Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Mia addams    11/03/2018    0 recensioni
Harry, Ron ed Hermione abbandonano la scuola per partire alla ricerca degli Horcrux... ma la storia non finisce con la loro partenza, la storia continua con la rivoluzione di Ginny, Neville e Luna, con la rifondazione dell'Esercito di Silente, con un nuovo malvoluto Preside, con i fratelli Carrow nel corpo insegnanti, con una nuova Hogwarts, spaventosa, oscura... un'altra Hogwarts.
Genere: Avventura, Dark, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La ribellione di Hannah e Seamus.


Hannah si sentiva in una favola, una di quelle in cui il cavaliere bacia la sua dama prima della battaglia e la vince, restando con lei per tutta la vita. La sua mente era in balia dell'emozione, non riusciva a credere che Neville Paciock l'avesse davvero baciata. Non aveva mai creduto, neanche solo per un secondo, di piacere ad un ragazzo popolare e audace come Neville, si era sentita onorata quando tra tantissime ragazze affascinanti e in gamba il Grifondoro aveva scelto lei per uscire. Lui le aveva detto di essere cari amici, che era una sua grandissima amica... ma in quel momento che cosa erano? Quel bacio significava realmente l'inizio di qualcosa da costruire insieme?
Un futuro in cui c'erano soltanto lei e Neville si faceva largo nella testa della ragazza, un futuro lieto e spensierato... ma molto, molto lontano.
Con il cuore che ancora batteva, fece per tornare nella sua Sala Comune quando, passando per l'aula dei Carrow, udì le loro voci strascicate e rimase pietrificata dall'orrore: sentiva la felicità scivolare via come il vento tra i capelli, come se una grossa bolla fosse appena scoppiata tra le sue mani.
« Che diavolo significa, Alecto? »
« Quello che ti ho detto! Quella vecchia schifosa è riuscita a farla franca, tutti i maledetti giornali ne parlano! Significa che non abbiamo più nulla per fermare quel moccioso, con la vecchia al sicuro e lui convinto che noi non verseremo sangue puro. »
« Un sacrificio deve pur essere fatto... »
Hannah si sentì mancare e fu per mera fortuna che non crollò come una bambolina di pezza dinanzi la porta dell'aula dei due Mangiamorte. Avevano davvero attaccato la nonna di Neville ma lei era riuscita a scappare, non avevano più nulla per ricattarlo. I Carrow avevano ragione: in quel modo, il ragazzo non si sarebbe mai fermato, non aveva più nulla da perdere. Eccetto...
« Hai intenzione di uccidere il ragazzo? Dopo tutte le raccomandazioni del Signore Oscuro sul fatto di non uccidere i Purosangue? »
« Il Signore Oscuro capirebbe il motivo per cui lo faccio. »
Hannah respirava a fatica, il fiato mozzo e il petto compresso da un grosso macigno.
« Sei sicuro? »
« Che scelta abbiamo, Alecto? Farci mettere i piedi in testa da quei mocciosi dell'Esercito di Silente?! Potrebbe andare ad Azkban, se proprio non vogliamo disobbedire al nostro Signore ma quei ragazzini devono capire a cosa vanno incontro. Solo in questo modo la ribellione potrà essere soffacata: non abbiamo più scelte. Agiremo in questo modo! »
« Quando? »
« Il prima possibile! Anche adesso, se necessario! »
« Sì! Starà organizzando un tiro mancino con i suoi, no? Esattamente come ha fatto nei sotterranei! »
Hannah si sentì ghiacciare il sangue nelle vene e senza quasi respirare andò via in punta di piedi e, una volta seminata l'aula, corse a perdifiato, le lacrime agli occhi e il cuore che batteva velocemente come se stesse scandendo il tempo che restava a Neville. Non aveva dubbi su quello che aveva udito: l'avrebbero ucciso o l'avrebbero fatto i Dissennatori ad Azkaban. Con la testa che premeva e la paura nel cuore, vomitò dentro la prima armatura che si trovò di fianco e si asciugò la bocca secca con la manica. Era in condizioni pietose, non riusciva a credere che un attimo prima aveva baciato l'amore della sua vita vivendo un momento tanto meraviglioso quanto intenso e che neanche un minuto dopo lo stesso amore della sua vita stava andando incontro alla morte per mano dei due Mangiamorte.
