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Autore: Daleko    07/03/2018    3 recensioni
"Lui camminava guardando lei, lei gli trotterellava al fianco fissando la strada. «Ma Nico che ha detto, viene per Olandese?» gli chiese all'improvviso. Alessandro notò lo smartphone crepato che stringeva nella mano destra. «Gli stai scrivendo?» domandò in rimando, occhieggiando lo schermo. «Sì, ma su Whatsapp non risponde» gli mostrò lei: gli ultimi sei messaggi erano stati inviati da Chiara. Alessandro apprezzò mentalmente il non aver trovato emoticon affettuose sullo schermo."
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"«Giuro che questa volta t'ammazzo, questa volta ti... Devi smetterla di tirarmi in mezzo a questa roba, hai capito?» ringhiò il ragazzo al telefono. Ci fu qualche secondo di silenzio riempito solo dalla pioggia. Nicola si era riparato sotto uno dei balconi del primo piano, l'acqua gli schizzava sulle scarpe ma la rabbia gli impediva di sentire freddo. «Senti Nico... Tu non devi rompere i coglioni a me perché tu c'hai i cazzi tuoi per la testa e all'improvviso te ne vuoi tirare fuori, t'è chiaro?». La voce al cellulare era stranamente glaciale, sgarbata, poco familiare. Il ragazzo non fu reattivo come avrebbe voluto."

Storia romantica ambientata all'Università "L'Orientale".

Feb2019: Storia modificata e revisionata.
Genere: Malinconico, Slice of life, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amori sanguigni'
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3.

 

I ricci castani gli ricadevano sulla tempia destra in modo elegante, la montatura degli occhiali sembrava essere stata progettata per la forma del suo viso, le labbra si schiudevano attraenti lasciando spazio, quando necessario, alla sua voce calda e profonda. Alessandro lo guardava, lo ascoltava, lo invidiava e ribolliva. Il suo primo giorno era iniziato con la convinzione di essere uno schianto, e invece erano le sue speranze a starsi schiantando contro un muro. Si sentiva banale e fuori posto, cosa rara per lui che di solito godeva di un'autostima fin troppo elevata. La prima cosa che fece quella sera, tornato a casa dopo il loro primo incontro, fu di regolarsi la barba in un taglio simile al suo. Aveva sempre amato il proprio aspetto, le ciglia lunghe e folte dall'aria tenebrosa, le labbra sottili, la fronte alta, l'abbronzatura naturale... Ma da qualche giorno gli sembrava di vedere solo difetti, difetti nati per contrasto con i pregi dell'altro Alessandro: non aveva gli zigomi alti, non aveva gli occhi chiari, non aveva la mascella definita, non aveva nemmeno una postura militare o il suo fisico appena muscoloso, di quel vedo-non vedo che tanto fa impazzire la ragazze. Non aveva niente, e con quel pensiero anche la sua autostima iniziò a vacillare. Cominciò a mangiarsi le unghie.

 

