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Autore: Ghost Writer TNCS    03/03/2018    4 recensioni
Raémia è un mondo ricco di magia, dove i contadini vivono del lavoro nei campi, i soldati in armatura girano da un villaggio all’altro per garantire pace e sicurezza, e i saggi maghi offrono i propri servigi in cambio di cibo e rispetto.
I numerosi Reami, popolati da altrettante specie diverse, sono posti sotto il controllo di sei Re: persone illuminate che garantiscono pace e prosperità al mondo intero. O almeno così era un tempo. Oggigiorno i Re si preoccupano più che altro di godersi le proprie ricchezze, e i nobili cercano sempre nuovi espedienti per guadagnare maggiore potere.
In questa precaria situazione, Giako – un Gendarme solitario cresciuto da una strega – verrà a conoscenza di una grande macchinazione volta a ribaltare gli equilibri del mondo. Da solo non potrebbe fare nulla, ma questa volta non sarà solo: quante persone servono per salvare il mondo?
Domande? Dai un'occhiata a http://tncs.altervista.org/faq/
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '2° arco narrativo'
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18. Luce e Ombra

Il sole si stava preparando a tramontare quando Artemis e Persephone avvistarono il punto dove Rossweisse e le sue compagne si erano fermate. C’erano meno di trenta guerriere in tutto, ma per un attacco a sorpresa era meglio puntare sulla qualità che sulla quantità.

Le due amazzoni fecero atterrare i rispettivi grifoni e subito vennero raggiunte dalla stessa Rossweisse e da un paio di faunomorfe che si occuparono delle loro cavalcature.

«Siete arrivate al momento giusto» esordì la semidea. «Anche noi siamo arrivate da poco, possiamo riposarci ancora un po’. Quando farà buio partiremo per la capitale di Grandeforêt.»

Le due amazzoni annuirono.

«Artemis, voglio che tu sappia che sono orgogliosa di te.» proseguì il capo dell’esercito. Le mise una mano sulla spalla. «Hai dovuto affrontare una situazione molto difficile, ma sei riuscita ad andare avanti e ora, grazie a te, sappiamo che i ribelli stanno mobilitando un esercito.»

La felidiana arrossì leggermente, abbassò le orecchie e la coda le si avvicinò alle ginocchia. «G-Grazie. Ho cercato di fare del mio meglio.» Si emozionava come una bambina quando Rossweisse la elogiava, e questo la metteva sempre in imbarazzo.

«Ehi, posso vedere la spada magica?»

Al solo sentire quella voce, la pelliccia sulla coda di Artemis si drizzò. «Anche per me è un piacere vederti» affermò la felidiana in tono sarcastico. «E comunque non ho sentito “per favore”.»

Gli occhi verdi e metallici di Derinoe incrociano in quelli marroni e risoluti di Artemis, e nessuna delle due osò abbassare lo sguardo. Entrambe erano state adottate dalle amazzoni quando erano poco più che neonate, tuttavia non erano mai riuscite ad andare d’accordo. Secondo alcuni il loro malcelato disprezzo era dovuto al fatto che erano una canidiana e una felidiana, ma in realtà il problema era dovuto ai loro caratteri diametralmente opposti: Derinoe era fredda e insensibile, Artemis invece era allegra e gentile. Eppure avevano anche molto in comune: entrambe erano forti, decise e coraggiose, ed entrambe avrebbero fatto di tutto per il bene comune. Purtroppo quel “di tutto” era proprio ciò che le metteva sempre una contro l’altra: Artemis avrebbe dato la vita per salvare anche solo una persona in più, Derinoe invece non si sarebbe fatta problemi a uccidere un innocente se questo fosse servito a proteggere tutti gli altri.

Rossweisse cercò di mantenere un tono di voce pacato: «Voi due. Vi ricordo che stiamo andando a catturare il Governatore di Grandeforêt, sarebbe molto gradito se riuscite a non litigare fino alla fine della missione.»

Le dirette interessate accettarono il rimprovero senza ribattere e smisero di sfidarsi con gli occhi.

La semidea sapeva che quelle due non sarebbero mai state amiche, ma era anche convinta che, al momento del bisogno, sarebbero state in grado di mettere da parte le divergenze per raggiungere l’obiettivo comune. O almeno lo sperava.

«Questa è la spada» affermò Artemis dopo aver recuperato l’arma. Aprì i lembi di tessuto che aveva usato per coprirla e la mostrò a Rossweisse e Derinoe.

