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Autore: zmarz    30/06/2009    3 recensioni
La storia che tutti noi conosciamo, vista dal punto di vista di Ginny... le sue lacrime, le sue giornate lontane dal trio protagonista... la sua vita dentro Hogwarts, i suoi sorrisi lontana da Harry potter... dove sorridere non era difficile...
Dall'inizio, da quel fatidico primo settembre, da quel dolce primo incontro, da quel primo innocente sguardo... dai primi passi di Ginny fuori dal mondo ovattato della Tana e dell'infanzia, nel suo ingresso nei tortuosi sentieri della crescita fino al suo essere pienamente donna, pienamente lei.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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cap 8 nvu vero
Ribellione

Erano arrivate le vacanze di Natale e Ginny era rimasta completamente sola nel dormitorio. Ultimamente non c’erano stati più tanti attentati ma Ginny non riusciva ad essere serena. Non riusciva più a sorridere, e passava molto tempo chiusa nel bagno di Mirtilla a piangere. “qui piango io non tu, ragazzina. Che hai da piangere? Io sono morta qui dentro, quindi solo io posso piangervi.” Era mirtilla che rivendicava il diritto di proprietà sul suo bagno. “lasciami in pace.” Le rispose Ginny, tirando su col naso. “non eri così disperata quando sei venuta qui qualche settimana fa…” disse il fantasma. “che cosa? Io non vengo mai qui…” esclamò Ginny. “ci sei venuta qualche tempo fa. Ti ho vista. Sei entrata e non mi hai neanche risposto quando ho detto di andartene! Hai bofonchiato delle parole in una lingua strana e sei sparita. Proprio lì, vicino a quel lavandino…”
Ginny era sbalordita. Ma quante cose faceva che non si ricordava? E poi… lei parlare una lingua strana? Ma se non aveva mai conosciuto altre lingue che la propria! Uscì di corsa dal bagno. Non ci stava più capendo niente. All’improvviso sentì dei rumori provenire da un’aula vuota. Si affacciò, il cuore a mille e vide una scena che la lasciò stupefatta e le fece spuntare il sorriso, per la prima volta dopo tanto tempo: Percy si stava baciando con una ragazza…
Fece per andarsene quando il fratello la vide e si precipitò da lei. “ ginny… ginny… mi fido di te… non dirai a nessuno quello che hai visto vero?” chiese preoccupato. “non ti preoccupare Perce, a dopo.” Disse la ragazzina e andò nel suo dormitorio. Aveva un urgente bisogno di parlare con Tom.
Raccontò al diario ciò che le aveva detto Mirtilla.

Ginny basta. Stai diventando stressante. Non puoi essere tu l’erede di Serpeverde.

E invece si… mi trovo nei posti più sospetti nei momenti degli attentati! Mi espelleranno lo so… Harry non mi guarderà mai più in faccia quando scoprirà che sono io a fare quelle cose terribili.

Cosa ci trovi di speciale in quel ragazzo?

Lui è… sempre così carino e gentile. Non farebbe mai del male a nessuno. È un ragazzo straordinario.

È semplicemente un debole. Non è niente di speciale.

Tu non lo conosci! Come fai a dirlo?

Quello? L’erede di serpeverde? Non sarebbe neanche in grado di trovare la camera… non so come si fa ad essere così ingenui.

Ma tu che ne sai?

Io so molto più di quello che credi piccola Ginny.

Mi stai spaventando… chi sei veramente?

Il tuo diario, sciocchina. Colui col quale ti sei confidata per mesi…

Forse dovevo dare retta a mio padre… mi sto riducendo ad uno straccio per stare appresso a te… e ciò che mi stai dicendo mi sta confondendo Tom. Sembra quasi che tu… conosca l’erede di serpeverde…

Per mesi ti sei fidata di me…mi  hai aperto il tuo cuore… mi hai schiuso la tua anima…

Beh penso che non lo farò più…

Ginny non puoi smettere ormai… tu hai bisogno di me…

Penso proprio di no… posso farne benissimo a meno… tu sai qualcosa che non mi vuoi dire… forse sei tu che mi fai rubi la memoria!

Oh piccola Ginny… a volte mi fai veramente divertire… ma non puoi abbandonarmi… ormai sono parte di te…

E invece no! Addio.

Ginny chiuse con forza il diario. Lo prese e corse giù fino al bagno di Mirtilla e lanciò il libricino in un water. Scappò e si rinchiuse nella prima aula vuota che trovò, tremando come una foglia. le ce volle tutta la forza che aveva in corpo per trattenersi dalla tentazione di andar a riprendere il diario.