Al bar del secondo piano erano soliti sedersi a un tavolino, ma da quando l'altro Alessandro aveva fatto la loro conoscenza era sempre più presente, forse troppo presente, nonostante non fosse parte del gruppo. Non che l'Alessandro originale, come si autodefiniva, volesse evitarlo: ma il lunedì mattina alle otto era davvero troppo presto per iniziare a subire l'umiliazione del confronto.
«E com'è Scienze Politiche?» ciarlava Chiara rivolta verso Alessandro. Il ragazzo le rispondeva affabilmente, lasciandosi trascinare nella conversazione, mentre Nicola e l'altro Alessandro si scambiavano sguardi cupi al di sopra delle loro tazzine vuote. «Interessante, direi. Certo, ci sono molte cose poco simpatiche che ancora dovete scoprire, dell'università... Ma tutto sommato, ne vale la pena» rispondeva lui senza smettere l'espressione sorridente. Chiara sfarfallò le ciglia annerite dal mascara. «Veeero, tu sei al secondo anno!» ricordò interessata. L'Alessandro annoiato sferrò un calcio silenzioso a Nicola, le gambe nascoste dalla superficie del tavolo, per comunicargli qualcosa. Si alzarono, attirando l'attenzione degli altri due. «Raga, io e Nicola dobbiamo vedere della roba per i libri di Olandese. Torniamo subito» li avvisò con tono fintamente allegro, poi si allontanò dal bar assieme all'amico. Appena furono abbastanza distanti lo afferrò per un braccio, tirandolo a sé per poter parlare sottovoce. «Oh ma da dove è uscito quello?» borbottò, probabilmente intenzionato a spettegolare. Nicola si divincolò con fastidio, infossò le mani nelle tasche della felpa e fece spallucce, continuando a spaziare con lo sguardo. «Daje Alessa
, sta solo parlando. Se ti dà fastidio che parli solo lui intromettiti, no?» provò a suggerire. Alessandro si accigliò. «Ma che c'entra? È... È...» provò a rispondere senza trovare le parole giuste. Nicola ghignò, finalmente alzando gli occhi verso quelli dell'altro. «Sì, eh? Fa quest'effetto a tutti» rispose con una punta di soddisfazione nella voce.
L'acuta, inconfondibile risata di Chiara arrivò loro e li indusse a girarsi verso il bar. Li videro salutarsi scambiandosi due baci sulle guance, poi Alessandro assicurò la borsa a tracolla e si diresse verso le scale, voltandosi nella loro direzione. Intercettando lo sguardo di Nicola gli ammiccò divertito, poi scese rapidamente le scale. Chiara lo seguì con lo sguardo, Nicola rimase immobile per qualche secondo, poi si affrettò verso le scale. «Oh, ma dove vai?» gli urlò dietro Alessandro, non ricevendo risposta. Chiara lo raggiunse. «Ehi! Avete visto il fatto dei libri?» chiese allegramente. Il ragazzo le si rivolse balbettando, ancora concentrato sulle scale. «No, cioè... Sì, ma... Dov'è andato Alessandro?» cambiò argomento. Lei si accigliò. «Fuori a fumare, perché? Ma dov'è andato Nicola?». Alessandro le toccò le punte dei ricci, sovrappensiero. «Niente, niente. Andiamo a prendere i posti. Siamo al piano terra, giusto?» si assicurò mentre s'incamminavano verso le scale. «Sì! L'aula di fronte l'ingresso. Ma non correre, c'è ancora un sacco di tempo!» affannò per stare al passo dell'altro.

Al piano terra c'era la consueta folla precedente le lezioni. Mentre Chiara cercava Nicola nel trambusto, Alessandro rivolse la sua attenzione verso l'esterno dell'edificio. Lasciò la ragazza a occuparsi dei posti e attraversò l'ampio atrio modificando la sua visuale dell'esterno, riconoscendo gli altri due fuori in strada. Alessandro fumava a braccia incrociate, gesticolando con la mano che reggeva la sigaretta; Nicola dapprima gli sembrò molto irritato, poi decisamente arrabbiato. Non poteva ascoltare la loro conversazione a quella distanza, quindi si limitò a osservarli.
Nicola non stava avendo una discussione amichevole, ma quando batté con forza un indice contro il petto dell'altro quello non ebbe la reazione negativa che ci si aspetterebbe; anzi, sembrò forse ancora più divertito di quanto non fosse prima. Era quasi solo Nicola a parlare, probabilmente a sfogarsi, mentre l'altro si limitava a rispondere o commentare di tanto in tanto. Più di una volta Nicola sembrò sul punto di prenderlo a pugni (l'altro Alessandro quasi ci sperava), e più di una volta invece arretrava, quasi nel volersi trattenere dal fare qualcosa di stupido. Inaspettatamente, d'un tratto il suo interlocutore gli poggiò una mano in testa con fare paterno, provando a scompigliargli i capelli. La reazione dell'altro non fu di normale smarrimento, quanto di rabbia: alzò di scatto un braccio, allontanando quello di Alessandro, e tornò a puntargli un dito davanti alla faccia, forse minacciandolo. Alessandro rise, gettò la sigaretta a terra, portò la mano destra nella tasca della giacca e ne estrasse un pezzo di carta (l'altro Alessandro era troppo lontano per capirne la natura), che infilò nello scollo della felpa di Nicola, immobile. Sembrava tremare dalla rabbia, e quando Alessandro si voltò verso l'ingresso della sede l'altro Alessandro scattò nuovamente verso la folla, turbato dalla scena che aveva appena spiato. Ritrovò Chiara proprio mentre la porta dell'aula veniva aperta, e tennero occupato un posto per Nicola per parecchio tempo prima che lui si presentasse. Alessandro non chiese e Nicola non disse, solo Chiara sembrò non accorgersi di una certa tensione nell'aria.


 



Note dell'Autore
Non è troppo confusionario con due Alessandro presenti, vero? Sul serio, lasciatemi dei feedback, va bene anche un "fa tutto schifo ciao", almeno capisco le impressioni altrui (e mi sento considerato, vvb). Ripeto ancora una volta che tutti i personaggi sono solo frutto della mia immaginazione. A presto!

   
 
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