Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: micchan91    25/02/2018    3 recensioni
Au Sterek ispirata appunto al film "il mio grosso grasso matrimonio greco"
Stiles sospirò e affondò di più nel sedile, incrociando le braccia al petto e fissando la strada bagnata dalla fitta pioggia che cadeva ormai da ore. Accanto a lui suo padre stava guidando tranquillamente, ripetendogli quello che gli diceva da quando aveva quattordici anni.
< Devi trovarti una brava ragazza Stiles, sposarti e avere dei figli. Stai diventando vecchio e tra un po' nessuna ti vorrà più > stava dicendo e il ragazzo alzò gli occhi al cielo, sentirsi dire di stare diventando vecchi alla veneranda età di diciotto anni era una cosa che solo i figli dei greci potevano provare. La vita di un greco doveva passare in tre punti fondamentali. Trovare una brava ragazza greca, sposarsela e farci dei figli greci, mangiando poi ciò che lei cucinava finchè non morivi...grasso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Derek Hale, Sceriffo Stilinski, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Stiles si chiuse l'ultimo bottone della giacca e sorrise osservandosi allo specchio. Il corso sarebbe iniziato tra poco meno di un'ora e lui doveva avviarsi. Melissa aveva convinto il padre a mandarlo e così Stiles tre giorni a settimana aveva delle ore solo per se stesso, ore in cui poteva imparare qualcosa di nuovo e soprattutto conoscere gente nuova.

Il corso stava andando alla grande e Stiles adorava parlare con il suo nuovo gruppo di amici, amici ignari delle sue origini e soprattutto di suo padre. Ogni giorno osservava la bacheca degli annunci affissa all'ingresso dell'università e un giorno l'occhio gli cadde su un volantino di un corso specifico per i computer. Subito lo strappò e lo lesse meglio, sorridendo felice.

< Allora, come sta andando il corso? > gli chiese Melissa, stavano passeggiando per il centro per comprare le cose che servivano per il ristorante e Stiles teneva le pesanti buste piene di cose.

< Alla grande! > esclamò subito Stiles entusiasta. I due avevano una meta ben precisa, l'agenzia di viaggi appartenente a sua zia, la sorella di Noah. Stiles voleva lavorare lì per poter fare il suo tirocinio per quel nuovo corso, "computer e turismo", sarebbe stato emozionante. Melissa gli fece un largo sorriso e i due arrivarono ben presto al negozio. Come ogni zia greca che si rispetti la donna stritolò Stiles in un forte abbraccio e gli baciò più volte le guance, sedendosi poi e ascoltanto attentamente il nipote.

< Quindi zia, in sostanza vorrei lavorare qui per te. Tu avresti più tempo da passare con lo zio, potresti addirittura farti una vacanza e te la prenoterei io! > le disse mentre la donna lo guardava.

< Allora...mi assumi? > chiese speranzoso e quella gli fece un largo sorriso.

< Ma certo! > rispose e il ragazzo si trattenne dal saltare di gioia.

< Grazie! > disse invece dandole un bacio, il bello delle famiglie greche era che ci si aiutava sempre.

< Però bisognerà chiedere a tuo padre > bastarono quelle poche parole a smorzare l'entusiasmo di Stiles che sospirò piano.

< Basterà fargli credere che è una sua idea > ridacchiò Melissa avvicinandosi con aria complice e i tre misero a punto un piano a prova di bomba.

Fu così che il giorno seguente la sorella di Noah si presentò al ristorante. Subito il padrone di casa le offrì qualcosa e si sedettero al tavolo insieme a Melissa.

< Allora...come vanno le cose al negozio? > le chiese distrattamente Melissa.

< Mh, non tanto bene > rispose subito la donna e Noah subito si agitò.

< Le cose vanno male? Hai bisogno di soldi? > le chiese mentre Melissa gli poggiava una mano sul braccio per tranquillizzarlo.

< Ma no...è che lei poverina è sempre sola > disse e Noah alzò un sopracciglio.

< Sola? > chiese e lei annuì.

< I miei figli lavorano alla lavanderia e io sono sempre sola... > disse mentre Stiles si avvicinava al tavolo portando il caffè con il cuore in gola.

< Chiedi a uno di loro di tornare da te > disse Noah, ma Melissa intervenne subito.

< Loro non sanno usare bene il computer > disse incrociando le dita da sotto al lavolo e Noah si fece pensieroso, poi fissò lo sguardo sul figlio e sembrò illuminarsi.

< Stiles! Lui potrebbe venire a lavorare per te e uno dei tuoi figli potrebbe prendere il suo posto qui > disse e Stiles dovette far appello a tutta la sua buona volontà per non lanciare un grido di gioia. Si limitò a sorridere per poi allontanarsi, mettendosi a ballare solo una volta fuori dalla sala.

La settimana seguente iniziò a lavorare all'agenzia di viaggi. Suo padre lo aveva stordito di raccomandazioni e nessuno gli aveva confessato che sarebbe stato solo lì al negozio e non con la costante presenza della zia. Stiles sentiva un'euforia mai sentita prima e prese il lavoro molto seriamente, impegnandosi in ogni cosa che faceva e riuscendoci anche molto bene.

Erano mesi ormai che lavorava lì ed era diventato semplicemente perfetto, faceva telefonate rapide e metteva in ordine i vari documenti con maestria. Un giorno mentre era al lavoro alzò lo sguardo verso la vetrina che dava sulla strada e sgranò gli occhi quando vide il dio greco prendere un hot dog poco lontano. Quello lo notò e i due si fissarono per qualche istante, ma appena il ragazzo più grande distolse lo sguardo per pagare Stiles si gettò sotto la scrivania, dandosi dell'idiota. Quando risbucò l'uomo non c'era più e Stiles sospirò scuotendo la testa, aveva un serio problema. Il giorno seguente però il dio greco tornò, Stiles lo vide passare davanti alla vetrina e rimase immobile finchè non passò, poi però lo rivide comparire pochi istanti dopo e tornare indietro e lo rifece ancora...e ancora...

