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Autore: DaisyCorbyn    04/03/2018    1 recensioni
**IN REVISIONE**
[19 anni dopo] [Next Generation]
Dopo gli avventimenti che hanno scosso Alwys alla fine del suo primo anno ad Hogwarts, la Grifondoro si troverà ad affrontare un nuovo nemico: la Luna d'Argento, un fenomeno che causa effetti oscuri ai licantropi. La soluzione sembra la Pozione Antilupo, ma è veramente ciò di cui Alwys ha bisogno?
Tra la ricerca degli ingredienti e le lezioni, Alwys dovrà anche scontrarsi contro quella figura oscura che cercherà di manipolare la sua mente.
ATTENZIONE: questo è il secondo libro della saga Alwys Dewery, il primo lo trovate nel mio account!
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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5
Frammenti del passato

 

Calò il silenzio: Alwys e James lo guardarono con la bocca spalancata, la preside si prese le mani stringendole fortemente e Damien alzò di scatto la testa.
«Prego» di nuovo quel sorrisetto interessato tagliò il volto di Bodruith.
«Il Patronus di Damien è un gufo.»
Alwys si girò verso l’accusato che accennò una risata: che stava dicendo Ted? Era un’accusa davvero grave, davvero l’odio che provava per lui arrivava fino a questo punto?
«Chiedo che evochi il suo Patronus così che Alwys possa dirci se è lo stesso» disse guardando davanti a sé deciso.
«È un’accusa molto pesante…» rispose Bodruith e spostò lo sguardo verso Damien che si alzò «Accetto la richiesta.»
Damien si allontanò un po’ da James, nonostante non fosse in grado di stare in piedi da solo, sfoderò la bacchetta e si girò verso Ted: la strinse e la gettò davanti a lui.
«Davvero credi che io sia in grado di evocare un Patronus?» Ted spostò lo sguardo come se avesse realizzato solo in quel momento cosa gli aveva chiesto di fare.
«Guardami!» urlò, ma Ted strinse i pugni e rimase con lo sguardo incollato per terra «Mio padre è morto prima che io nascessi, al mio quarto anno ho perso il mio migliore amico, sono finito Azkaban per più di tre anni e a causa di ciò mia madre è morta per il dispiacere» si portò la mano al petto come se volesse sottolineare che stesse parlando di se stesso «Spiegami come potrei trovare un ricordo felice in questo casino!» urlò di nuovo e diede un calcio alla sedia che però non si mosse.
Con due falcate prese la bacchetta e uscì dalla sala, James guardò Ted con uno sguardo carico di disapprovazione e lo seguì.
«Non potete uscire» ma entrambi lo ignorarono «Siccome sono buono, non prenderò provvedimenti.»
Gli occhi di tutti erano verso l’ingresso e Bodruith dovette tossire per richiamare l’attenzione «Chi vuole far cadere l’accusa contro Damien Paw?» tutti alzarono le mani.
«Perché lo hai fatto?» sussurrò Alwys verso Ted, ma lui continuò a rimanere in silenzio.
«In definitiva tutto ciò che ho capito è: indisciplina! Non pensavo che gli studenti di Hogwarts fossero così indisciplinati, tutto ciò non sarebbe successo se gli studenti non avessero infranto le regole» Bodruith era diventato incredibilmente serio e la preside si era irrigidita di colpo.
«Per ciò il Ministero non permetterà nessuna protezione speciale, ma è deciso che Damien non dovrà mai perdere di vista Alwys Dewery» si girò verso la McGranitt «Questa volta il Ministero non prenderà provvedimenti, ma non ci sarà una seconda volta.»
Alwys abbassò lo sguardo: aveva accettato lei di fare questa seduta, e ora gli altri si dovevano sorbire una lavata di capo dallo Stregone Capo. Senza un’ulteriore protezione, però, sarebbe stato un problema, soprattutto con il nemico con cui avevano a che fare. Possibile che il Ministero non lo capisse?
«Chi concorda con questa decisione?» tutti alzarono la mano tranne la donna con i capelli rossi, colei che all’inizio l’aveva rassicurata, che guardò decisa davanti a sé, non curandosi dello sguardo inquisitore degli altri che le si incollò addosso.
