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Autore: BarbraGleekPotter    23/02/2018    1 recensioni
Dedicato al mio Enea, che mi ha insegnato la differenza tra amore platonico e amore fisico.
Genere: Drammatico, Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi prese il giovinetto 
che venìa dalla montagna, 
mi disse a gonfio petto:
"T'amo qui, lì, e in Bretagna.".

Era notte, e su un divano 
mi baciò le labbra e gli occhi, 
e gli parve molto strano 
il mio motto "Non mi tocchi 

chi non fa Cesare per nome.", 
quando poi a questo e quello 
consentii il tocco eccome!
Ma lui era il più bello;

Enea di nome e fatto,
poiché m'ebbe e mi lasciò.
Con il cuor di Dido ratto, 
quella pianse e s'accasciò.

Non ci fu granché da fare 
se non chiedere pietà;
or che lei poteva amare, 
amarlo divenne velleità.

Tanto lo piansi e piango ancora
rintanata nell'alcova; 
sì com'onda rotta da prora,
io mai più tornerò nuova.

Un monito a chi disfa la vergine: 
che la pietà non vi rimanga al margine.
   
 
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