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Autore: ryuga hideki    20/02/2018    1 recensioni
-Ecco la mia risposta...- gli lanciò il foglio in bianco per poi scandire per bene un: “vaffanculo” con la freddezza tipica di un russo. Sasori lo guardò negli occhi, si alzò. Lo prese per le spalle e lo fece sbattere contro il banco da cui si era alzato. Deidara si morse il labbro, il cuore prese a battergli all'impazzata. Erano così vicini da poter sentire uno il respiro dell'altro. Avrebbe tanto voluto che tutto questo sfociasse in qualcosa di più.
AU ambientata in Giappone. Coppie: SasoDei, KisaIta, SasuHina, NaruSaku.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Akasuna no Sasori, Deidara, Itachi, Kisame Hoshigaki, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Sasuke, Itachi/Kisame, Naruto/Sakura, Sasori/Deidara
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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RICOMINCIARE







 

 

Era stato chiamato dalla preside dell'istituto per una comunicazione importante. Si stava dirigendo verso il suo studio nel mentre le classi facevano lezione. Aveva la testa tra le nuvole, non riusciva a concentrarsi già da qualche giorno e in cuor suo aveva il timore che la direttrice volesse rimproverarlo per il suo andamento scolastico, anche se non era cambiato di molto.

Bussò alla porta e si accomodò.

-Sasuke, ben arrivato!- disse la donna facendolo accomodare. Il giovane si stupì nel ritrovare nella stanza anche Hinata.

-S...salve...- si sedette accanto a lei. -Doveva dirmi qualcosa d'importante?- chiese con il suo solito tono pacato.

-Ho fatto chiamare sia te che Hinata per lo stesso motivo. A breve ci sarà la festa d'inizio inverno dell'istituto per questo volevo chiedervi di diventare gli organizzatori dell'evento.- i due ragazzi si sorpresero. -Avete circa un mese di tempo per tutto!-

-Non c'è problema. Lasci fare a noi!- sorrise teneramente Hinata. Sasuke annuì senza dire nulla.

-Grazie! Sapevo di poter contare su di voi! Potete andare.- i due si alzarono, fecero un inchino ed uscirono dalla stanza. Rimasero in silenzio per qualche secondo, Sasuke era impegnato a notare il comportamento della giovane per vedere se Sakura e Naruto avessero ragione. Notò che il viso di Hinata si era fatto tutto rosso, ma pensò che si trattasse semplicemente di timidezza. In ogni caso continuò a tenerla d'occhio.

-Ho...ho notato che ultimamente s...sei pensieroso. S...stai bene?- gli chiese, facendosi coraggio e tenendo lo sguardo fisso per terra.

-Più o meno...-

-V...vuoi parlarne?- lo guardò con la coda degli occhi.

-Non credo servirebbe...-

-Beh, potrebbe alleggerirti il carico! M...ma se non vuoi va bene lo stesso!- Sasuke la guardò. Ci rifletté su per qualche istante.

-Non va tanto bene a casa, tutto qua...- Hinata si mise una mano sul petto, voltando leggermente lo sguardo verso di lui.

-Spero non sia nulla di grave-

-Mmh... Mio padre non fa altro che arrabbiarsi con Itachi perché gli ha detto che non vuole fare l'avvocato.- abbassò lo sguardo, si fermò e strinse i pugni con forza. Hinata si voltò verso di lui. -Non so cosa fare...vorrei difendere mio fratello ma non posso per rispetto nei confronti di mio padre, ma...- si morse il labbro. Hinata gli prese una mano con titubanza. Sasuke si sorprese e la guardò. Aveva le guance rosse e gli occhi rivolti verso il basso.

-Forse la cosa che puoi fare per aiutare tuo fratello non è difenderlo da tuo padre, ma essergli di supporto dopo lo scontro con lui.- alzò lo sguardo sorridendogli. -Forse sentire il tuo sostegno e affetto può dargli la forza per resistere e andare avanti!- il giovane si sorprese sempre di più. Quelle parole lo avevano colpito parecchio e nel sentirle poteva dire di sentirsi più leggero.

-Grazie Hinata! Credo che seguirò il tuo consiglio...- le accennò un piccolo sorriso, facendola imbarazzare ancora di più.

