Capitolo
8
Stavamo galoppando da due ore
ormai e la stanchezza
si stava cominciando a farsi sentire.
Guardai il panorama attorno a me e ne rimasi estasiata: deserto,
immenso e
caldo deserto. La sabbia lanciata dagli zoccoli del cavallo di fronte a
me mi finiva
in viso, quindi dovevo tenere socchiusi gli occhi, però era
tutto così bello e
tranquillo...
Mi ridestai dalla mia stasi quando vidi in lontananza delle macchioline
verdi.
Alberi? Quindi il deserto sta per finire...
Guardai il cavallo nero davanti a me e poi posai lo sguardo
sulla persona
che lo cavalcava: sarà stato per l'aria calda del deserto,
ma comunque sembrava
quasi un fantasma. Allora andai ad esaminare il suo viso per come me lo
ricordavo: il volto ramato, con lineamenti molto morbidi, una barba
appena
accennata, gli occhi allegri marroni, le labbra carnose
sempre disposte a
donare un sorriso e i suoi capelli. I suoi capelli...quelli erano la
cosa che
più mi avevano impressionata: li teneva non molto corti, in
modo che qualche
piccolo ciuffo gli ricadesse sulla fronte, ed erano marroni,
però di una
tonalità così chiara che non avevo mai visto. Di
solito la gente che ho visto
nella mia vita hanno i capelli neri o di un marrone molto scuro, i suoi
invece
erano tendenti al biondo. Di certo, quella era una stranezza bella e
buona,
prima di allora non avevo la minima idea che le persone potessero avere
realmente i capelli biondi, prima mi sembrava una finzione dei grandi
romanzi
cavallereschi che tanto andavano di moda in quel periodo!
-Ehm...Nabih?
Il ragazzo rallentò la velocità del cavallo fino
a venire accanto a me.
-Si?
-Sai quanto manca ancora?
L'assassino fece una breve risata fra se e se.
-Puoi stare tranquilla, per arrivare a Damasco ci vorranno almeno una
giornata
e mezza al galoppo...
Sbuffai sconsolata, odio i
viaggi così lunghi.
-Almeno puoi dirmi quale sarà il nostro obbiettivo?
-Certo...Allora, la persona che dovremo assassinare si chiama Abdel
Qader. È
una nostra vecchia conoscenza, prima era un
commerciante di schiavi, ma fu perdonato dal nostro Maestro.
Però ultimamente
ha ripreso la sua attività con più foga del
passato e circolano voci che stia
facendo anche molto di più. Il nostro compito dunque
è quello di punirlo per le
sue vecchie attività e scoprire qualcosa in più
su quelle nuove.
Annuii mentre pensavo che sembrava che avesse imparato a memoria il
comunicato
del Maestro per quest'assassinio.
Chiusi gli occhi
stanchissima e ripensai a quella giornata d’inferno: avevamo
galoppato o andato
al passo tutto il giorno. Solo all’ora di pranzo ci eravamo
fermati per fare
abbeverare i cavalli e mangiare qualche frutto, poi, senza neanche
riposarci un
momento, avevamo ripreso il cammino.
Ma
quanta fratta ha Nabih?!?
Scossi la testa quasi
impercettibilmente e guardai ancora il cavallo: si vedeva che era
affaticato,
ma mai quanto me infatti analizzando le sue condizioni sembrava che
potesse
continuare a camminare per ore. Beh, era un ottimo cavallo, con lui non
ci sarebbero
stati problemi con le fughe dai crociati o soldati d’ogni
sorta. Però in quel
momento stavo maledicendo con tutta me stessa la sua resistenza: se
almeno lui
si fosse stancato a dovere ci saremmo dovuti per forza riposare! E
invece no...
Sbuffai e rimasi con la
testa calata, lasciando che il cavallo seguisse la strada che gli
indicava
l’altra cavalcatura che aveva Nabih e che, grazie alla mia
solita fortuna,
sembrava essere ancora più in forma di quella mia.
Dopo aver fatto qualche
altra considerazione sempre di questo tipo, sentii che qualcosa mi
pungeva la
testa ricoperta dal tessuto del cappuccio.
All’inizio non ci badai
affatto, pensavo che ciò fosse sicuramente dettato dalla mia
stanchezza.
Infatti mi sentivo il capo così pesante...
Ehi,
aspetta! Così però è troppo pesante!
