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Autore: paige95    04/03/2018    2 recensioni
Vi sono piccole e grandi vicissitudini per una giovane coppia, ma qualcosa potrà sconvolgere profondamente la loro vita.
/La loro vita insieme, troppe volte sognata e a un passo dalla realizzazione, stava subendo nefasti colpi. Tutti i pensieri positivi di quella mattina, accompagnati dalla magia dell’alba, svanirono. Ora il sole in cielo era alto e, con esso, erano sorti nuovi problemi. Più che l’alba, in quell’esatto momento, Hermione la percepì come il tramonto del loro matrimonio. Non lo avrebbe lasciato, era stata sincera, ma temeva che con il tempo tutto si sarebbe distrutto da sé, di certo non avrebbero resistito in quel vortice in cui erano inconsapevolmente entrati, non era così sicura che il loro amore fosse talmente forte da contrastare quella nuova minaccia/
Dedicata con tanto affetto a HarryPotter394 e Longriffiths
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Lavanda Brown, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Un segreto svelato pubblicamente

 
 

Si meritava tutta quella solitudine, che provava nel cuore prima che sulla pelle. Aveva passato anni in quel letto da solo, nella stanza della sua infanzia, eppure, dopo aver provato la sua dolce compagnia, faticava a fare a meno di lei al proprio fianco. Si era condannato da solo ad un destino crudele.
 
Sapeva di averla ferita con quella lettera, ma ripromise a se stesso, mentre la penna scorreva sul foglio bianco, ma macchiato da ogni sorta di peccato, che sarebbe stata l’ultima volta e il solo pensiero delle lacrime che sicuramente quella ragazza aveva versato per lui facevano sussultare il suo cuore. Era una pena necessaria da vivere, sua moglie doveva comprendere che la loro vicinanza allo stato attuale sarebbe stata controproducente per tutti. Forse persino per Sebastian, a cui presto o tardi avrebbe dovuto rivelare il vero ruolo ricoperto da Hermione nella sua vita e che prima di quanto immaginasse avrebbe conosciuto la sua sorellina o il suo fratellino.
 
La notte - per quanto potesse sembrare strano - non gli aveva portato alcun consiglio, anzi la confusione non tardò ad affollare la sua mente. Era chiaro quanto il tempo che avrebbero passato lontano sarebbe inevitabilmente stato lungo se lui non avesse trovato la forza di prendere saldamente in mano quella situazione, dando una definitiva svolta.
 
Voleva strappare solo un istante al suo inevitabile destino, che diventò presto il loro, prendersi il lusso di un momento di meditazione tra quelle lenzuola che da troppo tempo non lo avvolgevano. Peccato che il calore che gli trasmettevano fosse ben diverso rispetto a quando era celibe. Il ricordo volò inevitabilmente a quel felice giorno - il più felice che avesse in memoria -, all’esatto momento in cui il suo status era cambiato e si ritrovò presto a sperare per l’eternità.
 

Era bella, fin troppo per lui, ma non esteriormente, o almeno non solo, lei splendeva di una luce unica. Unico era il sorriso che sfoggiava mentre i passi che li separavano si facevano sempre più corti, unico era il modo in cui quell’angelica visione era in grado di calmarlo, nonostante almeno un centinaio di persone fossero in quel solenne luogo solo per loro, unica era la commozione che rischiava di travolgerlo prima ancora che il ministrante li dichiarasse marito e moglie, ma soprattutto unico era il sobrio contatto sul suo braccio che gli comunicava la gioia di averlo al suo fianco.

 
Lui era lì e non sarebbe mai voluto essere altrove, aveva accettato di condividere la sua vita con lui e sarebbe stato uno sciocco a non ringraziare il giorno in cui quella ragazza entrò a far parte dei suoi stessi respiri.
 

