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Autore: Vanx_vanix    07/03/2018    4 recensioni
Ciao a tutti questa e la primissima FF che scrivo in assoluto, Sana e Akito non si conoscono, saranno i testimoni di nozze dei loro rispettivi migliori amici. Che cosa avrà il destino in serbo per loro, il loro legame è nato molto prima del loro primo incontro, e a capirlo per primo sara proprio Akito.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Aya Sugita/Alissa, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith, Tsuyoshi Sasaki/Terence | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6
CONOSCERSI
 
 
POV Akito
Non sono riuscito a chiudere occhio, colpa di Tsu e le sue congetture, anche se sinceramente non riesco a dargli completamente torto, troppe coincidenze e poi il suo profumo… ed è proprio per questultimo che non sono riuscito a dormire. In aereo non ci avevo dato molto peso ma ora…. Definire tutti gli avvenimenti successi una coincidenza mi risulta alquanto difficile.  
Sta di fatto che intorno alle 7, (stanco di rigirarmi nel letto) avevo deciso di andare a fare una corsa, giusto per mettere in ordine i miei pensieri. Ma prima di uscire avevo incontrato Tsu e Sugita in salone che si preparavano per uscire, dicendomi che i piani per oggi erano saltati. Dovevano andare a Caserta perché un loro vecchio compagno di università aveva bisogno del loro aiuto e che sicuramente sarebbero tornati verso tarda sera.
Non so perché ma questo imprevisto (detto da loro) mi puzza. E’ troppo una coincidenza assurda che costringa me e Sana a rimanere da soli per un’intera giornata. Non bastavano i pensieri che non mi hanno fatto dormire questa notte, ora ci si metteva anche questo dannato amico di Tsu e Sugita.
Sto correndo da circa 2 ore per capire come affrontare questa situazione in cui mi trovo.
Non posso più negare a me stesso che provo qualcosa di più della gratitudine ma non penso sia amore “come dice Tsu”, in più devo dire che dopo il racconto di Aya riguardo a Rey, non posso che provare stima e ammirazione verso di lei. Già Rey! Ha detto Sugita che per lei è come un padre, ma il suo vero padre dove sarà? Che sia morto? Questo potrebbe essere un altro fattore che ci accomuna? Non ho mai voluto seguire la carriera di Sana dopo aver visto lo sceneggiato, l’avevo vista cimentarsi nel programma di evviva l’allegria, e dopo lo sceneggiato e il sogno non ho voluto più guardare niente che la riguardasse volevo ricordarla così come l’ho sognata, però ora…. Basta! sono giunto ad una conclusione, voglio conoscerla meglio.
Stanco e sudato dalla corsa e con un gran mal di testa dovuto ai troppi pensieri, rientrato in casa mi dirigo in cucina per bere un bicchiere d’acqua.
Mentre sto mettendo il bicchiere nel lavandino sento una musica provenire dal giardino, vado verso la porta finestra e dopo aver messo piede fuori, mi blocco sul posto, “forse era meglio rimanere in casa”.
Ciò che mi si para davanti mi fa andare in tilt cervello corpo e tutti gli annessi.
Sana!
Indossa un pantajazz a pinochietto viola attillato, che fa risaltare le sue splendide forme che già avevo notato “ed apprezzato” al nostro primo incontro, e un top bicolore a effetto marmorizzato viola e bianco, che lascia la parte bassa della schiena completamente scoperta*.


*Immagine correlata                              
Ovviamente non si è accorta di me perché è girata di spalle intenta ad allenarsi. Ho già visto ragazze ballare e non mi hanno mai suscitato niente in particolare, ma il modo in cui la sto facendo Sana….. porca miseria! ha una sensualità nei movimenti che mi manda in tilt.
Siamo a luglio e il clima alle 10 e mezza del mattino ancora non ha raggiunto i livelli massimi, si e no ora ci saranno 25 gradi ma io sto andando a fuoco dopo aver visto quel meraviglioso lato b scuotersi al ritmo di ShakyShaky di Daddy Yankee** (ma non poteva mettere un’altra canzone no?) sento uno forte desiderio farsi strada denro di me, non ho mai desiderato cosi ardentemente qualcuno “ con tutte le donne con qui sono satato non sono mai stato spinto dal desiderio ma dalla voglia di divertimento e piacere”non posso più stare qui fermo ad ammirarla devo andarmene subito, mi ci vuole una doccia ghiacciata immediatamente, “ho detto che voglio conoscerla non saltarle addosso!”.
 