«La seduta è conclusa.»
Tutte le persone vestite di porpora si alzarono e uscirono da delle porticine poste ai lati del soppalco. Gli altri invece uscirono da dove erano entrati.
«La ringrazio di essere venuta» disse Ted sorridendo alla McGranitt e stringendole la mano.
«Non c’è di che, conosco Bodruith e da quando è lo Stregone capo, pensa di poter controllare l’intero Mondo Magico.»
La McGranitt sorrise verso Alwys, che però deviò lo sguardo, come se da un momento all’altro sarebbe scoppiata in lacrime. Ted alzò la mano per accarezzarle la testa, ma lei si spostò per andare verso l’ascensore.
«Cos’è quel broncio?» appena fu fuori Lady Amelia le volò incontro.
«Non hanno accettato» in verità non era triste per quello, ma non le andava di parlare lì e in quel momento.
«Ti proteggeremo noi» le sorrise, ma la Grifondoro si limitò ad alzare un angolo della bocca.
«Dov’è James?» Ted arrivò seguito dalla preside, che guardò Alwys con dolcezza.
«Ha detto che vi avrebbe raggiunti a casa, invece il signor Potter e Foranel vi aspettano davanti alla fontana all’ingresso» spiegò Lady Amelia, e Ted si morse il pugno della mano imprecando sottovoce.
«Perché deve fare sempre di testa sua quel ragazzino?»
«Mi ricorda qualcuno» disse la McGranitt sorridendo sotto i baffi.
«Io non ero così!»
«Signorino Lupin, quante volte le ho detto che non è possibile presentarsi a lezione con il volto da maiale?» controbatté agitando le mani in aria.
«Sarà stato sì e no quattro volte!» protestò lui ridendo.
«Quattro da maiale, cinque da oca e sei da cane!» si misero tutti a ridere tranne Alwys, che però si immaginò un Ted della sua età che faceva andare fuori di testa la preside.
«Viene con noi?» chiese il ragazzo avvicinandosi ad Alwys, ma lei istintivamente si sottrasse di nuovo, cosa che lui notò.
«No caro, ho molte cose da sbrigare, ma manderò volentieri un gufo ai Potter per prendere un thè tutti insieme» rispose dolcemente.
«La aspetteremo allora.»
Si salutarono ed ognuno andò per la propria strada: la preside, infatti, invece di andare verso l’ascensore –l’unica via d’uscita- voltò l’angolo sparendo dalla loro vista. Ted guardò Lady Amelia che annuì e si girò verso Alwys.
«Vado a cercare James, speriamo che non si sia cacciato in qualche guaio» volò via prima che Alwys poté protestare: non aveva proprio voglia di rimanere sola con Ted.
«Tranquilla, troveremo una soluzione» disse come se pensasse che il suo sguardo preoccupato e il suo comportamento fossero dovuti a quello.
Lei provò a sorridere e annuì: calò il silenzio più totale. Entrarono in ascensore e notarono che era vuoto, molto probabilmente perché tutti erano nei propri uffici a svolgere il proprio lavoro. Prima che le porte si chiudessero, entrarono dei piccoli aeroplanini di carta che fluttuarono sopra le loro teste.
«Perché hai accusato Damien?» finalmente Alwys parlò.
In fondo Ted sapeva che era quello ciò che la preoccupava, ma aveva sperato invano di sbagliarsi e di non dover mai affrontare quell’argomento con lei.
«È stato molto brutto da parte tua… un’accusa così grave poi…»
«Voglio solo capire chi c’è dietro tutto questo» rispose Ted diventando improvvisamente serio.
«Accusando persone a caso?» Alwys pregò che la guardasse negli occhi, ma il suo sguardo era fisso davanti a sé «Perché Damien avrebbe fatto una cosa del genere? Per giunta ha già problemi con il Ministero e questa tua accusa ha solo peggiorato la sua situazione.»    
