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Autore: StewyT    24/02/2018    1 recensioni
1625 Inghilterra: Carlo I vuole ottenere la supremazia su tutte le terre in territorio Inglese, ma Robert Lightwood, Re di Scozia non accetterà mai di cedere a quello che si dichiara unico vero re del Regno Unito con un’unica religione, e l'unica possibilità che gli resta è il Re Magnuspossessore del più grande esercito conosciuto al mondo, a cui promette la mano di sua figlia Isabelle.
Magnus Bane, il più ricco possidente terriero conosciuto al mondo, regna nelle calde isole indonesiane e in Scozia non ci metterebbe mai piede se non fosse che tempo prima, lì ci ha lasciato la donna che credeva di amare: Camille Belcourt.
Arrivato in Scozia, però, tutto quello che Magnus aveva in mente scompare con un soffio di vento dagli occhi blu e i capelli neri. Magnus, infatti, allettato all’idea di conoscere Isabelle, viene totalmente colpito da Alexander, fratello maggiore di quest’ultima, e timido ragazzo dal carattere forte chiuso in sé stesso.
Riuscirà la magia che scorre nelle vene di Magnus ad avvolgere il cuore freddo e cinico di Alec e a salvare Isabelle da un matrimonio obbligato? L'amore, in fondo, è in grado di compiere grandi magie.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Magnus Bane, Simon Lewis, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stay with me.

 
Magnus si strofinò le mani soddisfatto, guardando la tavola che aveva imbandito in camera propria, e sorrise ancora di più quando dalla porta entrò Alec con le guance rosse e gli occhi luminosi.
“Allora? Perché mi hai avvisato di non mangiare troppo a cena?” chiese chiudendosi la porta alle spalle; il fatto che ormai entrasse e uscisse da camera sua in quel modo così spavaldo gli piaceva, quasi come se lo avesse completamente accettato nella sua vita e non ne avesse più minimamente paura.
“Perché” rispose lui alzandosi dal cuscino intarsiato d’oro su cui era seduto per avvicinarglisi e porsi alle sue spalle “HO una sorpresa per te” gli sussurrò all’orecchio tirando fuori dalla tasca dei pantaloni color pergamena una fascia di seta nera che usò per coprirgli gli occhi “E arriva direttamente dal mio regno” gli diede un bacio sulla guancia. Alec restò fermo rigido e con le dita tremanti si toccò la benda che non gli permetteva di vedere dove stesse mettendo i piedi “Ed era necessario bendarmi?” domandò inciampando nei suoi stessi piedi “Oh sì” rispose divertito Magnus spingendolo leggermente sul cuscino sui cui prima era seduto lui “Sto per farti assaggiare delle delizie indonesiane, se ne indovinerai qualcuna potrai avermi tutto per te questa notte” gli sussurrò facendo scendere l’indice dalle sue labbra al suo petto, dove diede poi un colpetto “E se invece non dovessi indovinare nulla non sarai il benvenuto nelle mie camere per i prossimi giorni” Alec deglutì e scosse la testa, spingendosi in avanti per attirare Magnus più vicino.
“Non mi piace questo gioco” sbuffò “Non voglio giocare” provò a togliersi la benda facendo ridere il Re che con forza gliela rimise sugli occhi “Scherzavo” disse inginocchiandosi avanti a lui “Potrai dormire qui” gli diede un leggero bacio a stampo e Alec sorrise contro le sue labbra “Allora accetto la proposta” si morse il labbro inferiore e prese un grosso respiro “Anche perché sto morendo di fame”. E Magnus lo accontentò.
Il primo piatto che gli portò alle labbra era uno dei suoi preferiti; lo aveva fatto preparare a Raji, uno dei più fedeli uomini che si era portato dal Regno e poteva confermare dopo aver assaggiato i suoi piatti, anche un ottimo cuoco. Forse una volta tornato a casa avrebbe potuto decidere di spogliarlo delle sue armi e dirigerlo in cucina, lì dove avrebbe creato dei piccoli tesori.
Magnus prese un piccolo involtino dal tavolo, ne prese un morso lasciandosi sfuggire un gemito e poi lo avvicinò alle labbra di Alec che ne leccò prima un pezzetto e poi lo accettò volentieri, sentendosi la bocca ricca di sapori mai assaggiati prima, sconosciuti ma non per questo meno buoni di quanto fossero per le papille gustative già abituate di Magnus. 
“Dio!” sbottò Alec leccandosi le labbra “Che diavolo era?” prese le mani di Magnus e le strinse alle sue “Ne voglio ancora!” Magnus rise scuotendo la testa “Solo se indovini cos’è” disse prendendone già un altro da mordere e avvicinare poi alle sue labbra “Non ne ho idea” Ammise “Ma se tutto quello che mangiate è così delizioso non capisco come tu non sia diventato un grosso ciccione urlante” rise prendendo felicemente quello che Magnus gli offriva e masticandolo in fretta. Magnus gli si avvicinò e poggiò le labbra sulle sue, facendolo sorridere divertito “E questo cos’è?” chiese Alec stringendo nei pugni la camicia di Magnus “Mi piace tanto!” Magnus gli diede un pizzicotto “Quello di prima era un Lumpia, quello che hai appena assaggiato invece è Re Magnus, l’essere più sexy dell’universo” rise Magnus. “Ne voglio ancora” fece per togliersi la benda e avvicinarglisi ma Magnus lo allontanò “Dove credi di andare?” gli diede una leggera spinta e poi si allontanò nuovamente per bere da un bicchiere di cristallo un liquido sconosciuto e poi abbassarsi sulle sue labbra e baciarlo; Alec assaporò un gusto simile al vino ma così diverso dal vino!
