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Autore: ryuga hideki    07/03/2018    1 recensioni
-Ecco la mia risposta...- gli lanciò il foglio in bianco per poi scandire per bene un: “vaffanculo” con la freddezza tipica di un russo. Sasori lo guardò negli occhi, si alzò. Lo prese per le spalle e lo fece sbattere contro il banco da cui si era alzato. Deidara si morse il labbro, il cuore prese a battergli all'impazzata. Erano così vicini da poter sentire uno il respiro dell'altro. Avrebbe tanto voluto che tutto questo sfociasse in qualcosa di più.
AU ambientata in Giappone. Coppie: SasoDei, KisaIta, SasuHina, NaruSaku.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Akasuna no Sasori, Deidara, Itachi, Kisame Hoshigaki, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Sasuke, Itachi/Kisame, Naruto/Sakura, Sasori/Deidara
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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IL BALLO 


 

Naruto era in camera sua intento a prepararsi per l'evento mondano che si sarebbe tenuto quella sera. Era la prima volta che partecipava ad una cerimonia politica così importante assieme ai suoi genitori. Doveva assolutamente fare bella figura e sembrare meno idiota possibile, visto che era in gioco anche il suo futuro come ministro dell'ambiente.
Il ballo in maschera organizzato dagli Iwanov era solo un pretesto per riunire la maggior parte dei più importanti politici dell'Asia ed Australia, parlando di affari molto importanti senza troppa tensione. Il padre di Naruto era stato invitato come intermediario tra le nazioni del Giappone e dell'Australia poiché era stato per lunghi anni un deputato del governo australiano.
-Sono Naruto Uzumaki Namikaze, piacere di fare la vostra conoscenza! No, no! È una banale presentazione!- si mise le mani tra i capelli. Era davanti allo specchio intento ad esercitarsi per la serata nel mentre ultimava di vestirsi. -Non voglio far fare una brutta figura a mio padre...- pensò, assumendo uno sguardo alquanto malinconico. In quel momento qualcuno bussò alla porta della sua stanza, richiamando la sua attenzione. -Avanti!- Kushina entrò nella disordinata camera del figlio, lasciandolo a bocca aperta per quanto fosse bella. Indossava un lungo abito bordeaux a maniche lunghe e con sopra uno scialle nero. -Sei bellissima, mamma!- esclamò con sguardo incantato.
-Grazie, tesoro!- sorrise. -Allora sei pronto?- gli si avvicinò. Il biondo si voltò verso lo specchio, scuotendo la testa.
-Mi manca il fiocco che non so mettere...- aggiunse, tentando di annodare il nastro. La madre lo fermò e prese in mano la situazione per aiutarlo.
-Lascia fare a me...- lo guardò con la coda degli occhi, avvertendo la sua tensione. -Come mai sei così nervoso?- chiese con aria turbata.
-Beh...- abbassò lo sguardo. -Questa è la prima volta che vengo con voi ad un ricevimento così importante e...ho paura di fare un fiasco e deludere papà...- la donna sorrise affettuosamente e quando finì di annodare il fiocco gli diede un bacio sulla fronte.
-Sarai perfetto... Ma ora va da tuo padre, vuole parlarti!- gli accarezzò una guancia e poi lo lasciò solo. Naruto si guardò allo specchio, sorrise con determinazione ed uscì di corsa per raggiungere il padre nella sala al piano inferiore.
-Eccomi, papà!- Minato si voltò verso di lui sorridendogli.
-Come stai? Ti senti bene?- gli mise le mani sulle spalle.
-A dire la verità sono nervoso...- rise per la tensione, portandosi una mano dietro la testa.
-Lo so, posso capirlo. Anche io ero agitato al mio primo evento politico, ma stai tranquillo perché andrà tutto bene, in fin dei conti sei mio figlio no?- gli sorrise, Naruto lo guardò negli occhi riuscendo a calmarsi, sentendosi di gran lunga più leggero.
-Cosa volevi dirmi?-
-Oggi potrebbe essere il giorno perfetto per mostrare quanto sei brillante. Conoscerai tanti politici che probabilmente diventeranno tuoi colleghi, quindi ti suggerisco di giocare bene le tue carte e mostrare quanto vali.- si fece un po' serio.
-Lo...lo so...è questo che mi preoccupa! Ho paura di combinare un disastro dietro l'altro.- abbassò lo sguardo per un istante per poi tornare a guardarlo. -Per caso hai qualche consiglio?- sorrise imbarazzato.