** https://youtu.be/OO73qiSL8ew
Il ballo ZUMBA di Sana
 


 
*******

 
POV Sana
 
Uffa! Ma proprio oggi questo amico doveva aver bisogno di loro.
Aya mi ha lasciato un biglietto dicendomi che dovevano andare a Caserta e che torneranno tardi, che pizza!
Già dopo il sogno di questa notte ho fatto fatica a riaddormentarmi, ogni volta che chiudevo gli occhi mi balenavano davanti i suoi, e ora.. devo passare una giornata intera sola con lui! Non che mi dispiaccia però…
Ancora non riesco a capire il sogno che ho fatto, certo non posso negare che Akitoabbia suscitato in me qualcosa, anche se non riesco a comprenderne il motivo.
Uffa! neanche l’allenamento è riuscito a liberarmi del tutto la mente, non so che cosa devo fare.
Perché l’ho sognato? E soprattutto perché insieme alla mia lettera? forse ha ragione Aya dicendo che è tutta una mia convinzione? O forse il sogno sta a significare che devo voltare pagina una volta per tutte?
Eppure io lo sento, le parole di quella lettera mi sono entrate nell’anima, come posso voltare pagina? Ci ho già provato a lasciarmi alle spalle questa storia, “senza risultato ovviamente” ma adesso….
Devo anche ammettere pero che nessuno di loro aveva suscitato in me un minimo di emozione, si mi piacevano erano carini, simpatici ma per il resto…neanche nel baciarli non ho mai provato niente. Invece Akito con un solo sfiorar di labbra ha provocato in me calore e brividi, e non posso negare di esserne attratta. Diamine è bello e sexy da morire, forse è proprio questo il motivo, ed è solo un’attrazione fisica quella che provo per lui. E non parliamo poi dei suoi occhi, Kami! Sono bellissimi e hanno un colore e uno sguardo cosi magnetico da avere il potere di incantarmi, è come se parlassero, come se mi volessero dire qualcosa.
“AAAAAA Basta!” a furia di pensare mi è venuto un gran mal di testa, non so ancora di preciso cosa devo fare, però di una cosa ne sono certa, sento che devo conoscerlo.
Ora però devo pensare come riempire questa giornata, di stare a casa non se ne parla proprio, e poi voglio visitare Napoli.
Appena torna Akito gli chiedo se vuole venire con me, perché uscire da sola in una città che non conosco non mi sembra il caso, già mi perdo a Tokyo solo per andare al supermercato figuriamoci qui!
Chi sa dov’è andato? Spero non si sia perso, perché se anche lui non ha il senso dell’orientamento siamo messi proprio bene.
“Intanto mi bevo un bicchiere d’acqua e mi vado a fare una bella doccia!”
Nel mentre sto mettendo il bicchiere nel lavandino noto che non è vuoto, eppure ricordo benissimo di averlo lasciato pulito dopo la colazione! quindi vuol dire che Akito è tornato! Bene gli vado a chiedere subito se gli va di venire con me a visitare Napoli.
Mentre salgo le scale mi si accende una piccola lampadina “se è tornato perché non è venuto a salutarmi?” che maleducato orami sente.
Salgo le scale di corsa dritta alla sua camera.
S: - HAYAMAAAA! – Senza nemmeno bussare spalanco la porta della sua stanza.
 
