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Autore: DaisyCorbyn    24/02/2018    1 recensioni
**IN REVISIONE**
[19 anni dopo] [Next Generation]
Dopo gli avventimenti che hanno scosso Alwys alla fine del suo primo anno ad Hogwarts, la Grifondoro si troverà ad affrontare un nuovo nemico: la Luna d'Argento, un fenomeno che causa effetti oscuri ai licantropi. La soluzione sembra la Pozione Antilupo, ma è veramente ciò di cui Alwys ha bisogno?
Tra la ricerca degli ingredienti e le lezioni, Alwys dovrà anche scontrarsi contro quella figura oscura che cercherà di manipolare la sua mente.
ATTENZIONE: questo è il secondo libro della saga Alwys Dewery, il primo lo trovate nel mio account!
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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Il processo


«Stai benissimo» Victoire le mise affettuosamente le mani sulle spalle.
Alwys si sentiva molto in imbarazzo: Rose le aveva prestato un vestito con un motivo floreale e Lily aveva insistito nel farle la treccia come quella di Elsa di Frozen. Non si era mai sentita così bella. Aveva scartato molti vestiti che lasciavano scoperta troppa pelle, perché non voleva mostrare le cicatrici alle altre: si erano un po’ insospettite, ma fortunatamente non avevano fatto molte domande.
«Grazie» abbassò lo sguardo, rossa come la trama del vestito.
«Dai, tira fuori gli artigli!» Dominique saltò giù dal letto con un balzo «Devi farli tutti secchi.»
«La fai facile, non sei mai stata lì» borbottò Alwys molto preoccupata.
«Non deve andare ad un matrimonio» dal piano di sotto arrivò la voce scocciata di James.
«Appena scendo ti sistemo io!» controbatté Dominique.
Scesero le scale e, appena Ted la vide, spalancò gli occhi insieme a tutti gli altri.
«Dovresti scoprirti il viso più spesso» le sussurrò all’orecchio appena le fu vicino.
«Perfetto, possiamo andare» il signor Potter, in giacca e cravatta, arrivò tutto sorridente.
«Perché non posso venire pure io?» piagnucolò Albus che stava seguendo il padre come se fosse la sua ombra.
«Solo chi deve deporre può entrare» spiegò la signora Weasley dandogli affettuosamente uno sbuffetto sulla guancia.
«E James?»
«Io ho protetto Alwys» invece di essere orgoglioso, lo disse come se si fosse pentito di averlo fatto, molto probabilmente perché non voleva andare lì.
«Finalmente ti vedo vestito decentemente» lo punzecchiò Dominique con un sorrisetto soddisfatto.
James in tutta risposta le fece il verso alzando gli occhi al cielo.
Andarono in salotto, dove vi era Ron seduto sul divano che faceva il solletico a Hugo e Ginny con in mano una ciotola contenente una brillante polvere blu scuro.
«Come ci andiamo?» chiese Alwys: quel dubbio era stato nella sua mente da quando Foranel era andato via.
Harry diede un bacio a sua moglie, prese una manciata di polvere ed entrò dentro l’ampio camino sotto lo sguardo allibito di Alwys.
«Ministero della Magia!» esclamò e buttò la polvere sui suoi piedi: nello stesso momento in cui lo fece, un fuoco verde lo avvolse completamente e sparì.
«Non fa male» disse James, notando lo sguardo preoccupato di Alwys, passandole accanto per entrare anche lui dentro il camino «Forse… Ministero della Magia!» e scomparve fra le fiamme verdi.
«Io non lo faccio» asserì pietrificata: era convinta di averle viste tutte dopo un anno, ma si sbagliava di grosso e questa le batteva tutte!
«È il modo più semplice e sicuro» la incoraggiò Ted massaggiandole le spalle.
Diede un bacio sulla fronte a Victoire e andò pure lui fra quelle fiamme che scoppiettavano minacciose.
