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Autore: Chameleon94    20/02/2018    1 recensioni
Una lunga serie di racconti brevi, basati sull'introspezione, difetti dei personaggi, ed eventualmente *spoiler* la fine delle loro vite, e della loro amicizia, sulla base della legge del contrappasso dantesco, il karma, e molto altro...
In origine doveva essere un racconto comico, ma, visto che il narratore non è bravo con le risate, ha assunto un aspetto più psicologico e interiore, più malvagio e sadico.
Il prologo serve a presentare e inquadrare tutti i personaggi, a cui verrà dedicato un mini capitolo ciascuno.
Genere: Horror, Introspettivo, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash, Crack Pairing
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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SARDINA

 

In un mondo surreale e fantascientifico, che non avete mai visto (in realtà, probabilmente sì), ambientato oltre le nuvole, in una galassia lontana lontana, abitavano varie specie, tra cui quella umana, con una realtà tutta a sé stante, probabilmente la peggiore fra le razze, soprattutto gli individui di colore bianco, da evitare.

In una città anonima e poco interessante del pianeta ‘Gelato al cioccolato’, abitava Sardina, la protagonista della storia, la quale, aveva una vita per nulla degna di nota, ma, che cercheremo di approfondire più tardi. Cosa altro poteva fare questa ragazza come lavoro, se non quello di creare dolci? Come tutte le persone del pianeta, infatti, si cimentava in cucina, creava i cupcake più disparati e improbabili, cercando di consegnare tutto alla sua boss entro le scadenze, che erano molto strette; impastava, decorava, aggiungeva ingredienti tra i più indigesti, forse per puro divertimento.

Era una ragazza normale, potremmo dire, con i capelli lunghi colore rosso fiamme, un naso a punta e delle mani da lavoratrice, unghie lavorate ma rovinate dalla pasta usata per preparare i suoi famigerati ‘dolcetti’.

Un giorno, si recò al lavoro come di consuetudine, e consegnò i cupcake, stavolta direttamente ai clienti, per un’esperienza più ravvicinata con i consumatori dei suoi prodotti, glielo aveva imposto la sua direttrice.

“Quanto mi dai per i tre cupcake che hai ordinato?”

Il cliente fece una smorfia annoiata “Sono tre, quindi un quarto di razione”.

“Avaro. L’altra volta era mezza razione”

Lo strano essere a cui stava servendo i suoi manicaretti tirò la lingua da fuori, ma, più che altro, se ne fregò dell’osservazione della donna.

Il cliente alieno assaggiò uno dei dolcetti, con un solo colpo lo ingurgitò dentro di sé, masticando a bocca aperta senza alcun riguardo per le persone che gli stavano attorno, tra cui altri consumatori dei dolciumi, ebbene… continuava a masticare, fino a che non sputò una sostanza grigiastra, una roba polverosa, dopo che essa si era attaccata ai suoi denti.

“Allora? Cosa mi hai rifilato qua, Sardina.”

“Il solito” Rispose secca, lei.

“E me ne sono accorto. Questa è una ciofeca! Non ti pagherò neanche un briciolo di razione! Il tuo lavoro fa schifo!”

“Argh…” Un fuoco penetrò dentro la ragazza, un’aura spaventosa la avvolse, qualcuno direbbe che fosse la ‘forza’. Sardina sfilò dalla sua cintura la sua fida spada laser, la accese e dalla sua base metallica vene emanata una luce rossa, come i suoi capelli, ma anche segno del lato oscuro. Con una singola movenza, piena di non-chalance, decapitò il povero cliente, che aveva osato così tanto nell’aggredirla.

“Un fastidio in meno. Nessuno si può permettere di contestare il mio lavoro. Il prossimo!” Gridò rivolgendosi alla clientela, che da questo momento fu più cortese con lei.

Finita la ‘faticosa’ giornata, Sardina portò a casa il frutto del suo lavoro, razioni del suo cibo preferito, aveva pessimo gusto in fatto di pietanze, ma questo è un altro discorso.