-Fi...figurati!- si voltò. -Ora è meglio se corro in classe! A dopo!- corse via. Sasuke rimase a guardarla allontanarsi. Senza che se ne rendesse conto aveva dipinto sul viso un sorriso radioso. S'incamminò verso la propria aula pensando alle parole di Hinata e a quello che avrebbe potuto fare per Itachi.

 

 

 

Era una tiepida giornata di autunno. Il sole era pallido ma ancora abbastanza caldo e il cielo era limpido, privo di nuvole. Sasori si alzò prima del dovuto poiché non era riuscito a riposare bene. Si preparò ed uscì di casa per andare all'accademia. Voleva arrivare prima, anche se cambiare abitudine non gli andava troppo a genio anche se il suo analista glielo aveva sempre consigliato. Decise di rimediare a quello che aveva fatto a Deidara il giorno prima. Scoprire la verità sulla sua famiglia lo fece sentire in colpa poiché non era riuscito a trattenere i propri impulsi con cui stava lottando da anni. Aveva intuito perché quel giorno era scappato dal suo appartamento e per questo motivo aveva deciso di porgergli le sue scuse.

Giunse in classe un ora prima dell'inizio della lezione. Sistemò tutto con estrema calma e precisione. Pulì la sedia di legno e vi si sedette, aspettando gli studenti. Quando arrivarono, furono tutti sorpresi nel vederlo già lì. Quando Deidara entrò lo guardò con un po' di aggressività negli occhi, mostrandosi sicuro di sé.

-Prima d'iniziare volevo farvi i complimenti. Siete la mia prima classe che si mostra all'altezza delle mie lezioni e devo dire che è estremamente raro.- volse lo sguardo verso il biondo. -Deidara, visto che sei il mio migliore allievo vorrei affidarti qualche commissione extra.- il ragazzo lo guardò un po' confuso. Non capiva se poteva fidarsi o se si sarebbe comportato come il giorno precedente. Una cosa gli era certa, aveva lo sguardo completamente diverso. -Se puoi fermarti qualche minuto dopo la lezione ti spiego cosa fare...-

-Non c'è problema!- gli rispose con fermezza.

-Bene, iniziamo...- il biondo passò l'intera lezione ad analizzarlo, perdendosi del tutto la spiegazione.

Quando la campanella suonò Deidara si alzò e si avvicinò alla cattedra.

-Mi dica, professore!- incrociò le braccia.

-Vorrei che preparassi un paio di lezioni al mio posto. Ovviamente saranno svolte in un altra sezione per evitare qualche discordia tra te e i tuoi compagni...- si fermò un attimo. -Anche se la cosa mi alletta...- pensò tra sé e sé. Scosse la testa per cacciare via quei pensieri. Deidara si sorprese della proposta del rosso.

-Perché vuoi darmi una tale responsabilità?-

-Te l'ho detto, perché sei il migliore allievo che io abbia mai avuto e vedo del potenziale in te, quindi tanto vale metterti alla prova con qualcosa di stimolante.- il biondo sorrise con orgoglio. -Sceglierai l'argomento e poi me lo comunicherai non appena ci vediamo.-

-Prevoskhodnyy*!!!- rise soddisfatto.

-Scusa...- abbassò lo sguardo il rosso. Deidara smise di ridere, rimanendo sorpreso.

-Cosa?-

-Mi spiace per ieri. Non avrei dovuto...- le mani iniziarono a tremargli impercettibilmente. -Non sono riuscito a controllare i miei impulsi...- il biondo lo guardò con uno sguardo confuso.

-Non capisco...- Sasori posò lo sguardo fuori dalla finestra.

-Soffro di un disturbo della personalità...anzi ho qualche problema psicologico che sto cercando di curare, ma da quando ti ho visto fuori da scuola la prima volta si sono fatti più insidiosi e difficili da tenere a bada.

-Eppure hai detto che ti faccio stare bene...- lo guardò ancora più confuso.

-Sì... Quando parliamo o semplicemente vedere la tua determinazione mi rende calmo, ma quando ho visto quel tuo sguardo malinconico mentre posavi per me, hai acceso demoni che si erano attenuati da tempo. Vedere il tuo sguardo simile al mio mi ha fatto desiderare di...- lo guardò e poi abbassò lo sguardo.

