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Autore: Longriffiths    21/02/2018    3 recensioni
La pace aleggia nel Mondo Magico, ed Hogwarts è pronta ad ospitare la più numerosa combriccola mai capitata nelle mura del Castello: i rampolli della famiglia Weasley/Potter.
Vi è inoltre un ragazzo vittima dei pregiudizi della gente ancora stabili e fondati sulle colpe di cui la sua intera famiglia si è macchiata, un ragazzo nobile e complicato, fiero ed orgoglioso. Scorpius Malfoy danna chiunque, insidiandosi volente o nolente nei pensieri di ogni singolo individuo che abbia a che fare con lui. Una sola persona pare tenersi volontariamente a distanza, e sarà proprio quella che col tempo, scoprirà essere perdutamente innamorata di lui. L'unico ostacolo è il suo cognome.
Riuscirà quell'amore a coronarsi, malgrado i piani del Malfoy Senior?
Vecchie rivalità, il passato verrà ancora e ancora a bussare alle loro porte, trascinandoli in un vortice irremovibile di emozioni e mura da abbattere.
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nuova generazione
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{Ministero della Magia-Secondo livello; Quartier Generale degli Auror; 01:35 P.M}.


Draco sedeva tomo e pacato all'apparenza in corrispondenza di una poltrona in velluto nera, avvolto nei suoi abiti lucidi e non più tanto aderenti rispetto ad un decennio addietro. Il bastone nel quale era foderata la sua bacchetta stava stretto nella  mano destra chiusa a pugno, ed una irrefrenabile voglia di portare nuovamente l'altra estremità dell’arto opposto a toccarsi la bionda chioma legata da un nastro opaco solleticava la sua capacità di resistenza alle tentazioni in modo fastidiosamente insistente. La mascella dai tratti ora severi era serrata, allo stesso modo di pochi minuti antecedenti a quel preciso momento, nel quale aveva rivisto suo figlio, ed aveva letto in lui timore e agitazione. Una rabbia incontrollabile si era impadronita di lui, dai confronti e le confessioni che di li a poco sarebbero avvenute, probabilmente si sarebbe anche decretato il suo destino. Se solo fosse venuto a galla ciò che stava spingendo la sua fronte imperlata ad accogliere decine di gocce gelide, probabilmente sarebbe finito a condividere la cella con suo padre. Ma doveva trattenersi e tentare di essere forte come in passato non lo era stato, non voleva abbandonare suo figlio, non di nuovo. S’accusava giorno dopo giorno tormentato dai mostri a lui amici già da tempo, parassiti abili a nutrirsi del disgusto che provava verso la sua persona, riportandogli ogni secondo della giornata le colpe di cui si era macchiato nelle scelte che aveva fatto. Si erano salutati discretamente quasi non rivolgendosi uno sguardo di troppo, attenti a non invadere il personale spazio morale dell'altro. A dire il vero, da quando la donna che aveva salvato e dato la vita ai due era venuta a mancare, pochi erano stati gli attimi di confidenza che avevano visto entrambi in veste di coprotagonisti, e l'uomo era consapevole che infondo la maggior parte delle colpe di quell'apatia parte del suo carattere una volta spensierato e tenace erano da attribuire unicamente a se stesso. Tutto il suo mondo -o quasi tutto- era completamente stato disgregato nel nulla, svanito in un soffio di vento, in uno spiro accolto tra le sue stesse braccia che aveva significato la fine dell'esistenza di quella che era l’amore della sua vita. Alle volte percepiva ancora come se stesse accadendo in quell'istate il fiato caldo della moglie posarsi sul suo viso storpiato da una smorfia di dolore, e lasciare per sempre il suo corpo sofferente. Poteva sentire le grida strozzate del bambino ormai cresciuto fin