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Autore: KuroiGungnir    26/02/2018    3 recensioni
"La D.A.T.S era un'agenzia che esisteva fin da quando i digimon erano diventati reali, ovvero da circa dieci anni, quando la SHIELD - società che possedeva tutti i diritti riguardanti il brand digimon decise, per il ventesimo anniversario del brand, di rivelare al mondo che i digimon esistevano davvero e che non erano solo un prodotto di fantasia." cit. cap 3
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Reverse cap. 1
Lo stadio era esaltato.

Lo scontro fra i due digimon ad ogni colpo che si scambiavano scaldava sempre di più la folla, la quale cominciò a lanciare urla dagli spalti o si mise ad appendere striscioni che incitavano una o l'altra parte.

L'uomo leone saltellò dietro di se e l'osso tenuto dall'orco che gli fungeva da arma rimbalzò contro il terreno, facendo barcollare il suo padrone. Leomon estrasse il pugnale da dietro di lui ed alzò le braccia all'altezza del collo, forse aspettandosi una carica da parte dell'avversario. Ogremon scosse la testa e, stordito dall'attacco non andato a buon fine, grignò - come solo un animale rabbioso sapeva fare - quindi si lanciò, puntando le corna contro l'avversario quasi fosse un toro da corrida.

In risposta Leomon abbassò la testa e, con un rapido movimento della mano, fendette la spalla dell'eterno rivale, facendone cadere il braccio a terra e cambiandone i colori dal verde che contraddistingueva il digimon ad un blù che lo rese simile ad un ologramma.

Il tamer di Ogremon, un ragazzino sulla decina d'anni, tremolò e delle carte gli caddero di mano mentre pronunciava insulti verso Kamui, che intanto teneva stretta nella mano destra una carta e nella sinistra un oggetto rosso di forma rettangolare con un piccolo schermo, dei tasti ed ai lati un lettore magnetico dove strisciare le varie carte. Kamui sorrise, beffansosi dell'imminente sconfitta dell'avversario ed avvicinando fra loro i due oggetti che teneva in entrambe le mani, per poi strisciare la carta sulla fessura magnetica. «Digimodificati! Carta della velocità!».

Una piccola sfera d'elettricità blu avvolse le mani del ragazzo che non se ne curò molto, andando invece a controllare che Leomon avesse ricevuto l'input della carta - segnalato dall'ingrossamenro di muscoli che stava effettivamente avvenendo. Leomon si portò in avanti, pestando l'arena col piede destro, si lanciò verso l'avversario e gli riapparì a pochi palmi dal naso, pronto ad affondare un pugno nello stomaco di Ogremon, il quale sputò la saliva che gli rimaneva in bocca ed emise un verso simile a quello di un cane bastonato quando venne proiettato verso il muro della sua parte dell'arena, dal quale si intravidero crepe e piccoli massi in procinto di cadere nella zona dell'impatto.

Un pannello olografico posto sul tetto dello stadio segnalò la vittoria per Kamui e Leomon, il quale - comprimendosi in un raggio blu - tornò dentro dal digivice del tamer che, dopo aver salutato la folla e fatto il giro dell'arena, se né andò con un sorriso di orgoglio in faccia mentre canticchiava una canzoncina proveniente da una delle tante serie animate dei digimon. «E così ce l'abbiamo fatta, eh?».

«Grazie a te, Kamui». Fu la risposta proveniente dall'interno del digivice che Kamui si era appena portato davanti alla faccia. «Ma per oggi basta. Andiamo a riposarci!». Elecmon Annuì da dentro il dispositivo e lo spense, permettendo al suo tamer di godere un momento di solitudine prima dell'intervista.



«Kotori, potresti portarmi i fogli che stanno sul retro, per favore?».
La prima cosa che Haruka udì mentre varcava la porta a scorrimento automatico per entrare alla D.A.T.S fu il capo sezione che, come al solito, stava chiedendo alla sua assistente di procurargli qualcosa che si era dimenticato di prendere e - quasi fosse automatica la cosa - la ragazza seduta nel banco accanto alla scrivania di lui annuì senza proferir parola e si alzò, dirigendosi verso il retro della base per prendere il materiale richiesto. «Buon giorno, capo sezione».
Haruka decise di farsi notare con un breve inchino ma contrariamente alle sue aspettative l'unica cosa che ricevette fu solo un "giorno" detto pigramente ed un alzata di mano da parte dell'uomo interessato, quasi come se l'arrivo di Haruka in quel posto fosse ormai una cosa normale dato che da cinque mesi aveva cominciato a lavorare come volontario alle dipendenze dell'agenzia. Non che si aspettasse chissà che, si ribadì, ma proprio perché era ormai un membro dell'agenzia da tanto che si aspettava un saluto più caloroso di questo.

Sospirò e prese posto in un banco davanti alla scrivania, accese il PC mentre il rumore di una porta dietro di lui che si chiudeva attirò la sua attenzione, mostrando una Kotori che reggeva una pila di scartoffie fra le braccia e le trasportava fino alla scrivania con passo così lento da voler quasi essere preciso - come se non volesse far cadere nulla. «Oh, giorno Haruka».

Lo notò solo dopo aver adempiuto al suo compito e lo salutò con tono neutrale come era suo solito fare, e seppur Haruka cercasse di ricambiare il saluto di lei con un sorriso tenuto su a forza era sicuro che come maschera non bastasse per non far trapelare il suo fastidio. «Giorno, Kotori».

Tornò a fissare il PC gonfiando e sgonfiando le guance in continuazione mentre le dita erano intente a tamburellare il pad tattile del computer che sostituiva il mouse, mentre attendeva che la scritta "caricamento" su sfondo nero potesse far spazio ai campi di inserimento del codice utente e della password del suo account - cosa che avvenne pochi secondi dopo, quando Haruka emise un "finalmente" con tono seccato ed inserì il necessario per iniziare a lavorare.

«Perché per ora solo casi così piccoli come "ricerca di digimon senza tamer" o "lotte fra digimon non autorizzate"? Non possiamo puntare più in alto?». Fu l'unica cosa che Haruka riuscì a dire scrollando la web page della D.A.T.S.

«Non lamentarti, Haruka». Da dietro il tono di rimprovero di Thomas avvertì il ragazzo. «È tutto ciò che abbiamo, per ora. Dobbiamo accontentarci di questo». Fu la conclusione a cui giunse l'uomo. Era vero che non potevano ottenere incarichi importanti come se nulla fosse, ma se non si fossero cimentati in qualcosa di più importante come avrebbero fatto ad ottenere prestigio?

«Tu che ne pensi Kotori?». Tentò di ottenere appoggio dalla collega, ma girandosi notò che non vi fu alcuna risposta da parte sua, ma al contrario stava continuando a riempire fogli su fogli come se nulla fosse - quasi fosse contenta di fare questo tipo di lavoro. Un sospiro di Haruka tentò di chiudere la cosa, ed il ragazzo cercò di tornare al suo lavoro cercando di ignorare il resto, quando si sentì il rumore di una sedia cadere da dietro.

«Oh, cazzo!». Il capo sezione urlò quasi ne andasse della sua stessa vita, nel suo volto si potevano notare le sopracciglia corrucciate e la bocca spalancata, come se stesse accadendo qualcosa di incredibile. Si ricompose e lanciò due occhiate ad Haruka e Kotori. «Voi due. Alla zona dello stadio, subito!».
   
 
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