La alzai appena per
vedere
il cavallo di Nabih rallentare, sicuramente voleva dirmi qualcosa,
però non
disse nulla all’inizio e si mise a ridere sommessamente.
-Ehi Kores...
E lì avrei voluto dargli
una lezione coi fiocchi. Ma nessuno riusciva a non chiamarmi per nome?
E poi
perchè glielo stavo permettendo? Poi rammentai che lui era
di grado superiore a
me, non potevo imporgli certe cose, il rispetto eccetera eccetera. Una
noia
impossibile queste cose...
-...ma che ti sei portata
dietro?
Lo guardai negli occhi e
subito dopo sentii un grido tremendamente forte e vicino, sconquassarmi
le
orecchie. Mentre me le coprivo sentii delle ali sbattere e poi vidi
Siham che
se ne andava bellamente a farsi una passeggiata sopra la mia testa.
-Siham! Cosa ci fai qui!
Gridò un’altra volta,
niente da dire, aveva proprio il vizio di gridare
l’aquiletta, e poi se ne andò
più in su nel cielo e ci precedette nel cammino.
-È tua?
-Si, almeno credo ma non
farmi domande, non ci sto capendo più niente.
Lasciai perdere il suo
sguardo confuso ma sicuramente divertito e guardai il punto verso il
quale
Siham era volata. Mi sorpresi, infatti vidi delle case che formavano un
centro
sicuramente più grande di Masyaf.
-È quella Damasco?
Beh,...
me la immaginavo molto più grande...
Si perchè
non ci vuole poi
molto a superare Masyaf in grandezza, l’unica cosa che la
rende interessante è
la fortezza della setta degli assassini dopotutto. E poi dove erano i
grandi
palazzi in marmo e oro? E ultima domanda, non ci voleva ancora mezza
giornata di
galoppo per raggiungerla?
-Quella? Si vede che non
sei mai uscita da Masyaf, eh?
-Io da Masyaf ci sono
uscita...sono solo andata ad Alheppo però...
-Ah, allora questo spiega
qualcosa...comunque no, quella è una piccola
città, in origine serviva solo
come rifugio per i viaggiatori, ma adesso la sua sempre più
grande attività
commerciale la sta portando a diventare al momento una piccola
città, ma si sta
ingrandendo sempre più.
Eccolo di nuovo questo suo
aspetto, curioso all’inizio, ma alla lunga stancante:
consultare lui o un
atlante era la stessa cosa.
-Preparati e frena un pò
il passo del cavallo, stiamo per entrare in città dato che
per questa notte
riposeremo alla dimora di questa città. Ah, stai attenta,
ultimamente sono stati
avvistati dei crociati qui intorno e può essere che anche le
guardie possano
diventare un problema.
-Va bene...
...l’importante
dopotutto è scendere da questi
maledetti cavalli!!!
Così non
andammo più al
galoppo ma ad una andatura più lenta, anche se non era
proprio al passo. Quando
i sentieri che portavano alla città si fecero più
chiari e percorsi da diverse
carovane sicuramente di commercianti, rallentammo drasticamente e
calammo un pò
la testa. Di quel che ho capito serve per non dare
nell’occhio, ma comunque
secondo il mio parere il luccichio delle armi attirano abbastanza lo
stesso
l’attenzione. Sospirai non capendo bene la logica di questo
concetto, forse è
una cosa che si chiedono tutti gli assassini nella vita.
Ma
poi chissà se c’e una logica...
A darmi ragione, ci
furono
i commercianti che ci guardavano curiosi di sottecchi e qualcuno era
anche
impaurito, sicuramente conoscevano gli ashashin
di Masyaf, siamo gente famosa noi!
Mi guardai un pò intorno
per controllare la situazione: cittadini, qualche contadino e
commercianti, per
fortuna nessun crociato in vista. Poi però mi accorsi che
eravamo arrivati
all’entrata della città: essa era circondata da
una piccola cinta di mura e
come via d’accesso vi era un arco in cui vi facevano la
guardia quattro
soldati.
Li guardai attentamente
per vedere con chi avevamo a che fare: erano quattro uomini sulla
trentina, non
avevano nessun segno distintivo, erano protetti da una cotta di maglia
che li
lasciava scoperti in diversi punti ed erano armati con una spada ad una
mano.
Sorrisi dato che almeno
non avremmo avuto problemi a liberarci di loro se ci avrebbero dato
noie,
sempre se avessero avuto il coraggio di farlo.
