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Autore: lisi_beth99    18/02/2018    2 recensioni
Dopo essere usciti dal Labirinto, Lane e i suoi compagni d'avventure dovranno affrontare le sfide della Zona Bruciata. Avranno a che fare con gli Spaccati e con la W.C.K.D.
Ma questa è solo una parte della storia! Lane e Newt affronteranno alcune difficoltà, la fiducia potrebbe scarseggiare... l'Eruzione potrebbe mettersi fra loro... Come affronteranno le sfide? Rimarranno uniti?
Scopritelo leggendo!
// SEQUEL DI: LOVE LIVE REMEMBER \\
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Live, Fight, Win'
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Il viaggio in elicottero durò parecchio. Dopo aver fissato immense dune di sabbia per buona parte del tragitto decisi di concentrarmi su ciò che c’era nell’abitacolo. Thomas si era addormentato, così come Frypan e Winston, Teresa si accarezzava le braccia quasi per farsi conforto, Minho osservava attento il paesaggio sottostante. Newt, invece, dopo aver cercato di convincermi a dormire, si era rassegnato e mi accarezzava distrattamente il palmo della mano. Teneva gli occhi chiusi ma sapevo che non stava riposando. Ogni poco apriva leggermente le palpebre e mi buttava un occhio, quasi temesse che mi potesse succedere qualcosa.
La sera era calata, tutto era diventato buio. L’uomo che ci aveva salvati, ad un certo punto, disse ad alta voce per farsi sentire sopra al rumore delle pale dell’elicottero – Siamo quasi arrivati! State pronti a scendere. –
Dopo poco, infatti, il velivolo toccò terra. Si aprì il portellone laterale e ci scaraventarono giù. Diversi uomini avevano creato una sorta di cordolo di sicurezza e ci urlavano di correre all’interno del grande edificio di fronte a noi. Era imponente, grigio e metteva soggezione.
Altri uomini uscirono dall’immensa porta di metallo. Attorno a noi c’era il caos: spari e urla. Qualcuno disse qualcosa come – Ci sono gli Spaccati! – mi voltai verso delle dune di sabbia poco lontano e vidi delle figure umane, che si muovevano in modo strano, farsi avanti. Gli uomini che ci avevano salvati aprirono il fuoco in quella direzione. Rimasi spiazzata da ciò che vidi, fermandomi impietrita. Subito, però, fui strattonata da Newt – Muoviti Lane! – urlò nel caos generale.
Oltrepassammo le porte in metallo che si richiusero subito dietro di noi e ci ritrovammo in una specie di hangar pieno di persone che andavano da una parte o dall’altra.
Ci guardammo attorno spaesati, dove diamine eravamo finiti?
Un uomo di mezza età, con un fucile legato attorno al collo, venne a prelevarci e ci condusse in una stanza tranquilla dove rimanemmo in attesa di scoprire qualcosa di più su quel posto.
Ci portarono del cibo, ci riposammo un po’, fino a quando la porta da cui eravamo passati si riaprì e un uomo sui quaranta fece il suo ingresso. Indossava un maglione grigio, dei pantaloni scuri e una giacca in pelle. Ci alzammo tutti e ci avvicinammo. Aveva una faccia che non mi convinceva, qualcosa in lui non mi piaceva – Tuto bene ragazzi? – domandò sorridendo, un sorriso quasi falso – Mi dispiace per il trambusto ma c’è stato un piccolo contrattempo… -
Nemmeno Thomas si fidava di quell’uomo, ne ebbi conferma quando fece un passo in avanti e con tono diffidente gli domandò – Chi sei tu? –
L’uomo non diede una vera risposta, puntò i suoi occhi in quelli del Velocista – Il motivo per cui siete ancora vivi! E intendo continuare a proteggervi… Adesso venite con me. Ci prenderemo cura di voi! – detto ciò si allontanò facendoci un cenno di seguirlo. Thomas si voltò per guardarci e incrociammo lo sguardo. Io feci una faccia che probabilmente lasciò trapelare la mia scarsa fiducia in quell’uomo. Newt mi diede una leggera pacca sul braccio – Vediamo come va – mi sussurrò all’orecchio.
Seguimmo l’uomo lungo l’hangar, mentre lui ci spiegava un po’ di cose. Il suo nome era Janson ed era il responsabile di quel luogo. Affermò che per noi era solo una stazione di passaggio, perché ci avrebbero mandati in un luogo sicuro, fuori dalla Zona Bruciata, dove la W.C.K.D. non ci avrebbe trovati… Non avevo idea di cosa fosse la Zona Bruciata ma, dal nome, immaginai potesse essere la zona che avevamo sorvolato arrivando in quel posto.
Raggiungemmo una porta in metallo, molto spessa. Janson l’aprì usando una chiave magnetica e, difronte a noi, ci fu un corridoio lungo, bianco e con luci al neon.
-Ma prima di proseguire, dobbiamo risolvere il problema della puzza! – si girò a guardarci con un ghigno sulle labbra. Poteva anche risultare offensiva quell’affermazione ma non aveva torto. Dopo la corsa nel Labirinto, la lotta contro i Dolenti, la corsa in mezzo alla sabbia e il viaggio in elicottero era normale essere ricoperti di sporco e puzzare di sudore...