Quel momento non fu affatto facile per lui, a partire dall’afferrarle con dolcezza la mano destra, un’accortezza che era nelle sue più profonde intenzioni. Diventò persino difficile distinguere la destra dalla sinistra, ma lei con un amorevole sorriso, probabilmente accostando per un momento la sua stessa ansia, che si poteva leggere chiaramente negli occhi luccicanti, catturò la sua mano, la strinse e lui, incantato da quel gesto, più di quanto lo fosse stato da lei dall’inizio della celebrazione nuziale, l’avvicinò al cuore. Hermione decise, proprio in quel frangente, di modificare la “scaletta” prendendo per prima la parola, evidentemente comprese quanto l’agitazione stesse bloccando lo sposo. Lo fissò negli occhi, forse per trovare l’ispirazione, tanto lei lo sapeva, non vi era stato alcun bisogno di scrivere le promesse, le parole sarebbero fluite naturalmente dalla sua bocca, come ogni cosa che accadeva tra loro, forse una delle poche occasioni in cui il cuore sovrastava la mente della ragazza.
 
 Ron … 
 
Quella voce sussurrata lo fece ridestare dolcemente. Strinse più forte la mano di lei, ancora a contatto con il suo petto. La ragazza lo interpretò come un incoraggiamento a proseguire e una rassicurazione sul fatto che lui fosse accanto a lei semplicemente con il cuore.
 
 … come faccio a spiegarti quanto ti amo senza rischiare di cadere nella banalità? 
 
Cercava una risposta da lui, forse un suggerimento, o forse era già quella una dichiarazione. Non era semplice professarsi amore davanti a tutti quei testimoni, proprio loro, che erano sempre stati così riservati, ora dovevano parlare con il cuore in mano davanti ad una platea di amici e parenti. Ron lesse nei suoi occhi ciò che il suo cuore voleva comunicargli e l’imbarazzo per doverlo esternare così "spudoratamente". Gli dispiacque vederla in difficoltà, non era così solito essere spettatore della sua titubanza e proprio la voglia di andare in suo soccorso lo spinse a muovere un temerario passo.
 
 Allora ci provo io 
 
Distolse gli occhi dalla ragazza, solo per posarli sulle loro fedi e delicatamente prendere in mano quella che lei avrebbe presto indossato al sottile dito della mano mancina. Prese solo un respiro, prima di sciogliere il contatto tra le loro mani ed afferrare la sinistra di Hermione.
 
 Non avrei mai creduto che un giorno, e per la precisione in una fredda domenica di dicembre, io ti avrei chiesto di sposarmi in questo tiepido giorno di fine febbraio … 
 
Teneva lo sguardo basso su quella piccola e vellutata mano, accarezzandola distrattamente, perso nei ricordi. Riuscì a dimenticare i commossi occhi puntati su di loro concentrandosi su quei tempi passati.
 
 … anzi, non avrei nemmeno mai pensato che tu avresti potuto amarmi … 
 
Solo in quel momento si decise ad alzare lo sguardo sul suo volto.
 
 Hermione, credo che in questi ultimi anni tu sia stata molto di più della mia fidanzata, mi hai donato una forza che faticavo a riscoprire in me dopo … 
 
Non vi era alcun bisogno di chiarimenti, sapeva che lei aveva capito a cosa si stesse riferendo, perché aveva sempre compreso perfettamente i lutti che lo avevano drammaticamente segnato dopo la Guerra. Non smettendo di essere ciò che era sempre stata per lui, gli era stata vicina fin dal primo istante in cui il dolore aveva invaso il suo cuore, cercando di renderlo più leggero se condiviso con la persona amata al proprio fianco.
 
Fu inevitabile per lui lanciare una sfuggevole occhiata alla sua futura suocera, aveva paura di impiegare le parole sbagliate, temendo di farsi odiare maggiormente. La ragazza se ne accorse e tentò di attirare nuovamente la sua attenzione con un sorriso, ma non le fu difficile perché subito lo sguardo del ragazzo si posò su quella sposa … sulla sua sposa.
 
 … mi hai appoggiato persino quando mi sono assentato tre lunghi anni per frequentare quel corso senza mai lamentarti per la nostra lontananza, ma anzi tranquillizzandomi quando avevo necessità di riscoprire un po’ di motivazione … tu c’eri e non importava quanti fossero i chilometri a dividerci, perché ogni volta che desideravo cedere e correre da te, tu eri pronta attraverso quelle lettere a rincuorarmi, a dirmi che per noi c’era tempo, dovevo prima realizzare quel sogno. Tu mi avresti sempre aspettato. Hermione, mi hai aspettato sul serio e sai qual è il bello? È che sono stato così temerario da non dubitarne nemmeno per un secondo 
 