“Cos’era?” sussurrò contro Magnus “Vino di palma” rispose lui allungandosi a prendere poi un pezzetto di mango, un frutto giallo come il sole dal sapore particolare che esplose in bocca ad Alec come una bomba dolce a tratti frizzante e a tratti leggermente acida facendogli esordire un “wow” che fece ridere divertito Magnus; Alec avrebbe amato il suo regno, ne era certo. E quella non era affatto un’opera di convincimento per trascinarlo via, assolutamente.
“Mango” sussurrò contro il suo collo, dandogli un altro pezzettino; e mentre Alec masticava lui prendeva a dare piccoli baci sotto l’orecchio, sul collo e poi lentamente arrivò al pomo d’Adamo che si abbassava e alzava velocemente quando Alec deglutiva, facendogli venire una grande voglia di morderlo.
“Mi distrai” mormorò occhi blu quando Magnus gli allungò un piccolo pallino dall’aria molto soffice, ricco di zucchero di canna “Oh vedremo” rispose lui leccandogli un po’ di zucchero caduto dalla torta.
“Questo è un dolce tipico” sussurrò stringendo i suoi capelli nel pugno “Putri Ayu e ti avviso che perderai la testa” rise quando Alec gemette qualcosa che sembrava un ‘Ancora’ quindi lo accontentò dandogli un altro pezzo di torta di farina e cocco; sapeva che Alec avrebbe apprezzato il cocco, così fresco e dolce ma allo stesso tempo consistente e delizioso “E ti avviso” sussurrò allungando la sua sapiente lingua sul labbro inferiore sporco di zucchero “Che se vorrai averne altro dovrai seguirmi in Indonesia” Alec sorrise deglutendo il boccone che gli era stato dato e si allungò leggermente in avanti per tirarsi Magnus addosso, diventando quasi pazzo a causa di quelle labbra che si muovevano sensuali lungo le sue labbra, lungo il suo collo, lungo la sua camicia sempre più aperta. Poi il Re si allontanò leggermente, segno che stava per fargli assaggiare qualcosa di nuovo, qualcosa che gli fece davvero perdere i sensi: un liquido biancastro dal sapore spettacolare. “Questo è latte di cocco” gli sussurro prendendone poi a sua volta un goccio.
“Ed è il paradiso degli Indonesiani” Alec lo deglutì “E capisco bene perché” sussurrò con voce roca.
“Resta un’ultima cosa” gli promise il Re alzandosi per avvicinarsi ad uno scrigno d’oro in cui erano conservate delle palline scure “Ed è la più preziosa della serata. Quando voi poveri Scozzesi e il mondo intero scoprirete questi chicchetti, desidererete vendere la vostra povera anima per averli” promise, avvicinandogliene poi uno alle labbra. Alec lo accolse, allungando poi una mano verso quella di Magnus, in modo da non farla allontanare, dunque prese a succhiare leggermente il pollice e l’indice che tenevano fermi il chicco scuro. Magnus chiuse gli occhi, pensando che non sarebbe assolutamente sopravvissuto a quella serata, al suo pomo d’Adamo, ai suoi movimenti sexy, al suo petto scoperto, al suo collo muscoloso, alle sue dannate labbra e a quella lingua che gli stavano dando più piacere di quanto avesse fatto qualsiasi altro essere umano, deliziando altre parti del suo corpo.
“Kopi Luwak” gemette il Re “È questo il suo nome, se te lo stessi chiedendo” Alec rise e lasciò andare le sue dita, masticando poi il chicco duro, dalla consistenza amara ma il retrogusto dolce come poche altre cose aveva assaggiato prima. “Lo amo” disse Alec, sorridendo per poi allungarsi a Magnus e baciarlo “E anche te”. Magnus rise e ricambiò il bacio. Quanto amava quell’essere umano.
“E questo, invece” sussurrò Magnus, quando non riuscì più a respirare, sciogliendogli la benda “Invece è l’oro nero” prese una fava scura “Si chiama Theobroma cacao e proviene direttamente dalle Americhe” si roteò la fava tra le mani e Alec la guardò estasiato “Dalle Americhe?” chiese e lui annuì, sorridendo 
“Un regalo di un mio amante e da quando le conosco non le faccio più mancare alla reggia” gli fece un occhiolino e Alec pensò già di odiare quella pallina maledetta solo perché era associabile a qualche suo amante. Si allungò verso le dita di Magnus e le avvolse nuovamente con le proprie labbra, se qualcosa doveva essere associato a qualche amante, quello doveva essere lui. Lo guardò dritto negli occhi e sorrise leggermente vedendolo arrossire. Magnus Bane, Re del mondo, arrossito solo per due labbra?
