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Autore: Scaramouch_e    14/02/2018    2 recensioni
Indil, la figlia di Thranduil, e sorella di Legolas Greenleaf, è andata a Gran Burrone, con il fratello gemello, sotto l’ordine del padre per sentire ciò che il consiglio di Erlond ha da dire sulla minaccia portata dallo hobbit Frodo Baggins. La principessa di Bosco Atro si unirà alla compagnia dell’anello per proteggere suo fratello, e inconsciamente anche un altro componente.
Amore, avventura e coraggio serviranno alla giovane per riuscire nell’impresa nell’aiutare il giovane Frodo e i suoi amici.
Seguendo la trama dei libri e dei film, anche se modificata in alcune parti, accompagnerete le prodezze di Indil e della nuova compagnia dell’anello nella loro lotta contro Sauron e nel loro viaggio verso il Monte Fato.
[Boromir x nuovo personaggio + altre ship + accenni di Aralas (Legolas x Aragorn)]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aragorn, Boromir, Legolas, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, sono stati scritti da J.R.R. Tolkien e messi sul grande schermo da Peter Jackson; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Ringraziamenti: Ringrazio tantissimo la mia beta, che ha letto e ha corretto gli orrori della fanfic (trovandala anche carina a detta sua!); grazie mille evelyn, per tutto... Se non vi siete letti ancora la sua fanfic, su andatelo a fare. Un ringraziamento infine va a tumblr per le gif a inizio capitolo...
Buona lettura. 

Capitolo VIII

 

“Legolas, cos’è questo canto?” domandò Samvise Gamgee quella sera mentre era disteso a terra accanto a un albero.
Gli hobbit non se l'erano sentita di salire sugli alberi: per quanto fossero buoni scalatori odiavano stare in alto e quindi avevano preferito rimanere sulla morbida e sicura terra.  I compagni avevano acconsentito a tale richiesta, preferendo stare tutti insieme piuttosto che dividersi, compresi Indil e Legolas che avrebbero benissimo potuto salire con gli altri elfi sui flet.
Legolas guardò lo hobbit e sospirò. “È un canto d’addio a Gandalf, ma non me la sento di tradurlo. Troppo è il mio dolore” disse e Sam si trovò ad annuire.
“Non vi saranno sicuramente versi sui suoi fuochi artificiali.” Il figlio del Gaffiere si alzò in piedi cominciando a declamare una poesia ma poi, rendendosi conto che non era come se l’era immaginata, sbuffò arrendendosi e tornò a sedersi vicino a Frodo.

Aragorn, che stava vicino a Boromir, si alzò per accostarsi a Legolas.
“Ti posso parlare un istante?” domandò all’elfo che annuì, incamminandosi con l’amico a fianco.
Aragorn osservò il profilo di Legolas mentre si fermavano in uno spazio poco distante dagli altri compagni.
“Ti vedo turbato, amico mio” pronunciò l’uomo in elfico, e Legolas piano annuì.
“Vedo che anche tu provi pena, Aragorn. Non nascondermi i tuoi pensieri, non a me.”
Aragorn lo fissò, fissò lo sguardo serio di Legolas, il suo corpo e i suoi vestiti: l’elfo si era cambiato preferendo abiti appropriati alla bellezza di Lorien, e quindi indossava una tunica argentata che lo faceva risplendere come una stella.
Preferì dirgli la verità piuttosto che ricorrere al mutismo che aleggiava fra di loro ultimamente, così l’uomo parlò: “Vi è un peso nel mio cuore da quando siamo partiti da Gran Burrone, dove sentii una profezia che mi riguardava. - Trova l’amore e la spada che fu spezzata arriverà a te -. Ma in questi tempi, amico mio, dove troverò l’amore?”. Si interruppe come  a cercare le parole e il cuore di Legolas si spezzò. Amore? Il suo amico voleva trovare l’amore?
“Ho perduto Arwen, lei non ce l’ha fatta a stare al mio fianco, e io ho paura di non riuscire a trovare la forza per… prendere la spada” continuò il ramingo interrompendosi, il fiato spezzato e il volto fiero e stanco.
Legolas si avvicinò all’amico e gli prese le mani fissandolo negli occhi. “C’è già chi ti ama, Aragorn, chi ti ama di un sentimento più forte dell'amicizia.” Deglutì e posò la sua bocca su quella dell’amico.
Fu solo uno sfiorarsi di labbra, ma che bastò ad Aragorn. Capì che l’Elfo l’amava.
Quando Legolas si staccò dall’uomo, lo fissò. Non sembrava disgustato, ma solo sorpreso da tal gesto.
Anche Legolas era meravigliato di se stesso: il tutto era avvenuto senza pensieri, non era da lui fare una cosa così irriflessiva.
Il successivo passo di Aragorn, però, lo lasciò senza parole. L’uomo lo prese per la nuca e lo sospinse contro un albero, dove ricambiò con passione il bacio che gli aveva dato. Legolas aveva avuto diversi amanti, ma quel bacio fu di gran lunga diverso da ogni altro che avesse  mai ricevuto, e per lui significò tutto.
Aragorn si staccò e lo fissò negli occhi, gli accarezzò la pelle candida del volto. “Non vorrei mai farti del male, Legolas” pronunciò con voce tetra.
“Aragorn, sono stato io ad agire impulsivamente, non posso negarlo. Pensaci, non voglio costringerti.” Scappò via lontano da Aragorn, lasciandolo senza che potesse dargli una risposta, senza che riuscisse a recriminare. 