-Sii semplicemente te stesso!- il figlio annuì, guardandolo con determinazione. Le parole del padre gli donarono la grinta necessaria per affrontare al meglio la serata. Minato gli diede una pacca sulla spalla, mostrandogli un sorriso soddisfatto. -Ora andiamo o facciamo tardi!-
Presero i soprabiti e le maschere ed uscirono di casa. Il sole stava tramontando quando giunsero alla maestosa villa degli Iwanov. Scesi dall'auto Naruto si guardò intorno stupefatto.
-Wow...sembra una di quelle ville che si vedono solo nei film...- commentò. La dimora era interamente circondata da un ampio giardino ricco di piante e statue classicheggianti.
-Signori, vi prego di seguirmi!- furono accolti da un maggiordomo che li accompagnò fino alla sala del ricevimento. Naruto si guardò intorno con aria meravigliata nel mentre raggiungevano le scale padronali che li avrebbero accompagnati al piano superiore. Non aveva mai visto una reggia così enorme e sfarzosa. Pensò che sicuramente possedeva una ventina di stanze di cui ne venivano usate nemmeno la metà. -Ecco a voi...- l'uomo aprì la maestosa porta in legno pregiato della sala. Era immensa e affollata. Vi erano circa tre ampie finestre che affacciavano su di un terrazzo. Lungo i lati della stanza vi erano tre tavoli colmi di cibo raffinato e di ogni genere. Vi erano musicisti che alleggerivano l'atmosfera a suon di violino, mentre la gente parlava di affari. Molti indossavano delle maschere mentre altri optarono per mantenere il volto scoperto.
-Andiamo a porgere i nostri saluti ai proprietari di casa!- suggerì Minato non appena trovò i diretti interessati per poi guardare Naruto. -La prima cosa da fare è ringraziare chi ti ha invitato!- gli sussurrò all'orecchio intanto che percorrevano la sala scostandosi tra la gente.
-Minato Namikaze! Da quanto tempo!- esclamò un uomo abbastanza alto e robusto, vedendoli avvicinare. -Il giovane brillante e ammirato da tutto il mondo!- disse il russo con compostezza. Aveva la carnagione leggermente scura che faceva risaltare gli occhi chiarissimi. I capelli erano corti, lisci e di un bel biondo acceso. Al suo fianco a destra vi era la moglie, una donna di una rara bellezza. Il corpo era esile e la carnagione bianca come il latte. I capelli erano lunghissimi, liscissimi e di un biondo platino che quasi sembrava bianco. Gli occhi erano di un blu brillante come se fossero due zaffiri.
-Il piacere è tutto mio, Lord!- strinse la mano dell'uomo. -Lasci che le presenti mio figlio Naruto!- il ragazzo sentì il cuore battergli estremamente veloce nel petto e l'agitazione prendere il sopravvento. Cercò di riprendere il controllo di sé ricordandosi delle parole dei suoi genitori che riuscirono a calmarlo.
-Sono onorato, signor Iwanov!- fece un sommo inchino e quando si rialzò vide un enorme sorriso sul viso del russo che sorprese persino Deidara.
-Scommetto che sei brillante come tuo padre!- Naruto arrossì leggermente, sorridendogli. -Ad ogni modo lui è mio figlio Deidara.- il giovane russo fece un piccolo inchino, rimanendo il più freddo e composto possibile. Naruto rimase affascinato dalla sua bellezza e finezza, sembrava quasi un principe.
-Fate come se foste a casa vostra e divertitevi...- disse la padrona di casa. I Namikaze fecero un piccolo inchino e si congedarono.
-Ora ti faccio conoscere una persona importantissima, Naruto.- gli sussurrò il padre in tanto che si avvicinavano ad un gruppo di politici. -Signor Presidente del Consiglio...- cercò di chiamare l'attenzione dell'uomo che era di spalle. Si voltò e gli sorrise a trentadue denti.
-Minato!!! Che bello rivederti! Kushina sei sempre stupenda!- esclamò l'uomo, stringendo con forza la mano del biondo e poco dopo baciando quella di Kushina.
-Naruto, lui è il Presidente del Consiglio australiano. Presidente, lui è mio figlio!- disse Minato sorridente.
-Oddio! Sei cresciuto tantissimo e sei identico a tuo padre!- gli diede una pacca sulla spalla. Il ragazzo sorrise un po' imbarazzato. Cercava di ricordarsi di quell'uomo ma non ne aveva alcuna memoria.
-Piacere di conoscerla, signore!- tentò di essere più naturale ed educato possibile per non fare brutta figura. L'uomo era diverso da tutti gli altri politici che aveva visto in giro. Gli infondeva serenità e affidabilità. Era caloroso e dall'aspetto molto curato.
-Minato, non c'è modo di farti tornare in Australia? Tuo nonno sarebbe stato felice di sapere che hai abbracciato parte delle tue origini!-