Si spinse le dita più a fondo, quasi arrivando a farsi toccare la gola, e le succhiò leggermente, ottenendo in risultato un sapore amaro ma delizioso e profondo, denso e unico. Aveva ragione, quelle fave erano paradisiache. Magnus si leccò le labbra e scosse la testa, Alec rise vedendo che le sue labbra avevano sortito l’effetto desiderato nei pantaloni del re: non era l’unico ad essere maledettamente eccitato, dunque.
Fu Magnus ad interrompere il contatto, conscio del fatto che se Alec avesse continuato ancora non gli avrebbe più potuto dare la possibilità di tirarsi indietro e sapeva che nonostante entrambi lo volessero per Alec era ancora troppo presto; era ancora troppo indeciso su chi essere, su come essere, su dove voler essere. Non poteva chiedergli di fare l’amore e sebbene Alec sembrava molto propenso ad un eventuale sì, non aveva assolutamente intenzione di farlo, dunque doveva allontanarlo subito o sarebbero andati ben oltre il dormire abbracciati come era successo negli ultimi giorni.
Quando la mano di Alec finì esattamente sulla sua erezione, strappandogli un gemito, Magnus si alzò immediatamente, portandosi la mano che Alec aveva tenuto stretto dietro la schiena; Alec rise alzandosi a sua volta per avvicinarglisi. Forse il suo precedente amante non aveva avuto torto, il Theobroma cacao era davvero afrodisiaco. Ma non doveva. Non doveva guardare il petto glabro di Alec né tantomeno i suoi pantaloni gonfi o i suoi occhi. Deglutì. Che maledetta idea gli era saltata in mente quella sera!
Alec lo raggiunse e lo abbracciò, stringendogli il collo; un grosso sorriso sulle labbra.
“È stata la cena migliore della mia vita” disse contro le sue labbra.
Che dannata fine aveva fatto il ragazzo timido e adorabile che era stato il Principe Alexander? Chi lo aveva fatto impossessare da un demone del sesso? 
“Lo spero bene” rispose deglutendo “Ma, mio Caro principe, non sei riuscito ad indovinare nulla di quello che ti ho fatto assaggiare” gli rispose, dandogli un bacio a stampo “Dunque dovrai tornare nelle tue stanze” Alec rise scuotendo la testa “Avevi detto che sarei potuto restare comunque” rispose dandogli un bacio sulla mascella “Avanti…”. Magnus deglutì chiudendo gli occhi. “Forse tutto questo cibo esotico ti ha annebbiato la mente, Alexander e non voglio che possa succedere qualcosa che non vuoi davvero, mhm?” Alec alzò gli occhi al cielo “Tuto quello che è successo lo volevo” fece scorrere una mano lungo il suo collo, il suo petto e poi cercò l’entrata dei suoi pantaloni, spingendoci la mano dentro. “Oh Dei” sussurrò Magnus gettando la testa alla porta “Ti ha davvero fatto male questo cibo. Mai più cibo indonesiano per te, Alexander” rise Magnus allontanandolo nuovamente. Alec lo guardò, le guance rosse, quel poco di coraggio che aveva trovato sepolto nuovamente tra strati di imbarazzo.
“Io non capisco” asserì, portandosi le mani dietro la schiena “Non mi vuoi…?” chiese, titubante e Magnus rise scuotendo la testa “Ti voglio più di quanto voglia qualsiasi altra cosa ma provo molto per te e non voglio sia solo sesso” ‘e ho paura che tu al momento voglia solo conoscere il sesso, sai com’è, sono il tuo primo uomo, sei costretto a far finta di non conoscermi, non potremo mai avere un futuro e altre cose simili’.
Alec deglutì e scosse la testa “Non è solo sesso” sussurrò allungandosi per dargli un bacio sulle labbra 
“Ma se non credi sia ancora il momento….” Gli sorrise “Forse hai ragione tu” annuì e lo abbracciò.
“Devo andare via o posso dormire qui?” chiese, stringendolo forte e Magnus sorrise.
Era così dannatamente adorabile, come poteva non esserne innamorato?
“Ad una sola condizione” sussurrò stringendolo a sua volta “Non mi provocherai o non so cosa potrei fare” Alec scoppiò a ridere, felice dell’effetto che gli sortiva e annuì. “Lo prometto” gli disse dandogli un bacio sulla guancia per poi allontanarsi e togliere completamente la camicia, le scarpe e i pantaloni di velluto, restando solo in mutande – degli stupidi calzoncini bianchi che Magnus trovava orribili! – andando a stendersi sul letto, sotto la pelliccia posta sul letto del Re.
“E comunque” disse poggiando le mani sotto la testa “Se tutto è così buono in Indonesia, mi sa che dovrò seguirti quando andrai via”.
Magnus lo guardò ridere, catturato dalla sua bellezza, e sperò che facesse sul serio.
 
*^*^*^*^
 
Il cielo fuori il balcone sembrava essere diventato l’inferno in terra: era rosso come il sangue e invece che goccioline colavano forti tuoni e lampi, illuminando la camera quasi come se fosse stato giorno.
Ancora una volta Alec stava dormendo con Magnus, ormai sembrava indispensabile dormire uno nelle braccia dell’altro: la consapevolezza che da un giorno all’altro non avrebbero più potuto farlo li uccideva, dunque rubavano qualsiasi momento per stare assieme. E se l’unico momento era di notte, per dormire assieme, allora quel momento sarebbe stato perfetto. 
