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Autore: Shan94    30/06/2009    0 recensioni
Io annuii lentamente e tu allungasti di nuovo il braccio verso di me piegandoti in avanti verso di me porgendomi di nuovo la tua mano per aiutarmi, una volta in piedi tu avevi iniziato a camminare mentre io ti seguivo stanca e accaldata, avevo fatto la mia scelta, ti avevo seguito, mi ero sentita accettata dopo tanto tempo trascorso sola, senza nessuno, avevo fiducia di te, mi avevi aiutata, quello era stato il nostro primo incontro, forse non lo ricordi più Gin?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gin Ichimaru, Rangiku Matsumoto
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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2° Cap: I miei occhi di ghiaccio, il tuo sangue scarlatto

Sento i tuoi respiri affaticati, mentre provi ad avvicinarti di più a me, vorrei urlarti di stare immobile dove sei, ma non riesco neppure ad emettere un sussurro, fai una smorfia di dolore mentre muovi un passo per avvicinarti un po' a me, chiudo immediatamente gli occhi, non ce la faccio a guardarti in faccia, le mie mani stringono l'impugnatura della mia zampakuto e io non riuscendo a mollare la presa. Non riesco a piangere, non ora, tengo solo gli occhi chiusi mentre il tempo continua a passare così lentamente, questo momento sembra durare secoli, secoli lenti che non terminano mai, sto trattenendo a fatica sighiozzii di un dolore che inizia a bruciarmi l'anima e il cuore. Digrigno gli occhi lentamente mentre respiro a fatica, ho paura di riaprire gli occhi e di alzare lo sguardo verso di te, so benissimo anche senza guardarti che continui a fissarmi senza toglierti dalla faccia quel sorriso irritante che ormai non consideravo neppure un sorriso, ma un gigno per mascherare le tue reali intenzioni. Sembrano passati millenni da quando ho chiuso i miei occhi di ghiaccio, così tento di riaprirli, ma subito mi pento di averlo fatto, tu sei ancora qui, di fronte a me, mentre il tuo sangue scarlatto, come il colore dei tuoi occhi ritornati socchiusi, mi scivola lungo le mani che tremano ancora, nonostante tengano l'elsa di Haineko. Perchè? Voglio urlartelo, perchè ti sei fatto colpire? Ma non riesco a trovare la forza per farlo, sospiro dolorosamente provando a distogliere lo sguardo da te, ma non ce la faccio, sono costretta a fissarti mentre sento l'orribile senzazione del tuo sangue che mi sporca le mani, ti vedo sorridere e a questo punto mi mordo il labbro inferiore. Lo stai forse facendo apposta? Mi fai soffrire, sorridi quasi volessi farmi intendere che quello che sta accadendo è colpa mia, guarda che lo so perfettamente, non serve sorridere così per farmi soffrire, tanto lo hai già fatto nel momento stesso in cui ho capito che non ti importava nulla di me. Non riesco neancora a capire quello che mi sta intorno, non vedo più il capitano Hitsugaya, non riesco più a percepire nessun reiatsu, neppure quello del giovane ryoka dai capelli arancioni, Ichigo, che fino a qualche minuto fa sovrastava tutti gli altri, però avverto il tuo, che lentamente si affievolisce, posso vedere te, e la conseguenza del mio gesto. Tu mi continui a fissare negli occhi, quasi volessi trasmettermi mentalmente il dolore fisico che stai provando, e forse ci stai anche riuscendo, perchè sento una fitta di dolore mentre continui a sorridermi malignamente, ho sempre odiato quel tuo modo di farmi sentire in colpa. Ti piacciono i miei occhi, ti sono sempre piaciuti, me lo avevi detto tempo fa, noi siamo sempre stati l'uno l'opposto dell'altra, me lo avevi anche fatto notare una volta e anche in questo momento nella mia mente ci metto a confronto; io una donna impaurita e sofferente dagli occhi azzurri come il ghiaccio, tu un uomo ingiusto e divertito che dagli occhi rossi come il tuo sangue scarlatto. Richiudo gli occhi mentre altri ricordi mi raggiungono la mente, ed io di nuovo li rivivo come era successo qualche attimo prima, non riuscendo più a guardarti chiudo gli occhi prendendo un profondo respiro, quasi dovessi immergermi in un abisso senza fondo.

Flashback

A quel tempo ci conoscevamo da una settimana, mi avevi portato in quella che tu chiamavi casa, a me sembrava una piccola baracca di legno un po' marcio, mancava anche la porta, un tempo doveva esserci ma il vento sembrava averla abbattuta, inoltre c'erano due fessure abbastanza grandi che potevano essere paragonate a finestre senza vetri, anche il pavimento era di legno, ma in confronto al resto della casa era più levigato e pulito, ma con delle chiazze più scure sparse qua e la. Ero seduta in centro alla stanza mentre osservavo il soffitto, avevo notato parrecchi buchi, molto probabilmente le chiazze nere sul pavimento erano state provocate dalla pioggia che durante i temporali entrava, mi domandavo come tu avessi potuto vivere in quella casa da solo, eri un bambino come lo ero io, e a quel tempo non riuscivo a capacitarmi della tua soppravvivenza in un luogo simile. Al momento ero sola, tu te ne eri andato senza dirmi niente, eri uscito dalla porta con un sorriso facendomi capire di restare in casa, ti avevo aspettato per tutta la mattina che era passata lentamente, mi stavo annoiando da sola, avrei voluto parlare, o soltanto ascoltare le tue storie senza senso, sbuffai un po' mentre seduta portai lo sguardo al di fuori delle finestre. Il cielo era limpido e solo qualche nuvola bianca lo sporcava qua e la, fuori dalla tua "casa", come la chiamavi tu, c'era un albero che muoveva le sue fronde con un movimento tranquillo e rilassato, questa casa era distaccata dagli altri distretti, ma l'ambiente mi piaceva e la compagnia c'era. Sospirai mentre ancora aspettavo il tuo ritorno, mi sarebbe piaciuto sapere dove eri andato senza dirmi nulla, mi avevi voltato le spalle senza darmi una spiegazione ed io mi stavo un po' preoccupando, portai di nuovo lo sguardo verso la porta sperando di vederti tornare con il tuo solito sorrisino sulla faccia e gli occhi socchiusi, dovevo ancora vedere i tuoi occhi, li avevi sempre tenuti socchiusi, ma a quel  tempo mi divertiva la tua faccia e ti consideravo buffo. Mentre scrutavo con lo sguardo l'apertura al posto della porta sentì improvvisamente il suono pacato della tua voce che mi fece sussultare