La canidiana allungò la mano per prenderla, e Artemis si guardò bene dall’avvisarla di quello che sarebbe accaduto. Appena Derinoe toccò l’elsa, istintivamente ritrasse le dita. Subito riconobbe il malcelato sorrisetto sul viso della felidiana, così si fece coraggio e strinse con forza la presa. Il grido del demone all’inizio la turbò, ma come sempre riuscì a mascherare le sue emozioni. Studiò la lama da varie angolazioni e poi provò qualche lento fendente per saggiarne l’equilibrio.

Artemis non si stupì della rapidità con cui la canidiana aveva sopraffatto la disperazione del demone. Alla felidiana era bastato toccare una volta la spada magica per capire che quelle non erano armi adatte a chiunque: erano necessarie una ferrea volontà e un’empatia pressoché nulla per impugnarle, tanto più per usarle in battaglia. In questo Derinoe non avrebbe avuto problemi, ma non intendeva lasciargliela usare. «Ehi, non è tua, rimettila a posto» la rimproverò.

La canidiana la fulminò con un’occhiataccia e allontanò l’arma per impedire all’altra di prenderla. «Se dobbiamo combattere una guerra contro i ribelli, avremo bisogno di tutte le risorse possibili.»

«Tu non puoi usare quella spada» ringhiò la felidiana.

«Non sarai certo tu a impedirmelo.»

«Silenzio!» Questa volta Rossweisse non riuscì a trattenere la propria irritazione e diverse altre amazzoni si voltarono nella loro direzione. «Artemis, dammi quel telo. Derinoe, dammi quella spada. Deciderò io chi può usare cosa, sono stata chiara?»

Le due faunomorfe abbassarono le orecchie e fecero come ordinato.

«E ora sparite dalla mia vista!»

A testa bassa le due giovani si allontanarono in direzioni opposte. Sapevano di essere state infantili, ma erano troppo orgogliose per ammettere davanti all’altra i propri sbagli.

La semidea trasse un profondo respiro per cercare di calmarsi. «A volte mi chiedo se ho fatto bene a scegliere loro due.»

«Quando verrà il momento sapranno collaborare» le assicurò Persephone. «Sono testarde, ma non così tanto da mettere in pericolo le loro compagne.»

Rossweisse rimase in silenzio, limitandosi ad osservare da lontano le due giovani. Artemis stava parlando con altre amazzoni, Derinoe invece aveva preferito la solitudine. Erano molto diverse, ma proprio per questo il mondo aveva bisogno di entrambe. «Lo spero proprio.»

***

La capitale di Grandeforêt, come tutte le grandi città, era relativamente movimentata anche di notte. Per le strade si vedevano diversi fuochi, sia magici che non, atti a rischiarare le vie e a illuminare le taverne.

Dal palazzo del Governatore, e in particolare dalle mura che lo circondavano, la vista era ancora più suggestiva. L’edificio si trovava infatti al centro della città e in una posizione sopraelevata, tale da permettergli di dominare l’intera zona.

A pattugliare l’esterno del palazzo e le mura circostanti c’erano solo quattordici guardie che a turno facevano la ronda per tenere d’occhio la situazione. In teoria avrebbero dovuto spostarsi in maniera sincronizzata, così da non lasciare mai una zona scoperta troppo a lungo, ma di fatto spesso si fermavano a scambiare battute tra di loro.

In quel momento le amazzoni stavano osservando la situazione dall’alto per decidere il momento adatto per colpire. Il fatto di cavalcare degli strigidi dava loro un grande vantaggio, tuttavia le guardie sapevano che l’attacco poteva arrivare dal cielo, quindi di tanto in tanto sollevavano lo sguardo. Non che questo servisse a molto: la luce delle due lune non era così intensa da rivelare la presenza dei loro grifoni, per di più le fiaccole che ogni guardia teneva in mano – per quanto utili a riscaldarsi – compromettevano la loro vista al buio.

Appena Artemis diede il segnale, le amazzoni fecero scendere in picchiata i loro grifoni e in perfetta sincronia aggredirono le guardie. Alla felidiana bastò un pugno ben assestato per spedire a terra la guardia assegnatale, a quel punto si affrettò a ricongiungersi con le altre per entrare nel palazzo.

Le quattordici amazzoni, guidate da Artemis e Derinoe, entrarono nel palazzo senza fare rumore, dirette verso le stanze del Governatore.

Quasi subito una guardia spuntò da dietro un angolo. Appena le vide, sguainò la spada. Fece per gridare aiuto, ma Derinoe fu rapida a tappargli la bocca con un pugno. Rapidissima lo aggirò, gli mise un braccio intorno al collo e strinse con forza. La guardia si dibatté per alcuni secondi, poi il suo corpo divenne inerte e la canidiana lo adagiò a terra.

Senza perdere tempo imboccarono una stretta rampa di scale per raggiungere il piano superiore. Di nuovo si trovarono davanti una persona, ma questa volta non era una guardia: era una donna in camicia da notte, e nel vederle cominciò subito a tremare.

