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Autore: SognoDiUnaNotteDiMezzaEstate    29/06/2009    4 recensioni
Bella convive con la matrigna che la costringe a una vita di duro lavoro. Edward è la promessa nazionale del baseball con un sogno segreto a tutti. Si innamorano e iniziano a frequentarsi segretamente. Tutto va bene, finché Bella non si stanca dei segreti ed Edward è costretto a scegliere tra l'amore e l'amicizia. Riusciranno alla fine a stare insieme?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Storia Di Un Amore

 

Capitolo Quattro: Bacio

Arrivai a scuola giusto in tempo per vedere i giocatori entrare in campo. Gli spalti erano sovraffollati e nella confusione riuscii fortunatamente a scorgere Angela, andando a sedermi vicino a lei. Jessica Stanley, capo cheerleader, iniziò a dirigere una complicata coreografia, sorridendo a tutti. Sapevo della sua cotta per Edward, ma a quanto pare non aveva mai avuto successo, così come tutte le altre ragazze che gli avevano fatto la corte. Speravo ardentemente che fossi io la causa dell’insofferenza di Edward verso le altre ragazze. In fondo non ci eravamo mai dichiarati, e nemmeno baciati, sebbene i miei sentimenti fossero ormai più che chiari.

“Bella, c’è Black che ti sta salutando.” Disse Angela, facendomi cenno di guardare il campo. Effettivamente Jacob mi stava sorridendo, anche se alcune ragazze vicino a me pensavano si stesse rivolgendo a loro.

Jacob, così come Edward, era uno dei ragazzi più carini della scuola, e le ragazze si facevano la guerra per avere l’opportunità di uscire con loro. Molte ragazze però mi guardavano con ira, in quanto ero amica di Jacob. Molte ritenevano che si fosse preso una cotta per me, ma io ero ben lungi dal pensarla come loro. Per me Jacob era solo un caro amico, anche se a volte era un po’ troppo insistente.

La partita durò più di due ore, e come previsto la squadra di Edward e Jacob vinse.

Salutai Angela, e mi rifugiai nell’unico spogliatoio inutilizzato, in attesa che tutti andassero a casa.

Quando ormai le voci erano scomparse uscii allo scoperto, appoggiandomi al muro vicino alla porta dello spogliatoio utilizzato dalla squadra di baseball.

Finalmente dopo pochi minuti Edward apparve al mio fianco.

“Ciao.” Il suo solito sorriso sghembo mi fece sciogliere senza che me ne rendessi conto.

“Ciao.” Balbettai, imbarazzata.

“Piaciuta la partita?” Rise, prendendomi la mano e incamminandosi verso l’uscita dagli spogliatoi con me.

“Sì…davvero spettacolare…” Tentai di essere convincente, ma ovviamente non ci riuscii.

“Sei una pessima attrice.” Sghignazzò, fermandosi. I miei occhi si soffermarono sulle nostre mani intrecciate.

Quando alzai lo sguardo lo trovai intento a fissarmi, con un’intensità stupefacente.

“Bella?!” Sussultai. Non era senz’altro la voce di Edward.

Entrambi ci voltammo di scatto verso il fondo del corridoio, sciogliendo immediatamente la presa.

“Kelly…?” Cosa ci faceva mia sorella negli spogliatoi?! “Che… che ci fai qui?”

“Ti ho seguita.” Scrollò le spalle, avvicinandosi a noi. Puntò il suo sguardo su Edward, irritandomi.

“Beh, ci vediamo Swan.” Sbottò, Edward, fingendo come al solito.

Non risposi. Kelly non doveva assolutamente vederci insieme…

“Torniamo a casa.” Dissi, irritata.

“Chi era quel ragazzo?” Subito all’attacco…

“Cullen. È nella squadra di baseball.” Risposi, cercando di essere indifferente.

“Perché stavate parlando?” Forse è addirittura peggio di Jessica Stanley…

“Lavoro nel giornalino della scuola, quindi dovevo fargli alcune domande sulla partita.” Wow, brava Bella, meglio di quanto immaginassi!

Kelly sembrò credere alla mia bugia.

Quando arrivammo a casa Jennifer era già a dormire, quindi non abbiamo dovuto sopportare le sue lamentele.

“Non dirò alla mamma che sei andata alla partita.” Disse Kelly, sorprendendomi.

Non risposi, e andai a dormire.

 

Era passata una settimana da quando mia cugina si era trasferita nella mia scuola. Ovviamente appena arrivata aveva stretto amicizia con Jessica Stanley e il resto delle cheerleader, ma la cosa che mi fece ancora di più infuriare era che tentava in tutti i modi di parlare con Edward, e gli stava sempre appiccicata.

Stavo camminando tranquilla per il corridoio del seminterrato della scuola – Kelly era come se mi stesse pedinando, quindi ogni occasione era buona per nascondersi in luoghi poco frequentati –, quando all’improvviso Edward mi passò vicino, e dopo essersi guardato bene intorno – era la pausa mensa e in giro non c’era nessuno – mi cinse un fianco, spingendomi dentro lo sgabuzzino dei bidelli.