«Tocca a te» le disse Ginny sorridendo dolcemente per tranquillizzarla «Mi raccomando: sii chiara.»
Alwys deglutì, prese in mano quella polverina incredibilmente calda, entrò nel camino con il cuore in gola e disse ad alta voce, cercando di scandire bene le lettere «Ministero della Magia!»
Con decisione buttò la polverina per terra, che esplose in fiamme verdi che la avvolsero, fortunatamente senza farle male: si coprì gli occhi fin quando la sensazione di quelle fiamme che la sfioravano come leggere lenzuola non svanì.
«Alwys» aprì gli occhi incontrando quelli di Ted «Sei stava bravissima!»
La ragazzina sorrise ed uscì dal camino che le aveva sporcato leggermente le scarpe di cenere.
Il posto in cui era arrivata era enorme e molto affollato: da un lato vi era una sfilza di camini da cui uscivano maghi e streghe frettolosamente, alla sua sinistra si ergeva una fontana fatta di marmo che raffigurava una figura incappucciata vestita di nero –ad Alwys venne un brivido notando la somiglianza con quella che l’aveva attaccata- schiacciata da un blocco di pietra su cui erano scritti vari nomi e al centro “In memoria dei caduti durante la Seconda Guerra Magica”. Il numero esorbitante di nomi turbò Alwys, che però cercò di non pensarci.
Sotto la quella scritta, invece, ve ne era una più piccola:
“Memoriae nostra vivet,
et nullo tenebris damnabimur aevo.”

Si fermò per capirla meglio: non aveva mai studiato il latino, il motto di Hogwarts glielo aveva tradotto Rose.
«Il nostro ricordo vivrà, e nessuna età ci condannerà alle tenebre» recitò Ted.
Le vennero i brividi appena sentì quella traduzione.
«Chi è?» chiese indicando la figura schiacciata.
«Un brutto ricordo» si limitò a rispondere.
Continuarono a camminare ed Alwys si accorse che, anche se c’erano molte persone, nessuno li sfiorava, facevano passare prima loro e chinavano il capo per salutare il signor Potter. Fu come se solo in quel momento si fosse resa conto che era accanto ad una figura molto importante per il Mondo Magico: ancora non aveva studiato quella guerra, ma i racconti di Albus e ciò che c’era scritto nelle cioccorane l’avevano colpita molto. Alzò il mento e si fece più dritta, come se ciò la facesse sentire più degna di stare accanto al leggendario Harry Potter.
Arrivarono ai piedi della fontana, che da vicino divenne ancora più immensa, facendo sentire Alwys un’insulsa formica, e individuarono subito Gioel Foranel, che fissava un orologio da taschino che teneva in mano, collegato alla taschina del gilet da una spessa catena d’argento. Con un colpo secco delle dita lo chiuse e andò verso di loro.
«In perfetto orario» disse con la voce di uno che di proposito era arrivato in anticipo.
«Sembra sorpreso» controbatté Ted, ma Harry si mise fra i due.
«Andiamo?»
«Dobbiamo aspettare una persona a cui, invece, piace arrivare in perfetto ritardo» rispose Foranel alzando gli occhi al cielo.
«E chi sarebbe?» chiese il signor Potter alzando un sopracciglio.
Foranel si apprestò a rispondere, ma si bloccò dopo che il suo sguardo si posò dietro i quattro «Oh, si parla del diavolo e spuntano le corna.»
«Gioel Foranel, braccio destro del Ministro della Magia, che usa espressioni babbane?»
Damien emerse tra la folla, vestito come se fosse tranquillamente a casa sua e non al Ministero della Magia: indossava dei pantaloni sporchi di fango e con qualche strappo, una camicia che un tempo doveva essere stata bianca e il lungo cappotto che indossava sempre.
«Me l’hai tirata dalla bocca» controbatté l’uomo squadrandolo dalla testa ai piedi «A cosa dobbiamo questa puntualità?»