Le aveva donato un commosso sorriso, che contagiò inevitabilmente anche lui. Tornò a concentrarsi sulla mano che teneva stretta nella sua e sulla fede che invece teneva stretta nella destra. Posò solo un leggero bacio su quell’anello, prima di imboccare il tragitto verso l’anulare della ragazza. Fu infinito quel dolce gesto, un simbolo che valeva più di mille parole. Lei per prima alzò gli occhi su di lui, quando lui ancora non riusciva a distoglierli dalla sua mano adornata da quel nuovo luccicchio. Sorrise inevitabilmente davanti alla commozione di lui, ma stupirsi era inutile, visto che anche lei era molto vicina dall’essere travolta da quell’emozione, pensando solo che pochi minuti li separavano dall’essere marito e moglie.
 
 R-Ron 
 
 Che c’è? 
 
 Tocca a me 
 
Non gli concesse nemmeno il tempo di concordare con lei, perché si affrettò ad afferrare la fede. Gli sorrise quasi divertita, non riusciva a trovare le giuste parole per esprimersi, così fissò quegli occhi puntati e attenti su di lei, bramosi di conoscere le parole che presto lei avrebbe pronunciato.
 
 Per la verità ho solo una richiesta, Ronald 
 
Lo prese alla sprovvista e non poté evitare di allarmarsi, mentre lei non riusciva proprio a fingere serietà.
 
 C-cosa? 
 
 Divento la signora Granger-Weasley e non solo Weasley. Intesi? 
 
La tensione che lo aveva attanagliato all'improvviso si sciolse in un sorriso a quella richiesta.
 
 E tu il giorno del nostro matrimonio pensi a rimarcare il tuo orgoglio? 
 
 Non è orgoglio, Ron, è un principio. Allora, accetti? Vuoi sposarmi ugualmente a queste condizioni? 
 
 Sì, lo voglio, signora Granger-Weasley 
 
 Allora lo voglio anch’io 
 
​Anche lei diede un leggero bacio alla fede, prima di infilarla commossa al suo dito. Non lasciò subito la mano del neosposo, anzi, incurante degli invitati, intrecciò le loro mani, perdendosi nei suoi occhi azzurri. Non riuscirono nemmeno ad aspettare la fine della cerimonia per suggellare quel patto in un istintivo e sentito bacio, visto che avevano aspettato fin troppo per scambiarselo. Sentirono solo un’impercettibile voce tra gli entusiastici applausi che li dichiarava marito e moglie, ma era chiaro che ciò che contava in quel momento fossero gli sposi e il loro profondo volere, quindi il ministrante diventò presto “superfluo”.
 
Si separarono solo dopo infiniti attimi e mentre le loro labbra si allontanavano con reticenza, Hermione non tardò ad approfittare di quella promiscuità per sussurrare a lui due parole che desiderava rimanessero tra loro e non diventassero di dominio pubblico come le altre loro promesse.
 
 Ti amo tanto 
 
 Ti amo tanto anch’io 
 
Sapevano quanto di lì a breve sarebbero stati travolti dagli invitati e furono decisamente restii a sciogliere quel contatto, ma, nonostante ciò, il sorriso dalle loro labbra non si spense.
 
 Ora ti puoi rilassare, Ron, la parte difficile è passata. C’è il ricevimento adesso, dovresti essere felice  
 
 Il ricevimento? In questo momento non so cosa sia 
 
La guardava come se non potesse esserci nulla di più bello e dolce e lei si convinse sul serio.

 

 
Ripensandoci, con il senno di poi, fu decisamente un egoista a sposarla, lui, a differenza di lei, conosceva ogni risvolto di quel funesto passato. Aveva spesso ripensato a quell’errore, ma inspiegabilmente lei sembrò la cura a tutti i mali e alle sofferenze passate, consentendogli di dimenticare totalmente quella che per lui era stata una semplice avventura e che non avrebbe mai potuto immaginare avesse lasciato dietro di sé strascichi così pesanti.
 
Due pesanti colpi contro la porta lo riportarono al presente, consentendogli persino di notare che il sole era ormai alto nel cielo. Non ebbe la percezione di aver riposato, ma solo di essersi tormentato fino allo sfinimento. Si rese lentamente conto, uscendo dall’intorpidimento del momento, che doveva sbrigarsi se non voleva arrivare in ritardo al Ministero.
 