I piedi di Legolas corsero veloci, e fu quando si rese conto di trovarsi davanti all’Argentaroggia che il giovane principe si spogliò: si tolse la casacca argentata e i pantaloni rivelando un fisico asciutto e scattante, si sciolse le trecce permettendo ai capelli di correre liberamente sulla schiena e sul viso, quindi si immerse piano piano nel fiume, maledicendosi per la troppa impulsività che aveva avuto con Aragorn.
Sicuramente l’aveva spaventato e magari l'aveva anche disgustato. Un conto era il rapporto tra due elfi maschi, un altro quello tra due uomini; l’elfo sapeva ciò che il popolo di Aragorn pensava riguardo a due uomini che si baciavano, e non erano affatto bei pensieri.
Era da un po’ che si stava lasciando andare nell'acqua quando notò due occhi vitrei fissarlo da dietro delle fronde. Legolas sussultò e rimase acquattato nell’acqua perché aveva riconosciuto la creatura cui appartenevano: Gollum. Non appena l’altro se ne fu andato, l’elfo uscì dall’acqua pensieroso.
Avrebbe dovuto ucciderlo, sì, lo sapeva bene, ma le parole di Gandalf al consiglio l’avevano fermato dal prendere i coltelli posati sopra ai suoi vestiti. ‘Egli potrà avere un compito.’ Così aveva detto lo Stregone Grigio al consiglio.
“Ah, Mithrandir, se tu fossi qui” bisbigliò il principe mentre si rivestiva. Tornò indietro camminando piano. Appena fu dal resto della compagnia vide Aragorn che stava riposando e ne studiò dolcemente il bel profilo.

Si sedette accanto a Gimli.
“Tutto bene?” domandò il nano fissando l’elfo sorpreso: non avevano mai scambiato tante parole, eppure il principino gli era stato vicino a Moria, quando aveva scoperto cos’era successo alla sua famiglia. “Non ho voglia di parlare, Gimli” fu la risposta di Legolas e il nano annuì, prendendo una boccata di fumo dalla pipa.
“Devo ammettere che avevi ragione, Legolas: qui si sta molto bene. E per di più la regina è una donna bellissima” annunciò il nano stiracchiandosi e facendo ridere l'elfo.
 
“Credo che tu sia il primo nano che lo ammetta, Gimli figlio di Gloin, ma purtroppo non è tutto perfetto: ho visto degli occhi fissarmi mentre ero vicino ai confini. Occhi appartenenti a una creatura oscura.”   
“Perché lo vieni a dire a me, e non ad Aragorn che potrebbe fare qualcosa?” domandò Gimli.
“Perché so che se lo dicessi  a Aragorn lo ucciderebbe. E Gandalf non vorrebbe” rispose senza esitazione l’elfo.
Il nano annuì. “Capisco. Se è così, manterrò il tuo segreto.” Legolas fece un cenno affermativo con il capo, cercando al contempo sua sorella con lo sguardo. La vide che parlottava con Boromir poco più in là e il suo cuore si fece cupo: anche sua sorella si stava avvicinando a un uomo, e lui ne era spaventato.