Prima di entrare lasciammo
i cavalli legati in un fienile, costruito appositamente per accogliere
i
cavalli dei viandanti, e poi ci accodammo a dei mercanti. Poco prima
che essi
finissero di registrarsi, Nabih mi mise una mano sulla testa e mi
calò il
cappuccio più che poteva.
-Mi raccomando, nasconditi
bene.
-Cos...?!?
Non potei finire la
domanda perchè uno dei soldati cominciò a parlare
burbero.
-Chi siete voi?
Nabih fece un passo avanti
e alzò il volto sorridente e cominciò a parlare
con una voce che non riuscivo a
riconoscere, sembrava davvero un monaco!
-Salve signori, noi siamo
solo due semplici monaci, siamo venuti a rendere omaggio al monastero
dei
nostri fratelli.
L’uomo scambiò un’occhiata
veloce al suo compare e si concentrò subito su di noi.
-Potete passare.
-Grazie molte, che l’unico
Dio vi benedica.
Il soldato disse un
qualcosa di incomprensibile, e ci lasciò la via libera.
Facemmo una decina di
metri ancora con la testa china, e poi ci raddrizzammo e velocizzammo
il passo.
-Pivelli...aspetta, ma
perchè io mi devo nascondere e tu no?!?
-Hai mai visto una monaco
donna?
Ah,
ecco qualche inconveniente ci deve essere
sempre...
-Ecco, comunque questi
sono davvero dei pivelli, ma stai attenta a come ti comporti, i
crociati non si
fanno prendere in giro così.
-Quindi a Damasco dovremo
cambiare strategia?
-Più o meno.
Fortunatamente per noi i crociati sono troppo pieni di boria per fare
da
guardia all’accesso delle varie città. Ma i
soldati non saranno così stolti,
noi dovremo solo essere più accorti.
-Continuo a non capire...
Ho
utilizzato anche ad Alheppo questa tecnica...
-A Damasco ti
spiegherò...non
credo che adesso tu sia in grado di seguirmi...
Ghignò e mi accorsi solo
in quel momento che dovevo avere un aspetto terribile a causa della
stanchezza.
Allora cercai di darmi un pò di contegno ma non credo di
esserci riuscita poi
molto...
-Non ti preoccupare, siamo
quasi arrivati alla Dimora.
Sospirai felice e
affrettai il passo. Camminammo per una decina di minuti fino a quando
Nabih si
fermò davanti ad una casa alquanto diroccata.
-È questa?
Chiesi incredula, intanto
l’assassino si limitò ad accennare e, dopo essersi
assicurato che non ci fosse
nessuno nei paraggi, cominciò ad arrampicarsi.
-Seguimi, l’ingresso è sul
tetto.
Mi arrampicai sulla prima
pietra sporgente ormai rassegnata a quell’ultima prova e lo
seguii abbastanza
velocemente, anche se non senza qualche difficoltà.
Arrivata sul tetto vidi
che esso era costituito da una grata di legno e solo un quadrato era
libero, ma
comunque vi era presente un meccanismo che lo avrebbe chiuso
all’occorrenza,
almeno credevo.
-Dai, sbrigati! Non vorrai
farti scoprire!
Mi guardai sotto i piedi e
vidi che Nabih era esattamente sotto di me e mi stava aspettando con le
braccia
conserte.
Arrossii un poco mentre
benedicevo l’esistenza dei pantaloni e feci un piccolo salto
fino a terra.
Bene,
dolori su dolori...questa notte non me la
passerò bene...
Neanche il tempo di
rialzarmi, che si sentì una voce provenire dalla stanza
adiacente.
-Chi siete?
Subito sbucò dalla porta
un uomo con una barba bianca e con pochi capelli, sicuramente aveva
largamente
superato i sessant’anni, e indossava un soprabito nero sotto
al quale portava
una veste molto simile alle divise degli assassini.
-Siamo noi, Rafiq.
-Ah, Nabih e tu...Kores,
presumo.
-Si, rafiq.
Abbassai il capo in segno
di rispetto come aveva fatto qualche istante prima l’altro
assassino e mi
guardai in giro, lasciando perdere il dubbioso sguardo del vecchio
rafiq.
Quella era una piccola
anticamera rettangolare, dove ai due lati più piccoli vi si
trovavano due
fontane da cui sgorgava costantemente dell’acqua. Sopra di
esse vi era
rappresentato con del marmo l’onnipresente simbolo degli
assassini: quella
specie di a stilizzata. Chissà poi perchè avevamo
quel simbolo, come iniziale
del nostro nome, assassini? O forse per indicare Allah, il nostro Dio?
