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Autore: steffirah    27/02/2018    1 recensioni
Sakura va avanti con la sua quotidianità, convinta di avere già tutto ciò di cui ha bisogno, nonostante sembri esserci un piccolo vuoto da riempire nella sua vita. Prova a farlo acquistando un libro per bambini, cercandovi una risposta, ed effettivamente sarà proprio esso a dargliela, facendole conoscere l’amore. Così nel corso di un anno, a partire da un incontro avvenuto casualmente in un treno, capirà di aver finalmente trovato quel pezzo che le mancava.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Kinomoto, Syaoran Li, Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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 “Lights of Life”
 
 
24 dicembre, vigilia di Natale. Il giorno della sfilata è finalmente giunto.
Seduta nei camerini fisso lo sguardo sul mio riflesso allo specchio, attendendo. E pensando. Ho tutto il tempo a disposizione per ripetere mentalmente ogni passo, ogni movimento che devo eseguire e ogni espressione che devo assumere, in quanto sono l'ultima a salire in passerella.
Questo evento – che si chiama “Lights of life” – è in realtà stato organizzato affinché il ricavato vada in beneficenza. Ciò mi sprona a fare del mio meglio, aggiunto al fatto che Tomoyo-chan è una delle cinque persone appartenenti alla sua accademia che parteciperanno. Non devo farla sfigurare, quindi eseguirò tutto alla perfezione, seguendo le sue istruzioni di questi ultimi giorni.
Tomoyo-chan mi raggiunge per gli ultimi ritocchi, inserendomi delle forcine con piccoli cristalli tra le trecce – già, alla fine l'ha avuta vinta lei e mi ha fatto due grosse trecce che partono dalla fronte, spolverandole di brillantini multicolore, lasciandomi i restanti capelli scendere morbidamente come onde sulle spalle. Sono un po' scettica, ma credo che considerando l'enorme quantità di lacca che vi ha spruzzato dureranno fino al mio momento.
Come aveva deciso, l'unica traccia di trucco è un ombretto leggero color perla sfumato col rosa agli angoli delle palpebre, una linea di eye-liner viola e mascara nero, matita bianca sotto gli occhi e all’esterno nera per farli sembrare più grandi; sulle labbra, invece, mi ha fatto soltanto una tenue passata di lucidalabbra rosato.
Il vestito è molto principesco, pieno di balze e volant, una fusione di stoffe e cromature. La parte superiore sfuma dal porpora al magenta, ha lo scollo a cuore ed è decorato con diamantini e filigrana dorata che seguono la scollatura al di sotto del pizzo rosa e si uniscono al centro con una goccia che mi sembra essere di quarzo. Le maniche sono a palloncino, strette da un elastico nascosto da un nastro con un fiocco color glicine, e terminano poco al di sopra del polso in una linea curva di morbida stoffa. La gonna è vaporosa ed è congiunta al busto tramite grosse rose rosa. Subito al di sotto di esse si aprono due pezzi di stoffa il cui colore varia dal giallo canarino al rosa pesca, alternati con volant color perla e onde magenta. In totale sono quattro strati di stoffa talmente ben arricciata da dare l'idea che io stia indossando panna montata.
Ai fianchi pendono due semicerchi di rose rosse e arancioni, fiori bianchi e gocce d'ambra che – a detta di Tomoyo-chan – rappresentano il clue della serata. Non ha voluto aggiungere altro, quindi non ho la minima idea di cosa aspettarmi. Sarà una sorpresa anche per me.
Mi aggiusta la collana affinché il doppio giro sia equilibrato col resto, accende la telecamera e mi chiede: «Come ti senti?»
Mi sembra di trovarmi ad un'intervista. È divertente.
«Bene.»
«Ricordi tutto quello che ti ho detto?»
«Sì.» Annuisco energicamente e lei mi passa una candela. So già quello che devo fare. So anche che tra poco tocca a lei.
«Sei tremendamente kawaii, Sakura-chan!!», trilla e io ricambio, osservandola.
«E tu sei molto elegante, Tomoyo-chan.»