Non doveva permetterlo. Si sarebbe frapposta tra loro e Neville, se fosse stato necessario, ma lui non sarebbe morto. Non riusciva neanche a formulare il pensiero di una possibilità, nella sua mente il loro futuro era stato scritto a caratteri cubitali dopo quel bacio.
Non sapeva come salvare il ragazzo... eppure c'era un modo per sparire da Hogwarts. I gemelli Weasley, due anni prima, erano riusciti ad evadere dal castello ma a quel tempo il territorio di Hogwarts non era controllato e circondato da Mangiamorte e Dissennatori, e correre nella Foresta Proibita sarebbe stato un vero e proprio suicidio. Come avrebbe fatto, allora?
La risposta le salì alle labbra prima che potesse pensarci.
Iniziò a correre furiosamente verso il settimo piano e, individuata la nuca di Neville nel corridoio in compagnia dei suoi amici Grifondoro, si lanciò verso di lui senza avere la forza di chiamare il suo nome, senza avere la forza di fare nulla se non precipitarsi dal ragazzo, che si era voltato udendo il rumore dei suoi passi frenetici.
« Hannah! » sorrise lui una volta che l'ebbe individuata, di un sorriso così limpido e bello che la ragazza quasi pianse al pensiero di non poterlo vedere più. « Hai letto il giornale, vero? Ho in mente qualcosa che non si scorderanno per il resto della loro... » si interruppe, notando che qualcosa non andava nel viso di Hannah, che sembrava come paralizzata. « Hannah, c'è qualcosa che non va? »
In tutta risposta, lei era scoppiata a piangere, abbracciandolo con una forza che il ragazzo non comprendeva. Non voleva lasciarlo ma dovette farlo, e non le importava neanche che l'avesse stretto in quell'abbraccio dinanzi a Seamus, Calì e Lavanda: in condizioni normali non l'avrebbe mai fatto. Non aveva tempo per sentirsi in imbarazzo, doveva avvertire Neville prima che fosse troppo tardi.
Neville si era scambiato uno sguardo atterrito con Seamus che, quella volta, non aveva trovato nulla di divertente nella situazione. Anche Calì e Lavanda parevano pietrificate: Hannah appariva mentalmente instabile.
« Devi andare immediatamente via! » esordì quest'ultima in maniera disperata, scrollando le vesti del ragazzo. « Li ho sentiti, fanno sul serio! Tua nonna sta bene ma tu devi andare via, Neville, vattene via da qui prima che ti prendano! »
Neville aveva sbarrato gli occhi, sconvolto. « Cosa hai sentito, Hannah? »
« Azkaban! Loro... tu morirai, Neville, vattene via. » era sotto shock.
Neville guardò gli amici, impanicato: era questione di tempo prima che i Carrow l'avrebbero trovato, non ci avrebbero messo molto. Ma cosa poteva fare per scampare alla loro furia? I due Mangiamorte l'avrebbero cercato fin sopra la Torre di Grifondoro, non aveva chance di vittoria contro di loro, non poteva smaterializzarsi e non poteva correre via da Hogwarts.
Si sentiva in trappola.
« Dobbiamo fare qualcosa! » si intromise Seamus, terrorizzato al sol pensiero. « La scuola sta finendo, questa volta non puoi rischiare sul serio! Ti uccideranno, e lo faranno, Neville, non hanno più come ricattarti. »
« Avevamo detto che avremmo combattuto insieme, non puoi sacrificarti ai Carrow. » disse Calì sconvolta, mentre il cervello di Neville lavorava velocemente.
