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Autore: girasoledicarta    21/02/2018    1 recensioni
Una raccolta sui brevi momenti che Harry e Ginny hanno trascorso insieme a Hogwarts.
Ogni racconto ha il titolo di una canzone che può essere ascoltata prima, dopo o durante la lettura.
| Libro: Harry Potter e il Principe Mezzosangue |
Genere: Fantasy, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Io ti aspetterò, fosse anche per cent’anni aspetterò
(Max Gazzè - La Leggenda di Cristalda e Pizzomunno)




 



 
1. Ci vuole grande coraggio per non cadere giù  
(Alexia - Grande Coraggio)    


                  
Il cielo azzurro si rifletteva negli occhi verdi di Harry, che guardava attraverso il vetro della finestra nella sala comune di Grifondoro. Il sole filtrava con forza attraverso le spesse lenti degli occhiali del ragazzo, costretto in una smorfia nell’intento di non rimanere accecato. Osservò con malinconia il prato che portava alla capanna di Hagrid. Passare meno tempo con lui, rispetto agli altri anni, non era una cosa a cui era abituato, né lui né Ron e Hermione. Senza nemmeno rendersene conto, Harry si ritrovò catapultato giù dalla poltrona.
« Allora, Harry, hai finito… O meglio, hai cominciato i compiti per Lumacorno? » domandò Hermione che, senza badare all’amico finito sul pavimento, si sedette sul davanzale della finestra con una pergamena e una penna d’oca in mano. Appoggiò la boccetta dell’inchiostro accanto a lei e si tuffò a scrivere. Harry si voltò, notando che era stato Ron a scaraventarlo dalla sua comoda postazione.
Nessuno dei due ragazzi rispose ad Hermione: era ovvio che neanche Ron avesse cominciato
i compiti per la lezione di Pozioni che si sarebbe tenuta l’indomani. Prima che uno dei due amici cominciasse a parlare del Principe Mezzosangue, Harry disse: « Io devo raggiungere Gin… », ma si fermò, indeciso se ripetere, con Ron che ascoltava tutt’a un tratto interessato, che ormai la maggior parte delle sue ore libere le avrebbe passate con la sua ragazza, e sorella del suo migliore amico. Ron già ne era al corrente, li aveva visti insieme, ma assumeva sempre un’espressione contrariata quando la sentiva nominare dall’amico.
« Ti aspettiamo qui. Non arrivare in ritardo per l’ora di Difesa Contro le Arti Oscure » gli disse Hermione, rompendo il silenzio imbarazzante che si era creato.
Harry ne approfittò e uscì dal buco del ritratto, senza dire un’altra parola. Con un sorriso, corse giù per gli scalini di pietra e, come ogni volta prima di vedere Ginny, si domandò come fossero i suoi capelli.
« Oh, Potterino Potteruccio, chissà dov’è diretto! Tutta questa fretta… » Pix gli intralciò la strada, cominciando a lanciargli dei piccoli pezzi di gessetti, per poi appendersi al lampadario e ridere con urletti da far rizzare i capelli in testa anche alla Signora Grassa.
« Avanti Pix, lasciami in pace » borbottò Harry. Fortunatamente, sbucò dal corridoio Hannah Abbott che sorrise ad Harry e diventò il nuovo bersaglio di Pix. Harry la ringraziò mentalmente.
Una volta uscito all’aperto, si appostò sotto ad un albero sulle rive del Lago Nero. Era lì che Harry e Ginny passavano il tempo, quando lei aveva finito di studiare per i suoi G.U.F.O. e lui aveva un’ora buca. La attese. Respirò aria fresca e non riusciva a smettere di sorridere. Era come se lui fosse un altro Harry, un’altra persona che per qualche ora poteva sentirsi libero e felice.
« Ciao Harry »
Il ragazzo sobbalzò, quasi sorpreso di vedere Ginny sedersi accanto a lui. Lei gli lasciò un bacio fugace e poi poggiò la testa sulla sua spalla. « Stavo per litigare con la Professoressa McGranitt. Non mi lasciava uscire dall’aula solo perché durante la lezione mi ha sorpreso a chiacchierare con Demelza Robins per due volte. Voleva tenermi lì di più per farmi trasfigurare cose a caso. Dai, ci stavamo solo aiutando a vicenda, niente di male, e non era nemmeno un esame, ma un’esercitazione senza alcuna valutazione »
Harry scoppiò a ridere. « Se sapessi quante volte sono stato sorpreso io a parlare con Ron durante una lezione… Ti consiglio di usare il Muffliato »
Ginny sorrise, ma poi assunse un cipiglio più cupo, che a Harry ricordava tanto la Signora Weasley quando stava per perdere la pazienza con Fred e George. « Sai, Demelza e io non stavamo semplicemente parlando di Trasfigurazione. Insomma… Lei ha paura. Ed è la prima che me ne parla apertamente, e in classe poi… Sembrava sul serio scossa. Be’, dopo tutte queste notizie, il Ministero che non agisce… Ha paura per Tu-Sai-Chi »
« Voldemort » la corresse Harry, brusco.  Poi, alla vista di una Ginny con uno sguardo ancora più rabbuiato, aggiunse: « Bisogna sempre chiamare le cose con il loro nome », citando Silente.
Lei non rispose. Guardò davanti a sé, verso il Lago Nero, e Harry si chiese che cosa pensasse in momenti silenziosi come questo.
« Tutti hanno paura. Demelza è soltanto un esempio, ma… Non farti condizionare da ciò che dice. La paura non ci lascia agire, ci fa restare bloccati. Questo non deve succedere o non cambierà mai niente »
Lei si girò a guardarlo, e in quel momento Harry vide nei suoi occhi una grande preoccupazione, un sentimento che appariva rare volte così vivido nello sguardo di Ginny.
« Harry, quel libro… Lo sai che non mi piacciono i libri con cui si entra a stretto contatto. Stai attento… Oh, so che non serve a nulla che io te lo dica… So come sei fatto ma io non mi dimentico di… »
« Sei la ragazza più coraggiosa che io conosca » la fermò, in modo che non tornasse a parlare di brutte esperienze e, dicendo questo, Harry passò un braccio attorno alle spalle di Ginny e la strinse a sé.



 
   
 
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