sopra il limite del normale per un ragazzo della sua età, che era adesso chiuso in una stanza assieme ai giovani che insieme a lui, non riuscivano più a vivere serenamente. Era stata colpa sua se adesso Scorpius non contava più sul suo aiuto ne cercava in lui consiglio e conforto prediligendo la strada della solitudine, poiché solo era il frangente morale in cui lo aveva lasciato per lunghi mesi conseguenti a quel lutto ancora irrealizzato, mesi nel quale egli aveva maturato le radici dell'infanzia chiudendosi nello scudo che perennemente indossava. Non lo aveva cercato, non lo aveva abbracciato, non lo aveva disturbato malgrado sapesse quanto in quel momento egli necessitasse della presenza paterna, preferendo egoisticamente riuscire dapprima a rimettere insieme i cocci del proprio animo onde evitare che il bambino portasse sul cuore oltre il peso dell'essere divenuto un orfano, anche la consapevolezza di un padre che fin dalla sua infanzia era sempre stato il più grande eroe che avesse mai elogiato, vigliacco e debole in realtà. Soltanto dopo avrebbe potuto occuparsi ancora decentemente di lui. La verità era che se solo Draco avesse incrociato gli innocenti e vissuti occhi cristallini del ragazzo, avrebbe ceduto involontariamente alle lacrime e alla disperazione, per la paura ancora costante nei suoi pensieri di essere odiato per non essere riuscito a salvarla, ma soprattutto, nel rivedere sul suo viso i dettagli materni di cui era innamorato come solo un genitore può esserlo. Si era volutamente allontanato da lui per cercare di proteggere entrambi, e per questo ancora non riusciva a perdonarsi. Scegliere di tutelare se stessi invece di colmare il vuoto abissale con il doppio dell'amore che al sangue del suo sangue serviva per andare in modo opportuno avanti, era qualcosa di punibile legalmente. Non aveva perciò fiatato quando rovistando nel suo baule lo scorso settembre in procinto della sua partenza ci aveva trovato quei bastoncini bianchi dal nauseabondo odore di natura babbana. Non aveva polemizzato quando una sera d’estate, il suo erede era tornato a casa con l'orecchio bucato. Lo aveva trovato del tutto naturale, il fatto che fosse ricorso a tutto ciò che poteva risultare uno svago pur di distrarsi dalla vessazione che lo teneva prigioniero. Ma si era pentito, quando lo scorso anno al seguito di una punizione dalle motivazioni piuttosto gravi che lo avevano completamente mandato in escandescenza nell'ufficio della preside della scuola in cui studiava, lo aveva percosso in volto. ‘Saresti dovuto morire tu al suo posto’ gli aveva detto. L’autorità su di lui allora aveva preso il sopravvento ferendolo nell'orgoglio. Solo dopo riflettendo, l'uomo si era ritrovato a constatare che probabilmente sarebbe stato meglio per tutti. Sicuramente suo figlio avrebbe continuato a sorridere col suo coinvolgente carisma mai scemato, si sarebbe presto ripreso quantomeno al dovuto, perché Astoria lo avrebbe coccolato. Gli avrebbe raccontato aneddoti della loro vita insieme, della loro adolescenza, per farlo sentire ancora vicino a loro. Avrebbe suonato ogni giorno le note della canzone che accomunava quella famiglia, senza interrompere la melodia del lavoro di quel pianoforte ormai impolverato. Gli avrebbe mandato il proprio Patronus di notte a vegliare sul suo perduto sonno, gli avrebbe scritto più spesso. Ne aveva commessi di errori con il suo bambino, ma inesorabilmente i segnali che dal nulla -più o meno- gli arrivavano ogni volta che intimava una domanda al cielo erano chiari. Presto avrebbe fatto in modo di riprendere quel rapporto affievolito. Scorpius era l’unica cosa bella che gli restava, era tutta la sua famiglia e non lo avrebbe perso.