 
“OH – MIO – DIO”……………………
Paralizzata! Sono praticamente paralizzata non riesco né a parlare né a muovere un muscolo.
H: - Kurata non ti ha insegnato nessuno a bussare? -
S: - S-SEI NUDOOO! – non so quanti secondi o minuti siano passati prima che Akito mi risvegliasse dal mio stato di paralisi, ma sono bastati per squadrarlo dalla testa ai piedi, oh myGod! ma quante vitamine prende questo qui, ha certi muscoli! Bicipiti, pettorali e addominali che sembrano gli siano stati scolpiti addosso, se era sexy vestito ora porca miseria non saprei come definirlo.
H: - Kurata! Hai visto qualcosa di interessante? – mi domanda incrociando le braccia al petto, osservando la mia mano con un sorrisetto compiaciuto sul volto.
Già perché forse non ho ancora detto che sono rimasta praticamente imbambolata con gli occhi sgranati, una mano sulla bocca dopo il mio urlo, e con il dito dell’altra mano cheindica  il punto dove (dopo la mia radiografia al qui presente) il mio sguardo si è soffermato! al suo…… per tutti i Kami…essendomi ridestata dopo la sua domanda inizio a sventolare le mani in preda al panico, non saprei che tonalità di rosso abbia assunto ma mi sento il viso andare in fiamme, cosi mi tappo gli occhi dandogli le spalle.
S: - COPRITI MALEDUCATO! –
H: - Guarda che sei entrata tu senza bussare! –
Non riesco più a risponderli ha ragione! Mamma mia che figura! Non ho mai visto un uomo completamente nudo e proprio ora che mi è capitato io che faccio? “rimango a fissargli il…..” ho mi dio non immaginavo che fossero cosi…cosi… ,(già a 25 non ho mai visto un uomo completamente nudo quindi si! Sono ancora vergine, ma non per una mia scelta intendiamoci, o forse si? Comunque sia, un po’ le mie “sensazioni”, un po’ il fatto che non ho mai trovato nessuno che mi facesse provare determinati input, io sono ancora vergine) oh mamma sto andando in iperventilazione che faccio?
H: - Kurata! Calmati! Cos’è non hai mai visto un uomo nudo? – OH OH!
S: -  N-NO! CIOE’ SI!-“stupida! Stupida! Sana cerca di controllarti”
S: - OooooohHayama ma come ti salta in mente una cosa del genere, finiscila di fare il cretino e rivestiti! – di certo non gli vado a dire che non ho mai visto un uomo nudo, mi prenderebbe sicuramente in giro. Ma è mai possibile che mi debba cacciare sempre in situazioni imbarazzanti!
Tutto a un tratto sento un respiro sul collo che mi provoca dei brividi lungo la schiena, caldo! Fa anche troppo caldo, sento come un nodo stringermi in gola e il cuore inizia a battere decisamente troppo forte.
H: - Puoi girarti ora – mi sussurra all’orecchio, e vengo anche invasa dal suo inebriante profumo “muschio e menta” lo stesso che avevo sentito in aereo. Ma che diamine mi prende. Cerco di deglutire per poter sciogliere quel nodo in gola ma senza risultato.
S: - Si-sicuro? –
H: - Si! –non ne sono sicura ma ho sentito un pizzico di ironia nella sua risposta“che sbruffone!”.
Mi volto lentamente e il signorino ha i pantaloni indosso ed è intento ad infilarsi la maglietta, certo che è davvero bello anche se… senza vesti è molto meglio “ma che cavolo mi prende?”, ma guarda te in che situazione mi sono andata a cacciare perché diamine non ho bussato.
H: - Allora? – Akito mi ridesta dai miei pensieri ma sono ancora un bel po’ in imbarazzo.
S: - C-cosa? –
H: - Perché sei piombata qui senza neanche “bussare”? – ecco! perché?
S: - Beh..ecco..io..Ahsi ero venuta a chiederti se ti andava di uscire con me? – glie lo chiedo guardandomi la punta delle scarpe, non ho ancora il coraggio di incrociare il suo sguardo.
H: - Uscire.. con te? – mi domanda un po’ incerto.
S: - Si! Visto che Tsu e Aya sono dovuti andare a Caserta e hanno detto che torneranno tardi io non ho voglia di stare in casa, e poi volevo visitare un po’ la città e non mi va di andarci da sola –
H: - va bene! – la sua risposta immediata mi emana una sensazione di gioia che scaccia via l’imbarazzo di poco fa, facendomi tornare allegra e pimpante.
S: - Oh! Grazie! Grazie! Grazie! allora vado a farmi subito una doccia e poi usciamo ok? – saltello pimpante ed allegra verso il bagno quando…
H: - Kurata sono le 11 e mezza non è meglio pranzare prima? – ecco di certo non posso dirgli che io e la cucina non viaggiamo sulla stessa lunghezza d’onda.
S: - Be! possiamo fermarci a mangiare qualcosa fuori che ne dici? – gli chiedo speranzosa “fa che dica di si?”.
H: - ok! – mi risponde per poi dirigersi fuori dalla camera diretto alle scale.
H: - Ti aspetto di sotto –
S: - Ok! – E felice come una pasqua mi dirigo in bagno saltellando.
 


 
*******
 


H: - Kurata è già passata più di un’ora e mezza e avrei fame, ci vuole ancora molto? – mi incalza Akito da dietro la porta, (non sa che sono una ritardataria nata) ma quando si tratta di scegliere ciò che devo indossare non riesco mai a decidere, oggi più degli altri giorni.
S: - Ho quasi fatto! –
H: - Kurata ti do ancora 5 minuti, se non sei pronta me ne vado! – impaziente il signorino, ma non sa che le donne si fanno attendere?
S: - Arrivo subito! –
Alla fine ho optato peruno shorts in jeans chiaro e una camicetta bianca smanicata, i capelli legati in una coda alta e per il trucco un filo di eye-liner,  lucidalabbra alla ciliegia e sono pronta.
H: - Kurata i 5 minti sono passati io me ne…. – si blocca nel momento in cui apro la porta.
S: - sono pronta!  – ed è rimasto immobile a fissarmi sbalordito.
S: - che c’è? Qualche problema? Ho qualcosa che non va? –
H: - No! – mi risponde con un po’ di imbarazzo voltandosi subito e dandomi le spalle.
H: - Andiamo che ho fame! – mi dice incamminandosi verso le scale “ma che gli è preso?”
 
