Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Piumadoro    23/02/2018    1 recensioni
"Privilegi e Doveri, Privilegi e Doveri. Non si parla d'altro in questa casa! Scelte ed Obblighi. Capisci?" Gridò Sirius furioso.
Star e James lo guardarono preoccupati.
"Ma hai una scelta. Hai sempre una scelta."
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La mattina della partenza James e Sirius si guardavano appena. Avevano fatto così per tutto il giorno prima e ne Remus ne Star sapevano il perché. L’unico lato positivo era che quel problema aveva distratto Star dai suoi libri.
“Sentite non so cosa vi sia successo ma è ora di finirla. Stiamo per andare a casa di Sirius e dimostrare ai suoi genitori che siamo alla sua altezza come amici. Non rovinate tutto per uno stupido litigio. Prendetevi una tregua. Qualunque fosse il problema, se non riuscite e risolverlo subito dimenticatevelo. O ve lo farò dimenticare io per sempre.” Minacciò Star.
Sirius sobbalzò. Non voleva dimenticare. Guardò James con un sguardo supplicante e gli tese la mano. “Tregua?”
“Purché tu non faccia cose strane. Non devi fare niente. Intesi?” James lo guardò con uno sguardo di fuoco. Sirius annuì demoralizzato.
Il giovane Potter sorrise sollevato e fu come se fosse tornato quello di prima, mise il braccio sulle spalle di Sirius. “Bene, siamo pronti a partire. Mostreremo ai Black di che pasta siamo fatti.”
Anche Sirius sorrise, per quanto gli costasse reprimere i suoi sentimenti era bello avere James di nuovo dalla sua parte.
Star e Remus si scambiarono uno strano sguardo. Solo il giorno prima i due ragazzi avevano rischiato di non partire affatto dato che si erano presi a pugni in Sala Grande. Per fortuna Remus e Star erano riusciti a convincere la McGranitt a metterli in punizione per tutto il pomeriggio senza far sapere niente alle famiglie.
Era stato un momento terribile e ancora peggio era non saperne il motivo.
Nemmeno Sirius, che era parte attiva in tutto ciò riusciva completamente a capirne il motivo. Ripensava in continuazione al momento in cui tutto aveva iniziato ad andare in pezzi.
 
 
“Star?” Gli chiese James.
“Sì, Star. Tua sorella. Star Potter.” Confermò Sirius e si lasciò poi cadere sul letto con un sospiro. “La amo James.”
Il ragazzo occhialuto strinse i pugni dalla rabbia. “Non puoi amare mia sorella. Non puoi pensare, dopo tutto quello che ha passato, di farle anche questo!” Gridò.
“Anche questo, Jame? Non capisco…”
“TACI! Come puoi anche solo pensare a lei in quel modo! Lei non ha fatto niente per meritarsi te! Tu sei un donnaiolo! Hai fatto cose terribili alle ragazze, le hai trattate malissimo! E vieni a dirmi che vuoi fare lo stesso con mia sorella?!”
“Non voglio farle lo stesso. Ti ho appena spiegato che è tutto diverso, e lo sai anche tu, hai detto che lo avevi capito.” Anche Sirius cominciò a scaldarsi a quel punto. Non sapeva perché il suo amico reagiva in quel modo. Non capiva.
“SEI SOLO UN BUGIARDO! Come fai a dire che la ami? Non hai mai amato nessuna prima d’ora! Le farai del male! Lo so! Tu ora credi che lei sia quella giusta perché lei è bella, ti sorride ed è l’unica donna che ti sta accanto nonostante tutto quello che sei ma la tua natura verrà fuori! Non puoi trattenerti! Lo hai detto tu che a volte non sai nemmeno perché lo fai! Le spezzerai il cuore! Peggio di come hai fatto con le altre perché prima l’avrai illusa con queste tue parole! Ti stavo per credere anche io!”
“Mi hai creduto perché quello che provo è vero! Non le farei mai del male! Mi ucciderei piuttosto! Mi toglierei la mia miserabile vita!”
“Non ti credo più. Non sei adatto a lei. Non ti permetterò di distruggerla, sei suo amico. Le faresti troppo male, distruggeresti tutto. Pensaci.”
“Non è vero! Io… sono meglio di così… voglio dimostrarglielo…”
“Sirius.” Disse poi James calmo vedendo che il suo amico si era seduto e si guardava le mani come se appartenessero ad un'altra persona, ad una persona peggiore che lui non si sentiva più. “Io… Io ti proibisco di toccarla anche solo con un dito.” Decretò poi, sicuro di essere nel giusto.
“Ah si?” Sirius si alzò furioso. La rabbia dei primi giorni, di quando i Malandrini ancora non esistevano del tutto, la rabbia di anni di reclusione e regole, quella rabbia ora usciva a fiotti e non si fermava, cresceva sempre di più. “Vediamo.” Il ragazzo cominciò a correre giù per le scale seguito dal suo amico.
Sirius entrò in Sala Grande di corsa e individuò subito Star e Remus ancora seduti a fare colazione. Corse e si sedette proprio nell’unico posto libero accanto a Star, James arrivo subito dopo e lo guardò infuriato sedendosi davanti a lui e accanto a Remus. La ragazza era ancora totalmente concentrata sui libri e non notò nemmeno il suo arrivo.
“Hei, ragazzi…” Esclamò Remus ma si bloccò notando subito che qualcosa non andava.
“Non ti azzardare. Giuro su mia madre, Sirius, che se lo fai ti distruggo.”
Sirius ignorò la minaccia e guardando con sfida James alzò la mano più vicina a Star.
“Non farlo.” Lo avvertì ancora James.
Il ragazzo imperterrito piegò tutte le dita tranne l’indice avvicinandolo sempre di più alla spalla di Star ancora ignara di tutto.
“NO!” Gridò James ma era troppo tardi, Sirius toccò appena la spalla di Star e questo bastò. Il giovane Potter balzò sopra il tavolo e poi addosso a Sirius cominciando a picchiarlo, e Sirius rispose ai pungi con altri pugni.
Fu il grido di Star a fermarli, la McGranitt campeggiava già sopra di loro. “Seguitemi.” Ordinò ad entrambi.
Finirono a pulire i bagni di tutta Hogwarts e anche degli spogliatoi per tutto il pomeriggio, ma la cosa più odiosa fu che dovettero farlo insieme.
Dopo qualche ora Sirius provò a parlare ma non ci riuscì. Non sapeva cosa dire, così rimasero in silenzio.
E quel silenzio continuò per un tempo che parve infinito.
 
I ragazzi entrarono nell’ufficio della McGranitt e uno a uno entrarono nel camino per andare via con la metropolvere. L’ultima fu Star, la professoressa la guardò e disse solo: “State attenti.”
Star si stupì della sincerità nella voce della donna, chiuse gli occhi, gettò a terra la polvere e scandì chiaramente: “Grimmauld Place, 12”
Un turbinio di colori e camini e poi..
“Buon giorno.” Regalus le porse la mano per aiutarla ad uscire dal focolare. I suoi gesti, il suo sorriso, era tutto così elegante e cortese da risultare affascinante.
“Grazie.”
“I nostri genitori si rammaricano di non aver potuto assistere al vostro arrivo ma sono molto impegnati a lavoro. Hanno incaricato me e Sirius di mostrarvi le vostre stanze e farvi sentire a vostro agio il più possibile.” Spiegò Regalus con tono formale.
“Non serve che fai così con loro Reg, non faranno la spia.” Borbottò Sirius togliendosi la cenere di dosso ma suo fratello non si mosse di un millimetro, allora il ragazzo sospirò scocciato. “C’è qui in giro quel maledetto elfo vero? KRACHER!”
Con uno schiocco sonoro un elfo inaspettatamente brutto comparve davanti a Sirius prodigandosi poi in un profondo inchino. “Padroncino.”
Il ragazzo lo guardò con disprezzo. “Non fingere di non essere stato dietro la porta ad origliare fino ad un secondo fa. Essere ignobile, io…” Star prese per mano Sirius interrompendolo.
“Non vuoi mostrarci la casa?” Gli domandò James capendo al volo.
“Si, certo.” Sbuffò lui. Poi vedendo i sorrisi dei suoi amici si riprese un po’, tirò su le spalle, prese un profondo respiro e cominciò la recita che loro Malandrini avevano deciso di intraprendere al fine di dimostrare ai Black di essere alla loro altezza. “Vogliate seguire me e mio fratello, vi guideremo ai vostri alloggi dove potrete rilassarvi un po’ e prepararvi per la cena.”
“Grazie.” Rispose Remus cominciando svelto a raccattare le sue cose.
“Lasciate, i domestici vi porteranno i bagagli.” Spiegò Regalus e poi si mise in testa al gruppo, Star prese per mano uno sconvolto Remus e seguì il minore dei Black verso il piano superiore uscendo dall’immenso salone in cui erano arrivati. Tipico di quella famiglia; farli arrivare direttamente nella stanza più grande e sfarzosa della casa.
“Questa è la residenza di città. Non è nulla di che in confronto a quella estiva ma quella è talmente grande che è difficile tenerla calda in inverno, non che sia dispendioso, se gli ospiti dovessero essere molto importanti lo faremmo volentieri ma a nostra madre piace passare il Natale qui, nella casa in cui siamo cresciuti.” Cominciò a raccontare Regalus.
“Amorevole.” Commentò Star con un innocuo sorriso, guardando dietro di sé non vide James e Sirius e sperò che non si fossero già cacciati in qualche guaio.
I due ragazzi si erano fermati nel salone, Sirius pregò il suo amico di seguirlo in uno stanzino, James ci entrò di malavoglia e lo insonorizzò.
“Senti, non voglio più litigare. Avevi ragione.” Cominciò Sirius. Potter lo guardò colpito e lui continuò: “Si, ho capito. Ho capito perché credi che io non meriti Star. Quindi ho deciso che se un giorno avrò l’occasione di dimostrarti che sono cambiato e che con lei potrei essere diverso lo farò. Te lo dimostrerò. E ti prometto che solo dopo avertelo dimostrato, solo dopo aver ottenuto il tuo permesso, allora io le chiederò di uscire. E’ un patto, una promessa. Ci stai?”
James lo fissò dritto negli occhi. “Sembri davvero pronto a tutto….”
“Perché lo sono. Lotterò fino alla fine per lei. Ti dimostrerò che ci tengo davvero. Che l’amo davvero. E quando te lo avrò dimostrato mi sentirò davvero felice, sarà come aver espiato tutte le mie colpe. E ti prometto anche che se dovesse andare male mi metterò il cuore in pace e continuerò ad essere suo amico. Così noi Malandrini continueremo ad esistere.”
“E se fosse lei a restare ferita da te?”
“Non succederà, è questo quello che ti voglio dimostrare, quando lo avrò fatto capirai anche tu che sono diverso con lei. Lo vedrai con i tuoi occhi e sarai tu a darmi il consenso.”
James ci pensò a lungo e poi sorrise. “Ci sto. Mi sembra onesto. Ti darò l’occasione di dimostrarmi il tuo amore per lei. Vediamo se riuscirai a farmi pensare che sei quello giusto per lei. Sarà difficile.”
“Ma io sono pronto.” Decretò Sirius felice, i due si strinsero la mano e poi si abbracciarono.
“Comunque ora ti vedo molto stressato solo dall’essere in questa casa.” Commentò James.
“Già, non mi è mai piaciuta molto, ma con voi sarà diverso. Poi mia madre organizza sempre dei balli o delle cerimonie, credo che a Star piacerà molto, e un po’ anche a Remus. E’ tutto molto tranquillo e formale, terribilmente noioso a volte, ma almeno potremmo ballare…”
“Dovrai ballare con altre ragazza, almeno finché mi avrai convinto di tutto, certo, potrai ballare con Star, ma non più di quanto tu abbia fatto fin ora. Sarà tutto normale. Promesso?”
“Normalissimo.” Gli assicurò Sirius aprendo al porta dello stanzino e guidandolo al piano delle stanze degli ospiti.
 
………………..
 