-La mia vita mi chiede di restare qui ancora per un po'. Ho molto da fare essendo segretario del Primo Ministro...- sorrise un po' lusingato dalle parole dell'uomo.
-Non capisco come mai tu abbia accettato di retrocedere nella carriera. Eri Ministro degli Esteri in Australia eppure hai accettato la proposta del Primo Ministro. Perché?- chiese curioso, incrociando le braccia.
-Beh, ero sicuro di imparare molto da lui e accrescere di più le mie capacità. E poi...per la mia famiglia. Volevo avere più tempo, anche semplicemente un ora in più da passare a casa!- Naruto posò lo sguardo sul padre con aria stupita. Non sapeva che avesse rinunciato a così tanto pur di trascorrere qualche momento in più a casa. Se doveva essere sincero non era mai stato in collera con lui per essere stato poco presente durante la sua infanzia. Era piuttosto orgoglioso di essere suo figlio, lo ammirava molto.
-Sei sempre stato un uomo molto sensibile e legato alla tua famiglia, eh?- gli diede una pacca sulla spalla. Poi guardò Naruto. -E tu cosa vorresti fare del tuo futuro?- gli occhi del giovane s'incendiarono di passione mentre sul viso si dipinse un sorriso determinato.
-Voglio diventare il Ministro dell'Ambiente. Voglio seguire le orme di mio padre e fare grandi cose!- il Presidente si meravigliò di notare tanta decisione in un giovane ragazzo.
-Buon sangue non mente, eh?- rise di gusto, avvolgendo con un braccio le spalle di Minato.
-Grazie!- sorrise Naruto. Poco dopo prese a guardarsi intorno intanto che i suoi genitori parlavano di affari. Era curioso nel vedere tutte quelle persone intente a discutere di questioni importanti in un atmosfera così serena. All'improvviso notò di sfuggita Sasuke vicino al tavolo delle vivande difronte alle finestre. Si congedò e si allontanò per raggiungere l'amico.
-Sas'ke! Cosa ci fai qui?- il moro alzò lo sguardo su di lui.
-Dovrei chiederti la stessa cosa...- commentò con indifferenza, il biondo sorrise imbarazzato portandosi una mano dietro la nuca.
-Ne deduco che siamo qui per lo stesso motivo... Come mai sei tutto solo?- chiese con aria confusa.
-Sto aspettando una persona...- incrociò le braccia. Naruto assunse uno sguardo malizioso, iniziando a punzecchiarlo con il gomito.
-Uh, stai forse aspettando la fidanzata?- Sasuke arrossì leggermente per poi rivolgergli uno sguardo omicida. Il biondo si mise sulla difensiva chiedendo ripetutamente scusa. -Stavo scherzando! Tranquillo! Anche se magari avere la fidanzata potrebbe farti bene...- il moro s'irritò ancora di più. -Cioè volevo dire...ecco...- il biondo fu sopraffatto dal panico solo guardando l'espressione dell'amico che si era fatta ancora più da assassino, ma qualcosa cambiò in un istante. In quel momento Hinata varcò la soglia della sala richiamando l'attenzione dell'Uchiha che s'incantò. -Sas'ke?- lo guardò con aria confusa per poi voltarsi, cercando di capire cosa lo avesse imbambolato. Vide Hinata intenta a guardarsi intorno. Era davvero incantevole. Aveva i capelli raccolti che lasciavano scoperto il candido ed esile collo ornato da una fine collana di zaffiri. Portava una fine maschera nera di pizzo che le faceva risaltare gli occhi. Indossava un lungo vestito color viola scuro ed uno scialle di lana color blu notte.
Sasuke s'incamminò verso di lei senza nemmeno far caso a Naruto, era rimasto talmente tanto affascinato da Hinata che era riuscito ad estraniarsi dal resto della sala. Più si avvicinava a lei e più sentiva il cuore battergli forte. La ragazza lo vide e lo raggiunse sorridendogli.
-Ciao, Sasuke-kun!- lo salutò con un po' d'imbarazzo. Il ragazzo le prese la mano e gliela baciò, facendola arrossire.
-Mi spiace di non essere passato a prenderti, spero che l'autista sia stato gentile...-
-Sì, grazie...- abbassò lo sguardo, sentiva l'agitazione prendere il sopravvento.
-Vuoi ballare?- la ragazza annuì e si fece accompagnare sulla pista da ballo al centro della stanza. Sasuke le cinse la vita con una mano mentre l'altra l'avvolse in quella di Hinata per poi iniziare a danzare. La ragazza non poté fare a meno di tenere lo sguardo puntato sui piedi per paura di sbagliare. -Tieni lo sguardo fisso su di me, c'è meno rischio che sbagli...- le suggerì. Hinata alzò la testa e fece incontrare i loro sguardi. Rimasero in silenzio, lasciandosi trasportare dalle note della musica in sottofondo. La giovane si sentiva davvero al settimo cielo, aveva come la sensazione di essere dentro uno dei suoi sogni. Era leggermente imbarazzata, ma stranamente si sentiva sicura e all'altezza della situazione. L'agitazione era scomparsa non appena iniziarono a ballare e il cuore aveva preso a battere regolarmente. Non riusciva a distaccarsi dagli occhi di Sasuke che le conferivano tanta fiducia.
