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Autore: CHAOSevangeline    19/02/2018    1 recensioni
{ Soukoku | Questa storia partecipa al “Rainy Time” a cura di Fanwriter.it! }
A Chuuya la pioggia non piace, lo infastidisce e preferirebbe non esistesse. Non si tratta solo di nervosismo dovuto all'inzaccherarsi, all'umidità e al bisogno di portare con sé l'ombrello: no, la pioggia rovina il suo umore, lo rende pensieroso e triste. Scava in ricordi passati che riporta a galla e preferirebbe lasciare sopiti.
Sta a Dazai cercare di risolvere questo problema come può e tentare di far sorridere Chuuya.
Dopotutto se la pioggia ha un effetto su di lui, Dazai non può esserne immune come vorrebbe.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Chuuya Nakahara, Osamu Dazai
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Be my sunshine

 
 
A Rika, perché ogni Soukoku è per te come la maggior parte delle storie che scrivo e perché se non ci sclerassimo insieme questi due non sarebbero altrettanto speciali.

  

★ Iniziativa: Questa storia partecipa al “Rainy Time” a cura di Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 1136
★ Prompt/Traccia: 3. Pozzanghere senza fondo

 
 
1. Drizzle
Una leggera pioggia composta da piccole gocce



Chuuya e Dazai erano coetanei, anche se molto spesso non sembrava.
Chuuya era un bambino irrequieto e impetuoso, quasi lo stesso fuoco dei suoi capelli scorresse nelle sue vene. Dazai invece si mascherava dietro una falsa tranquillità: era quella persona capace di conquistare tutti convincendoli di essere in un modo quando la sua vera forma era l’opposto.
Per questo pur avendo la stessa età, pur essendo nati nello stesso anno, si era creata l’idea, all’interno della Port Mafia, che Chuuya fosse ancora un bambino e che Dazai, invece, fosse quantomeno un ometto.
Questo provocava tutta una serie di implicazioni odiose per Chuuya.
“Dazai, tieni d’occhio Chuuya, intesi? Mi raccomando”, oppure “Attento che non combini guai in giro, d’accordo?”
Come se non fosse in grado di badare a se stesso da solo.
Come se avesse bisogno di Dazai.
A sua discolpa Dazai avrebbe preferito di gran lunga non dover fare la balia, molto semplicemente perché quando arrivava il momento di essere responsabile non lo era affatto perché non gli andava, aveva di meglio da fare e, dopotutto, a Chuuya non serviva.
Era solo stato un po’ rissoso qualche volta, ma non combinava sempre disastri. Non troppo spesso, almeno.
Certo, con la pioggia era diverso: con il maltempo Chuuya era sempre più nervoso ed irrequieto del solito, ma era sicuro che nessuno avesse mai notato la correlazione tra il suo stato d’animo e il clima.
Si sbagliava.
Come Chuuya era l’unico ad aver notato non solo la maschera di Dazai, ma anche le molteplici sfaccettature da essa nascoste, Dazai era il solo ad aver già capito che Chuuya non era un bambinetto da controllare e che spesso c’erano dei fattori capaci di influenzare il suo comportamento.
Che Dazai fosse perspicace era prevedibile, ma anche Chuuya si sarebbe meritato un simile riconoscimento.
« Sembri un attaccapanni. »
Dazai non aveva delicatezza. Nemmeno Chuuya, ma almeno quando parlava lui, il suo tono non sembrava così naturalmente portato ad essere innocente anche nell’avanzare certe affermazioni.
Era irritante. Doppiamente irritante. Triplamente perché era Dazai a parlare.
Fuori aveva piovuto e loro avevano deciso, da pravi temerari, di uscire sotto la superstite pioggerellina di marzo con una giacca in cerata gialla per ciascuno. Sembravano due pulcini bagnati senza alcuna intenzione di tornare a casa.
Chuuya sembrava incarnarne due di pulcini, per il maglione e la giacca spessi che Kouyou gli aveva fatto indossare sotto l’impermeabile di un giallo sgargiante. Aveva anche una sciarpona nera e un cappello che schiacciava e intrappolava la sua indomabile cascata di rame.
Avrebbe riservato lo stesso trattamento a Dazai, ma il ragazzo era scappato subito dopo le sue raccomandazioni ed essendo tanto bravo e responsabile, nell’immaginario di tutti doveva essersi coperto meglio di quanto aveva in realtà fatto.
« Tu sembri un idiota. »
Non c’era un motivo oggettivo per dirglielo e al contempo ce n’era sempre uno: Dazai aveva già fatto o avrebbe fatto presto qualcosa per meritarsi quell’appellativo.
« Lo dici sempre. »
« Sembri anche una mummia. »
« Hai finito la fantasia, Chuuya? »
Chuuya tornò a guardare avanti per non farlo vincere.
