Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: The girl in the moon    09/03/2018    0 recensioni
Emma vive a Torino ed è una ragazza di ventuno anni come tante, se si esclude il suo particolare passato e un segreto: ogni notte, da quando aveva otto anni, sogna angeli neri volare nel cielo sopra la sua città e, come se non bastasse, da quel giorno si rende conto di avvenimenti strani capitare affianco a lei. Tralasciando questo, la sua vita procede normalmente, finché non si trasferirà con i suoi amici in un appartamento, il cui vicino di casa è Massimiliano, un ragazzo che sembra stranamente interessato a lei e che pare comprenderla come se si conoscessero da anni. Legati da qualcosa più grande di loro, le loro vite cambieranno interamente quando verranno a conoscenza degli Angeli Neri, ovvero Angeli Bianchi corrotti dall'oscurità dei demoni. Ma cosa lega i due giovani a queste creature?
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 

And all the kids cried out: 
"please stop you're scaring me."
I can't help this awful energy.
God damn right, you should be scared of me.
Who is in control?
Control - Halsey.

 

Uscita di casa, Emma chiamò Adriano mentre si dirigeva verso il suo veicolo, sapendo che in quel momento l'uomo fosse in macchina diretto verso la fabbrica chimica dove lavorava.
Rispose subito dopo due squilli: "Ehy gattina, come stai?" era un soprannome che le aveva affibbiato da quando a quattro anni si era impuntata di non voler bere il latte fino a che non fosse stato per terra, come i gatti. Era un capriccio stupido di una bambina piccola, ma era stato l'unico modo per convincerla a fare colazione. Il ricordo e la voce premurosa e gentile di lui le scaldarono il cuore, rendendola nostalgica di quei periodi di vita sciocchi e innocenti.
"Tutto bene. Disturbo per caso?" domandò evitando le feci animali sui marciapiedi, facendole storcere il naso per il disgusto e la maleducazione dei padroni.
"No, no, stavo ascoltando la musica con il telefono attaccato agli autoparlanti della macchina, non preoccuparti. Tu come stai guidando?"
"In realtà non sono ancora in macchina" rispose lei, per poi cambiare discorso e arrivare al sodo, "Remus mi ha detto che hai chiamato. L'appartamento è davvero bello, sai?"
"Sono felice di sentirtelo dire. Spero non ti dimenticherai di me, sarai sempre la benvenuta a casa" quelle parole le strinsero il cuore, ricordandole una cosa: era rimasto da solo. Certo, da una parte era una cosa positiva, l'aveva sempre tenuta fuori dalle poche relazioni che aveva avuto dopo sua madre, le quali alla fine non si erano mai rivelate piuttosto longeve proprio per il fatto che fino ai sei mesi preferiva non presentarle ad Emma per non destabilizzarla troppo. Insomma, se ora avesse voluto una vera e propria relazione, la ragazza non sarebbe stata in mezzo ai piedi, ma dall'altra sapeva quanto profondamente si fosse affezionato a lei, glielo aveva sempre dimostrato.
"Lo farò, non preoccuparti" ribatté la giovane aprendo la portiera della macchina e sedendosi lanciando la borsa nera sul sedile affianco. "Scusami, ma devo andare."
"Va bene, tranquilla. Ciao gatto" la salutò Adriano e per un momento Emma credette di vedere il suo sorriso dall'altro capo del telefono.
"Ciao, Adri."
Chiusa la telefonata, si diresse verso il centro, dove lavorava in una catena di abbigliamento low-cost come semplice commessa. Non era il massimo, ma era quello che era riuscita a trovare. Per il lavoro indossava una giacca tailleur dalla fantasia "principe di galles", una t-shirt bianca, un jeans skinny blu e un paio di sneakers bianche, un look formale ma non troppo, a cui optava in tutte le sue varianti.
Non si trovava parecchio bene con le sue colleghe, Emma era sempre stata il tipo di persona che per qualche motivo faceva molta fatica a legare con coloro che erano del suo stesso sesso, si trovava molto più a suo agio con i ragazzi. Insomma con le colleghe era più una questione di "convivenza pacifica" che di amicizia.
Come al solito doveva parcheggiare fuori dalla zona ZTL, per poi fare un pezzo a piedi. Non le dispiaceva troppo, dopotutto la mattina il centro non era tanto frequentato, cosa che glielo faceva apprezzare ancora più del solito, senza dover fare lo slalom dei passanti.
In poco tempo si era ritrovata all'interno del negozio e subito si diresse verso il magazzino, dove posò la borsa. Tornò dall'altra parte e salutò le sue colleghe che sistemarono con lei gli ultimi indumenti prima dell'apertura. E dopo una decina di minuti, cominciò la giornata di lavoro.
Tutto procedeva alla perfezione se non fosse per gli occasionali movimenti di vestiti sugli scaffali: andava lì per risistemarli quando i clienti non li piegavano, ma prima che potesse toccarli, questi si muovevano da soli, spaventandola. Per quanto le capitasse spesso di vedere cose simili, ogni volta ne rimaneva scioccata e sorpresa, aveva addirittura cominciato a pensare che un fantasma la stesse perseguitando e che facesse di tutto per terrorizzarla. Cosa volesse da lei ancora però non lo aveva capito.
Non poteva sapere che i fantasmi non c'entrassero assolutamente nulla. 