Perché lo stava difendendo? Nemmeno lei riusciva a spiegarselo… forse perché il suo sguardo vuoto e addolorato quando aveva detto di non essere più in grado di evocare un Patronus e gli occhi di James le avevano creato un buco al centro del petto.
«E non ti sei chiesta perché ha problemi con il Ministero?» finalmente si girò verso di lei, ma il suo sguardo le mise solo una gran tristezza «Perché è finito ad Azkaban non te lo chiedi?»
Quelle parole e il loro tono colpirono Alwys proprio nel cuore e cercò in tutti i modi di ricacciare le lacrime da dove volevano uscire: spostò lo sguardo ormai senza forze per sostenere quello di Ted.
«No, non lo so» rispose con la voce che tremava e ciò portò Ted a cambiare espressione «Non so nemmeno cosa sia questo Azkaban, ma sembra terribile e mi chiedo come tu hai potuto pensare una cosa così brutta di una persona che ha sofferto così tanto.»
«Lui cerca di fare la vittima, ma non lo è! Cioè guardalo, è un lupo mannaro, non può essere una vittima.»
Appena le porte si aprirono, Alwys uscì di corsa e cercò di allontanarsi il più possibile da Ted che, chiamava il suo nome, andando alla cieca. Molte persone la guardavano: alcuni indispettiti, altri preoccupati, ma non badò a nessuno, nemmeno a chi si offriva di darle il proprio aiuto. Andò dall’uomo che quando era arrivata le aveva dato il badge dei visitatori e le aveva preso la bacchetta.
«Piccola tutto apposto?» chiese l’uomo e Alwys cercò di sorridere.
Prese la bacchetta, diede il badge e notò che la pietra blu brillava leggermente, quindi Lady Amelia era tornata lì dentro. Non andò alla fontana: non voleva assolutamente incontrare Ted, così andò direttamente verso un camino e osservò le persone che venivano inghiottite dalle fiamme verdi. C’era solo un problema: non sapeva dove prendere la polvere che le aveva dato Ginny. Si guardò intorno e notò che tutti, prima di entrare nel camino, tiravano fuori dalla propria borsa un sacchetto.
«Ti sei persa?» Alwys si girò e incontrò gli occhi della donna con i capelli arancioni che era al Wizengamont.
«No, vorrei tornare a casa» rispose timidamente ancora rossa in viso per le lacrime che aveva versato mentre stava correndo.
«Da sola?« a quella domanda Alwys spostò lo sguardo: brava, ti hanno beccata, ora ti riporteranno da Ted «Dai tranquilla, te ne do un po’ della mia.»
La donna prese dalla borsa un sacchetto dorato e ne versò il contenuto nella mano aperta di Alwys, che sorrise.
«La ringrazio tantissimo» rispose finalmente sorridendo.
«Su, vai!»
La ringraziò di nuovo, entrò nel camino, che notò essere più alto di quello dei Potter, e buttò la polvere a terra pronunciando la destinazione.
Quando aprì gli occhi, sperando di non essere ancora avvolta dalle fiamme, un sacco di sguardi le furono addosso, tra cui quello di Albus, e senza pensarci andò ad abbracciarlo.
«Cosa è successo?» chiese amareggiata la signora Potter.
«Io…» Albus la strinse più forte.
La donna prese la bacchetta ed evocò uno splendido cavallo argenteo «Amore, Alwys è qui, potete tornare.»
Si sedettero sul divano, Ginny portò una tazza di thè ai frutti di bosco fumante ed Albus non si staccò da lei nemmeno per un secondo. Dopo un silenzio interminabile, Ted uscì dal camino e si girò intorno per trovare Alwys.
«Non scappare mai più così!» la rimproverò avvicinandosi.
La ragazzina in tutta risposta posò la tazza e si alzò di scatto «Io faccio quello che voglio!»
«No, tu non puoi fare quello che vuoi, sei sotto la nostra responsabilità» Ted aveva ragione, ma Alwys era troppo furiosa per ammetterlo.
«Dovevi pensarci prima di dire una cosa del genere!» non aveva mai alzato la voce in tutta la sua vita, nemmeno quando litigava con i suoi genitori: era stridula, come se le sue corde vocali non fossero abituate a quello sforzo.
