Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |      
Autore: Piccola_Elly    06/03/2018    0 recensioni
Chi si nasconde dietro la Ragazza senza nome? Cosa c'è oltre la Sogna del Buio? Jimmy è troppo curioso. Si sente sempre e continuamente attratto da quel luogo. Deve sapere cosa nasconde.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quella che sto per raccontarvi è una storia antica, raccontata dai nonni ai loro nipoti da tanti, tanti anni… Qualche dettaglio ormai non lo ricordo più, ma è una storia davvero affascinante che ti prende e non ti lascia più fino alla fine. Parla di una ragazza, una bella e coraggiosa ragazza, che si rifugiava nei vicoli più stretti e nascosti di una città molto lontana di cui, purtroppo, non ricordo più il nome..
Si raccontava tra gli abitanti di qualcosa, o meglio qualcuno, che si aggirava tra i vicoli della città, ma di cui non si sapeva niente se non che molti, avendola avvistata, abbiano detto che si trattava di una femmina. Si diceva anche che qualcuno l’aveva vista sbirciare dalle finestre delle case all’ora di cena e l’abbia invitata ad entrare ma che lei sia subito fuggita via senza lasciare tracce. Persino d’inverno, con la neve alta e fresca, lei riusciva a non lasciare segni del suo passaggio, neanche un’impronta. C’era chi sussurrava tra un banco e l’altro del mercato che il più anziano abitante di quella cittadina, un certo Henry, l’aveva incontrata, invitata a casa sua e dialogato con lei offrendole cibo e un riparo per una notte. Beh fu una sola perché al suo risveglio la misteriosa ragazza era già sparita, ancora una volta senza lasciare traccia. Fatto sta che fu così che prese il nome di “Ragazza senza nome”.
Non molto lontano dalla città, si estendeva un bosco molto ampio e oscuro, da una parte, dall’altra era talmente avvolgente da attirare l’attenzione di adulti e ragazzi. Erano proprio quest’ultimi infatti ad andare ogni mattina nella parte luminosa del bosco per incontrarsi, chiacchierare e scambiarsi qualche pettegolezzo, soprattutto le ragazze.  Uno di loro però, Jimmy, era sempre stato attratto molto dalla parte buia di quel luogo. Non sapeva spiegarsi bene come e perché, ma qualcosa gli faceva pensare che dietro quel manto così misterioso, ci fosse qualcosa di ben più speciale e magico. Aveva sentito parlare spesso della Ragazza Senza Nome e ogni volta che si avvicinava all’ombra oscura del bosco, gli pareva di sentirsi chiamare per nome da una voce, una voce timida ma fresca e non poteva far a meno di pensare che fosse proprio lei a chiamarlo… -Jimmy! Jimmy! Andiamo forza, è pronto il pranzo e la tua madre ti sta aspettando!- Era Lia che lo chiamava, la sua migliore amica fin da quando aveva memoria. Erano cresciuti insieme e fino a quel momento non avevano mai litigato neanche per la cosa più stupida. Jimmy scosse la testa come per svegliarsi da un sogno che lo teneva ipnotizzato e corse incontro alla ragazza che lo stava aspettando appena fuori dalla radura dove i ragazzi avevano improvvisato una partita di calcio. –Eccomi Lia! Scusami, stavo… No, niente lascia stare. Andiamo?-. Non sapeva se raccontare o no a Lia quello che sentiva quando si avvicinava a quella parte del bosco. Gliene avrebbe parlato poi, o forse no.
Si diressero velocemente verso casa con lo stomaco che iniziava a brontolare per la gran fame. Mentre camminavano, incrociarono Beth, la mamma di Lia, che stava tornando a casa dopo aver fatto la spesa al mercato nella piazza principale. –Ciao ragazzi! Ben tornati. Tutto bene nel bosco?- I due annuirono rapidamente. Lia schioccò un bel bacio sulla guancia della mamma e poi insieme a Jimmy si diressero verso casa sua dove Meg stava preparando la sua specialità: lasagne con zucca e piselli! Mmm, che bontà!
Fecero appena in tempo ad entrare in casa, che già Meg stava preparando i piatti. –Hey! Ben trovati. Ciao Lia! Sei dei nostri per pranzo?- disse rivolgendo un sorriso alla ragazza. –Come posso dire di no alle lasagne?!- e scoppiarono tutti e tre in una fragorosa risata. Durante il pranzo Jimmy era molto silenzioso, cosa abbastanza strana visto il fatto che non stava un secondo zitto. Era pensieroso. Continuava a rimuginare su quella voce che sentiva ogni volta che dirigeva lo sguardo verso la Soglia del Buio e ne era sempre più incuriosito. Era un ragazzo molto coraggioso e soprattutto curioso e se si metteva in testa qualcosa riusciva sempre ad ottenerla. E lo stesso voleva fare con quella strana presenza che sentiva nei dintorni di quel posto. Si sentiva osservato e voltandosi si accorse che la mamma lo stava guardando con sospetto e preoccupazione, come se avesse potuto sentire i suoi pensieri. Poi parlò –Mamma, papà sparì dopo aver superato la Soglia del Buio, non è vero?- Meg rimase impietrita da quella domanda. Era passato molto tempo da quando il suo povero marito, Mark, era sparito nel bosco ed era passato del tempo anche dall’ultima volta che Jimmy le aveva fatto una domanda su suo padre. Persino Lia rimase sorpresa dalla domanda dell’amico, tanto da rimanere a fissarlo fin quando la mamma non rispose –Si tesoro.. ma perché mi fai questa domanda? Non ti sarai per caso avvicinato alla Soglia del Buio!? Sai bene che quello è un posto pericoloso. Non devi neanche lontanamente pensare di poter addentrarti lì.- la voce di Meg si era fatta più tremante, quasi come se stesse per scoppiare in lacrime. Jimmy capì di aver fatto quella domanda in un momento non troppo opportuno e tranquillizzò subito la madre, rispondendo prontamente –No mamma, sta tranquilla. So bene che non devo avvicinarmici. È solo che non faccio altro che pensare che in realtà non sia poi così pericoloso. Secondo me è solo una copertura per nascondere qualcosa, o qualcuno.- Meg in un primo momento si calmò, ma poi capì che ad avergli raccontato quelle storie doveva essere stato il nonno, Henry, nonché suo suocero. -Avevo detto esplicitamente a tuo nonno di non raccontarti più queste storie! Sono solo leggende. Anche a me ha raccontato di elfi, fate e creature magiche che abitano il bosco. Mi ha parlato persino della Ragazza senza Nome, allora diceva che era solo una bambina. Diceva di averla vista, ospitata e parlato con lei. Ma erano tutto frottole. Non può esistere una ragazza così-. Per tutto il resto del pranzo i tre rimasero in silenzio senza dire una parola. Dopo aver mangiato una mela, Lia e Jimmy decisero di uscire a giocare e fare due passi, lontani dal bosco.
-Jimmy, perché hai fatto quella domanda a tua madre? Sai che non ne vuole parlare. Tuo padre le manca molto- era talmente perso nei suoi pensieri che non si rese conto della domanda dell’amica fin quando non si sentì particolarmente osservato, allora si riprese –Ehm.. si scusa ero sovrappensiero. Okay voglio dirti la verità, non se sia o no una cosa assurda, ma.. ogni volta che mi avvicino alla Soglia del buio mi sento chiamato e osservato da qualcuno.. Mi sembra una strana coincidenza che mio padre sia sparito anni fa proprio in quella parte del bosco e che io me ne senta particolarmente attratto. So che può sembrare una stupidaggine ed è completamente fuori dal mondo, ma credimi, è così che mi sento-. Lia lo fissò per un paio di secondi, poi scoppiò a ridere –Ahahahah, Jimmy avanti! Cosa vai blaterando? Non crederai veramente alla leggenda che ti ha raccontato tuo nonno? Ecco, non vogliono essere maleducata, ma ammetterai che ormai Henry inizia ad invecchiare e..- Ma l’interruppe subito –Cosa stai insinuando?! Pensi che mio nonno si sia inventato tutto solo perché non ha più la memoria di un tempo? Beh, ti sbagli! E sai cosa penso? Che la Soglia del buio nasconda proprio la dimora della Ragazza senza nome e che sia lei a chiamarmi quando mi avvicino lì! Adesso scusa, ma voglio restare da solo- Lia rimase sbalordita dalla foga con la quale Jimmy le aveva parlato. Non aveva mai usato quel tono con lei. Stavolta forse aveva fatto il passo più lungo della gamba, doveva lasciarlo da solo. Triste per quello che era appena successo, si allontanò avviandosi verso casa.