Anche il vestito che sta indossando adesso l'ha cucito lei stessa. Come il mio ha lo scollo a cuore, ma è blu elettrico, con del pizzo azzurro sul petto, mentre pizzo bianco le avvolge le braccia e il collo – un po’ come un lupetto. Al di sotto del petto ha una fusciacca che si chiude con un grosso fiocco sulla schiena e la stoffa di base continua fino a terra, con l'orlo terminante in tante “u” merlettate, mentre sul retro e dal fianco sinistro la stoffa scende in una lunga coda col bordo della medesima fantasia. Al di sotto dello spacco si aprono diversi strati sovrapposti di velo azzurro – della stessa cromatura del pizzo sulla parte superiore –, avvolgendola come un fiore.
Si è raccolta i capelli in uno chignon laterale, lasciandosi sciolti due boccoli ai lati del viso. E anche il suo trucco è molto leggero. Sta d'incanto.
«Arigatou gozaimasu, ohime-sama.»
Mi fa una lieve reverenza e io ridacchio, portandomi una mano davanti alle labbra per sopprimere il suono, onde non rischiare di farmi sentire anche al di fuori dei camerini.
Tra poco lei deve salire sul palco e canterà, accompagnando la mia entrata in scena e tutto si giocherà seguendo le parole della sua canzone. Il testo è molto dolce e ricco di speranza. Spinge a credere nel futuro, a cercare la felicità, a guardare al lato positivo della medaglia in quanto la vita è questa. E per quante cose brutte ci accadano deve essere vissuta al meglio, perché c'è sempre una luce che risplende per noi.
Sale sul palco e, appena comincia a cantare, entro in scena io. Ho dato un'occhiata prima al palcoscenico e nulla è cambiato: come mi aveva precedentemente detto Tomoyo-chan, ai lati della passerella le luci sono spente e l'unica fonte luminosa è emanata dalla candela che porto tra le mani. Persino lei è avvolta dall'oscurità, così si ode soltanto la sua angelica voce.
Avanzo lentamente, seguendo le sue note. Non vedo nulla, ma sono abbastanza sicura di ogni passo che eseguo. Li ho contati in questi giorni, e al ventesimo devo fermarmi e abbassarmi, posando la candela davanti a me con un movimento leggiadro. Indietreggio di poco e, ascoltando Tomoyo-chan, realizzo che è quasi giunta alla strofa finale. Quando intona «seikatsu no hikari he» allargo le braccia e faccio un giro su me stessa. Così facendo la gonna si allarga ampiamente, creando una sottile brezza che spegne la fiammella e quando torno a rivolgermi verso il pubblico fasci di luce esplodono in mille colori. I fari della passerella riflettono fiori in tutte le direzioni, dal soffitto piovono lustrini, ed è come mirare le stelle.  
Abbasso lo sguardo e noto che persino i fiori e le gemme sul mio vestito si sono illuminati d'una luce splendente, dorata. Non capisco come sia possibile. Mi sforzo di mantenere un'espressione neutra e faccio la sfilata arrivando fino al limite della passerella, poi voltandomi per arrivare accanto al fondale di brillanti, e voltarmi nuovamente per le ultime pose.
La canzone è finita e il pubblico applaude entusiasta, accompagnandoci mentre usciamo e accogliendoci quando ritorniamo con tutti gli altri partecipanti. Le luci sono tornate normali, bianche, e quelle del mio vestito si sono spente. Devo farmi spiegare il trucco da Tomoyo-chan.
L'organizzatore dell'evento prende parola,  presentandoci poi in coppia – designer e indossatrice – per gli inchini finali. Quando tocca a me e Tomoyo-chan si sente un boato. Il cuore mi martella nel petto per l'agitazione – in ritardo! Ma non sono mai stata tanto al centro dell'attenzione! E quando pattinavo era del tutto diverso.
Chissà se era così che si sentiva mamma ogni volta che faceva un set fotografico. Chissà se mi sta guardando. Chissà se è fiera di me o se l'ho delusa. Eppure l’esultare degli spettatori mi riscuote dai miei dubbi. L'abito di Tomoyo-chan ha riscosso molto successo e io sono estremamente felice per lei. Persino gli altri partecipanti applaudono per il suo operato e l'organizzatore comincia a lodarla per la meraviglia che è riuscita a creare. Vedo che le porte per il suo futuro sono ormai aperte.