Si alzò, ignorando totalmente da dove provenisse quel rumore. Peccato che colui che aveva bussato non rispettò i tempi del ragazzo, visto che non gradiva affatto essere ignorato in quel modo, così aprì la porta senza nemmeno ricevere l'accenno di un distratto permesso.
 
 Ciao, papà 
 
Arthur non fiatò, ma la sua espressione fu più eloquente di mille parole. Gettò con disprezzo sul letto disfatto il quotidiano più famoso nel Mondo Magico e puntò uno sguardo accusatore sul figlio. A Ron non servì approfondire l’articolo del giornale recriminato per essere a conoscenza del motivo di tanto rimprovero da parte di suo padre.
 
Il ragazzo diede solo una sfuggevole e spaventata occhiata alla Gazzetta, benché non avesse potuto evitare di avere dei sospetti circa la rapida divulgazione di quel disgraziato evento.
 
 Papà, posso spiegarti. Qualsiasi cosa affermi la Gazzetta del Profeta, non è come sembra 
 
 Ah no? Non hai un figlio con Lavanda Brown? Ora inizio a comprendere perché in piena notte hai bussato alla nostra porta senza nemmeno darci uno straccio di spiegazione. Immagino ti abbia sbattuto fuori di casa, ma, Ron, sarò sincero con te, sono pienamente d’accordo con lei 
 
Incassò quelle accuse, ma, nonostante il discorso di Arthur fosse piuttosto concitato, lui riusciva solo a pensare quanto quella giornata di lavoro sarebbe stata complicata per entrambi. Si riaccomodò sconsolato, prendendo fra le mani quel giornale e leggendo il titolo di quell'articolo diffamatorio. 

 

Scandalo ai vertici del Ministero

​Il Vicecapo del Dipartimento Auror sembra essere stato avvistato mentre si aggirarava per i corridoi del Ministero in compagnia di una donna e di un bambino che aveva tutta l'aria di essere suo figlio.


 
​Il testo se lo risparmiò, visto che quelle poche righe sembrarono sufficientemente allusive circa il seguito. La rabbia non tardò ad arrivare, ma nel suo cuore quella provata per il direttore della Gazzetta fu minima, nonostante lo avesse infastidito quel pettegolezzo, perchè l'ira che provava verso la sua stessa ingenuità fu ben maggiore. Tornò poco dopo a rivolgersi al padre, che era rimasto in silenzio nella stanza con lui, forse per tentare con rassegnazione di giustificare il suo insensato comportamento. 

 Hermione non mi ha cacciato, me ne sono andato io, perché non voglio che soffra per colpa mia. Papà, ti posso garantire che non l’ho tradita e che nemmeno io sapevo dell’esistenza di quel bambino fino a qualche settimana fa. Lavanda non mi ha mai accennato ad una cosa simile … ed io ho sbagliato, lo so, ma un errore può capitare a tutti! Tu non hai mai sbagliato? 
 
​In quel modo non avrebbe mai placato l'ira di Arthur nei suoi confronti, anzi l'avrebbe solo alimentata, ma lui non riusciva a controllare le sue emozioni, specie in un simile momento.

 Non ho mai commesso errori così gravi, quello no di certo, Ron. Perché non ce l’hai detto prima? È nostro nipote 
 
 Non ho avuto il coraggio. Mi dispiace 
 
 Sei un irresponsabile! Ma chi ti ha insegnato a comportarti così?? 
 
​Lo guardò per l'ennesima volta con rimprovero e un pizzico di colpa per non essere evidentemente stato in grado di trasmettere la giusta educazione a suo figlio.
 
 Papà, ora sono grande e mi so prendere le mie responsabilità, anche senza il vostro aiuto 
 
 Ah sì? A me non risulta, quanti anni avevi quando hai messo incinta quella ragazza? Sedici? 
 
Non era semplice reggere le accuse di suo padre, specie se la consapevolezza della colpevolezza così vivida nella sua mente. Non poteva però mostrarsi debole davanti a lui, dandogli la percezione di non essere in grado di gestire la situazione da solo. 

 So di avere sbagliato, ma ora mi preme di più Hermione 
 
 Già, tua moglie. Cercavi per caso un modo per farti odiare di più da tua suocera? Bè, lo hai trovato 
 
 Intendo che non voglio più ferirla 
 
 Non c’è modo, lo hai già fatto. Hai pensato allo scandalo che hai creato al Ministero?! 
 
