Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Bad A p p l e    03/03/2018    1 recensioni
"Fanno un gioco pericoloso e lo chiamano fanservice, tuttavia la realtà è più semplice, più esposta, più incomprensibile, più sporca. Loro si amano.
A volte si chiede se sia davvero possibile amare sei persone ed essere ricambiato da tutte loro, poi si rende conto che, nel loro caso, non potrebbe essere diverso, non dopo anni e anni passati ad essere l’uno il respiro degli altri.
[...]
Jungkook sa benissimo cosa sta cercando di fare Hoseok, perché è ciò che fa sempre: se qualcuno si preoccupa per lui, Hobi hyung sorride, fa finta di niente e inizia a pensare ai problemi degli altri, offrendo una consolazione che però non concede mai a se stesso.
Scuote piano la testa, perché questa volta non gli permetterà di farlo, non permetterà a J-Hope di essere la speranza degli altri mentre sprofonda nel nulla.
"
VKook, Yoonmin e Namjin, anche se sostanzialmente tutti stanno un po' con tutti (?).
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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File 01: I am addicted to the prison that is you.


La tazza giace abbandonata sul bancone della cucina, il contenuto ormai abbastanza freddo da risultare quasi imbevibile.

Il caffè in genere è ottimo per svegliarsi a dovere e prepararsi all’ennesima giornata piena di impegni, tuttavia quella bevanda malefica porta anche una certa propensione al nervosismo, cosa di cui Jimin è più che sicuro di non avere alcun bisogno, anzi.

Si è svegliato inquieto quella mattina, inquietudine aumentata a dismisura nel momento in cui si è reso conto che Hoseok hyung non ha passato la notte nella loro stanza.

Inizia a sbocconcellare rapidamente l’ennesimo biscotto, pensando a quanto sia patetico e ipocrita preoccuparsi così tanto per Hoseok quando sa che per un buon cinquanta percento è lui la causa della sua sofferenza.

Il biscotto termina prima del previsto ma lui, prima di rendersene davvero conto, si mordicchia l’interno del labbro fino a farselo quasi sanguinare. Il dolore improvviso lo risveglia e afferra l’ennesimo dolce.

« … ingrasserò… » pigola sconsolato al vuoto di cui è invasa la cucina, tuttavia non smette di mangiare, sfogando in quel modo il nervosismo che gli striscia sottopelle e che, in effetti, sembra affievolirsi leggermente man mano che le mandibole svolgono il loro lavoro.

È quasi tentato di andare ad aprire il frigo alla ricerca di qualcosa per farsi un panino, è certo che quello gli darebbe molta più soddisfazione di un continuo susseguirsi di biscotti praticamente insapori, tuttavia prima ancora che possa attuare il proprio piano o darsi dell’idiota per l’ennesima volta, la porta della cucina si apre e si richiude rapidamente.

Taehyung, che da come è entrato nella stanza sembra avere una gran fretta, non si accorge nemmeno della sua presenza. Si dirige direttamente al frigo, ne spalanca la portiera per poi appropriarsi del cartone del latte. È solo quando si gira alla ricerca di un qualcosa in cui versarlo che i suoi grandi occhi si posano sulla figura di Jimin.

Si immobilizza di conseguenza e i due si guardano a lungo senza una parola, c’è un’atmosfera strana, Taehyung in quel momento gli sembra un bambino che è stato colto con le mani in un vasetto di marmellata.

« Ehm, ciao? » tenta, senza smettere di scrutare con aria incuriosita l’altro, che ancora stringe al petto il cartone del latte.

Nel notare questo, Jimin si accorge che c’è qualcosa di strano nel petto dell’altro, c’è una specie di bitorzolo, come se avesse infilato qualcosa sotto la felpa spessa, un qualcosa che proprio in quel momento inizia a muoversi indispettito per poi… miagolare?