 
Usciti di casa abbiamo deciso di incamminarci a piedi “Aya la sera prima aveva detto che c’era un ristorante a pochi metri da qui”,Akito ha chiesto indicazioni a un passante ed ora ci stiamo dirigendo dove ci è stato indicato.
Camminiamo in un rigoroso silenzio ed è al quanto snervante se non imbarazzante dopo quello che è successo prima. Devo trovare qualcosa da dire non mi va di passare la giornata con lui in questo modo, e poi avevo deciso di conoscerlo meglio quindi…...si ma non so proprio che cosa dire uffa! Ma perché devo essere cosi nervosa “diamine Sana è un ragazzo come tanti”. Bè a dire la verità non è esattamente cosi, e totalmente diverso dalle tante persone che ho conosciuto e così misterioso ed intrigante, eppure mi chiedo come mai non lo abbia mai incontrato fino ad ora eppure viviamo nella stessa città. 
H: -Se vuoi chiedere qualcosa chiedi pure!–
S: - C-cosa? –ero così immersa nei miei pensieri che la sua affermazione mi ha fatto sobbalzare sul posto.
H: - Si vede lontano un miglio che ti frulla qualcosa per la testa, e poi a quanto ho capito sei una gran chiacchierona mi sembra starno che tu non abbia ancora aperto bocca – se già ero senza parole ora lo sono di più, questa frase è addirittura più lunga di quella detta in aereo “va migliorando il signor monosillabi”. Comunque questa è l’occasione giusta per intavolare almeno un po’ di conversazione quindi gli chiedo la prima cosa che mi passa per la mente.
S: - Mi stavo chiedendo, come mai non ci siamo mai incontrati prima? Cioè viviamo nella stessa città, potremmo anche aver frequentato la stessa scuola da bambini eppure non ci siamo mai incontrati! –
H: - Io sono nato e vissuto ad Osaka, mi sono trasferito a Tokyo un anno fa per aprire la mia palestra di Karate –ora e tutto più chiaro eppure che stupida che sono Aya mi aveva detto che Tsu era di Osaka, se facevo due più due ci arrivavo.
S: - ora mi è tutto più chiaro, quindi vivi a Tokyo solo da un anno dimmi un po’ in che zona risiedi? -
H: - Shibuya – rimango sbigottita con gli occhi sgranati e stampata sulla bocca una bella O.
H: - Dalla tua espressione presumo che anche tu sei di quella zona? –
S: - Esatto! – gli rispondo dopo essermi ripresa, possibile che viviamo nella stessa zona e in un anno non ci siamo mai incontrati.
Drin..Drin… veniamo interrotti dallo squillo del suo telefono, appena vede sul display chi lo sta cercando si porta svogliatamente all’orecchio il telefono.
H: - Pronto? –
? : - DANNAZIONE  AKITO PERCHE DIAMINE NON HAI CHIAMATO PER FARCI SAPERE COME ANDATO IL VIAGGIO SONO TRE GIORNI CHE NON ABBIAMO TUE NOTIZIE CHE DIAMINE TI PASSA PER LA TESTA ALMENO UNA TELEFONATA PER FARCI SAPERE…… - Gridava talmente forte che ho sentito tutto anche io eAkito ha dovuto spostare il telefono dall’orecchio e dalla sua espressione sembra un po’ infastidito infatti gli urla contro interrompendola.
H: - NATS PIANTALA DI GRIDARE COME UN’ISTERICA - dopo averla canzonata la conversazione telefonica diventa più calma, e da quello che ho capito si tratta di una donna, e dentro di me nasce una punta di fastidio ma cerco di ricacciarla indietro anche perché a me che cosa me ne deve interessare? Le comunica che il viaggio è andato bene e che non ha avuto problemi per via delle vertigini, e su questo punto non posso far altro che provare gioia e soddisfazione. Dalle risposte che dava Akito si sentiva che c’era confidenza tra loro, facendomi arrivare alla conclusione che dovrebbe trattarsi della sua ragazza, ed ecco che torna quella punta di fastidio “se è già impegnato perché mi ha baciata?” e ripensando a questo vengo pervasa anche da un po’ di rabbia.
 È stata una chiamata breve, che ha provocato in me vari stati d’animo in contrasto tra loro anche se non dovrebbe interessarmene però non riesco a trattenermi.
S: - Non dovevi far preoccupare la tua ragazza, perché non l’hai chiamata ieri? – purtroppo non riesco a mascherare bene le mie emozioni e nella mia domanda si sentiva un po’ di astio. Lui mi guarda un po’ sorpreso però poi sfodera uno dei suoi “rari” sorrisi (come li definisce Tsu “possibile che non abbia mai sorriso e che lo faccia solo con me?”).
H: - Era mia sorella! E comunque non ho la ragazza, se così fosse stato non ti avrei baciata! – Colpita e affondata, ma che fa mi legge nel pensiero, e comunque dopo la sua risposta il sollievo si fa strada in me, ma alla battuta finale il mio cuore perde un battito e sento una strana sensazione allo stomaco mai provata, come se facesse le capriole.
Non posso negare che la sua risposta mi abbia fatto piacere, però ora mi sento in imbarazzo ma non è vero e proprio imbarazzo forse è meglio dire agitazione, ecco sì! Mi sento stranamente agitata.
Non sono riuscita a rispondergli quindi torniamo a camminare in silenzio “con Akito Avanti a me di qualche passo” fin che non si blocca di colpo, e quasi gli andavo a sbattere contro. Seguo il suo sguardo posato alla nostra sinistra, (una vetrata con varie foto di pietanze da far venire l’acquolina in bocca, sembra quasi di essere tornata a casa) guardo in alto verso l’insegna “bambù resturant”.
S: - Oh siamo arrivati finalmente, ho una fame! Entriamo? – gli chiedo, ma lui è ancora imbambolato a fissare la vetrina con uno sguardo perso come sull’aereo. Gli sventolo una mano davanti agli occhi per farlo rinsavire.
S: - Hayama che ti prende vogliamo entrare? – alla mia domanda si volta verso di me.
H: - Si! – così dicendo si avvicina all’ingresso del ristorante aprendomi la porta dandomi la precedenza ad entrare “però non lo facevo cosi galante”.
Non mi ero sbagliata su di lui la prima volta che l’ho visto.Akito a prima vista può sembrare rude, antipatico, scorbutico e menefreghista ma è solo una maschera, qualcosa deve averlo segnato nel profondo, i suoi occhi “e ciò che rivela il suo sguardo” non mentono a sofferto molto.
 