« Troveremo un modo per... »
« Ma certo! » aveva urlato Neville, battendo furiosamente un piede a terra e sentendosi illuminato. « La Stanza delle Necessità! L'unica che esaudisce i desideri di chiunque, l'unica in grado di darmi la giusta protezione, la stanza impenetrabile per loro! Quella che ha tutto ciò che serve a chi la cerca... ma proprio tutto! »
Hannah fissava Neville con cuore sprizzante di gioia nonostante lo shock: anche lei aveva pensato alla Stanza.
« Loro non sanno in cosa si trasformerà la stanza, non possono accedervi. » aveva completato il ragazzo, speranzoso.
« Geniale! » esclamarono Seamus, Calì e Lavanda.
« Ma non posso lasciarvi qui e... »
« Vogliono uccidere te, non noi. » aveva osservato Seamus. « Noi ce la caveremo, amico, fidati. »
Ma Neville stava guardando Hannah, la sua amata, incapace di levare lo sguardo dai suoi occhi profondi. « Non posso... »
« Sì che puoi, Neville, noi siamo con te! Manca poco, loro... stanno arrivando. » disse in un sussurro Hannah, ricacciando indietro le lacrime: doveva essere forte per lui, in quel momento, non doveva permettere che la tristezza prendesse il sopravvento.
Neville intercettò lo sguardo comprensivo di Seamus e l'amico annuì, facendogli un cenno urgente di andare via. Con una rapida occhiata al volto determinato di Hannah Abbott, il ragazzo corse via dalla parte opposta ai quattro, lasciandosi alle spalle la ragazza che amava e i suoi amici Grifondoro, diretto nella Stanza delle Necessità.




Col cuore pericolosamente in gola, Neville si diresse in tutta fretta verso la nuda parete della Stanza. Stava pensando a tutti, in particolar modo ad Hannah, che era rimasta sconvolta da quello che aveva udito. Non era da lui scappare ma doveva farlo: quella non era la fuga di un codardo, era la fuga di un eroe che aveva deciso di salvarsi la pelle per poi ritornare sul campo di battaglia al momento opportuno.
Il suo unico pensiero era cosa sarebbe potuto accadere ad Hannah, Seamus e gli altri membri dell'Esercito durante la sua assenza. I Carrow li avrebbero torturati per estorcere loro informazioni su di lui? Sicuramente. E come poteva lui, Neville, sopravvivere con quel senso di colpa fino alla fine della scuola? Ma doveva farlo, non poteva rischiare di morire: non dinanzi agli occhi del suo Esercito, non per mano dei Carrow.
Se proprio doveva morire, l'avrebbe fatto in guerra, non inseguito da due sciocchi Mangiamorte.
« Mi serve un posto per nascondermi dai Carrow, un posto in cui nessun sostenitore dei Carrow riesca ad entrare. » stava pensando Neville intensamente, evocando la porta della Stanza in un baleno e scivolandoci in maniera veloce all'interno.
Quando entrò lì dentro rimase sbalordito dallo stupore: la stanza era diversa da quelle che aveva visto fino a quel momento, piccola e accogliente, l'interno somigliava ad una casa sull'albero particolarmente lussuosa, niente a che fare con la stanza grezza che l'Esercito di Silente utilizzava per le riunioni. Sul fondo c'era anche un'amaca e un arazzo di Grifondoro: sembrava fatta per lui.
« Casa. »




« Lo abbiamo cercato per tutto il castello, Severus, nessuna traccia! »
« Continuate a cercare. » fu la risposta di Severus Piton alla reazione disperata di Alecto.
« Severus, te lo dico io: il ragazzo si trova nella base dell'Esercito di Silente, qui nel castello! » insistette il Carrow, guardando la sorella come se sapesse perfettamente a cosa stesse pensando. « Devono averlo avvertito che avevamo cattive intenzioni. »
« Dovreste imparare a non sbandierare gli affari privati, allora. » disse Piton, freddamente. « Andate. »
« Ma... » cominciò Alecto, sconvolta.
« Andate. » concluse Severus Piton, dando ai suoi insegnanti le spalle.