Erano appena le tre e mezza quando Jimmy, ormai solo, si ritrovò ancora una volta ad aggirarsi nei dintorni di quel luogo così oscuro e misterioso, quanto magico e affascinante. Ne era certo. Il bosco nascondeva qualcosa di grande e lui avrebbe scoperto cos’era. –Jimmy… Jimmy… Vieni con me…- quella voce. Quel sussurro era ancora lì, per lui. All’improvviso sentì un fruscio tra i cespugli davanti a lui, e poi qualcuno calpestò le foglie. Sentì una mano sulla spalla, si voltò e soffocò un urlo.
Lia nel frattempo era tornata a casa, sconsolata per quello che era successo con il suo migliore amico. Era sdraiata sul letto a guardare il soffitto e a suonare la vecchia fisarmonica del nonno di Jimmy. Gliel’aveva regalata lui qualche anno prima per il suo compleanno, ed era la cosa più preziosa e cara che aveva. –Tesoro, c’è qualcosa che non va? È successo qualcosa?-. Beth aveva visto sua figlia rientrare in anticipo rispetto agli altri giorni e con un’espressione alquanto tra le nuvole e, come ogni madre farebbe, si era preoccupata e aveva deciso di provare a chiedere cosa le fosse successo. –Ciao mamma. No, non preoccuparti, non è niente di grave. Ho solo avuto  una piccola discussione con Jimmy ma gli passerà subito e torneremo come prima-. Beth era stupita dalla risposta di Lia per il semplice motivo che sapeva bene che non aveva mai litigato con lui, e quindi, di conseguenza, doveva stare davvero male anche se non voleva darlo a vedere. –Ascoltami Lia. A volte i ragazzi hanno bisogno di tempo per loro. Voi siete amici da moltissimo tempo e non avete mai litigato, ma tra migliori amici è normale. Capisco che magari per te sia difficile accettarlo, ma supererete anche questa, va bene? Ora su, fammi un bel sorriso e vai a fare un giro. Magari va a trovare Henry e fatti raccontare una delle sue storie che ti piacciono tanto-. –Va bene mamma. Grazie per i tuoi consigli. Ti voglio bene-. Lia si vestì velocemente, prese qualche biscotto appena sfornato da portare ad Henry, e salutò Beth –A dopo mamma! Sarò a casa per le sei e mezza!- e si incamminò verso casa del anziano signore.
-E..e.. T-tu chi sei?- Jimmy era del tutto ipnotizzato da ciò che aveva davanti a sé. Una ragazza. Era bella, anzi bellissima. Era di media statura, con capelli color dell’oro, labbra color ciliegia e degli occhi con dentro il mare. Erano azzurri. Ma non quell’azzurro comune. Un azzurro scintillante, luminoso come se ci fossero delle stelle ad illuminarli. Portava un vestito lungo fino al ginocchio color champagne e una mantellina celestina. –Beh, io sono Eris, la ninfa guardiana del Regno del Bosco. Meglio conosciuta come la Ragazza senza Nome-. Jimmy era a dir poco esterrefatto. Fino a quel momento era certo della sua esistenza e che fosse lei a chiamarlo, ma ora gli sembrava di vivere un sogno. Esisteva davvero allora, ed era lì proprio davanti a lui. Dopo qualche secondo riuscì a tirar fuori qualche parola –Ciao, io sono Jimmy- fu tutto ciò che riuscì a dire. –So bene chi sei. E so anche che sei consapevole del fatto che ero io a chiamarti quando ti avvicinavi al mio regno. Scusami se ti ho spaventato, ma, come ti sarai accorto, è qualche tempo che ti osservo e cerco di avvicinarmi a te perché tu sei diverso dagli altri. Tu non ti sei mai accontentato di rimanere nella Terra del Sole, ti sei sempre sentito attratto dal Regno del Bosco. Ed è per questo motivo che ho deciso di mostrartelo. Non hai mai creduto che la Soglia del Buio fosse pericolosa e il tuo intuito ti ha sempre spinto a scoprire cosa nascondesse. E questo fa di te una di quelle poche persone degne di attraversare il Regno del Bosco e scoprirne i suoi segreti. Vieni con me Jimmy…-. Stava ancora cercando di metabolizzare ciò che era appena successo proprio davanti ai suoi occhi, quando parlò –Wo, wo, wo! Aspetta un attimo! Tu mi stai dicendo che io sono speciale? Cioè, sono diverso da tutti coloro che mi circondano?- Eris annuì. –Va bene, supponendo che tu mi stia dicendo la verità, dovresti conoscere anche Mark, mio padre. È sparito in questa parte del bosco ormai dieci anni fa… Io ero solo un bambino, e a stento me lo ricordo, ma mi manca così tanto.. Aspetta, tu quanti anni hai?- Eris lo guardò divertita. Finalmente ci era arrivato. –Jimmy, io ho trecentoquattordici anni. Da noi il tempo non scorre come per voi. Perciò, sebbene sembro una diciassettenne come te, sono molto più grande. E, sì. Io ho visto tuo padre e l’ho condotto dagli abitanti del bosco, svelandogli ogni segreto. Allora, avevo solo trecentoquattro anni e mezzo e mi era appena stata assegnata la tutela e la sicurezza della nostra gente. Ma vidi in tuo padre un uomo speciale, come te-. Troppe informazioni tutte insieme. Jimmy era confuso. Non sapeva che pensare, né cosa fare. Iniziò a girargli la testa e cadde a terra, svenuto.
-Henry! Henry sei in casa?- Lia era arrivata davanti alla porta di una casupola infossata nella montagna che sovrastava la piccola cittadina. Stava bussando alla porta del nonno di Jimmy ormai da cinque minuti ma nessuno rispondeva. Sbirciò dalla finestra ma non vide nulla, così si sedette sulla sedia lì fuori in attesa che Henry tornasse. Non fece in tempo a sedersi che Lily le saltò addosso leccandola tutta. Quella cagnolona adorava tutti. Era un pastore maremmano che seguiva il suo padrone in ogni minimo movimento. Henry aveva sempre raccontato di averla trovata fuori dalla chiesa in una mattina d’inverno. Era tutta sola e tremava per il gelo, così decise di prenderla con sé e da allora non si erano più separati. Lia ricordava che fin da quando erano piccoli, lei e Jimmy, adoravano giocare con Lily dalla mattina alla sera. –Ciao Lia!- Henry voleva bene a quella ragazza come fosse sua nipote. –Ciao Henry! Mattiniero anche oggi vedo. Non vorrei disturbarti ma.. avrei bisogno di ascoltare una delle tue storie, sei occupato? Se vuoi posso tornare più tardi- Conosceva quell’espressione e sapeva che era successo qualcosa ma preferì non chiedere –Oh no, bambina mia. Vieni dentro che preparo un buon thè alle erbe, quello che ti piace tanto, e intanto ti racconto una storia che ti lascerà senza fiato..-
-Buongiorno bell’addormentato!- Eris gli si era seduta accanto e lui… Aspetta un attimo, dove si trovava? Era ancora molto confuso e la testa gli girava –Eris.. dove mi hai portato? Quant’è che ho perso conoscenza?- si guardò intorno per capirci qualcosa, invano. –Beh, sono due ore che sei svenuto e siamo in casa mia, nel Regno del Bosco. Mi hanno aiutato le altre ninfe a portarti qui. Ora da bravo apri la bocca: aaaah- Jimmy ubbidì senza capire cosa le stesse dando Eris. Assaporò e con una smorfia deglutì. –Mamma mia! Ma cosa mi hai dato? Fa schifo!- Eris scoppiò a ridere per la smorfia del suo nuovo amico –Ahahah, era solo uno sciroppo curativo per il tuo capogiro. Sta tranquillo, è a base unicamente di erbe naturali. Ora pensiamo alle cose importanti. Devo farti visitare il bosco e..- Jimmy la interruppe –Eris, c’è un cosa che non ti ho chiesto. Mio nonno, Henry, dice di averti conosciuta e ospitata in casa sua, probabilmente quando eri ancora una bambina. È vero quello che mi ha sempre raccontato? O come tutto il resto del paese, si è inventato tutto solo avendo sentito leggende sul tuo conto?- La ragazza si stupì della sua domanda perché lei stessa a stento ricordava quel signore che l’aveva ospitata anni prima quando, essendosi persa, non trovava più la strada per tornare al suo adorato bosco. –O mio Dio, Jimmy! Mi hai ricordato qualcuno che ormai non sentivo nominare da molto, molto tempo. Sì, è vero. Io ho conosciuto tuo nonno e lui ha avuto un cuore grande. È passato tanto tempo, e come tu hai dedotto, ero ancora una bambina quando mi persi nel paesino appena fuori da qui. La gente che mi ha vista, si fermava a guardarmi in modo strano e altri, che invece mi hanno solo intravista, cercavano di inseguirmi per capire chi ero o mi invitavano ad entrare, ma io ero più veloce di loro a sparire e non lasciare tracce del mio passaggio. Fin quando, correndo verso la montagna, andai addosso ad un signore che tornava dalla Terra del Sole con un carico di legna per riscaldarsi con la sua cagnolina. Quell’uomo mi ospitò in casa sua. Parlammo a lungo prima di addormentarci e mi spiegò come tornare a casa. La mattina dopo io e ne andai all’alba e lui non mi vide più, ma è rimasto nel mio cuore- aveva le lacrime agli occhi per la commozione mentre raccontava di una delle esperienza più belle e allo stesso pericolose, che avesse mai vissuto. Poi proseguì –E chi avrebbe mai detto che il mio destino sarebbe stato quello di incontrare proprio il nipote di Henry! A quanto pare ho conosciuto tuo padre, tuo nonno e ora tu. Ma adesso vieni, voglio farti vedere una persona-. Jimmy si alzò dal letto senza dire una parola. Mentre seguiva Eris, continuava a pensare e ripensare alla storia che gli aveva raccontato e cercava di collegare le due cose con la scomparsa del padre, ma non trovava senso logico.