Stetti
pochi momenti a pensare a quelle cose e, mentre spostavo quella domanda
nella
catasta delle altre miriadi di cose che avrei dovuto domandare al mio
maestro,
continuai a osservarmi intorno, anche se non c’era poi molto
da guardare
ancora. Considerai solamente che lì c’era
veramente un bel freschetto, ottimo
per le serate d’estate come quella e sicuramente, i cuscini
posizionati sul
pavimento insieme ad un paio di tappeti, servivano a quello.
-E come mai siete venuti
qui? Il vostro obbiettivo non è Damasco?
Informato
il vecchietto...
Mi girai a guardarlo e
mi
domandai perchè non ci faceva entrare, ormai era quasi notte
ma non credevo che
il buio fosse così pesto da non permettergli di vedere
quanto fossi distrutta,
anche se mi pentii immediatamente di averlo anche solo pensato.
-Si, è Damasco, però il
viaggio è stato più duro del previsto...
Nabih mi rivolse
un’occhiata beffarda per pochi istanti e lì sarei
scattata all’istante per
sbranarlo. Ma come si permetteva?
Oh,
non ti preoccupare, ti farò pagare cara anche
questa...
Si sa, la vendetta
è un
piatto che va assaporato freddo, o così credevo.
-...e abbiamo bisogno di
riposarci questa notte. Però raggiungeremo la nostra meta lo
stesso domani
prima di pranzo... Acceleremo il passo.
Il vecchio rafiq rimase ad
analizzarci in silenzio ancora per qualche istante, poi
entrò e ci fece cenno
di seguirlo.
-Avete già cenato?
-No, ancora no.
Io intanto continuavo ad
analizzare il posto: alla fin fine non cambiava di molto, i cuscini, i
tappeti,
la struttura era uguale, ma mancavano le fontane, la struttura era
più grande e
vi erano molti scaffali e una scacchiera. Su un lato corto vi era una
scrivania
ingombra di carte e libri e lì vi si era appostato il rafiq
che ci porgeva un
cesto di frutta.
-Sedetevi, avanti!
Domattina dovrete alzarvi presto!
Visto che un assassino si
alza di solito all’alba...oh, quindi avremmo cominciato a
viaggiare col
buio...mmm...addio quindi ad una buona notte di riposo.
Comunque presi una mela
come Nabih e mi sedetti mentre l’addentavo.
-Allora, il vostro obbiettivo
è...
-Abdel Qader.
Lo interruppe Nabih.
-Ma questo dovresti già
saperlo, no?
-Certo che lo so, ragazzo.
Ok, era evidente che quei
due non andavano d’amore e d’accordo. Erano troppo
simili per esserlo!
-Quindi, hai qualche
informazione utile da darci?
Il rafiq lo guardò in un
modo spettacolare, come se volesse incenerirlo con lo sguardo, ma poi
distolse
la sua attenzione dagli occhi del giovane assassino e si
concentrò su delle
carte davanti a lui.
-Non molte, purtroppo.
Sorrisi notando il suo
tono di voce e intuendo la sua battaglia interiore: dire quelle parole
gli era
costato molto e sicuramente avrebbe preferito inventare anche una bugia
per non
far sentire superiore Nabih in quello specie di confronto a
“chi ne sapeva di
più”, però in quel momento non si
trovava di fronte ad un singolo assassino, ma
ad un esponente della setta. Il dovere, il rispetto, la
serietà...la solita
melassa che tutti prima o poi mandano con piacere a quel paese o i
più
rispettosi maledicono
a morte.
-In questi ultimi giorni stanno
scomparendo sempre più cittadini nelle città
circostanti e c’è qualche disperso
a Damasco stessa. È diventato senza alcun scrupolo ormai,
merita la morte,
senza dubbio. Inoltre stanno aumentando sempre più i
crociati presenti lì a
Damasco e non è difficile immaginare che le due cose siano
strettamente
collegate, dato che in quella città non vi è
nessuna persona di rango elevato o
una guerra nelle vicinanze.
Nabih annuì e nel mentre
prese un’altra mela dal cesto.
-Bene, sai se c’è qualcosa
in questi giorni che lo farà uscire allo scoperto?
-È un venditore di schiavi
ragazzo, non un pagliaccio di strada! Perchè deve uscire
allo scoperto se sa
che ha noi alle calcagna?