« Tae… »

« Hai sentito male, niente e nessuno ha appena miagolato. »

Jimin si lascia sfuggire un sorriso divertito, per poi avvicinarsi all’altro abbastanza da poter accarezzare il “niente e nessuno” che l’altro nasconde sotto la felpa. Tanto per la cronaca, Niente-e-Nessuno ricambia subito il gesto iniziando a fare delle fusa abbastanza rumorose da indurre Taehyung a guardarsi attorno, reso irrequieto dalla possibilità che qualcuno possa entrare in cucina in qualsiasi istante.

Gli occhi già enormi sono spalancati oltre misura, tanto da fare tenerezza all’altro, che decide di assecondarlo nonostante sappia perfettamente quanto la situazione sia assurda e non sostenibile a lungo termine.

Smette di coccolare quello che è evidentemente un gattino, per poi recuperare una delle ciotole che usano per il riso e fare cenno all’amico di seguirlo.

Lo guida nella propria stanza e richiude la porta alle loro spalle, per poi afferrare il cartone del latte dalle mani dell’altro per versarne un po’ nella ciotola.

« Avanti, fallo uscire, starà soffocando. »

Taehyung lo guarda sospettoso per qualche istante. « Hobi hyung? »

Al ragazzo non rimane che stringersi nelle spalle, anche volendo non saprebbe cosa rispondere. « Non ha passato la notte qui » si limita a dire, incupendosi leggermente.

La risposta, in ogni caso, sembra bastare all’altro, perché tira giù la cerniera della felpa quel tanto che basta a permettere ad un musetto nero di spuntare fuori.

Niente-e-Nessuno ha gli occhioni verdi più adorabilmente grandi ed espressivi che Jimin abbia mai visto e subito sa che saranno la sua rovina, si arrende irrimediabilmente al fatto che non potrà resistere alla tenerezza di quel gattino, consapevolezza che trova ulteriore fondamento nel momento in cui questo decide di saltare giù dal petto di Taehyung per avvicinarsi alla ciotola di latte.

Niente-e-Nessuno annusa con circospezione ciò che gli è stato offerto, per poi iniziare a lappare il contenuto della ciotola una volta convintosi che si tratti di qualcosa di innocuo. Nel frattempo gli occhi di Jimin si spostano nuovamente sulla figura di Taehyung, che ha appoggiato la schiena contro la porta della stanza, come a voler impedire ad Hoseok di entrare all’improvviso, cosa che avrebbe tutto il diritto fare, in effetti.

« Tae, lo sai che non possiamo tenere animali » sospira Jimin, cercando di suonare abbastanza ragionevole. Si dice che, di sicuro, sarebbe riuscito meglio nel suo intento se non fosse già completamente pazzo di Niente-e-Nessuno… a cui, per inciso, devono sbrigarsi a trovare un nome, perché per il ragazzo comincia ad essere deleterio rivolgersi al gatto chiamandolo in quel modo.

« Non possiamo fare un sacco di cose, eppure le facciamo ugualmente » obbietta Taehyung e – maledizione a lui – il suo ragionamento è così sensato che Park rimane qualche istante con la bocca aperta nel tentativo di tirare fuori una replica che, tuttavia, non vuole proprio saperne di fare la sua comparsa. Lo guarda con espressione profondamente offesa, non riuscendo a credere di essersi fatto zittire tanto facilmente.

Be’, il suo più grande “non posso, ma lo faccio ugualmente” risponde al nome di Min Yoongi e Taehyung lo sa benissimo, esattamente come sa quanto sia un tasto abbastanza dolente, Jimin fa fatica a credere che l’altro lo abbia usato contro di lui per potersi tenere un gatto.

Probabilmente intendeva la situazione generale. Tae non userebbe mai l’argomento Yoongi contro di me” si dice, quindi, tornando a serrare le labbra per poi concedersi un lungo sospiro.

« Dove hai intenzione di nasconderlo? » Domanda, passandosi una mano tra i capelli con aria improvvisamente stanca.

« Ci serve Jungkook-ah e la sua camera singola. »

La soluzione geniale di Taehyung, a quella che dovrebbe essere una situazione segreta, è coinvolgere altra gente. Ovviamente.

Adesso Jimin rimpiange disperatamente la tazza di caffè che ha abbandonato in cucina.