Sasuke si era perso nello sguardo della ragazza, aveva il potere di portarlo su di un altro pianeta e farlo estraniare da tutto e da tutti. Si sentiva in pace come se tutta la sua vita non avesse più importanza se non quel singolo istante. Non aveva mai provato queste sensazioni e doveva ammettere che tutto ciò gli piaceva poiché lo faceva stare divinamente bene. Accennò un piccolo sorriso senza rendersene conto.
-Stai davvero bene con questo vestito...- rivelò il ragazzo, spostando lo sguardo altrove. Hinata arrossì sorridendo.
-Grazie...- i due tornarono a guardarsi, scambiandosi dei sinceri sorrisi.
Naruto era rimasto a fissarli per un bel po' con aria incredula. Non riusciva a credere che Sasuke fosse capace di ballare e soprattutto vederlo sorridere era ancora più raro. Sospirò a malincuore, desiderando di avere Sakura al suo fianco. Raggiunse il padre e la madre che lo presentarono ad altri politici australiani.
-Naruto, abbiamo saputo che ambisci a diventare Ministro dell'Ambiente, hai qualche idea da proporre?- il ragazzo si fece serio, rispondendo con fermezza ed esponendo qualche suo progetto eco-sostenibile. Tutti rimasero stupefatti dalla sua genialità. Improvvisamente una voce famigliare lo chiamò, distraendolo dalla conversazione. Si scusò e si voltò notando Sakura dietro di sé.
-Sakura-chan!!!- le prese le mani con gli occhi che gli brillavano di gioia. La ragazza sorrise divertita. -Non credevo di trovarti qui!!!-
-Neanche io, sinceramente!- Naruto la guardò bene, arrossendo vistosamente. La trovò semplicemente magnifica. Indossava un lungo vestito rosso ricamato d'oro che lasciava scoperte le spalle. Le maniche erano lunghe e larghe, ricamate con dei disegni floreali. Il collo era ornato da una collana di diamanti.
-Ti...ti va di ballare?- le chiese tenendo lo sguardo basso. Sakura avvolse il braccio attorno al suo accettando l'invito. Una volta in pista e in posizione, incominciarono a danzare. Naruto non era sicuramente abile come Sasuke, anzi era abbastanza pessimo poiché s'inceppava di continuo. Ad un certo punto si fermò, tenendo lo sguardo basso che si era fatto malinconico. -Scusami tanto, Sakura-chan... sono completamente negato con il ballo.-
-Non importa, davvero.- tentò di tirarlo su di morale.
-Volevo fare qualcosa di stupefacente per te...- la ragazza assunse uno sguardo dispiaciuto, si guardò intorno per poi posare lo sguardo sul balcone. Tornò a guardarlo, lo prese per mano e lo trascinò verso la terrazza. -Dove andiamo?- chiese un po' confuso e sorpreso.
-C'è troppa gente qui, non mi piace... Prendiamo un po' d'aria.- uscirono sulla balconata e si avvicinarono alla balaustra. -Allora come mai sei qui?- chiese la giovane, posando le braccia sul parapetto di marmo e guardando il cielo, seguita da Naruto.
-Ehm...i miei genitori sono stati invitati...-
-I tuoi genitori? Devono essere importanti.- commentò con aria pensosa.
-Nah, nulla di che.- si sorresse il viso con la mano. -E tu invece?-
-I miei sono interpreti, quindi sono qui per lavoro.- Sakura rimase in silenzio per qualche secondo, stava cercando di ricordarsi chi avesse visto accanto a Naruto. Sentiva che era una persona importante, ma non riusciva a rimembrare. Si voltò verso di lui e tutto le fu più chiaro. Il suo sguardo mutò, facendosi incredulo. Il biondo la guardò con la coda degli occhi sentendo l'agitazione incombere. -Oddio, ma tu sei...sei il figlio di Minato Namikaze?- chiese titubante. Il ragazzo spostò lo sguardo altrove sentendosi leggermente in imbarazzo. Avrebbe tanto voluto tenerlo nascosto il più possibile, ma a quanto pare non gli era stato possibile.
-Beh, ecco...-
-Allora è vero!!! Perché diavolo ti fai chiamare in un altro modo? Perché lo tieni nascosto? Dovresti essere fiero di portare il nome di colui che ha evitato lo scoppio della guerra tra la Russia e la Corea!!!- esclamò emozionata e con il cuore che batteva a mille. Il biondo era un po' demoralizzato e ciò colpì la ragazza che si calmò. -Na...naruto?-