«Volevo stare più tempo con qualcuno» si girò verso James che però evitò lo sguardo spostandolo verso la fontana.
«In che senso?» il signor Potter avanzò minaccioso verso di lui.
«Harry Potter, il mio idolo… da quanto tempo? Come sta?» rispose facendo un sorriso a trentadue denti.
«Non mi lamento: il tempo passa, le cose no invece.»
Si strinsero la mano: Harry lo guardava assottigliando lo sguardo, Damien si era incupito di colpo.
Perché si conoscevano? Forse perché entrambi lavoravano al Ministero della Magia… Alwys si sentiva ogni giorno più confusa in merito alle questioni del passato, ma scosse la testa per scacciare quei pensieri, perché al momento aveva altri problemi a cui pensare.
«Cosa ci fa lui qui?» chiese visibilmente infastidita.
«Lui è il tuo protettore» rispose Damien con il suo solito sorrisetto sarcastico.
«Che è venuto meno al suo compito» precisò Foranel e il ragazzo divenne incredibilmente serio «Per questo il Wizengamot lo ha convocato.»
Calò il silenzio: Damien abbassò lo sguardo verso le piastrelle blu e dorate, Alwys guardò preoccupata Ted, Harry cinse le spalle di James che però si sottrasse subito a quel contatto. Superarono la fontana e arrivarono davanti a uomini vestiti tutti uguali che fermavano le persone e con la bacchetta toccavano dei tesserini che i maghi mostravano. Harry, Foranel e Damien tirarono fuori il proprio, invece agli altri fu chiesto di consegnare la bacchetta: Ted e James la consegnarono tranquillamente, invece Alwys la strinse al petto.
«Te la ridaranno quando usciremo» la tranquillizzò Ted.
Alwys sospirò ma, nello stesso momento in cui la bacchetta toccò la mano della guardia, un fumo argenteo uscì da essa.
«Non ho intenzione di lasciare sola la mia bambina.»
Lady Amelia guardò minacciosa l’uomo che balzò all’indietro con la bocca spalancata.
«Garantisco io per lei» si affrettò a dire Harry.
L’uomo annuì e prese i badge per i visitatori: li diede ai tre e poi ne avvicinò uno verso la donna che squadrò sia il badge che l’uomo.
«E io che dovrei farci con quello?»
L’uomo borbottò un «Giusto…» e lo posò in una scatola che galleggiava accanto a lui.
Superata la vigilanza, mentre Lady Amelia si lamentava dell’incompetenza di quell’uomo, andarono davanti ad un ascensore e premettero il pulsante che aprì le porte: un uomo basso e grassoccio alzò il viso e spalancò gli occhi.
«Oh signor Potter, mi scusi» disse ed uscì ondeggiando.
«Può prenderlo con noi» propose Harry entrando insieme agli altri «Ci entriamo.»
«No, no! Aspetto il prossimo» rispose scuotendo le mani, le quali dita sembravano dei salsicciotti.
L’uomo andò via ed Alwys guardò il signor Potter, che le sorrise: le tornò in mente il modo in cui gli aveva risposto il giorno prima e si sentì molto imbarazzata.
«Signor Potter…» disse con un filo di voce.
«Mi devi chiamare Harry» rispose guardandola dolcemente.
«Sì, giusto… Harry volevo chiederti scusa per ieri.»
«Tranquilla, tutto passato» ma Foranel non sembrava dello stesso avviso, stando a come corrugò le sopracciglia nonostante non li stesse guardando.
Le porte si chiusero e tutti alzarono le braccia per attaccarsi a degli appoggi nella parte superiore. Prima che Alwys e James potessero chiedere come mai lo avessero fatto, l’ascensore partì facendoli schiantare contro una delle pareti: prontamente Ted prese per il braccio Alwys e Damien strinse a sé James. Sembrava di essere dentro una lavatrice ed Alwys si chiese cosa ci trovassero di così divertente gli altri che ridevano. Scesi dall’ascensore, James borbottò un grazie verso Damien, che sorrise.