Le stanze dei Black erano quasi dei mini appartamenti, avevano un salottino di ingresso dove si potevano accogliere gli ospiti per un tè e poi un porta conduceva alla stanza vera e propria, con il letto e tutto il resto, tranne l’armadio, perché c’era un’altra stanza per vestirsi che era un armadio gigante con molti specchi e una specchiera con il necessario per capelli e trucco. In più dalla camera si accedeva ad un bagno enorme, la vasca sembrava quasi una piccola piscina riscaldata, come quella che avevano i Prefetti ad Hogwarts.
La ragazza si fece un lungo bagno per puro sfizio e poi si stese sul letto, avvolta in un morbido accappatoio.
Qualcuno bussò alla porta. “Signorina, è presentabile?” Domandò la voce di James venata da allegra ironia. Star capì che era solo o al massimo con gli altri Malandrini e andò ad aprire.
“Ciao.” Disse lui sgattaiolando dentro insieme a Remus. “Abbiamo perso Sirius.”
“Davvero?” Si sorprese Star.
“Si, credo che i suoi genitori siano arrivati e lo abbiano reclamato. Quindi siamo venuti a dirti che è meglio se ti prepari in fretta.”
“Oh cielo!” Esclamò lei correndo verso la stanza dei vestiti. Afferrò un abito che aveva fatto apposta per stare a casa Black. Era molto semplice, quasi una tunica stretta sotto il seno, con il collo dal taglio quadrato come era d’uso un tempo, le maniche lunghe, strette fino a metà braccio e poi larghe. Completamente blu e con dei decori oro. Il vestito in sé era molto in stile “Romeo e Giulietta”, avevano studiato quell’opera a Babbanologia e se ne era innamorata. Sperò solo non fosse troppo stravagante, come fattura le ricordava molto gli abiti da strega che indossavano le donne Potter, lo aveva scelto anche per quello, ma ora non si sentiva affatto sicura, comunque non c’era tempo per i ripensamenti. Legò una parte di capelli in una crocchia lasciando cadere sulla schiena qualche boccolo.
“Ok, come sto?” Chiese lei.
“Sembri nostra mamma quando va alle feste dei maghi.” Commentò James.
“Perfetto, era quello l’obbiettivo.” La ragazza si rasserenò appena e in quel momento bussarono ancora alla porta. La giovane afferrò un libro e lo ficcò tra le mani di Remus, poi raddrizzò la postura di James, infine si sedette a sua volta in una delle poltroncine attorno al tavolino per il thè. “Avanti.” Disse allora.
La porta fu aperta da quello che aveva tutto l’aspetto di essere un maggiordomo. “I signori sono attesi in sala da pranzo per la cena.” Annunciò tendendo poi la mano come per invitarli a seguirlo. I ragazzi si alzarono cercando di essere il più eleganti possibile e si fecero guidare verso la cena. Nella sala, su un lunghissimo tavolo, erano seduti i signori Black uno ad un capo e uno all’altro. Su un lato sedevano Cygnus e Druella i genitori di Andromeda, la quale le sorrise appena seduta sullo stesso lato del tavolo tra le sue due sorelle. Di fronte a loro stavano Sirius e Regalus e tre posti liberi per loro.
“Solitamente qui si cena alle diciannove in punto. Siamo lieti di avervi come ospiti, per questo ci auguriamo che voi sarete ospiti di cui essere lieti. Ora che ne siete informati spero di non dover più mandare del personale a cercarvi.” Commentò il signor Black austero e rigido come sempre.
“Loro non lo sapevano, padre, mi avete impedito di dirgli…” Cominciò Sirius ma Star gli posò una mano sulla spalla senza staccare gli occhi da Orion.
“Siamo desolati. Comprendiamo che non abbiamo scusanti e dal momento che vi abbiamo tanto fatto attendere comprendiamo che potreste non desiderare la nostra presenza al vostro tavolo quest’oggi.” Si scusò poi la ragazza, inchinandosi lievemente sia ad Orion che a Walburga, subito imitata dai suoi amici. “Ci scusiamo inoltre di aver fatto attendere anche i vostri ospiti e parenti, i quali sono sicuramente più importanti di noi. Di conseguenza ci scusiamo anche per l’imbarazzo creato.”
Orion la squadrò a lungo da capo a piedi. “Essendo il vostro primo giorno qui vi perdono, sedetevi pure con noi, siete i benvenuti.”
I ragazzi obbedirono immediatamente e la cena cominciò. Walburga ricoprì alla perfezione il suo ruolo di padrona di casa facendo domande ai nuovi ospiti intervallandole con rapporti sul comportamento e gli studi delle sue nipoti.
“Sirius mi ha confermato che non hai ancora scoperto chi era tua madre, di conseguenza non sai ancora se sei purosangue, giusto?” chiese all’improvviso a Star.
“Purtroppo no, sto studiando molto ma senza molti risultati. Anche se sono quasi completamente certa di essere Purosangue dal momento che sono recentemente entrata in possesso di un vecchio diario di mia madre nel quale racconta di una vita molto agiata e assolutamente priva di contatto con i Babbani, mi rendo conto del fatto che questo non dimostri nulla, infatti sto cercando di scoprire il suo cognome e quindi la mia discendenza ma per quanto io mi sforzi i libri mi conducono sempre al punto in cui si narra di come la linea di sangue di mio padre, i White, sia morta con lui.” Rispose Star tranquilla.
“Tuo padre era l’ultimo White quindi. John, l’ho conosciuto. E’ sparito dalla circolazione portando vergogna alla sua casata e poi è morto chissà dove.” Commentò Orion.
“L’ultimo dei White. Ricordo la lezione sulle casate scomparse in misteriose circostanze. E’ molto probabile che sia sparito con una meretrice che potrebbe tranquillamente essere tua madre.” Accennò Bellatrix annoiata.
“Non credo sia molto appropriato fare queste congetture davanti alla figlia di John White.” La rimbeccò Walburga anche se si vedeva che era piuttosto compiaciuta dal commento e lo avrebbe certamente apprezzato in un secondo momento in privato con sua nipote.
“No, credo anche io che sia assolutamente probabile, non sono affatto offesa. Mi creda, signorina Bellatrix, io odio mia madre più di chiunque altro al mondo. Le sono grata per avermi messo al mondo, certo. Ma se scopro che era una sudicia Babbana o peggio non potrei sopportarlo.” Raccontò Star stupendo i suoi amici.
Andromeda, di fronte a lei, si pulì graziosamente le labbra con il tovagliolo regalandole un impercettibile sorriso. Era un complimento, un segno che stava andando molto bene.
“Anche io ho conosciuto John.” Cominciò Cygnus. “Quando eravamo ragazzi lo incontravo spesso nelle occasioni sociali per Purosangue. Era un ragazzo molto promettente. Ma poi qualcosa in lui si spezzò. Probabilmente qualche streghetta da quattro soldi lo aveva fatto ammattire, girava attorno a molte giovani donne purosangue, quindi credo che la tua supposizione di essere a tua volta purosangue sia corretta, Star, ma nulla toglie che tua padre ha fatto cadere in rovina il tuo cognome. Ci vorrà molto sacrificio per riportare onore alla tua casata.”
“Sono disposta a compiere tutti i sacrifici per raggiungere questo scopo.” Gli confidò lei con una punta di umiltà nella voce.
“Io sono una grande stimatrice dello studio e della cultura.” Cominciò Walburga. “E sono disposta a concederti di usufruire della nostra biblioteca mentre sarai qui, solo se non disturberai le lezioni dei miei figli e delle mie nipoti, ovviamente. Sono sicura che i nostri libri ti saranno molto più utili di quelli che potresti trovare ad Hogwarts. Tutto ciò a patto che mi informi ogni sera delle tue nuove scoperte.”
“Accetto con immenso onore. Vi prometto che non recherò alcun disturbo.” Star fece un lieve cenno con il capo per dimostrare la sua gratitudine.
“Ora che abbiamo finito di desinare ho un altro annuncio da fare.” Walburga si alzò in piedi. “Sirius, sei il nostro figlio maggiore e hai finalmente compiuto quindi anni. Come sai i nostri più vecchi antenati si sposarono a volte ben prima di questa età, ma dal momento che sono stata promessa a tuo padre con immenso onore quando lui aveva da poco compiuto quindici anni abbiamo deciso di aspettare anche per te questo momento. Ora sei pronto. Stanno per arrivare ragazze delle famiglie Purosanque più onorevoli. Alloggeranno qui tutte fino a Natale, sei già stato presentato a molte di loro quindi ti sarà facile sceglierne cinque. Lo farai ad un ballo che ho organizzato per la vigilia di Natale fra due giorni esatti. Poi mi prenderò io carico di queste dodici ragazze, potranno essere quelle che vuoi, purché Purosangue, a te la scelta, ma poi io le esaminerò. Le metterò a dura prova, più e più volte. Coloro che reputerò adatte prenderanno parte alla cena di fine anno. Quella stessa sera, allo scoccare della mezzanotte, tu sceglierai la tua promessa sposa tra quelle indicate e sarai legato a lei per sempre. Potrai scegliere un’altra sposa solo se questa dovesse morire, o se ella dovesse rifiutare di sposarti. Ma quest’ultima opzione è impossibile visto l’onore che porta ad una ragazza potersi sposare con un Black. Erediterete tutto ciò che è nostro un giorno. Quindi scegli con cura.”
Sirius la fissava stranito da quando aveva aperto bocca, probabilmente non avrebbe avuto aria più sorpresa nemmeno se sua madre si fosse appena messa a ballare il can-can sul tavolo davanti a tutti gli ospiti. “Non puoi farlo.” Disse dopo qualche secondo di terrificante silenzio. “Non puoi obbligarmi a scegliere mia moglie adesso. Mi rifiuto.”
“Non ti puoi rifiutare.” La voce di Orion tuonò per tutto il salone. “Non hai il potere di rifiutarti. E’ un privilegio immenso essere il primogenito della nostra famiglia e ogni privilegio comporta specifici doveri da osservare. Dovrai scegliere una sposa e sarà meglio che tu faccia quello che diciamo. Se non seguirai le indicazioni di tua madre se disobbedirai o se allo scoccare della mezzanotte non avrai deciso chi sarà tua promessa…”
“Cosa?” Lo interruppe Sirius. “Mi torturerete? Già fatto, già visto. Lo fate da sempre.”
Un sorriso gelido si aprì sul volto di Orion. “Dimentichi che abbiamo degli ospiti molto importanti, per te.”
Il ragazzo lanciò uno sguardo terrorizzato ai suoi amici. “Non potete farlo! I loro genitori ve la faranno pagare.”
“Siamo Black, Sirius, continui a dimenticarlo sempre. Noi siamo legge nel mondo magico.” E con questo Orion si alzò mettendo fine alla cena. Tutti si diressero silenziosamente alle loro stanze, tranne Sirius, Sirius sbatté i piedi, le porte, fece cadere i quadri e ruppe anche qualcosa in vetro. I Malandrini lo seguirono di corsa. Entrarono nella sua stanza e James non poté trattenere un sorriso. Era tappezzata di striscioni di Grifondoro, foto di moto Babbane e anche di ragazze Babbane, ma anche foto di loro, dei Malandrini.
“Come hai fatto a nascondere tutto questo ai tuoi?” Gli chiese.
Sirius si guardò intorno, gli occhi ancora arrabbiati. “Scusatemi. Mi dispiace avervi messo in questa brutta situazione.”
Star cominciò ad andare su e giù lungo la stanza borbottando qualcosa.
“Davvero, scusate, ma non vi preoccupate, sceglierò la mia promessa sposa e poi… troverò un modo per uscirne… posso comportarmi malissimo, così non mi vorrà più sposare.” Ipotizzò il ragazzo disperato.
Star si fermò all’improvviso. “Non funzionerà.”
“Come?!” Esclamò James sconvolto.
“Avete sentito la signora Black; quelle ragazze vengono da chissà dove solo per potersi sposare ad un Black. Lo desiderano fortemente e se non lo desiderano allora lo desiderano i loro genitori e probabilmente anche loro saranno sotto qualche tipo di minaccia. La ragazza che sceglierai non ti lascerà mai, Sirius.” Spiegò lei.
“Allora dovrà sposare una ragazza che non ama?” Si rattristò Remus.
“No, non per forza.” Replicò Star.
Sirius la guardò pieno di speranza.
“Hai un’idea, un piano?” Le chiese James emozionato.
“Si, dovrà sposare me.” Decretò la ragazza facendo venire un colpo a James e scandalizzando Remus. Il cuore di Sirius invece fece circa mille capriole prima di salirgli fino in gola.
“Come?” Domandò Remus.
“Non sposarmi davvero. Solo scegliermi. Scegliermi tra le dodici e poi scegliermi la notte di Capodanno. Resterò sua promessa ma lo lascerò fare tutto ciò che vorrà, ovviamente. Solo che finché resterò la sua fidanzata per volere dei Black loro stessi non potranno fare niente, e quando Sirius troverà il suo vero amore dovremo solo tornare qui, Sirius mi farà la proposta, io rifiuterò e Sirius potrà presentare ai suoi genitori la sua nuova ragazza. Potrà sposare chi vuole così.” Illustrò lei.
“Non chi vuole.” Obiettò James. “Non credi che i signori Black rifaranno di nuovo tutte queste assurdità per trovare un’altra moglie a Sirius. Ci sarà la fila.”
“Non se ce la giochiamo bene. I Black odiano gli scandali. Quindi se Sirius annuncia che mi farà la proposta ai suoi genitori con qualche settimana di anticipo Walburga organizzerà giù il matrimonio e quando io rifiuterò ci sarà troppo poco tempo, e sarebbe troppo assurdo chiedere all’improvviso ad un importante famiglia di donare una loro figlia alla causa anche se ne sarebbero onorati questo metterebbe in una posizione scomoda i Black. Messi così alle strette potrebbero dare il mio nome alla ragazza e andare avanti fingendo che nulla sia accaduto e poi dovrebbero per forza lasciarvi andare abbastanza lontano da non finire in altri scandali. Sareste liberi. Io potrei essere uccisa ma sono abbastanza sicura che allenandomi un po’ giunta a quel punto della mia vita potrei sfuggire ai Black in un batter d’occhio. Mia madre ha fatto scomparire le sue tracce e quelle di tutta la mia casata. Se scopriamo chi è scopriamo anche come ha fatto e io posso rifarlo.”
I tre ragazzi fissarono Star in silenzio per alcuni minuti pensando a tutte le varie possibilità e al suo piano.
“E’ perfetto.” Si convinse James.
“C’è solo un problema: dimostrare che sei Purosangue.” Ricordò loro Remus.
“Non sarà un problema ora che ho a disposizione gli archivi dei Purosangue della famiglia Black. Troverò una traccia della mia dannata madre qui da qualche parte, ne sono certa.”
Tutti allora si voltarono verso Sirius, l’unico a dover ancora esprimere la sua opinione. Il ragazzo guardò Star negli occhi. “Se vuoi scoprire chi era tua madre ti aiuterò con tutte le mie forze, ma ti proibisco di attuare questo folle piano. Non posso. Non voglio sceglierti. Non sai mia madre cosa ti farà. Ti spezzerà, ti forgerà. Privilegi e Doveri, Privilegi e Doveri. Non si parla d'altro in questa casa! Scelte ed Obblighi. Capisci?" ReplicòSirius furioso.
Star e James lo guardarono preoccupati.
"Ma hai una scelta. Hai sempre una scelta." Cercò di convincerlo lei.
“NO! non questa volta. Non voglio che nessuno di voi sia in pericolo per colpa mia.” Gridò poi il giovane Black lasciando libero sfogo alla rabbia.
La ragazza indietreggiò delusa. “Come vuoi. Troveremo un altro modo. Vedrai. Ora ti lasciamo dormire.”
Il giovane annuì. “Comunque, James, non nascondo queste cose a mia madre, è questo che la manda in bestia, Star mi ha insegnato un incantesimo di adesione, a quanto pare è molto potente.”
“Non c’è di che.” Replicò la ragazza sorridendo e detto questo uscì dalla stanza insieme a Remus e James.
“Tu ormai hai deciso vero? Lo farai lo stesso.” Mormorò James mentre camminavano verso le loro stanze.
“Certo che si. Non corro nessun rischio. Dovreste saperlo bene, ferite che si rimarginano e cose così. Andrà tutto bene, sarà solo per qualche giorno. Però mi devi aiutare James, quando sarà l’ora, Sirius dovrà scegliermi.” Star posò la mano sulla maniglia della porta della sua stanza e cercò con gli occhi il sostegno di suo fratello.
“Come vuoi. Ma devi promettermi che se le cose si mettessero davvero troppo male abbandonerai tutto il piano.”
“Promesso. Notte, Jame. Notte, Rem.” Salutò allegra prima di sparire dietro la porta.
 
