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Autore: Usagi_84    20/02/2018    5 recensioni
- E’ una voglia normale o è una voglia matta? - chiese Minako.
- Bè… non saprei, ho solo voglia di cioccolata - rispose la “quasi mammina” in tutta la sua ingenuità.
- Pensaci bene Usagi, è di vitale importanza... -
Dopo il successo di "Più viva che mai", Usagi_84 torna con il seguito "Tre è il numero perfetto"
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chibiusa, Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Capitolo 8: Davvero?
 
Usagi aprì lentamente gli occhi, perfettamente riposata, come se avesse dormito per 24 ore consecutive, eppure era ancora notte fonda. La sua bambina invece sembrava sveglia da un pezzo per quanto si muoveva… La sua bambina?
Usagi si tirò a sedere sul letto.
La pancia.
I capelli lunghi e biondi.
E soprattutto il suo amore ancora addormentato nel letto accanto a lei.
- Sono di nuovo io! – sussurrò Usagi per paura che se lo avesse detto a voce alta sarebbe svanito tutto come un sogno – Mamo… Mamo! – cercò di svegliarlo Usagi
- Devi fare pipì? - Mamoru ancora mezzo addormentato biascicò la prima cosa che gli venne in mente. Improvvisamente spalancò gli occhi sentendo che la voce uscita dalle sue labbra era decisamente maschile.
- Usako! Siamo noi stessi! – Si alzò dal letto come una molla per verificare che ogni parte del corpo era effettivamente la sua.
Poi aprì le braccia in direzione della sua Usako aspettando che ci si tufasse dentro.
E lei non aspettò neanche un secondo.
Finalmente tutto era al suo posto. Quanto era bello lasciarsi finalmente cullare nell’abbraccio caldo e protettivo di Mamoru. E quanto era bello sentire Usagi tutta lì, tutta sua, tenerla stretta e al sicuro. Le baciò i capelli, le guance, gli occhi, la pancia lasciandosi per ultime le labbra, soffermandosi più a lungo, finchè diventò un bacio intenso e passionale, preludio di qualcosa di molto più intimo.
Sta volta Usagi non permise alle paure di Mamoru di venire a galla, lo rassicurò dolcemente.
- Ti prometto che faremo molta attenzione, non permetterò mai che la nostra bambina possa farsi male, la proteggerò io – sussurrò Usagi sulle labbra appena socchiuse del suo amore.
Mamoru non rispose, tornò a baciarla più forte di prima, come fosse l’ultima volta che avrebbe avuto la possibilità di farlo e il suo respiro non accennò a calmarsi, segno che sta volta non si sarebbe fermato.
 
La prima a svegliarsi fu Usagi, che si concesse ancora 5 minuti accoccolata sul petto del suo amore che se la dormiva beato. Lo osservò molto attentamente, le sue labbra disegnavano un meraviglioso sorriso, così rilassato sembrava un bambino, il suo respiro era regolare e il suo cuore batteva piano. Sembrava che ogni paura fosse andata via per sempre, ma Usagi sapeva che avrebbe dovuto combattere ancora, quel tipo di paura non se ne va al primo tentativo.
Intrecciò la mano sinistra alla sua, e le osservò.
Improvvisamente decise di uscire per una commissione.
Lasciò un biglietto a Mamoru sperando non si svegliasse prima del suo ritorno, si vestì velocemente ed uscì.
 