Due Auror a lui sconosciuti erano seduti dietro una scrivania nella stessa stanza che ospitava i restanti genitori dei diretti interessati, impegnati nel mettere ordine tra le scartoffie ripescate dalle inchieste e dai processi passati. Il tempo parve non scorrere più, come se quel periodo d'attesa intriso d’angoscia avesse dovuto prolungarsi in eterno, ma poi fortunatamente, qualcosa accadde. In occasione della circostanza, una riunione era stata posta al quale molti degli impiegati in quel ruolo avevano partecipato. In maniera ordinata per quanto fosse stato possibile avevano infine optato per l'utilizzo di una camera speciale, aperta a terzi solo in casi di assoluta occorrenza. Un gruppo di genitori adirati ed irruenti fin sopra le punte dei capelli che avevano manifestato come previsto la volontà incontradicibile di assistere agli incontri dei propri figli era uno di quei casi.. eccezionali. E così, alle spalle della scrivania in legno di noce, una buona parte della parete scomparve divenendo in realtà un sottile strato di vetro insonorizzato nel quale era possibile vedere tre uomini ammanettati sedere al lato di un tavolo, ed una ragazza dai lunghi crini ondulati all'altro, segnata da lacrime amare in preda ai ricordi. In quel modo, durante gli interrogatori alcuni collaboratori selezionati a seconda del caso potevano tenere sotto controllo la situazione senza essere scoperti, ed intervenire o avvertire rinforzi in caso di aggressione o complicanze. Abituati a scene viste fin troppe volte ormai, in campo professionale e con un rilevante numero di anni di esperienza alle spalle veniva forse più semplice e spontaneo concentrarsi in modo apparentemente freddo e logico su fatti e parole piuttosto che dare esagerata corda alle espressioni e le emozioni che trasparivano da coloro che erano dall'altro lato della stanza, ma per qualcuno a cui ogni parola sommessa e sopraffatta dal tono spezzato derivata dai loro affetti più cari scottavano sotto la pelle, era quasi del tutto inattuabile la persistenza della calma. Ascoltavano i racconti dei giovani avanzati uno per uno, sorpresi da quanto i figli visti in una maniera del tutto esterna ed a loro insaputa, risultassero così adulti e provati tanto da faticare ad attribuire il loro modo di pareggiarsi ad un uomo fatto. Draco avrebbe sfidato chiunque ad ascoltare bendato e quindi a correlare dialoghi freddi e razionali di quel genere ad un fanciullo, anziché un trentenne. I loro tratti somatici e i toni vocali non del tutto sviluppati ancora acerbi stonavano in modo impressionante con le frasi che stavano pronunciando. Con l'approvazione scritta e firmata del Ministro della Magia e dei tutori dei minori presenti, entrambe le controparti avevano assunto una minima dose di Veritaserum, rispondendo a turno alle stesse domande che il Vicecapo Auror porgeva loro. Se da un lato avrebbe costretto i detenuti a non omettere niente, dall’altro avrebbe aiutato i ragazzi a superare vergogne, imbarazzi e paure nel riferire a degli estranei qualcosa che non avrebbero mai voluto si scoprisse, specie se in presenza di chi aveva messo loro addosso puro terrore. Ottennero però scarsi risultati, nessuno dei giovani sembrava aver niente di nuovo da dichiarare. Scorpius Malfoy durante il proprio turno si era posizionato sulla sedia in ferro battuto ove il padre del proprio migliore amico gli aveva indicato, assumendo un'aria composta e aristocratica, come gli era stato insegnato sin da piccolo al cospetto di gente sua pari, sua superiore o inferiore che fosse. Respirava a stento contraendo lentamente il diaframma, senza staccare le iridi cerulee dai suoi rapitori. Fu proprio il suo sguardo a infondere loro una ventata di familiarità, che portò uno dei malfattori a ghignare, e chinarsi verso la superficie piana del tavolo. Con voce gracchiante ed esageratamente bassa a causa delle condizioni precarie in cui per anni era stato, avanzò per primo e senza permesso un dialogo con il biondo.

《M..al..foy. Come sei c..resciuto.》

 《Flech nessuno ti ha autorizzato a parlare, fallo ancora e ti sbatto dentro seduta stante.》

《Ti vedo b..ene, dimmi, pisc…i ancora il le..tto?》Prima che Ron potesse aggiungere qualcosa palesemente infastidito, la sedia sul quale era posato il ragazzo strisciò sul pavimento stridendo talmente forte da lasciare un graffio bianco al marmo scuro, il contegno abbandonò completamente il corpo del giovane che si era sollevato sulle gambe portando il busto in avanti per grattare la propria gola con le vibrazioni che generava, e sputare una notevole quantità di muchi e saliva sulla guancia sinistra del suo interlocutore. 

《ME LO CHIAMI LETTO QUELL'AMMASSO DI PAGLIA E STRACCI SU CUI CI TENEVATE?!》Le guardie allora per niente scomposte dalla reazione tennero ben salde le bacchette puntate alla gola dei tre per impedir loro di controbattere, ed Harry si precipitò a raccogliere le spalle del ragazzo nelle proprie mani per rimetterlo al suo posto, senza utilizzare alcuna forma di prepotenza. 