Un forte lampo sembrò cadere direttamente sul balcone della camera, seguito da un boato che fece svegliare tutti nel palazzo, compreso Magnus che saltò a sedere non appena si accorse del temporale.
Se c’era una cosa da cui era terrorizzato, quella era il temporale. Aveva brutti ricordi di quelle orribili tempeste. In Indonesia non erano usuali, ma quando arrivavano erano terrificanti, capaci di distruggere alberi, ville, case e persino persone; ne aveva sempre avuto paura, sin da piccolo quando ogni volta che vedeva un lampo urlava e piangeva e riusciva a calmarsi solo quando si ritrovava tra le braccia calde e dolci di sua madre. Poi sua madre era morta e non era rimasto più nessuno a consolarlo, dunque Magnus già a nove anni aveva dovuto imparare a curarsi da solo, a non aver paura, ad abbracciarsi da solo quando i fulmini arrivavano e colpivano le sue finestre, facendo volare le tende di camera sua.
Aveva paura, non era mai riuscito a sconfiggere quella paura, e ogni volta, anche a trentacinque anni con un regno sulle spalle ed una vita meravigliosa avanti, anche un solo fulmine lo faceva ricadere in quelle notti orribili dopo la morte della madre, quando le lacrime non smettevano di cessare.
Si allontanò leggermente da Alec e si girò di lato, dandogli la schiena, stringendo talmente tanto la coperta da farsi diventare le nocche bianche, ed improvvisamente calde lacrime iniziarono a colargli giù dalle guance. Odiava, odiava, odiava farlo, non avere la forza di smettere e dimenticare.
Eppure quella dannata notte gli stava di nuovo avanti agli occhi: sua madre morta, bruciata su un rogo, il temporale forte, le sue calde lacrime, suo padre che lo aveva scoperto a piangere e lo aveva punito con trenta frustate sulla schiena perché un uomo non deve mai piangere.
Cos’era lui?
“Magnus?” la voce di Alec roca e calda lo fece arrossire. Cosa gli avrebbe detto ora?
Sentì le sue mani calde dietro la schiena e sperò che non gli chiedesse di girarsi, non lo fece, invece lo abbracciò forte, spingendoselo più vicino “Cosa succede?” sussurrò al suo orecchio.
Si lasciò trasportare tra quelle braccia morbide e forti e per un attimo ricordò l’abbraccio di sua madre, che lo proteggeva da tutto e tutti: Alec lo stava proteggendo come nessun altro prima di lei.
“Cosa succede?” chiese nuovamente, e finalmente lui si girò, incassando la testa nell’incavo del suo collo.
“Ho paura dei temporali” ammise, roco “Mi ricordano brutte memorie”. Alec sorrise dolcemente e allontanò il viso dal suo collo, per portarlo sul suo stesso cuscino e guardarlo negli occhi.
“Parlamene” chiese, e Magnus scosse la testa, imbarazzato; ma lo sguardo lucido di Alec, la sua presa, le sue labbra inarcate su un sorriso tranquillo e la sua voglia di sapere e conoscerlo lo fecero ritornare indietro con la mente, seppur le sue mani calde lo facevano restare abbastanza le presente, da non cadere nel baratro nero del passato. 
“Da oggi in poi” sussurrò Alec quando Magnus ebbe finito “ti abbraccerò talmente stretto durante ogni temporale, che la tua paura scomparirà assieme ai brutti ricordi” gli diede un bacio sull’angolo delle labbra, e sorrise. “Ci siamo spiegati?” Magnus sorrise e in cambio gli diede un bacio sulla fronte, facendosi abbracciare forte quasi da fargli mancare il respiro. Quanto lo amava.
 
*^*^*^*^
 
Il sole splendeva alto, per quanto alto potesse essere in quel maledetto posto, dividendosi in piccoli caldi raggi che scendevano direttamente sulla pelle del suo uomo preferito al mondo che puntava l’arco contro un grosso albero, tutto concentrato ed imbronciato; l’espressione che assumeva quando si concentrava era adorabilmente dolce e carina! Magnus si guardò attorno e quando fu certo che non ci fosse nessuno, il più silenziosamente possibile per non distrarlo gli si avvicinò e si fermò a qualche passo di distanza. 
Lo guardò prendere una nuova freccia, incoccarla, prendere la mira e scoccarla, la lingua sul labbro inferiore, gli occhi stretti in due fessure. Guardò la freccia fendere l’aria ed arrivare proprio dove Alec aveva voluto: centro.
Magnus quindi preso dall’entusiasmo gli si avvicino, battendo le mani: un secondo prima aveva urlato un “wow” e un secondo dopo gli era arrivato un pugno diretto sulla mascella che doleva come se gli fosse stata spaccata in due. Alec, restava avanti a lui con gli occhi sgranati di meraviglia e terrore, le mani attorno alla bocca e le guance rosse come non le aveva mai viste. “Che diavolo!” urlò il Re, tenendosi il viso tra le mani “Alexander se volevi lasciarmi bastava dirmelo con gentilezza” sbottò, sentendo le lacrime arrivargli agli occhi. Alec staccò finalmente le mani dalla bocca e le portò sulle spalle del Re.
