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Autore: cussolettapink    09/03/2018    7 recensioni
Brath Hill, questo era il nome del quartiere dove erano capitati. Lo chiamavano "il quartiere del non ritorno" e, sebbene sembrasse il titolo di un horror di quarta categoria, era tristemente noto per essere uno dei quartieri più malfamati dell'intera Gran Bretagna.
"Facciamo così allora: Se tu esci puoi affrontare quello che ti succederà ma noi lasceremo in pace la tua fidanzatina. Se invece ci lasci lei, ti lasceremo andare senza fare neanche un graffio a te o alla tua auto"
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 13 - Rescue

“Che cosa vuoi farmi?! Perché mi hai portata qui? Cosa vuoi da me?” la bionda continuava a fissare il suo aguzzino.

Non si era resa conto quasi di nulla, aveva avuto solo il tempo di lasciare quel messaggio ad Harry che aveva perso i sensi.

Si era risvegliata e trovata con i polsi legati a una sedia, buttata in una stanza che trasudava sporco da ogni angolo.

“Cosa voglio? Tranquilla che tu non mi interessi minimamente, voglio solamente che quelle cinque checche dei tuoi amichetti imparino la lezione. Portare una ragazza dentro il quartiere, uscirci, frequentarsi con loro… che schifo.” Lo sguardo del ragazzo era seriamente disgustato, come se l’idea che qualcuno al di fuori del quartiere potesse avere a che fare con loro fosse una cosa così impensabile da reputarla semplicemente impossibile.

“Cosa vuoi farmi?” chiese lei con una strana calma, forse dettata dalla rassegnazione che, fino a quando sarà il volere del suo aguzzino, lei rimarrà lì.

“Niente di più di quanto ti sarebbe dovuto capitare quella sera. Benvenuta ai depositi tesoro, qui è dove portiamo le belle ragazze come te che si perdono per il quartiere” sorridendo malignamente, il ragazzo si voltò verso la porta pronto ad andarsene.

“Aspetta! Non puoi lasciarmi qui da sola!”

“E chi ha detto che sei da sola piccola? Ci pensiamo noi a te adesso” parlò una voce da dietro di lei, facendole salire mille brividi per la nuca.

Girando lievemente il viso, vide un uomo che si stava avvicinando insieme ad altri due, anche questi adulti e con l’aria molto poco raccomandabile.

“Vi prego… non fatemi del male” sussurrò lei, capendo che tanto urlare in quel posto deserto non sarebbe servito a nulla.

“Se ti comporterai bene potrebbe perfino piacerti, tesoro” parlò un altro.

Pur capendo quanto fosse inutile, la ragazza cominciò ad agitarsi sulla sedia su cui era stata legata, cercando almeno di allentare le corde che la tenevamo bloccata.

“Stai ferma, puttana!” il terzo uomo le diede uno schiaffo, facendola subito immobilizzare per il terrore.

“Suvvia Ed, sii più galante. Non vedi che la signorina non è come le solite drogate che finiscono qui?” commentò il primo uomo che aveva parlato.

“Certo Richard, si vede che è una donna di classe, altrimenti perché finire a Brath Hill?” commentò l’unico uomo che era rimasto ancora senza nome, visto che ormai era riuscita a capire chi fosse Ed e chi Richard.

“Dobbiamo cercare di chiedere aiuto in qualche modo!” la Liz nella sua testa era nel panico quanto o più di lei, cercava senza sosta di trovare una soluzione che avrebbe potuto farle prendere tempo.

Disgustata da se stessa, trovò nella sua mente l’unica tattica che forse le avrebbe permesso di resistere quanto più possibile.

“Richard” parlò utilizzando volutamente un tono basso e malizioso “hai ragione, non sono la solita ragazza che vi passa sotto mano, quindi perché non approfittarsene?”