Sorrido a trentadue denti e rido quando alla domanda sul come abbia fatto a far illuminare gli accessori risponde «Himitsu desu.», con un sorriso enigmatico. Spero che almeno a me lo riveli!
Difatti, quando torniamo in camerino per spogliarci, mentre mi aiuta glielo richiedo e lei mi spiega che era a questo che serviva la candela – oltre che per la scenografia.
«Le rose e i cristalli sono stati realizzati con un materiale che risponde al calore. Avendovi tenuto la candela molto vicino si sono come ricaricati e, nel momento in cui tutto è diventato buio, hanno reagito all’oscurità illuminandosi al massimo. Le luci di contorno dovevano farli risaltare ancora di più. Siamo state fortunate che è durato tutto il tempo della sfilata, ma nel caso avevo già preparato un escamotage con piccole lucine nelle perle che si sarebbero accese se avessi premuto questo pulsante.» Mi mostra quella che mi sembra una semplice sfera di onice su un anello che porta al medio. Sono letteralmente esterrefatta. Non avevo la minima idea che esistesse un materiale simile. E poi senza alcun filo a collegarli come avrebbero potuto “accendersi” le perline?
«Pare complesso.»
«Affatto, è soltanto un'altra invenzione della compagnia di mia madre.»
La sua compagnia si occupa prettamente di giocattoli, ma in realtà realizza anche altra mercanzia, tra cui strumenti elettronici come cellulari, videocamere, cuffie e così via. Non pensavo fossero così avanti!
«Incredibile!»
Appena finito di rivestirci la aiuto a posare i nostri abiti di scena nel borsone e lei mi toglie le forcine dai capelli, affinché non mi venga il mal di testa fino a domani. Infatti, la serata non è ancora terminata. Lì fuori ci attende una vigilia di Natale da trascorrere in compagnia dei nostri cari amici, improvvisando una sorta di falò sul lungomare.
Veniamo raggiunte dalle bodyguard di Tomoyo-chan, le quali prendono il borsone e ci scortano fino all'esterno. Una volta fuori sua madre si tuffa su di noi, abbracciandoci entrambe.
«Le mie ragazze! Siete state bravissime!» Ci guarda fiera, con le lacrime agli occhi e le sorridiamo calorosamente, ringraziandola.
Daidōji Sonomi è una donna alta, snella, impeccabile, che indossa quasi esclusivamente tailleur. Da quanto io ricordi non l'ho mai vista in altra mise, né struccata o spettinata. Ho sempre supposto che avesse molta cura del suo corpo – il che spiegherebbe anche le varie manie di Tomoyo-chan.
Subito dietro di lei c'è mio padre, il quale si congratula con noi e posa ciascuna mano sulle nostre teste. Ovviamente la madre di Tomoyo-chan si mostra istantaneamente infastidita, ma ormai dopo tutti questi anni ci siamo abituati. All'inizio mi sembrava strano un simile astio nei suoi confronti e soltanto in seguito  ho scoperto che è provocato dal fatto che fosse particolarmente legata a mia madre. E l'odio, dopo tutto questo tempo, è diventato una sorta di mezzo per dimostrare il suo affetto.
Alle sue spalle intravedo quel gigante di mio fratello e il suo compagno, Yukito-san. Anticipando ogni loro movimento mi getto tra le braccia di quest'ultimo, sopraffatta dalla gioia.
«Bentornati!»
Non mi sembra di vederli da una vita e non mi aspettavo di certo di incontrarli qui! Evidentemente devono essere rientrati oggi per le vacanze e devono aver saputo della sfilata da papà.
«Grazie, Sakura-chan.»
Sorrido a Yukito-san, notando che oltre che crescere in altezza non è cambiato di una virgola.
«Hey mostro, non si saluta?»
«Chi sarebbe il mostro?!», sbotto voltandomi, fronteggiando Touya e tirandogli una gomitata sul petto.
«Mi sei mancata anche tu.», scherza e io lo fulmino.
«Come state? Com'è andato il viaggio? Quando siete arrivati?»