Entrambi obbedirono, irritati dalla situazione in cui, purtroppo per loro, erano immersi fino al collo.
Amycus fu fuori dall'ufficio del Preside in un attimo e proruppe tutta la sua frustrazione su un'armatura lì vicina, illuminandosi di colpo. « La ragazza, Alecto, dannazione! È tutto chiarissimo! È stata l'ultima ad uscire dalla nostra aula dopo la tortura, deve essere stata lei ad aver origliato la nostra conversazione sul ragazzo. »
« Dobbiamo intervenire subito. »




Due giorni dopo la fuga dell'amico, Seamus si sentiva agitato come non lo era mai stato. Fino a quel momento era sempre stato la forte spalla di Neville Paciock ma ora che il ragazzo era stato costretto a nascondersi la guida dell'Esercito di Silente andava a Seamus, e quello significava accettare il tutto con le conseguenze. Non aveva paura, ma si sentiva comunque frenetico: il pensiero della furia dei Carrow che avevano sicuramente compreso il piano di Neville non lo faceva stare bene. Il pensiero che l'intero Esercito avrebbe ricevuto torture e punizioni era incombente.
Loro sapevano, avevano controllato il castello da cima e fondo... la loro rabbia alla scomparsa definitiva di Neville non sarebbe stata un bello spettacolo.
« Sei pronto, Seam? » chiese Lavanda, il giorno della lezione con Alecto.
Seamus annuì. « Sono nato pronto. »




Nella classe regnava il silenzio più assoluto e teso che potesse mai incombere in una stanza, non si sentiva volare una mosca, i respiri quasi mozzi, all'erta da eventuali attacchi. Si sentivano come in gabbia ma avrebbero combattuto fino alla fine, non avrebbero mai fatto la spia. Seamus e gli altri sarebbero morti piuttosto che tradire un loro amico, il posto vuoto accanto a lui dove avrebbe dovuto esserci Neville sembrava emanare una certa engergia, come se lo spirito del ragazzo fosse lì ad infonder loro forza. Alecto Carrow guardava con malignità quel posto vuoto, alternando il suo sguardo dalla sedia a Seamus, quasi ridacchiando; i Serpeverde sembravano più battaglieri che mai.
« Finnigann. » l'aveva chiamato in un sussurro Tiger, scoprendo i denti larghi e mettendo in ascolto i suoi compagni mentre Alecto era alla cattedra a sistemare le sue scartoffie prima della fine della lezione. « Il tuo amichetto ganzo se l'è battuta in ritirata? Troppa paura di rimanerci secco, vero? »
La Parkinson diede una risatina acuta. « Sarà inciampato e morto nel percorso, probabilmente! » disse, facendo ridere gli altri Serpeverde e scatenando una reazione di ira da parte di Seamus, che rovesciò una boccetta di inchiostro a terra.
« Idioti schifosi. » rispose, a denti stretti. « Vedremo quanto riderete alla fine, quando sarete voi a rimanerci secchi. »
« Prima di concludere la nostra lezione, vorrei fare un avviso. » annunciò improvvisamente la Carrow, zittendo le risatine malevoli dei Serpeverde e le minacce tra il suo allievo prediletto e Seamus. Quest'ultimo lanciò uno sguardo di intesa con Lavanda e Calì, sapendo esattamente dove voleva andare a parare la Mangiamorte: aveva atteso quel discorso dall'inizio della lezione ma immaginava che Alecto volesse preparare un gran finale. « Dunque, c'è stato qualcuno in questi giorni che ha voluto fare il furbo con noi. » i sorrisetti dei Serpeverde si allargavano ad ogni parola pronunciata da Alecto: anche loro sapevano cosa stava per accadere. « Qualcuno che l'ha passata liscia moltissime volte. Vi ricordo il regolamento della scuola, quello di non alimentare le rivolte, di non essere omertosi. La scuola, come sapete, ha a disposizione mezzi elevati per la sicurezza degli studenti e, in caso di fuga, i ribelli sarebbero stati intercettati da persone specializzate e Dissennatori presenti in tutto il perimetro. Mi chiedo, signor Finnigann. » Alecto si era avvicinata pericolosamente a lui. « dove diavolo si trova quel ribelle schifoso di Neville Paciock? »
Seamus riusciva a vedere ogni dettaglio del suo viso e sentiva il suo respiro pesante sul volto gonfio. « Non lo so. » rispose immediatamente, con uno sguardo di sfida che andava oltre la sua domanda, quasi come il desiderio di prevalere su di lei.