[…]



Jin è seduto davanti allo specchio della stanza che condivide con Yoongi. Stranamente non è per un qualche moto di vanità, non questa volta almeno.

Si tasta cautamente la guancia destra, come se avesse paura di vedere una crepa spuntare all’improvviso sul suo volto, proprio come nel video di Blood Sweat & Tears.

Sa perfettamente quanto la cosa sia assolutamente impossibile, tuttavia non può proprio fare a meno di pensarlo dopo aver passato giorni e giorni a tenersi stampato addosso un sorriso che gli è del tutto estraneo in questo periodo. Ha forzato il suo viso in quell’espressione così tanto che ha davvero paura di vedere la sua maschera ricoprirsi improvvisamente di crepe profonde e insanabili.

Scuote la testa, ripetendosi che non accadrà, che non può accadere, poi torna a forzare quel sorriso. All’inizio gli viene abbastanza difficile, ma dopo qualche minuto ottiene un risultato soddisfacente.

Io sto bene, io sto bene, io sto bene, io sto ben-” si ripete mentalmente, come se fosse un mantra, salvo poi essere interrotto dalla voce strascicata di Suga.

« Dovresti smetterla di torturati e dirglielo » suggerisce, avvicinandosi da dietro all’altro ragazzo, abbastanza da venir riflesso nello specchio.

Jin non si gira nemmeno, si limita a guardare qualche rapido istante il riflesso del compagno di stanza.

« Tu sei l’ultima persona che può rimproverarmi il fatto di non parlare » sbotta infine, facendo crollare il sorriso costruito ad arte solo qualche attimo prima.

Yoongi non dice nulla, non fa altro che inarcare un sopracciglio, causando un lieve sospiro all’altro.

« Scusa » sussurra Seokjin, correggendo il tiro. In realtà pensa davvero che Suga non abbia assolutamente nulla da recriminargli, tuttavia sa che discuterne non porterebbe a nulla e l’altro sa essere così ostinatamente cocciuto che gli viene male alla testa solo a pensare di iniziare quella conversazione. « In ogni caso, non ho niente da dire a nessuno. »

Yoongi sbuffa divertito, piegando le labbra un un sogghigno. Questa volta è Jin ad inarcare le sopracciglia e l’altro, in tutta risposta, gli concede uno sguardo di compatimento che gli fa quasi venir voglia di prenderlo a schiaffi. Quasi, perché dopotutto adora il suo compagno di stanza nonostante sia un grandissimo stronzo.

« Hyung, seriamente. Qui tutti sanno i cazzi di tutti… be’, tranne lo stesso Namjoon, evidentemente; è troppo occupato a morire d’infarto ogni volta che qualcuno di noi esagera nel “fanservice” » dice, la sua voce è un curioso miscuglio tra divertimento e noia, tuttavia Seokjin non ci fa troppo caso, è più impegnato a cercare di mantenere a bada i battiti cardiaci dal momento in cui l’altro ha nominato Namjoon.

Non va bene, affatto. Non c’è assolutamente nulla che vada bene se basta semplicemente il nome del loro leader a causargli quella reazione, deve sbrigarsi a mettere un punto fermo alla discussione e tornare a barricarsi dietro la sua maschera, oppure non sopravvivrà alla giornata.

« Parlerò a Namjoon quando tu parlerai ad Hoseok » lo sfida, concedendosi un sorrisetto compiaciuto all’aria improvvisamente sconvolta dell’altro

« Cosa… Come fai a...? »

« Qui tutti sanno i cavoli di tutti, no? » gli ritorce contro, soddisfatto, scegliendo una versione più educata della frase pronunciata prima da Yoongi.

Suga boccheggia qualche istante, per poi digrignare i denti, « Giuro su tutte le tue maledettissime magliette rosa che un giorno di questi vado a dire a Namjoon che sono mesi che ti struggi dietro a lui come una tredicenne alla prima cotta. »

Seokjin ridacchia, fin troppo consapevole del fatto che l’altro non attuerà mai davvero la minaccia. « Ieri sera hai mangiato poco, se non vai a fare colazione non arriverai vivo a questa sera » lo rimprovera bonariamente, mettendo implicitamente in chiaro la chiusura della discussione.