《Scorpius, te lo chiediamo per favore, devi controllare le tue emozioni.》La voce del signor Weasley ed il suo sguardo incoraggiante contribuirono a dargli la fermezza mentale necessaria a sfregarsi i palmi delle mani sulla faccia ed acquisire nuovamente autocontrollo portando avanti l'interrogatorio, con un sospiro ed una richiesta di scuse agli Auror, nonostante un luccichio balenasse ora nel piombo fuso dei suoi fanali, guidato dalla soddisfazione di aver umiliato quelle persone ed essersi preso la piccola vendetta che di diritto gli spettava. Fu fonte di profondo orgoglio per i genitori il modo in cui i giovani affrontarono quella spinosa circostanza, essi infatti appurarono un promemoria mentale da non lasciarsi sfuggire: farglielo sapere il prima possibile appena tutto sarebbe finito. Poteva ritenersi un bene ed un sollievo il verdetto ricavato dalle testimonianze che combaciavano dai rilasci verbali di tutti, ma quegli uomini erano pur sempre stati prestatori di Arti Oscure, criminali crudeli e senza scrupoli, e la magia nera disponeva di fin troppi mezzi ignobili per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, per cui, il Capo del Dipartimento scelse di ricorrere ad un metodo più rude, certo, ma dal quale si sarebbe potuto venire a capo di tutto ricevendo una conferma con maggiore sicurezza. I Maghi più potenti avevano la capacità di estrarre ricordi dalle menti delle persone o addirittura dalla loro, e se avessero scavato nelle reminiscenze dei trascorsi trovandoci così un vuoto o un salto temporale fin troppo ampio, allora avrebbero ottenuto ciò per cui il Ministero era stato nuovamente sconvolto. Harry, al termine di ogni serie di domande invitò cortesemente gli adolescenti a tornare nell'aula nel quale erano stati riuniti inizialmente, recandosi poi presso l'ubicazione adiacente allo spazio in cui si trovavano pochi secondi prima, esponendo dettagliatamente e senza velature il proprio piano. Nel frattempo, le guardie tenevano sotto controllo i Mangiamorte. Fu complicato per tutti attenersi alle istruzioni del Salvatore del mondo magico, ma quest'ultimo titolo e non solo diedero la spinta necessaria ad essi di parteggiare, con un enorme magone ed una rassegnazione agrodolce causata dalla spiacevole sensazione d'impotenza, per la Legilimanzia. Quando i due maggiori esponenti del corpo spiegarono il programma ai ragazzi, essi scelsero di comune accordo di procedere immediatamente, nel desiderio di non tornare in quel luogo mai più, se non per lavoro da lì a qualche anno di distanza.  Nuovamente uno alla volta si attennero alle procedure, uscendo da quell'esperienza piuttosto stremati e sfiniti. 
《Scorpius, sei pronto?》

《Vada, signor Potter.》

《Molto bene. Apri la tua mente e concedimi di entrare e muovermi con libertà. Legilimens!》La cupa stanza in cui ora erano chiusi era al sicuro da occhi indiscreti ed orecchie intruse. Sole tre sagome erano nell'ufficio dell'uomo la cui cicatrice era da anni leggenda, ed il biondo era l'ultimo rimasto da esaminare, e fino ad allora, tutto era andato nel verso giusto. Tutto ciò che i Mangiamorte avevano detto era ancora da ritenersi soltanto di ordine simbolico. Come un ago incandescente il dolore pervase il cranio del ragazzo, che avvertì chiara la spiacevole sensazione di essere violato. Per tutto ciò che Harry stava guardando, l'unica cosa positiva era che almeno non lo stesse vedendo il padre della ragazza che lo aveva stregato, anche perché lei fu suo malgrado la prima cosa che egli incontrò nei suoi ricordi. L’innocente mezzo bacio di quella notte. Quattro delle tante ragazze con cui aveva consumato. Il fumo, e l’alcol ingeriti in una gita ad Hogsmeade quando sarebbe dovuto essere a dormire nel sotterraneo. La lite con James, i pugni che ne derivarono. Le sue lacrime dinanzi ad uno specchio. La confessione di Albus sulla sua sessualità, ed il giuramento del segreto di essa. La morte di Astoria. La vacanza in Spagna. La prima volta che una Pozione di medio livello gli riuscì alla perfezione. Dopo interi secondi di trascorsi al rovescio, Harry arrivò ove doveva dirigersi, e lì scoprì qualcosa di nuovo e piacevolmente sorprendente.

