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Autore: FastDivergent156    16/02/2018    2 recensioni
Erano passati tre giorni. Erano tre giorni che Harry, Ron ed Hermione potevano dormire in un vero letto. Quella notte, però, nonostante le calde coperte e il letto a baldacchino con i colori di Grifondoro, Harry non riusciva a riaddormentarsi. Era andato a sedersi sulla poltrona davanti al camino della sala comune di Grifondoro e fissava i pezzi di legno bruciati. La testa gli faceva male, in parte per il sonno, in parte per i mille pensieri che gli ronzavano in mente. Il giorno dopo ci sarebbe stato il funerale per tutti i caduti, ed Harry non faceva altro che pensare ai fantasmi di tutti coloro che erano morti per lui.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il momento era arrivato. Mancavano pochi minuti all'inizio del funerale. Harry sentiva un vuoto dentro lo stomaco. Tutte quelle famiglie avevano perso parte della loro gioia e lui aveva perso una grande parte di se stesso. Si sentiva in dovere di dire qualcosa a tutte quelle persone, ma cosa, cosa sarebbe potuto essere d'aiuto in un momento del genere? Come poteva rivolgersi ai cari di coloro che erano morti per lui senza sembrare opportunista? E poi non voleva vedere le tombe di Remus, di Tonks, di Fred. Non voleva vedere tutte quelle persone soffrire. Si sentiva in colpa, sentiva di essere in parte la causa di quello che era successo. Il suo cuore sembrava stretto in una morsa di metallo. Aveva la pelle d'oca, non poteva sopportare quella tensione ancora a lungo. Si diresse verso l'entrata della sala grande, sperando che muoversi e camminare lo aiutassero a trovare la forza per andare alla cerimonia. Ogni passo sembrava costargli un'enorme fatica. L'aria era densa intorno a lui, i suoni erano ovattati, i colori spenti. Percorreva i corridoi con scene della battaglia che gli infiammavano davanti agli occhi. Le lacrime erano lì, pronte a scendere, ma Harry cercava di trattenerle. Raggiunse Ron, Hermione e Ginny, tutti vestiti in abiti eleganti, tutti con lo stesso sguardo spento negli occhi. Hermione aveva gli occhi rossi e Ron gli stringeva debolmente un braccio intorno alla vita. Harry tese una mano verso quella di Ginny, che la prese senza guardarlo, stringendola, cercando uno spiraglio di conforto in un momento in cui non credeva fosse possibile averne un po'.
Verso la cancellata una folla immensa di persone si stava avvicinando a loro, tutte vestite di nero, portando una ventata d'aria gelida nel cuore dei presenti.
-Dio mio, quante persone...- la folla era anche maggiore di quella presente al funerale di Silente!
-Su, andiamo- disse Harry. Lungo la strada le persone lo salutavano, lo ringraziavano, non capivano che anche per lui quello era un giorno terribile, non capivano che i loro figli erano anche suoi amici, eppure continuava a salutare quelle persone, a cercare di dare loro conforto, o quanto meno la consapevolezza che i loro cari non sarebbero stati dimenticati. I quattro amici riconobbero Neville con suo nonna, Luna e Xenofilius, Seamus Finnigan e Dean Thomas con le loro famiglie. Andromeda Tonks si avvicinò a loro, con il piccolo Teddy avvolto in un completo nero decisamente troppo serio e triste per un bambino così piccolo. Lo salutò, ripromettendosi di essere per lui quello che aveva desiderato quando aveva ritrovato Sirius. Dietro di loro c'erano anche Katie Bell e Angelina. Dennis Canon, con gli stessi capelli color sabbia del fratello, era seguito dalla famiglia, in lacrime. Aberforth indossava un lungo abito grigio, che non fece altro che rattristare tutti quanti per la somiglianza con Silente. Che cosa avrebbe detto se fosse stato lì in quel momento? Harry trovò Hagrid poco distante da loro e lo salutò con un cenno. Lungo il sentiero incontrarono il resto dei Weasley e proseguirono insieme a loro. Molly era distrutta, camminava sorretta dalle braccia di Arthur, cercando un motivo per poter andare avanti. Bill e Fleur camminavano vicini, tenendosi la mano, cercando di sostenere Molly in lacrime. Arthur sembrava invecchiato di anni in quei pochi giorni. Percy si era tolto gli occhiali e teneva George per un braccio. La sua voglia di ridere, la speranza che avevano dato a tutti quando sembrava che non potesse esisterne si era completamente spenta. Camminava in silenzio, con gli occhi gonfi, ma qualcosa mancava, era incompleto senza il gemello. Il pensiero del corpo morto e inerme di Fred si insinuò nella mente di Harry, che venne scosso da un brivido. Ginny strinse più forte la mano di Harry e lentamente, insieme si andarono a sedere nella prima fila. La gente continuava ad arrivare e Harry sentiva che molte delle occhiate erano rivolte verso di lui. Davanti a loro la scena metteva i brividi. Un gran numero di bare in legno lucido si estendeva davanti a loro, ognuna con il nome della persona inciso in lettere d'oro. Kingsley si era proposto di effettuare la cerimonia, e aveva ottenuto il favore di tutti. Nonostante questo si vedeva quanto fosse sinceramente emozionato.