-Sono fiero e onorato di essere figlio di mio padre. Mi sento il ragazzo più fortunato del pianeta, ma volevo che la gente mi apprezzasse per come sono e non perché sono suo figlio. Volevo e voglio evitare che qualcuno possa approfittarsi di me solo per il nome che porto. Prima di arrivare qui in questo paese la gente mi conosceva come Naruto Namikaze. Ero circondato da persone che reputavo mie amiche e da ragazze che mi facevano il filo, ma se davvero fossero stati interessati a me non mi avrebbero parlato alle spalle dicendo un sacco di cattiverie.- il suo sguardo si era fatto malinconico e cupo. Sakura sentì una fitta al petto, gli si avvicinò e lo abbracciò. Naruto sgranò gli occhi per lo sorpresa, sentì il cuore battergli forte.
-Hanno perso loro. Non sapevano quanto sei generoso e gentile.- il biondo sorrise teneramente, posando le mani sulle sue.
-Grazie, Sakura-chan.- la ragazza si staccò dall'abbraccio e tornò a guardare il cielo. Si strinse le braccia al petto per via del freddo. Naruto si tolse la giacca e gliela mise sulle spalle. Sakura arrossì leggermente. Il profumo del biondo l'avvolse completamente facendole provare una piacevole sensazione di sicurezza e pace. L'Uzumaki si sentiva davvero soddisfatto e felice di come si stavano mettendo le cose tra di loro. Era al settimo cielo, gli sembrava di poter toccare il cielo con un dito. Ma pensò di fare le cose con calma per evitare di rovinare tutto come al suo solito. Per ora era contento di dov'era arrivato.