 

 
********
 


POV Akito
 
Questo posto mi riporta alla mente la prima uscita con la mia famiglia dopo il nostro ricongiungimento.
Mio padre la sera dopo aver visto lo sceneggiato era rincasato con del sushi e notando che a me quella pietanza piaceva molto qualche sera dopo ci ha portati a cenare in un ristorante di sushi. È stata la prima uscita come una vera famiglia eper me è stato come un regalo, non avendone mai ricevuti, quella sera mi sono reso conto di avere anche io una famiglia. Tutti gli anni come ricorrenza il 14 luglio mio padre ci porta a mangiare in quello stesso ristorante, e non è un caso che oggi sia il 14 luglio. Non potrei condividere questa ricorrenza di famiglia con nessun’altro che non sia Sana.
S: - Ti piace il sushi? –
H: - Non mi dispiace -  che mi piaccia e un eufemismo per me e la pietanza che adoro in assoluto si può dire che abbia quasi una venerazione per il sushi.
S: - che non ti dispiaccia è un po’ poco, secondo me l’adori! –
H: - e da cosa lo deduci? –
S: - Allora per prima cosa solo a guardarlo ti brillavano gli occhi come ad un bambino con il suo giocattolo preferito, secondo! Per quel che ho notato, di solito mangi in maniera frettolosa invece il sushi lo mangi con molta calma e gustandone il sapore, terzo! Ne hai mangiati 6 piatti – perspicace la ragazza.
H: - Cosa fai osservi tutto ciò che faccio? – non so perché ma adoro quando si imbarazza ed infatti e tutta rossa, questo lato di lei mi fa impazzire.
S: - N-no ma che dici, io non ti osservo era solo un modo per poter fare un po’ di conversazione, stupido sbruffone –  mi risponde mettendomi il broncio cercando di scacciare l’imbarazzo e la cosa inizia a divertirmi.
H: - Oh si che osservi “guardona” – sta assumendo tutte le tonalità di rosso possibili quindi ha capito a cosa mi riferisco, apre e richiude la bocca un paio di volte nel tentativo di rispondermi.
S: - sei..sei..un brutto scimmione antipatico – ed è talmente imbarazzata e infuriata allo stesso tempo che riprende a mangiare le sue pietanze con una foga mai vista.
H: - Kurata stai attenta che se continui ad abbuffarti così diventerai una balena! –
S: - Non preoccuparti mio caro scimmione io ho miei metodi per bruciare tutte le calorie che assumo! –
H: - Immagino che sia al ritmo di ShakyShaky - “mossa sbagliata Akito” meglio non rievocare quelle immagini, ma mi basta guardare l’espressione di Sana alla mia affermazione per ricacciarle indietro.Non saprei dire se è stupita o arrabbiata ma una cosa e certa fa un po’ paura e io non ho mai paura.
S: - Mi hai vista? – mi chiede puntandomi il dito contro e dal tono che ha usato è decisamente arrabbiata, ma non ne capisco il motivo se non voleva farsi vedere poteva benissimamente allenarsi in camera sua e non in giardino.
H: - Si! – e dopo la mia affermazione prende il menu e me lo spiattella con forza sulla testa e non era tanto piccolo come menu.
H: - MA SEI SCEMA? Mi hai fatto male! –
S: - Ben ti sta grandissimo maleducato! Se mi avevi vista perche non mi sei venuto a salutare? – Non ci credo si è arrabbiata ed e diventata violenta solo perche non l’ho salutata questa mattina? Non so cosa pensare. Intanto lei attende la mia risposta con le braccia incrociate e mi guarda come una mamma che ha appena rimproverato il figlio, sfioro il ridicolo ma mi sento esattamente come un bambino beccato in flagrante con le mani nella marmellata, ma di certo non gli posso dire che dopo averla vista ballare in quella maniera sono dovuto andare a fare una doccia ghiacciata per far spegnere i miei bollenti spiriti.
H: - Perché non volevo disturbarti -  me ne esco così e direi che mi è andata bene perche la sua espressione ritorna tranquilla e pacata.
S: - ok va bene sei perdonato! – e finisce così il nostro battibecco, a dir la verità non mi sono mai divertito cosi tanto nel litigare con qualcuno.
Dopo aver finito di pranzare ricominciammo a litigare per chi doveva pagare il conto ovviamente la spunto io non gli avrei mai permesso di pagarmi il pranzo e poi volevo essere io ad offrirglielo.
Usciti dal ristorante Sana è ancora imbronciata per via del conto, è una ragazza incredibile riesce a mutare il suo stato d’animo in meno di un secondo, è una forza della natura.
H: - Dove andiamo adesso? – gli chiedo, visto che voleva visitare la città.
Ed ecco che il suo viso imbronciato ora passa ad essere pensieroso, si guarda un po’ intorno fin che sul suo volto appare un radioso sorriso.
S: - Andiamo a prendere un gelato! – non ci posso credere dopo tutto quello cha a mangiato ora vuole un gelato?
H: - Ma sei un pozzo senza fondo, ti sei appena finta di mangiare due porzioni di tiramisù! –
S: - Hayama quanto sei antipatico! Su andiamo, la giù c’è una gelateria e questa volta offro io! – e con naturalezza infila il braccio sotto al mio trascinandomi verso la gelateria. Dopo aver preso i gelai Sana rimane incanta nel vedere il mare “era sempre stato sotto i nostri occhi” ma fino ad ora non c’è ne eravamo neanche accorti. Vedendogli uno scintillio negli occhi mentre osserva il mare (capisco che le deve piacere molto) così le propongo di andare sulla spiaggia a finire il nostro gelato.
Ha lo sguardo fisso sulle onde ed ha un’espressione cosi felice che mi fa tornare alla mente le mie domande di questa mattina su suo padre.
H: - posso chiederti una cosa? – le chiedo un po’ incerto, infatti lei si volta verso di me sorpresa ma poi con un sorriso acconsente.
