A volte
basta uno sguardo…
Erano a
malapena le sei e mezzo di mattina quando sgusciai velocemente via dal letto
cercando di non svegliare mio marito, cercai le pantofole e andai verso la
porta in punta di piedi, prima di uscire dalla stanza però una voce profonda
e impastata dal sonno mi bloccò – Bella dove vai a quest’ora?-
sorrisi tra me e me guardandolo, aveva aperto solo un occhio e mi guardava con
aria confusa…io sempre sorridendo risposi – Vado a preparare i
pancake che piacciono a Ephraim, lo sai che è
la tradizione…- lui sbuffò e disse – Bells oggi fa diciassette
anni, non credo proprio che pensi hai pancake!- gli feci la linguaccia e
risposi – Oh si! Però io li faccio lo stesso!- lo sentii
borbottare qualcosa di indefinito e rigirarsi per
dormire…sorrisi tra me e me…amavo Jake…lo amavo davvero, non
era solo un rimpiazzo come credevo all’inizio…era lui la mia anima
gemella…scendendo per le scale ben attenta a non fare rumore ripensai
alla nostra storia, mi capitava spesso di farlo per il semplice motivo che
ancora non ero sicura di essere stata così fortunata…
Ho capito
di amare Jake durante il funerale di Harry Clearwater,
guardandolo mi resi conto che non avrei più potuto vivere senza di lui…tra
noi era cambiato qualcosa, lo sentivamo entrambi, dopo circa una settimana di
silenzi imbarazzanti successe…io e Jake ci mettemmo insieme, mio padre ne
era più che felice, ed anche io…finite le superiori andai in un’università
non molto lontana e che mi avrebbe permesso di ritornare a casa per i
finesettimana, a ventidue anni conseguì la mia laurea in lettere e
tornai a casa…
Jake nel
frattempo aveva aperto insieme a Sam e Embry un’officina…ci
sposammo dopo nemmeno due mesi dal mio ritorno dal college…pochi mesi
dopo ero incinta del nostro primo figlio…quando nacque Ephraim Jacob era
letteralmente su di giri, solo una cosa ci preoccupava, l’imprinting…avevamo
entrambi paura che un giorno sarebbe arrivata qualcun’altra…ma poi
dopo circa un anno dalla nascita di Ephraim rimasi di nuovo incinta, questa
volta non riuscimmo ad arrivare in ospedale, mi fece partorire Leah a casa
nostra, fu subito dopo la nascita della mia piccola che Jacob ebbe l’imprinting
con me…ero in uno stato pietoso, eppure Jake ebbe l’imprinting…era
solo una questione di momenti…la chiamammo Stephanie…poi per il mio
venticinquesimo compleanno mio padre e mia madre mi regalarono quella che ormai
è la mia seconda casa, mi regalarono un locale che io adibii a libreria,
mi ero sempre lamentata del poco materiale reperibile in questa città e
aprire una libreria era come un sogno, certo non è che vada tanto bene,
i clienti sono sempre i soliti e se evitiamo il fallimento è anche per
la copisteria e la vendita di testi scolastici…però la adoro lo
stesso…poi inaspettatamente due anni e mezzo fa arrivò il nostro
terzo figlio, il piccolo Charlie, l’imprinting di Leah…ne eravamo
rimasti abbastanza sconvolti in effetti, ma lei lo avrebbe sempre amato e
quindi alla fine lo accettammo…
Quando finii
di preparare tutto sbirciai fuori dalla finestra la
macchina che Jake aveva parcheggiato vicino al vialetto e sul quale aveva
attaccato un enorme fiocco blu, era il regalo di compleanno per il nostro
bambino…iniziai a sentire parecchi grugniti e sbadigli venire da sopra,
guardai l’orologio erano le sette e mezzo, il primo a scendere fu Jacob con
in braccio Charlie ancora mezzo addormentato, era incredibile la loro
somiglianza, Charlie di mio aveva solo gli occhi e il colore della pelle
leggermente più chiaro, li salutai entrambi con un bacio, poi dalle
scale spuntò un ragazzone con un sorriso che gli arrivava alle orecchie,
Ephraim William Black l’altra fotocopia di suo padre e, anche lui aveva
di mio solo gli occhi, gli sorrisi e gli diedi gli auguri, dovetti mettermi
sulle punte dei piedi per poterlo baciare, anche lui come suo padre era un
licantropo, lo era diventato da circa un anno, purtroppo per noi infatti ci
sono sempre stati delle sanguisughe che giravano da queste parti…guardandolo
dissi – Ephry tesoro mio auguri!- lui esultò felice alla vista dei
pancake si stava per buttare sul piatto quando vidi in cima alle scale una
piccola pallina rosa che veniva verso di noi, lei sorrise e disse –
auguri lupastro!- Ephraim si girò face una smorfia alla sorella e
rispose – grazie zombie!- e in un lampo lei gli saltò addosso per
abbracciarlo, Stephanie invece al contrario degli altri miei figli non si
assomigliava per niente a Jacob, e nemmeno a me se è per questo, era il
ritratto di mia madre, di Renee…aveva i capelli biondo scuro, ricci e un po’
crespi, gli occhi erano unici, uno era blu scuro con macchioline argentate, l’altro
era marrone con striature dorate…adoravo i suoi occhi…e poi era
pallida, la sua pelle era ancora più chiara della mia…ecco perché
tutti la chiamiamo Neve, ormai è un’abitudine tanto che lei non si
gira subito se la si chiama Stephanie…io e Jake all’inizio
pensavamo che fosse albina ma non lo era, era semplicemente unica nel suo
genere, era piccolissima, alta a malapena un metro e cinquanta centimetri,
magra e filiforme, era una vera e propria fatina…lei mi salutò e
iniziammo a mangiare…dopo colazione jacob ci fece uscire tutti e sotto lo
sguardo leggermente tramortito di mio figlio gli diede il nostro regalo di
compleanno Jacob sorrise e disse – allora 17 anni non sono uno scherzo,
quindi auguri!- lui ci guardò sconvolto e disse – E’ una
macchina vera? Con un vero motore?- io sorrisi e dissi – oh si e se la metti a moto parte!!-corse vicino l’auto
per esaminarla più da vicino e accertarsi che fosse vera, in quel momento
sentimmo uno sbuffo indignato da parte di Neve, mi voltai e le chiesi –
Neve tutto a posto?- e lei mi rispose – Anche io ho la patente, perché
a lui avete regalato una macchina e a me no?- Jake sorrise paziente e disse –
quando farai 17 anni avrai anche tu una macchina!- lei sbuffò ancora e
replicò – Ma lui lo hanno pure bocciato tre volte all’esame!-
Ephraim sorrise estasiato e disse – Dai due facce monta su che la voglio
provare!- lei sbuffò, odiava quel nomignolo che le aveva affibbiato suo
fratello, in effetti non sopportava nessun riferimento hai suoi occhi, non le
erano mai piaciuti, mise il broncio per un attimo e poi salii noncurante del
fatto di essere in pigiama in macchina col fratello…io sospirai e
sorridendo pensai che era proprio vero che a volte basta uno sguardo per
cambiarti la vita…
IL MIO PICCOLO ANGOLINO…
Ciao ecco il primo cap della storia, è dal punto di vista di
Bella ma solo perché dovevo inquadrare la situazione e farvi capire come
vive ora Bella, i prossimi saranno POV Neve e altri personaggi…fatemi
sapere cosa ne pensate e se secondo voi vale la pena
continuare questa storia…bacissimi
Fantasia