Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Perez9115    21/02/2018    1 recensioni
tutti abbiamo un amico a cui confidarci, no?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Proviamo a crearci un amico immaginario qui, sullo schermo bianco di Word.
Probabilmente sarà più difficile di quanto possa pensare, soprattutto se la barra spaziatricenon funziona.
Appunto.
Amico mio, quando leggerai sappi che non sarà un errore di battitura, semplicemente la tastiera è rotta. Sarà l’unicoerroreche non correggerò.
Voglio qualcosa di imperfetto che sia benvisibile a tutti.
Voglio che sia fastidioso.
Allora: cominciamo.
Ora sto ascoltando il live di Dave Matthews a CentralPark, il concerto più bello mai sentito, purtroppo non dal vivo. Consiglio caldamente l’ascolto di “Two Step”, non aver paura della durata, passa che è un piacere.
Volevo chiederti una cosa.
Perché certo non ti ho creato per chiacchierare del più e del meno, del tempo, di Sanremo, delle elezioni, la crisi, il cibo e simili.
No, voglio chiederti una cosaprecisa evoglio sapere cosa pensi realmente della cosa. Anche se tanto alla fine mi risponderò da solo, sappiamo entrambi che un file di word non mi darà risposta.
Sei pronto?
Cos’è un arto fantasma? O meglio: cos’è la sindrome dell’arto fantasma?
Lo sai?
Io lo scoprii in un episodio di dottor House e credo sia una cosa veramente brutta.
Dato che sei solo un foglio cibernetico te lo spiego io, facciamo prima.
La sindrome dell’arto fantasma è quando non si ha più un proprio arto, generalmente gambe o braccia, ma si continua comunque a sentire la sensazione della presenza di quest’ultimo, percependo anche dolore e fastidio.
Per essere più “accademici” mi faccio aiutare da Wikipedia: “è la sensazione anomala di persistenza di un arto dopo la sua amputazione o dopo che questo sia diventato insensibile: il soggetto affetto da questa patologia ne avverte la posizione, accusa sensazioni moleste e spesso dolorose, talora addirittura di movimenti come se questo fosse ancora presente.”.
A te èmai capitato? Non credo, al massimo sentirai la mancanza di quei due spigoli del pc scomparsi dopo che mi è caduto dalla sedia, maledetto gatto, ma non credo che sia la stessa sensazione che proveremmo noi esseri umani.
Io la provo invece.
Ecco perché ti ho creato.
Non ho perso un braccio, un piede, un orecchio o la barba, non sia mai che perda quest’ultima. Se mai capiterà sappi che potrò e vorrò morire immediatamente dopo.
No, ho perso qualcosa dal petto, qualcosacome di emotivo, di caldo, di profumato.
Sentoun vuoto enorme nel petto, sento che manca qualcosa. È da metà luglio, sì mi ricordo il momento esatto di quando è partito, che non mi sento più pieno, più intero.
E arriva puntuale tutte le sere, quando mi vado a letto: mi metto sotto le coperte, mi accoccolo sul cuscino, mi sdraio sul lato destro e in automatico mi viene da portarmi qualcosa al petto, proprio per riempire questo vuoto.
Manon trovo niente. E non riesco a dormire.
Cos’è questa cosa, amico mio?
La posso definire come la sindrome dell’arto fantasma, secondo te?
Perché non trovo una soluzione.
Ho provato ametterci cuscini, coperte, ho abbracciato la chitarra, il basso, provavo a fare caso se si riempiva mentre abbracciavo amici e parenti, ma non funziona niente. Per qualche secondo va bene, ma poi sento che non è quello che cerco.
Come se provassi a mettere un mattoncino a forma di stella dentro un buco a forma di pentagono: tutte e due hanno cinque punte, ma la stella non riesce a riempire il pentagono.
Prova se non ci credi.
Edire che non ho mai sofferto questa cosa, anzi.
Ti prego, dimmi cos’è. Aiutami.
Aiutami.
La notte faccio fatica a dormire, avolte piango, non mi riesco a godere una birra con gli amici, ogni piacere lo sento effimero, quasi inesistente, finchè sento questo vuoto.
Giuro che le ho provate tutte.
Tutte.
Alcune cose non te le ho dette perché ho più piacere di tenermele per me, ma davvero, le ho provate tutte.
Le uniche cose che non ho provato sono quelle che veramente non posso fare.
Presentequando ci sono cose che ti dicono di non fare ma che se le fai non succede nulla di chè? Ecco, quelle le ho provate.
Poi ci sono cose che non si possono fare altrimenti succede un gran marone. Ecco nel mio caso ce n’è solo unaed è l’unica cosa che non ho fatto. Vorrei ma non posso, davvero.
È una tentazione continua.
È letteralmente massacrante. Logorante. Ma non la posso fare.
Quindi per favore aiutami. Perché io non so davvero cosa fare.
Ottimo, chiedo consiglio ad un computer.
Non voglio offendere, hai risposte per praticamente tutto.
Ma non credo l’avrai per questo.
Ti perdonerò.
Non credo però che riuscirò a perdonare me stesso, mi conosco.
 
 
Ehi, ciao.
Ti voglio chiedere scusa.
So che mi, probabilmente, mi hai già perdonato, ma io con me non l’ho ancora fatto.
E non credo lo farò mai.
E credo proprio sia per questo che il vuoto nel petto, tra le mie braccia, nei miei occhi non si riempirà mai.
Sarebbe bello tornare Là, dove il tempo sembra fermarsi e tornare indietro, ad un semplice battito di ciglia.
Grazie per avermi letto.
Ascoltato.
 
 
Alla prossima amico mio.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Perez9115