 
……………
 
Il giorno seguente Sirius bussò alla sua porta di buon ora. “Le nostre lezioni cominciano tra poco e tu sei invitata, ti ricordo.” Le disse tranquillo da oltre la porta.
“Arrivo subito.” In un attimo la ragazza saltò giù dal letto e si preparò per unirsi ai giovani Black in biblioteca. Passò la mattinata tra libri polverosi nel più totale silenzio, leggendone anche tre contemporaneamente e buttando giù fogli e fogli di appunti. Continuò così anche il pomeriggio, dopo un breve pranzo senza adulti in cui poté vedere James e Remus che la aggiornarono a bisbigli sulla loro tranquilla mattinata passata a giocare a carte nella loro stanza.
Walburga fece loro visita per il the pomeridiano che segnava la fine degli studi. Interrogò i suoi figli e i suoi nipoti e poi chiese all’educatore privato che seguiva gli studi dei ragazzi di Star.
“La sua dedizione allo studio è ammirevole ma forse è dovuta solo dall’alto interesse che la sua questione comporta.” Commentò lui.
“Cosa hai scoperto?” Domandò poi a Star.
“E’ uso di ogni membro di una importante famiglia Purosangue redigere un testamento che dovrà essere continuamente revisionato. Le copie di tali testamenti sono tenute alla Gringott sorvegliate da ufficiali incaricati della loro apertura di fronte a legittimi eredi. Non posso dimostrare con assoluta certezza di essere figlia di John White, possiedo solo un medaglione con il nome di mia madre e il cognome di mio padre che potrebbe essere segno della loro unione, e un diario scritto da mia madre in cui afferma di aver conosciuto mio padre ed essersene innamorata. Nulla più. Ma se lei volesse garantire per lei potremmo leggere insieme il testamento di mio padre, unico documento che potrebbe far chiarezza sul mio status.” Snocciolò Star con estrema chiarezza.
“Mostratemi dunque i reperti in vostro possesso. Se li giudicherò adeguati chiamerò un funzionario domani stesso con il testamento di vostro padre.” La informò Walburga, poi batté le mani dando così il permesso a tutti di andare. 
“Se avesse la cortesia di attendermi andrei subito a prendere i due oggetti in questione per sottoporli al vostro giudizio.” La pregò la ragazza, la donna acconsentì con un cenno e rimase seduta in attesa.
Quando Star tornò la trovò esattamente nella stessa posizione, e non poté fare a meno di pensare a quanto fosse inquietante. La signora Black osservò attentamente l’incisione nel medaglione, poi lesse a lungo il diario della madre di Star. Infine posò entrambi di nuovo sul tavolino. “Mi incuriosisce il diario, tua madre sembra una strega molto potente già in giovane età.”
“Io posso fare magie senza l’uso della bacchetta, e altre cose. Non ho mai letto di nessun White che fosse in grado di farlo, nemmeno qui in questa biblioteca. Perciò credo che sia un potere che giunge da mia madre. Questo è uno dei motivi per cui credo che fosse Purosangue.”
Walburga annuì. “Poche linee di sangue sono in grado di fare questo e sono tutte scomparse anni fa. Alcune secoli fa. Quindi garantirò per te. Perché se discenti da una di quelle stirpi, credo proprio che dovrei saperlo.” Concluse.
La ragazza capì che era il momento di andare. Raccolse le sue cose e si diresse verso la sua camera.
La cena fu molto più tranquilla di quella precedente. E non appena tornata nella sua stanza Star si addormentò. Fu svegliata da un lieve bussare in piena notte, aprì la porta e come un lampo si ritrovò stretta in un abbraccio.
“Andormeda!” Sussurrò stupita.
“Esatto! Sei stata bravissima ieri a cena e anche oggi, ma ora sfogati, cosa sta succedendo?”
Star sospirò, si sedette sul letto con la sua amica di penna finalmente di fronte a lei, e le raccontò tutto. Delle sue scoperte, del discorso affrontato con Lily, del piano per salvare Sirius. Ogni cosa.
Alla fine Andromeda l’aiuto a mettersi sotto le coperte. “Ho sentito di molte linee di sangue davvero potenti con caratteristiche simili alle tue, vedrai che il tuo piano funzionerà. In poco tempo scoprirai chi era, o è, tua madre. Buona notte.”
“Buona notte.” Mormorò la ragazza dagli occhi cobalto sfinita.
Il giorno dopo si svegliò troppo presto così si vestì e attese Sirius fuori dalla sua stanza. Il ragazzo uscì con un aria tra l’assonnato e l’annoiato che nonostante tutto gli donava molto.
Si diressero insieme verso la biblioteca e vi trovarono Walburga in piedi in attesa vicino ad un tavolo a cui sedeva un vecchietto con in mano una busta blu notte. Star ebbe un tuffo al cuore.
“Si sieda qui signorina White.” Le ordinò Walburga indicando il posto di fronte all’uomo. Sirius rimase in piedi accanto a suo fratello e le sue cugine.
“Non sono solito a mostrare un testamento senza certificato di nascita dell’erede ma la signora Black è stata sufficientemente convincente. Questo è il testamento di John White, ultimo della casata White.” Disse subito il funzionario porgendo a Star la busta. La ragazza la aprì e cominciò a leggere il testamento di suo padre.
“Ad alta voce.” La invitò Walburga severa.
La ragazza ricominciò:
“Cara Gioia,
so per certo che sarai tu l’unica a leggere questo mio scritto, forse tua madre ti avrà reso difficile arrivare ad averlo. E’ possibile che abbai insabbiato il tuo nome e cancellato la tua discendenza. Ma dal momento che sono riuscito a scambiare un innocuo e vago testamento con questa lettera all’ultimo secondo sono sicuro che lei non lo avrà. Quindi, dal momento che questo resta un documento ufficiale, io ti riconosco, Gioia White, mia figlia, nata il 12esimo giorno del 12esimo mese dell’anno 1959. So che sei tu a leggere, perché questa busta è incantata con un incantesimo di sangue e solo un mio vero consanguineo avrebbe potuto aprirla. Purtroppo il tuo certificato di nascita e il vero cognome da nubile di tua madre sono nascosti nel suo cuore d’oro e io non posso in alcun modo rivelarti quel cognome altrimenti questa lettera finirebbe sul radar di caccia di tua madre che farebbe di tutto pur di distruggerla e io ho bisogno che si dimostri innocua, abbastanza innocua da arrivare a te. Sono certo che vorrai delle risposte in più ma io non posso dartene molte. Credo che tu voglia sapere se amavo tua madre. Io l’amavo con tutto me stesso, e credevo che lei amasse me, forse è stato così all’inizio, prima che venisse accecata dalla sete di potere. Se sei sopravvissuta a lei è solo perché ho chiesto, implorato, supplicato protezione per te. E questo mi costerà la vita, lo so. Tua madre mi troverà e mi ucciderà. Sono sicura che sarà lei. Quindi se la mia morte appare misteriosa, strana, ricoperta dalla vergogna devi sapere che è tutta colpa sua. Il nostro è stato un matrimonio regolare senza alcun disonore, ma tua madre ha grandi poteri, può nascondere i fatti e annebbiare i ricordi. Questo lo devi tenere a mente.
Per ora non posso dirti altro se non che ti amo, piccola mia. E ti amerò sempre,
il tuo papà
John White.”
 