Avevano dichiarato in precedenza durante il loro arresto di aver provato più volte ad incidere il Marchio Nero sugli avambracci dei bambini, ma non il modo un cui usufruirono di una tattica a parer loro infallibile. Avevano bisogno di cavie prima di imprimere a fuoco il segno a tutti i pargoli, ed avevano provato a chiedere nell'intento di adescarli e indurli a cadere in trappola, chi di loro sentisse la mancanza della propria madre, e volesse tornare a casa. Avrebbero usato coloro che si sarebbe fatto avanti. Purtroppo per loro, fu proprio Scorpius a scoprire il loro complotto ascoltando la conversazione trovando in una notte di insonnia e curiosità la stanza in cui si riunivano per parlare. Naturalmente egli corse ad avvertire i compagni, e nessuno l'indomani si fece avanti. Dovettero perciò prelevarne uno a caso con le cattive. Da solo però non avrebbe evitato per sempre tutto ciò che nel tempo pensavano di eseguire, ma dovette presto arrendersi comunque all'idea dello spavento che i piccoli portavano dentro di essi quando un loro amichetto fu riportato nel loro dormitorio, adornato da una rossa cicatrice al braccio. Quasi tutti loro ne avevano una da qualche parte, procurate specialmente nelle manovre di fuga che avevano tentato. Il pensiero di essere scoperti faceva loro tremare le viscere, ma lui, non poteva darsi per vinto. Per intere notti s'avventurò in quella struttura alla ricerca di un nascondiglio, un cunicolo, qualcosa che potesse essere utile. Nelle perlustrazioni degli Auror, i Mangiamorte chiudevano a chiave i fanciulli in una stanza minacciandoli di morte e torture nel caso in cui avessero fiatato.  Scorpius imparò con il passar dei mesi la frequenza delle loro visite dal vociare che riempiva l'area, e fu in una botola che si nascose prima che i criminali potessero radunare i bambini per tenerli zitti, e fu lui a gridare a pieni polmoni la presenza dei seguaci dell'Oscuro annunciandosi anonimamente non appena sentì i passi dei suoi salvatori oltre la parete della stanza in cui si era rifugiato, ed in quel modo poterono dunque smascherare i banditi. 

Il contatto tra l’Auror ed il ragazzo venne interrotto, e subito quest'ultimo portò le mani a stringere le tempie svuotando il petto dall'aria che aveva trattenuto, affannando. Si sentì libero ed al sicuro, senza nessun elemento che invadesse i suoi lati più occulti e intimi. Dopo un attimo alzò gli occhi su colui che da qualche anno lo accoglieva senza problemi in casa propria, cercando in lui un sostegno, trovando immediatamente un’espressione rassicurante seppur intenerita, e lievemente imbarazzata. Intese il messaggio che il moro gli stava lanciando, ovvero molto probabilmente: ‘Capisco, non riferirò a nessuno'. Un angolo della bocca del ragazzo s'incurvò all'insù, e senza perdere altro tempo egli si distaccò dal ripiano in cui era posato camminando a piccoli passi fino a raggiungere i due, e stringere loro la mano.

 《Grazie. Per il tuo impegno di adesso come quello di allora. Sei stato molto coraggioso. Abbiamo il permesso di fare il tuo nome ora che i chiarimenti verranno resi pubblici?》

《Non fa alcuna differenza.》

《Torna pure da tuo padre, è preoccupato, sai?》 Con il consenso dei due poté educatamente congedarsi e varcare la soglia di quell'uscio, per poi richiudere la porta alle proprie spalle.

 《Amico, di che miseriaccia stavi parlando?》

《Ron, mi servono il direttore della Gazzetta del Profeta ed un reporter entro questo pomeriggio.》


 

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Salve a tutti!

Allora, non mi intendo molto di processi e cose varie però devo dire che penso di essermela cavata abbastanza con la terminologia, in caso contrario scusatemi tanto. Naturalmente ora verrà riaperta una parentesi nel mondo dei nostri amici, e sarà la ragione principale di un determinato litigio che purtroppo porterà due persone a noi care al quasi punto di partenza. Avrete modo anche di conoscere l’approccio che hanno avuto Scorpius e i ragazzi, spero di non deludervi!! Un grazie gigante a tutti voi che avete inserito la mia storia nelle seguite, ed un ringraziamento particolare va alla mia adorata paige95!♡

Alla prossima!!♡♡

   
 
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