Stiles sorrise divertito per quel comportamento e quando il telefono squillò rispose un po' distrattamente. Sentì chiaramente il cuore esplodergli quando il dio smise di fare avanti e indietro ed entrò nel negozio. Il ragazzo alzò il dito per chiedergli un momento e finì la chiamata.

< Salve > esclamò con una voce più alta di qualche ottava e tossicchiò per schiarirsela.

< Salve > rispose lui con un sorrisetto e Stiles fissò lo sguardo sulle labbra che spuntavano dalla barba folta. Si alzò in piedi appena si accorse di starlo nuovamente fissando come un ebete.

< Vuole vedere dei deplian? > chiese e con uno scatto marciò verso il mobile dove tenevano tutti i volantini, peccato che avesse ancora le cuffie addosso e che le cuffie fossero collegate con il computer così che venne trascinato all'indietro e cadde a gambe all'aria. Il dio greco si sporse oltre la scrivania e continuò a guardarlo con aria divertita.

< Trovati > mugolò Stiles con le guance bordò e afferrò un volantino che era caduto a terra, sventolandolo come se fosse una bandiera, sentendosi sempre più stupido.

< Io sono Derek comunque > disse l'uomo come se niente fosse e Stiles lo fissò da terra.

< Stiles > rispose lui.

< Vuoi venire a cena con me? > gli chiese all'improvviso Derek e Stiles annuì immediatamente.

< Cena, certo > rispose e Derek gli lasciò scritto il suo numero su un foglio di carta per poi uscire. Stiles rimase sdraiato a terra a fissare il soffitto con un sorriso ebete stampato in faccia, poi prese a ballare direttamente sul pavimento.

Poche sere dopo Stiles si era messo il suo vestito più bello e senza dire niente a suo padre era sgattaiolato fuori per incontrare Derek. Il moro aveva scelto un posticino niente male e quando Stiles lo vide da lontano sentì il cuore battere all'impazzata come ogni volta che lo notava, sembrava ancora di più un dio greco con quel completo che gli fasciava quel fisico perfetto. Stiles prese un lungo respiro e si lisciò la giacca per poi avvicinarsi, ripetendosi come un mantra che erano solo due uomini che andavano a cena fuori, niente di sconveniente o niente di sessuale o che c'entrasse con l'amore...solo un dio greco e lui che andavano a cena fuori in uno dei ristoranti più romantici della città. Degluttì a vuoto e salutò Derek con un sorriso e si sentì arrossire quando quello si chinò per baciargli la mano.

< Sei bellissimo > gli disse e Stiles emise un suono a metà tra un gemito imbarazzato e una risatina.

< Anche tu stai alla grande > disse e Derek gli fece cenno di entrare. I due si sedettero al tavolo e, al contrario di quanto aveva immaginato Stiles, la serata fu piacevolissima. Erano riusciti a parlare senza il minimo imbarazzo, Derek gli aveva parlato del suo lavoro come insegnante e Stiles aveva scoperto che non era così vecchio come pensava per il fatto che insegnava, ma anzi aveva solo pochi anni in più di lui. Nonostante Stiles avesse l'abitudine di parlare troppo quella serata la passò ad ascoltare e a sorridere ai racconti del più grande e non si trattenne dal ridere ogni volta che ne sentiva il bisogno, si sentiva così libero in sua presenza.

< Quindi tu sei greco > disse alla fine Derek e Stiles annuì con un sospiro.

< Purtroppo si > rispose divertito.

< Che ne dici se domani andiamo a mangiare greco? > propose subito Derek, ma il ragazzo scosse la testa.

< Oh, no grazie > ridacchiò.

< Dai, c'è un posto carino...Stilinski qualcosa, ci ho mangiato una volta ed è buonissimo > disse e quel punto Stiles sgranò gli occhi.

< N-No...meglio di no > sussurrò abbassando lo sguardo e Derek lo guardò preoccupato.

< Mio padre gestisce il ristorante > disse per fargli capire il motivo e Derek sembrò illuminarsi.

< Ora mi ricordo dove ti ho già visto! Eri il cameriere! > esclamò e Stiles arrossì.

< Si, era una...fase... > disse, quando lo aveva visto la prima volta era in condizioni pessime, niente capelli sistemati e aria distrutta e depressa.

< Io ti ho trovato bellissimo > ribattè Derek e Stiles tornò a fissarlo con la bocca socchiusa, era la seconda volta che glielo diceva, ma non poteva credere che uno come Derek potesse trovarlo bellissimo. Si morse lievemente il labbro inferiore e ricacciò indietro la gioia che stava provando.

< Beh...grazie > disse sorridendogli.

A fine serata si salutarono con un abbraccio e Derek gli propose di rivedersi. Stiles ovviamente accettò prima ancora che Derek finisse di chiederglielo e tornò a casa con il sorriso più grande che avesse mai fatto stampato in faccia.

Solo una piccola parte di se stava urlando che quella era una cosa sbagliata, che avrebbe dovuto uscire con una bella ragazza, magari con Lydia, e quella parte aveva la voce di suo padre. Il resto di se si stava crogiolando nel tepore che gli aveva lasciato l'abbraccio di Derek, addormentandosi con quegli occhi verdi nella mente.

 

 

 

Angolino dell'autrice

Ed ecco il secondo capitolo :)

Spero vi sia piaciuto! A presto, baci <3

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: micchan91