Star trasse un respiro profondo, poteva quasi sentire, dietro di sé, Sirius e Andromeda che si sporgevano per abbracciarla, lo sentiva nei loro pensieri e nel loro cuore. Ma le mancava ancora un pezzo del puzzle.
Walburga le indicò il tavolo e la ragazza obbediente vi posò sopra la lettera in modo che potesse studiare nei minimi dettagli la firma e il timbro della casata. Dopo un attenta e lunga osservazione decretò: “E’ originale.”
“Complimenti.” Disse l’uomo alzandosi. “A quanto pare sei l’ultima White in vita.”
La signora Black accompagnò l’uomo fuori. Quando tornò dopo qualche minuto anche tutti loro ragazzi erano rimasti fermi come il mobilio nella stanza.
“Molto bene. Siamo certi che tu sia una White ma il testamento non dice nulla su tua madre, quindi non siamo sicuri che tu sia una purosangue. A quanto pare siamo punto e a capo. Buona ricerca.” Walburga uscì lasciando spazio all’educatore e la giornata si svolse esattamente come quella precedente. Se non per il fatto che Star smise di cercare risposte nei libri. Cercò invece di informarsi sulle famiglie da cui provenivano le ragazze che sarebbero state presenti quella sera, perché quella sera era la vigilia di Natale. Era tutto già pronto nel salone da Ballo e Walburga annullò il thè pomeridiano permettendo alle sue nipoti e ai suoi figli di recarsi prima alle loro stanze per prepararsi al meglio.
“Sirius, ti controllerò io stessa. Ti aspetto nelle mie stanze tra venti minuti.” Comunicò uscendo la donna.
Le tre cugine se ne andarono subito dopo seguite da Regalus. Sirius attese che tutti furono usciti e poi abbracciò la sua amica. “Come ti senti?”
“Meglio di quanto credevo. Ma non gioire solo perché non conosco il mio cognome e quindi non potrò attuare il mio piano. C’è ancora tempo.” Lo rimproverò lei.
“Sapevo che non te lo saresti tolto dalla testa, ma vedi… è troppo pericoloso… mia madre….” Cercò di avvertirla Sirius ma lei posò le mani sulle spalle di lui e lo inchiodò con lo sguardo. “Ascoltami bene: devi fidarti di me. Ti prego.”
Prima che il giovane potesse replicare Star uscì dalla stanza lasciandolo solo.
Dal momento che Walburga era impegnata con Sirius, Andromeda poté sgusciare nella stanza di Star per aiutarla a prepararsi. Si unirono a loro James e Remus già pronti nei loro abiti eleganti.
“Quindi non so ancora la cosa più importante.” Finì di raccontare Star ai suoi due amici.
“Strano però, tuo padre ha scritto male di tua madre per tutta la lettera ma poi ha detto che ah un cuore d’oro in cui custodisce le due cose che cerchi.” Rifletté Andromeda stringendole il corpetto.
“Credo fosse sarcasmo, almeno spiegherebbe il mio senso dell’umorismo.” Commentò Star quasi ridendoci su, poi si osservò allo specchio. Per quella serata molto importante aveva deciso di indossare un abito creato da lei, aveva il corpetto stretto e turchese, con una fascia blu orizzontale e semi rigida che le copriva il corpetto all’altezza del seno, la gonna era in morbido chiffon indaco e sotto il primo strato ve ne erano altri di varie sfumature di azzurro. Dal fianco sinistro, dall’attaccatura del corpetto alla gonna partiva un drappeggio di chiffon color blu notte con delle sfumature dorate, fermato sul fianco da una spilla a forma di stella oro con dei piccoli filamenti dorati che scendevano lungo la gonna. Un’altra spilla a forma di stella era posizionata sul lato destro del corpetto nell’angolo più alto. Le scarpe che la ragazza indossò erano davvero strane per quell’epoca; erano scarpe con il tacco e la suola dorati, chiuse solo da tre laccetti blu, uno quasi sulla punta del piedi, uno sul collo del piede e uno sulla caviglia, quest’ultimo era chiuso lateralmente da una stellina dorata con i filamenti che ondeggiavano ad ogni passo della ragazza. La ragazza indossò quindi dei piccoli orecchini dorati a forma di falce di luna e poi si fece truccare da Andromeda che le applicò solo una linea di matita blu sugli occhi con qualche brillantino oro, un po’ di mascara e del lucidalabbra rosso.
“Direi che sei perfetta.” Commentò James passando piano le dita tra i capelli lunghi e mossi di sua sorella per poter vedere i loro riflessi dorati alquanto bizzarri in tutto quel nero.
“Già, quanto invidio il fatto che puoi indossare il colore che vuoi.” Sbuffò Andromeda nel suo elaborato e ottocentesco vestito verde scuro.
“Puoi vestirti solo di quel colore?” Le chiese Remus stupito.
“Nelle occasioni così ufficiali si. Walburga ha creato una specie di codice di colori per l’abbigliamento in base allo status, quindi loro si vestono di nero, gli ospiti d’onore dei Black di grigio, come tutte le ragazze invitate da Walburga per questa sera, io che non sono una Black del ramo ufficiale, come le mie sorelle e i miei genitori e gli altri cugini, devo vestirmi di verde scuro.” Spiegò Andromeda.
“Oh.” Riuscì a dire solo Remus.
“Ti inviteremo ad una festa a casa nostra, senza le tue sorelle o nessuno che potrà giudicarti, così potrai indossare un abito che ti piaccia davvero.” Le promise James tranquillo.
Lei rise senza allegria. “Sarebbe bello.”
“Oh, tranquilla, accadrà. James mi ha tirato fuori da quell’orfanotrofio, sono sicura che può fare tutto.” La rassicurò Star.
“Bene. Si vedrà. Ora però dobbiamo davvero andare.” Ricordò loro Andromeda gettando un sguardo ad un orologio antico sistemato accanto al letto.
I ragazzi si sbrigarono a scendere verso il salone, non ci sarebbe stata una vera cena perché la miriade di camerieri che erano stati chiamati per quella serata avrebbero servito del cibo da mangiare in piedi, era una cosa piuttosto innovativa secondo Star ma a quanto le disse Andromeda accadeva spesso ai balli. Nel salone da ballo vi erano già molte persone che parlavano tra loro con sobrietà, era molto diverso dal ballo che avevano organizzato i Malandrini a casa Potter, poche persone sorridevano e nessuna rideva, tutti indossavano vestiti piuttosto scuri anche se molto elaborati ed eleganti, quasi sfarzosi. Inoltre si respirava aria di formalità in ogni angolo, i gesti, le parole, era tutto misurato, calibrato, quasi imparato a memoria. Star entrò accanto a Andromeda e per un secondo desiderò di aver indossato un abito scuro come quello della sua amica ma poi gettò uno sguardo e James e Remus uno vestito di turchese e l’altro di blu scuro che tranquilli si guardavano attorno alla ricerca del loro amico e allora si fece forza.
“Quella è una delle pretendenti.” Andromeda aveva aperto un ventaglio davanti al suo viso per poter parlare con Star e indicarle con un cenno nascosto la direzione in cui guardare. La ragazza getto uno sguardo rapido in quella direzione e notò una giovane molto bella con un abito grigio perla sobrio ma elegante che la faceva spiccare in mezzo a tutti quei vestiti scuri, pensò a come doveva apparire lei in quel vestito colorato e sfacciato, senza parlare di suo fratello che sembrava un canarino tra corvi. Rise lievemente a quel pensiero e cominciò a sua volta a cercare Sirius con lo sguardo.
“Oh, non lo troverete.” Li avvertì Andromeda “Farà il suo ingresso tra poco.”
Proprio in quel momento il suono di un campanello richiamò il silenzio nell’immenso salone dove i lampadari di cristallo scuro riflettevano la luce delle candele in mille sprazzi freddi sul pavimento come minuscoli pezzetti di ghiaccio sparsi. Walburga e Orion scesero da un immensa scalinata perfettamente illuminata.
“Vi diamo il nostro caloroso benvenuto nella nostra residenza. Siamo lieti di informarvi che questo ballo è in onore del nostro figlio maggiore Sirius Orion Black.” Annunciò Orion con calma e formalità.
Sirius scese le scale in quel momento, Regalus lo seguiva restando però indietro.
“Sono lieta di annunciare ufficialmente che quest’oggi Sirius sceglierà dodici ragazze Purosangue tra le presenti perché io possa educarle, coloro che reputerò adatte potranno prendere parte ad un altro ballo l’ultima sera dell’anno corrente, e tra loro mio figlio sceglierà la sua promessa. Buona serata a tutti voi.” Walburga fece il suo annuncio in tono controllato ma molto orgoglioso, subito dopo partì la musica.
I balli erano antichi, come quelli che aveva loro insegnato Sirius per la loro festa Veneziana.
“Il tuo primo ballo è sempre con Remus, vero sorellina?” Le chiese James.
 “Certo che si.”Confermò lei.  Remus sorrise rassegnato porgendole il braccio e accompagnandola verso la pista da ballo.
“Non so come funzionino la regole qui, ma se mi fosse concesso, vorrei rubarti questo ballo.” Disse poi James ad Andromeda la quale sorrise piacevolmente sorpresa.
“Oh, si, sei Purosangue quindi mi è concesso.” Accettò lei felice.
Mentre ballava con Remus Star poté vedere James ballare con Andromeda, vide anche Sirius che, con lo sguardo spento, subiva tutte le presentazioni formali con le ragazze vestite di grigio e le loro famiglie. Pensò che una di loro sarebbe stata sua moglie, e lui non avrebbe potuto farci niente. Era così triste. Pensò a come si sarebbe sentita se qualcuno l’avesse costretta a vivere per tutta la vita con un persona che non amava. Questo pensiero le riportò alla mente i ricordi dell’orfanotrofio, dove nessuno l’amava. Forse Sirius avrebbe avuto la fortuna di trovare una ragazza che provava più di ammirazione per lui, che lo amava davvero, ma lui l’avrebbe davvero amata o si sarebbe chiuso sempre di più in un guscio di tristezza e sopportazione rendendo la vita di quella ragazza e la sua completamente triste e infelice?
“Star, tutto bene?” Le domandò Remus.
La ragazza si riscosse e notò di essere ferma. “Si, scusami.” Ricominciò a ballare anche se si stupì che la musica fosse cambiata, ora Sirius stava ballando con la ragazza con il vestito grigio perla. Lei era davvero bella e lo guardava con una luce particolare negli occhi. Anche le altre ragazze lo guardavano così, era una specie di desiderio misto ad infatuazione. Qualcosa di troppo dolce, quasi stucchevole. Anche la seconda canzone finì e lei e Remus si spostarono ai lati della sala per poter mangiare qualcosa e osservare le altre coppie danzare.
“Sono venuto a prenderti sorellina.” Annunciò James. “Andromeda è stata rapita da sua madre e dalle sue sorelle e io me la sono coraggiosamente data a gambe.” Scherzò il ragazzo. Star vide che anche le tre sorelle venivano portate in giro dalla loro madre che presentava loro rispettabili gentiluomini uno dopo l’altro.
“Deve essere davvero dura vivere qui.” Commentò la ragazza.
“Ci si annoia a morte, se è questo che intendi.” Concordò James.
“No, non solo questo.” Continuò lei posando la mano sul braccio di suo fratello per farsi condurre a ballare. “E’ più il fatto che sia tutto già deciso, già stabilito. Lo hai sentito Sirius no? qui si vive solo secondo le regole.”
“Già, deve essere strano avere una vita programmata in precedenza da qualcun altro.” Rifletté il ragazzo.
Verso metà canzone Sirius si avvicinò a loro. “Hei.” Li salutò sollevato.
“Buona sera signorino Black.” Lo schernì Star facendogli pure un profonda e impeccabile riverenza.
“Non farlo mai più.” La ammonì Sirius ma sul suo viso si faceva largo un sorriso.