Richard si fermò, guardandola con un misto di curiosità e eccitazione “spiegati”

“Voglio dire, sono nel pieno delle mie capacità quindi potrei procurarvi piacere senza fare tante storie e dando meno da faticare a tutti voi… se solo tu mi slegassi”

“Certo, la signorina vuole essere slegata! A me non piacciono quelle accondiscendenti sai? Mi piace terrorizzare le belle ragazze” si intromise Ed, avvicinandosi minaccioso alla ragazza che di contro cercava di tenere lo sguardo su Richard.

Aveva intuito, con quel poco tempo e raziocinio che le era rimasto, che il volere di Richard era quello più ascoltato tra i tre e che avrebbe dovuto tentare il tutto per tutto con lui se voleva avere anche solo una possibilità che Harry arrivasse in tempo.

“Bambolina, lascia stare Ed e continua, sono molto interessato”

Prendendo ogni suo piccolo grammo di abilità recitativa, la ragazza continuò a guardare l’uomo con lo sguardo più lascivo di cui era capace – e quindi pari allo 0 – sperando che gli ormoni dell’uomo lo portassero a fare un passo falso.

“Potrei farti divertire senza che tu debba sforzarti” si trovava disgustosa e penosa, purtroppo non le era venuta idea migliore che riuscisse a distrarre in modo così efficace i tre uomini – o per meglio dire mostri – che si trovava di fronte.

“Questa mi ha stancato! Pensa di venir qui e fare i suoi giochetti come le pare e piace! Ora le insegno io come bisogna parlare!” Ed si fece avanti e mise una mano sulla spalla di Nicole, apprestandosi a scendere sopra il seno.

Non sopportando le mani di quel verme sopra il suo corpo, la bionda morse il braccio dell’uomo, stringendo quanto più era capace i denti attorno alla carne dell'uomo.

“Puttana!” Ed diede un manrovescio così potente alla ragazza da farla cadere ancora tutta legata alla sedia.

Il sapore del sangue si espanse prepotentemente nella sua bocca, segno che doveva essersi tagliata o addirittura spaccata il labbro.

“Così la rovini e poi non possiamo divertirci! Ed vatti a dare una calmata e tu” l’uomo fissò Nicole che ancora si trovava a terra “non sono nato ieri, volevo vedere dove saresti arrivata ma ora si fa sul serio, non puoi veramente aver pensato che credessi a quella patetica messa in scena di poco fa” ridendo maligno, l’uomo tirò fuori dalla tasca un coltellino svizzero, avvicinandosi alla bionda.

Chiudendo gli occhi e attendendo un lancinante dolore da qualche parte, la bionda li riaprì quando si accorse che le erano solo state tolte le corde che la tenevano bloccata a quella sedia.

Caricando la gamba al massimo, cercò di lanciare un calcio a Richard colpendolo poco sotto il ginocchio e facendolo accasciare a terra.

Con uno scatto si liberò dalle corde ormai tagliate e si alzò dalla posizione in cui si trovava per correre verso la grande porta che era l'ingresso del magazzino/deposito.

Mancavano ormai pochi metri quando si sentì oppressa da un peso enorme, realizzando troppo tardi che l’uomo a cui non era ancora riuscita a dare un nome le si era buttato addosso e ora la immobilizzava a terra.

“Ora è veramente la fine, bambolina. Mi hai fatto davvero incazzare” Richard anche si era alzato e ora si avvicinava insieme a Ed, pronto a far provare alla ragazza tutte le sofferenze immaginabili.



“Richard, Ed, cosa cazzo state facendo? Mio padre lo sa che perdete tempo in cazzate invece che lavorare?”

Una voce gelida – ma tremendamente familiare – la portò a guardare la porta che aveva tentato di raggiungere poco prima.

Niall, Harry, Zayn e Louis erano fermi sulla porta del deposito, il biondino con le braccia conserte continuava a guardare con un’espressione dura i due uomini che si trovavano a pochi passi da lei.

Voleva urlare, ringraziare Dio e tutti i Santi per aver fatto in modo che i ragazzi arrivarono prima dell’irreparabile ma si rese conto che in quel momento doveva rimanere solamente in silenzio.

“Niall, non occorre riferire niente a tuo padre. Qui ci mettiamo cinque minuti e poi torniamo subito a lavoro” tentò Richard, avvicinandosi con un sorrisino ironico ai ragazzi.