Il giorno successivo, stessa storia, si recò al lavoro, solo che trovò chiusa la pasticceria. Si chiese immediatamente come mai. Trovò affisso un manifesto, era la solita sbadata e si era scordata di leggerlo quando lo vide, piuttosto fece subito dei lamenti strani, era il suo modo di esprimersi, finché non vide la nota, poggiata sul vetro del negozio. Recitava:
“Ogni attività lavorativa è sospesa, la Principessa ha indetto un raduno, per reclutare persone nella sua missione di assoluta importanza!”

“Che noia, io preferisco fare ciò di cui mi occupo meglio ogni giorno, cioè… decapitare i clienti e infastidirli a morte!” Pensò subito. Però, in fondo, era anche un’esperienza che, magari, l’avrebbe avvicinata alla Principessa, cosa che desiderava da tempo, ma non aveva mai immaginato ci sarebbe stato un incontro con lei. Diciamo che aveva un rapporto particolare con questa donna, pur non avendola mai incontrata di persona, aveva sentito tutte le storie delle sue imprese più spericolate, era, probabilmente, il suo modello femminile, un’ispirazione. Quindi, in realtà, era davvero desiderosa di questa possibile esperienza, solo che era molto insicura, credeva che avrebbe fatto una pessima figura davanti al suo idolo, e si trovava molto più a suo agio nel suo ambiente personale, quello dei dolci velenosi.

Si diede, così, una botta metaforica e si unì all’adunata generale.

Alla conferenza c’erano persone di ogni tipo, buoni e cattivi, ma tutti uniti nella speranza di combattere la tirannia dell’Impero mega galattico, che Sardina detestava.

Tutto quello che lei vide fu una massa informe e confusa di individui, a lei non importava niente di quelle persone, ma solo della Principessa, la quale, proprio allora, iniziò a proferire parola.

Togliendosi il velo bianco, svelò il suo viso, insieme a un improbabile acconciatura, cosa che notarono subito tutti, e, oh sì che ebbero da ridire su quel taglio di capelli:

“Buongiorno miei sudditi, sono la Principessa Sola, e vorrei tanto che fosse davvero un buon giorno per voi, ma l’Impero Megagalattico minaccia ogni singola persona. Non possiamo farcela da soli, ma insieme saremo più forti, vi chiedo dunque di unirvi alla nostra crociata e… ehm…” Si interruppe stranamente, avvicinando uno dei suoi consiglieri, “Altezza, non ricorda il suo discorso?”

“A te come sembra? Coglione!” La Principessa Sola non si rese conto di aver parlato davanti al microfono, rendendo udibile a tutti quel colorito linguaggio. L’imbarazzo fu subito evidente sul suo volto. E, ancora una volta, la folla ebbe da ridire.

“Questa Principessa… è proprio un’isterica, si vede che è ‘Sola’, le farebbe davvero comodo una scopata…” Bisbigliò un tipo vicino a Sardina. Ella colse subito la frecciatina, e non perse tempo a sfoggiare la sua spada.

“Ma quanta confidenza, è la nostra Principessa!”

“Si, una Principessa che non si fila nessuno, è egoista e cafona, ed è brava solo a dare ordini”

Sardina si fece rossa in viso, rispecchiandosi molto nella donna al governo, si avvicinò tenendo in pugno la spada laser, ma una mano la fermò.

“Ehi, che peperina, calma… calma.” Disse imbarazzato un ragazzo, che si frappose fra queste persone in conflitto.

“Non mi sembri molto diversa dalla Principessa” Disse colui che aveva chiaramente qualcosa contro Sola.

Il ragazzo non fece caso al commento del tizio anziano, e concentrò la sua attenzione su Sardina, tra i due ci furono sguardi strani, incomprensibili, probabilmente si capirono solo loro, ma l’importante fu che si capirono. Entrambi notarono subito i capelli dell’altro, molto, molto strani. Lui aveva i capelli verdognoli e da punk, una faccia divertente con un’espressione pazzoide e incerta.

“Uhm… non fare caso a lui, cerca una battaglia” Disse facendo riferimento all’uomo anziano.