 

 

 

Itachi si diresse verso Deidara che se ne stava tutto solo in disparte accanto alla finestra. Aveva uno sguardo pessimo, per non parlare dello stato in cui era.
-Ciao, Dei...- disse con tono atono.
-Ciao, Itachi. Come va?- chiese quasi a fatica.
-Tutto nella norma. Tu, piuttosto, come stai? È da due settimane che non vieni a karate, anche se sei bravo è un peccato perdere lezioni importanti...-
-Non sto bene ultimamente.- si mise una mano sullo stomaco. -Sto davvero male...- Itachi fece attenzione ad ogni singolo particolare dell'amico, assumendo uno sguardo serio.
-Ci sei caduto di nuovo?- chiese con tatto. Deidara s'irrigidì, sentendo lo stomaco contorcersi ancora di più. Abbassò lo sguardo e strinse i pugni.
-Anche se fosse?- rispose con acidità.
-Mi preoccupo per te, non voglio che stai male come l'ultima volta...-
-Tranquillo, ho tutto sotto controllo.- lo guardò un po' seccato dalla situazione. -Ora scusa ma, non mi sento bene. Divertiti anche per me...- gli diede una pacca sulla spalla e si allontanò, dirigendosi verso il bagno.
Il moro sospirò, guardò fuori dalla finestra il giardino e decise di andarsi a rifugiare lì.
Si sedette su di una panchina accanto a dei cespugli di rose e si mise a guardare la luna. Pensò alla sua vita e a quanto fosse cambiata in meglio grazie a Kisame. Era quasi riuscito a vivere ogni giorno in modo positivo nonostante tutti i problemi che avesse. Accennò un piccolo sorriso malinconico.

In quel momento Kisame raggiunse il giardino con la speranza di rimanere da solo. Si stupì nel vedere Itachi. Rimase ammaliato dalla sua figura baciata dai raggi argentati della luna. Schiuse appena le labbra, sentendo il fiato farsi più corto. Gli sembrava di avere davanti a sé una musa o una specie di angelo dalle sembianze così perfette e delicate da sembrare irreale. Scosse la testa e gli si avvicinò chiamandolo per nome. Il moro lo guardò con la coda degli occhi, si meravigliò di vederlo proprio lì nell'istante esatto in cui stava pensando a lui.
-Kisame, cosa ci fai qui?- domandò pacato.
-Accompagno la mia ragazza. È la figlia di un ministro o robe simili.- gli si sedette accanto. -Come mai tutto solo?-
-Non mi piace stare con troppa gente per troppo tempo. Tu?-
-Mi annoia stare intorno a gente noiosa, pensavo di prendere un po' d'aria per poi svignarmela!- rise. -Allora, alla fine hai deciso cosa vuoi fare nella tua vita?-
-Ho trovato un compromesso, anche se ancora non l'ho comunicato a mio padre.- rispose, guardando la luna.
-E quale sarà il tuo destino, quindi?-
-Se devo rimanere nel ramo della giustizia tanto vale diventare un giudice. Mi sto impegnando a fondo con l'università così da passare avanti con gli anni se riesco...-
-Ottimo! Vedrò di comportarmi bene per non averti come nemico allora!- rise. Itachi accennò un piccolo sorriso, poco dopo si fece malinconico. Kisame lo guardò ed assunse uno sguardo un po' confuso. Incrociò le braccia ed aggrottò le sopracciglia. -Sei felice, Itachi?- l'Uchiha rimase spiazzato dalla domanda che gli aveva posto. Lo guardò e poi abbassò lo sguardo, scuotendo la testa. -Perché?-
-Vorrei che succedesse qualcosa di nuovo nella mia vita. Intraprendere un viaggio o un avventura o anche semplicemente trovare qualcuno d'amare...-
-Ti posso aiutare io se vuoi! Ti farò fare così tante cose che dovrai chiedermi una pausa!- ridacchiò. -Hai mai pensato che forse c'è qualcuno che possa interessarti ma di cui non ti sei accorto perché troppo impegnato?- Itachi alzò lo sguardo su di lui, facendosi serio e attento. -Il segreto per essere felici è saper godere delle cose che fai nel presente. Anche stare semplicemente tra la natura può renderti felice, basta solo che chiudi gli occhi e ti sentirai magicamente completo e sereno. Hai mai provato?- il moro scosse la testa. -Bene, allora chiudi gli occhi, fai un respiro profondo e ti sentirai felice. Concentrati su te stesso e quello che provi, magari riesci a scoprire qualcosa d'interessante.- entrambi chiusero gli occhi, fecero un respiro profondo e rimasero ad ascoltare tutto ciò che li circondava e ciò che provavano.
Itachi iniziò a sentirsi meglio. Cercò di far luce sui propri sentimenti per vedere se per caso vi fosse qualcuno a cui teneva. Ripercorse molti momenti della sua vita ed ogni volta che pensava agli attimi trascorsi con Kisame sentiva uno strano calore nel petto. Si chiese cosa volesse significare ciò che provava, che tipo di affetto fosse, ma poco prima che potesse scoprirlo un brivido gelido gli percorse la schiena facendolo irrigidire e focalizzare il pensiero sulla sua salute. Si strinse le spalle per riscaldarsi, iniziando a muovere le gambe. Kisame aprì gli occhi, lo guardò e si tolse la giacca per coprirlo.
-Che stupido, avrei dovuto dirti che non era saggio stare fuori...- commentò l'Hoshigaki ridacchiando. Itachi si voltò verso di lui con le guance leggermente arrossate. Il cuore prese a battergli velocemente. Si guardarono negli occhi senza dire nulla fino a che la vista del moro non iniziò a mancare. Si mise una mano sul viso, iniziò a tremare impercettibilmente. Kisame lo avvolse con un braccio e lo aiutò ad alzarsi. -Ti accompagno a casa...- il moro si strinse alla sua camicia, lasciandosi guidare dall'amico. Uscirono dalla villa senza essere notati.
-Ma la sua fidanzata?- si domandò l'Uchiha, avrebbe voluto chiederglielo ma rimase in silenzio. Tirò fuori dalla tasca il cellulare e glielo diede a Kisame. -Puoi mandare un messaggio a mia madre e dirgli che sto tornando a casa?-
-Certo...- fece come chiesto nel mentre aspettavano l'arrivo dell'automobile. Quando il parcheggiatore tornò, l'Hoshigaki lo aiutò a salire in macchina e dirigersi così a casa. -Ti senti meglio?-
-No...- strinse le mani a pugno. Kisame lo avvolse con un braccio per cercare di calmarlo ed in tanto incominciò a parlare di situazioni buffe che gli erano capitate nella sua vita.
-Una volta alle olimpiadi sono finito nello spogliatoio delle donne. Immagina che figura ho fatto e quanto ho rischiato! Le donne che fanno karate sono molto più aggressive degli uomini.- ridacchiò, sperando di portare un sorriso all'amico. -Alle olimpiadi di Sochi, invece, sono stato rincorso da un cane. Quel bastardo mi aveva morso una chiappa strappandomi i pantaloni. Sono dovuto arrivare in palestra con mezza natica scoperta! Non ti dico i fotografi...- pian piano il moro iniziò a calmarsi e a farsi più sereno, la vista si accinse a tornare. Arrivati a casa di Itachi, Kisame lo accompagnò fino alla soglia per sicurezza.
-Grazie...-
-Figurati! Se hai bisogno di qualsiasi cosa puoi chiamarmi!- gli sorrise. -Riposati bene e non sforzare la vista.- il moro annuì, l'Hoshigaki si voltò. -Buona notte.- fece per andare quando l'Uchiha lo chiamò, si voltò e rimasero a guardarsi per un'istante. Itachi non capì perché lo avesse chiamato, l'unica cosa che sapeva era di non voler rimanere da solo. Ma non gli chiese di fargli compagnia.
-Buona notte...- disse con tono pacato e gentile. Kisame gli sorrise.
-Sogni d'oro, Itachi...- pronunciò il suo nome con molto affetto, poi se ne andò. Il moro rimase a guardarlo allontanarsi per poi entrare in casa.

