete rimasti insieme in ogni avversità, sono sicuro che questo vi abbia unito molto più di ciò che credi. Se davvero non riuscissi ad andare oltre, non tornare sui tuoi passi! Scappa via più che puoi! Mio fratello merita di essere amato sinceramente.– Io mi avvicinai a piccoli passi a lui e lo presi per mano. Anche dopo quel gesto lui non si voltò verso di me ed, in parte, ne capii il motivo.
Ormai era tutto finito!
Uscii dal suo ufficio e dalle loro vite e quando salii sul treno, vidi da lontano il volto di Sam in lacrime.
Fu questo a ferirmi di più!
  
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