Si alzò dalla rabbia, sbattendo quel giornale a terra.

 Non mi importa di quello che diranno, che parlino! Sono solo pettegolezzi, loro non conoscono la verità 
 
 Forse ti sei dimenticato che tua moglie è il Ministro della Magia! 
 
 Lo so! Non l’ho dimenticato! 
 
Oltrepassò il padre e arrabbiato tentò di uscire dalla stanza. Quell'ira che all'improvviso si era impossessata di lui forse non era nemmeno dettata dalle accuse del padre, ma solo dall'impotenza davanti ad una situazione che ogni giorno precipitava di qualche metro più sotto.
 
 Ed ora dove vai? 
 
 Al Ministero. Voglio sistemare questo casino 
 
 E come, ritirando tutte le copie della Gazzetta? 
 
​Ron si bloccò sulla porta esasperato, non sapeva come agire e la paura di peggiorare quella drammatica situazione, facendola maggiormente soffrire, era tanta. Si voltò con uno scattò verso il padre e gli riversò tutta la sua frustrazione addosso.

 Ma dannazione, lo sanno tutti quanto la amo e che non le potrei mai fare una cosa simile! Non stavamo insieme sei anni fa. Non so come, ma devo fare qualcosa! 
 
Arthur non sapeva come aiutarlo e le sue sincere parole lo ammutolirono, tanto da non riuscire a fermarlo quando riprese il suo cammino. Il ragazzo scese con urgenza le scale, ma qualcun altro in quella casa trovò prontamente il coraggio di fare ciò in cui non era riuscito il padre. Molly bloccò i passi di Ron e con amorevolezza tentò di giustificare la durezza del marito, dato che le loro urla erano rimbombate per tutta la Tana.
 
 Figliolo, fermati, tuo padre non … 
 
 No, ha ragione, mamma. Me ne sono andato perché voglio provare a proteggerla. Lo so che aspetta nostro figlio ed è da idioti lasciarla sola in questo momento, ma sta succedendo tutto così in fretta, ci siamo sposati neanche un mese fa ed ora ho già due figli. Voglio almeno provare ad evitare di crearle problemi al Ministero 
 
La determinazione unita ad una tale autentica sofferenza l'avevano disarmata, tanto da non trovare più le parole per rivolgersi a lui. Lo lasciò passare senza opporre resistenza e nemmeno lui indugiò ad avviarsi verso la porta.
 

***

 
Un attacco d’ansia la colse di sorpresa quando si accorse che il lato del letto alla sua sinistra era vuoto. Lentamente la sua mente ripercorse le ultime ore e purtroppo si rese presto conto che non vi era nemmeno la più piccola possibilità che lui si trovasse in casa, magari per farle una dolce sorpresa. Si sentì terribilmente in colpa per aver reagito in quel modo al Ministero, lei avrebbe semplicemente dovuto comprenderlo, perché infondo al suo cuore sapeva quanto la sua coscienza fosse pulita, stava semplicemente conversando con suo figlio, nulla di più. Eppure vederli insieme come una normale famiglia l'aveva ferita nell'orgoglio più di quanto avrebbe desiderato, portandola probabilmente ad allontanarlo da lei, convinto che fosse la scelta migliore per tutti. Forse non l'avrebbe mai ammesso davanti a lui, ma si era davvero pentita di avergli tirato uno schiaffo nell'ultimo loro incontro prima di quella che lui aveva definito una piccola pausa.
 
Chissà perché, a distanza di ore ormai, l’istinto le dettò di alzarsi velocemente forse per fermarlo, come se lui stesse uscendo proprio in quel momento dalla porta di casa. Non appena i suoi piedi poggiarono a terra, lo sguardo cadde su quel foglio accartocciato e dovette seriamente faticare a mantenere la calma per non dare di nuovo inizio a quel pianto disperato ripensando a quelle tristi parole. Tentò di ignorarlo e si fiondò sull’armadio, lo aprì velocemente e il sollievo la invase quando si accorse che i vestiti erano ancora tutti lì. Solo un'insolita lettera infondo al guardaroba attirò la sua attenzione, si chinò sulle ginocchia per recuperarla e leggerla.