“Sei fuggito?” Gli chiese James mentre anche Remus si avvicinava a loro.
“Nah, è solo il tempo d’aria, un mio diritto di recluso.” Scherzò il giovane Black.
“Come sta andando con le tue belle ragazze?” Domandò Remus.
“Ti ci metti anche tu?!” Si esasperò Sirius. “Comunque mia madre mi ha giù praticamente obbligato a sceglierne tre che lei crede perfette e cinque che devo per forza scegliere per non offendere le loro famiglie quindi in pratica la mia scelta libera si restringe a quattro ragazze.”
“Sirius… io…” Cominciò Star in tono dispiaciuto.
“Lo so, non hai ancora scoperto il cognome di tua madre, ma credimi ne sono felice, è meglio così, non sai davvero di che cosa è capace mia madre, sono felice che tu non debba subirlo. E poi passeranno ancora molti anni prima che si parli di matrimonio. Potrò divertirmi come voglio non ti preoccupare.” La rincuorò lui. La ragazza fece un cenno deluso.
“E quindi hai scelto di stare ai loro ordini?” Si preoccupò James.
“Non c’è molto altro che possa fare per ora, magari un giorno potrò ribellarmi, ma fintanto che siete tutti qui non voglio correre rischi.” Confidò loro Sirius.
“ah, non dovresti preoccuparti così tanto per noi. Almeno non per me, insomma, non credo siano preparati a tenere rinchiuso un lupo mannaro. Se provassero a tenerci in ostaggio si sorprenderebbero molto.” Intervenne Remus allegro.
I Malandrini risero piano. “Oh, giusto!” Sirius tornò subito serio. “Però davvero dovete stare attenti. Quando io e Regalus eravamo … più piccoli, chiamavamo le punizioni di nostra madre i sette gironi dell’inferno.”
“Un nome drastico.” Si spaventò un po’ Star.
“Perché sono setti livelli di potenza della maledizione Cruciatus, mi sono beccato il settimo per solo un millesimo di secondo quando sono tornato a casa il primo anno e ho detto che Serpeverde faceva schifo e i Babbani erano forti. Oh, non è stato divertente. Mio zio Alphard era preoccupatissimo, in seguito mi ha rivelato che con quel livello porta le persone alla pazzia perenne.” Spiegò Sirius scuro in volto.
“Hei, fratello.” James gli mise una mano sulla spalla e lo guardò negli occhi. “Non ci succederà niente, vedrai. E non succederà niente nemmeno a te.”
“Si, stai tranquillo.” Lo rassicurò Remus a sua volta.
Star invece lo guardava come una che aveva finalmente risolto un ingarbugliato mistero. “Oh! Questo spiega perché sei così!” Commentò poi.
Sirius la fissò stranito e poi si mise a ridere insieme a tutti gli altri Malandrini. “Ah, non capisco come tu possa credere che le Cruciatus siano la causa del mio immenso fascino ma va bene.” Replicò lui.
“Io volevo dire che erano la causa dei tuoi problemi mentali ma tu non ti preoccupare, continua pure a pensare ciò che vuoi.” Ribatté ancora la ragazza scherzosa. I quattro amici risero ancora.
“Bolide, non credevo che fare dell’ironia sulle disgrazie di Sirius fosse così divertente.” Si stupì James.
“Dovremmo farlo più spesso.” Propose Remus. Tutti risero ancora.
“Ah, possiamo farlo con le disgrazie di tutti noi, ne abbiamo a bizzeffe.” Ricordò loro Star senza perdere nemmeno un briciolo di allegria.
“Già e poi…” Cominciò Sirius ma poi si bloccò all’improvviso in ascolto delle prime battute della canzone che stava cominciando nel salone. “Oh no. E’ un tango. E’ finita la mia libertà, ora dovrò ballare con una di quelle ragazze. Odio il tango con loro, sono così appiccicose.” Si lamentò.
“In effetti questo è un problema. Vengono verso di te.” Gli fece notare James mentre effettivamente le ragazze si avvicinavano a loro con finta nonchalance.
Sirius si voltò verso Star. “Tu! Sei la soluzione. Ti ho insegnato a ballare e mia madre ha solo detto che quando sarebbe partito il tango io avrei dovuto ritornare a ballare ma non ha detto con chi. Non voglio che mi salvi dal mio matrimonio combinato ma ti permetto di salvarmi da questo tango se vorrai.” Il ragazzo le porse la mano.
“Con piacere.” Accettò Star.
I due si diressero verso la pista da ballo.
“Sembri preoccupato.” Disse Remus a James.
“Non molto. Sono solo… sto riflettendo su alcune cose.” Rivelò James senza staccare gli occhi da sua sorella.
“Cosa c’è, sembri agitata.” Notò Sirius guardando la sua amica negli occhi.
“Vorrei solo poter fare di più.” Mormorò lei.
“Tranquilla, andrai benissimo, gli stessi passi di quella sera sulla torre di Astronomia, solo più controllati, meno seducenti. Andrà tutto bene. Ti guiderò io.” Il ragazzo le posò delicato una mano sulla vita e con l’altra le prese la mano sollevandola in posizione per la danza.
“Mi piace quando mi guidi… nel ballo intendo. Riesco sempre a fare tutto.” Gli confidò Star.
“Bene, si parte.” Sirius le sorrise e iniziò a muoversi. “Lo so che la situazione è abbastanza stressante, ma non ti preoccupare, non ti accadrà nulla.”
“Ma accadrà a te.” Replicò lei.
Il ragazzo la guardò negli occhi. “Star, non devi preoccuparti per me, starò bene. Infondo posso sempre scappare e combattere come Auror quando la scuola sarà finita.”
“Se lo dici tu.” Sussurrò lei abbassando lo sguardo.
Sirius sospirò e poi la face piroettare lontano da sé tenendole una mano prima di tirala di nuovo vicino con forza. La ragazza lo guardò sconvolta. “Che c’è? E’ un tango!” Replicò lui. “Inarcati.” Le ordinò poi tenendole una mano dietro la schiena e seguendo il movimento della sua schiena all’indietro e poi di nuovo su. Star gli sorrise allegra.
La canzone finì troppo presto e Star vide la madre di Sirius lanciare uno sguardo strano nella loro direzione. “Credo che ora dovresti andare a ballare con le altre ragazze.” Gli disse.
“Si dovrei. Augurami buona fortuna.” Borbottò il ragazzo.
“Se solo tu mi permettessi di aiutarti.” Lo rimbeccò lei.
Sirius lasciò salire solo un angolo delle labbra verso l’altro producendo un mezzo sorriso incredibilmente affascinante. “Mi stai già aiutando abbastanza. Tu, James e Remus. Siete fantastici.” Poi si allontanò per invitare una ragazza con un vestito quasi argento a ballare, anche lei era molto bella.
Star si spostò verso un lato della sala e dietro di sé cominciò a sentire due ragazze parlare in tono di superiorità.
“Non trovi che sia dozzinale?” Disse la prima.
“Certo che si! E quei gioielli, non sono nemmeno di oro vero.” Replicò la seconda.
“Poi anche se lo fossero l’oro giallo è così banale.”
“Oh, è vero! L’oro bianco è molto più raffinato.”
“Adoro le collane in oro bianco.”
“Anche io, una volta un ragazzo me ne regalò una per far colpo su di me, disse che così avrei tenuto sempre un suo ricordo appeso vicino al cuore.”
“Romantico!”
“Vero? In ogni caso scommetto che lei nemmeno possiede qualcosa in oro bianco.”
Star si voltò spazientita. “Per vostra informazione posseggo un medaglione in oro bianco, ma non indosserò mai qualcosa lasciatomi da mia madre, non ho alcuna necessità di sentirla vicina al mio…” La ragazza si bloccò all’improvviso colta da un’illuminazione. “… cuore. Cuore d’oro.”
“Ma come ti permetti di rivolgerti così a noi.” Sbottò una delle due ragazze voltandosi per andare via mentre il cervello di Star era già lontano da quel salone. La giovane cercò di rimanere composta mentre usciva dalla sala, appena fuori sollevò la gonna con entrambe le mani e partì di corsa verso la sua stanza. Aprì la porta di scatto e afferrò il medaglione di sua madre che aveva lasciato sopra il comodino. Era sicura che in esso si trovasse la risposta, cercò una fessura o un gancetto da cui poterlo aprire ma ovviamente non trovò niente. Così fece una cosa che non aveva mai fatto prima: lo indossò. Non accadde nulla, così prese un profondo respiro e se lo avvicinò al cuore. Fu pervasa da una sensazione sgradevole e all’improvviso le passarono davanti agli occhi alcuni ricordi non suoi, vide il viso di un uomo per un secondo, non ebbe nemmeno il tempo di memorizzarlo ma sperò fosse suo padre. Quando tornò in sé si tolse di nuovo il medaglione e lo sistemò tra due pesanti libri che si era portata via da Hogwarts, poi prese il pugnale che le aveva regalato lo zio di Sirius e schiacciando il medaglione tra i libri pianto il pugnale in esso con tutta la sua forza, ancora e ancora finché nella sottile superficie d’oro non si aprì un buco abbastanza grande da poterci infilare la lama e poi con movimenti simili a quelli che aveva visto fare ai pescatori che aprivano cozze e cappesante in riva alla spiaggia aprì a metà il medaglione. Caddero a terra due fogli. La ragazza prese il primo con mani tremanti era chiuso dalla ceralacca e quando lo aprì sentì un lieve pizzicore che le ricordò il momento in cui aveva aperto la busta del testamento di suo padre. Infatti era lui a scrivere.
“Cara Gioia,
se stai leggendo questa lettera vuol dire che hai conservato il medaglione molto più a lungo di quanto tua madre avrebbe mai pensato e hai trovato il mio testamento. Questa lettera è protetta dalla stessa magia di sangue che proteggeva quella busta, ma anche se tua madre non è riuscita a leggera ha percepito che vi erano troppe informazioni all’interno e l’ha nascosta dove pensava che non avresti mai cercato. Quando ti ha abbandonata ti ha lasciato appositamente questo medaglione affinché il suo ricordo ti perseguitasse tramite esso e ti facesse talmente male che un giorno lo avresti gettato via o nascosto per sempre e te ne saresti dimenticata. Ma io sono certo che il legame di sangue tra me e te sia più forte dei suoi sotterfugi. Sono certo del fatto che riuscirai a trovare più indizi di quanti tua madre pensa di lasciarti. Quindi è ora che ti dica che tua madre era una Deran e quindi lo sei anche tu. Loro sono una stirpe unicamente femminile a cui sono stati donati poteri e bellezza quasi divini. Troverai più leggende che fatti su di loro, ma credimi, sono tutte vere. Si tramandano immensi potere, sconfinate conoscenze e delicata bellezza da secoli per semplice linea di sangue. E anche se tua madre ha cercato di tagliare il tuo collegamento alle infinite conoscenze delle Deran io sono sicuro che siano ancora dentro di te. Ora che sai chi sei sono sicuro che tua madre abbia nascosto nel medaglione anche il tuo certificato di nascita dal quale non è riuscita a cancellare il tuo cognome. Il potere di una donna della vostra discendenza che conosce le sue origini è immenso, dovrai studiare e recuperare tutti i ricordi che tua madre ti ha tolto ma non devi aver paura, sono sicuro che tu a differenza di lei userai questo potere per il bene. Ne sono sicuro perché lei stessa ti ha abbandonato riconoscendo in te una minaccia. Sei buona, Gioia, io lo so. Ecco il perché ho deciso di chiamarti così.
Stai in guardia però, quando tua madre percepirà che starai riacquistando i tuoi poteri inizierà a cercati. Non devi mai fidarti di lei. Non cedere, sei l’unica speranza di un mondo migliore, sei il mio piccolo raggio di sole. Ricorda che ti è possibile sapere tutto questo solo perché è stato protetto con una magia di sangue e amore. E questo tipo di magia è la più potente del mondo, più potente persino di quella di una donna come tua madre, soprattutto se il suo cuore è pieno solo di sete di potere e risentimento.
Ti voglio bene
Il tuo papà
John Joe White.”
 
