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Autore: ArtemisiaETemistocle    19/02/2018    0 recensioni
Tratto dall'omonima opera di Robbe-Grillet.
Theodore si reca quotidianamente a casa di A..., lasciando a casa un'insofferente Daphne, ma qualcuno li osserva e ha tutti i diritti di essere geloso. Ma c'è davvero qualcosa tra A... e Theodore o è tutto frutto della mente ossessiva del padrone di casa?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daphne Greengrass, Sorpresa, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo | Contesto: Da Epilogo alternativo
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A… è andata a Hogsmeade con Theodore, per fare qualche acquisto urgente.
Sulla parete dell’ufficio è appesa una piccola cornice di pregiata madreperla, che contiene una fotografia scattata lungo il mare, in Asia.
A… è seduta alla terrazza di un grande ristorante.
Il quadro di Theodore, quel paesaggio naturale – un bel dipinto, davvero, dai colori vivaci – dà una nota di vita. Inoltre, l’interesse per la pittura viene coltivato in ogni famiglia Purosangue: l’amore per l’arte nobilita l’animo. Dunque, è consono decorare gli interni con quadri di vari stili, perché anche nell’arte il Purosangue dimostra la propria superiorità. L’ufficio ne contiene alcuni, e anche qualche decorazione moderna può essere vista per casa: opere costose, ma non belle quanto i quadri dipinti a mano, che l’arte moderna disdegna, a meno che il soggetto non sia astratto.
Sul muro nudo, senza alcun dubbio, il paesaggio naturale sta a pennello, illuminato dalla luce, abilmente dipinto a mano: una cascata, baciata dall’alba, l’acqua blu, gli alberi verdi, qualche raggio di sole che attraversa la foresta, dipinta con sapienti pennellate…
Il disegno è stupendo.
C’è una gomma per cancellare sul legno scuro della scrivania, e la lama di un rasoio, vicino alla cornice di pregiata madreperla in cui A… si appresta a posare il bicchiere sul bianco tavolo rotondo.
Invece di guardare il bicchiere che si appresta a posare, A…, la cui sedia è posizionata di sbieco rispetto al tavolo, si gira nella direzione opposta per sorridere al fotografo, come per incoraggiarlo a scattare questa foto improvvisa.
A… deve sollevare il viso per offrirlo all’obiettivo.
Ora la sua testa è agitata da piccoli movimenti, quasi impercettibili, ma amplificati dalla massa dei capelli che vanno da una spalla all’altra, creando dei vortici lucenti, subito smorzati, la cui intensità improvvisamente si rianima in convulsioni inattese, un po’ più in basso… più in basso ancora… e un ultimo spasmo molto più in basso.
A… è in piedi sulla terrazza, all’angolo della casa, vicino al pilastro quadrato che sostiene l’angolo sud-ovest del tetto.
Dato che A… fa poggiare l’esatta metà del proprio peso su ciascuno dei tacchi alti delle sue scarpe, la simmetria di tutto il suo corpo è perfetta.
A… è in piedi contro una delle finestre chiuse del salone, proprio di fronte al vialetto che attraversa il vasto giardino.
A… non muove un muscolo.
A…. è nel bagno, di cui ha lasciato la porta socchiusa sul corridoio.
Solo la sagoma della finestra crea un’ombra sul pavimento di legno. Alla finestra si staglia la silhouette nera di A…: la sagoma delle spalle e delle braccia, il contorno della capigliatura.
A…, ora, è completamente affacciata.
Sulla terrazza A… deve presto chiudere il suo libro.
L’elfo non ha ancora raggiunto il tavolino che la voce di A… si fa sentire, precisa e misurata; ordina di portare la lampada nella sala da pranzo, dopo averne chiuse le finestre, come ogni sera.
«Sai bene che non bisogna portare la lampada qui. Attira le zanzare».
A… non ha neanche girato la testa per rivolgersi all’elfo.
Nella nera notte dove non si scorgono gli oggetti, neanche i più vicini, la luce della lampada li illumina vivamente, senza che la sua forza si attenui, illuminando la sagoma della fronte, del naso, del mento, della bocca…
La luce illumina il muro della casa, il pavimento, il cielo vuoto.
A… tuttavia non muove un muscolo.
A… sta finendo di truccarsi in modo discreto: passa un rossetto sulle labbra che riproduce solo la loro tinta naturale, ma che sembra più scuro sotto questa luce troppo cruda.
Theodore verrà tra poco a prendere A… e a portarla a Hogsmeade.
A… si piega in avanti, verso lo specchio.
Luminosi, il labbro superiore e quello inferiore si muovono con perfetta sincronia:
«Che c’è?»
«Il signore è là» risponde la voce dell’elfo, dall’altra parte della stanza.
A… dice: «Arrivo».



Ecco a voi!!!
Al prossimo capitolo!

 
  
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