Camminarono per poco e si fermarono davanti ad un grosso portone blu scuro le cui maniglie erano due “W” dorate.
«Prendi un bel respiro e parla solo se interpellata» le spiegò Foranel sistemandole il colletto.
Ted lo fulminò con lo sguardo e l’uomo alzò le mani in segno di resa.
«Io non potrò entrare» Harry si avvicinò a suo figlio che sembrava dare poco peso alla presenza del padre «Rilassati, non hai fatto niente di male.»
James si limitò a fare spallucce.
Il signor Potter salutò tutti e andò per la sua strada. Alwys prese un bel respiro, le porte si aprirono permettendo loro di entrare, ma James esitò e strinse la mano di Damien che trasalì sorpreso.
«Andrà bene» disse e, per tranquillizzarlo ulteriormente, gli accarezzò con il pollice il dorso della mano.
La sala era ottagonale: da un lato vi erano delle persone con una veste color porpora, su cui vi era cucita una “W” dorata, e dall’altro lato degli spalti di legno scuro vuoti. Ted guidò Alwys verso un trono di legno inciso da strani simboli, posto al centro della sala, invece gli altri si sedettero dietro di lei sugli spalti. Alwys alzò lo sguardo incontrando due pozze verdi che la scrutavano curiose: l’uomo era al centro del gruppo di persone dividendolo perfettamente a metà, con davanti un imponente leggio. Alwys pensò che fosse una specie di giudice per la sua aria austera, ma la sua giovane fisionomia stonava fra gli altri che dovevano avere circa cinquant’anni.
«Presiede lo Stregone Capo Circinus Bodruith» disse facendo vagare lo sguardo verso gli altri «Seduta sotto richiesta della studentessa Alwys Dewery. Che la seduta abbia inizio.»
«Dov’è Octavius Murray?» chiese Ted alzandosi.
«Le domande le faccio io» Bodruith lo fulminò con lo sguardo «Il Ministro della Magia non si scomoda per semplici sedute.»
Il cuore di Alwys incominciò a battere velocemente: il signor Potter aveva detto di conoscere il Ministro della Magia, non questo Stregone Capo e ciò la fece preoccupare ancora di più. Per non parlare del suo ghigno inquietante.
«Racconti cosa è accaduto» l’uomo spostò lo sguardo verso di lei.
La Grifondoro incominciò a torturarsi le unghie: non sapeva da dove iniziare, i ricordi cominciarono, non usare sempre incominciare perché è un rafforzativo, di solito non si usa spesso| a mescolarsi fra di loro «Praticamente…»
«Non abbiamo tutto il giorno» Bodruith alzò gli occhi al cielo scocciato.
«Prendi un bel respiro e comincia» disse dolcemente una donna dai capelli rossi in mezzo a quel gruppo di persone.
Alwys fece come le aveva detto la donna e, dopo essersi finalmente tranquillizzata un po’, incominciò.
«Stavo per entrare dentro il dormitorio quando ho visto il Patronus di un gufo, in verità non sapevo cosa fosse, me lo ha spiegato dopo Ted» cercò di girarsi per guardarlo ma non ci riuscì «Siccome non svaniva, Lady Amelia mi ha spiegato che era un Patronus messaggero quindi, incuriosita, l’ho seguito fuori dal dormitorio…»
«Sei uscita dopo il coprifuoco?» la interruppe in tono accusatorio.
«Non sarei mai uscita dalla scuola se non…» provò a spiegare, ma lui alzò la mano zittendola.
«Voglio sapere se hai lasciato la tua sala comune dopo il coprifuoco.»
«Sì…» sussurrò abbassando la testa perché lo sguardo inquisitore dell’uomo la metteva troppo a disagio.
«Spero che qualcuno abbia preso qualche provvedimento» Bodruith spostò lo sguardo verso Ted che però lo evitò «No?»