 

Hermione, tesoro mio, mi dispiace, non ho fatto alcun progresso, vorrei tanto dirti il contrario, ma mentirti non credo migliorerà la situazione.
Pensa che infondo sento la mancanza persino di quel bambino, credi mi stia affezionando a lui? Perdonami, forse non vorresti sentire da me queste parole, ma è mio figlio ed immagino che sia giusto così, tanto negarlo non cambia nulla.
Ho perlustrato Godric’s Hollow da cima a fondo, ma dei Mangiamorte nemmeno l’ombra. Forse se ne sono andati o forse attendono solo il momento giusto per attaccare. Non lo so, ma so che mi manchi da morire e solo quando penso a te mi sento veramente al sicuro.
Forse sto sbagliando a scriverti questa lettera, dopo una settimana aspetti sicuramente un altro tipo di notizie ed io forse non te la spedirò mai. Avevi ragione, tu hai bisogno di un marito che ti stia accanto, non di un Auror spericolato come me. Ho una paura terribile di perderti, perché ogni mossa che faccio sbaglio e tu sei la mia unica certezza. E rischio seriamente di perdermi anch'io in tutto questo senza di te.

 
Ebbe un tuffo al cuore, l’aveva scritta, ma da quella terribile missione non l’aveva mai spedita per non farla stare in pensiero. Quella lettera fu peggio del verbale che Ron le avrebbe presto spedito, raccontandole per filo e per segno i dettagli. Lei non poteva rischiare che lui si perdesse, voleva evitare di togliergli la sicurezza di cui necessitava e lei non voleva privarsi dell’aria che necessitava per vivere. Poteva percepire il dolore che lo aveva spinto a scriverle quelle parole e poi ad accantonare quel foglio bianco per provare a riferirle notizie più rincuoranti.

​Ron non riusciva a capire che lei non necessitava di essere protetta, si erano giurati di affrontare le difficoltà insieme e così sarebbe stato, poco importava che quelle stesse difficoltà le avesse create lui con le sue stesse mani. La rabbia che provava nel cuore era proprio dovuta a quello, lui si era dimenticato di quelle promesse e non aveva capito che un semplice bacio avrebbe placato ogni sua sofferenza e timore. Non era impossibile ciò che chiedeva a suo marito, solo di rispondere a quello schiaffo con un bacio. 

​Teneva gli occhi bassi su quella sentita lettera, con le ginocchia a contatto con il freddo pavimento e calde lacrime pronte a scorrere per poi posarsi su quelle righe, sbiadendo l'inchiostro ormai antico. Cosa di quelle tante sillabe la faceva piangere? Forse il fatto che fosse affezionato a quel bambino? Tanto lei lo sapeva già. O forse la responsabilità di valere così tanto per lui, di essere un appoggio quando lei non riusciva a sostenere nemmeno se stessa come avrebbe desiderato fare. 

​Non si prese nemmeno il disturbo di asciugarsi le guance, perché tanto quel sale così amaro ma allo stesso tempo così dolce continuava a rigarle il viso nell'esatto punto in cui la sua pelle teneva memoria di un ultimo suo bacio. Si rialzò, trovando il coraggio di cui evidentemente non solo lei necessitava e corse fuori dalla stanza con ancora quella lettera tra le mani.
 
Le aveva promesso che non avrebbero più sprecato un solo giorno lontani e così voleva che fosse.
 

***
 

Andò a colpo sicuro dai suoceri dove sapeva l’avrebbe trovato. Non sapeva se ritenersi fortunata quando la porta della Tana iniziò a cigolare nell'esatto istante in cui lei si era materializzata. Forse avrebbe necessitato di un istante per ricomporsi, schiarire la voce e mettere da parte la rabbia che magicamente era riaffiorata in quell'esatto istante. Non perse tempo, solo un istante per catturare un ultimo respiro e senza ripensamenti proferire qualche parola.
 
 Dov’è quello stronzo ...

Non ebbe il tempo di terminare la concitata frase, perché lui fu più veloce e non appena la vide si bloccò sulla soglia come se fosse stato colpito all'improvviso da un incantesimo.

... di mio marito 
 
​Era rimasta sorpresa per essersi imbattuta in lui con un tale tempismo, tanto che la rabbia non aveva influenzato quelle ultime parole, nonostante le sue intenzioni fossero differenti.