La bacchetta di Alecto sferzò il viso del ragazzo senza pensarci due volte, procurandogli un taglio profondo. « BUGIARDO! »
Calì e Lavanda si strinsero la mano, tremando, ma Seamus non aveva battuto ciglio: era deciso ad apparire divertito dalla situazione che si trovava ad affrontare, quasi come se avesse il coltello dalla parte del manico. Alecto stava facendo una smorfia e i volti dei Serpeverde erano turbati, avevano smesso di sorridere.
« L'ha detto lei, professoressa: l'avrebbero intercettato. »
« Fuori dalla scuola, Finnigann. » rispose Alecto, in un borbottio appena accennato e con gli occhietti stretti in due fessure.
« Siete lei e suo fratello i responsabili della sicurezza, vi ricordo. » ci tenne a rimbeccare Seamus, spavaldo.
​Alecto fece nuovamente roteare la bacchetta mentre Calì e Lavanda protestavano per l'ennesimo taglio procurato a Seamus. « Te lo ripeto per l'ultima volta: dove si trova Neville Paciock? Come si accede alla base nascosta dell'Esercito di Silente? »




Hannah non aveva mai vissuto notti più funeste di quelle che susseguirono la fuga del suo amato. Nei suoi sogni i Carrow erano ancora più perfidi e micidiali, tentavano di uccidere Neville a tutti i costi e lei non poteva far nulla, solo guardare impotente e urlargli di scappare. Le sembrava di vivere un incubo, dopo la scomparsa della madre aveva paura di perdere tutte le persone a lei più care, aveva paura di vedere morire dinanzi ai suoi occhi le persone amate. I suoi sogni erano così vividi che in quei due giorni aveva preferito non dormire per non rischiare di svegliare mezzo castello con le sue urla ma il tanto temuto giorno della lezione di Arti Oscure era piombato su di lei a peso morto, esattamente come un brutto incubo.
L'aria che si respirava all'interno dell'aula era tesa ma i Tassorosso e i Corvonero sembravano combattivi e per nulla inclini a darla vinta ai Carrow. Stranamente, la lezione andò avanti in maniera del tutto tranquilla, senza nessuna provocazione, nessuna tortura, ma c'era una strana luce negli occhi del Mangiamorte... qualcosa che mise in guardia Hannah per tutta l'ora di lezione.
« La lezione finisce qui. » disse al suono della campanella Amycus, tradendo una nota eccitata nel tono di voce. Susan stava facendo un gran sorriso ad Hannah quando il Carrow, con un sorriso che lasciava trasparire tutta la malignità, parlò di nuovo con voce decisamente più eccitata di prima: « Non per te, Abbott. »
Hannah guardò impotente i suoi compagni Tassorosso e Corvonero prima di fare loro cenno di andare via. Justin e Ernie erano spaventati, se con loro ci fosse stato Michael sarebbe stato diverso: lui avrebbe dato più forza ai ragazzi, avrebbe fatto qualcosa, impedito che la loro compagna restasse da sola col Mangiamorte. Le gambe di tutti erano pietrificate dall'orrore, le loro voci strozzate ed incapaci di dire qualcosa.
Qualunque cosa il Carrow volesse da Hannah, dovevano intervenire.




« Allora, Finnigann? » stava incalzando Alecto Carrow, ignorando il suono della campanella mentre Lavanda e Calì erano in piedi a tenerle testa, intercettate dai Serpeverde che avevano puntato le bacchette contro di loro.