-Di...?-

-Di farti male...- sussurrò. Deidara sgranò gli occhi ed indietreggiò leggermente. -Ma allo stesso tempo non riesco e non capisco perché.- alzò lo sguardo su di lui. -Ti sei infatuato di un mostro...- il cuore del biondo perse un battito. -Ma tranquillo, non mi avvicinerò più del dovuto a te. Controllerò i miei impulsi con le pillole e sarai al sicuro.- il biondo abbassò lo sguardo. -Ti prego di non rinunciare all'opportunità che ti ho dato poc'anzi...-

Deidara scosse la testa. Strinse i pugni e alzò il viso guardandolo con occhi pieni di fierezza. Sasori si sorprese.

-Vado subito a lavoro!- corse fuori. Voleva allontanarsi il più possibile da quel posto e da lui. Corse fino a casa senza sosta come se volesse correre via dalla verità. Non appena arrivò a casa andò a rifugiarsi nell'immenso giardino che avevano. Raggiunse l'angolo più isolato da tutto e da tutti e si fece cadere per terra ansimando. Era completamente sudato con il viso tutto arrossato. Il cuore gli batteva velocissimo nel petto, come se volesse scappare dal torace.

Ti sei infatuato di un mostro...

Non riusciva a togliersi dalla testa quella frase. Non riusciva a credere a quelle parole. Sasori non poteva essere una persona sadica e violenta. Si sentiva uno stupido, come poteva essersi infatuato di qualcuno così velocemente? Lo conosceva da tre mesi, avevano avuto modo di parlarsi qualche volta e ogni volta che succedeva sentiva il suo cuore sussultare. Eppure questa volta è stato diverso. Il petto gli faceva male, come se fosse stato trafitto da un pugnale. Forse essere rifiutati sarebbe stato meglio che sapere la verità. Gli faceva male perché sperava che l'avventatezza di Sasori del giorno precedente avrebbe potuto significare qualcosa. Sapeva che non sarebbe potuto succedere nulla tra di loro, eppure ci sperava. Lo desiderava con tutto il cuore.

-Sei uno stolto, Deidara...- sussurrò con gli occhi fissi al cielo. Odiava questa situazione, ma la razionalità prese il sopravvento anche se in lui ve n'era poca. Aveva capito che forse avrebbe dovuto rinunciare a quel desiderio che il suo cuore gli urlava. Aveva compreso che sarebbe stato saggio assopire i propri sentimenti definitivamente. Non era sicuro di potercela fare, ma avrebbe tentato.

Si sdraiò sul fianco e si strinse le gambe al petto. Un soffio di vento gli accarezzò il viso, provocandogli dei brividi lungo la schiena.

-Danna...- sussurrò, strizzando gli occhi. Scosse la testa e si alzò da terra. -Concentriamoci solo sul dovere!- si disse con occhi pieni di determinazione. Corse in camera, si spogliò buttando tutti i vestiti a terra e si cambiò. S'infilò dei pantaloni della tuta grigi e una maglietta nera dei AC\DC. Si legò i lunghissimi capelli biondi a modo di chignon scompigliato e concluse mettendogli degli occhiali per far riposare la vista davanti al computer.

Si mise subito all'opera dando il meglio di sé. Aveva deciso di preparare la lezione sull'arte contemporanea visto che quelle di Sasori, secondo Deidara, non rendevano giustizia alla sua magnificenza. Non si fermò mai, neppure per mangiare e per dormire, anzi il mattino seguente si era ritrovato a sonnecchiare sulla scrivania. Quando suonò la sveglia si alzò di soprassalto e senza nemmeno pensarci si fiondò in doccia per darsi una bella svegliata. Si vestì con le prime cose che aveva sotto mano e corse di sotto in cucina a prendersi una banana.

-Signorino, non ha mangiato niente ieri! Non può fare colazione con solo una banana!- esclamò preoccupata la sua nyanya.

-Tranquilla!- la donna rimase a guardarlo corre via. Scosse la testa e sospirò preoccupata.

-Spero solo che non ricada nei vecchi problemi...- pensò la donna.

Quel giorno le lezioni gli sembravano non terminare mai. Era ansioso di tornare a casa e ultimare il lavoro che gli aveva assegnato Sasori. Sembrava un robot, ad ogni cambio aula correva come un razzo per fiondarsi in quella nuova come se potesse iniziare e finire prima.