“Diavolo! Mi dispiace, Magnus! Perdonami, io non.. ero concentrato, non mi aspettavo che ci fossi tu, pensavo fosse Jace!” sbottò imbarazzato e allarmato di avergli fatto male. Magnus rise leggermente.
“E scherzate così tu e Jace? Uno spaventa e l’altro tira a botte? Che dolore! Hai un gancio destro formidabile” si massaggiò leggermente la mascella e sbuffò “Non ti farò più sorprese!” Dichiarò mettendo un finto muso. “Mi dispiace, Magnus!” urlò, quasi, spaventato Alec. “Ti ho fatto male?” prese la sua mano con delicatezza e la spostò “Fammi vedere” abbassò lo sguardo e vide la mascella leggermente più rossa.
“Sono un idiota” sbuffò “Perdonami, davvero. Perdonami, perdonami, perdonami” ripeteva fino a quando Magnus non gli mise una mano sulla bocca, zittendolo “Se la smetti di dire che ti dispiace” sussurrò “E se ti farai perdonare nel modo più adatto.” Rise maligno e Alec arrossì, non avendo alcuna idea, se non quella di…
“Certo” disse sorridendo prendendogli il viso stretto tra le mani per iniziare a lasciare piccoli baci sparsi ovunque, fino ad arrivare alla mascella arrossata. Magnus sorrise e giurò a sé stesso che si sarebbe fatto dare tutti i pugni del mondo pur di ricevere quei piccoli tocchi di fuoco che gli incendiavano anche l’anima.
 
*^*^*^*^*
 
Alec scese dal cavallo e diede una mano a Magnus a fare lo stesso; il Re era stato bendato e costretto a salire sullo stesso cavallo di Alec che gli si era seduto dietro e lo aveva abbracciato durante tutto il viaggio.
Il migliore della sua vita. Il giovane principe gli diede un bacio sulla guancia e poi finalmente lo liberò dalla benda e Magnus sperò di non star piangendo. Si trovavano nuovamente al ponte e lui non aveva alcuna intenzione di attraversarlo di nuovo. “No” dunque disse scuotendo la testa “No, Alexander” ma lui rise e iniziò ad incamminarsi, lasciandolo lì da solo; lui allora sbuffò e gli urlò che lo odiava, Alec invece rise e gli disse un “Mi ami, invece” e ci aveva azzeccato, lo amava davvero. “Se mi ami dimostramelo” gli urlò contro di nuovo “Vieni qui e sarò tuo per tutta la mia vita” gli promise, una volta arrivato dall’altra parte del ponte, aprendo le braccia come a volerlo abbracciare “Avanti!” rise “Mi ami o no?”. 
Magnus sbuffò e alzò gli occhi al cielo, e stringendosi forte ai due lati del ponte, iniziò ad attraversarlo.
Pezzo dopo pezzo, tortura dopo tortura che stava pensando per quel bellissimo ragazzo dagli occhi blu, finalmente arrivò dall’altro lato e fu accolto dall’abbraccio più grande che Alec gli avesse mai dato travolgendo entrambi sull’erba bagnata.
Lo ricambiò, lasciando la testa nell’incavo del suo collo, lì stesi assieme il mondo sembrava più piccolo.
“Ti ho detto tante volte che sono innamorato di te” mormorò Alec, con le guance rosse “Ma tu non mi hai mai detto che sei, insomma lo sai, innamorato di me….” Magnus rise divertito, alzando la testa per guardarlo negli occhi “Quella non era una prova sufficiente? Ho attraversato da solo una delle mie più grandi paure per te” Alec rise, incerto. “Davvero sei innamorato di me?”. Magnus sorrise, pensando che l’unico modo in cui avrebbe potuto dirgli che lo era sarebbe stato anche il più semplice, dunque si abbassò sulle sue labbra e lo baciò come non aveva ancora mai fatto: gli occhi puntati nei suoi, le mani ai lati della sua testa, la lingua dolce e profonda nella sua bocca, quasi ci stesse imprimendo con la forza le famose cinque letterine. Si allontanò leggermente solo quando entrambi sentirono fame d’aria.
Gli sorrise, con gli occhi lucidi “Allora, questa va bene come risposta?” Alec sorrise e gli si avvicinò nuovamente “Dovresti ripetermela per convincermi del tutto!”. 
Lo baciò ancora. E ancora. E ancora. E ancora.
 
*^*^*^*^
Magnus era sveglio e lo guardava dormire, la luce della luna che penetrava oltre la tenda di velluto gli finiva direttamente sul volto, bagnandolo d’argento e rendendolo ancora più bello. 
Come avrebbe fatto quando sarebbe dovuto andare via? Non poteva immaginare di non vedere più quegli occhi…
“Alexander?” sussurrò al suo orecchio, dandogli un pizzicotto sul petto nudo “Alexander, svegliati, ti prego”.
Alec aprì di soprassalto gli occhi, guardandolo spaventato. Si guardò attorno come per capire cosa fosse successo, se ci fosse un temporale o altro che lo spaventasse ma non c’era nulla.
“Cosa succede?” chiese con gli occhi velati di sonno e i capelli scompigliati, Magnus sorrise guardandolo: era così adorabilmente bello con quelle schiocche rosse, quei capelli spettinati e quegli occhi.