Mamoru si svegliò lentamente, cercando con le mani il corpo di Usagi accanto al suo, ma non c’era.
Al suo posto, sul cuscino, trovò un biglietto pieno di cuoricini rossi che riportava un messaggio: “Spero non ti svegli prima del mio ritorno. Purtroppo la mia commissione urgente non può aspettare neanche un minuto. Usako.”
Nient’altro, neanche un accenno a dove era andata.
Restò ancora sdraiato sul letto, a perdersi tra i pensieri, e le immagini della notte appena passata ancora vive nella sua mente. Aveva dovuto trattenersi…in più di un’occasione, ma era abbastanza sicuro che la sua bambina non aveva subito alcun danno… insomma… ce l’aveva fatta! Era un passo avanti verso situazioni più serene.
Per una volta aveva lasciato il controllo ad Usagi e si era lasciato andare, dopo tutto essere stato Usagi per un giorno gli aveva fatto bene, lo aveva reso più sorridente e sereno. Ora forse, passeggiando per le strade le persone anziane non li avrebbero più guardati con disapprovazione, ora Mamoru era un ragazzo e non un uomo eccessivamente serio gravato dal peso del mondo.
Si trovò a sorridere appoggiando le labbra al foglietto ed inspirando il profumo della sua principessa.
In quel momento sentì le chiavi di casa inserirsi nella fessura e far scattare la serratura.
Decise di fingere di dormire, rimise a posto il biglietto ed aspettò.
Usagi entrò in camera in punta di piedi, si tolse il giacchetto ed estrasse dalla borsa l’oggetto della sua commissione.
Mamoru si sentì prendere la mano, ecco adesso lo avrebbe svegliato con un bacio e la colazione.
Invece sentì qualcosa scivolargli sul dito.
L’anulare.
L’anulare della mano sinistra.
Aprì gli occhi lentamente, incontrando i movimenti delicati della sua piccola dolce Usako mentre cercava di incastrare bene l’anello al suo dito.
Usagi si accorse che Mamoru stava osservando tutti i suoi gesti con il sorriso più dolce che avesse mai visto.
Gli accarezzò la testa e lo costrinse a guardarla.
- Mentre ero te, mi sono accorta che non avevi un anello che significasse qualcosa di serio, come ce l’ho io – mostrò fiera il suo anello luminoso – così, ho sentito il desiderio di regalartelo –
- E’ meraviglioso Usako, questo significa molto per me – sussurrò Mamoru senza fiato e con il groppo in gola. Nessuno mai gli aveva regalato questo senso di appartenenza.
Rimasero a perdersi uno negli occhi dell’altra per un po’, finché…
- Sposami Usagi –
Non fu una domanda, e Mamoru non aspettò risposta, qualunque altra parola aggiunta sarebbe stata di troppo.
L’urgenza con cui sentirono il desiderio di baciarsi regalò ad entrambi una boccata d’aria piena e fresca, come se fossero appena tornati in superficie dopo un’immersione troppo in profondità, come se fino a quel momento avessero respirato al 50% della loro reale possibilità, come se improvvisamente i pezzi del puzzle stessero combaciando perfettamente, perché ora avevano la forma giusta.
- Oh Mamo… davvero mi vuoi sposare? – anche se non aveva davvero bisogno di una risposta, sentirlo dire dalla sua voce era meravigliosamente reale.
- Certo che si! – rispose lui prendendole il viso tra le mani - E non ho intenzione di aspettare ancora – continuò tenendo lo sguardo fisso in quello di lei – perciò ora andremo da tuo padre e faremo le cose come si deve –
Mamoru iniziò a vestirsi in fretta mentre Usagi assimilava la reale portata di quelle parole.
Mamoru. Matrimonio. Kenji Tsukino.
Oddio.
Una bomba ad orologeria.
- Mamo, andare da mio padre? Adesso? Fare le cose come si deve? – annaspò lei in cerca di ossigeno – Fai sul serio? –
Mamoru la guardò più attentamente, mentre finiva di infilarsi la giacca ed esplose in una sonora risata.
 - Usako la tua espressione è impagabile! – le disse continuando a ridere – sembri terrorizzata dal fatto che tuo padre possa avere qualche reazione assurda – continuò poi cercando di tornare un poco più serio.
- Be’… mio padre non prende mai bene “questo” genere di notizie – rispose lei punta sul vivo.
- Usagi, pensaci, io sono ancora vivo… se tuo padre non mi ha fatto fuori quando ha saputo della bambina, sono sicuro che sopravvivrò anche sta volta! E poi te l’avrò detto un milione di volte… ormai io e tuo padre abbiamo instaurato un gran bel rapporto, perciò rilassati… quello teso dovrei essere io, no? Infondo sto per chiedere ufficialmente la tua mano a tuo padre! – concluse lui con un sorriso che non lasciava possibilità di replica.
Fare le cose come si deve… ok adesso era tutto chiaro!
Usagi sorrise a sua volta, contagiata da tutta quella sicurezza e si lasciò guidare verso la porta di casa.
Anche se non aveva mai saputo i dettagli di quella famosa sera di alcuni mesi prima, aveva capito che suo padre aveva acquisito una certa fiducia nei confronti del suo fidanzato… fidanzato… adesso lo poteva dire davvero, a voce alta e ufficialmente… quasi ufficialmente, mancava solo l’approvazione di papà.
 
 
 
 
 
D’accordo… è passato… boh … 3 mesi forse … be’ è un sacco di tempo! Chiedo scusa!
Ma ormai siamo alla fine. Dopo anni finirò questa storia, costi quel che costi.
Grazie a tutti i lettori, siete tantissimi!
  
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