Quando la giornata finì si fiondò subito verso l'uscita senza guardare in faccia nessuno. Non fece caso nemmeno di essere passato accanto a Sasori che rimase sorpreso dalla turbolenza del ragazzo. Si voltò verso di lui vedendolo uscire. Accennò un minuscolo sorriso, pensò che probabilmente si era già messo al lavoro.

Passò un intera settimana. Deidara aveva ultimato la commissione che gli era stata affidata. Aveva trascorso tutti i giorni precedenti a lavorare sodo senza alcuna sosta, dimenticandosi di mangiare e di dormire almeno le sei ore per ricaricarsi.

Il sole era sorto da qualche ora e un raggio si era posato sul suo viso adagiato sulla scrivania. Si svegliò prima che la sveglia suonasse. Si alzò dalla sedia e si stiracchiò. Si sentiva uno straccio. Probabilmente aveva delle occhiaie che potevano competere contro gli occhi dei panda. Ma era orgoglioso e soddisfatto del lavoro che aveva ultimato. Sorrise, prese il telefono e spense la sveglia. Andò a farsi un bel bagno tiepido per rigenerarsi. Dopo circa una mezz'oretta uscì e si vestì, scegliendo con cura i propri capi. Optò per una maglia nera con sopra una camicia rosso scuro e dei semplici jeans neri. Si mise gli stivaletti, prese tutto il materiale che aveva da mostrare a Sasori e corse di sotto. Prese la sua solita banana e il cappotto di pelle ed uscì.

Aspettò con ansia la lezione di Sasori, decise di parlargli a fine ora per non rubargli tempo prezioso. Non faceva altro che muovere su e giù il piede dall'eccitazione. Si continuava a chiedere cosa avrebbe pensato di ciò che aveva scritto e sopratutto quando avrebbe tenuto la lezione.

Quando la campanella suonò, si alzò e lo raggiunse.

-Scommetto che hai terminato il lavoro...- commentò il rosso nel mentre sistemava le proprie cose.

-Sì! Come...-

-Si nota che sei agitato, anzi emozionato... sei tanto espressivo...- lo guardò alzando un poco lo sguardo.

-Uhn! Non che me ne freghi molto, comunque ecco qui!- gli mostrò un bel malloppo di fogli, su per giù un centinaio. Sasori si mise eretto e prese il lavoro, lo sfogliò velocemente e glielo ridiede. Deidara lo guardò confuso. Sentiva il cuore battergli a mille e la preoccupazione salirgli. -B...beh? Quando...-

-Adesso, ovviamente...- sentenziò Sasori con un tono di voce pacato e distaccato. Il biondo sgranò gli occhi, il cuore perse un battito.

-C...cosa?-

-Hai capito bene. Non ho bisogno di controllarlo, se è come i tuoi test non sarà deludente e sono sicuro che anche l'esposizione andrà bene. Te l'ho detto, sei eccellente se non lo fossi non ti avrei assegnato un tale compito, non trovi?-

-Lo so che sono eccellente! Ma sono uno straccio! Non possono prendermi sul serio!- alzò la voce, stringendo i pugni. Sasori lo guardò con occhi inespressivi che improvvisamente cambiarono sentendo quel suo desiderio violento prendere il sopravvento. Scosse la testa, fece un respiro profondo e tornò serio.

-Non sono i vestiti o il tuo aspetto a dire se sei una persona seria o meno. Tutto lo determina il modo in cui ti poni e il modo in cui ti senti dentro. Se ti senti terrorizzato e non all'altezza nessuno ti prende in considerazione. Se ti senti sicuro di te e determinato allora puoi far credere qualsiasi cosa...- Deidara si calmò. Le parole di Sasori lo colpirono parecchio. -Sei o non sei all'altezza di un tale compito?-

-Certo che lo sono! Sono sicuro di saper spiegare l'arte contemporanea meglio di lei!- lo guardò con un fuoco ardente negli occhi. Sasori incrociò le braccia e sorrise soddisfatto. -Piuttosto lei come farà a starmi dietro se non sa cosa ho scritto? Non sa che artisti ho portato...-ghignò.

-Era prevedibile che avresti affrontato un tema simile, quindi ho semplicemente ripassato tutti gli artisti contemporanei che sono esistiti...-

-Dannazione! Potrai essere riuscito a farmela, ma al secondo tentativo ti stupirò!- pensò il biondo.