“Volevo guardare i tuoi occhi” sussurrò Magnus “Dal momento che quando andrò via non potrò più farlo voglio approfittarne ora, ogni volta che ne ho voglia” sussurrò, gli occhi liquidi. Non sapeva perché stesse pensando proprio quello, quella notte. Sapeva solo che si stava avvicinando la data delle sue nozze con Isabelle e dopo aver rifiutato la sua mano sarebbe dovuto andare via dunque si avvicinava anche il giorno della sua partenza.
Alec lo guardò e gli sorrise, avvicinandoglisi “Non devi partire” sussurrò contro le sue labbra, Magnus gli diede un bacio sulla fronte e sospirò “E invece devo e voglio. Mi manca la mia terra. Ma mi mancherai di più tu, non so come farò. Ormai praticamente non faccio nulla senza pensarti, Alexander” buttò la testa indietro e si nascose il viso tra le mani “Come faremo?” mormorò scuotendo la testa.
Si era cacciato in una situazione molto più grande di lui, lo sapeva. Non avrebbe dovuto innamorarsi in quel modo di Alec, passare tutto quel tempo con Alec, diventare parte di Alec e lasciare che lui diventasse parte di sé stesso.
“In qualche modo faremo” rispose lui voltando il viso verso di sé “Perché ti ho scelto e ti sceglierei sempre, sempre, sempre. Senza pause, dubbi o paure. Ti sceglierei di nuovo in un battito d’ali. Sceglierò sempre te, D’accordo? Troveremo un modo”.
Magnus si ritrovò una guancia bagnata, colpa di una lacrima solitaria che però aleggiava anche sul volto di Alec, assieme ad un sorriso dolce. “Troveremo un modo” ridisse Alec e lui annuì.
“Troveremo un modo perché anche io sceglierei sempre te”.
Avrebbero trovato un modo.
 
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Tutto era stato organizzato nei minimi particolari sebbene non avessero avuto l’aiuto di Simon; lui ed Izzy si erano dovuti nascondere da tutti e non era stato facile, ma soprattutto non era stato facile stare riuscire a fare tutti senza Alec che li aveva cercati per mezza mattinata senza ottenere risultati e non avendoli visti neanche a pranzo si era recato in camera di Magnus che non c’era, dunque in camera di sua sorella anch’essa assente e dunque era ritornato sconfitto in camera propria.
Le cose con Magnus andavano così dannatamente bene che pregava qualsiasi Dio esistente che potessero restare in quel modo per sempre, che Magnus potesse restare lì ad abbracciarlo la notte per sempre.
Eppure lui sentiva il forte impulso di andare oltre. Amava Magnus, ne era dannatamente innamorato e non voleva assolutamente rischiare di vederlo andare via da un momento all’altro senza aver avuto neanche la possibilità di poterlo amare tutto, in ogni modo possibile, con tutto il suo corpo oltre che con il suo cuore.
Voleva fare l’amore con Magnus e lo voleva dannatamente, così dannatamente da non riuscire a fare altro che pensare al suo corpo, le sue labbra, i suoi occhi e le sue mani che lo sfioravano delicate e dolci.
Non riusciva ad esercitarsi senza pensare a Magnus nudo sotto il suo corpo, o a dormire senza pensare a Magnus che lo stringeva da dietro a petto nudo o peggio ancora non riusciva più neanche ad ignorarlo ogni volta che lo vedeva in luogo pubblico: rischiava di morire ogni volta che cenavano o pranzavano perché lo guardava per troppo incantandosi e quindi quando suo padre lo richiamava lui per il novanta percento delle volte non sapeva neanche di cosa avesse parlato fino a qualche minuto prima.
Sbuffò e buttò la testa sul cuscino.
“Allora sei sicura che gli piacerà?” chiese per l’ennesima volta Magnus ad una Isabelle esasperata che portò entrambe le mani alle tempie. “Magnus” sbottò “PUOI PORTARLO OVUNQUE TU VOGLIA, l’importante è che ci sia tu, lo capisci?” Magnus annuì e le sorrise. “L’ho capito. Ma credi che gli piacerà?” Isabelle sbuffò e aprì velocemente la porta di camera propria frapponendosi tra Magnus e l’entrata “Sì” sbottò chiudendola velocemente e con un grosso tonfo che fece saltare il Re sul posto.
Era vero, probabilmente era stato stressante stargli dietro tutto il giorno e organizzare tutto in quel modo, lo sapeva, era perfettino e rompiscatole quando ci teneva a qualcosa, ma di lì a trattarlo in quel modo…
Si rabbuiò, ma non fece in tempo a bussare per dirgliene quattro che la ragazza aprì nuovamente la porta e lo tirò dentro, stringendolo in un forte abbraccio.
“Andrà tutto bene, gli piacerà e sarà favoloso, okay?” sussurrò contro la sua spalla ma lui sbuffò.
“È che non so se è troppo presto o se si sente forzato. Dannazione avrei dovuto lasciar decidere a lui…”.