«E tu prima di difendere una persona indifendibile.»
«Difendo chi mi pare e piace.»
«No, invece» Ted si avvicinò a lei e la prese per le spalle facendola trasalire «Apprezzo il fatto che cerchi del buono in chiunque, ma in certe persone non esiste!»
«Come i lupi mannari?»
A quella domanda Ted si allontanò: i suoi occhi erano lucidi, gli angoli della bocca avevano smesso di combattere contro la forza di gravità e i suoi capelli erano diventati di un nero profondo.
«Di cosa parlate?» Ginny si intromise notando che la conversazione stava degenerando «Allora, Ted?»
«Non volevo dire quello che ho detto…»
«Ma lo hai fatto» lo interruppe Alwys: troppe emozioni le stavano tartassando il petto, ed era come se le sue risposte dipendessero da quale avesse acchiappato «È veramente quello che pensi?»
«Alwys…»
«No, niente Alwys..» rispose lei: il suo cuore batteva all’impazzata, le lacrime le stavano per uscire dagli occhi «Rispondi alla mia domanda.»
«Sì, rispondi» James scese dalle scale entrando dentro il salotto: tutti si girarono verso di lui, molto probabilmente perché non lo avevano visto arrivare.
«Tu non c'entri nella discussione» lo aggredì Ted corrugandola fronte «Piuttosto ti sembra normale sparire così?»
«E a te sembra i modo di comportarsi? Accusare una persona innocente e poi dire questo ad Alwys.»
«Solo io non so di cosa state parlando?» chiese Ginny incrociando le braccia al petto «Voi salite di sopra.»
Albus voleva protestare, ma Dominique lo prese per il braccio trascinandolo di sopra.
«Spiegate.»
«Come sempre Ted accusa infondatamente» spiegò James sbuffando.
«Ero arrabbiato per molte cose e ho detto una cosa che non avrei dovuto dire» spiegò grattandosi la nuca: i capelli così scuri non gli stavano per niente bene.
«Ma la pensi?» chiese Alwys asciugandosi una lacrime che era fuggita da sola dal suo occhio. 
Ted rimase in silenzio, un silenzio che a tutti in quella stanza sembrò infinito ma, prima che poté rispondere, James si mise fra loro.
«Prima di rispondere devo dirti una cosa» erano vicinissimi e si stavano guardando dritti negli occhi «Forse sei tu che vedi solo il peggio in alcune persone.»
James andò via prima che Ted potesse rispondere, salì i gradini a due a due fino alla sua stanza e chiuse la porta provocando un tonfo così forte che risuonò per tutta la casa. Subito dopo calò il silenzio: Alwys era combattuta tra lo scappare e il rimanere per chiarire, invece Ted stava guardando le scale.
«Non sarà urlandoci contro o andando via che risolveremo» disse Ginny prendendo per mano Ted che trasalì «In una famiglia grande come la nostra è normale che succedono delle incomprensioni, ma questo non deve farci dimenticare che rimaniamo una famiglia» fece intrecciare le mani dei due.
Alwys continuò a guardare per terra: aveva paura di vedere nello sguardo di Ted un rifiuto, di sapere che quello che aveva detto lo pensava per davvero.
«Non fatemi arrabbiare, vi avverto!» disse la donna con un repentino cambio di tono «Forza, andate in camera di Alwys e parlate, io aspetto Harry.»
Alwys non protestò, come se fosse stata sua madre a darle quell’ordine, e in silenzio salì le scale; Ted, invece, si trattenne sotto e la Grifondoro vide Ginny dargli un bacio in fronte. Entrata nella sua camera, per un attimo l’idea di chiudere a chiave le passò per la mente, ma preferì buttarsi sul letto e dare qualche carezza a Ninfa, che miagolò per salutarla. Appena sentì la porta cigolare, si alzò senza girarsi.
«Non lo penso» Ted fu il primo a parlare.
Infondo sapeva che era così, ma vederlo con quell’espressione le aveva creato una voragine nel petto.