-Il suo covo? Conosciamo
la sua ubicazione? Magari quello vecchio...
-Ma hai segatura nel
cervello? Come può trovarsi nel suo vecchio covo?!?
Nabih disse qualcosa con
tono di protesta sul fatto di farlo finire di parlare, ma il rafiq non
ci badò
affatto.
-Conosciamo il suo vecchio
nascondiglio, quindi sappiamo in quale zone della città lui
non sarà mai. Non
farà mai ritorno al suo vecchio rifugio se avrà
un pò più cervello di te!
-...infatti, era quello...
-Appena arrivati a Damasco
fatevi dare le mappe della città e il rafiq del posto
avrà sicuramente altre
informazioni da riferirvi.
Nabih annuì a quelle
informazioni e subito dopo che finì di mangiare una mela si
alzò dallo
sgabello.
-Io vado a farmi un bagno,
o vuoi andare prima tu?
Disse rivolgendosi a me.
-No, fai pure...
Meglio
dormire il più tempo possibile...
-Il bagno è
al piano di sotto,
se volete potete anche rifornirvi di armi.
-No, non ne abbiamo avuto
bisogno fino ad ora.
-Va bene, ora vai.
Nabih prese una porta alle
spalle del vecchio rafiq e scese selle scale che potevo appena
intravedere.
-Ehi, Kores...
Mi girai di scatto e vidi
che l’uomo mi stava fissando, come se volesse valutarmi.
-...sei sicura di farcela?
Forse è meglio se passi per questa volta.
-Non ti preoccupare rafiq,
so badare a me stessa.
-Mpf, scommetto che non
sarai della stessa idea una volta a Damasco...
Ma...MA
COME SI PERMETTE?!?
Va bene, ero uscita
distrutta dal viaggio, ma quando è troppo è
troppo.
E poi, quanti dubitavano
delle mie capacità? Neanche il maestro era pienamente
convinto che ce la
potessi fare, ma lui era stato via per un anno, non aveva mai visto
quanto
fossi migliorata.
Allora feci mente locale e
alla fine l’unica persona che credeva veramente in me era
solo Salim...
Salim...chissà
cosa sta facendo adesso quel
moccioso...magari sta combinando un altro dei suoi guai...
Sorrisi a quel
pensiero più
che probabile ma il vecchio mi riportò alla
realtà.
-Basta, adesso va a
dormire, se vuoi ritornare tutta intera!
Ma che aveva questo contro
di me?!?
Comunque non badai alle
sue lamentele e andai a sdraiarmi sui cuscini
dell’anticamera, almeno lì avrei
riposato per benino. E mentre cercavo di prendere sonno, cosa che non
mi fu
molto difficile, sentii una porta che si chiudeva e qualcuno che si
sedeva su
una sedia.
-Mah...una donna. Loro non
sono capaci a sopportare la fatica, al massimo riescono a portare una
damigiana
d’acqua, e riescono a combinare guai anche così!
-Calma rafiq, lei non è
come le altre, è stata addestrata sin da bambina ed
è forte quanto noi.
-Si è visto come è
riuscita a reggere una giornata di viaggio...
Nabih fece una piccola
risatina e poi continuò.
-Vorrei vedere come eri
combinato tu al tuo primo viaggio.
-Ero fresco come appena
sveglio, io!
Questa frase la disse con
talmente tanta convinzione, che fu facile capire che stava dicendo una
bugia.
-E comunque io non ti ho
mai visto ridotto come lei, neanche quando sei arrivato qui qualche
anno fa, e
non avevi ricevuto nessun tipo di addestramento.
-Lascia perdere rafiq, io
sono un caso a parte...
Cosa cosa? Nabih non era a
Masyaf sin da bambino, come tutti gli altri? E poi quella voce
così malinconica
e triste, anche se faceva di tutto per dissimularla...no, questo fatto
con mi
convinceva.
-E
comunque non ti preoccupare domani le farò scalare i muri di
mezza Damasco,
così non ti potrai più lagnare della sua
resistenza fisica!
-Mpf,
la resistenza no, ragazzo, ma poi vedremo come si comporterà
al suo primo
assassinio vero e proprio. Si sa che le donne danno troppa importanza
ai
sentimenti, quando invece un assassino dovrebbe eliminarli.
-Aah
rafiq, sei preoccupato che sia come Asah?
-Tsk,
e chi non lo è.