-Allora Lia, ti piace il thé?- Henry era un uomo così tenero di cuore.. Tanto da non poter vedere quella ragazza così triste e lasciarla andare a casa senza essersi prima sfogata un po’. –Sì Henry, grazie mille per l’ospitalità. Mi racconteresti la storia?- L’anziano signore posò la tazza con la bevanda calda sul tavolino in legno di ciliegio e iniziò a raccontare –Sai Lia, probabilmente questa storia l’avrai già sentita milioni di volte dagli abitanti del villaggio, ma solo i conosco la versione più magica e vera. Non credere a tutto quello che dicono laggiù in paese, non sanno far altro che inventare e dire che sono solo un povero vecchio senza cervello. Ma ti assicuro che non è così. Questa storia è vera e fondata su fatti veramente accaduti, sono certo che ti piacerà.- Di certo ora aveva attirato la curiosità di Lia, che forse in realtà aveva già capito di che storia si trattasse. –Tempo fa, ormai quasi dieci anni, ero andato con Lily a fare un po’ di legna nel bosco quando quella che a prima vista sembrava solo una bambina sperduta mi venne addosso. Poi, guardandola meglio, mi resi conto che quella non era una bambina come tutte le altre… Lei era una bambina speciale, una creatura magica… Decisi di ospitarla in casa mia e di darle da mangiare e da bere, e ovviamente le offrii anche un posto per dormire. Accettò contentissima. Parlammo tutta la sera fino a notte fonda, mi raccontò del posto da cui veniva e io all’inizio non volevo crederci. Quella bambina non poteva davvero arrivare da oltre la Soglia del buio, nessuno poteva entrare e uscire illeso da quel luogo. Ma lei sì, lei poteva farlo perché era la ninfa protettrice della frontiera tra il suo mondo e il nostro. Mi raccontò molto della sua gente e del modo di fare del suo popolo, ma la mattina dopo era già andata via senza lasciare traccia se non un bigliettino.- Henry mise una mano nella tasca del suo vecchio gilet e ne tirò fuori un fogliettino striminzito e un po’ strappato –“Grazie di tutto Henry. Non ti dimenticherò mai, promesso. Eris.” È tutto ciò che mi resta di lei. Qualche giorno dopo sparì anche Mark. Non so nulla della sua scomparsa, ma sono quasi sicuro che abbia visto Eris e che lei abbia visto in lui qualcosa di speciale tanto da condurlo con sé nel Regno del Bosco. Lia devi giurarmi che questa storia la terrai per te. Non dovrà mai uscire da queste quattro mura. Ho giurato ad Eris di non raccontare mai ad anima viva la sua storia, ma se l’ho fatto con te è perché sono certo che l’unica persona a cui lo dirai è Jimmy, e lui è un ragazzo speciale proprio come Mark.- Lia era sorpresa e impressionata dalla storia di Henry, ma nonostante fosse scossa gli diede la sua parola. Accidenti non vedeva l’ora di raccontare tutto al suo migliore amico! Salutò il nonno e lo ringraziò ancora per averle tirato su il morale, dopodiché si precipitò giù per la montagna e poi di corsa fino a casa di Jimmy.
Bussò tre volte e poi comparì Meg sulla porta –Ciao Lia! Speravo che Jimmy fosse con te. Sono già le cinque e mezza e ancora non si vede. Sa che deve tornare sempre a casa per le cinque  ma sta ritardando ed io sto iniziando a preoccuparmi.- L’entusiasmo della ragazza si era spento in un secondo. Tutto ad un tratto iniziò a capire e a collegare le cose. “Jimmy è speciale proprio come suo padre” così aveva detto Henry. E proprio come suo padre si era già avvicinato più volte alla Soglia del Buio.. e se..!?  -Meg sta tranquilla. Andrò io a cercarlo. Vedrai che prima di cena saremo entrambi qui.- L’altra annuì e le preparò velocemente un panino da portare con lei.
-Okay, da qui prosegui da solo. Devi andare sempre dritto per il Sentiero dei Salici fino ad arrivare al fiume. Lì troverai una casa in legno di ciliegio, ti sta aspettando-. Eris non era stata molto chiara.. Chi lo stava aspettando? Perché? Cosa voleva da lui? Era inutile continuare a chiederselo, tanto valeva seguire le indicazioni seppur con un po’ di timore.. Attraversato il Sentiero dei Salici, si ritrovò a percorrere la via vicino al fiumiciattolo e arrivò alla capanna. C’era un profumo di muschio familiare.. Possibile che..? –Jimmy! Finalmente! Quanto tempo è passato, e come sei cresciuto.. Assomigli tanto a tua madre, sai?- Incredibile. Era proprio lui. Mark, suo padre. Era lì davanti a lui a braccia aperte. Il profumo che aveva sentito prima era inconfondibile. Anche se aveva solo sette anni ricordava ogni momento passato con il papà prima che sparisse e non avrebbe mai potuto dimenticare il suo odore. Non ci pensò due volte a tuffarsi tra le braccia del padre ed entrambi scoppiarono in lacrime.
“Forza Lia non può essere così spaventoso, no? Se lo ha fatto Jimmy vuol dire che non c’è pericolo. E poi lo stai facendo per lui, glielo devi in fondo per non avergli creduto quando ti ha detto che si sentiva stranamente attratto dalla Soglia del Buio”. Questo era quello che Lia non smetteva di ripetersi da quando era uscita dalla casa del suo migliore amico. Ma una volta per tutte si fece coraggio ed entrò nel bosco. Era così buio. Ogni ombra sembrava volerla intimorire e farla tornare indietro. Ogni fruscio era come una voce che le ripeteva che non ne valeva la pena e che non era in grado di affrontare la grandezza del luogo in cui si trovava. Ogni più piccolo rumore la faceva sobbalzare dalla paura e si ritrovò tutta sporca di terra e intrappolata in una rete sudicia…
Intanto gli elfi, le fate e le ninfe del bosco diedero inizio ad una festa stratosferica in onore di Jimmy e Mark che finalmente dopo tanto tempo si erano ritrovati. C’era di tutto a quel banchetto: carne, pesce, frutta e dolci di tutti i tipi e tutto era incredibilmente buono. Era tutto perfetto. Cibo di tutti i tipi, musica di tutti i generi e tutti erano così gentili ed educati. –Papà, perché non sei mai venuto a trovarci in questi anni? Alla mamma manchi tanto, vorrebbe riabbracciarti, un giorno..- Jimmy aveva la voce malinconica e triste al pensiero che il padre non volesse più tornare indietro. –Sai Jimmy, come ti ha già detto Eris, qui il tempo passa in maniera diversa rispetto al mondo in cui vivevo prima, il tuo mondo. Quando dieci anni fa sono arrivato qui, ho capito che questo era il mio posto ma per rimanere qui ho dovuto prendere un elisir preparato appositamente per me dallo sciamano del villaggio. Se dovessi oltrepassare di nuovo la Soglia del Buio per tornare nella Terra del Sole,  non so cosa potrebbe succedermi. Io non posso più tornare nel tuo mondo figlio mio. Non pensare che questo mi renda felice, perché il pensiero di non poter mai più rivedere tua madre mia ha straziato dal primo momento che sono venuto a saperlo, come il non potere più rivedere te. Vi amo più della mia stessa vita, ma devo restare qui, ora questo è il mio posto e loro hanno bisogno di me.- Si vedeva nei suoi occhi la tristezza che lo affliggeva, ma non poteva davvero fare altro..
