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Autore: Lilylunapotter1    03/03/2018    3 recensioni
Una storia Malandrina, una storia d'amore e una storia di guerra: tutto in un'unica fanfiction.
Signori e Signore, Maghi e Streghe tutto questo e molto altro... lo scoprirete solo leggendo!
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Dal capitolo 5:
“Oh la festa! Festa? Ali ma perché non mi hai informato che stavo per segnare la fine della mia amicizia con Lily. Per Godric Grifondoro, protettore della mia casata, mi ucciderà. Prenderà il mio corpo e lo getterà in pasto agli schiopodi sparacoda di Hagrid…no, no…mi porterà nella foresta proibita e mi abbandonerà incatenata ad un albero aspettando che un qualsiasi bestione peloso mi mangi. Lily Evans mi ucciderààààà!” gridò Marlene.
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Dal capitolo 16:
“Vuoi essere la mia fidanzata, Lily?” le domandò guardandola dritto negli occhi.
Lily sorrise timidamente e prese il volto del ragazzo fra le sue mani, poi disse: “Sì…sì. Direi di partire dal per sempre”.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Always'
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19. Scelte
 
 
Una settimana dopo la fatidica dichiarazione d’amore, la scuola era tornata quasi alla normalità.
Il fan club di James aveva smesso di tormentare Lily e questo la rese molto più pacifica e allegra.
“Potremmo fare una bella gita tutti insieme durante le vacanze di Pasqua. Sapete, vicino casa mia c’è un parco, potremmo fare un picnic se il tempo rimane bello” disse Lily allegramente guardando fuori dalla finestra della sala comune dove il sole splendeva in cielo.
“Penso sia un’ottima idea, sì perché no” rispose James sostenendo la sua fidanzata.
Tutti furono d’accordo a patto che nessuno dovesse incontrare Petunia, la pazza sorella di Lily che odiava qualsiasi cosa del mondo magico.
Questo era decisamente un buon compromesso per tutti infatti nessuno aveva alcuna intenzione di conoscerla, soprattutto dopo la dettagliata descrizione fornita da Marlene.
Dopo la lezione di Pozioni della mattina, Marlene e Lily si rifugiarono sotto l’ombra di un faggio nel parco a studiare per essere poi raggiunte da tutti gli altri che avevano avuto un’ora di Cura delle Creature Magiche.
“Non capisco per quale motivo studiate ancora quella materia, a che vi serve?” domandò Lily scettica.
Lei, dopo i G.U.F.O. aveva lasciato quella materia perché per diventare auror non ne aveva bisogno.
Inoltre, da sempre, non aveva avuto questa grande passione per le creature magiche e il professor Tofty non era di certo uno a cui interessava.
“Allora, avete sentito di Mary? Mary Macdonald dico” disse Frank seduto accanto a Alice.
“Sì, pare sia in infermeria. Ma nessuno sa chi le ha fatto questo brutto scherzo” rispose Sirius mentre nel gruppetto calava il silenzio.
Lily guardò Alice con gli occhi spalancati che, a sua volta,  mangiucchiandosi le unghie dall’ansia guardava Marlene.
L’ultima impassibile ma con un cipiglio nervoso guardava Sirius intensamente.
“Che c’è?” chiese allora il ragazzo alzando le sopracciglia.
“Niente, noi non sappiamo niente!” sbottò Alice alzandosi di scatto e interrompendo quella serie di sguardi che si erano creati.
“Bhè… chiunque sia stato ha un pessimo senso dell’umorismo. Scherzi tra case, ok. Ma qui si è andato oltre. E Silente saprà di certo chi è il responsabile no?  Perché non lo ha espulso?” domandò Remus preoccupato.
“Non ne ho idea. Ma sapete com’è Silente, no? Lui si fida sempre di tutti. Prima di espellere Avery ci ha messo un secolo” sbottò James accarezzando i capelli rossi della sua ragazza.
Sirius intanto continuava a guardare Marlene stranito, sentiva che c’era qualcosa che lei non voleva dirgli, un segreto.
Ma probabilmente era solo una sua impressione, Marlene non gli avrebbe tenuto un segreto.
 