“Se è per questo anche io… cerco sempre battaglie e guai… e perché sto dicendo questo?” Si rese conto di non volere essere più come la Principessa, se davvero era isterica come appariva, iniziava ad avere paura nell’identificarsi.

“Ou… okay, io sono Sardina, e non sono per niente come la Principessa Sola, giusto che tu lo sappia”

“Ma, ma certo, si vede, io sono Crazy-F”

“Si vede che sei Crazy, cioè… voglio dire… uhm, niente. F sta per… Fuck?” Disse la ragazza lisciandosi i capelli lunghi.

“Cosa? No, NO.” La fermò lui.

“Un nome quindi? Fabr…” Fu interrotta ancora.

“Filostrato”

“Davvero? …” Rimase senza parole, e non si trattava certo di uno scherzo.

“Beh, perché no, tu ti chiami Sardina”

“E’ così che mi hanno scritta, che ne so”

Questo scambio di parole inutili lo scambieremo, era chiaro che battibeccassero, e non ci importava niente di questa sottotrama. Passiamo a qualcosa di più interessante… All’improvviso arrivarono lampi, tuoni, e dal nulla sbucarono fuori delle astronavi gigantesche, non persero tempo e iniziarono a sparare raggi contro la folla, le persone proprio accanto a loro svanivano come fasci di luce, diventavano aria, si polverizzarono, essenzialmente.

Crazy-F (lo chiameremo così, l’altro nome è davvero improponibile) prese la mano di Sardina e iniziarono a correre, da veri codardi, ma senz’altro da aspiranti sopravvissuti. Si fecero strada tra la calca e, sebbene lei fosse assolutamente contraria e lo guardava male, continuarono a scappare. Raggiungendo la torre dove risiedeva la principessa, che, giustamente, si era recata all’interno dell’edificio per ripararsi dagli attacchi, mica era scema.

Tralasciando una noiosissima e difficile da descrivere scena d’azione, arrivarono davanti alla torre, ma non entrarono, trovarono subito la Principessa Sola che, anch’essa scappava.

“Adesso puoi lasciarmi la mano… Per piacere.”

Il ragazzo non badò a quelle effusioni che stavano avvenendo, e si rivolse all’autorità:
“Principessa, lei è la nostra unica speranza.”
La regnante si fece una grossa risata, “Ma scherzi? Siete voi la mia speranza, siete gli unici sopravvissuti su questo pianeta, probabilmente.” Si voltò verso il pilota “Capitano, prepariamoci a partire, con questi due tizi presi a caso: la nostra salvezza”

Sardina subito si montò la testa: “Principessa, non la deluderemo.” E salirono, così, sulla navicella.

Il viaggio fu lungo, l’attesa ammorbante, ma la storia deve pur intrattenere, quindi saltiamo anche questa scena.

Arrivarono presto (si fa per dire), alla fortezza Imperiale, e Sola non perse tempo a dare in mano ai due un paio di armi scadenti, e li silurò fuori dalla navetta, fregandosene e rinunciando a partecipare attivamente alla sua missione personale.

Sardina e Crazy-F erano ben immersi nella stazione spaziale, il suo interno era come labirintico, pieno di stanze, celle e quant’altro, dove perdersi, era come l’universo, no, che dico, come il Multiverso.

Superarono una serie prove molto intelligenti e si sorpresero delle loro abilità, come risolvere dei puzzle dell’ABC per aprire portali, accoppiare figure dello stesso colore, disegnare cani, gatti, ma bisogna dire che lo fecero con maestria.

Il malvagio tiranno Zurg governava la base operativa dell’impero, soldato del lato oscuro, e monitorava la situazione dalle telecamere, e decise che era fin troppo facile, quindi pigiò un tasto preciso della sua pulsantiera e attivò una trappola, una trappola molto particolare e colma di ironia, era ben cosciente (li stava spiando) della situazione di quei due, e della loro crescente chimica, se vogliamo chiamarla così.