Izzy gli prese il viso tra le mani e lo guardò con tutto il nero profondo che riempiva i suoi occhi, sorridendogli. “È pronto, ti vuole tanto quanto tu vuoi lui e ti ama, Magnus. Non fa altro che ripetermelo e a tratti è sfiancante quanto te quando organizzi cose quindi vi prego, amatemi e lasciatemi libera” Magnus rise e annuì “Spero che vada davvero…” “Bene” lo interruppe lei “Andrà più che bene, anzi. Sarà un sogno!”. Il re annuì e la strinse in un altro abbraccio prima di allontanarsi da camera sua e avviarsi verso quella di Alec con una forte morsa d’ansia che gli stringeva lo stomaco tenendolo in pugno.
E se Alec non fosse stato in camera o non avesse voluto saltare la cena?
Izzy aveva trovato una scusa persino per quello! Magnus avrebbe accompagnato lei ed Alec al lago dove avrebbero passato assieme una delle loro ultime sere prima del matrimonio e invece mentre lei se ne sarebbe stata in camera in pace a leggere, probabilmente, loro due sarebbero stati al lago a baciarsi.
Bussò piano alla porta, sperando che Alec ci fosse ma anche che non ci fosse. Non sapeva cosa sperare.
Alec invece aprì la porta e gli sorrise, gli occhi spalancati e blu a guardarlo curioso. “Dove sei stato?” chiese spostandosi di lato per farlo entrare ma lui scosse la testa “Ti va se te lo spiego lungo la strada?” domandò al che Alec alzò un sopracciglio. “Strada?” annuì. “HO bisogno del tuo aiuto, Alexander. Mi aiuterai?” provò a sembrare più turbato possibile per convincerlo a seguire ed in un primo tratto Alec davvero gli credette quindi non disse altro, prese il mantello più caldo e lo seguì giù per le scale del castello, verso la stalla e due cavalli già ben sellati, e poi ancora verso una scorciatoia che gli aveva mostrato lui per arrivare al lago Loch Ness e quindi mille paure e pensieri si impossessarono di lui, ma un grosso sorriso felice lo riempì quando vide tante piccole lanterne poggiate sull’erba verde ad illuminare e rendere ancora più spettacolare quello specchio lucido e trasparente dal quale non sarebbe uscito mai alcun mostro.
Il sole era ormai andato via da parecchio, il cielo era già folto di stelle lucide ma non faceva freddo come spesso faceva, anzi; la fortuna era dalla loro parte quella sera. C’era un piccolo fuoco acceso non molto lontano dalle rive del lago e una coperta di pesante pelliccia nera era stesa sull’erba già bagnata di rugiada. 
Alec guardò tutto con gli occhi lucidi e non appena scesero dal cavallo tutto quello che riuscì a fare fu saltare tra le braccia di Magnus e abbracciarlo forte. Magnus sospirò sollevato, avendo capito che la sorpresa era riuscita alla grande, e ricambiò l’abbraccio sorridendo soddisfatto.
“Ti piace?” gli sussurrò all’orecchio e Alec in cambio rispose con un “Ti amo” che gli riempì il cuore più di quanto avesse fatto mi nessun altro al mondo.
Si sedettero vicino al fuoco, mangiarono pane e formaggio – a detta di Izzy era la cosa preferita di Alec- e bevvero vino di palma che tanto aveva amato qualche giorno prima, parlarono di quanto fosse bello il cielo, Alec gli indicò tutte le costellazioni che conosceva e gli disse che un giorno avrebbe scoperto una stella che avrebbe avuto esattamente il suo nome: Magnus Bane. Magnus sorrise e gli rispose che gli bastava sentirlo pronunciare dalle sue labbra e tutto sarebbe stato perfetto in eterno.
Poi Alec lo baciò. Lo baciò con la speranza che Magnus non lo fermasse quella volta. Con il desiderio che ricambiasse allo stesso modo, che volesse fare l’amore, che volesse finalmente insegnargli ad amare in modo completo e fiero come solo lui poteva saper fare. 
E Magnus lo fece; ricambiò quel bacio più forte e passionale di qualsiasi altro bacio ci fosse mai stato tra loro e accolse la presa di Alec che fece di tutto per metterselo addosso, dunque si sedette a cavalcioni su di lui, poggiando le gambe ai lati delle sue, il petto schiacciato contro il suo e i fianchi contro i suoi.
Alec sorrise scostandogli con un movimento lento ed estremamente sensuale i capelli dal collo per prendere a lasciare piccoli baci sotto l’orecchio, lungo la mandibola per scendere poi sul collo e percorrerlo completamente prima di ritornare indietro e baciarlo nuovamente, il tutto mentre Magnus si lasciava andare al fuoco che gli ardeva dentro corrodendolo. Aveva voglia di spogliarlo, di baciare il suo corpo, di affondare in lui, di essere tutt’uno con lui.
Lasciò le sue labbra e Alec si preoccupò in un primo momento, ma poi lo tirò giù e lo fece stendere sotto di lui; poggiò le gambe ai lati delle sue ed iniziò a sbottonare la scamiciata bianca lasciando piccole scie di fuoco lungo tutto il suo corpo. Gli strinse i capelli mentre scendeva con la lingua a torturare i suoi capezzoli già rossi e turgidi mentre Alec gli stringeva con mani sempre più certe i glutei e spingeva i fianchi verso i suoi, dando dannazione eterna alle loro erezioni. Gemevano talmente forte da essere rudi alle loro stesse orecchie, ma si desideravano da troppo tempo per riuscire a fare le cose con calma e considerazione; erano soli in quel momento, nessuno li avrebbe visti o sentiti e null’altro gli interessava.