L’unica luce filtrava da una finestra in alto, da cui si potevano scorgere i passi delle persone che passavano.

“Che succede?” Gli chiesi. Le sue braccia mi stavano stringendo contro lo scaffale pieno di secchi e prodotti per la pulizia.

“Bella, ho appena detto a mio padre che non ho intenzione di entrare nella squadra di baseball nazionale, quando finiremo il liceo!” Rimasi sorpresa, e un sorriso comparve sulle mie labbra.

“Davvero? E lui come l’ha presa?” Ero emozionata per lui, e sperai che suo padre non fosse stato troppo severo nei suoi confronti.

“Bene, almeno credo… Era venuto a scuola per parlare al coach, e quindi abbiamo iniziato a discutere, e alla fine gli ho detto tutto! E… avevi ragione! Non si è affatto arrabbiato! Anzi, mi sembrava abbastanza soddisfatto!” Sorrisi, soddisfatta. Ero certa che il signor Cullen avrebbe preso bene la decisione di suo figlio. “Grazie mille Bella, è stato solo merito tuo!”

Prima che me ne potessi rendere conto le sue labbra sfiorarono le mie, in un gesto delicato e timido.

Stupendo perfino me reagii con foga al bacio, sollevando le braccia e affondando le dita nei suoi capelli setosi.

Con quel movimento però feci crollare a terra alcuni secchi, che crearono un suono metallico che si propagò nell’aria.

Entrambi ci staccammo, guardando il mio danno.

“Ops!” Dissi solo, portandomi una mano alla bocca.

“Sei un disastro Bella.” Sghignazzò, senza accennare a raccogliere nulla.

“È meglio se raccogliamo, no?” Domandai, aggrottando le sopracciglia.

Edward si riavvicinò a me, tornando serio.

“Dopo.” Disse solo, e le sue labbra tornarono a lambire le mie, e questa volta le mie mani percorsero il suo petto, mentre le sue circondavano il mio corpo, disegnando linee immaginarie lungo la mia schiena.

Sentii la testa girare, mentre il mondo intorno a noi scompariva.

Finalmente ero felice. Ma nella semiombra di quello sgabuzzino, con gli occhi chiusi per non perdere neanche la più piccola sensazione che quel bacio mi stava donando, non notai l’ombra che era scesa nel piccolo stanzino, e che non avrebbe fatto altro che portare seri guai.

 

Entrai nel laboratorio di informatica trafelata. Non mi ero ancora ripresa del tutto dal bacio, e probabilmente avevo ancora le guancie rosse.

Camminai lungo le file di banchi, raggiungendo il mio computer. L’ora di giornalino era una delle poche che mi consentivano di saltare le lezioni.

“Ehi Bella, stai male? Non è che ti sei presa la febbre? Sei tutta rossa…” Commentò Angela, evidentemente preoccupata. Scossi la testa, sorridendo.

Avevo deciso: avrei raccontato ogni cosa ad Angela, non meritava tutti questi misteri.

Entrai nel sito di chat, e le mandai un messaggio: ‘Dopo ti devo raccontare una cosa.’

Angela annuì, sebbene fosse all’oscuro di tutto, sembrava essere già a conoscenza di cosa le avrei parlato.

Verso la fine dell’ora entrò in aula Kelly. Aveva deciso di entrare anche lei nel gruppo del giornalino, ma ovviamente non seguiva quasi mai le nostre riunioni. La sua unica fortuna era che a dirigere il giornalino era la capo cheerleader Jessica Stanley, una delle sue amiche. A volte mi stupivo di quanto fosse influente Jessica, e soprattutto trovavo strano che una come lei fosse la direttrice di un giornale, ma del resto l’argomento principale del nostro settimanale erano i pettegolezzi, e lei nella nostra scuola ne era la regina.

Sbuffai. Kelly si diresse verso Jessica, lanciandomi un sorrisino. Non lo interpretai subito, ma del resto non mi interessava molto sapere cosa aveva fatto quella piccola serpe.

La vidi confabulare con Jessica al computer principale, mentre osservavano delle fotografie. Immaginai fossero quelle della festa di Tyler della sera precedente.

Quando uscii dalla classe decisi di andare con Angela a prendere un gelato, visto che le lezioni erano finite da un bel pezzo.

Durante la strada le raccontai del mio innamoramento per Edward Cullen, dei nostri incontri segreti e del nostro primo bacio, di poche ore prima.

Angela non diede giudizi, ed ascoltò in silenzio tutta la storia.

“Confesso che avevo capito che c’era qualcosa sotto… Ma ho sempre preferito non chiederti niente, perché sapevo che se avessi voluto parlarne avresti iniziato te il discorso.” Ammise Angela, mentre tornavamo a casa.

L’abbracciai forte. Era una vera amica.

Quella sera mi addormentai felice, ripensando al bacio di Edward, ma senza sapere che il giorno dopo nulla sarebbe andato bene.

   
 
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