Star dovette rileggere il tutto per altre due volte, il cuore le batteva forte e già sentiva i ricordi di cose antiche muoversi dentro la sua testa. Si sdraiò a terra per qualche secondo in preda a quella che sembrava proprio una crisi di panico. Cerano così tanti volti, così tanti nomi, incantesimi, nozioni. Tutto dentro la sua testa. Era spaventoso e al tempo stesso la faceva sentire più viva, come se finalmente fosse riuscita a collegarsi con il tempo e il luogo in cui si trovava, come se lei fosse più lei. Si rialzò qualche minuto dopo e prese il secondo foglio, era il suo certificato di nascita, il nome di sua madre era leggermente rovinato come se lei avesse cercato di cancellarlo con la magia ma senza successo: Rose Deran, ecco come si chiamava la donna che l’aveva abbandonata e che molto probabilmente era ancora in circolazione. Lesse poi il suo nome completo, si perché a quanto pareva suo padre aveva deciso di darle un secondo nome davvero molto strano.
“Gioia Rayo de Sol White Deran.” Lesse con voce tremante. Raggio di sole. Di nuovo la sua mente fu aggredita da suoni e colori di ricordi che non le appartenevano. Per un attimo si convinse di saper parlare tutte le lingue del mondo e fu certa, nel delirio, di star gridando qualcosa in spagnolo. Tutto si fermò così come era venuto. Rimase un attimo ancora distesa a terra, troppo sconvolta per fare altro.
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
“Star?” Era James. “Stai bene?”
“Si.” Rispose la ragazza cercando di alzarsi ma il mondo prese a girare vorticosamente. “No.” si corresse mentre si sentiva cadere nel vuoto. Mani forti la afferrarono.
“Ma che cosa diamine hai combinato?” Le chiese James passando lo sguardo sul pavimento dove stavano ancora le due parti del medaglione, il pugnale e i fogli.
“Sono una Deran. Non poteva andare peggio di così.” Sbottò Star.
“Come scusa?” Fece suo fratello chiaramente sconvolto.
“Una Deran. Tipo una stirpe di donne che discendono da una divinità… cose del genere. Non lo so. So di essere probabilmente una delle due donne più potenti al mondo ancora in vita.” Cercò di spiegare lei.
“Wow.” Si stupì il ragazzo.
“Però,” Si rallegrò lei cominciando a mettersi seduta e sostenersi da sola. “mio padre era sicuro che io potessi fare del bene, farneticava di salvare il mondo, non credo di poter fare così tanto, Jame. Ma ti giuro che farò tutto il bene possibile. Solo il bene. E tu devi aiutarmi.” Decretò poi.
“Certo che ti aiuterò.” James la abbracciò felice e dopo qualche secondo si ricordò di una cosa: “Ma quindi aiutarti comprende anche dirti che Sirius sta per scegliere le dodici ragazze?”  
Star saltò giù dal letto e afferrò uno dei fogli a terra. “Certo che si! Babbeo!” Gridò correndo verso il salone il più velocemente possibile. Il ragazzo la seguì rapido stupito da quello scatto.
Giunta nei pressi del salone Star cercò di ricomporsi e muoversi con eleganza ma si accorse che i suoi passi erano comunque troppo rapidi e veloci, sperò che l’avrebbero perdonata. Entrò seguita da suo fratello che a differenza sua non cercò minimamente di darsi un tono. Sirius era sulle scale, solo qualche gradino più in alto di tutti, e con aria rassegnata stava elencando i nomi delle sue aspiranti future spose.
Star si bloccò e guardò disperata suo fratello. “Cosa faccio? Speravo di avere il tempo di parlargli e convincerlo ad attuare il piano!”
“Non lo so!Lo speravo anche io…” James si guardò attorno cercando un’idea.
“Star, devi fare qualcosa.” Remus venne verso di loro con il viso tirato.
“Si, lo so… lo so… ma cosa?” Si disperò la ragazza.
 “Segui il tuo cuore!” La incoraggiò Remus.
“Improvvisa.” Le consigliò James con lo sguardo di chi non vede nessuna via di fuga.
Star si illuminò, corse verso le scale e si gettò in ginocchio ai piedi di esse di fronte a tutte le ragazze appena nominate.
“Sirius Orion Black.” Cominciò lei, il capo piegato verso il basso la voce tremula.
“Oh, Star, no.” Mormorò lui guardandola dall’alto ma non poté fare nulla per fermarla.
 “Ti prego di accettare questa mia tardiva dichiarazione: io ti amo, ti amo fin dal primo momento, quando ci siamo incontrati per caso sul treno verso Hogwarts. E ora che sono qui, e ho avuto l’onore di conoscere la tua famiglia, sono certa che i miei sentimenti per te siano sinceri e profondi, desidero far parte della tua vita ora più che mai. Quindi mi rimetto a te e al tuo giudizio: mi credi degna di essere scelta insieme alle altre ragazze qui presenti per poter ricevere l’educazione che una tua sposa merita?”
“Fermo!” Esclamò Walburga evidentemente convinta che Sirius avrebbe immediatamente accettato. “Non sappiamo se sia o no Purosangue.”
Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo che durò poco perché Star si alzò e guardò la Signora Black. “Mi scuso per non avervelo annunciato, nella fretta di dichiarare i miei sentimenti ho dimenticato di dirvi che sono riuscita a trovare il mio certificato di nascita. Non mi sarei mai permessa, altrimenti, di avanzare tale proposta.” La giovane porse un foglio alla donna. “Io sono una Deran.”
Gli occhi di Walburga brillarono per un secondo in modo strano. “Ottimo, ma è molto strano che una discendenza potente come quella delle Deran sia stata così tenuta nascosta.”
“Mia madre è impazzita, a quanto dice la lettera di mio padre che accompagna quel certificato. Impazzita alla ricerca di potere, non desiderava quindi che io conoscessi le mie origini, sperava che rimanessi sempre debole. Ha disonorato la mia famiglia e le mie antenate, ha infangato l’onore della famiglia di mio padre e ha ucciso molti Purosangue per riuscire ad ottenere più potere. Desidero quindi, con il vostro permesso, approfondire i miei studi sulla mia famiglia, essere educata come il mio rango richiede e poi riportare l’onore alle stirpi da cui provengo. Sposare Sirius, l’amore della mia vita, è l’obiettivo a cui miro una volta che avrò dimostrato di esserne degna. Quale White e quale Deran.” Spiegò lei a testa alta.
La donna le fece un lieve cenno in segno di rispetto e poi guardò suo figlio. “Ebbene, credo che dovresti accontentare la tua amica nonché l’ultima donna in vita a portare avanti due cognomi così importanti per noi maghi.”
Sirius guardò Star negli occhi sapendo che lei stava leggendo il suo pensiero e la pregò con tutto sé stesso di non farlo, di ritirarsi. Ma la voce di Star gli arrivò lieve direttamente nella sua testa
“Star Gioia White Bennet, ora sotto i Potter.” La chiamò lui, poi chiuse gli occhi e raccolse tutte le sue forze sperando davvero che la sua amica fosse in grado di passare incolume gli esami dei Black. “Ti scelgo come mia pretendente.”
Walburga si raddrizzò ancora di più, cosa che Star non credeva possibile, e sorrise fiera dell’accaduto. Attese che Orion le porgesse il braccio e salì i gradini fino raggiungere Sirius prima di parlare. “E’ stata una serata colma di emozioni. Mio figlio a scelto ragazze meravigliose provenienti da famiglie leali e fedeli, sarò lieta di educarle al meglio. Sirius ne sceglierà solo una ma sono certa che le lezioni che impartirò loro saranno utili a tutte per portare onore alla famiglia e trovare presto un degno marito.”
“Il ballo di questa sera è concluso. Ringraziamo tutti voi per la vostra presenza.” Annunciò Orion.
Le persone cominciarono ad uscire con calma dal salone e Walburga guidò Sirius verso le ragazze ancora allineate davanti alle scale.
“La servitù vi guiderà ai vostri alloggi. Inizieremo domani all’alba. Desidero che siate puntuali, vi farete trovare qui nel salone alle sei. Troverete la vostra divisa nella vostra stanza. E tutto. Buon riposo.” Spiegò loro Walburga. Quando la donna finì di parlare Sirius mosse un passo verso Star ma sua madre lo fermò. “Non puoi passare del tempo solo con lei, sarebbe un favoritismo. Avrete occasione di parlare nelle sezioni di incontro scandite dal programma.” Decretò.
Giunse un’elfa dai grandi occhi verde acqua che pregò alle ragazze di seguirla. Mentre Star camminava infondo alla fila notò che molte di loro si conoscevano; alcune andavano d’accordo, altre si odiavano. L’elfa le condusse in un ala della casa piuttosto strana, lungo un corridoio erano posizionate circa sedici porte tutte uguali alcune porte vennero timidamente aperte da delle elfe che le ragazze riconobbero e tutte si precipitarono nella loro stanza con la loro personale servitù, Star notò di essere rimasta sola.
“Dovrebbe punire sua elfa, signorina, sua elfa in ritardo.” Pigolò la creaturina rimasta accanto alla ragazza fissandola con i suoi occhioni chiari.
“Oh, no. io non possiedo un’elfa.” Replicò Star avviandosi tranquilla lungo il corridoio cercando di capire quale fosse la sua stanza. Optò per dirigersi verso una delle cinque porte che non si erano aperte, quella più distante dalle altre quattro, per precisione.
“Signorina non ha servitori?” Si sbalordì la creatura.
“No, affatto.” Rispose la ragazza aprendo la porta e constatando felicemente che vi erano i suoi bagagli all’interno.
“Liz può aiutare la signorina?” Chiese allora l’elfa.
“Ti ringrazio molto, sei molto gentile, Liz. Ma io posso fare da sola. Puoi andare.”
“Signorina molto gentile.” Mormorò Liz, si inchinò brevemente e poi scomparve.
Star si gettò sul letto. Il suo piano era riuscito. Ora doveva solo arrivare fino a capodanno.
 