Hermione 

​Sussurrò il suo nome, non era così certo che manifestare la sua gioia nel vederla fosse una grande idea e conciliasse con la sua decisione. Il suo aspetto non era cambiato dall'ultima volta in cui l'aveva vista, tremante in quel suo sonno tormentato. Gli occhi del ragazzo scivolarono sulla lettera che lei teneva nella mano mancina e subito il suo cuore sussultò. Hermione si ridestò solo un attimo più tardi abbassando a sua volta lo sguardo su quelle parole.

L'ho trovata nel nostro armadio, deve esserti caduta dalla divisa 

​Gliela porse e fu allora che capì a cosa lei si stesse riferendo.

So perché non me l'hai spedita, Ron. Solo che non capisco perché tu mi stia lasciando 

​Il ragazzo alzò velocemente gli occhi dalla lettera per provare a correggerla.

Io non ti sto lasciando!

Ah no, scusa, è vero, ti stai prendendo solo una piccola pausa 

​Diventò presto sarcastica e quell'atteggiamento abbinato alle lacrime dissonava parecchio.

Tesoro, ti prego, cerca di capirmi. Io ti amo e non potrei mai immaginare la mia vita senza di te. Ora però ho bisogno di ...

... mettere ordine nella tua vita, sì, lo so, me lo hai già detto, Ronald, non ripeterti. No, anzi, per la precisione, me lo hai scritto, in una lettera, lasciata sul mio comodino in piena notte. Ero devastata quando sono tornata dal Ministero. Sconvolta per aver capito che la nostra vita non sarebbe mai potuta essere normale, che la nostra famiglia non sarebbe potuta essere serena. E sconvolta per averti tirato quello schiaffo, ma mi hai esasperata con il tuo comportamento 

​Voleva abbracciarla, stringerla a sé, ma qualcosa lo frenava, la coscienza gli suggeriva di non muovere alcun passo verso di lei, perché tanto era inevitabile, lui sarebbe uscito per un po' dalla sua vita e le avrebbe consentito di essere più serena lontana dai suoi casini. 

Per questo preferisco non rischiare più di ferirti. Non preoccuparti per lo schiaffo, me lo sono meritato, anzi me lo sarei tirato da solo nell'esatto istante in cui ho scoperto dell'esistenza di Sebastian 

Niente, non le venne in mente nulla da dire, da ribattere per provare a dissuaderlo. Ron non osava nemmeno alzare lo sguardo su di lei ed Hermione non trovò altra soluzione se non prendersi con la forza ciò che da ore ormai desiderava. Entrò e si fiondò sulle sue labbra, prendendolo totalmente alla sprovvista. Si accorse ben presto che lui non voleva ricambiare quel bacio, per quanto lei fosse determinata lui si ostinava a resistere, anzi, quando vide che l'insistenza di lei si prolungava, la afferrò dolcemente per le spalle e la allontanò da lui.

Hermione, ti prego 

Solo in quel momento la ragazza si accorse della presenza della suocera, ma era certa non fosse quello il motivo di tanto pudore. Ritornò a puntare gli occhi sul ragazzo con sofferenza, ma lui non riusciva a comunicargli che un loro dolce contatto avrebbe reso solo più drammatica quella separazione.

Hermione iniziò a sbattere gli occhi, iniziava a vedere offuscato e persino la presa di Ron su lei diventò presto lontana, quasi come se fosse diventata insensibile al tatto. Si spaventò quando le forze le vennero a mancare e una forte fitta al ventre le mozzò il fiato all'improvviso, vanificando ogni suo tentativo di reggersi sulle gambe. In quell'attimo di forte confusione, riuscì ad avere la premura di non cercare alcun sostegno nel marito, anzi se ne guardava bene dal sfiorarlo. Lui però aveva notato il suo stato e l'aveva soccorsa, prendendola in braccio e scortandola fino al divano. Non si oppose, non ne aveva la forza, così lo lasciò fare.