« Non so di cosa lei stia parlando. » rispose Seamus, imperturbabile.
Il ragazzo sentiva che le sue convinzioni sarebbero presto crollate ma doveva continuare su quella traiettoria, doveva far finta di nulla, far finta che si trovava una spanna sopra i Carrow e che aveva la situazione in pugno nonostante non fosse affatto così. Doveva continuare a mentire, a guadagnare tempo per pensare a cosa dire, a come uscirne fuori in maniera pulita. Sorridere, continuare a sorridere in modo da innescare una reazione instabile da parte della Mangiamorte, confonderla.
Stava andando bene: doveva solo resistere.
Alecto stava cascandoci in pieno, quasi impaurita dalla situazione in cui si trovava, come se Paciock potesse spuntare da un momento all'altro insieme ad una schiera di Auror per farli fuori. Se c'era qualcosa che infastidiva i Mangiamorte era non riuscire a tenere sotto controllo qualcosa: Neville Paciock era diventato una mina vagante nelle loro teste.
« FINNIGANN, TI ORDINO DI RISPONDERMI! » strillò Alecto, perdendo totalmente il controllo e respirando in maniera affannosa.
« Ha detto che non sa di cosa lei stia parlando. » intervenne Lavanda determinata, comprendendo il piano di Seamus e tentando di sorridere.
« Taci, Brown, nessuno ha interpellato te! » esordì la Parkinson, la faccia da carlino tesa e contratta.
Ma la Mangiamorte quasi non udì le parole scambiate dalle due: aveva occhi solo per il ragazzo, che in quel momento ridacchiava. « Finnigann, te lo ripeto per l'ultima volta o per te ci saranno gravi conseguenze. »
Seamus ridacchiò sonoramente; Calì intervenne con forza, annuendo in direzione di Lavanda e sorridendo: « Non sappiamo di cosa lei stia parlando, professoressa. »
Per la prima volta, Alecto distolse l'attenzione dal ragazzo, guardando le due Grifondoro. Aveva le mani nei capelli, sembrava stesse uscendo fuori di testa. « Ora basta! Basta! Pretendo... »
Ma prima che potesse pretendere qualunque cosa, nel corridoio esplose il caos.




« Sono sincero con te, ragazzina, i miei compari Mangiamorte non ci hanno messo molto a far fuori tua madre. Potrei fare lo stesso con te se non mi rispondi. »
Il Carrow fissava Hannah Abbott con un certo odio, tenendole fortemente testa nonostante la sua stazza non fosse delle migliori. Non era molto alto e possente ma agli occhi della ragazza pareva una torre che non sarebbe riuscita ad abbattere facilmente, una torre che sarebbe crollata su di lei se non fosse stata abbastanza scaltra da evitarla.
Hannah tentava di darsi una controllata ma era troppo spaventata per parlare, il cuore batteva come non mai. Volevano farla fuori esattamente come volevano fare con Neville: lei aveva salvato il ragazzo, e ne stava subendo le conseguenze. Non era pentita di quello che aveva fatto, l'avrebbe fatto mille volte ancora, avrebbe fatto di tutto per lui... ma ci sarebbe stato qualcuno a fare qualcosa per lei? Non era mai stata una strega particolarmente dotata, anche se gli altri avrebbero detto che la sua magia era sottoposta a continue insicurezze, e non sarebbe riuscita a battere un Mangiamorte per salvarsi la vita da sola.
Sentiva che le lacrime l'avrebbero tradita come sempre... e fece una grande fatica per trattenersi: doveva essere forte.
« Rispondimi, Abbott: dove si trova Neville Paciock? » chiese astiosamente Amycus, con una vena che pulsava nella tempia e la bacchetta pronta tra le solide mani.
« Non lo so. » rispose Hannah, decisa.