-Chi siete? Cosa volete da me?- Dopo essere svenuta per la confusione intorno a lei, Lia si era appena risvegliata in una gabbia fatta di rami e foglie di acero, circondata da piccoli elfi che la osservavano come se non avessero mai visto prima una ragazza della sua età, o comunque come lei. –Io sono Regel, il re degli elfi. Sei stata catturata dal nostro esercito mentre vagavi senza meta nel bosco. Non sapendo chi sei e né cosa sei, resterai qui per essere studiata. A meno che tu non voglia spiegarci qualcosa..- “Regel? Elfi? Deve essere un sogno!” –Cosa? Io sono una ragazza normale. Qui quelli fuori dal comune siete voi! Ma comunque, io sono Lia. Mi ero persa nel bosco cercando il mio migliore amico, Jimmy, che è stato portato qui da una certa Eris. Ne sapete qualcosa?- Appena la ragazza pronunciò il nome, si levò un brusio tra gli elfi che circondavano la sua prigione. –Non devi nominarla mai davanti a noi! Lei è la guardiana del nostro popolo nemico. Il nostro conflitto va avanti da secoli ormai! Tu ora fai parte del nostro territorio e resterai con noi. Non tentare di scappare bambina o te ne pentirai. Questa è l’unica condizione che ti pongo, per il resto potrai chiedere tutto ciò che vorrai e ti verrà dato. Riceverai dei vestiti puliti, cibo e bevande fresche per riprendere le forze e non appena avrai finito, mia moglie Jessy ti mostrerà la tua dimora dove soggiornerai finché ci farai compagnia.-
Ormai si era fatto buio e i due ragazzi ancora non si vedevano. Doveva essere lì almeno due ore prima e ancora niente. Meg iniziava a preoccuparsi seriamente. Prese il giubbotto e in tutta fretta corse verso casa di Lia. –Ciao Meg! Entra pure, cosa è successo? Sembri stravolta.- Ed era proprio vero. Avevi gli occhi sbarrati e aveva i brividi, sia per il freddo che per la preoccupazione. –Beth, Lia è già tornata?- Beth era un po’ confusa, perché Lia sarebbe già dovuta tornare? Le aveva detto che sarebbe rimasta a cena da un’amica. –No, perché? Lia questa sera è ospite di una sua amica per cena, tornerà per le nove e mezza- Okay, a quanto pare non sapeva nulla –No Beth. Lia è andata a cercare Jimmy nel bosco! È passata da me dopo aver parlato con Henry e si era precipitata qui per raccontargli quello che mio suocero le aveva raccontato, ma non lo ha trovato perché non ha rispettato il coprifuoco e non risponde al telefono, è staccato. Mi sono spaventata e Lia si è offerta di andarlo a cercare ma ancora non mi hanno fatto sapere nulla e sto iniziando seriamente a preoccuparmi. E se avessero oltrepassato la Soglia del Buio? Quel luogo è oscuro e pericoloso, Beth.- Ora anche lei era piena di dubbi, le si leggeva negli occhi. Com’è possibile? Lia non le avrebbe mai detto una bugia, anche se stavolta avrebbe avuto un motivo valido per farlo –Non so cosa dire. È la prima volta che Lia mi mente.. forse dovremmo andare da Henry, magari lui può dirci qualcosa di più chiaro sulla loro scoparsa-.
-O mamma mia, sono strapieno! Era tutto così buono che anche se il mio stomaco diceva “basta”, la mia bocca diceva “non ti fermare”- tutti scoppiarono in una fragorosa risata, compresa Eris. Com’era bella quando rideva, sembrava quasi un angelo e Jimmy non poteva fare a meno di guardarla, ammirarla, adorarla.. –Hey Jimmy, cosa ti prende?- …e che sorriso che.. aspetta gli aveva detto qualcosa? Cosa!? –Emm, no niente Eris. Pensavo a Lia e alla mamma, saranno in pensiero.. ormai si sta facendo troppo tardi...- Eris si era rattristata. Aveva ragione, lei non era nessuno per trattenerlo lì con il padre, e con lei. Se voleva era libero di tornare indietro, e stava per dirglielo ma… -Ascoltatemi tutti! Il popolo di Regel ha rapito una ragazza umana!- Benny era intervenuto al banchetto come una furia. Era la sentinella del Regno e aveva visto bene quando le reti avevano intrappolato Lia. –Papà, deve essere Lia! La mamma deve averla mandata a cercarmi. Mi sento in colpa, devo salvarla!-
-Henry! Henry!- le due mamme bussavano rumorosamente da cinque minuti ormai ma niente. Ad un certo punto un uomo alto e abbastanza robusto si presentò sulla porta, assonnato –Beth! Meg! Cosa ci fate qui da me? Sono quasi le dieci di sera, stavo dormendo. Cosa succede?- Entrarono e Henry preparò una camomilla calda per farle calmare un pochino. Dopo qualche sorso Meg iniziò a parlare –Henry, Lia è corsa a casa a cercare Jimmy oggi pomeriggio tardi dopo che tu le hai raccontato una storia, e non c’è bisogno di dirmi di cosa trattasse perché immagino di saperlo già da me. Comunque dicevo.. Jimmy non è tornato all’ora stabilita e mi sono preoccupata, così quando Lia è arrivata l’ho mandata a cercarlo ma nessuno dei due è tornato indietro e abbiamo paura che abbiano oltrepassato la Soglia. Tu cosa dici? Hai un modo per rintracciarli? O sai cosa possono essere andati a cercare lì?- Certo questa proprio non se l’aspettava. Aveva ragione, Jimmy era speciale è proprio come il padre e forse Eris era tornata per portarlo con sé da suo padre. –Okay, vi sembrerà assurdo, ma la storia sulla Ragazza Senza Nome non è una storia. Io non sono pazzo come crede la maggior parte della gente. Quella ragazza esiste ed è la stessa che portò con sé Mark dieci anni fa. Non è cattiva, io ho parlato con lei e so che è così. Lo stesso anno in cui Mark sparì, qualche giorno prima, lei ha soggiornato in casa mia per una notte e il mattino dopo sparì di nuovo. L’unica cosa che mi rimane è un bigliettino..- mentre raccontava di nuovo la storia, si rigirava quel foglio tra le mani  e non smetteva un attimo di scrutarlo ed osservarlo come se cercasse un indizio, finchè… -Guardate! Forse ho trovato qualcosa.-
 Lia era raggomitolata su un letto di foglie preparato apposta per lei, ma voleva trovare Jimmy, non voleva restare lì. –Tranquilla cara. Regel fa tanto il duro ma in realtà ha un cuore tenero, te ne accorgerai- Jessy stava finendo di sistemare il suo alloggio mentre una lacrima scendeva silenziosa sul viso delicato di Lia. Quando l’elfa se ne accorse, si avvicinò con fare materno alla ragazza –Oh tesoro, non preoccuparti. Vedrai che il nostro re è un pezzo di pane e prima o poi ti lascerà andare, basterà conoscervi un po’ meglio- Lia ora stava chiaramente piangendo –Ma io non voglio conoscere meglio nessuno! Voglio solo trovare Jimmy e  tornare a casa! Non voglio far parte di questo popolo né di nessun altro, voglio solo il mio letto. Voglio svegliarmi da quest’incubo e convincermi che è solo un sogno e che tutto questo non sta succedendo veramente. Credimi Jessy, non ho nulla contro di te. Sei molto gentile e comprensiva, ma vorrei restare sola adesso- Come non capirla? La donna scese dal letto e chiuse la porta dietro di sé. Il pianto aiutò la ragazza a scaricarsi, e così subito dopo si addormentò.