«Come tratto i miei alunni non è affare del Ministero.»
La preside McGranitt spalancò le porte con un colpo della bacchetta facendo girare tutti: si avvicinò ad Alwys e le mise le mani sulle spalle.
«Piuttosto mi chiedo perché non sono stata inviata a questa seduta straordinaria che si sta trasformando in un processo. Se serve un difensore ne sarei lieta.»
«Non c’è bisogno…» l’uomo, dopo aver scoccato un’occhiataccia verso un uomo dietro di lui che deglutì, tornò impassibile «Piuttosto mi dispiace che la lettera non sia arrivata.»
«Oh, non ne dubito» rispose accennando un qualcosa che sarebbe dovuto essere un sorriso «Ma non sono nuova a sedute rinviate o anticipate che non vengono comunicate.»
Bodruith ricambiò il sorriso «Meglio così… continua.»
Alwys annuì più volte come se si fosse ripresa da uno stato di trans «L’ho seguito fino al portone d’ingresso, poi lui è uscito e invece io ho preferito rimanere dentro la scuola, poi però…» la preside le strinse le spalle «Ho sentito mia madre urlare… a quel punto non ho pensato più a nulla e sono uscita per inseguire il gufo» l’uomo, stranamente, sembrava molto preso da questa parte del discorso.
«Poi è arrivato il drag» continuò «Ero terrorizzata, ma ad un tratto è arrivato James che…» Bodruith alzò il palmo della mano ed Alwys tacque in un istante.
«James Sirius Potter è il suo turno.»
Il ragazzo trasalì, alzò di scatto la testa che aveva tenuto bassa per tutto il tempo, e andò a sedersi al posto di Alwys, che stava andando verso gli spalti con la preside che le accarezzava i capelli che le ricadevano sulla schiena.
«Prima del coprifuoco io, Rose e Alwys ci siamo visti per stare un po’ insieme, poi ognuno è andato nel proprio dormitorio» la sua voce era ferma e decisa, non sembrava quella di un ragazzo della sua età «Siccome li conosco bene, quando sono tornato nel dormitorio li ho tenuti d’occhio con la Mappa del Malandrino.»
«Molto responsabile da parte tua» osservò Bodruith facendo un cenno con il capo.
«La ringrazio» rispose come se quel complimento non lo avesse toccato minimamente.
«Ho visto Alwys uscire, allora l’ho seguita per capire cosa stesse succedendo, poi è arrivato il drago.»
Per tutta la conversazione James e Bodruith erano rimasti con lo sguardo incollato l'uno sull'altro, come se ci fossero solo loro due nella stanza e come se chi lo avesse distolto prima fosse stato il più debole.
«Ho protetto Alwys permettendole di scappare, ma non a lungo… se non fosse stato per Damien non sarei qui» l’ultima frase uscì dalle sue labbra come un sussurro.
Ted alzò il viso spalancando gli occhi: James non lo aveva detto quando lo aveva raccontato a casa, perché tenerlo nascosto? Veramente Damien aveva rischiato la vita per salvarlo?
«E poi?» chiese l’uomo accennando un sorriso, come se sapesse che di lì a poco avrebbe ricevuto un premio.
«Mi ha accompagnato dentro casa sua per tenermi al sicuro» rispose spostando lo sguardo verso il pavimento. Aveva perso.
«Poi?»
«Non penso che questo centri con Alwys» Damien si alzò assottigliando lo sguardo.
«Hai ragione» rispose Bodruith facendo sparire il sorrisetto «Invito Ted Remus Lupin a raccontare il finale.»
Ted si alzò, accarezzò dolcemente la mano di Alwys, si sistemò la giacca e diede una pacca sulla spalla a James mentre si accingeva a prendere il suo posto.
«Mi ha svegliato il Patronus della preside che mi ha avvisato di ciò che stava accadendo, sono sceso dalle scale arrivando all’ingresso dove la preside stava dando i compiti ad ogni professore: il mio era quello di cercare Alwys.»