« Non farmi perdere altro tempo, ragazzina. Dimmi dove si trova e io ti lascio andare, senza farti alcun male. »
« Non lo so e se anche lo sapessi non lo direi mai! » urlò la ragazza, alzandosi dalla sedia con una smorfia di disgusto per l'uomo.
Quest'ultimo l'aveva afferrata per la gola senza troppo preavviso, sbattendola in maniera burbera contro il muro di pietra. Le lacrime per il dolore e la frustrazione cominciarono a rigarle il viso mentre si divincolava con forza, urlando e calciando ogni centimetro del Mangiamorte che riuscisse a colpire, sperando di fargli più male possibile.
« Ti ordino, Abbott, di dirmi esattamente dove si trova quel figlio di puttana! Sappiamo benissimo che hai origliato tu la conversazione tra me e Alecto, che sei stata tu ad avvertire quel dannato Paciock! »
Hannah annuì in maniera frenetica, incurante di quello che le sarebbe capitato: sentiva una scarica di adrenalina nel corpo, si sentiva utile, letale, come non lo era mai stata in tutta la sua vita, il pensiero di essere servita a qualcosa, di aver dato motivo di preoccupazioni e frustrazione ai Carrow era come un canto di Fenice. « Sì, sono stata io, lui vi ha messi nel sacco! Io vi ho messo nel sacco! »
Il viso di Amycus era diventato una maschera di ira funestra mentre premeva con forza la gola della ragazza. « DOVE DIAVOLO SI TROVA QUEL FIGLIO DI PUTTANA, ABBOTT?! »
Hannah scosse violentemente il capo e prima che l'uomo potesse arrivare a torturarla, dall'altro lato della porta qualcuno stava chiamando il suo nome, forzando la maniglia che era sigillata con un incantesimo. Il Carrow aveva dimenticato di insonorizzare la stanza, le urla di Hannah si sarebbero potute sentire fino alla Torre Nord.
« RISPONDIMI SUBITO! »
« Mai, non saprete mai dove si trova! » insistette Hannah testarda, quasi vendicativa, sadica. « L'ho avvisato e l'ho salvato da voi, e adesso lui torna a vendicarsi e mandarvi a calci in culo dalla nostra amata scuola, brutti stronzi! »
« Tu, schifosa... » il Mangiamorte si interruppe, affannato dall'affronto subito: nel corridoio era scoppiato il caos.




Alecto strillò, precipitandosi fuori l'aula con la Squadra d'Inquisizione al suo seguito, a cui aveva ordinato di setacciare la zona per trovare i colpevoli della rivolta in corso. Seamus aveva afferrato le due amiche per la manica e aveva seguito la Mangiamorte fuori, notando che tutte le finestre del corridoio erano state fatte scoppiare con un incantesimo bombarda e che si udivano ancora violenti boati fare eco nei corridoi. Non poteva essere una coincidenza, doveva essere successo qualcosa.
« Ha qualcosa a che fare con Neville, sono sicura. » disse Lavanda, guardandosi intorno ed evitando il vetro a terra. « Non possiamo semplicemente chiamarla coincidenza: lui sa che saremmo stati messi sotto torchio dai Carrow. »
« Non so, Lavanda, lui non rischierebbe la morte in maniera così stupida. » rispose Seamus, pensieroso.
« Forse sono stati... » cominciò Calì, ma un urlo l'interruppe.
« Seamus! SEAMUUUUUUS! »
Il ragazzo si voltò in tutta fretta, individuando una disperata Susan Bones che correva verso di loro. « Cosa sta succedendo, Susan? »
« Siamo stati noi, abbiamo creato un diversivo! Hannah... lei... Carrow sta... dobbiamo fare qualcosa! »
Il ragazzo si sentì precipitare il cuore: aveva capito dopo neanche un secondo cosa fosse accaduto. Il Carrow aveva preso Hannah e probabilmente la stava torturando brutalmente per estorcerle informazioni su Neville. I due fratelli dovevano aver capito che era stata lei a fare la spia, che lei aveva fatto sì che Neville si salvasse dalla loro furia. Doveva fare qualcosa per Hannah: lo meritava, e lo meritava anche Neville.