Derinoe fece per scattare, ma Artemis la trattenne per un braccio. Senza distogliere lo sguardo dalla myketis, si portò una mano davanti alla bocca per dirle di tacere. Lei non conosceva la lingua locale e non disponeva di incantesimi di traduzione, così doveva affidarsi ai gesti e sperare che la donna capisse.

Per sua fortuna, la myketis si tappò la bocca con le mani e annuì, facendosi da parte. Tremava come una foglia e sembrava decisa a non opporre resistenza.

Le amazzoni passarono oltre e in breve raggiunsero la porta che dava alle stanze riservate al Governatore e alla sua famiglia. Due guardie piantonavano l’ingresso, ma questo non era un problema.

Artemis e Derinoe le aggredirono senza esitazione e in pochi istanti le disarmarono. Alla felidiana bastò un vigoroso pugno per stendere il suo avversario, la canidiana invece fece di nuovo ricorso ad una presa di strangolamento.

Artemis evocò la magia del suo pendente e con un solo calcio buttò giù la porta che le separava dal Governatore. Lei e Derinoe corsero all’interno, ma subito si bloccarono. Il letto era vuoto. Provarono a guardare negli altri locali, ma erano tutti deserti. Dov’era il Governatore?

«Che succede?» chiese Rossweisse, che si era trattenuta un attimo all’esterno per sincerarsi delle condizioni delle guardie.

«Il Governatore non c’è» rispose Artemis, delusa. «Probabilmente sapeva anche lui del nostro arrivo.»

«Forse l’hanno avvisato quando avete raggiunto il laboratorio» ipotizzò Derinoe.

«Proviamo a sentire la donna, magari sa quando è andato via» affermò la semidea, che subito ordinò di farla venire da loro.

La poveretta, sempre più spaventata, si presentò davanti a loro, il capo incassato tra le spalle e le mani strette sulla camicia da notte.

«Dov’è il Governatore?» le chiese Rossweisse in tono fermo ma gentile. Al contrario delle sue subordinate, lei disponeva di un sistema di traduzione istantaneo e pressoché universale, quindi non aveva problemi a parlare con la myketis.

«Io non ne ho idea. Credevo fosse qui…»

«Da quanto non lo vedi?»

«Da… un paio di giorni, se non sbaglio. Sì, due giorni.»

La semidea annuì. «Va bene, grazie. Puoi andare.» Attese che si fosse allontanata, quindi riferì quanto scoperto ad Artemis e Derinoe. «Dice la verità» aggiunse poi.

In quanto persona sincera e giusta, Rossweisse era una Gendarme Bianca, il colore più raro dopo il Nero. I suoi poteri le permettevano di capire quando la gente mentiva, e all’occorrenza anche di leggere la mente delle persone.

«I ribelli lo avranno avvisato» ipotizzò Artemis.

«O magari c’è una spia tra di noi» affermò Derinoe. «Rossweisse, preferirei se controllassi anche le amazzoni della nostra squadra.»

Sembrava una precauzione eccessiva, ma in una situazione del genere era meglio diffidare di chiunque.

I ribelli continuavano a essere tre passi avanti a loro: dovevano sbrigarsi a ribaltare la situazione, o il loro destino era segnato.



Note dell’autore

Ciao a tutti!

Come anticipato, anche questo capitolo è incentrato sulle amazzoni. Per la precisione abbiamo finalmente visto l’incontro (o meglio il quasi scontro) fra Artemis e Derinoe. È evidente che le due sono proprio cane e gatto, al punto che perfino Rossweisse ha perso la pazienza DX

Nonostante la reciproca antipatia, una volta scese in campo sono state in grado di mettere da parte le divergenze per catturare il Governatore. Purtroppo i ribelli sono ancora un passo avanti a loro, ma almeno si sono risparmiati l’assedio della Capitale.

A proposito: adesso che il Governatore non c’è più, a chi toccherà prenderne il posto?


Dato che in questo capitolo abbiamo conosciuto meglio Derinoe, ne approfitto per mostrarvela in versione chibi :)

Derinoe (AoD-1)

Colgo l’occasione per farvi notare il diverso stile con cui ho realizzato le orecchie. Nei disegni più vecchi (ad esempio quello di Artemis) le orecchie sembravano un po’ “appiccicate”, adesso invece credo siano più verosimili. In particolare ho voluto posizionare l’estremo inferiore più in basso, in questo modo l’orecchio interno non sarebbe più chissà dove :P


Dopo questo excursus, vi do appuntamento al prossimo capitolo, dove finalmente ritroveremo Giako e gli altri :D

A presto! ^.^


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