Yoongi esce dalla stanza, borbottando qualcosa di incomprensibile; l’altro si concede una breve risatina per festeggiare la vittoria appena ottenuta, poi torna a concentrarsi sul proprio riflesso.

Non è qualcosa di cui va fiero, tuttavia sapere di non essere l’unico ad affrontare una situazione difficile lo fa sentire un po’ meglio, gli dà la sensazione di non essere solo.

La giornata, forse, non sarà troppo buia.




[…]




Alla fine, lui e Hoseok Hyung si sono addormentati contro il muro della sala prove, con ancora le mani strette tra loro e la testa del maggiore sulla spalla del più piccolo.

Appena ritornati al dormitorio, Hoseok si è prevedibilmente fiondato in bagno per una doccia ristoratrice mentre lui, dopo aver rubato un paio di biscotti dal pacco aperto che ha trovato sul tavolo della cucina, si sta dirigendo verso la propria stanza.

Questo prima di essere afferrato a tradimento per un braccio e trascinato dentro una delle stanza, senza nemmeno il tempo materiale per capire quale. Apre bocca, pronto a protestare in modo sicuramente poco educato, per poi bloccarsi di colpo nello scoprire che ad averlo “rapito” sia stato Taehyung.

Lo guarda perplesso, sentimento che cresce ancora di più nel rendersi conto che quella in cui è stato rinchiuso non sia la stanza di Tae.

Abbassa lo sguardo e vede la figura di Jimin accovacciata sul pavimento, intento a giocare con un gattino completamente nero.

Lo sguardo di Jungkook passa da Jimin a Taehyung per poi tornare a Jimin.

« No. »

Jimin alza lo sguardo su di lui. « Non sai nemmeno cos- » Non fa in tempo a terminare che l’altro prende nuovamente la parola.

« Qualsiasi cosa vi siate messi in testa di fare, non voglio essere coinvolto. » mette in chiaro, incrociando le braccia al petto.

Taehyung inarca le sopracciglia e in quel modo i suoi occhi sembrano ancora più grandi del normale, « Da quand’è che ti tiri indietro in queste cose? »

Preso in contropiede, Jungkook cerca di simulare il cipiglio severo che ha Seokjin dopo le loro bravate peggiori. È abbastanza sicuro che il risultato sia alquanto patetico, perché vede chiaramente Jimin strozzarsi nel tentativo di soffocare una risata.

In realtà il problema è proprio Jimin: Ha arbitrariamente deciso di avercela con lui dopo la chiacchierata di quella notte con Hoseok hyung e, come se non bastasse, gira davvero troppo attorno a Tae, quindi ha deciso di non voler avere niente a che fare in qualcosa che riguarda anche lui.

Questo, però, non lo ammetterà mai ad alta voce perché ormai gli è dolorosamente chiaro il fatto di non avere l’esclusiva su Taehyung. Purtroppo.

Il suddetto, tra l’altro, ha iniziato a guardarlo con aria vagamente supplichevole e lui sa già che non sarà in grado di dirgli no ancora per molto, tuttavia se deve cedere almeno opporrà una strenua resistenza.

« È un gatto, non possiamo tenerlo nascosto. »

« Tu hai una camera singola. »

« Miagolerà. »

« Le pareti sono abbastanza spesse da impedire a tutto il vicinato di sentire Namjoon hyung russare, nessuno sentirà il miagolio. »

Jungkook deve ammettere che quella è decisamente una buona argomentazione, tanto che si ritrova a non sapere cosa rispondere, cosa che dissimula concedendosi un lungo sospiro.

« E per quando saremo in tour? Non possiamo portarcelo dietro e lo sai » dice, una volta recuperate le sue facoltà linguistiche. È sicuro di aver trovato l’argomentazione vincente, salvo poi scoprire che Tae ha una soluzione anche per questo punto.