|O|

Tutti i buoni propositi di Massimiliano erano svaniti. Buoni si fa per dire, semplicemente intendeva fare il finto cattivo ragazzo per cercare di conquistare Emma. Peccato che fosse davvero lontano dall'immagine del classico bad boy che si legge spesso e a cui le ragazze sbavano dietro, a cominciare dal suo aspetto: era alto, certo, ma non aveva addominali scolpiti, anzi se si escludevano le spalle larghe per via dei numerosi anni di nuoto, era un tipo piuttosto gracile. Non aveva degli splendidi occhi verdi o grigi, ma castani, per non parlare del naso storto e dei capelli ricci. E poi non aveva minimamente il coraggio di comportarsi come uno di loro.
Forse era anche la stanchezza ad influire: aveva lavorato quasi tutta la notte, dalle 21 alle 3 (doveva ringraziare che non si trattasse di un sabato sera o si sarebbe dovuto fermare fino alle cinque) del mattino. Si trattava di un locale che faceva apericena e poi si trasformava verso mezzanotte in una discoteca. Fortunatamente era un tipo abbastanza notturno, per cui faceva meno fatica a stare dietro a quei ritmi in confronto ad una persona normale, ma era ad ogni modo stancante e a volte avrebbe preferito stare a casa tranquillo come succedeva la domenica sera. Peccato che le bollette non si pagassero da sole.
Anche Yohanna, la sua coinquilina, lavorava con lui. Si erano conosciuti alle superiori e ben presto erano diventati amici e più tardi colleghi. Purtroppo però lei sopportava molto di meno i turni di lavoro, per questo, alle undici di mattino, era ancora a letto mentre lui sistemava casa.
Adhara avrebbe potuto aiutarlo se fosse stata lì con lui, i suoi poteri telepatici erano sempre d'aiuto in occasioni del genere. Ripensare a lei gli strinse il cuore di malinconia. Gli mancava il tempo in cui faceva sempre dispetti ai mortali, spaventandoli di tanto in tanto, gli mancava la sua curiosità, i suoi sogni fantasiosi ad occhi aperti, il suo ottimismo, il suo vivere il presente...aveva sempre pensato che avesse un'influenza positiva su di lui, ma solo dopo che si allontanarono se ne rese davvero conto. Almeno il destino aveva voluto fargli incontrare Yohanna, che in qualche modo lo aiutava a sperare, cosa difficile per lui.
Massimiliano stava sistemando i trucchi della coinquilina in bagno quando con la coda dell'occhio gli sembrò di vedere il suo riflesso, ma non il solito. Gli occhi, i lineamenti e la carnagione erano gli stessi, ma era vestito in un modo nettamente diverso, come se fosse uscito da una stravagante epoca vittoriana; i capelli ricci erano portati all'indietro con il gel, il viso era pulito e senza un filo di barba. Ma soprattutto, sulla sua schiena vi erano due paia di grandi ali nere.
Quando però si voltò completamente verso lo specchio, l'immagine era tornata norma. Ancora una volta portò istintivamente una mano sul ciondolo di spectrolite, stringendolo più forte che poteva, come faceva quasi sempre in quel periodo. Aveva il respiro affannato, gli occhi scuri spalancati per la sorpresa. Non sapeva bene cosa fare, come prendere ciò che aveva visto, voleva solo sentirsi più vicino all'essere davanti allo specchio, più vicino a quell'Angelo Nero. A Rigel. 

|O|

Spazio autrice: Capitolo corto, è vero, ma purtroppo con l'anno degli esami il mio tempo è più occupato da preparazione della tesina, interrogazioni, verifiche e costante ansia, per cui perdonatemi. Ad ogni modo, fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione, spero davvero che questo capitolo vi sia comunque piaciuto.
Alla prossima!

LittleBadDreamer.

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: The girl in the moon