Già vedeva il suo sorriso sornione prendere forma di fronte alla sua incapacità di ribattere.
« Quando inizierai ad avere freddo mi invidierai. »
Chuuya aveva bisogno di dirlo per sentirsi meglio, per sfogarsi, perché avvolto in tutti quegli strati di vestiti stava iniziando a sudare.
Continuarono a camminare.
Non sapevano di preciso dove stessero andando, lungo quel sentierino pieno di pozzanghere nel cortile di una delle ville della Port Mafia. Stavano facendo un giro, ecco cosa supponevano entrambi. Avrebbero voluto chiedere all’altro conferma, ma sarebbe stato un appiglio per iniziare a prendersi in giro per la domanda sciocca, sebbene l’avessero pensata entrambi.
Solo il colpevole della derisione l’avrebbe saputo, comunque.
Chuuya saltò in una pozzanghera e gli stivali di gomma non lasciarono che nemmeno una goccia toccasse i suoi pantaloni.
Lo stesso non si poteva dire di Dazai.
« Che stai facendo? » gli chiese.
« Salto nelle pozzanghere. »
« Che senso ha? »
« Mi annoio. »
Chuuya saltò in un’altra pozza, poi un’altra ancora.
Gli schizzi che arrivavano contro Dazai lo stavano irritando.
« La gente si annega nelle pozzanghere. »
Chuuya lo fissò in silenzio. Con un altro bambino quella minaccia avrebbe funzionato, ma con lui no: sapeva che non era vero, che non aveva senso.
Così, mentre fissava Dazai negli occhi per schernirlo, Chuuya saltò nell’ennesima pozzanghera.
Fu buffo, perché mentre atterrava Chuuya iniziò a rendersi conto che i suoi piedi non stavano incontrando alcun fondo. Non prima che fosse immerso fino alla vita, almeno.
Dazai lo vide scomparire per metà dentro la larga pozza d’acqua sul terreno.
Silenzio da ambo le parti.
Chuuya ancora non era paonazzo solo per la sorpresa non ancora scemata.
Dazai si avvicinò e si accovacciò per accertarsi che quella situazione fosse vera, osservando Chuuya quasi fosse un pezzo da esporre in un museo.
Il volto di Dazai era ad un palmo dal suo.
Fu questione di attimi prima che scoppiasse a ridergli in faccia.
« Te l’avevo detto! »
« Stai zitto! »
« Sì, ma l’avevo fatto. »
La giacca gialla galleggiava intorno a Chuuya e i suoi stivali erano pieni d’acqua.
Si sentiva umiliato e ancor di più odiava il tempismo con cui le parole di Dazai si erano avverate.
Era colpa sua.
Non era vero, ma nella mente di Chuuya sembrava logico pensarlo.
Chuuya puntò i palmi sulla fanghiglia intorno alla pozzanghera per issarsi ed uscire.
Non avrebbe mai chiesto aiuto a Dazai. Mai e poi mai, nemmeno se uscire era difficile come si stava in effetti dimostrando.
« Vuoi una mano? »
« Non da te! »
Dazai se ne sarebbe andato lasciandolo lì, ma non poteva: doveva controllare Chuuya. Già farlo tornare del tutto inzaccherato sarebbe stato un problema, figurarsi tornare per chiedere a qualcuno di andare ad aiutare il ragazzo perché lo aveva abbandonato mentre stava facendo le alghe in una pozzanghera.
Gli porse la mano.
« Avanti, non fare l’orgoglioso. »
Chuuya fissò le sue dita.
Voleva un bagno caldo e del tè, non rimanere lì dentro fino a quando non fosse riuscito ad uscire con le proprie forze.
Afferrò la mano di Dazai.
Però l’orgoglio era troppo.
Tirò, trascinando Dazai nella pozzanghera.
Fino ad allora almeno il viso di Chuuya non si era riempito di schizzi di fango, ma ben presto sentì la poltiglia sentì colare lungo le guance.
« Ops, scusa! » lo provocò.
Dazai lo fissò, le mani che prudevano per la voglia di nascondere nell’acqua della pozzanghera il sorriso sornione di Chuuya.
Almeno era riuscito a cadere in piedi.
Sempre per orgoglio entrambi stavano trattenendo le risate, Chuuya di fronte all’espressione sconvolta di Dazai, Dazai di fronte alla naturale maschera di fango di Chuuya.
Potevano anche essere parte della mafia, ma erano pur sempre due bambini.



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Per la verità non progettavo di tornare nel fandom con questa raccolta, ma con una one-shot che ancora ho in cantiere e che spero di pubblicare a breve. I prompt dell'iniziativa però mi sono piaciuti e non ho potuto proprio farne a meno ~
Ho già concluso la stesura, si tratta solo di ricontrollare e pubblicare, cosa che accadrà nei prossimi tre giorni.
Ringrazio chiunque sia arrivato a leggere fino a qui: spero abbiate apprezzato questo piccolo scorcio di Dazai e Chuuya piccini e che vi vada di lasciarmi un commento.
Al prossimo capitolo ~

 
   
 
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