« Corromperemo qualcuno dello staff in modo che se ne prenda cura, non dovrebbe essere troppo difficile. »

In realtà a Jungkook non sembra una soluzione particolarmente solida, tuttavia si è già stancato di fare l’adulto della situazione, senza contare che gli è balenata una certa idea in testa e forse quel casino può rivelarsi a suo completo vantaggio.

« Bene, perfetto. Però non ho affatto voglia di fare da babysitter al tuo gatto, quindi dovrai passare molto tempo da me per prendertene cura. Puoi usare Overwatch come scusa, non dovrebbe essere troppo complicato, no? »

Jimin sorride furbo, capendo dove vuole arrivare Jungkook, mentre Taehyung inclina la testa di lato, esibendosi in un’espressione vagamente confusa, « Cosa ti fa dire che sia il mio gatto? Potrebbe essere di Jiminie. »

Quel “Jiminie” dà più fastidio a Jungkook di quanto gli piaccia ammettere, tanto da portarlo a passarsi nervosamente la lingua contro l’interno della guancia, in un lieve cenno di stizza, « Perché Jimin hyung è troppo intelligente per imboscare clandestinamente un gatto nel dormitorio » sbotta, più duro di quanto avrebbe voluto essere.

Taehyung incrocia le braccia al petto e mette su un’espressione offesa, tuttavia non obbietta nulla, mentre Jimin ridacchia bofonchiando un « Grazie », senza smettere di giocare pigramente con il gattino.

Il più grande decide di portare la discussione su argomenti decisamente più importanti « Come lo chiamiamo? »

« Gucci! »

Due occhiate perplesse si spostano su Taehyung, anche se sotto sotto sia Jungkook che Jimin non possono dirsi davvero troppo sorpresi. Entrambi stanno per dire qualcosa ma alla fine si arrendono al fatto che se l’altro è riuscito a trascinarli nella follia di nascondere un gatto in dormitorio, di certo non riusciranno a distoglierlo dal dare a quelle povera creaturina un nome assurdo come quello.

« Be’, benvenuto tra i BTS, Gucci… » mormora Jimin, tra l’ironico e lo sconsolato.

Taehyung sembra non prendere in considerazione nemmeno per un momento l’ipotesi che gli altri due possano davvero avere qualcosa da ridire sul nome, quindi borbotta qualcosa circa il controllare che in corridoio non ci sia nessuno, in modo da poter portare Gucci in camera di Jungkook, poi sparisce dietro la porta.

Nella stanza rimangono solo Jungkook, Jimin, Gucci e un improvviso silenzio assordante. Il più piccolo sta per raggiungere fuori Taehyung per assicurarsi che non ci sia davvero nessuno, quando la voce dell’altro lo raggiunge.

« Hey, Kookie, dimmi la verità… ti sembro ingrassato? »

Jungkook si blocca nell’atto di mettere la mano sulla maniglia della porta, per poi girarsi perplesso verso il più grande, non riuscendo a cogliere il motivo di quella domanda improvvisa, soprattutto dal momento che sembra aver aspettato proprio l’assenza di Taehyung per chiederlo.

Tae mentirebbe a prescindere per non farlo stare male” realizza, cosa che non fa che aumentare la sua già profondissima gelosia.

Gli viene in mente che effettivamente negli ultimi tempi Jimin ha iniziato a mangiare più del solito, spesso anche fuori pasto, in maniera nervosa. Per un istante è seriamente tentato di rispondergli di sì, giusto per dare un po’ di libero sfogo alla sua vena vendicativa, poi si ricorda di cosa gli ha detto Hoseok la notte appena trascorsa: Jimin si sente in colpa.

Forse mangiare così tanto è il suo modo di sfogarsi, anzi, dev’essere così per forza.

Accenna un breve sospiro, perché nonostante tutto vuole molto bene all’altro e non potrebbe davvero fare pressione su un punto per lui tanto dolente come quello del peso.

« No, hyung, non sei ingrassato. Stai benissimo come sempre. »

Accenna un sorriso sintetico; sanno tutti e due quanto sia falso, tuttavia decidono che per il momento possa andare bene così.

Possono farselo bastare.





   
 
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