“Forse non mi hai capito Richard, lasciaci la ragazza e vattene subito a fare quello che cui mio padre ti paga, altrimenti ti faccio saltare la testa”.

Un brivido la colpì per tutto il corpo, non aveva mai sentito Niall parlare in quel modo o con quello sguardo, salvo quei due secondi scarsi al bar quando Mark e James stavano importunando la bionda e Denise.

“Ragazzo, potevi dirlo subito che volevi la ragazzina per te e i tuoi amici! Attenti, è una di quelle che devono essere domate”

Sempre più disgustata dalle parole di quel tipo, Nicole continuava a osservare come tutte quelle persone stessero parlando di lei come di un pezzo di carne al mercato.

In tutto quel tempo, l’uomo che l’aveva immobilizzata ancora le stava addosso, bloccandole un braccio.

Allo sguardo di Niall anche lui saltò in piedi trascinandosi dietro Nicole che rimaneva inerme tra le sue braccia.

“Stuart, legala di nuovo alla sedia e lascia divertire i ragazzi, noi troveremo qualche altro passatempo”

Richard guardò Niall e sorridendo si avvicinò alla ragazza, dandole un ultimo manrovescio che la buttò nuovamente a terra.

“Ecco, ora probabilmente starà più tranquilla, non ringraziarmi ragazzo.”

“Già, grazie. Ora torna a lavoro prima che riferisca tutto a mio padre”

La ragazza si ritrovò a ringraziare il cielo che quei tre lavorassero per il padre del biondo e che quindi dedicassero tutta la loro attenzione a lui, perché altrimenti avrebbero notato le nocche di Harry diventare bianche per quanto stava stringendo i pugni.

Anche la ragazza stava facendo fatica a notarlo, un po’ per la patina lucida che ormai aveva sugli occhi - segno del pianto che sarebbe arrivato a momenti per tutto lo spavento e le emozioni provate - e un po’ perché quell’ultimo schiaffo le aveva fatto veramente male, era sicura che le sarebbe comparso un livido prestissimo.

“Divertititevi ragazzi, è tutta vostra” dando una pacca sulla spalla di Niall – che invece rimaneva impassibile davanti a loro – i tre uomini uscirono dal deposito.
 


“Ok, sono partiti” annunciò Louis, che si era allontanato un pochino per assicurarsi che i tre se ne fossero andati.

Harry si precipitò subito al fianco della bionda e la prese tra le braccia, sotterrando il viso tra i corti capelli di lei.

“Abbiamo dovuto interpretare questa scena perché si sarebbero venuti a creare davvero troppi casini altrimenti ma giuro che li avrei fatti fuori con le mie mani… come ti senti?” sussurrò lui flebilmente al suo orecchio, rimanendo in quella posizione e continuando a stringerla a lui.

La bionda dapprima rimase immobile, poi cominciò a piangere in modo quasi convulso mentre stringeva la giacca di pelle del riccio tra le mani e nascondeva la testa sul suo petto.

Tutti i ragazzi la stavano accerchiando, tentando comunque di lasciarle lo spazio sufficiente a non sentirsi soffocare.

“Nicole ci sono io adesso, non permetterò più che ti accada una cosa del genere. Sono stato un coglione a lasciarti da sola, perdonami”

Mentre parlava, la bionda si interruppe un secondo sentendo una sensazione strana alla base del collo.

“Non lo permetterò più, è una promessa” una lacrima era scesa dagli occhi del riccio, una lacrima solamente che però indicava tutta l’ansia, la rabbia, la paura di non arrivare in tempo e tutte quelle emozioni che avevano dominato il ragazzo da quando aveva trovato quel messaggio sulle note del cellulare della bionda.




 
****************
angolo autrice:
Ehi! Ciao a tutte Prima di tutto, tanti auguri a tutte le fantastiche donne che animano questo fantastico sito!
Vi lascio con un'immagine con cui ho ideato l'intero capitolo, la nostra Nicole con Richard!
   
 
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