H: - Quel Ray non è tuo padre giusto?- non sono mai stato bravo a parlare figuriamoci a chiedere una cosa del genere, ma lei sembra aver capito cosa avevo intenzione di chiederle, spiazzandomi completamente con la sua risposta.
S: - No non è mio padre e neanche la mia mammina e la mia vera madre, sono stata adottata! – e ciò che mi colpisce di più e che ha detto il tutto col sorriso sulle labbra.
H:- Scusa non volevo essere invadente!-
S: - Ma figurati e poi non è un segreto la mia mamma un po’ di tempo fa ha scritto un’autobiografia riguardante la nostra vita – ora che ci penso ricordo mia sorella che aveva acquistato un libro su Sana ma non ho voluto leggerlo e nemmeno che me ne parlasse, ma ricordo che l’avevo vista piangere mentre lo leggeva ed ora ne capisco il motivo.
H: - E tu eri d’accordo? – Non trovo giusto spiattellare la propria vita privata al mondo intero per di più su di un argomento così delicato.
S: - Si! Quando avevo 5 anni la mia mammina mi ha confessato di non essere la mia vera madre ma di avermi trovato su una panchina nel parco, e che aveva intenzione di rintracciare la mia vera madre così che io potessi conoscere le mie origini, e così ci facemmo una promessa. Quando io sarei diventata una persona abbastanza conosciuta dal mondo grazie alla televisione e lei una famosa scrittrice avrebbe scritto un libro per poter rintracciare la mia vera madre – sono allibito, non riesco a capacitarmi del fatto che il mio angelo appena nata sia stata abbandonata, gettata via dalla persona che avrebbe dovuto amarla più di ogni altra cosa al mondo. Chi sa come si sarà sentita quando la sua madre adottiva le aveva raccontato tutto, e che cosa avrà provato nel girare quello sceneggiato quando la madre le diceva che l’aveva messa al mondo per amore. Io per anni mi sono sentito in colpa credendo di aver ucciso mia madre ma se avessi passato ciò che ha vissuto lei non riesco nemmeno lontanamente ad immaginare cosa sarei diventato. Vedendola cosi allegra e piena di vitalità non si direbbe che alle sue spalle si cela una storia cosi triste.
H: - E siete riuscite a rintracciarla? –
S: - Si! Subito dopo l’uscita del libro ci ha contattato e ci siamo incontrate –
H: - E.. cosa ai provato nel vederla? –
S: - Inizialmente avevo paura “ma non paura di incontrarla, ma avevo paura che la mia mammina volesse che andassi con la mia vera madre” avevo sempre desiderato incontrarla, per sapere il perché mi avesse abbandonata e per ringraziarla di avermi messa al mondo. Senza di lei non avrei potuto vivere la vita che ho vissuto fino ad ora e non avrei conosciuto la mia mammina, Rey, i miei amici ed ora anche te. Non ho mai provato rancore per lei e non ne provo tuttora, mi ha raccontato che quando mi ha partorita aveva 14 anni e che non poteva prendersi cura di me e che se mi ha abbandonata lo ha fatto per potermi dare la possibilità di vivere una vita migliore e io le sono grata per questo –
Sono rimasto incantato da ogni singola parola che ha detto, io se fossi stato al suo posto non so se sarei stato disposto ad incontrarla, posso solo constatare che Sana ha una bontà d’animo infinito è una forza della natura ed ha tutta la mia ammirazione, io in confronto sono stato fragile e debole o fatto si che la rabbia e il dolore prendessero il sopravvento, mi chiedo da dove arriva tutta la sua forza?
S: - E te invece? – rimango spiazzato dalla sua domanda.
H: - Io cosa? –
S: - Cosa ti è successo per fa si che tu ti nasconda da quell’aria da duro che ti porti dietro? – sono rimasto quasi senza parole ma cerco di ricompormi immediatamente.
H: - E cosa ti fa pensare che mi sia successo qualcosa? – le domando cercando di non far trasparire la mia agitazione, perche si la sua domanda mi ha letteralmente spiazzato.
S: - I tuoi occhi! Gli occhi sono lo specchio dell’anima Hayama, e nei tuoi si cela profondo dolore ed un’infinita tristezza – è incredibile come riesca a leggermi cosi nel profondo e comunque non riesco a stupirmene, da quando l’ho incontrata ho sentito il forte bisogno di averla accanto, la sua sola presenza ha un forte ascendente su di me, mi sento diverso, riesce a far uscire la parte migliore di me una parte che nemmeno credevo mi appartenesse. Però non me la sento di raccontarle tutto, so che non è giusto nei suoi confronti visto che lei mi ha raccontato la sua vicenda, ma mi sento in imbarazzo, non so se ha ricevuto o meno la mia lettera, e se anche l’avesse ricevuta potrebbe ricordarla oppure no, ma se così fosse e le raccontassi la mia storia, potrebbe ricongiungere i pezzi e io non mi sento pronto.
S: - Non sei obbligato a rispondermi, e non sentirti in dovere di farlo, se un giorno vorrai parlarne sappi che io ci sono! – afferma sfoggiando un sorriso meraviglioso, le sue parole mi hanno fatto perdere un battito al cuore, e il suo sorriso lo ha rimesso in moto più veloce di prima. Sana è una ragazza straordinaria in lei c’è la bontà, l’altruismo, il coraggio, la forza, la gioia e la voglia di vivere che dovremmo avere tutti a questo a mondo, in lei si racchiude l’essenza della vita stessa, ricambio il sorriso “oramai con lei mi viene così naturale sorridere”.
H: - Non volevi andare a visitare la città? – le chiedo cercando cambiare discorso.
S: - Si! Ma stare qua è più bello! – e non posso essere più d’accordo.
 