In quello stesso momento Jimmy era sdraiato in un letto di piume e pensava a dove potesse essere Lia. Non riusciva a dormire e non l’avrebbe fatto per tutta la notte se prima non avesse trovato ed escogitato un piano di battaglia per liberare la sua migliore amica.
Erano solo le sette del mattino quando nella capanna accanto a quella di padre e figlio, Mark e re Nefis progettavano un piano per andare a riprende Lia. Era la prima volta che Jimmy incontrava il re del popolo. Ne aveva sentito parlare molto la sera precedente, ma non si era presentato al banchetto e non aveva avuto il piacere di vederlo. –Buongiorno ragazzo. Vieni qui, stiamo studiando le mappe per vedere da quale lato è meglio entrare nel Regno di Regel e riprenderci la tua amica- era ancora assonnato e capiva poco, ma di sicuro aveva capito al volo che anche lui avrebbe dovuto far parte della “squadra di salvataggio”. –Va bene. Io farò parte della squadra. Lia è la mia migliore amica, la persona a cui tengo di più al mondo dopo la mia famiglia, perché in un certo senso anche lei ormai ne fa parte.- nello sguardi di Mark si leggeva che non voleva affatto che il figlio partisse per quella spedizione –Jimmy, questa è una cosa molto grande e forse più grande di te figlio mio. Non voglio che tu vada con loro.- Il ragazzo era molto deluso dalla risposta del padre, ma per la prima volta dopo tanto tempo decise di imporsi ad uno dei suoi genitori, anche se non lo vedeva da anni. Doveva capire che ormai era quasi maggiorenne e se voleva salvare Lia o no, doveva deciderlo da solo –Papà, io VOGLIO farlo. Lia è troppo importante per me e non ho intenzione di lasciarla lì, da sola, spaventata e senza nessuno. Lei vuole vedere me quando sarà portata via da lì e sarà quello che vedrà-. Era deciso, avrebbero sarebbero andati a salvare Lia all’imbrunire.
Erano le sei del tardo pomeriggio e il villaggio di Regel era ormai circondato dall’intero esercito di Nefis. Lia stava riposando nella sua piccola stanza, Jessy e Regel avevano deciso di ritirarsi nelle loro stanze per parlare dei problemi del regno e scacciare un po’ di pensieri, mentre tutto il resto del popolo continuava la solita routine, ignaro di quello che stava per succedere.  Anche re Nefis aveva deciso di aggregarsi all’esercito questa volta, mentre Eris aveva deciso di rimanere al villaggio. Erano ormai tutti appostati da circa dieci minuti, era il momento di farsi avanti. Mark fece un cenno a Jimmy, che lo fece a Nefis e che a sua volta lo trasmise a tutto il resto dell’esercito. Il primo ad addentrarsi fu Jimmy. Era il più piccolo e magro e aveva più abilità nel muoversi. Silenziosamente raggiunse la sentinella di guardia e gli sparse sugli occhi il polline di un fiore soporifero e così fece con il soldato poco più avanti. Anche l’esercito stava avanzando lentamente, ma non avevano tenuto conto degli arcieri posti sulle torri! Ormai era tardi, tutti si erano accorti dell’intrusione ed erano pronti a combattere. Nella foga della battaglia, Jimmy riuscì a liberarsi e si mise a cercare l’alloggio di Lia. –Lia! Grazie al cielo stai bene. Ti hanno fatto qualcosa?- lo sguardo della ragazza si illuminò come se un raggio di luce avesse infranto le tenebre dei suoi pensieri –Jimmy! Finalmente sei qui. No, sto bene ma tu come hai fatto ad arrivare qui?- Jimmy ignorò la domanda dell’amica e la strinse a sé portandola fuori di lì. Lia si ritrovò a correre tra uomini che si ferivano e urlavano l’uno contro l’altro, senza capire cosa stesse succedendo. Un momento dopo, si sentì un urlo tra la folla. Mark era stato ferito vicino al cuore, un a freccia si era conficcata nel suo petto.  –No! Papà!- Tutto intorno a Jimmy si era fermato nel momento in cui aveva sentito il padre urlare per il dolore straziante, vedeva solo lui a terra che teneva la freccia conficcattasi nel suo corpo…
Appena tornati al villaggio, Mark venne portato nell’infermeria dagli sciamani e curatori del popolo. Era in gravi condizioni e suo figlio era veramente preoccupato per lui. Lia, preoccupata per l’amico, le si era avvicinata porgendogli una spalla su cui piangere –Lia, e se mio padre non dovesse farcela? I curatori dicono che la freccia è molto vicina al cuore e un solo movimento sbagliato potrebbe ucciderlo.. Non voglio perdere mio padre proprio ora che l’ho ritrovato- la voce di Jimmy venne spezzata dalle lacrime che iniziarono a scendergli sul viso. La sua migliore amica non lo aveva mai visto piangere e capì da quell’atto che doveva stare davvero molto male, doveva soffrire molto in quel momento. Un dolore che lei forse non avrebbe mai capito fino in fondo. –Jimmy, guardami. Tuo padre è un uomo forte e ce la farà. Gli sciamani e i curatori stanno cercando già una medicina o un elisir in grado di fermare l’emorragia e guarire la sua ferita in profondità. Se la caverà, lui ce la farà, te lo prometto. Ma guardaci, eri sempre stato tu a tirarmi su di morale in diciassette anni e adesso sono io che consolo il ragazzo più forte che io abbia mai conosciuto- Entrambi sorrisero ed accennarono ad una risatina timida e poi si abbracciarono, ma c’era qualcosa in più.. Si stavano guardando in un modo diverso dal solito e non come migliore amico e amica, né come fratello e sorella. Stavano per scambiarsi un dolce bacio ma l’arrivo inaspettato di qualcuno fermò quel momento facendone perdere  la magia. –Jimmy, Jimmy! O mio Dio, sei salvo!- Meg aveva trovato la strada per arrivare lì, seguita da Beth e dal nonno. –Mamma! Come sei arrivata fino a qui? Non sai cosa avete rischiato per venire fin qua giù.- Beth corse ad abbracciare la sua bambina ed Henry tirò un sospiro di sollievo. Quasi non poteva credere di trovarsi davvero lì. –Wow, ce l’abbiamo fatta, incredibile. E tutto grazie ad Eris e la sua mappa nascosta- Lia e Jimmy si guardarono perplessi per un momento. Come faceva a conoscere Eris? Lia ovviamente conosceva la storia, ma Jimmy forse non aveva mai avuto la possibilità di farsi raccontare la vera storia dal nonno. –Nonno, come conosci Eris?- Henry non si era nemmeno reso conto di aver pensato ad alta voce –Oh beh, è una storia lunga e quando tutto questo sarà finito, prometto che te la racconterò. Ora però mi faresti il favore di condurmi da lei?- il ragazzo era ancora un po’ stupito ed incuriosito dalle parole del nonno, ma si riprese rapidamente –Sì, ti porterò da lei e da.. papà- Meg ed Henry sgranarono gli occhi e tutti e quattro, anche Beth e Lia, seguirono Jimmy fino all’infermeria. La felicità di Meg di rivedere finalmente il marito si trasformò in preoccupazione quando vide che il figlio si era fermato davanti ad una tenda con sopra una croce rossa. –Perché tuo padre è qui? Cosa gli è successo?- Stavolta fu Lia a parlare –È stato ferito dalle truppe del popolo di Regel poche ore fa, quando sono venuti a salvarmi. È solo colpa mia…- si sentiva incredibilmente  in colpa per quello che indirettamente pensava di aver fatto. Il viso di Beth aveva assunto un’espressione spaventata alle parole della figlioletta –Cosa? Vuoi dire che sei stata rapita? Ma stai bene tesoro mio!?- Lia annuì velocemente e poi tutti insieme entrarono in tenda.