-Andiamo...mi stai facendo fare tardi e odio fare tardi!- s'incamminarono verso la nuova aula. Quando arrivarono Sasori si scusò per il ritardo. -Lui mi aiuterà con la lezione di oggi. Si chiama Deidara e parlerà dell'arte contemporanea.- il biondo fece un mezzo inchino. Si voltò verso la cattedra ove appoggiò i propri foglie, prese un respiro profondo e tornò a guardare gli alunni. Senza farselo dire, iniziò la lezione con estrema sicurezza di sé. Gli studenti erano tutti attenti a seguire ciò che il biondo diceva.

Sasori era appoggiato alla cattedra con le braccia conserte nel mentre lo guardava e valutava. Era davvero impressionato dalla passione e bravura innata del biondo. Sembrava che fosse nato per fare tutto questo. Non c'era quasi bisogno di aiutarlo anche se di tanto in tanto decise di farlo e aggiungere qualche cosa che gli era sfuggito. Riusciva a sentire tutta la passione e l'amore che ci aveva messo a preparare la lezione che stava affrontando. Ciò gli fece tornare alla mente alcuni frammenti del suo passato. Gli sembrava di sentire parlare sua madre quando gli raccontava le storie che vi erano dietro ad ogni dipinto. In un certo senso gli ricordava anche se stesso quando aveva iniziato ad insegnare. Amava il lavoro che faceva, un tempo era una sorta di medicina naturale che assopiva i disturbi che lo tormentavano. Ma con il passare degli anni la situazione si faceva sempre più difficile e ciò che amava più di ogni altra cosa non lo aiutava più.

Quando la lezione terminò, Deidara si voltò verso di lui con un sorriso raggiante in viso. Sasori ricambiò, gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla.

-Sei stato bravo, magari potevi fare di meglio ma sei stato davvero fantastico!- il cuore di Deidara prese a battere velocemente per l'eccitazione e l'emozione. Non riusciva a credere a tutto ciò. Avrebbe voluto continuare a parlare d'arte per un altro giorno intero.

-Sono davvero, davvero felice!!!- lo abbracciò senza farci caso. Sasori si sorprese, non sapeva cosa fare, ma per fortuna il biondo si staccò e tornò composto.

-Noto che sei un po' sciupato...ti va di andare a mangiare qualcosa?-

-Non le fa schifo mangiare fuori?- chiese il biondo con uno sguardo interrogativo.

-Non ricordarmelo... ma il mio analista vuole che faccio progressi, quindi... e poi ho il ristorante di fiducia!- sistemò le proprie cose. Deidara pensò se accettare o meno l'invito. Non era sicuro che fosse la scelta più giusta da fare, sopratutto dopo le rivelazioni del professore. Lo guardò nel mentre sistemava le sue cose. Il rosso prese un barattolino di plastica arancione e ne estrasse due pillole. Le mise in bocca e le fece scendere giù.

-Allora si sta davvero curando...- pensò tra sé e sé il biondo. Si sentì sollevato e allo stesso tempo felice per lui. Il rosso si voltò e lo guardò.

-Allora? Vieni?- Deidara si era completamente dimenticato di dargli una risposta. Si era perso nei suoi pensieri.

-Sì!-

Uscirono dall'accademia e si diressero verso un locale lì vicino. Era un piccolo ristorante tenuto davvero bene. Era tutto pulito e ordinato, con bianche pareti e un arredo semplice ed elegante.

-Sasori! È da una vita che non ci si vede!- esclamò il proprietario non appena lo vide.

-Già...-

-Vieni, vieni! Il tuo posto è sempre pronto ad aspettarti! Non l'ho mai fatto usare a nessuno anche quando hai smesso di venire!- disse l'uomo calorosamente, accompagnandoli verso un tavolino accanto alla vetrata che dava sul giardino.

-Non dovevi...-

-Ma figurati!- il biondo ascoltava attentamente ciò che diceva il proprietario del ristorante. -Vi lascio scegliere!- se ne andò. I due si sedettero e si misero a leggere il menù. Deidara lo fissava con la coda degli occhi. Si morse un labbro, era troppo curioso di sapere e conoscere meglio Sasori.