*

Passò Gennaio velocemente e arrivò subito Febbraio. Ginny era stata molto male alla separazione con Tom ma lentamente stava riemergendo da quell’oscuro tunnel in cui si era infilata. Non c’erano più stati attentati e questo in parte la sollevava ma dall’altra no: evitava di pensare che gli attentati erano probabilmente attribuibili a Tom e quindi a lei.
La mattina di san Valentino trovò la sala grande piena di cuoricini. Intercettò le facce disgustate di Miriam e Demelza, ma lei non era tanto contraria all’idea di Allock: finalmente un po’ di colore, un po’ di allegria. Ispirata dal rosa e i cuoricini che la circondavano buttò giù in paio di rime, senza farsi vedere dalle sue amiche. Segretamente chiamò uno dei postini dell’amore e gli diede la sua poesia. Chissà se a lui sarebbe piaciuta…

Occhi verdi di rospo in salamoia…

Ginny era lì mentre il nano cantava a squarciagola la sua poesia. Che orrore! Come aveva fatto a comporre un obbrobrio del genere? Finito il supplizio voleva andarsene ma vide che, fra le cose che ad Harry erano cadute dalla borsa, c’era anche lui, Tom. Ginny lo guardò terrorizzata mentre Draco Malfoy lo prendeva in mano; dovette trattenersi dal strapparglielo dalle mani. E se Harry avesse scoperto come funzionava? E se Tom per dispetto gli avesse raccontato tutti i suoi segreti? E magari anche le sue paure e i suoi dubbi sull’identità dell’erede di serpeverde?
Harry si riprese il diario e Percy ordinò a tutti di rientrare nella rispettive aule. Ginny usò tutte le sue forse per staccare gli occhi dal diario e si avviò per entrare in classe. Ma appena passò vicino a Malfoy lui le gridò dispettoso: “non credo proprio che a Potter sia piaciuto il tuo san Valentino!” ginny fece un grande sforzo per  non voltarsi a rispondere ( se si fosse voltata sarebbe corsa da Harry a strappargli il diario), si coprì il viso con le mani e scappò in classe.

*
Dov’è, dov’è? Ginny strappò le tende del letto a baldacchino, lanciò il cuscino, guardò sotto le coperte… strisciò sotto il letto,  tirò fuori ogni cassetto e svuotò tutto il loro contenuto. Dov’è? Frenetica, aprì il baule e lanciò i libri, i vestiti. Tutto, doveva esserci, doveva trovarlo, non poteva stare nelle mani sue, di Harry… dov’è, dov’è, dov’è? Il cuore le martellava nel petto, risuonava forte come un tamburo, gli occhi impazziti, arrossati, non aveva dormito quella notte… doveva riaverlo… per forza. Il cuore le smise di battere. Trovato. Lo mise sotto la veste e scappò via.

*

Tom non so come avevi fatto ad arrivare nelle mani di Harry ma ora ti ho di nuovo io.

Ginny?

Si sono io. Avete parlato tu e Harry?

Si..

Ma… non gli hai parlato di me vero?

No.. non ti preoccupare…

Ah ok… quando ho visto il diario nelle sue mani mi sono spaventata… avevo paura che tu gli rivelassi tutti i miei segreti… pensavo di averti fatto arrabbiare…

In effetti mi hai fatto un po’ arrabbiare… ma se torniamo amici come prima…

Tom io non voglio più fare quelle cose terribili…

Ma tu non hai mai fatto cose terribili… quello che fai è giusto…

No Tom… quelle cose non sono giuste…

Tu sei una persona buona Ginny… sei solo più forte di molti altri e sai che ci sono alcune cose che devono essere fatte..

Io non farò quelle cose…

Ginny non hai più il diritto di scelta… ormai io sono in te… non puoi fuggire…

*

E ora basta… i mezzosangue non mi interessano più… ora che anche l’amica di Potter è stata attaccata basta un’altra piccola cosa per finire la trappola… ed è qui che entri in campo tu… sai cosa devi fare…

no…

è interessante come ormai sono vicine le nostre menti… tu sai cosa sto per dirti…

non lo farò, non lo farò…

è inutile dimenarti… ora va e fa ciò che devi fare… il tuo sacrificio è fondamentale.

*

Ginny vedeva le sue mani scrivere sul muro, non poteva non farlo, non aveva altra scelta… le lacrime le bagnavano le guance, ma i suoi occhi erano vitrei. Scrisse il minaccioso messaggio sul muro, pensando a come sarebbero rimasti i suo fratelli e i suoi genitori…
Ma non poteva fare niente ormai. Il suo corpo era di Tom, la sua anima era di Tom.
Il barattolo di vernice le cadde di mano e con passo lento si diresse verso il bagno di Mirtilla. Aprì il passaggio e scese giù, col diario in mano, verso la Camera dei Segreti.

Posò il diario a terra, aperto e vide lui Tom, i suoi capelli scuri, i suoi attraenti lineamenti saltare fuori dalle pagine del libro. “vedi? Sei così carina..” le sussurrò e poi lei non vide più niente, cadde nel buio e continuò a cadere sempre più giù, più giù, in un’oscurità dalla quale pensava che non sarebbe più riemersa.


angolo autrice
ed eccoci qui!! questo è un capitolo che avevo già scritto da un pò di tempo e non ho potuto fare a meno di pubblicarlo subito per condividere con voi uni dei miei capitoli preferiti... ora.... la narrazione è un pò veloce ma è una cosa voluta, prorprio per dare l'effetto di anzia in cui viveva in quel periodo la nostra protagonista... spero che vi piaccia, io lo trovo particolarmente riuscito!
ci avviciniamo alla fine della camera dei segreti e mi dispiace annunciarvi che con l'arrivo di mia sorella non avrò più il pc tutto per me e quindi diventerò più lenta ad aggiornare... ma magari mi sbrigo e pubblico tutto insieme in questi giorni, vedremo...
alla prossima!
marty
ps grazie mille per le recenzioni! mi fanno veramente piacere!!!!
  
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