Ci sdraiamo entrambi sulla spiaggia ad ammirare il cielo limpido senza nemmeno un’ombra di nuvola in un rigoroso silenzio, ma non è quel silenzio imbarazzante di questa mattina è un silenzio di complicità. Tra di noi si è creata una strana complicità e come se fosse caduta una barriera che non ci permetteva di comportarci con naturalezza, fino ad oggi non mi sono mai goduto momenti di calma e tranquillità, era come se dentro di me ci fosse un vuoto da colmare che non mi permetteva di godermi certi momenti della vita, come passare la giornata in compagnia di qualcuno, chiaccherare, discutere, confrontarsi, sono cose che non ho mai sentito il bisogno di dover fare, ma ora sento che sono fattori essenziali e che d’ora in poi non possa farne a meno. Sana riempie quel vuoto! Ed ora mi sento veramente me stesso.
S: - Hayama? –
H: - mmh? –
S: - Perché mi hai baciata? – Sapevo che questa domanda prima o poi sarebbe arrivata, ma sinceramente neanche io mi so dare una risposta del perché l’ho abbia fatto, quindi rispondo nella maniera che solo AkitoHayama può fare.
H: - Così! Eri troppo vicina e non ho saputo resistere! –
S: - Non avevo dubbi! –
H: - Su che cosa? –
S: - Che sei un cretino! Ahahahah – Afferma ridendo di gusto ed è chiaro che anche per lei la barriera e caduta.
H: - E tu sei una Guardona! –
S: - Imbecille! –
H: - Gallina! –
S: - Scimmione – e giuro che non mi sono mai divertito in vita mia come in questo momento.