-Eris! Oh Eris, quanto tempo è passato dall’ultima volta che ti ho vista. Allora eri solo una bambina, ma i tuoi bellissimi capelli dorati e tuoi magnifici occhi sono sempre gli stessi- a quelle parole Eris si voltò riconoscendo la voce e si gettò tra le braccia di Henry che una volta fu il suo salvatore. –Henry! Sono passati così tanti anni, non pensavo di rivederti un’altra volta. Avevo quasi perso le speranze che tu riuscissi a trovare la mappa nascosta dietro il biglietto. Non potevo disegnarla con inchiostro visibile, così utilizzai la pozione d’invisibilità come inchiostro. Utilizzandola in questo modo, solo con una fonte di calore poteva rivelarsi e tu ce l’hai fatta! L’amore che provi per tuo nipote e per tuo figlio è immenso e grazie a questo sei riuscito ad arrivare qui. Ah vedo che sei venuto in compagnia. Prego venite di qua.- La guardiana si voltò verso una donna abbastanza alta, con lunghi capelli neri raccolti in una treccia e occhi azzurri come l’oceano –Lei deve essere Meg, la madre di Jimmy, nonché moglie di Mark. Suo figlio deve averle detto che suo marito è stato ferito in battaglia e immagino che lei lo voglia vedere nonostante le sue condizioni. Bene, mi segua. Jimmy vieni anche tu- . Mark era sdraiato su una barella di foglie e rami intrecciati e la freccia era stata rimossa dal suo corpo e rimpiazzata da una grande foglia che gli faceva da cerotto. I curatori e gli sciamani avevano collaborato per trovare un medicinale in grado di guarire la ferita. Infatti, combinando le potenzialità curative di quella particolare foglia e creando una crema apposita, erano riusciti a salvare Mark. –Mark!- Meg corse verso il marito e lo strinse a sé, ma con delicatezza per non provargli altro dolore. –M-Meg.. Come sei arrivata qua giù?- la donna non rispose ma scoppiò in lacrime abbracciando il marito. Aprendo gli occhi, Mark si rese conto di chi era arrivato con lei –Papà? Sei tu?- si alzò lentamente dal letto e cammino piano verso Henry che non riusciva a muovere un solo muscolo dalla commozione. Il suo ragazzo era davanti a lui, in carne ed ossa, ed era sano e salvo. –Ragazzo mio, quanto mi sei mancato! Non posso credere di averti finalmente ritrovato.- I due si strinsero in un caloroso abbraccio e poi fu la volta di Jimmy. Suo padre era salvo ed era questo quello che contava. La famiglia era riunita dopo dieci anni e tutto stava andando per il meglio.
La rivalità tra i due popoli del bosco andava avanti ormai da anni, ed entrambi i re credevano e sosteneva di avere ragione. Il vero problema era sempre stato tra Nefis e Regel ma, come i loro sovrani, anche i due villaggi divennero nemici. Bisognava trovare una soluzione a quel conflitto. Erano già state ferite troppe persone durante il salvataggio di Lia e nessuno dei due popoli voleva permettere che andasse a finire peggio. Da quando avevano ferito il padre, a  Jimmy quest’idea frullava in testa e decise di chiedere ad Eris un aiuto per risolvere il problema –Jimmy, quello tra i nostri re è un litigio secolare e nessuno di noi sa il motivo della loro rabbia l’uno nei confronti dell’altro. Come puoi pensare di risolvere una cosa così grande?- Cosa? Neanche Eris voleva aiutarlo? –Bene, se tu non vuoi aiutarmi allora farò tutto da solo. Andrò a parlare con Nefis e se non riceverò alcuna risposta, andrò dritto da Regel a farmi dire la ragione della loro rivalità- Eris si pentì subito di aver risposto in quel modo a Jimmy e tentò di fermarlo, ma se c’era una cosa che in quei giorni aveva capito è che lui era esattamente come il padre sotto questo punto di vista: determinato e testardo, se si metteva in testa qualcosa nessuno poteva più fermarlo.
-Nefis? È qui?- Jimmy era appena entrato nell’alloggio del re e iniziò a guardarsi intorno. Era circondato da oggetti scolpiti a mano da un tocco di legno, da gioielli di tutti i tipi e quadri di famiglia, ma la sua attenzione venne attratta da un qualcosa in particolare.. Era una collana con un ciondolo a forma di cuore fatto di erbe intrecciate. Jimmy stava per prenderla ma proprio in quel momento da un’altra stanza sbucò Nefis –Ciao ragazzo, mi cercavi? Prego accomodati pure- il ragazzo acconsentì e si accomodarono su quello che laggiù doveva essere considerato un divano –Sì sua Maestà, la stavo cercando per farle una domanda. È una domanda molto semplice eppure molto difficile da porre.. volevo chiederle il motivo della grande rivalità con Regel- Nefis rimase sorpreso da quella domanda così insolita. –Beh vedi ragazzo mio, come avrai chiaramente notato tra me e Regel non scorre buon sangue e a dir la verità non conosco bene la ragione del suo odio nei miei confronti. Un tempo esisteva un unico grande popolo e noi eravamo grandi amici. Eravamo io, Regel e Jessy, quella che ora è sua moglie, ed eravamo tre amici inseparabili. Se facevano qualcosa ad uno di noi, la facevano a tutti e tre, eravamo un gruppo davvero affiatato, una vera squadra. Poi un giorno, mio padre e il suo andarono a caccia, ma tornò solo mio padre. Il padre di Regel fu attaccato da un animale feroce che lo uccise, mentre mio padre scappò tornando rapidamente al villaggio. Da quel momento lui ha sempre ritenuto mio padre responsabile di quella perdita e piano piano iniziò a crescere anche la sua rabbia nei miei confronti finché un giorno decise di allontanarsi da me e portò via con sé anche Jessy, che non esitò neanche per un secondo essendo da sempre innamorata di lui. Ma quello che lui non sa è che suo padre non morì per la codardia del mio, anzi non morì affatto. Fece credere a tutti questo ma in realtà scappò tra le montagne e nessuno lo vide più. Tutto questo Regel non lo sa, perché non ha mai voluto ascoltarmi. Ha sempre preferito credere a ciò che riteneva più facile, ovvero quello che la gente diceva di me e della mia famiglia.- Jimmy rimase molto colpito da quella storia ma la domanda sorse spontanea –Ma lei come fa a sapere tutto questo?- Nefis era ancora assorto nei pensieri e nel suo racconto –Il nostro popolo aveva un esercito e avevamo delle guardie anche nel bosco dove i padri di famiglia erano soliti andare a cacciare e una di quelle guardie era un altro vecchio amico di mio padre. Dopo che lui scappò, la guardia rimase lì e vide chiaramente che il padre di Regel riuscì abilmente a liberarsi dalle fauci del feroce animale e scappare via, solo che poi non fece più ritorno-. Ora tutto era più chiaro. Jimmy aveva le sue risposte e per fortuna non doveva neanche correre il rischio di tornare nel villaggio nemico. Ma ora la cosa importante da fare era far rincontrare i due re e fargli chiarire questa questione una volta per tutte.
Dopo la sua conversazione con re Nefis, Jimmy inviò un messaggio istantaneo a re Regel grazie ai maghi del villaggio e aveva concordato un orario e un luogo per incontrarsi. Jimmy non era ancora molto pratico di quelle parti e avrebbe avuto necessariamente bisogno dell’aiuto di Eris. Lei conosceva ogni singolo centimetro di quel bosco essendone la guardiana e nessuno meglio di lei avrebbe potuto guidarlo. Tentò e  ritentò e alla fine la convinse ad accompagnarlo.
-Grazie di aver accettato Eris, non sai quanto ti sono grato per questo. Bene, il punto di incontro si chiama Radura Bruna, sai dove si trova?- La Ragazza senza Nome era presa da qualcosa, sentiva che c’era qualcosa di strano intorno a loro ma ignorò –Sì, so dov’è. Vieni, seguimi.- Si incamminarono e dopo circa quindici minuti, Eris si bloccò nuovamente. Ora ne era certa: qualcuno li stava seguendo. –Jimmy, stammi vicino. Qualcuno ci sta seguendo- il ragazzo all’iniziò si spaventò ma dopo aver sentito un fruscio di foglie e un simpatico starnuto, realizzò quello che stava succedendo –Liaaa, vieni fuori da dietro la quercia, avanti!- Una chioma castana e due occhi verdi fecero capolino da dietro il grande tronco dopodiché Lia uscì dal suo nascondiglio. –Em.. Ciao ragazzi! Anche voi da queste parti? Stavo facendo una tranquilla passeggiata, e a quanto pare voi avete avuto la stessa idea, ahahah- Quanto era finta quella risatina isterica? –Piantala Lia, so che ci stavi seguendo. Non ti ho chiesto di venir con me, con noi, perché avevo paura che ti succedesse qualcosa o che Regel venisse con una scorta al suo seguito e gli venisse in mente la malsana idea di rapirti di nuovo- In tutto questo Eris si stava sentendo un tantino a disagio. Percepiva che tra quei due c’era un’intesa speciale. Se n’era accorta anche dall’interesse che Jimmy aveva per l’incolumità di Lia. –Ragazzi, ora i chiarimenti sono stati fatti e immagino che lei verrà con noi, ma è meglio incamminarci. Si sta facendo tardi e non vorrei che quel matto di Regel se ne andasse senza aver prima parlato con noi-.
