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Autore: Luna_Holmes    25/02/2018    0 recensioni
Nuova scuola, nuova città, nuovi amici. Che poi, ne avesse di amici. Era isolata. Per scelta. O per obbligo. Per lei era la stessa cosa. L'unico dettaglio che accomunava tutte le città in cui aveva vissuto era un segreto. Il suo segreto. Un segreto oscuro, se non pericoloso. Ma qui, in questa città c'è qualcosa di diverso. O meglio, qualcuno.
La storia è disponibile anche su Wattpad (sono LunaCraft Moon).
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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La sveglia suona incessantemente. Una mano tasta il comodino in cerca di essa per porre fine a quella tortura. “Devo scoprire chi ha inventato il lunedì mattina e maledirlo in tutte le lingue possibili e immaginabili!” pensa il ragazzo. Ha la testa affondata nel cuscino e una voglia esagerata di rimettersi a dormire. Con un pugno spegne quella dannata sveglia. Si rimette a dormire. Non fa in tempo a chiudere gli occhi che il telefono squilla. -Ma questa è una tortura! - urla. Si alza e, strisciando i piedi, raggiunge lo scaffale su cui ha appoggiato il telefono. -Pronto? - risponde. -Ehi Chris! Andiamo insieme a scuola? - chiede Brian, l’amico di Chris. -Non me lo potevi chiedere tra, non so… mezz’ora? - dice Chris scocciato. -Tra dieci minuti iniziano le lezioni! Quando te lo dovrei dire? Oggi pomeriggio?! - dichiara, ridendo, l’amico. Ed è in quel momento che Chris si sveglia dal suo stato di dormiveglia (più dormi che veglia) e parte a razzo. -Ehi, Chris… Ci sei? Pronto! - lo richiama Brian, ma Chris pensa solo a non fare tardi.
In tempo record si prepara, prende al volo una brioche confezionata dalla cucina e lo zaino e corre giù dalle scale. Brian è lì che lo aspetta.
Brian è un ragazzo bassetto, capelli scuri, occhi verdi e sorriso radioso. Riesce sempre a far sorridere tutti.
-Ma come sei conciato?! - dice, ridendo come un matto. Chris si guarda. In effetti Brian ha ragione… Le scarpe sono slacciate, i pantaloni spiegazzati, la camicia con alcuni bottoni aperti e la cravatta allentata. Si aggiusta per quello che può.
Chris è diverso da Brian. È alto, capelli neri, occhi nocciola e un sorriso quasi assente. Sorride principalmente per l’aiuto di Brian. Non ha mai raccontato a nessuno il perché. Lo prenderebbero per pazzo.
-Andiamo? - chiede all’amico, che è a terra, tenendosi la pancia dalle risate. -Sì, sì. Ci sono. -risponde.
La Holloway Secondary School è una scuola piuttosto severa. Non si possono indossare abiti e gonne. È obbligatorio indossare la cravatta. Per il resto puoi indossare ciò che vuoi.
Brian si dirige verso l’ingresso. Chris si è fermato. Una macchina nera l’ha incuriosito. Non aveva mai visto uno studente con una macchina del genere. Il parcheggio insegnanti è dietro la scuola, quindi o uno studente o è un genitore che accompagna uno studente.
-Ti raggiungo. Tu comincia ad andare. - dice a Brian. In risposta l’amico lo guarda, fa spallucce e raggiunge l’ingresso della scuola.
Dall’auto scende una ragazza. È vestita totalmente di nero. Maglia corta nera, giacca di pelle nera e pantaloni neri. Le scarpe sono bianche con la punta nera. La cravatta bianca risalta sul nero dei suoi vestiti. Chris non l’ha mai vista. La ragazza apre il bagagliaio e tira fuori uno zaino nero con dei disegni bianchi e diversi nomi di città scritti sopra. Deve aver viaggiato molto. O magari vorrebbe andare in quelle città.
-Sei nuova? - le chiede, non appena lei gli passa accanto. La ragazza si ferma di botto. –Sì- dice sbrigativa. -Mi chiamo Chris. Tu sei…? - annuncia lui, ignorando il tono della ragazza in questione. I suoi occhi… Sono bellissimi. Sono di un azzurro ghiaccio perfetto. Le porge la mano. -Mi chiamo Ash. - risponde, guardando la sua mano, senza accennare a muovere la sua. Chris si arrende. Lascia ricadere la mano lungo il fianco. -Hai un’auto? - chiede, curioso. - Sì- risponde. -Non sembri maggiorenne- ammette. -Non lo sono- dichiara Ash. -Qui non si può guidare se non hai più di diciotto anni. I tuoi genitori sono d’accordo? - chiede Chris. -Te l’hanno mai detto che fai troppe domande?!- risponde Ash, dura. Poi se ne va, lasciando lì il ragazzo, interdetto. I capelli della ragazza si muovono seguendo il lieve venticello che si è alzato. “Che ragazza interessante” pensa Chris, prima di entrare all’interno dell’edificio chiamato scuola. O tortura. Per Chris è più adatto il secondo.
   
 
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