 Ron, non l-lasciarmi 
 
​Cercava di non perdere il contatto con i suoi occhi per non cedere definitivamente a quella debolezza. Poco dopo sentì dolci mani sfiorarla e comprese che dovevano appartenere a Molly che cercava di capire le sue condizioni. Lei però non distoglieva lo sguardo dal marito e lui, nonostante attendesse con impazienza il verdetto dalla madre, non mancava di rivolgerle qualche rincuorante occhiata, restando ai piedi del divano per lasciare spazio a Molly e stringendole forte la mano per farle percepire la sua presenza.

 Non ti lascio. Amore, non ti lascio, però tu resta sveglia
 
 La nostra bambina … Ron, ho paura 
 
 Sono qui con te 
 
Si sentiva mancare le forze e iniziò a percepire debole persino la stretta del ragazzo. Desiderava solo ritrovarlo al suo risveglio ed impiegò le sue ultime forze a supplicarlo.
 
 Non lasciarci … ti prego 
 
 No. Hermione, che hai? 
 
 Sento delle fitte al ventre. Mi sento ... debole 
 
Ron si voltò verso la madre in cerca di spiegazioni, ma lei era ancora intenta ad appurare attentamente le condizioni della nuora. Hermione attirò nuovamente la sua attenzione con un filo di voce e il battito accelerato.  
 
 Ti prego, salvala. Salva la nostra bambina 
 
 Tesoro, non le accadrà niente 
 
La ragazza tentò un leggero sorriso, un ricordo si intromise prepotentemente nella sua mente proprio nel momento meno opportuno, oppure nel momento migliore, proprio quando il suo stato le faceva morire le parole in gola e lei avrebbe voluto dirgli tante cose.
 
 R-Ron, come faccio a spiegarti quanto ti amo? 
 
Una lacrima non tardò a solcare il suo viso, non era riuscito a resistere, le condizioni di sua moglie non gli consentivano di mentire sul suo umore.
 
 Lo so già, amore. Ora riposa … non ti voglio perdere 
 
 E non vuoi nemmeno perderti, vero? 
 
 Esatto. Riposa, sono certo che starai meglio 
 
 Resta qui con me. Ti prego … torna a casa con me 
 
Le accarezzò i capelli, sperando che sua madre gli avrebbe presto comunicato una buona notizia.
 
 La nostra piccola, Ron, pensa a lei 
 
 Penso ad entrambe 
 
 Ho paura di perderla 
 
 Non accadrà niente di simile, non dopo tutta la fatica che ho fatto per non farti abortire 
 
Le lanciò un amorevole sguardo di rimprovero e lei tentò di ricambiare con un sorriso.

 Torna a casa 
 
Il ragazzo abbassò gli occhi a quella richiesta, non voleva illuderla, ma iniziava a comprendere quanto quel malessere fosse dovuto a semplice stress dall'atteggiamento calmo della madre.
 
 Promettimelo 
 
 Hermione, devi calmarti, respira, altrimenti non aiuti nostra figlia 
 
 Promettimelo! Ron, sei mio marito, non puoi tornare a casa in piena notte e decidere di andartene 
 
 Va bene, d’accordo, te lo prometto. Ora tu promettimi che ti calmi 
 
Gli fece cenno con la testa di essere intenzionata a seguire il suo consiglio, ma i suoi doveri non tardarono ad insinuarsi prepotentemente nella sua mente, spingendola a tentare di alzarsi. 
 
 Devo andare al Ministero 
 
 Stamattina è meglio di no … purtroppo la Gazzetta del Profeta non è stata molto clemente, ma indipendentemente da questo, hai bisogno di riposo 

Non ebbe la forza di ribattere, si accasciò nuovamente sul divano e ricominciò a parlare con lui per provare a non cedere alla debolezza.

Ron, tra una settimana ho l'ecografia 

 Ti accompagno all’ecografia, ma forse è meglio se l’anticipiamo per essere sicuri che vada tutto bene. Stai un po’ meglio? 
 
 Ora che sei qui con me sì 
 
Chiuse gli occhi dopo quella promessa, non riusciva più a combattere contro quel malessere, ma ora poteva permettersi di perdere​, perché sapeva che al suo risveglio lo avrebbe trovato accanto a lei.

 
 
 



Ciao ragazzi!

​Sono in super ritardo, scusatemi tanto, ho ricominciato le lezioni all'università e questo semestre è parecchio impegnativo :(

Ringrazio come sempre di cuore tutti coloro che mi seguono <3

​Alla prossima :)
Baci
​-Vale

   
 
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