«Oi, frena.» Touya si gratta la testa, mentre Yukito-san mi sorride gentilmente. Sto per sciogliermi.
«Ne parliamo domani. Perché ora non vai a divertirti con i tuoi amici?»
Cavolo! Mi volto di scatto e vedo che Tomoyo-chan già si è avvicinata agli altri. Ci sono tutti: Naoko-chan, Rika-chan, Yamazaki-kun, Chiharu-chan e Li-san. Mi sale il cuore in gola. Spero si sia trovato bene con gli altri. Non avendone avuto il tempo, ho dovuto lasciare a Chiharu-chan l'arduo compito di fare le presentazioni. Il suo sguardo incrocia il mio e il mio cuore torna nel torace per palpitare furiosamente. Spero non mi abbia trovata ridicola.
«Prima che vai, chi è quel moccioso?», sento Touya chiedermi.
Mi volto per guardarlo male.
«Non chiamarlo così! È un mio nuovo amico.» Lui assottiglia gli occhi, continuando a fissarlo con aria truce. «Onii-chan!»
«Non mi piace.», dichiara sprezzante.
«Nemmeno l'hai conosciuto!»
«Intendo, non mi piace come ti guarda.», precisa. 
Alzo un sopracciglio e mi volto nuovamente, per cercare di capire. Ma se Li-san sta ricambiando il suo sguardo con freddezza! Ahh tutto ciò è incomprensibile!
Yukito-san ridacchia alle mie spalle e mi invita a lasciar perdere e andare da loro. Credo sia meglio.
Mi allontano e raggiungo gli altri, salutandoli tutti insieme.
«Sakura-chan! Eri così bella!», esclama Chiharu-chan saltandomi al collo, al che Tomoyo-chan ribatte: «Ma se lo è sempre!» Tuttavia le altre sembrano ignorarla continuando a complimentarsi e io faccio notare che l'abito non l'ho realizzato io, quindi tutti i meriti vanno a Tomoyo-chan.
Persino Yamazaki-kun si complimenta con entrambe, l'unico che resta in silenzio è Li-san. Mi chiedo se non lo abbia infastidito in qualche modo – a giudicare dalla sua espressione tirata così si direbbe –, per cui non appena l'attenzione degli altri verte altrove ne approfitto per avvicinarmi a lui.
«Scusami per lo scompiglio.»
Gli sorrido lievemente e lui scuote la testa, dopodiché il suo sguardo scivola oltre me.
«... Ecco... Li-san... M-mi dispiace se ti ho costretto a venire fin qui, facendoti annoiare -»
«Cosa ti fa pensare che mi sia annoiato?» Ora il suo viso mostra una punta di confusione.
«Sembri di malumore.», mormoro.
Lui aggrotta le sopracciglia, sospira, chiude gli occhi per un istante e quando riapre le palpebre appare più rilassato.
«Non è niente. Siete state magnifiche, entrambe.»
«Lo pensi davvero?»
Non so perché sto cercando una conferma, ma è come se avessi bisogno di una certezza.
«Non direi mai qualcosa in cui non credo.»
Capisco che è sincero dallo sguardo che mi rivolge e mi sento un po' accaldata. È una bella sensazione.
Improvvisamente sicura di me stessa azzardo, allegramente: «Che programmi hai per questa sera?»




 
Angolino autrice:
Buongiorno! Buone notizie, oggi pubblicherò due capitoli!
Come vi avevo già annunciato, in questa ff Touya/Yuki è canon e vivono felicemente insieme. E grandiosa Tomoyo, con la loro super-tecnologia avanzata che lascia Sakura - e anche me - perplessa hahah 
Di traduzioni da fare qui ce ne sono prettamente dal giapponese (tranne che per il titolo/nome dell'evento, che significa "luci di vita", richiamato anche nel pezzettino della canzone "seikatsu no hikari he" = verso la luce della vita): kawaii = carina; arigatou gozaimasu, ohime-sama = grazie mille, vostra altezza/principessa; himitsu desu = è un segreto; onii-chan = fratellone, che ritroveremo anche nei prossimi capitoli quando si parlerà di Touya
Ora basta chiacchiere, vi lascio con l'ottavo capitolo. Buona lettura! 
  
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