 

 

 

Deidara uscì dal bagno dopo diversi minuti. Stava peggio di prima, ma non gli importava. Raggiunse i suoi genitori per avvisargli che si sarebbe ritirato nella sua stanza per riposare. Quando arrivò da loro, notò un ragazzo dai capelli rossi che stava conversando con loro.
-Otets*...-
-Oh, Deidara eccoti! Ti presento Hiruko è di una famiglia importante giapponese.- il ragazzo dai capelli rossi si voltò verso il biondo mostrando il suo viso ornato da una maschera. Il biondo assottigliò lo sguardo. Aveva come la sensazione di averlo già visto da qualche parte.
-Piacere di conoscerla, signorino Deidara...- fece un piccolo inchino.
-Piacere mio...- sussurrò.
-Perché non conversate un po', ha detto che gli piace l'arte...magari può interessarti.- suggerì la madre con tono distaccato. Sentendo le parole della madre pensò che potesse trattarsi di Sasori, ma tale convinzione svanì poco dopo.
-Ne sarei onorato!- disse il rosso tenendo gli occhi fissi su Deidara. Il biondo annuì e lo portò nello studio che vi era accanto alla sala.
-Almeno qui non c'è casino...- commentò il biondo, facendolo entrare. Chiuse la porta e quando si voltò verso di lui sgranò gli occhi. -Sasori...- sussurrò, scosse la testa. -Che cazzo ci fai qui, Sasori?- chiese un po' irritato e allo stesso tempo sconvolto, mettendo le mani tra i capelli e facendo avanti e indietro per la stanza.
-Sono qui per te...- il biondo si fermò e voltò verso di lui.
-Co...cosa?-
-Sono qui per te... Avevo bisogno di vederti.-
-E perché mai? Per farmi stare peggio di come mi sento di già? Credevo avessi capito che non volevo più rivederti per il bene di entrambi!- esclamò alzando leggermente la voce.
-Devo dirti una cosa importante. - teneva gli occhi fissi su di lui, facendolo agitare ancora di più.
-E allora vieni nella tana del lupo, mi pare logico!- commentò sarcastico.
-Così non mi avresti evitato...-
-Allora sbrigati a parlare, così puoi sparire prima che io impazzisca!- le mani gli tremavano dal nervosismo e la testa gli girava per via della debolezza.
-Non voglio che tu te ne vada dalla mia vita, Deidara... Non so cosa mi sta succedendo, ma mi fai provare cose che non sentivo da anni...- il biondo posò lo sguardo su di lui facendo incontrare i loro occhi, era senza parole e il cuore gli stava esplodendo nel petto. Non poteva credere a ciò che stava succedendo. -Mi fai stare bene e fai nascere in me la speranza di poter guarire...- gli si avvicinò, tenendo lo sguardo basso. -Posso...- gli prese la mano. -Posso entrare nella tua vita?-
-Io...- rimase imbambolato per qualche secondo, credeva di avere un allucinazione eppure era tutto vero, la salda presa della mano del rosso era reale. Ma ad un tratto si ricordò della realtà in cui viveva, degli obblighi che lo opprimevano e che lo costringevano a vivere una vita piena di falsità e illusioni. Gli tornarono alla mente le fredde parole del padre la prima volta che lo aveva visto baciarsi con un ragazzo: “Mi fai ribrezzo! Ti brucio vivo! Non osare rifarlo o sei morto! Non osare mettere in cattiva luce questa famiglia per questo tuo malsano modo di essere!” , sentì l'odio e la stretta della sua mano intorno al collo. Si mise la mano destra sulla spalla sinistra, stringendo con forza la camicia. -Non posso, vorrei tanto ma non posso...- si voltò, strizzando gli occhi e mordendosi un labbro. -Ho giurato a mio padre che non...avrei macchiato la mia famiglia e non posso rischiare di...- rivelò con voce rotta. Abbassò la testa, stringendo i pugni. Sasori gli si avvicinò, prendendogli la mano.
-Andrà tutto bene...- il biondo fu felice nell'udire quelle parole rincuoranti, ma allo stesso tempo si sentì morire dentro poiché sapeva quanto fosse pericoloso suo padre. Conosceva le conseguenze che avrebbero passato in caso fosse venuto a scoprirlo. Corse via come se volesse scappare da quella situazione e volesse finalmente liberarsi da ogni obbligo. Sasori lo rincorse fino a che non si fermò nel suo rifugio, l'angolo del giardino circondato da cespugli di rose. -Deidara... cosa ti turba?- gli chiese con tono calmo e gentile.
-Non voglio rischiare che ti faccia del male!- esclamò con rabbia, stringendo i pugni. -Non posso vivere pensando che possa accaderti qualcosa per colpa mia e sua. Vorrei vivere una vita normale e fare cose normali. Avere una famiglia con l'uomo che amo senza paura...- Sasori rimase in silenzio, comprendendo ciò che affliggeva il suo animo. Non sapeva come dargli un po' di sollievo quindi si limitò a prendergli la mano per voltarlo e poi baciarlo. Il biondo in un primo momento ne fu sorpreso, ma poi si lasciò andare e ricambiò. Quanto aveva sognato di poter sentire quelle sue candide labbra sulle proprie, poterlo stringere a sé e sentire il suo cuore battere contro il proprio petto. Ogni problema che li angosciava era scivolato via, era come se si fossero catapultati nel loro mondo. In quel momento capirono di aver sempre desiderato quel contatto, compresero che le loro anime si erano unite fin dal primo momento che si parlarono. Sasori si staccò lentamente dalle sue labbra, posando la fronte contro quella del biondo. Deidara rimase con gli occhi chiusi fino a che non lo sentì parlare.
-Staremo bene vivendo ogni secondo come se fosse l'ultimo. Non possono toglierci il presente...- sussurrò a pochi centimetri dalle sue labbra. Il biondo sorrise chiudendo gli occhi per poi abbracciarlo forte e farlo cadere all'indietro.
-Sono felice, Danna... Sono felice che tu sia accanto a me.- si aggrappò saldamente alla sua giacca per paura di perderlo.
-Anche io...- gli accarezzò i capelli tenendo gli occhi chiusi e lasciandosi cullare dal suo dolce profumo.
Non sapevano come sarebbe andata a finire. Non volevano nemmeno sfiorare quel pensiero che li faceva stare male. Sapevano che si erano avventurati in un sentiero pieno di insidie e peripezie, ma volevano credere che avrebbero superato qualsiasi cosa grazie alla speranza. Tutto ciò che davvero contava in quel momento erano i sentimenti che provavano l'uno per l'altro, capaci di farli sentire magnificamente bene.
Si guardarono negli occhi senza dirsi nulla. Sasori gli accarezzò una guancia con estrema delicatezza come se avesse paura di scalfirlo. Deidara chiuse gli occhi concentrandosi su quel tocco leggero capace di curargli l'anima. Sasori rimase ammaliato dalla sua bellezza e stranamente si sentì libero dai suoi impulsi malsani. Per la prima volta dopo tanti anni non avvertì il desiderio sadico di violenza scorrergli nelle vene.
-Allora è questo ciò di cui parlava lo psicologo...- si disse senza mai togliere lo sguardo su di lui. -È così piacevole...- si avvicinò alle sue labbra sentendo il suo respiro sulla pelle. -Tu sei...- lo baciò, interrompendo il flusso dei pensieri. Lo strinse forte a sé, mettendo una mano sotto la sua giacca. Sentì sulla propria pelle il corpo scarno di Deidara. Il biondo s'irrigidì appena, gli tolse la mano per evitare che indagasse ulteriormente. Sasori lo fece appoggiare sull'erba senza mai far staccare le loro labbra. Poco dopo si allontanò lentamente dal suo viso, lo guardò negli occhi rimanendo in silenzio per qualche istante.
-Voglio che anche tu guarisca...- gli sussurrò. Il biondo sgranò gli occhi, colto alla sprovvista. -Possiamo tornare a vivere, insieme.- gli accarezzò una guancia. Deidara si commosse e lo strinse forte, nascondendo il viso tra l'incavo del suo collo.
Rimasero sdraiati sul prato per molto tempo intenti a fissare il cielo stellato nel mentre, di tanto in tanto, parlavano. Avrebbero voluto che quell'istante non finisse mai. Avrebbero voluto vivere in quel momento per sempre, privi da ogni preoccupazione. Si erano promessi che sarebbero stati bene e questo era l'unica cosa che davvero importava.