 
………………………
 
Il giorno dopo si svegliò presto, non sapeva esattamente che ora fosse ma il sole fuori dalla finestra non era ancora sorto. Sbadigliò annoiata e diede un rapido sguardo alla divisa che avrebbe dovuto indossare; era grigio-argentea e molto semplice, busto stretto, collo alto, maniche lunghe, gonna lunga appena leggermente ampia. Le scarpe erano come ballerine ma con un tacco medio-basso che secondo la ragazza non sarebbe stato bene a nessuna donna. Vi erano anche delle calze bianche comprese nella mise e un nastro di raso per i capelli che evidentemente andavano portati raccolti. La giovane sospirò. Pensò ad Andromeda che si doveva vestire sempre di verde ad ogni festa e cercò di non deprimersi troppo all’idea di dover indossare qualcosa di così tristemente grigio.
Dopo essersi vestita decise che sarebbe uscita per andare in salone con tutta calma. Era meglio essere lì con grande anticipo, non si poteva mai sapere cosa avrebbe fatto Walburga per ostacolarle. Quando uscì in corridoio però le ci vollero un paio di secondi per capire la situazione. Le undici ragazze sembravano raddoppiate tanto era il rumore che facevano; correvano da una parte all’altra in preda al panico seguite dalle loro elfe, cercavano di sistemarsi i capelli e il trucco, di indossare alla meglio la divisa e di sembrare più magre, alcune si stavano togliendo qualche pelo superfluo spuntato durante la notte, altre si disperavano per un brufolo. Star cercò di passare tra loro inosservata, e non fu difficile, guadagnò presto la libertà da quel covo di ragazze isteriche e si diresse tranquilla verso il salone. Non pensava che James o Remus fossero già svegli e non voleva disturbarli. Pensò che avrebbe avuto molte altre occasioni per parlare con loro.
Girò l’angolo e andò quasi a sbattere contro Sirius.
“Hei.” Il ragazzo si guardò rapidamente attorno e poi la condusse alla svelta in una stanza degli ospiti vuota.
“Ma che cosa ti è saltato in mente?!” Le chiese lui visibilmente scosso.
“Bhe, ti avevo detto che lo avrei fatto. Devi stare tranquillo, so cavarmela benissimo. Vedrai, sopravvivrò.” Replicò lei tranquilla.
“Tu! Ieri sera… tutto quello che hai detto…” Incominciò Sirius ma la giovane non lo lasciò finire.
“Senti, so di averti spaventato. Ma non ti preoccupare, mi sono inventata tutto. Farò come promesso: sarò la tua promessa sposa fino all’ultimo e poi potrai sposare chi vorrai.”
Il ragazzo guardò a terra per un secondo. “Ci tieni davvero tanto alla mia libertà a quanto pare.”
“Certamente! Non posso certo stare a guardare mentre compi il tuo dovere rovinandoti così gli anni migliori della tua vita, e poi sono sicura che un giorno anche il rubacuori Sirius Black si innamorerà.” Commentò la ragazza avvicinandosi a lui. “Un giorno una ragazza, o una donna, ruberà il tuo di cuore, e qualunque altra ragazza ti sembrerà falsa, pallida, una banale imitazione, non ti darai pace finché non avrai conquistato la donna che possiede il tuo cuore. Fidati.”
Sirius deglutì sonoramente, il cuore che batteva a mille. Star si allontanò da lui sorridendo. “Scusa, è una cosa che dice sempre mia mamma a James e volevo renderla più drammatica ma a vedere dalla tua faccia credo di aver esagerato. Ora devo andare, seguo le regole di tua madre adesso. Anche io ho dei doveri.”
Lui sorrise. “Giusto. Ti ringrazio. Per tutto quello che stai facendo per me.”
La ragazza gli fece un rapido occhiolino. “Sono sicura che avresti fatto lo stesso per me.” Fece per andare via ma poi si ricordò una cosa e si voltò di nuovo verso il suo amico. “A proposito, Buon Natale. Se riesci a farlo prova ad entrare nella mia stanza, nel baule ci sono i regali per te, Remus e James. Mi dispiace davvero di non potervi vedere mentre li aprite ma voglio davvero impegnarmi al massimo per essere la sposa perfetta.” Disse prima di uscire rapida dalla stanza e ricominciare a camminare verso il salone. Quando arrivò lo trovò completamente vuoto, dentro di sé sentì l’irrefrenabile desiderio di ballare ma appena prima di accennare un passo di danza si fermò. Pensò a quanto sarebbe stato sconveniente se Walburga l’avesse vista ballare da sola. Allora prese in considerazione l’idea di camminare ma rifletté sul fatto che l’avrebbero presa per una pazza. Allora si fermò di fronte alle scale, dove la sera prima era riuscita ad attuare il suo piano e stette lì, in attesa.
Walburga entrò quella che le parve un’infinità dopo, seguita da Andromeda, Bellatrix e Narcissa. Per un secondo non la notò nemmeno ma poi quando la vide lì quasi si sorprese.
“Buon giorno. E’ molto mattiniera signorina White.” Commentò mentre degli elfi entravano nel salone trasportando delle grosse sedie dall’aria rigida e scomoda e posizionandole al centro della sala, poi ne portarono altre quattro più morbide in cui si sedettero le Black.
“Da quanto tempo sei qui?” Le chiese Bellatrix.
Star ci pensò su un secondo. “Circa ventiquattro minuti e mezzo, signorina.”
“Non hai guardato l’orologio.” Le fece notare Narcissa.
“Non mi serve, signorina.” Rispose subito. “Non mi è mai servito un orologio per misurare il tempo, anche se a volte lo guardo perché lo fanno gli altri quando parlano delle ore, credo sia uno dei poteri delle Deran, mi dispiace non essere più informata sulle mie origini e sui miei poteri, rimedierò quanto prima.”
Prima che chiunque potesse dire altro le porte si aprirono ed entrarono delle ragazze, guardando Star con sospetto si posizionarono in piedi accanto a lei. Dopo qualche minuto arrivarono anche le restanti ragazze tutte prima delle sei.
“Molto bene, per prima cosa oggi voglio osservarvi. L’aspetto può sembrare una cosa superficiale ma credetemi, qui conta monto. Avere una buona famiglia, un’ottima istruzione e un aspetto perlomeno gradevole è ciò che si richiede in una buona moglie. Dal momento che si parla di mio figlio desidero che la sua sposa sia davvero bella, tra le presenti siete tutte di buona famiglia, in quanto alla vostra educazione ci penserò io, quindi mi permetto di prendere in considerazione anche il vostro aspetto esteriore.” Spiegò Walburga e subito dopo cominciò ad osservare le ragazze una ad una; prese le loro misure, controllò il viso, la pelle, i capelli, gli occhi, le unghie, ogni cosa. Le ispezionò meticolosamente e appuntò il tutto su dei fogli.
“Molto bene. Oggi inizieremo con delle lezioni sul modi di camminare e di sedersi. Poi procederemo con alcune regole di bon-ton a tavola e nelle occasioni ufficiali come i balli o altro in cui avrete l’onore di accompagnare mio figlio. Passeremo poi a fare un po’ di esercizio sulla perfetta accoglienza degli ospiti in casa vostra e anche sui comportamenti da tenere in casa altrui. Nel pomeriggio seguirete delle lezioni più teoriche. Dovete essere acculturate su svariati temi per poter sembrare brillanti in ogni occasione. Dovrete imparare più lingue possibili, questo è certo. Inoltre mi aspetto un’alta capacità nell’uso della magia per qualsiasi evenienza. Difenderete la vostra casa a qualunque costo.” Elencò rapida la signora Black. “Avete capito bene?”
“Si, signora.” Risposero tutte in coro anche se alcune, tra cui Star, un po’ in ritardo.
“Bene, si può di sicuro migliorare. Cominciamo.”
La mattinata passò veloce tra tutte quelle lezioni, per la prima volta in vita sua Star ringraziò di essere una Deran e di imparare in fretta; le altre ragazze erano anni luce avanti a lei, avevano una postura da invidia e una gentile risposta sempre pronta, camminavano come se volteggiassero a pochi centimetri da terra. Non fu affatto semplice tenere il passo con ragazze che erano già state educate dalla nascita. A pranzo mangiarono prima di Sirius e i Malandrini perché Walburga non voleva distrazioni, con loro però mangiarono solo le tre sorelle mentre la signora Black mangiò più tardi con suo marito e suo figlio lasciandole nelle mani di Andromeda, Bellatrix e Narcissa che le accompagnarono in biblioteca. Il maestro quel giorno parlò solo in francese e fece loro studiare su testi di letteratura magica in lingua. Stranamente Star, dopo un attimo di confusione iniziale, capì tutto. Come se avesse passato un anno in Francia da bambina e dopo tanti anni le parole tornavano a galla sotto stimolo degli esercizi. Solo che lei era certa di essere stata in Francia solo l’anno prima con gli altri Malandrini per salvare i loro compagni e nessuno aveva parlato in francese.
Walburga entrò nella biblioteca dopo un paio d’ore e tutte si alzarono.
“Mettete via i libri e salite nella vostra ala personale della casa, troverete una stanza che è stata adibita a sartoria, sono certa che avrete tutte abbastanza denaro da comprare abiti meravigliosi ma non posso permettere che la futura moglie di mio figlio venga colta impreparata in nessuna occasione, esigo quindi che non solo impariate a rammendare i vostri abiti e quelli da uomo per ogni necessità ma mi aspetto che sappiate anche creare dei vestiti. Può accadervi di averne bisogno, non si indossa mai lo stesso abito due volte in occasioni importanti e sarebbe una vergogna se foste ospitate ad un evento e poi a quello successivo e doveste uscire alla disperata ricerca di un abito. Dovete essere in grado di crearlo con qualunque cosa. Per oggi sarò buona e vi lascerò una scelta di stoffe, abolirò per una sera le mie regole sul colore degli abiti così potrete scegliere il colore che desiderate per fare colpo. L’occasione è il ballo di questa sera in cui ci saranno meno invitati così potrete avere più occasioni per stare con mio figlio. E’ tutto.” Non appena la donna finì di parlare le ragazze cominciarono a sciamare fuori dalla biblioteca evidentemente concitate. Salirono svelte ed entrarono in una delle quattro stanze che non erano state aperte la sera prima, trovarono tutto il necessario per creare abiti, tutte si gettarono sulle stoffe parlottando tra loro.
“Ho sentito che a Sirius piace il grigio, come i suoi occhi di ghiaccio. Mi vestirò di quel colore.”
“Ma che dici! Sicuramente sarà vestito di nero come sempre, mi vestirò di nero anche io così saremo abbinati.”
“Oh no! anche se è stato smistato in Grifondoro, sicuramente per un errore, il suo colore preferito è il verde.”
A Star venne da ridere per un secondo ma decise di trattenersi. Probabilmente Sirius avrebbe approfittato di quella sera per vestirsi finalmente di colori totalmente diversi da quelli elencati. Così decise di scegliere un colore che le sarebbe stato bene e basta, in più aveva già in mente da un pezzo un secondo modello simile a quello indossato la sera prima, come se stesse creando la sua piccola collezione di moda. Il precedente vestito lo avrebbe chiamato sera, mentre quello che voleva fare ora era destinato alla notte, ma ad una notte molto chiara ed estiva quando il sole sembra non calare mai per davvero, come quelle notti viste in Italia. Si divertì moltissimo a crearlo, le stoffe fornite erano davvero di ottima qualità, e che colori! Creò un busto stretto che si lasciava attorno al collo lasciando la schiena quasi totalmente scoperta, di un blu cobalto lievemente più scuro della tonalità dei suoi occhi. Poi creò una gonna semplice e poco ampia di un blu quasi violaceo come le luci del crepuscolo in chiffon morbido e con molte sottogonne sempre più scure, infine creò un drappeggio morbido che rimandava all’abito del giorno prima ma questo era nero con mille diamantini che brillavano come stelle, era stata una stoffa molto usata dalle altre ragazze ma stesa come nei loro abiti non dava giustizia a tutto quel luccichio, in più essendo molto leggera molte avevano rinunciato perché incapaci di cucirla senza strapparla. Quando il suo abito fu finito uscì a prepararsi come avevano già fatto alcune ragazze. Dopo un bel bagno indossò il vestito e raccolse un po’ i capelli sistemandosi un cerchietto fine e dorato con tre stelline sul lato sinistro, indossò dei piccoli orecchini a forma di stella e delle semplici decolté blu come il corpetto, mise un filo di trucco e attese un po’ prima di scendere con la maggioranza delle atre pretendenti nell’atrio. Walburga diede loro lì incarico di accogliere gli ospiti e condurli al salone da ballo quindi per la maggior parte del tempo fecero da spola e poi la signora Black iniziò a chiamarle in ordine alfabetico per lasciare comunicare, in base al punteggio ottenuto durante la giornata quanto tempo avevano a disposizione con Sirius. Star fu l’ultima, le fu assegnato un quarto d’ora che a quanto aveva capito era nella media, proprio in quel momento entrò Sirius vestito di blu scuro con una cravatta blu cobalto accompagnato da James e Remus con la stessa cravatta ma gli abiti di un blu più chiaro. La ragazza poté notare lo sguardo di disapprovazione che la signora Black gli lanciò e dovette faticare per non ridere per le facce sorprese della altre ragazze.
Mentre, sempre in ordine alfabetico, ognuna si godeva i suoi minuti con Sirius alle altre ragazze era stato concesso di ballare con chi desideravano a patto di intrattenere tutti gli ospiti.
Star, quindi, riuscì finalmente a parlare con James mentre volteggiavano a passo di danza.
“Sei stata fantastica, giuro che ti ho quasi creduto.” Si complimentò James.
“Era il mio obiettivo essere credibile e dovrò esserlo ancora per un po’. A dispetto di quello che dice Sirius le lezioni con sua madre non sono così male ora, si studia un sacco e ci sono un sacco di regole da imparare ma me la cavo. So parlare in francese ora.” Raccontò la ragazza.
“Non mi stupisce.” Commentò suo fratello con un sorriso. “Comunque questa sera sei davvero incantevole, fatti ammirare…” Le fece fare una giravolta che attirò molti sguardi.
“James! Fai attenzione, devo essere perfettamente bene educata, e per questo, ora andrò a ballare con qualche alto funzionario del Ministero.” Star gli fece una piccola riverenza e si allontanò per parlare con un uomo con i baffi che subito la invitò a ballare.
Dopo aver danzato con quasi tutti i presenti Star si concesse una pausa lanciando uno sguardo disperato a Remus che subito venne in suo soccorso invitandola sulla pista.
“Sono soffocanti?” Le chiese.
“Alcuni. Uno di loro mi ha detto che se per caso Sirius non dovesse scegliermi lo avrebbe fatto lui, è stato il più simpatico fin ora. E avrà ottant’anni.” Rise lei.
“Secondo me era serio.” Si preoccupò Remus.
“Certo che era serio, Rem. Quell’uomo è così ricco che ha avuto sette mogli tutte molto più giovani di lui. In un certo senso essere una probabile futura moglie di Sirius mi protegge da avance troppo spinte il che mi piace davvero.” Spiegò la ragazza ancora sorridente.
“Tu sei fuori. Come sono le lezioni?”
“Davvero interessanti! Sono difficili in realtà ma… oggi abbiamo fatto letteratura francese e … wow! Incredibilmente bella.”
Remus sorrise a sua volta. “A quanto pare non è così un grande sacrificio per te.”
“No, dire di no.” Ammise la giovane cercando di sembrare colpevole, poi notò che la ragazza che stava ballando con Sirius da un po’ era quella che la precedeva così salutò Remus e si preparò al suo turno. La giovane smise di ballare e si allontanò con un inchino. Quando il giovane Black incrociò lo sguardo allegro di Star sorrise sollevato e le andò incontro per invitarla a ballare. Partì una musica molto dolce mentre i due si sposavano al centro della sala ondeggiando, poi Sirius cominciò a guidarla come solo lui sapeva fare, sicuro ma gentile.
“Va tutto bene?” Le chiese preoccupato.
“Si, tranquillo, come dicevo a Remus sto imparando molto e non è affatto pesante per ora. Tu come ti senti?”
“Ho ballato con così tante ragazze che, se devo essere sincero, non ricordo bene il viso di nessuna.” Rispose lui visibilmente stordito poi le posò una mano sulla schiena invece che sul fianco per guidarla in un passo complicato e sgranò gli occhi. “Ma cosa…?!” Esclamò, la fece girare su sé stessa per osservarla meglio. “Sei nuda! Cioè la tua schiena… che audacia!”
Star rise piano. “Sembri sconvolto.”
“E lo sono! Stai davvero bene, è molto…sexy, se posso permettermi.” Commentò poi calmo con un lieve cenno del capo quasi formale.
“Non prendermi in giro, Black.” Lo ammonì la ragazza. “Dici che è troppo?”
Sirius la fece allontanare un attimo seguendo la musica e poi la tirò di nuovo vicino a sé. “No, tranquilla, molte ragazze lo fanno, credo vada di moda o cose così, però tu… non ti avevo mai vista con un modello simile, ti sta davvero bene.”
Lei si guardò intorno per un secondo ed effettivamente altre ragazze avevano porzioni di schiena scoperta. “Non ti sei scandalizzato così tanto con le altre.” Notò poi.
“Non le conosco.” Spiegò Sirius. “Invece sono abituato a vederti con vestiti più… meno… hai capito no?”
La ragazza rise ancora “No, non ho capito, ma non importa. Dimmi una cosa però: davvero non sei interessato a nessuna di loro? Cioè, non ti piace nessuna di queste ragazze? Sono belle, proprio come quelle che frequenti a scuola.”
Il ragazzo guardò in basso per un secondo e un ricordo gli si fece largo di prepotenza nella mente, un ricordo di quello stesso pomeriggio quando Remus si era allontanato per andare in bagno e lui era rimasto solo con James a giocare a carte nella sua stanza.
 