Magnus gli sbottonò i pantaloni di velluto e poi iniziò a scendere verso il suo inguine mentre con le mani continuava a torturare i suoi capezzoli, il tutto mentre Alec cercava di slacciare via anche i pantaloni di velluto blu scuro di Magnus che gemeva al solo contatto delle sue dita fresche.
Quando finalmente entrambi furono liberi da tutti gli indumenti Magnus sorrise al viso completamente rosso – di eccitazione, non di imbarazzo- di Alec che con le labbra aperte sussurrava il suo nome e agognava le sue carezze; scese dunque con la bocca dall’addome al suo membro duro e rosso e facendo urlare di sorpresa Alec lo accolse completamente nel calore della sua bocca, prendendo a muoversi lentamente.
Quelle per Alec erano sensazioni sconosciute che non avrebbe neanche mai sperato di poter conoscere, il modo in cui Magnus lo stava plasmando, facendolo sciogliere completamente tra le proprie mani, lo mandava in estasi. Forse poteva iniziare a credere in un Dio. Il suo Dio Magnus. 
Gemette che lo amava, che non voleva lasciarlo andare via, che era quanto di più bello avesse avuto in vita sua e Magnus sembrava apprezzare quei piccoli lamenti perché aumentava sempre di più il ritmo facendolo quindi urlare più veloce e poi venne e Magnus sorrise soddisfatto perché dargli piacere era stata la cosa più appagante della sua intera esistenza; guardarlo con gli occhi socchiusi, le labbra aperte e la testa gettata all’indietro, lo eccitava talmente tanto che pensò di poter morire per autocombustione da un momento all’altro. Salì nuovamente a baciargli le labbra e mentre lo faceva una mano di Alec si mosse delicatamente lungo il suo petto e si allungò fino al suo membro, lasciandolo piangere quasi di gioia.
La mano di Alec era incerta, morbida e calda, così dannatamente sensuale e agognata che gli bastò meno di quanto avesse previsto per venire, esausto, mentre le loro bocche si intrecciavano ancora per una volta.
Continuarono con baci e carezze fino a quando entrambi non furono nuovamente pronti per andare oltre; Alec sentiva l’ansi scorrergli nelle vene ma non aveva paura di non riuscire a dare a Magnus quello che voleva o peggio di non ottenere quello che sperava avrebbe ottenuto dal sesso, anzi; il Re gli aveva già dimostrato quanto fosse appagante, quanto fosse bello ed unico essere amati.
Aveva una dannata paura che Magnus potesse tirarsi indietro. Cosa avrebbe fatto, poi?
Magnus era incredibilmente spaventato all’idea di fare sesso con Alec, non perché non fosse convinto di lui o di quanto provasse per lui, ma per il contrario. Sapeva quanto lo amava e sapeva quanto per Alec potesse contare essere amato a quel modo: ma era davvero pronto o lo stava facendo solo per lui?
Ci fu un solo istante in cui Magnus pensò che fosse troppo presto, dunque si allontanò leggermente tornando a guardarlo in quegli occhi lucidi che si riempirono di lacrime quando sentì il corpo del Re leggermente più distante. 
“Alexander…” mormorò Magnus accarezzandogli una guancia “Non dobbiamo se non te la senti, d’accordo? Possiamo amarci e darci piacere anche in altri modi, te l’ho dimostrato” ed ecco che Alec temette di poter scoppiare a piangere da un momento all’altro.
“Non mi vuoi?” domandò, la voce quasi spezzata dalle lacrime. 
“Più di quanto immagini” rispose serio Magnus, e allora il giovane occhi blu gli prese il viso tra le mani e lo guardò serio. “Perché continui a pensare che io non mi senta pronto?” sussurrò dandogli un bacio a stampa “Aspetto questo momento da quando ci siamo baciati la prima volta, Magnus. Ti desidero e desidero fare l’amore con te, sentirmi tutt’uno con te, scoprire cos’è davvero l’amore. Non riesco a fare altro senza immaginarti nudo sul mio corpo. E tu continui a pensare che io non ti voglia abbastanza” si prese un piccolo secondo di pausa, alzò gli occhi al cielo scuro su di loro e quasi gli venne da ridere all’idea di star facendo l’amore lì all’aperto avanti a tutti, dove chiunque avrebbero potuti vederli.
SI era nascosto per così tanto tempo e invece in quel momento si stava mostrando completamente, con tutti i suoi timori, le sue speranze e le sue passioni.
“Pensi che non ti ami abbastanza?” domandò, dopo un po’. E Magnus scosse la testa, stringendogli una mano attorno ai fianchi. “No” mormorò “Ma voglio che tu sappia che se hai bisogno di tempo…” Alec sbuffò e si avventò sulle sue labbra, scaraventandolo di schiena sulla coperta, salendogli poi in braccio a cavalcioni; il Re sorrise contro le sue labbra e lo strinse in un forte abbraccio “Non ho bisogno di tempo” sussurrò Alec quando entrambi furono a corti di aria “Ho bisogno di te”.
 Magnus annuì e tornò a baciarlo e a perdersi nei suoi occhi, nel suo tocco e nella forza del suo corpo.
Fecero l’amore e fu bellissimo.
  
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