-Ciao Harry- Luna li aveva raggiunti insieme a Neville
-Ciao Luna, ciao Neville-
-Come state?-
-Come tutti qui dentro- i due annuirono.
-Harry, io... grazie per avermi dato la possibilità di aiutarti- gli disse Neville, tenendo Luna per mano. Se non altro la battaglia aveva avuto almeno un effetto positivo, aveva unito coloro che vi avevano partecipato, li aveva spinti a manifestare ciò che provavano, perché la consapevolezza che la loro fine potesse essere in ogni momento era penetrata in loro sino in profondità.
-Te lo sei meritato, Neville. I tuoi genitori sarebbero fieri di te-
-Anche i tuoi, Harry. Per quel che vale-
I due si sorrisero, pensando che in quel momento i loro posti sarebbero potuti essere opposti, pensando che il prescelto sarebbe anche potuto essere Nevile. Harry continuava a camminare, tenendo Ginny stretta per mano
-Stai bene, Harry?- gli chiese piano, e lui annuì e basta, perché in quel momento doveva essere forte per entrambi. Sapeva che prima o poi Ginny sarebbe crollata. Davanti a loro c'era uno spazio in cui Kingsley avrebbe parlato con intorno le bare dei caduti.
-Sonorus!- La voce del grosso mago si sentì forte intorno a loro e tutti si fecero in silenzio. L'atmosfera era strana, quasi non sembrava stesse succedendo veramente, forse perché l'atrocità di quanto era successo sembrava impensabile nella testa di tutti loro. Dopo poco, finalmente, Kingsley iniziò a parlare.
-Salve a tutti. Voglio ringraziarvi per avermi dato la possibilità di celebrare questo momento così emozionante per tutti noi. Grazie per essere venuti, per aver permesso all'amore di sovrastare sulla malvagità.... Una volta Silente disse "Capire è il primo passo per accettare. E solo accettando si può guarire". Queste possono sembrare solo parole, perché come può essere possibile trovare un modo per accettare quanto successo, trovare un modo per capire come sia stato possibile che dei genitori... degli amici... dei fratelli... dei figli, siano stati uccisi in un modo così inumano e crudele... eppure è successo. Quello che è successo tra queste mura è quealcosa di impensabile per tutti noi, eppure è fondamentale che ricordiate una cosa. Tutte queste persone sono morte per permettere a noi di avere un futuro migliore, sono morti perché credevano che Lord Voldemort non fosse il futuro di tutti noi, sono morti perché credevano che qualcosa di meglio potesse essere fatto. Quello che abbiamo appena vissuto è stato un anno difficile. Molte persone che amavamo se ne sono andate e niente potrà mai farle tornare indietro, ma c'è qualcosa che possiamo fare, per far sì che non siano morte invano. Per rendere onore al sacrificio che loro hanno compiuto. Dobbiamo fare sì che i giorni che verranno siano migliori dei giorni che sono passati, dobbiamo fare in modo di riuscire a realizzare quello che le persone qui accanto a me si sono battute e si sono sacrificate per raggiungere. Niente giustifica il modo in cui sono morte, ma se non altro possiamo far sì che siano morte per un motivo. Non mi voglio dilungare dicendo parole vuote sulle persone morte in questa battaglia. Non conoscevo tutti i combattenti, non potrei dire altro che parole vuote, come più volte è successo. Chiunque voglia venire qui a dire qualcosa è libero di farlo. Saremo uniti nel nostro dolore-
Applausi si diffusero da tutti i presenti, insieme a lacrime e singhiozzi. Harry guardò gli amici. I volti di tutti erano rigati dalle lacrime, le mani strette le une nelle altre, pensando alla fortuna che avevano ad essere ancora vivi dopo tutto quello che avevano passato. Il primo ad alzarsi fu George. Ginny scoppiò a piangere in quello stesso momento ed Harry non potè fare altro che accarezzare i suoi capelli e offrirgli la sua spalla, perché si sentiva proprio come lei in quel momento. Ron era rigido sulla sedia ed Hermione aveva una mano sul suo ginocchio. Il silenzio si diffuse nuovamente tutto intorno. George era in piedi di fianco alla bara del fratello, con una mano poggiata dove ci doveva essere il suo cuore, gli occhi chiusi, cercando le parole da dire, cercando la forza per dirle.