«Io non capisco perché lo odi così tanto…»
Ted esitò, si sedette accanto a lei e le prese la mano «Io non capisco perché tieni a lui: ti ha fatto cose orribili e ti ha trattato malissimo.»
«Credo solo che quello sia l’unico modo che conosce per aiutarmi» rispose abbassando lo sguardo.
Il maggiore ritrasse la mano e si prese il viso come se si stesse mentalmente dicendo di non piangere.
«Non posso dirti perché non siamo più amici, l’unica cosa che posso fare è proteggerti.»
«Perché? Cosa ha fatto di così terribile?»
Ted rimase in silenzio e sospirò «Ho fatto un voto in cui ho promesso di non raccontare a nessuno cosa è successo tra me e Damien.»
«Un voto?» chiese Alwys girandosi verso di lui.
«Un Voto Infrangibile.»
Alwys ebbe un sussulto: lo aveva studiato e ricordava molto bene cosa fosse e il fatto che venisse usata la magia oscura.
«Chi è il Suggello?»
«La preside» spiegò senza ricambiare lo sguardo «Quando ho accettato di diventare professore, l’unico modo per avere una convivenza pacifica con Damien è stato accettare ciò che lui voleva, cioè che non si parlasse di ciò che era successo.»
Perché arrivare a tanto? La preoccupazione si impadronì della sua mente.
«Non dico che non è cambiato, ma ho paura che il Damien di anni fa torni, nonostante lui cerchi di seppellirlo con questo incantesimo.»
«Se è così pericoloso, perché lo hanno fatto uscire e ora è pure Protettore dei lupi mannari?»
«Non posso parlarne.»
Calò il silenzio: vari pensieri si scontrarono nella mente di Alwys, la quale cercò in tutti i modi di non pensare al fatto che d’ora in poi Damien sarebbe stato tutto il tempo con lei. Però c’era una cosa che non riusciva a spiegarsi, una sensazione nei suoi confronti, come se dentro di lui ci fosse del bene che era stato soppresso e che adesso lui cercava di far tornare a galla. La prima cosa che gli venne in mente fu la sua espressione quando aveva realizzato che James era stato colpito dal drago.
«È a causa sua che odi i lupi mannari?»
«Io non odio i lupi mannari» si affrettò a rispondere «Mio padre lo era ed era uno degli uomini più buoni dell’intero Mondo Magico, dico solo che i lupi mannari hanno una propensione per il male.»
«Perché?»
«Io…» sospirò pesantemente «Non posso dirlo.»
Da un lato tutti quei segreti incominciarono ad infastidirla, dall’altro aveva paura della verità.
«Mi dispiace» disse dopo un attimo di silenzio, girandosi verso di lei per guardarla dritta negli occhi «Odio vedere come le persone continuino a giustificarlo, nonostante ciò che ha fatto è ingiustificabile. Non è una brava persona, Alwys, fa solo finta di esserlo e non ho intenzione di perdere te come James.»
«James?»
«Non lo hai visto? Difenderebbe Damien da qualsiasi cosa» disse con tono sprezzante «Ho tanta paura Alwys… ho paura per quando James soffrirà, perché non so come potrebbe reagire.»


Angolo autrice:
Salve a tutti! Questa volta è la beta che vi parla: ho rapito Mira e ho preso possesso di tutti i suoi averi! 
No, scherzo, non poteva postare il capitolo.
Cosa ne pensate di questa seconda parte al Ministero? Vi aspettavate quello che ha fatto Ted? E secondo voi qual è la storia dietro l'astio tra i due maghi?
Fateci sapere tutto e non dimenticatevi di seguire l'account Instagram @alwysdewery dove vengono postate curiosità, citazioni e tante altre belle immagini! 
Un grande grazie, come sempre, a Tenmary per le recensioni! 

P.S.: Scusate se ancora una volta il capitolo è stato postato un giorno dopo il previsto ma, a mia discolpa, posso dire che a causa sessione invernale di esami pensavo che ieri fosse giovedì e avevo ancora un paio di giorni disponibili per correggere. A presto! 

   
 
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