-Come mai hai smesso di venirci?- abbassò la lista e lo guardò. Il rosso strinse il menu con più forza. Deidara notò la reazione. Lo aveva messo a disagio, ma non gli importava molto poiché voleva conoscerlo a fondo. -Danna...- lo chiamò con tono gentile. Sasori si calmò, mantenendo lo sguardo fisso sulla lista del cibo.

-La mente ha la capacità di farti sentire bene un giorno e poi distruggerti nel seguente...- rivelò freddamente. Il biondo decise di non indagare ulteriormente al momento. Avrebbe aspettato il momento più adatto per farlo. Qualche minuto dopo tornò il proprietario del locale per prendere le ordinazioni.

-Cosa vi porto?-

-Il solito...- disse Sasori. -Ma senza sakè...-

-Verdure al vapore per me, ma senza riso...-

-Ok, vedrò di fare il prima possibile!- li lasciò soli.

Si misero a parlare del più e del meno, iniziando a conoscersi un po' meglio e sentendosi al proprio agio. Ovviamente non poteva mancare qualche discussione sull'arte che infiammava i cuori di entrambi.

Quando ebbero finito di mangiare, anche se non si poteva dire la stessa cosa per Deidara visto che aveva quasi avanzato tutto, Sasori andò a pagare ed uscirono.

-Ti va di fare quattro passi al parco qui vicino? Non voglio tornare a casa...- gli chiese il biondo. Sasori annuì e s'incamminarono.

-Come mai non vuoi tornare a casa?- il biondo alzò le spalle.

-Così...c'è troppa gente che va e viene e non voglio stare da solo...- rivelò.

-Probabilmente staranno organizzando il ricevimento di cui ho letto qualche giorno fa...- pensò il rosso. Quando arrivarono al parco, Deidara chiuse gli occhi alzando il viso verso il cielo. Fece un respiro profondo e si stiracchiò. Si tolse le scarpe e corse a piedi nudi verso un albero. Sasori sgranò gli occhi, non poteva credere a ciò che gli aveva visto fare. Lo seguì.

-Dai su! Siediti!- disse il biondo buttandosi per terra a pancia in su. -Fai un piccolo passo in avanti! Siediti solamente!-

-Ecco...io...- sentiva l'ansia prendere il sopravvento. Deidara si mise seduto e gli allungò la mano.

-Se sei sicuro di te puoi convincere chiunque di qualsiasi cosa! Puoi convincere la tua mente, Danna!- gli sorrise. Sasori lo guardò negli occhi e trovò la calma di cui aveva bisogno. Gli prese la mano e si sedette. -Visto, non sei morto!- rise.

-Lo dici adesso...- sussurrò un po' irritato, ma sentire la risata di Deidara lo fece stare meglio. Poco dopo smise e si buttò all'indietro per sdraiarsi sul terreno.

-Da...danna... da quanto tempo hai sto problema? E perché?- lo guardò. Notò il suo sguardo farsi malinconico più del solito.

-I primi problemi sono apparsi quando avevo cinque anni esattamente il giorno dopo in cui i miei genitori sono morti...- Deidara sgranò gli occhi, sentendo il cuore fermarsi per un'istante. -Ma a quell'età avevo iniziato con il disturbo ossessivo compulsivo. Crescendo il dolore che provavo mi aveva cambiato i pensieri. Volevo che la gente soffrisse per ricavarne piacere, così non ero il solo a stare male. Credevo che se loro soffrissero la gioia che provavo avrebbe fatto passare ciò che avevo dentro. Ma mi sbagliato...ho perso il controllo della situazione...- gli occhi di Deidara si erano fatti un po' lucidi, non riusciva a staccare lo sguardo da quello di Sasori. Credeva che si sarebbe messo a piangere, ma probabilmente quegli occhi avevano versato già abbastanza lacrime da prosciugarsi del tutto.

-Mi spiace, Danna...- gli sfiorò la mano.

-Tranquillo, sto bene... se non fosse per mia nonna non so se sarei ancora qui...- accennò un piccolo e falso sorriso. Poi sospirò e si voltò verso di lui. -E tu perché non mangi più?- il biondo si sorprese. Si alzò per mettersi seduto e stringersi le gambe al petto.

-Ho lo stomaco chiuso da qualche giorno...- lo guardò ed accennò un amaro sorriso. -Te ne sei accorto tu, mentre a casa mia nessuno c'ha fatto caso...come sempre dal resto...- rise amaramente.