 
La sera stessa Sirius trascinò a forza Marlene sotto il mantello che gli aveva prestato James e la portò nella stanza delle necessità.
Quando entrarono, lui restò di spalle guardando fuori dalla finestra mentre lei sapeva già benissimo perché si trovavano lì.
O almeno lo credeva.
“Sai, oggi al parco ho capito una cosa…” disse Sirius voltandosi a guardarla e avvicinandosi cautamente.
“Sirius, io…” cominciò Marlene come per scusarsi.
Ma c’era qualcosa che non andava, sul suo volto non c’era né rabbia, né delusione o furia.
“Aspetta, fammi finire. Dicevo, ho capito una cosa oggi. Per un attimo ho creduto che tu mi stessi mentendo su qualcosa, ma poi mi sono reso conto di quanto sono stupido. Tu non lo faresti mai a me, dopo quello che abbia passato. Perdonami se ho pensato male, anche solo per un attimo…” disse Sirius afferrandola per i fianchi e avvicinando le sue labbra a quelle di Marlene.
Lei, in risposta sospirò di sollievo e rispose al bacio anche se sentendosi in colpa.
E quel bacio fu meraviglioso, uno di quelli che non ti scordi più. Il profumo di Sirius le entrò nelle narici prepotentemente e i pochi sospiri del ragazzo le entrarono nelle orecchie, annebbiandole completamente il cervello.
Non si ricordava più nulla, non sapeva dove si trovava o perché ci fosse. Sapeva solo che avrebbe voluto far durare quel momento così magico per sempre.
Ma, come accade spesso con tutte le cose belle, anche quel momento finì.
Sirius si staccò da una Marlene ancora nel mondo dei pony e la guardò il suo volto ancora con gli occhi chiusi e il sorriso ebete e poi…
“Per un attimo credevo avessi scoperto di Regulus…” gli sussurrò tra le labbra.
Silenzio.
Sirius aggrottò la fronte perplesso e la prese dai gomiti allontanandola appena, confuso.
“Come scusa?” domandò serio.
Marlene parve risvegliarsi solo in quel momento dal torpore che le aveva provocato il bacio con Sirius e lo guardò spalancando gli occhi terrorizzata.
“Niente” borbottò allontanandosi di scatto da lui che, però, la trattenne per un polso.
“Marlene… dimmi subito cosa sai di mio fratello” ordinò Sirius stringendole così forte il polso da farle male.
“Io… io ho promesso che non avrei detto niente. Non posso…” sussurrò Marlene con lo sguardo dispiaciuto.
Ma Sirius era solo tanto arrabbiato, non con Marlene, una rabbia cosmica, con tutto il mondo perché, dentro di lui, sapeva già cosa aveva fatto suo fratello.
“Bhè non avresti dovuto lasciartelo sfuggire. Avanti, dimmelo” continuò Sirius in un tono che non ammetteva repliche.
“Un mangiamorte. Alice mi ha raccontato che è stato lui ad attaccare la Macdonald. Io… io Sirius credo si sia unito a Voldemort…” sussurrò Marlene mentre Sirius le lasciava andare il polso e, con lo sguardo vuoto, indietreggiava.
“Promettimi che non farai niente di stupido. Promettimi che non andrai da Regulus…” aggiunse Marlene ma Sirius ormai non la stava più ascoltando.
 
 
 
La mattina dopo, per quanto Marlene volesse dire alle sue amiche quel che era successo, se ne vergognò talmente tanto che fece finta di nulla.
Era stata così stupida. Aveva rivelato il segreto in un modo così stupido che si disse di dover imparare a controllare le sue emozioni.
E non solo perché avrebbe potuto rivelare segreti tra adolescenti, ma anche perché questo punto debole avrebbe potuto tradirla in altre circostanze.
Nonostante il silenzio, Lily e Alice, ma anche tutti gli altri, notarono che qualcosa non andava quella mattina.
Né Sirius né Marlene avevano detto più di dieci parole, si erano seduti vicini e mentre lui guardava fisso un punto davanti a sé, Marlene fissava lui come se si aspettasse di vederlo esplodere da un momento all’altro.
“Va-va tutto bene amico?” domandò James incerto ad un Sirius immobile che annuì senza aprir bocca.
Poi, inaspettatamente, qualcosa, o meglio qualcuno, sembrò attirare la sua attenzione.
Un ragazzo si era appena alzato dal tavolo di serpeverde e usciva dalla sala grande.
Sirius lo seguì fuori correndo a perdi fiato e lo bloccò in un corridoio.
“Regulus!” esclamò Sirius mentre il fratello si voltava di scatto spaventato.
“Sirius, che vuoi?” domandò il giovane Black.
“Ti sei unito a lui” continuò Sirius. E non era una domanda, era un affermazione.
Regulus lo guardò esitante per un attimo ma poi, la solita espressione fredda ereditata dalla loro cara madre tornò a risplendergli in viso.
“Non sono affari tuoi” sibilò respirando profondamente.
Si stava agitando, Sirius se ne era accorto. Fin da bambini, per quanto Regulus assomigliasse così tanto alla loro madre, era Sirius ad aver ereditato il dono della fermezza. Regulus, per quanto si sforzasse, veniva sempre sopraffatto dall’ansia.
Anche se Sirius dovette ammettere che era molto migliorato negli ultimi anni.
E poi, inaspettatamente, Sirius si lanciò su di lui gettandolo a terra e cercando di alzargli la manica sinistra della veste.
“Fer-ma-ti… ho detto… la-lasciami!” gridò Regulus sotto al peso del fratello che, finalmente, riesce a tirargli su la manica e ad immobilizzarlo.
E lì, alla luce delle deboli torce del corridoio, sull’avambraccio diafano di Regulus c’era l’oscuro disegno.
Sirius lasciò il braccio del fratello che frettolosamente si ritirò giù la manica guardandolo fisso negli occhi.
Il più grande dei Black era senza parole, non ci credeva. Sapeva che suo fratello era avvezzo alle arti oscure ma che si fosse già unito a Voldemort era un duro colpo.
Un colpo che assolutamente non si aspettava.
Era convinto che sotto quella veste avrebbe trovato la solita pelle chiara che caratterizzava la sua famiglia, era convinto che un minimo di buon senso ci fosse ancora in suo fratello.
Fece alcuni passi indietro e poi, deluso e spaventato, scappò dal corridoio lasciando lì il suo unico vero fratello.
 