“Stavo pensando…” Cominciò James. “Non vorrai approfittarti di questa cosa e provarsi con Star senza avermi dimostrato niente?”
Sirius lo fissò sconvolto. “Non ne ho alcuna intenzione, e poi mi sarà difficile cercare di spiegare tutto ciò che provo a Star in questa situazione, qualunque cosa io faccia o dica non farebbe altro che parte del piano per lei, quindi non mi prenderebbe sul serio.”
Il ragazzo con gli occhiali si passò una mano tra i capelli sollevato. Ci fu un attimo di silenzio e poi a Sirius venne un’idea. “Senti: so cosa succede in queste situazioni, lo vedo ogni volta che mia madre invita una ragazza qui per presentarmela ufficialmente, finché mia madre non se ne accorge tutto è concesso. E’ come una regola non scritta e non detta ma è così.”
“Che vuoi dire?” Chiese James confuso.
“Si getteranno tra le mie braccia, le altre ragazze. Sfrutteranno ogni occasione per farmi innamorare di loro, si infileranno nella mia stanza, nel mio letto, ovunque, ci proveranno sotto il tavolo, negli angoli bui della casa. Qualunque cosa.”
“Bhe, buon per te.” Commentò lui. “Se tu non mi avessi appena detto di essere innamorato di mia sorella sarei felice per te.”
“Ma non capisci!?” Si esaltò il giovane Black. “E’ questa la prova che stavo cercando. Ti dimostrerò che l’amo davvero rifiutando tutte le altre ragazze, non cadrò in nessuna delle loro avance. Dovrai solo guardarmi. Non sgarrerò nemmeno di uno sfuggevole sguardo lanciato alla loro scollatura, niente. E vedrai loro saranno parecchio insistenti e tu sai come sono fatto. Carne debole. Quindi se resisterò, se non cadrò in nessun tranello sarà perché la amo davvero, perché amo davvero Star.”
James poggiò le carte sul letto e lo fissò. “Dici che saranno insistenti?”
“Non sai nemmeno quanto.”
“Bene. Sappi che ti tengo d’occhio. Potrebbe essere divertente vederti soffrire un po’. Per la prima volta non potrai dare sfogo ai tuoi istinti.”
“James, non mi interessa, davvero. Per lei questo e altro.”
 
“Ci sei?” Gli chiese Star notando che il suo sguardo si era fatto distante.
“Si, sono come quelle che frequento a scuola e come loro non mi interessano. Non come future mogli.” Ripose lui tornando al presente.
“Oh, quindi non vuoi divertirti o altro?” Gli domandò.
 Sirius si lasciò sfuggire un suo tipico mezzo sorrisetto. “Diciamo che sto cercando di vedere questa come un’opportunità per migliorarmi e smettere di essere così… terribile con le ragazze.”
“Loro ti chiamano l’irresistibile stronzo.” Commentò lei.
“Linguaggio!” Finse di scandalizzarsi il ragazzo.
“Beh, a quanto ho sentito non sei esattamente molto gentile con loro.” Continuò Star.
“Non le illudo mai, devi saperlo. Io sono molto chiaro, dico fin da subito che non cerco niente di stabile.” Sirius guardò in basso con aria di scuse.
“Oh, lo so. Tranquillo. Però so anche che loro, in quanto donne romantiche, pensando sempre di far colpo su di te e sperano che tu cominci a provare qualcosa per loro.” La giovane fece spallucce. “Non le capisco. Per me sei solo gay.”
Il ragazzo la guardò stranito per un secondo e poi le sorrise con aria di sfida. “Ah si?” Schioccò le dita e quel rumore secco risuonò in tutto il salone. Partì un tango, un tango vero, non come quello lento della sera precedente. Il giovane le mise una mano sulla schiena e la avvicinò di colpo a sé, corpo contro corpo.
“Sirius, tua madre mi ucciderà.” Si allarmò mentre lui passava le dita su tutto il braccio di lei dalla spalla alla mano.
“Non ucciderà te, sei innocente, questo l’ho organizzato io.” Replicò il ragazzo facendole fare un casquet. “Tu devi solo cercare di scappare, esattamente come nel tango. E io cercherò di tenerti qui, sulla pista con me. Se vinco… beh, te lo chiederò più avanti.”
Star sorrise allontanandosi di scatto non appena lui la fece rialzare, ma Sirius le prese un polso, rapido e facendola girare la riportò tra le sue braccia. Allora la giovane posò le mani sul petto di lui per sfuggirgli ma lui sfruttò il suo movimento per sollevarla. Andarono aventi così e Star si stava divertendo al punto che dimenticò totalmente la sfida, e dove si trovava, e tutte le persone che li stavano guardando. C’erano solo lei, Sirius e quel ballo strano che le riportava alla mente così tante emozioni da farla sentire quasi stordita. Sirius la afferrò con forza, una mano dietro la schiena e una dietro al capo e la strinse a sé guardandola preoccupato. Il tango si concluse. “Stai bene?” Le sussurrò preoccupato. Star annuì tranquilla. “Si, ora si, hai ripreso colore, eri così pallida un attimo fa.” Spiegò lui.
La giovane si staccò piano dal suo amico e gli sorrise rassicurante. “Scusa, da  quando ho scoperto chi sono ho degli strani flash back. Non riesco ancora a controllarli bene… comunque, hai vinto tu.” Con un profondo inchino lo salutò e se ne andò rapida.
Il ballo andò avanti ancora per un po’ poi Walburga e Orion salutarono gli invitati e nuovamente nel salone rimasero solo le dodici ragazze e la signora Black.
“Sto per annunciare i nomi delle ragazze che oggi non mi hanno dimostrato di essere meritevoli, vi prego di fare le valige, ve ne andrete domani, ho tenuto conto anche delle impressioni di Sirius, ovviamente quindi non prendetevela troppo con voi stesse.” La donna elencò tre nomi e le ragazze uscirono dalla sala con uno sguardo spezzato.
Star rimase in piedi con il cuore a mille mentre Walburga dava le indicazioni per il giorno seguente e poi augurò la buona notte a tutte.
“Signorina White, si fermi un secondo.” Disse poi proprio quanto la ragazza aveva convinto i suoi piedi a muoversi increduli verso l’uscita.
“Evidentemente lei è la preferita da Sirius.” Disse la donna senza tanti preamboli. “Per questo voglio assicurarmi che lui non faccia nulla di sconveniente almeno finché non lo riterrò opportuno. Per questo ti vieto di posare le labbra su quelle di mio figlio prima dello passare di un anno esatto a partire da ora.” Poi mosse la bacchetta verso Star in moda strano e complicato. “Se lo farai lui soffrirà molto. E anche io. Ti reputo un buon partito, davvero buono. Hai bisogno di molta più educazione delle altre ragazze ma impari con velocità straordinaria, credo sia grazie alle tue origini. E’ proprio per le tue origini che credo sarai la moglie giusta per Sirius. Una Deran in famiglia sarebbe un vanto. E’ una discendenza rara dagli incredibili poteri, daresti grande prestigio a questa famiglia. Quindi non deludermi, non sarò gentile con te, anzi, ti assicuro che ti metterò a dura prova. Sei nata per essere perfetta e, se i mie antenati vorranno, ti renderò davvero perfetta. Buona notte.”
“Non la deluderò.” La ragazza si inchinò profondamente e poi uscì dal salone.
Quando giunse nella sua stanza e accese la luce trovò Andromeda ad aspettarla.
“Sono venuta a farti i miei complimenti. E a dirti che i tuoi amici ti aspettano nella stanza di James. Se vuoi un consiglio d’amica, aspetta un po’ qui con me e poi ti mostro la strada migliore. Intanto raccontami, com’è fingere di essere innamorate di Sirius in mezzo ad un gruppo di ragazza che farebbero qualunque cosa per sposarlo?” Cominciò lei tutta trafelata sedendosi sul letto della ragazza.
Star si sedette accanto a lei. “Strano, mi sento come se stessi rubando loro un sogno. Ho provato a chiedere a Sirius se è davvero sicuro di scegliere me alla fine, ho provato a chiedergli se davvero non è interessato a nessuna di loro. Lui dice di no. e mi dispiace perché alcune di loro provano davvero qualcosa per lui.”
Andromeda ci pensò su un secondo. “Si, penso tu abbia ragione, ma so con certezza che non è innamorato di nessuna di loro, certo è ancora presto ma non credo che si innamorerà comunque.”
“Perché dici così? Come fai a sapere queste cose? Te le dice lui?”
“No! assolutamente no! Sirius non dice mai niente di questo genere, non a me almeno, però è facile leggergli negli occhi. Si lascia sfuggire sempre un sacco di cose. Dovresti provare anche tu.”
Star annuì pensierosa. “Senti, ho bisogno di aiuto, non riesco a tenere il passo con l’educazione delle altre, non posso andare avanti così, è vero che imparo in fretta ma mentre io imparo loro si perfezionano. Ho bisogno di essere al loro stesso livello, mi puoi aiutare?”
La giovane Black le sorrise. “Sarà un piacere.”
 
 
………………
 
Dopo essersi esercitate per qualche ora Andromeda la condusse rapidamente tra i corridoi fino alla stanza di suo fratello e la lasciò entrare sparendo subito.
“Eccoti sorellina!” Esclamò James non appena la vide.
“Ciao! Ho visto sta sera che avete apprezzato i miei regali.” Disse lei felice sedendosi tra loro sul letto.
“Si, esatto.” Confermò suo fratello passando la mano sulla cravatta blu cobalto appesa sulla testiera del letto.
“E quindi è ora di darti il nostro regalo.” Le rivelò Remus.
Sirius le porte una scatola di velluto blu molto elegante, la ragazza la aprì e adagiati all’interno stavano due semplici orecchini di diamante, una collana girocollo con un punto luce e un bracciale con una catenina particolarmente intrecciata che brillava molto. “Non saranno veri!” Esordì lei sorpresa.
“Certo che si, diamanti e oro bianco.” Confermò James.
“James ci ha detto che non hai mai voluto comprarti un gioiello vero e quindi… beh, non pensavamo che ti sarebbero stati anche utili.” Spiegò Sirius.
“Ti piacciono?” Le chiese Remus.
“Moltissimo, ma… saranno costati molto, Remus tu…” Balbettò lei.
“Non ti preoccupare. Io ho praticamente solo aiutato a scegliergli.” La tranquillizzò il ragazzo.
 “Bene, non ti tratteniamo oltre, domani devi alzarti presto.” Le ricordò James.
“Buon Natale.” Le dissero tutti in coro abbracciandola.
“Buon Natale.” Rispose lei lasciandosi stringere. Si sentiva a casa.
 
 
 
**********************
 
Fiiiiinito! Ho seguito il voto di coloro che mi seguono su Instagram e ho deciso di non dividerlo in due capitoli più brevi quindi ecco a voi questo lunghissimo capitolo.
(Se non mi seguite su Instagram fatelo: mi chiamo PiumadoroFenice, mi piace che mi scriviate anche in privato, per insultarmi o dirmi di sbrigarmi, ma anche per farmi delle semplici domande, sono a vostra disposizione. In più pubblicò disegni e foto. Andate subito per vedere il disegno dei vestiti che ha indossato Star in questo capitolo.)
Spero che tutti voi siate felici di questo capitolo quanto dello scorso.
Ciao ciao.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Piumadoro