Sardina e Crazy-F furono catturati da un raggio di attrazione, che scelta di parole azzeccata, e iniziarono a gravitare a testa in giù l’uno accanto all’altra, come se fossero stato intrappolati in una rete di grovigli.

Erano stretti, vicini, e senza nulla da dire.

“Ehm…” Lui iniziò a rompere il ghiaccio della gelida bambola “Ti piace la musica? Potrei suonare per te… ehm, no, non era quello che intendevo”.
“Baciami” Accennò lei, sottovoce, ma con tono serio.

“Ok” Iniziarono così a baciarsi, ben bene, tutto questo mentre il soldato dell'impero vomitava.

La trappola sessuale di Zurg ebbe effetto: con una semplice mossa li aveva distratti e pesantemente indeboliti.

“Adesso si saranno inebetiti” Pensò il losco individuo in armatura.

Il raggio-calamita li condusse nella stanza del trono, dove risiedeva Zurg, lo scontro finale stava per avere inizio.

I due non capivano cosa stesse succedendo, un minuto prima limonavano, e il minuto dopo si trovarono a evitare le lame delle guardie reali; non erano per nulla esperti nell’arte del combattimento, ma veri maestri della fuga e dell’evitare danni: non si fecero colpire da nessuno.

Zurg li strinse al collo con il solo movimento della mano. Poi prese la mano di Sardina, e fece per portarla via.

“Cosa fai?!” Esclamò il ragazzo dai capelli verdi impazziti, preoccupato.

“Porto via la debole donzella in pericolo, è così che vanno sempre le storie, no?”

“Ti amo. Sto parlando a Sardina, non a te, tiranno, non farti strane idee” Confessò il giovane.

“Lo so” Disse lei, coprendosi il volto con i capelli.

Dopo una breve rincorsa tra i tre, e una breve pausa, Zurg e Sardina si rinchiusero in una delle segrete della fortezza.

“Facciamolo, adesso.” Disse attraverso la sua maschera.

“Così? Qui? Tu porti l’armatura.” Disse lei.

“Ti ecciterà di più. Cosa c’è? Non vuoi farlo? Non mi dire che non ne sei capace…”

“Pfft, ma va’. Io con tutti i miei clienti in pasticceria…”

Furono interrotti nuovamente. Il giovane Crazy-F distrusse la porta facendovi un foro con la spada laser dal raggio di colore verde.

“E’ l’ora del rock ‘n roll” Disse lei, attivando la sua arma. E anche Zurg estrasse dai pantaloni la sua spada… laser.

Combatterono bene, sebbene lui fosse in numero ridotto stavolta, era un abile maestro di spade, come aveva riferito a Sardina, e anche lei ci sapeva fare, era palese, da quella sfida a sferzate di laser. Crazy-F e Sardina duellavano bene insieme, lui un po’ impacciato ma comunque capace.

Finché la spada di Crazy-F non si inceppò “Maledizione, ti odio Principessa per queste armi difettose” La spada si attivava e si disattivava a intermittenza, era davvero una cosa fastidiosa da vedere, a un tratto si disattivò completamente. Zurg puntò la lama di luce verso il collo di lei,

“Che la fortuna sia con te, abile guerriera, stavolta non hai scampo”

Crazy-F si trovava proprio accanto a lei, impotente, incapace di proteggerla, la sua spada si attivò finalmente, ma in modo del tutto inaspettato… prese in pieno i fianchi di Sardina, tagliandole il corpo in due, la parte di sopra cadde a terra come una pera cotta, gli occhi sbarrati.

“Beh, avevo ragione” Ridacchiò Zurg.

“No dai, non è possibile che sia così imbranato” Ammise il ragazzo “Era interessante lei, aspetta, qual era il suo nome? Non ricordo, peccato che sia morta prima che potessimo scoprire il suo passato, le sue origini e altro, un vero peccato! Si vede che non era importante ai fini della trama, a quanto pare…”

Zurg si fece avanti.

“Ragazzo mio, sei davvero una sorpresa, ti interesserebbe un addestramento per il lato oscuro?”

“Sì… SIII, avrò una carriera, muahahahahahahah…”

 

   
 
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