« Arrivano i Serpeverde. » disse Calì, sfoderando la bacchetta. « Dobbiamo combatterli. »
« Restate qui, io vado a salvare Hannah prima che sia troppo tardi. »
E senza voltarsi indietro, Seamus corse a perdifiato. Non sapeva neanche lui cosa fare e come salvarla ma in un modo l'avrebbe fatto, avrebbe trovato una maniera per salvare la sua amica dalle grinfie del Mangiamorte. L'Esercito di Silente non aveva un piano, stavano agendo per la prima volta senza un capo al quale obbedire, senza nessuno che prendesse le direttive, senza un punto di riferimento: stavano agendo col cuore, dettati solo dai sentimenti. Il Grifondoro fece capolino nel corridoio dell'aula in un batter d'occhio e rimase sconvolto da quello che si trovava di fronte: Amycus trascinava con lui Hannah, che si divincolava con forza.
« CI SIETE DENTRO FINO AL COLLO, VOI DUE! » urlò il Mangiamorte, tuonando rabbioso.
« Hannah! » esordì Seamus, tentando di avvicinarsi a lei. « Lasciala immediatamente, schifoso! »
« Non osare... Crucio! »
Seamus aveva schivato per un pelo l'attacco del Mangiamorte, avventandosi un secondo dopo a mani nude su di lui, gettandolo a terra e sferrandogli un poderoso pugno sulla faccia. « Un regalino da parte di Neville e di tutti gli studenti di Hogwarts! »
« Seamus! » esordì Hannah, sorpresa dal suo intervento.
Seamus fu scaraventato a faccia a terra dall'uomo ma con un altro gancio riuscì a divincolarsi, afferrando la ragazza per la manica della tunica. « Hannah, andiamo via! » disse, spiccando una furiosa corsa verso il settimo piano.
« NON CREDO PROPRIO! »
Seamus spinse Hannah da un lato giusto in tempo per evitare lo schiantesimo. Insieme corsero per il corridoio, seguiti dal Carrow che continuava a lanciare maledizioni a destra e manca. Sembrava un carrarmato impazzito, pericoloso. Improvvisamente, i due ragazzi si trovarono dinanzi al percorso Alecto e fu d'impulso che Hannah partì all'attacco: « Stupeficium! » mandando la donna a schiantarsi nella parete.
« COME OSIIIIIIII! »
« Bel colpo, Hannah! Lo stiamo seminando! »
Lei sorrise, continuando a correre insieme all'amico, in maniera più veloce.
« Crucio! » entrambi evitarono la maledizione di Amycus. « IMPEDIMENTA! REDUCTO! »
Qualcuno era piombato a terra... e fu Seamus a voltarsi. La sua compagna era a terra, in evidente stato di agonia. Il cuore del ragazzo stava precipitando: l'incantesimo del Carrow li aveva ostacolati e Hannah era piombata a terra tra i detriti delle finestre, tagliandosi il volto e il corpo con le lunghe lame affilate.
« Vai da Neville, corri da lui... » disse in un sussurro la ragazza, le lacrime che cominciarono a spuntare. « Salvati, siamo finiti entrambi... »
Seamus era disperato, non sapere cosa fare. « No, no! »
Un rumore di passi li interruppe: erano la professoressa McGranitt e Vitius, che destati dai forti boati accorrevano in soccorso di Hannah. Seamus si fece da parte e avrebbe giurato di aver visto la professoressa fargli un cenno di andare via ma lui non si mosse, voleva sapere cosa sarebbe accaduto alla sua compagna.
« La porteremo al San Mungo, Filius, non mi importa un'accidente di nessuno. »
Il cuore di Seamus stava urlando di gioia: la ragazza sarebbe stata al sicuro lì, sarebbe addirittura tornata a casa sua. Con un lieve sorriso ad Hannah, il Grifondoro annuì e col cuore meno pesante corse in direzione della Stanza delle Necessità.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mia addams