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Autore: piccina    06/03/2018    2 recensioni
Volendole bene, era contento di vederla felice insieme ad Harm, ma ogni volta che si incontravano, non poteva impedirsi di provare una punta di rimpianto per quello che avrebbe potuto essere fra di loro e non era stato.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Clayton Webb, Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ins: “Signore e signora Webb, ben arrivati. Avete fatto buon viaggio? Riot vi accompagnerà alla  vostra suite, spero che troverete il soggiorno piacevole. Io e tutto il personale dell’ Ambassador  siamo a disposizione per rendere la permanenza qui di vostro gradimento”
M: “Però, niente male questa suite ”
W: “Tesoro, lo sai che per te solo il meglio” e l’abbracciò davanti agli occhi di Riot.
La commedia era cominciata.
M: “Dove mi porti questa sera a cena?”
W: “Mi hanno parlato di un locale esclusivo, frequentato dalla migliore borghesia locale. Che ne dici di provarlo? Credo si chiami Luiban”
Riot: “Liban, Signore. Se  permette  un commento, ottima  scelta. Le conviene prenotare, questa sera una parte del locale è riservata per una cena organizzata dal Signor Sirk, uno degli uomini più in vista del paese.”
Disse il cameriere, mentre Webb gli porgeva un generosa mancia.
W: “Grazie ragazzo, credo che il mio segretario abbia già provveduto. Anzi cara,
siamo stati invitati proprio alla cena di cui parlava Riot.”
M: “Sei sempre il solito Clay, fai finta di farmi scegliere e invece hai già organizzato tutto. Praticamente una cena di lavoro!” Cinguettò lei. La parte della ricca moglie, un po’ annoiata, le veniva benissimo.
Prima di recarsi alla cena Mac si appartò per chiamare Harm: “siamo arrivati. Tutto bene. Fra poco andremo alla cena organizzata da Sirk, speriamo di riuscire a scoprire qualcosa. Quali sono i contatti attraverso i quali si procura le armi anti-carro. Ti chiamo domani, se posso. Ti amo, Harm. Stai tranquillo...”
H:  “Sarah! Grazie di avermi chiamato, stavo per iniziare a preoccuparmi. Quando si tratta di te, mi riesce difficile essere prima un ufficiale che tuo marito... quasi imbarazzante. Ti amo tesoro, stai attenta. Buona fortuna.”
Durante la cena Mac e Clay si mostrarono tanto brillanti e seducenti da attirare l’attenzione del loro ospite. Da quella sera iniziarono a frequentarsi regolarmente. Clay e  Sirk parlavano di lavoro, Mac e Shira, la signora Sirk, di futilità da donne
privilegiate e trascurate.
I  giorni  passavano  e  non riuscivano a scoprire nulla riguardo all’organizzazione
terroristica che alla Cia erano sicuri facesse capo a Sirk.
Clay incominciava a essere stufo di dormire sul divano. Cavallerescamente aveva ceduto a Mac l’uso del letto  e la sua schiena incominciava a risentire delle notti trascorse in questo modo. Comodo, da albergo a 5 stelle, ma pur sempre divano!
A Mac la lontananza di Harm pesava ogni giorno di più... per fortuna le toccava recitare la parte della moglie con Clay con il quale, una volta superato il dolore per gli inganni nei quali era vissuta durante la loro storia, era tornata in buoni rapporti. L’affetto e la considerazione che li aveva uniti erano state le basi per una rinnovata amicizia.
Molto meglio recitare la parte di moglie con una persona che stimi e a cui vuoi bene,
con la quale hai confidenza che con uno sconosciuto agente della CIA.
Quanto le mancava il suo vero marito, però!
Harm, ad ogni telefonata, si faceva sempre più impaziente...
H: “Non è che alla CIA hanno preso un granchio? Questo Sirk è solo un riccone libanese e i compari di Clay piuttosto che ammettere di aver sbagliato vi terranno a marcire in Iran fino alla fine dei vostri giorni?”
M: “Ogni tanto incomincio a pensarlo anch’io... comunque abbiamo ricevuto l’ordine di rimanere ancora 5 giorni. Se non scopriremo nulla siamo autorizzati a rientrare.”
H: “Sia lodato il cielo ... Allora ti aspetto domenica a casa! Fammi sapere a che ora atterrerete che ti vengo a prendere. Mi manchi cosi tanto Mac”
M: “Speriamo.... Ti farò sapere. Mi manchi tanto anche tu, tesoro mio. Non vedo l’ora di essere di nuovo a casa nostra, con te. Ti amo. Adesso vado a dormire, salutami tutti in ufficio.”
Fu l’ultima telefonata con sua moglie.
Avrebbe parlato altre volte con Mac. Non più con sua moglie.
Non poteva saperlo. Non ancora.
Quel pomeriggio Mac era stata invitata per un the a casa Sirk e mentre si aggirava al
secondo piano della villa alla ricerca di un bagno, le capitò di sentire un pezzo di telefonata del segretario di Sirk: “Questa notte è stato arrestato Otob Hanon, appartenente ad una organizzazione operante a Nassiriyah. Era il nostro contatto. Questo ci obbliga a cambiare i piani. Partirò domani stesso per organizzare. Non chiamare più, può essere pericoloso. Mi farò vivo io”.
Mac simulò un malessere e tornò in albergo, dove nel frattempo aveva dato appuntamento a Webb.
M: “Finalmente una traccia. Non possiamo perdere di vista il segretario di Sirk.”
W: “Un nostro uomo è già alle sue calcagna. Prepariamoci, si stanno dirigendo all’aeroporto. Si va a Bagdad”
Mentre erano in volo, Clay raccontò le poche informazioni che aveva ottenuto su Otob Hanon:”  nella sua abitazione perquisita dopo l’arresto sono stati rinvenuti armi, importanti documenti e fotografie che provano come l'indiziato abbia militato tra le file del partito Ba'th, organizzazione politica facente capo a Saddam Hussein, ed avesse anche contatti con altri ricercati. E’ stato consegnato in custodia alle autorità locali, ma conto di riuscire a ottenere l’autorizzazione per un interrogatorio.”
  
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