-Beh, ma io sono fissato per i dettagli, non faccio testo...-

-No, sono i miei che hanno fatto un figlio per sbaglio o probabilmente solo per portare avanti il nome della famiglia...- appoggiò il mento sulle ginocchia con lo sguardo fisso davanti a sé.

-Non dev'essere facile appartenere ad un'importante famiglia russa, sopratutto se sono consiglieri del leader politico della nazione...- Deidara lo guardò un po' sorpreso.

-L'hai scoperto... Come?-

-Beh, bastava che cercassi su internet il tuo nome e cognome dopo che me l'hai rivelato. È stato molto astuto iscriverti a scuola usando l'abbreviazione del tuo cognome. Ma comunque mi è capitato per caso di leggere un articolo e trovare una foto della tua famiglia...- lo tranquillizzò prima di passare per uno stalker.

-Oh...- tornò a guardare avanti a sé. -Beh sì...non è per niente bello e facile essere nati in una famiglia così, poi in Russia figuriamoci- rise amaramente. -Non so se faccia più male avere una famiglia che nemmeno ti considera o non averla affatto...-

-Probabilmente è doloroso ad ugual misura ma diversamente...- si mise a guardare il cielo. -Ma se ti senti solo puoi sempre cercarmi...- stranamente si sentiva calmo. Gli impulsi aggressivi si erano spenti per tutto quel periodo in cui si era seduto accanto a lui. Non capiva come mai gli riuscisse così facilmente aprirsi con lui, forse la sua anima aveva riconosciuto in quella di Deidara qualcosa che ancora non gli era chiaro. Il biondo lo guardò con la coda degli occhi, cercò la sua mano per poi posare la propria su di essa.

-Grazie, Danna...-

 

 

 

Anche quel giorno Itachi era andato in palestra, dopo le lezioni all'università, per fare un po' di meditazione assieme a Kisame. In quei pochi giorni che aveva iniziato era riuscito a ritrovare tanta energia e a reprimere la rabbia nei confronti del padre. Ogni secondo che passava con gli occhi chiusi, riusciva a sentire nuova energia in corpo e a rigenerarsi completamente. Si sentiva in pace con se stesso ogni volta che meditava, era come se riuscisse a trovare un angolo di paradiso sulla terra.

Aveva gli occhi chiusi, il petto si alzava e abbassava con armonia e delicatezza. E con altrettanta finezza e calma aprì piano le palpebre. Sentiva il corpo svegliarsi come se avesse dormito per quell'intera ora, anche se la mente era ancora sveglia. Era rilassato, ogni affanno della vita era sparito.

Kisame si alzò e gli andò vicino, porgendogli una mano.

-Come va?- gli chiese il maestro.

-Bene... va sempre meglio...- gli afferrò la mano e si tirò su.

-Te l'avevo detto io...- gli sorrise. -Che dici, ci facciamo un giro?- il moro annuì, nel mentre si dirigeva verso lo spogliatoio per andarsi a cambiare.

Si tolse il karategi che depose con cura dentro la borsa. S'infilò i jeans e la camicia bianca. Si sciacquò il viso con dell'acqua ghiacciata e poi si sedette un secondo. Tirò fuori un piccolo attrezzo dalla borsa che gli serviva per monitorare il livello di glucosio nel sangue. Aspettò qualche istante, controllò che tutto fosse nella norma e poi uscì. Kisame era già pronto davanti alla porta. Lo raggiunse ed uscirono.

-Dove vuoi andare?- chiese con con atono Itachi.

-Ti faccio assaggiare il tea più buono del paese! Potrebbe farti bene anche quello!- sorrise Kisame. Itachi lo guardò assottigliando lo sguardo. Non sapeva se tutto ciò che diceva che lo avrebbe fatto stare bene era solo una diceria o era vero. Rimase in silenzio a guardarlo. Non riusciva a capire come mai si preoccupasse tanto e allo stesso tempo lo trattasse come se non avesse alcun problema.

-Secondo me vuoi semplicemente che io trovi piacere nella vita...- sbottò il moro.