- Sono tornato, Rangiku- mi avevi detto mentre muovevi qualche passo in case

- Come diavolo hai fatto a entrare? Mi hai fatto prendere un colpo- dissi io sospirando mentre mi voltavo verso di lui

- Beh, sono entrato dalla finestra- avevi risposto con calma come se fosse la cosa più naturale del mondo

- Perchè sei entrato dalla finestra e non dalla porta come tutte le persone normali?- domandai sospirando un po'

- Mi andava di fare così. E poi io non mi considero uguale alle altre persone- mi avevi detto mentre ti sedevi

Avevo notato solo in quel momento che avevi con te un cestino pieno di frutta fresca e qualche pezzo di carne seccata

- Sei andato a prendere da mangiare, allora- dissi sporgendomi un po' a guardare il cestino

- Si- avevi risposto con un sorrisetto

Presi un furtto arancione dall'aspetto succoso e delizioso per mangiarlo, avevi preso proprio della frutta molto buona, non sapevo che avevi camminato per dodici miglia per trovare un venditore di frutta così buona, lo avevo scoperto qualche anno più tardi.

- Perchè te ne sei andato senza dirmi niente?- ti chiesi un po' offesa

Tu ridesti nel vedermi imbronciata, però non mi avevi dato una risposta, a questa domanda tu non mi hai mai risposto, ogni volta che te lo chiedevo ridevi senza rispondermi per poi cambiare argomento era un vizio che avevi sempre avuto, alla quale non mi sono mai abituata.

Restammo entrambi zitti per un po', dopodichè tu inziasti a parlare di nuovo per animare un po' il dialogo

- Mi piacciono i tuoi occhi Rangiku, hanno delle belle sfumature- mi dissi con semplicità

A volte mi facevi dei bei complimenti, apevi essere carino, e quei complimenti che ti venivano così naturali erano di certo più apprezzati delle tue frasi senza senso e dei tuoi complicati giri di parole che spesso ingannavano, la semplicità con la quale me lo avevi detto mi lasciarono un po' stranita e non sapevo cosa risponderti

- Beh, grazie- dissi un po' imbarazzata mentre portavo lo sguardo verso di te

- Gin, perchè tieni sempre gli occhi socchiusi?- domandai curiosaNon avevi mai risposto nemmeno a questa domanda, le cose che ti riguardavano spesso le tendevi a tenermele nascoste, come se tu avessi avuto sempre paura di parlarmene

- Vuoi vederli?- mi chiedesti poi sorridendomi un po' ma sena aprirli di un millimetro

Io annuì ero curiosa, ci conoscevamo da una settimana e non avevo ancora visto com'erano i suoi occhi, rimasi in attesa sperando che li aprisse per farmi un piacere; ti sentì ridacchiare mentre io restavo in attesa

- Va bene Rangiku, come vuoi- mi dissi sorridendo ancora di più

Aprsti gli occhi con calma guardandomi, rimasi ad osservarti stupita, i tuoi occhi erano di un profondo colore rosso che ricordava quello del sangue, mi sorridesti vedendomi così

- Cosa c'è, ora ti faccio paura?- mi avevi domandato ridendo

- No, solo sono strani, cioè hanno un colore strano- dissi un po' imbarazzata per essere rimasta cosi di stucco

- Non ti preoccupare Rangiku- mi dissi tu socchiudendo di nuovo gli occhi - Va bene cosi- continuasti sospirando un po' per poi sorridermi ancora

Quella fu una delle poche volte in cui ti vidi assumere un espressione sicera nei miei confronti, poche altre volte l'ho rivista, ma a quel tempo io ti consideravo mio amico, ed ero sinceramente felice di stare con te, ora non posso dire lo stesso anche di te

- Rangiku- mormori a mezza voce il mio con un tono di voce che mi strazia l'animo fino alla sua radice

Io non posso fare altro che riportare lo sguardo su di te mentre mi guardi, apri di nuovo i tuoi occhi rossi come il tuo sangue scarlatto mentre i miei occhi di ghiaccio si chiudono di nuovo, non riesco a guardarti in faccia, non lo hai neancora capito razza di idiota? Il tuo sangue non smette di scorrere, e la lama della mia zampakuto ha ormai attraversato il tuo corpo, Haineko ti ha penetrato la carne con violenza, il mio sguardo va a ricadere su Shinsou che giace a terra, tutto questo avviene molto lentamente, passano pochi secondi, ma che in questo momento sembrano così lenti da durare decenni interi.

Il tuo sangue scarlatto è in contrasto con il mio sguardo dalle sfumature di ghiaccio, ho paura di guardare quello che sta accadendo, continuo a soffrire, mentre tu continui a sorridere nonostante tutto.

Continua...

  
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