 

*** 

“Ti vedo turbato, amico mio. Dimmi: a cosa pensi?” chiese Indil a Boromir, sedendosi dove poco prima stava Aragorn.
Aveva notato che suo fratello e l’uomo erano andati via insieme e non sapeva se esserne turbata oppure felice.
Era da tanto tempo che Legolas non si confidava con Aragorn, ed aveva paura che il confronto potesse in qualche modo ferirlo.
“Sono turbato per il mio popolo, Indil, come sempre. Sono un capitano e non sto facendo nulla per impedire la guerra.” Indil riportò lo sguardo sull’uomo e provò grande pena per lui. “La dama mi ha sussurrato nella mente che cose straordinarie, per il bene, dovranno accadere. Ma fra quanto? Gandalf, la nostra speranza, è morto e io sono qui a portare un essere debole come il mezz’uomo verso la rovina. Dovrei strappargli l’anello e portarlo a mio padre” si sfogò amaramente l’uomo. A quel punto, Indil appoggiò la mano sul braccio di Boromir, facendolo calmare.
“Frodo riuscirà nella sua impresa, Boromir, e tu tornerai a casa. Le guardie della bianca torre ruggiranno: - è tornato Boromir, il nostro capitano-”. Si fermò sorridendo: Boromir le aveva parlato, a Gran Burrone, della Bianca Torre di Ecthelion che brillava come una lancia di perle e d’argento. “Anzi, vi torneremo insieme. Te lo prometto” aggiunse fiduciosa.
Gli occhi di Boromir si fecero meno scuri e sorrise, mentre notava Aragorn che tornava dalla passeggiata con Legolas. Scambiò uno sguardo con Indil e la vide inquieta, ma l’elfa rimase al suo fianco, mentre Aragorn si andava a sedere vicino a lui
 “Ho sentito che stavate parlando della tua città. Ho visto Minas Tirith, tempo fa” pronunciò l’uomo e Boromir sorrise.

“Un giorno, le nostre vie ci condurranno lì. E la guardia della torre leverà il grido: -I signori di Gondor sono tornati!-” pronunciò il capitano di Gondor guardando con orgoglio verso Aragorn, e Indil fece un sorrisetto beandosi dell’unione ritrovata fra i due uomini.
Aragorn fece un sorriso e annuì, sperando che potesse essere come diceva Boromir.
“Mi andrò a distendere. Un po’ di riposo non può che farmi bene” annunciò il ramingo allontanandosi da loro. Poco dopo si addormentò accanto a un albero lasciando che Indil e Boromir continuassero a discutere di vittorie e di battaglie.

 

***
 

Il sonno di Frodo era inquieto. Incubi dimoravano nella mente dello hobbit: c’era un oscuro signore sul trono del mondo e la Contea era distrutta; casa Baggins era crollata e dentro vi erano i cadaveri delle persone a lui care.
“Frodo, Frodo, desidero parlarti.” Frodo si svegliò di soprassalto e si voltò verso la voce che aveva parlato: alle sue spalle la Dama Bianca si stagliava alta e bella e sorrideva, un sorriso dolce.
Vieni con me, Frodo Baggins” furono le parole dell’elfa e Frodo seguì Dama Galadriel.  
L’avrebbe seguita ovunque.
Non vi staremo a raccontare ciò che Frodo vide nello specchio, né le parole usate da Dama Galadriel, in quanto molti altri hanno già raccontato al meglio quest’avventura.
Vi basti sapere che il mezz’uomo tornò molto cambiato da ciò che vide e con speranza in più di riuscire a fare qualcosa, e che la bianca Dama sarebbe presto partita per Valinor lasciando quelle terre nelle mani degli uomini.

NOTE
E finalmente ci siamo: i due bietoloni, ehm  Aragorn e  Legolas, si sono baciati *accendere fuochi artificiali qui* purtroppo il nostro ramingo rifiuta, almeno per il momento il sentimento per l'elfo. A parte ciò cresce anche il sentimento fra Indil e Boromiri, anche se temo che ci vorrà un po' di più perchè la principessa si accorga di provare qualcosa per l'uomo. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Come al solito, vorrei ricevere vostri pareri.

 

   
 
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