 

La serata era quasi giunta al termine e Naruto decise di riaccompagnare a casa Sakura che era stanca di stare ad aspettare i suoi genitori. Presero un taxi e passarono tutto il tragitto a ridere e scherzare. Ogni volta che la ragazza rideva Naruto si sentiva appagato e colmo di gioia. Era proprio innamorato di lei, più la guardava e più sentiva crescere il desiderio di passare il resto della sua vita con lei.
Quando giunsero presso la sua casa, il biondo uscì dall'auto e l'aiutò a scendere. L'accompagnò fino alla soglia di casa.
-Grazie per avermi accompagnato.- disse la ragazza sorridendogli.
-Figurati, l'ho fatto volentieri e poi mi stavo annoiando anche io...- rise il ragazzo.
-Ma potevi fare conoscenze importanti per il tuo futuro...- commentò Sakura.
-Non importa, ho preferito sentirti ridere e mettermi di buon umore! E poi l'incontro più fondamentale l'ho già fatto!- le sorrise lasciandola confusa. -Ora è meglio che vado, così ti lascio riposare un po'...- le diede un piccolo bacio sulla guancia, facendola arrossire leggermente. -Dormi bene e sogni d'oro...-
-Anche a te!- si guardarono negli occhi per un istante, poi Naruto si voltò ed entrò in auto per farsi riaccompagnare a casa. Una volta arrivato, si diresse verso camera canticchiando. Salì le scale, svoltò a destra e dopo qualche passo arrivò a destinazione. Si spogliò e si mise il pigiama. Poi si buttò sul letto guardando il soffitto e continuando a pensare a Sakura.

-Ormai sono tutto tuo, Sakura-chan...- sussurrò, chiudendo gli occhi e senza rendersene conto si addormentò dopo qualche minuto.
 

 

 

La festa era terminata e Sasuke aspettò assieme ad Hinata l'arrivo del suo autista. Avevano passato quasi tutta la cerimonia a ballare, fermandosi solo per bere e mettere sotto i denti qualcosa.
-Ti ringrazio di essere venuta...- commentò Sasuke, facendo sorridere la ragazza.
-Ho passato una bella serata. Sono felice che tu mi abbia invitato, Sasuke-kun.- gli rispose guardandolo negli occhi per poi abbassare lo sguardo. Poco dopo arrivò l'auto che avrebbe accompagnato a casa Hinata. Le aprì la portiera, Sasuke le baciò la mano, facendola arrossire. Posò gli occhi su quelli di lei per secondi che sembrarono durare un'eternità.
-Buona notte, Hinata...- le disse con un tono di voce quasi dolce.
-Buona notte, Sasuke-kun...- gli sorrise teneramente, si voltò ed entrò in auto. Il moro la guardò allontanarsi, perdendosi nei suoi pensieri.
Qualche minuto dopo giunsero i suoi genitori e tornarono a casa.
-Certo che Itachi è stato davvero molto maleducato a lasciare così la cerimonia!- borbottò Fugaku alquanto irritato.
-Ha detto che non stava bene, quindi ha fatto ciò che era giusto.- gli rispose a modo la moglie, prendendo le difese del figlio. Sasuke aveva la testa altrove. Lo sguardo era perso fuori dal finestrino. Le voci dei suoi genitori non le percepiva nemmeno.
Non appena arrivarono al loro ovile, s'incamminò verso la propria stanza. Si tolse la giacca e la cravatta buttandole per terra, per poi lasciarsi cadere sul letto con le braccia aperte. Non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine di Hinata quando varcò la soglia della sala. Gli sembrò di aver visto un angelo. Più si concentrava sulla sua figura e più si sentiva strano. Aveva il cuore che batteva velocemente e lo stomaco in subbuglio. Si sentiva felice e completo. Era come se prima di quel momento avesse vissuto la sua vita solo per metà, per poi ricongiungersi con la parte mancante di sé. Si mise una mano sul petto, sentendo il cuore sussultare e accelerare ogni volta che pensava al viso sorridente di Hinata. Ormai ne era più che convinto, la freccia di Cupido lo aveva colpito proprio quella sera.






*otets= padre (pronuncia atiez)


  

 
Buongiorno a tutti! Scusate il ritardo ma ieri ho lavorato fino a tardi e non ho avuto tempo. Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto e sia venuto abbastanza bene (scusate per gli eventuali errori). 
Grazie a tutti voi che leggete, seguite e a cui piace la storia!
Il prossimo capitolo uscirà Martedì, se tutto va bene.

A presto e grazie ancora di tutto!

Ryuga Hideki
   
 
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