 
************************
 
 
Benché nei giorni successivi sia i malandrini sia Marlene provarono a chiedere a Sirius cosa fosse accaduto dopo aver inseguito suo fratello, questo continuava a tergiversare o ad ignorare completamente le loro domande.
Non sapeva nemmeno lui perché non riuscisse a sfogarsi con loro ma sapeva di non voler raccontare al mondo che suo fratello si era unito a Voldemort. Dirlo a qualcuno sarebbe stato come rendere la cosa ancora più reale di quanto non fosse già.
 Qualche giorno dopo i fatti riguardanti Regulus, Sirius, il cui umore era decisamente sprofondato sotto terra, era rinchiuso in un’aula vuota al quarto piano.
Seduto sul davanzale della finestra guardava il parco al tramonto e la sua mente non poté fare a meno di cedere ai ricordi…
 
Due ragazzi correvano allegri in un parchetto di fronte a casa. Grimmauld Place, in quell’estate, era stata colpita da un caldo assolutamente torrido.
I due ragazzi sedettero su una panchina sotto l’ombra di un pino e iniziarono a chiacchierare.
“Quando verrai ad Hogwarts, quest’anno, ti divertirai un mondo! Ti farò conoscere tutti i miei amici. James ti starà simpaticissimo!” esclamò il più grande legandosi i capelli in un codino arruffato.
“Sir, la mamma dice sempre che quel Potter ti ha portato sulla cattiva strada…” rispose incerto l’altro, più giovane.
Sirius alzò gli occhi al cielo e ridacchiò per poi guardare suo fratello con un misto d’affetto e comprensione.
“Andiamo, Reg, non devi credere a tutto quello che la mamma ti dice. Sai come sono loro, noi non siamo così, siamo diversi. E poi ci scommetto che diventerai anche tu un Grifondoro. Pensa la mamma come ci rimarrebbe!” disse ancora il più grande mentre Regulus sorrideva debolmente.
Il più grande sembrò capire i pensieri del fratello più piccolo così si avvicinò un po’ di più a lui.
“Reg, andiamo. Lo so che è difficile andare contro a ciò che per anni hanno cercato di inculcarti nella mente. Ma il mondo non è fatto solo di Purosangue, questo è un fatto. Quando verrai ad Hogwarts te ne accorgerai e poi ci sarò io, ti aiuterò io sempre!” sussurrò il maggiore dando una pacca sulla spalla al fratello.
“Sempre” aggiunse Regulus.
 