 
*********
 

POV Sana

Oh no e adesso che faccio? In frigo c’erano solo due bistecche e sono riuscita a carbonizzarle tutte e due.
H: - Kurata sei un incapace! – mi sbuca alle spalle all’improvviso ci mancava poco che mi venisse un infarto.
S: - Ma sei scemo mi hai fatto prendere un colpo! Non si sbuca cosi all’improvviso alle spalle di qualcuno stupido! –
H: - comunque sei un incapace! Come si fa a carbonizzare in questa maniera due bistecche? –
S: - Sai che sei antipatico! – incrocio le braccia sotto il seno imbronciata.
H: - E tu una pessima cuoca, ora capisco perché hai voluto pranzare fuori! – gli faccio una bella linguaccia voltandomi dall’altra parte facendo la finta offesa.
S: - E con questo? Si è vero in cucina sono negata ma ho tante altre buone qualità! – mi pavoneggio voltandomi di nuovo verso di lui.
H: - Ah sì, e quali? – mi domanda lui puntandosi le braccia al petto. Certo che ha fatto un bel cambiamento dall’oggi al domani, da un associale musone ora e diventato più spigliato e quasi divertente.
Dopo la nostra chiacchierata in spiaggia si è creata una certa intesa tra di noi quasi una complicità, e la cosa non mi dispiace affatto, e come se ci conscessimo da sempre.
S: - So ballare, cantare, recitare e riesco a far ridere i musoni cronici come tè! ah ah ah ah – me la rido di gusto compiaciuta.
H: - Si come no! Comunque! che tu sappia ballare, cantare e recitare non risolve il fatto che ora siamo senza cena! – giusto e ora che facciamo?
H: - Non ci resta che ordinare una pizza sperando che non bisogni aspettare molto visto che oggi e “DOMENICA” ! –
S: - Si ma come la ordiniamo se non conosciamo nessuna pizzeria? –
H: - Elenco telefonico? – mi canzona con ovvietà
S: - Ma bravo c’ero arrivata anche io ma come facciamo a cercare il numero? io non so leggere l’italiano lo parlo un po’ ma leggerlo no! –
H: - Per quello non c’è problema il sottoscritto sa leggere in italiano –che pallone gonfiato.
S: - E di grazia signor so tutto io dove ha imparato a leggere l’italiano? –
H: - A scuola! – sempre con quell’aria da spavaldo.
S: - Ma se come seconda lingua a scuola si studiava solo l’inglese? –
H: - Io come facoltà universitaria ho studiato lingue – Questa non me l’aspettavo.
H: - Cos’è abbiamo perso la “lingua” Kurata? – mi domanda marcando sulla parola lingua.
S: - ah ahah spiritoso, dai su allora sbrigati a chiamare che ho fame! – e non faccio in tempo finire di formulare la frase che il mio stomaco si fa sentire.
H: - Già! Ho notato! – Ghigna lui divertito dirigendosi a prendere l’elenco telefonico.
 
H: - Hanno detto che ci vorrà un’ora – mi comunica Hayama dopo aver chiuso la comunicazione.
S: - Vaaa bene! nel frattempo che ne dici di guardare un po’ di televisione? – Meno male che Tsu e Aya Hanno installato la Parabola per vedere i canali Giapponesi.
H: - D’accordo! – Afferma Hayama pizzandosi sul divano e accendendo la TV.
E NO! NO! E NO! Il suo zapping si è fermato su un film Horror no ti prego no.
S: - No Hayama ti prego non un film Horror! – lo imploro, ho il terrore dei film Horror perche poi finisco per sognarmeli la notte.
H: - Paura Kurata? –
S: - No per niente! – mento spudoratamente – e solo che non mi piacciano! –
H: - E invece te la fai sotto dalla paura! – brutto antipatico! gli faccio una linguaccia e mi siedo indispettita accanto a lui sul divano. Dopo qualche secondo lo vedo alzarsi e dirigersi verso l’interruttore della luce.
S: - NON SPEGNERE LA LUCE! – gli urlo dietro.
H: - Non mi dire che hai anche paura del buio? – mi prende in giro! Ed io incrocio le braccia ancora più indispettita di prima.
H: - Dai Kurata non si può guardare un film Horror con la luce accesa! –
S: - NO! NO! E NO! La luce rimane accesa – sono irremovibile già ho acconsentito al film ci manca solo che spenga la luce e posso già ritenermi morta di paura.  
H: - Va bene te lo concedo e già tanto che hai acconsentito al film! Sei proprio una bambina lo sai? – e dopo essersi seduto di nuovo sul divano gli spiattello il telecomando in testa.
H: - Una bambina violenta! – Afferma divertito massaggiandosi la parte dolente, ben gli stà! Ma la scena è stata troppo divertente e non posso fare a meno di ridere.
H: - Proprio una bella accoppiata! “il giorno e la notte”! – non poteva trovare un aggettivo più opportuno per definirci.
S: - Ai proprio Ragione io sono il sole e tu la luna –
H: - Non mi dispiace la luna! Almeno la puoi ammirare senza accecarti –
S: -  Già! ma ha bisogno del sole per brillare – dopo la mia affermazione piombiamo nel silenzio più totale fissandoci negli occhi “ ma che razza di discorso stiamo facendo, come mi è venuto di dire una cosa del genere” rimaniamo così! persi uno negli occhi dell’altro,una strana sensazione si fa strada dentro di me un misto di gioia e paura allo stesso tempo e posso scorgere nel suo sguardo le mie stesse emozioni, si è creata come una magia nel nostro scambio di sguardi come se tutto attorno a noi si fosse fermato non riesco nemmeno a sentire il vociare della TV, non è una brutta sensazione ma strana.
DLIN…DLON…
L’incanto viene interrotto dal suono del campanello e Akito che si alza per andare ad aprire la porta, mentalmente maledico il fattorino delle pizze “aspetta ma che dico perché mai lo devo maledire anzi! forse è arrivato proprio nel momento giusto”.

   
 
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