Bodruith sembrava una sfinge pronta a polverizzare con lo sguardo chiunque avesse dato una risposta sbagliata.
«Ho incontrato Victoire e Dominique Weasley…»
«In giro? Non c’erano i responsabili delle Case davanti ai dormitori per evitare che gli studenti uscissero?»
Ted si morse il labbro «Sono riusciti ad eluderli.»
«Due studentesse? Impressionante» rispose in tono ironico non contenendo una risata «Spero siano stati presi dei provvedimenti.»
La McGranitt si limitò ad annuire senza lasciar trapelare alcuna emozione.
«Capisco…» disse sospirando pesantemente «Può continuare.»
«Ci siamo divisi per avere più possibilità: Victoire è andata verso l’ingresso, dove però è stata ferita, ma il professor Pastime è riuscito a inviarci un patronus per avvisarci che la figura si stava spostando… Dominique è andata ad aiutare Victoire, invece io sono andato nel corridoio che dà sul cortile dove ho visto Alwys: Nymphadora Tonks era accanto a lei e la stava proteggendo» la sua voce era dura e distaccata, ma Alwys riusciva a percepire un profondo dolore: ormai lo conosceva fin troppo bene.
«Poi ho visto solo un lampo bianco.»
«Interessante…» si lasciò scappare Bodruith, che si portò una mano al mento perfettamente liscio «Signorina Dewery?»
«Non ricordo nulla…» perché stava mentendo? Era come se qualcosa dentro di lei le stesse dicendo che era meglio così.
«Va bene» prese la bacchetta, di cui Alwys però riuscì a notare soltanto il colore nero come la pece, e fece volare una piuma che incominciò a scrivere su di un grosso libro dall’aria antica.
«Damien An-»
«Il mio nome è Damien Paw» il ragazzo si alzò e a passo deciso andò a sedersi.
«Come preferisci» fece spallucce e spostò lo sguardo dal libro ai suoi occhi «Damien Paw non hai adempito al tuo dovere di protettore dei lupi mannari» la penna incominciò a scrivere frettolosamente «Io Circinus Bodruith, Stregone Capo del Wizengamot, ti privo del tuo status di Alpha del tuo branco.»
Damien scattò in piedi e puntò il dito contro di lui «Tu non hai questo potere» disse ringhiando, ma Bodruith alzò la mano zittendolo.
«Così che tu possa dedicarti completamente al tuo compito» alzò un angolo della bocca «Firmato Circinus Bodruith.»
Damien cadde a terra e si portò una mano al petto: cominciò a lamentarsi come se lo avessero appena pugnalato al cuore, portando James ad alzarsi, il quale però fu fermato da Ted.
«Certo che posso, tu appartieni al Ministero.»
Damien con fatica alzò lo sguardo, poi però per il troppo dolore si accasciò a terra.
«Ringrazia che non ti abbia privato anche del tuo impiego» disse facendo un cenno verso il libro che si chiuse con un tonfo.
James strinse i pugni lungo i fianchi, evase dalla presa di Ted e si apprestò ad aiutare Damien che si aggrappò a lui per alzarsi.
«C’è qualcuno che ha qualcosa da dire?»
«Io ho qualcosa da dire» tutti si girarono verso Ted che però non degnò nessuno di uno sguardo.


Angolo autrice:
Salve a tutti!!
Intanto volevo ringraziarvi perché sul profilo instagram siamo arrivati a 50!! Voi cosa state aspettando? Guardate che vedo quanti leggono la storia e siete tantissimi, quidni andate a seguire la pagina per le curiosità e le stupende immagini realizzate dalla beta <3
@alwysdewery
Andando al capitolo: pareri? Teorie? Fatemelo sapere con una recensione!
Grazie Tenmary per le tue fantastiche recensioni <3
   
 
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