 
-*-
 
Ci portarono nella zona delle docce. Ognuno si scelse la doccia che voleva, non che ci fossero delle differenze però… i ragazzi erano tutti gasati, probabilmente non vedevano una doccia con l’acqua calda da molto tempo.
Io mi infilai in quella accanto a Newt… avevo un senso di insicurezza e tristezza che mi pesava sul cuore. Mi spogliai e lanciai i miei vestiti fuori dal box doccia. Aprii il getto d’acqua calda che mi scivolò addosso. Speravo che avrebbe alleviato quel senso di agitazione ma nulla… Ripensai a tutti i ragazzi che avevamo lasciato nella Radura, a quelli che erano morti provando a combattere. Rividi lo sguardo spavaldo di Gally e gli occhi teneri di Chuck. Mi venne un groppo in gola che cercai di mandare giù… Poi pensai al posto in cui eravamo, a Janson, tutto quello non mi convinceva.
Avevo bisogno di conforto… controllai che nessuno fosse fuori dal suo box e superai la parete che mi divideva da Newt. Gli arrivai alle spalle, un po’ incerta se quello che stavo facendo fosse giusto… Avevo un disperato bisogni di essere abbracciata. Il biondo si accorse della mia presenza. Inizialmente mi guardò sorpreso, poi lesse nel mio sguardo lo sconforto e mi attirò a sé. L’acqua ci colpiva la pelle, mentre la mia schiena era appoggiata al suo petto. Mi lasciò una tenera scia di baci lungo il collo, giù fino alla scapola. Scostò i capelli e baciò la spalla. Poi passo alle mie labbra, inclinai la testa e la appoggia sul suo petto per facilitare il gesto. Il tutto era molto romantico e mi stava calmando l’anima. Newt prese la spugna insaponata e cominciò a passarmela sulla schiena. Poi passò al ventre e io mi appoggiai completamente a lui… faceva dei movimenti lenti e circolari. L’acqua calda e la schiuma erano un balsamo per il mio corpo. Il biondo continuò a baciarmi, sciacquandomi via tutto lo sporco. Nulla di ciò che stavamo facendo era erotico… in quel momento nessuno dei due stava pensando a fare l’amore. Semplicemente entrambi avevamo bisogno di stare assieme e darci un po’ di sollievo dopo l’orrore a cui avevamo assistito.
-Hey Newt! – la voce di Minho ci riportò alla realtà, non facemmo in tempo a staccare le nostre labbra che il ragazzo spuntò dal muro che separava i due box doccia. – Caspio! – esclamò trovandoci in quel modo. Fulmineo ritrasse la testa. Io e il biondo diventammo rossi per l’imbarazzo. Per fortuna che ero rivolta verso la parete e non aveva visto nulla…
Chiusi il getto d’acqua, mentre Newt afferrava due asciugamani e me ne porgeva uno. Dopo esserselo legato in vita uscì per parlare con Minho. Io passai il pezzo di stoffa attorno al busto, copriva giusto giusto fin sotto al sedere…
Uscii dal box doccia subito dopo al biondo, ritrovandomi gli occhi di tutti i ragazzi addosso. Minho mi guardava con un mezzo ghigno in faccia, mentre gli altri mi fissavano a metà tra lo spiazzato e l’imbarazzo. – Voi… - Minho fece scorrere il dito indice da me a Newt, cercando le parole… Il mio ragazzo mi guardò soffermandosi un po’ troppo a lungo sulla parte superiore dell’asciugamano – Eravate in doccia assieme! – esclamò Frypan sbarrando gli occhi. Newt si grattò la testa con le guance che si arrossavano, io cercai di nascondermi dai loro sguardi… - Ehm… Già! – sussurrai avvicinandomi al biondino. Improvvisamente mi sentivo nuda… non che fosse molto lontano dalla verità!
   
 
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