-Hogwarts è sempre stata come una seconda casa per me e Freddie. Credo che tutti i professori ricordino i giorni in cui abbiamo percorso quei corridoi, infrangendo più regole di quasi chiunque altro studente al mondo- La professoressa Mc Granitt fece un piccolo sorriso, coperto dalle lacrime che gli rigavano la faccia. Quante volte aveva messo quei due in puninzione? George stava singhiozzando, in preda ai ricordi, ma cercò di ricomporsi. Aveva bisogno di dire quelle parole. Aveva bisogno di dire addio.
-Non credo che mi perdonerò mai per non essere stato lì a proteggerlo. Lui era il mio fratellino, e niente potrà mai ridarmi quello che ho perso l'altra notte. So che lui vorrebbe essere ricordato con una delle nostre battute, ma in questo momento ogni battuta sembra fuori luogo. Spero solo di essere in grado di essere felici per entrambi d'ora in poi Freddie- George si girò verso la bara del fratello e sussurrò
-Fatto il misfatto. Mi mancherai Freddie-
George non riuscì a dire altro e in preda ai singulti tornò a sedersi. Si sentirono i lamenti di Molly pochi posti a fianco ad Harry e Arthur, anche lui in lacrime, che cercava di consolarla. Ron si alzò ed andò ad abbracciare il fratello, che accolse con piacere le sue braccia intorno a lui. Tutti si alzarono in un applauso e ad Harry venne la pelle d'oca.
-Devo dire qualcosa Ginny. Non posso più stare qui seduto-
-Vai, Harry. è giusto che sia così-
-Niente di quello che sta succedendo è giusto-
Si alzò dalla sedia e si diresse piano verso il punto dove si trovava George poco tempo prima. L'aria si gelò quando vide tutte quelle persone struggersi per i loro cari. Quando lo videro farsi avanti si zittirono all'istante, come se fosse in grado di dire qualcosa che sapesse riportare loro le proprie famiglie. Harry non ne sarebbe stato capace. Aveva solo bisogno di ringraziare tutti loro.
-Quello che è successo la notte della battaglia non ha spiegazioni. Voldemort era una persona malvagia, oscura. Ma una volta qualcuno disse a tutti noi che la luce può essere trovata anche negli attimi più bui, se solo ci ricordiamo di accendere la luce. Credo che il solo fatto che oggi siamo qui tutti insieme, a celebrare l'amore che provavamo per coloro che abbiamo perso sia uno spiraglio di quella luce. Mi dispiace di non aver potuto fare di più per proteggere i vostri figli, i vostri parenti o i vostri amici. Se non fosse stato per loro non avrei mai potuto fare nulla di quello che ho fatto. Tutti loro, dal primo all'ultimo, sono stati fondamentali per poter sconfiggere voi sapete chi. Loro non verranno mai dimenticati. Molte di queste persone erano solo studenti. Quello che studiamo a scuola molto spesso non ci prepara a quello che dovremo affrontare là fuori, e sicuramente non ci ha preparato a quello che abbiamo dovuto affrontare queta volta. Nulla avrebbe potuto. In ogni caso il fatto che essi si siano uniti, che abbiano resistito, che siano rimasti fedeli ai valori e agli ideali che Hogwarts ha cercato di insegnarci fin da quando abbiamo varcato quella soglia, deve rendervi fieri di loro. In questa battaglia ho perso anche io quella che era la mia famiglia. So che non posso fare niente per farli tornare indietro, ma spero che sappiano che non li potrò mai ringraziare abbastanza. Hogwarts è fiera di loro. E anche io lo sono-
La folla si alzò, applaudendo. Harry nascose gli occhi dietro una manica mentre si recava al suo posto. Non voleva che gli altri vedessero che stava piangendo. Arrivò fino al fianco di Ginny e poi l'abbracciò forte. Dopo alcuni minuti la folla si calmò, e la cerimonia poté proseguire. Molte persone parlarono e alla fine, per ultima, la professoressa Mc Granitt si alzò.
-Credo che quello che sto per dire potrà far sentire un pochino meglio tutti voi. In onore di tutti i caduti di questa battaglia, una statua verrà eretta a fianco del nostro campo da Quidditch, con i nomi di tutte le persone che abbiamo perso. Il loro gesto non verrà dimenticato-
La folla si alzò in un ultimo boato. Questa volta, però, le persone stavano piangendo, i loro singhiozzi si mischiavano agli applausi e l'emozione di tutti era palpabile. Il giorno della battaglia di Hogwarts non sarebbe mai stato dimenticato.


Spero che questa piccola storia sul golden trio vi sia piaciuta.  L'ispirazione mi è venuta dopo aver letto (per la quinta volta, si proprio la quinta) Harry Potter e i doni della morte. L'ho lasciata per un po' ad impolverarsi in una cartella nascosta del mio computer, ma ora ho deciso di provare a pubblicarla. So che niente potrà mai somigliare alla magia della mitica Rowling, ma spero di aver lasciato anche solo un piccolo segnetto sul vostro cuore con questa storia. Mi raccomando, lasciate una recensione per farmi sapere come vi è sembrata!
-Nox-
   
 
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