Passata circa mezz’ora da quando erano partiti dal villaggio, arrivarono finalmente alla Radura Bruna e puntuale come un orologio svizzero, spuntò da una nuvola di foglie re Regel. –Allora, cosa vogliono da me i prediletti del villaggio di Nefis?- i tre ragazzi si guardarono come per chiedersi con lo sguardo chi dovesse parlare. Infine, Jimmy prese parola –Re Regel, io, umile servitore di Nefis, vi prego di incontrare il nostro re per chiarire una volta per tutte il vostro litigio secolare e mettere fine una volta per tutta alla vostra rivalità e quella dei vostri popoli-. Jimmy non aveva ancora finito di parlare che già il sovrano stava facendo per andarsene, ma lui sapeva come catturare la sua curiosità e convincerlo ad andare con loro nella dimora del loro signore –Il padre di re Nefis non ha ucciso vostro padre-. E infatti aveva ragione. Regel si bloccò di scatto e si voltò verso i giovani avventurieri. –Come hai detto? Tu conosci il motivo della mia rabbia? E stai dicendo che le mie ragioni sono infondate? Nefis deve averti raccontato la sua versione dei fatti in difesa del padre ma io so che fu suo padre ad abbandonare il mio tra le fauci di quella belva!- Jimmy lo interruppe –Non è così! Ci sono persone e fatti che possono provare che quello che Nefis dice è la verità e voi dovreste ascoltarlo!- Regel si calmò per riflettere e dopo un lungo silenzio si decise a seguirli –D’accordo, verrò con coi. Sono troppo vecchio e stanco per continuare questa battaglia che avanti ormai da troppo tempo…-. Dopotutto anche Regel era curioso di conoscere quella che Jimmy sosteneva essere la vera realtà dei fatti.
Nefis era nervoso. Erano circa dieci minuti che camminava su e giù nella sala da pranzo del suo rifugio, e Mark non poté fare a meno di notare che era piuttosto inquieto. Si era già alzato dal letto nonostante i medici gli avessero raccomandato di non farlo prima delle quarantotto ore dal risveglio, ma lo aveva fatto lo stesso per non lasciare il suo re da solo in un momento tanto delicato. Quell’incontro poteva mettere fine una volta per tutte alla rivalità secolare tra i due regni. –È qui-. Jimmy era entrato silenziosamente e aveva annunciato l’arrivo di Regel. I due sovrani si guardarono in modo indecifrabile e indicibile, dopodiché si sedettero al tavolo, uno di fronte all’altro. –Papà, è il caso di andare-.
Dopo un lungo silenzio, da dietro la porta si iniziarono a sentire le prime parole –Nefis, quanto tempo- all’inizio non ci fu una rapida risposta ma poi –Regel, quanto tempo è che non parliamo senza urlarci contro?- L’altro accennò ad un sorriso e rispose –Sono troppo vecchio ormai per ricordare, ma soprattutto per continuare questa guerra ed è per questo che ho deciso di ascoltarti, una volta per tutte. Perciò, forza, parla e dimmi la tua versione della storia-. Nefis non sapeva da dove iniziare. C’erano così tante cose da dire ad una persona con cui non parlava liberamente da troppo, troppo tempo. Cavolo, si era davvero allontanato dalla persona che forse era stato l’unico vero amico che avesse mai avuto? –Non so davvero da dove iniziare. Non so perché tu in tutto questo tempo non abbia mai voluto ascoltare la mia versione dei fatti, ma ora che sei qui non perderò quest’occasione.- Fece un respiro profondo e iniziò a parlare –Quel giorno i nostri padri andarono a caccia molto presto, come saprai, per tornare poi a casa al tramonto. Erano molto amici e mio padre non lo avrebbe mai abbandonato quando all’improvviso quella bestia sbucò dal cespuglio, e so che non lo ha fatto. Sebbene tu non mi abbia mai creduto, io sono consapevole di quello che sto dicendo e ne ho le prove. Quel giorno nel bosco era di guardia un altro caro amico di mio padre, Darin. Quando mio padre scappò non fu per codardia ma perché era certo che tuo padre fosse dietro di lui, ma così non fu e se ne accorse una volta uscito dal bosco. Quando tornò a cercarlo, lui non c’era più. Ma la cosa più sconvolgente di tutta questa storia è quello che Darin ci raccontò la sera, quando venne a casa. Ci disse di aver assistito alla scena. Io ero solo un bambino ma ricordo chiaramente le sue parole. Disse che tuo padre fu talmente agile che riuscì a liberarsi velocemente della belva e scappò, scappò sulle montagne ed è per questo che nessuno lo vide più-. Regel era sconvolto. Non poteva aver scatenato una guerra durata secoli per un qualcosa che in realtà non era mai esistito. Per una ragione frutto della sua immaginazione. Per la sua paura di ascoltare la vera versione dei fatti. In un altro momento avrebbe chiesto di parlare con l’elfo soldato Darin, ma non quel giorno. Vedeva negli occhi di Nefis la sua sincerità –Non avrei mai creduto che le cose fossero andate così, ma ti conosco da molti anni ormai e so che come riconoscere una tua menzogna. Ebbene, questo è quanto. La guerra è terminata-. La tensione che fino ad un attimo prima si poteva tagliare con il coltello, si dissolse al suono di quelle quattro parole. Nefis fece un sospiro di sollievo e porse la mano al suo vecchio amico –Amici come un tempo?- Non ci fu bisogno di risposta perché il sorriso di Regel disse tutto.
Regel tornò al suo villaggio per annunciare al popolo la fine della guerra e l’inizio di un’era di pace e fratellanza tra i due regni. E soprattutto per correre da Jessy e dirle che finalmente avevano recuperato il loro amico d’infanzia. Il giorno seguente ci sarebbe stata una grandiosa festa di riappacificazione nella Radura Bruna, a metà strada tra uno e l’altro popolo.
La notte passò rapida demente e la mattina dopo, fin dalle prime ore di sole, c’era aria di festa e un atmosfera di trepidazione in tutto il villaggio di Nefis e così in quello di Regel. All’ora di pranzo, era già tutto perfetto. C’erano Beth e Lia, Mark con Jimmy e Meg, Henry, Eris e Nefis. E poi ancora Jessy e Regel accompagnati dai loro elfi. C’erano degli elfi musicisti, elfi cuochi, elfi maghi, elfi giocolieri ed elfi ballerini.  –Bene! Che si dia inizio alle danze!- e dopo il grido d’inizio dei due sovrani finalmente amici, tutti gli elfi si scatenarono in canti e balli sfrenati.
Solo una persona dopo un po’ si era allontanata dai festeggiamenti e  si era appostata su una roccia accanto al ruscello. Lia era lì ormai da una mezz’oretta e sembrava che nessuno si fosse accorto della sua assenza, o forse sì… -Ehi bellissima, cosa ci fai qui tutta sola? Ti ho cercato per tutto il bosco- Jimmy. Finalmente era arrivato. Quel capoccione ci aveva messo un po’ a capire che si era allontanata dalla festa solo per stare un po’ con lui e finire quello che avevano iniziato qualche giorno prima. –Ehi eroe.. A quanto pare è tutto finito eh? Sei riuscito a riportare la pace nel Regno del Bosco e ora conosciamo il segreto della Soglia del Buio e della sua guardiana, la Ragazza senza Nome, cioè Eris.- Ci furono un paio di secondi di silenzio e poi Lia riprese –Jimmy, perdonami per non averti creduto dal primo momento che mi hai confessato di essere attratto da questo posto, ma la verità è che…- non riuscì a finire di parlare che le sue parole furono bloccate da un tenero e improvviso bacio. Wow, non poteva crederci, stava succedendo davvero. Entrambi arrossirono e abbassarono lo sguardo un po’ imbarazzati. –Lia, scusami se ti ho baciata così all’improvviso, ma non potevo più resistere. Prima di iniziare a vivere quest’avventura, sentivo qualcosa per te ma non capivo cosa fosse e continuavo a ripetermi che non era altro che un sentimento di fratellanza verso di te, ma quando sono arrivato qui tutto è cambiato. Non so se dipenda dal luogo e dalla magia in cui è racchiuso ma le mie idee si sono fatte subito più limpide. Quando poi ti hanno rapita, ho capito quello che in realtà provo per te. Ero in ansia, avevo paura che ti facessero qualcosa e sapevo che dovevo essere io a salvarti e portarti via da lì perché era per causa mia se ti trovavi in quel guaio. Allora ho deciso, avrei salvato io la mia principessa. E poi ho incontrato il tuo sguardo così dolce ed è stata la conferma che io.. sono innamorato di te Lia, come tu lo sei di me.- Lia era ancora nel mondo dei sogni e con gli occhi sbarrati per quello che aveva appena sentito. Jimmy, il suo migliore amico nonché suo amore segreto, era innamorato di lei. –Jimmy, stupidone. Ci voleva così tanto per renderti conto che ho perso la testa per te? Sono due anni  che non faccio che pensarti e tu non te ne sei mai reso conto.. Ora però sono io che devo confessarti una cosa. Ero certa che fra te ed Eris ci fosse qualcosa e vi ho seguiti nel bosco per scoprire di più. So che non avrei dovuto farlo, ma la gelosia è stata più forte- Jimmy scoppiò a ridere. Per un momento aveva creduto che Lia non contraccambiasse i suoi sentimenti, in quel caso la loro amicizia si sarebbe rivelata più complicata e imbarazzante. I due neo-innamorati si presero per mano, si abbracciarono e tornarono verso il villaggio.