-Beh, che male c'è?- lo avvolse con un braccio. -Ma comunque è risaputo che il tea ha molte proprietà benefiche!- Itachi abbassò lo sguardo e guardò con la coda degli occhi il il braccio del maestro. -Se non vivi la tua vita, tanto vale lasciarsi morire o uccidersi, non trovi?- lo guardò, notando lo sguardo un po' spento del moro. Kisame aggrottò le sopracciglia, si fermò e lo voltò verso di sé. Gli mise le mani sulle spalle e si abbassò un poco per guardarlo bene negli occhi. -Itachi...- l'Uchiha lo guardò sorpreso. -La vita non è facile per nessuno. La tua lo sarà un po' più degli altri, ma non deve limitarti! Ogni cosa accade per un motivo, se tu hai questi problemi ci sarà sicuramente una motivazione valida. Probabilmente non scalerai mai il Monte Rosa, ma sono certo che farai grandi cose!- gli occhi del moro si fecero lucidi, abbassò lo sguardo e strinse i pugni. -Ma se non la smetti di vedere la tua vita come una punizione, non andrai mai avanti e non potrai mai compiere le grandi imprese a cui sei destinato... Quindi ora ti godrai un bellissimo momento del tea!- sorrise. Itachi alzò lo sguardo, sentendosi un po' più sereno di prima.

-Grazie, Kisame...- l'Hoshigaki gli diede una pacca sulla spalla e si rimisero in marcia. Poco dopo arrivarono, presero posto e ordinarono due tazze di tea verde oolong.

-Allora Itachi, cosa vorresti fare nella vita?-

-Farò l'avvocato...- disse con lo sguardo basso.

-Non ho detto cosa farai nella tua vita, ma cosa vorresti fare! È ben diverso!- Itachi lo guardò.

-Vorrei fare l'atleta... o meglio, partecipare a gare competitive di karate-

-E scommetto che per portare avanti il mestiere di famiglia tu non possa farlo.- il moro annuì per poi guardarsi attorno.

-E anche perché dicono che sono troppo cagionevole...- Kisame appoggiò il gomito sul tavolo e si sorresse il viso con la mano.

-Neanche io volevo fare ciò che faccio ora...- Itachi si voltò verso di lui un po' sorpreso. -In famiglia siamo tutti dei grandi sportivi, anzi per essere precisi sono tutti nuotatori. Ma ho convinto mio padre a farmi fare altro o meglio... ho trovato un compromesso. Se fosse stato per me avrei unito il mestiere di nutrizionista e quello di life coach. Volevo far apprezzare alla gente la vita. Ma alla fine ho potuto scegliere quale sport fare al posto del nuoto! Insomma ho scelto quello che mi piaceva di più!- rise. Itachi rimase ammaliato dalla sua storia e dal suo amore per la vita.

-Non vorresti fare ancora il life coach?-

-Certo! Ma lo faccio di già anche se non è proprio la stessa cosa! Diventando abbastanza affermato sono riuscito a diventare un punto di riferimento per la gente che mi segue e io cerco di aiutarli in qualche modo! Così come sto facendo con te!- Il cameriere arrivò e portò le tazze di tea. -Quindi anche tu potresti fare una cosa del genere!-

-Come hai fatto a convincerlo?-

-Eh...c'è voluto molto tempo e sopratutto molte cinghiate!- rise rozzamente. -Ma sono sicuro che puoi capire cosa vuoi e ottenerla anche se devi fare l'avvocato!- Kisame lo guardò, notando il suo sguardo serio. -Anche tuo padre ti picchia?- si fece serio.

-Non tanto...più che altro usa le parole...- lo guardò negli occhi. Kisame rimase in silenzio per un istante, poi si mise composto e prese tra le mani la tazzina di tea.

-Assapora il tea con gli occhi chiusi e senti i benefici che ti dona scendendo e percorrendo tutto il tuo corpo...- Itachi fece come gli disse Kisame e si concentrò ad ogni sorso. Riuscì a sentire un lieve tepore e il gusto intenso delle foglie di tea espandersi nel suo petto. Involontariamente sorrise. -Questo che senti è la gioia di vivere...-


*Prevoskhodnyy= fantastico


 


Buon martedì a tutti!!! Ecco un nuovo capitolo come promesso! Spero di aver corretto tutti gli errori possibili e spero caldamente che vi possa piacere! 
Grazie a tutti quelli che continuano a leggere! <3 

Vi aspetto a martedì prossimo!


Ryuga Hideki

   
 
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