Sirius si riscosse dai suoi ricordi, il parco era ormai immerso nell’oscurità della notte.
Quello era il ricordo che lo feriva di più, l’ultimo bel ricordo con suo fratello.
Regulus era diventato un serpeverde e i suoi genitori erano riusciti a plagiarlo facilmente.
Tra i due, lui era sempre stato quello un po’ più debole, quello che di fronte ad una sgridata ingiusta si arrendeva comunque senza batter ciglio.
Non era mai stato ribelle come Sirius.
I pensieri del ragazzo vennero interrotti bruscamente dalla porta dell’aula che si richiudeva.
Alla luce della luna Sirius riconobbe un bel paio di occhi verdi e una cascata di capelli rossi: Lily.
“Che ci fai qui?” domandò Sirius alzandosi di scatto e sistemandosi il mantello.
“Ti cercavo e ti ho trovato. James dovrebbe stare attento a dove lascia le vostre cose…” rispose Lily sventolando la mappa del malandrini trovata abbandonata in sala comune poco prima.
Sirius sorrise debolmente, non era decisamente in vena di scherzare.
“Volevi qualcosa?” domandò poi guardandola.
Lily si avvicinò e lo guardò dritto negli occhi.
“Sono qui perché hai bisogno di parlare. E… so che può risultare presuntuoso da parte mia ma… penso di essere l’unica a capirti fino in fondo. Certo Piton non era mio fratello, ma era il mio migliore amico e perderlo è stato un duro colpo. E poi, bhè come sai io non parlo più da secoli con mia sorella” disse Lily.
Sirius si abbandonò su una sedia a pochi passi da lui, era inutile fingere con Lily. Lei aveva questo dono di capire le cose al volo, di comprendere quando qualcuno non stava bene.
“So che avevo promesso che non mi sarei più intromessa nelle cose che non mi riguardano ma, so come ci si sente in questo genere di cose. E, Sirius, credimi, non serve a nulla chiudersi in se stessi, ti farà solo star peggio” continuò Lily sedendosi poco lontano da lui.
Sirius sospirò forte e, per la prima volta, Lily vide Sirius Black piangere. In silenzio sì, ma piangeva.
“I-io… Regulus è il mio unico fratello, è stato il mio primo migliore amico. Quando siamo diventati un po’ più grandi, prima che lui entrasse ad Hogwarts eravamo così uniti. E adesso… adesso lui… è così diverso” raccontò Sirius in un sussurro.
Lily si avvicinò e si inginocchio davanti a lui.
“Lo vedi diverso perché è cresciuto, Sirius. Quando cresciamo prendiamo sempre delle strade. Strade che, molto spesso, ci allontanano da quelli che prima reputavamo punti focali della nostra vita. Ma è così che va e che deve andare. È completamente inutile piangere sul latte versato. Ci sono persone che si salvano da sole e persone che non possono essere salvate… da nessuno” sussurrò la rossa guardando quegli occhi grigi così tristi.
Sirius la guardò intensamente e poi le chiese: “Dopo quanto tempo hai smesso di soffrire per Piton o tua sorella?”.
Lily sorrise malinconica e, guardandolo dritto negli occhi rispose: “Mai”.
“Ma il dolore si attenua con il tempo. Quando la tua vita è comunque piena di belle persone e di gente che ti vuole bene per quello che sei e non per quello che vorrebbero tu fossi” aggiunse Lily.
Si alzò da terra appoggiando le mani sul pavimento gelato e porse una piccola manina all’amico che la afferrò sorridendo e asciugandosi le lacrime.
Quella notte, steso nel suo letto e circondato dai respiri addormentati dei suoi amici, Sirius non poté non pensare all’amica che lo aveva consolato.
Fino allo scorso anno l’aveva sempre considerata come un’insopportabile petulante so-tutto-io, ma da tempo aveva dovuto ricredersi.
Lily Evans era la persona più profonda e umana che avesse mai conosciuto. Forse perché era riuscita a far maturare James. Forse perché il suo cuore era più pieno di cicatrici di quanto chiunque immaginasse.
E, forse, inspiegabilmente e inconsciamente, loro due si assomigliavano più di quanto pensassero.
Se Sirius nascondeva i suoi sentimenti dietro alle famose malandrinate, Lily li nascondeva dietro a ore e ore di studio e passione per le regole.
Ognuno nasconde i propri dolori più profondi come può.
 
 
Note dell’autrice:
Ma ciao amici!
Il fatto di essere bloccata per la neve porta bene, alla fine (Mallveollos converrà con me).
Eccomi a proporvi un altro capitolo quindi!
Spero ne sarete felici e soprattutto spero vi piacerà!
Ho cercato di renderlo il più reale possibile, sentimentalmente parlando e, spero di esserci riuscita.
Naturalmente, il fatto che Marlene abbia spiattellato il segreto è rimasto in sospeso ma è stata una scelta voluta per mettere più in risalto il dolore di Sirius.
Ovviamente questa “spiata” non resterà inosservata nel prossimo capitolo che vedrà ancora per un po’ protagonisti gli accadimenti familiari di Sirius.
Ho voluto inserire un ricordo riguardante i due fratelli Black e i primi anni di Sirius ad Hogwarts.
Lily è la persona più adatta per consolare Sirius in quanto anche lei ha sofferto di qualcosa di molto simile, se non peggiore.
Che dire, spero che il capitolo vi sia piaciuto, poi come avete notato è anche un po’ più lungo del solito!
Fatemi sapere che ne pensate, un abbraccio.
Lilylunapotter
 

 
   
 
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