Erano tutti presi dalle danze e sembravano non essersi resi conto che i due piccioncini erano spariti per più di mezz’ora. Lia si era buttata nel ballo, o meglio Beth l’aveva trascinata con sé, mentre Jimmy era riuscito a scappare. Ma qualcuno si era insospettito e aveva capito qual cosina.. –Aaah, Jimmy, Jimmy.. Anche io ho avuto la tua età ragazzo mio! Lia è una ragazza fortunata ad aver trovato un ragazzo come te. Tu sei speciale, sei il prescelto. E infatti la nostra profezia non aveva sbagliato: “Il figlio di un grande uomo sarà colui che salverà il regno, così come fece suo padre prima di lui”. Tuo padre ha compiuto una grande impresa anni fa e ora tu hai riappacificato due popoli-. Re Nefis era davvero un grande saggio.. Ma aspetta, che impresa? Non aveva mai sentito parlare di questa grande impresa e da quando era lì Mark non gliene aveva mai parlato! Ma prima che potesse rendersene conto, Nefis era scomparso tra le querce dietro di loro. Chissà se avrebbe mai scoperto cosa aveva fatto di così grande suo padre…
Si era fatto tardi. La festa era finita ed era arrivato il momento di tornare alla realtà. Lia, Jimmy, Meg, Beth ed Henry erano al limite tra la Soglia del Buio e la Terra del Sole accompagnati dalla Guardiana –Jimmy, la tua, la vostra, avventura è finita. Hai fatto grandi cose per le nostre vite e non o dimenticheremo mai. Questo è un dono da parte di tutti noi. Sono i petali di un fiore magico che serve a guarire il cuore delle persone, le persone malvagie, crudeli, avare o con il cuore chiuso da molto tempo. E per tutti voi quello che vi offriamo è la nostra più sincera gratitudine. Senza di voi e il vostro supporto forse adesso non saremmo qui.- Mancava solo Mark all’appello, che stava tornando in compagnia di Nefis. –Jimmy, Meg. Io non posso tornare con voi. Sapete dell’elisir e potrei anche morire tornando di la con voi. Io devo rimanere qui.- I suoi occhi e quelli della moglie e del figlio si riempirono di lacrime e tutti e tre si strinsero in un abbraccio. –Mark, tu puoi tornare di là con la tua famiglia a vivere nella Terra del Sole. Durante la festa ho versato nel tuo bicchiere una miscela preparata dai nostri sciamani per rompere il sigillo che ti lega al nostro regno. L’effetto dell’elisir è annullato. E quando tornerai indietro avrai l’età e l’aspetto che dovresti avere. Per quanto riguarda tutti voi, tu compreso, quando vi sveglierete domani mattina, non ricorderete più nulla. Il sorgere del sole vi farà dimenticare ogni cosa e crederete che tutto questo sia stato solo un bellissimo e avventuroso sogno. Ma non preoccupatevi, i vostri sentimenti rimarranno invariati- Disse l’ultima frase strizzando l’occhio a Jimmy e Lia. Dopo i saluti e gli abbracci di addio, si presero tutti per mano e insieme solcarono la Soglia per tornare alla vita di tutti i giorni.
Il sole era sorto ormai da tre ore e Mark, come ogni mattina, si era svegliato presto per la sua solita passeggiata in montagna, verso la casa del padre. Pensava e ripensava allo strano sogno che aveva fatto quella notte: lui che se ne era andato da dieci anni, due re di nome Regel e Nefis in lotta da secoli per un malinteso, aver incontrato la Ragazza Senza Nome e di aver vissuto con tutti loro fino all’arrivo del figlio in quello strano regno. Però c’era qualcosa che non tornava.. Com’era possibile che ricordasse così bene ogni singolo dettaglio? Non ci era mai riuscito prima. Ah beh, sarà stato un caso. Si erano fatte le undici e mezza e iniziò a tornare a casa ma Henry lo fermò –Mark! Solita passeggiata mattutina? Sai stanotte ho fatto un sogno strano. C’eravamo io, te, Meg, Jimmy, Lia e anche Beth. Eravamo tutti in un bosco e coinvolti in una battaglia tra popoli…- anche lui aveva fatto lo stesso sogno? Impossibile. Decise di chiamare Meg e chiederle di invitare a pranzo Lia e Beth.
-Ciao! Siete già qui, che bello!- Mamma e figlia erano già arrivate e sedute in tavola insieme a Jimmy e Meg. Mark e Henry si accomodarono accanto ai loro cari e iniziarono a mangiare. Dopo aver finito le buonissime tagliatelle al ragù di Meg iniziarono a chiacchierare. –Lia, sai stanotte ti ho sognata! Ho sognato che eravamo vicino ad un ruscello e che proprio lì ci siamo dati il nostro primo e bacio e ci siamo messi insieme. Che strano eh? E poi intorno a tutto questo sono successe tantissime altre cose-. Lia sgranò gli occhi e spiegò che lei aveva sognato la stessa cosa. Beth e Meg intanto chiacchieravano con Mark ed Henry ed entrambe avevano sognato più o meno le stesse cose degli altri. Assurdo. Non poteva essere stato solo un sogno, ma nessuno ci fece caso più di tanto, credendo che fosse solo un fatto di coincidenze.
Finito di pranzare, rimasero ancora un po’ insieme dopodiché tutti tornarono alle loro case e rimase solo la famiglia: Jimmy, Meg e Mark. –Uomini miei, io vado a riposare un po’, ho un terribile mal di testa oggi- i due annuirono e rimasero da soli sul divano a guardare la tv. Erano gli unici che si erano resi conto che tutto quello che stava succedendo non poteva essere un sogno, e bastò uno sguardo per intendersi senza il bisogno di nessuna parola. Quello che non sapevano era che qualcuno li sorvegliava sempre senza essere visto. Jimmy scattò e guardò verso la finestra, ma non c’era nessuno. –Jimmy, cosa è successo? Hai visto qualcosa?- il ragazzo fissò ancora per qualche istante il vetro, sicuro di aver visto una chioma bionda nascondersi dietro l’angolo di casa loro ma poi si scosse e rispose –No, credevo di aver visto un’amica-. C’era mancato poco. Non poteva farsi scoprire, di nuovo. Non avrebbero mai saputo che la Ragazza Senza Nome sarebbe stata sempre la loro Guardiana e non avrebbe mai permesso che succedesse qualcosa ai suoi due eroi…
Bene. La nostra storia finisce qui. È stato emozionante? Spero di sì. Spero di aver catturato la vostra attenzione almeno un pochino e di avervi fatto sentire ogni parola di questo racconto, di questa leggenda piena di malintesi, guerra, ma anche di fedeltà, amicizie ritrovate ed amore, profondo amore. La tramanderete anche voi ai vostri figli e ai vostri nipoti come si fa da ormai molti secoli? Sono certa che la adoreranno come me. Beh dopotutto questa è la mia storia, come potrei non amarla? 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Piccola_Elly