Ah,
ecco spiegato perchè è così tanto
diffidente con me, anche se lo sapevo già. La
storia di Asah è molto semplice, ma ha scottato tutti nel
profondo e ha reso
tutti gli assassini più duri.
Asah
era stata la prima assassina della setta, era una donna agile, forte,
aggraziata e bella, un mix micidiale che la rendeva perfetta nel suo
ruolo.
Ebbe una carriera piuttosto corta, ma in pochissimi anni divenne
facilmente
priore ed era un vanto per tutti, dopo tutto, dove si poteva trovare
una donna così?
Però, circa venti anni fa, durante una missione, che doveva
essere molto
semplice per lei, tradì il credo della setta. Ma se fosse
stato per questo non
ci sarebbero stati problemi, una punizione, magari un degrado, e poi
sarebbe
ritornata al suo ruolo. Però lei decise di tradire la setta
degli assassini,
non tenendo fede alla regola più importante e intoccabile
del credo, mettendo
la setta in seria difficoltà e tutto perchè aveva
deciso di ascoltare il suo
cuore per salvare il suo amato, invece di dare retta al suo orgoglio di
assassina. Da allora è scomparsa chissà dove, e
non si hanno più notizie di
lei.
-Il
Maestro non è preoccupato, dato che le sta offrendo le
stesse opportunità degli
altri.
Le
stesse opportunità? Ma che dice?!?
In effetti, tutti mi
comparavano a lei, dato che sono la seconda assassina della storia
delle setta
di Masyaf, e forse di anche altre sette. Quindi un piccolo errore e
rischiavo
di cadere dal filo su cui camminavo così pericolosamente.
-Quindi vecchio tu non hai
nulla di cui lamentarti.
-Vecchio? MA VECCHIO A
CHI, BAMBOCCIO!!! TE LO FACCIO VEDERE IO!!!
-Ahahahahah!!! Calma,
calma rafiq! Io vado a dormire, va bene?
-Vattene, prima che non mi
controlli più!
-Va bene, buonanotte rafiq...
E pronunciò l’ultima
parola in un modo tale che il vecchio rafiq continuò a
maledirlo per parecchio
tempo.
-Sono circondato da
bambocci!
Qualcuno mi stava
scuotendo leggermente per svegliarmi, allora aprii gli occhi e vidi che
era
Nabih.
-Dobbiamo partire.
Sbattei un paio di volte
gli occhi e guardai il cielo che si stagliava dinanzi al mio viso:
c’era luce,
ma non era ancora l’alba.
Mi alzai e mi sgranchii le
gambe, poi andai nella camera adiacente e mangiammo della frutta.
-Vado a lavarmi.
Dissi quando finii di
mangiare.
-Va bene, partiremo appena
finisci.
Allora andai al piano di
sotto attraversando delle scale molto ripide e nel mentre che mi lavavo
in un
bagno molto spartano, sentivo il vecchio rafiq che russava.
Eh,
è così forte che dorme ancora a
quest’ora!
Risi tra me e me e poi
risalii le scale.
-Ottimo, possiamo andare?
-Si si, andiamo.
Allora l’assassino salì su
una fontana e risalì tutta la parete con agilità.
-Perfetto.
Sussurrai.
Feci un controllo
generale: mi sembrava tutto a posto, le gambe sembravano aver retto
bene alla
cavalcata dopo tutto, però poteva essere che il dolore si
poteva manifestare di
lì a poco...
-Vedremo, questa sarà la
prova del nove.
Mi presi un attimo per
guardare l’acqua scintillante e l’imponente simbolo
della setta, e poi
cominciai la “scalata”.
Fortunatamente
ci misi pochi secondi e senza grosse difficoltà e quando
arrivai al tetto vidi
che Nabih mi aveva osservata tutto il tempo.
-Mi immaginavo peggio,
brava.
Anch’io...
-Forza dobbiamo andare.
Gli risposi io glaciale e
mi avviai all’ingresso della cittadina.
Quando fummo nei pressi
del grande portone in legno, riprendemmo la sceneggiata del giorno
precedente,
io con il cappuccio più abbassato che potevo e con le mani
unite in preghiera,
e lui con l’atteggiamento di un monaco gioioso.
Quando fu il nostro turno guardai
di sottecchi le guardie: erano le stesse del giorno precedente, ma la
cosa che
più mi incuriosì e insospettì fu il
loro sguardo.
Non avevano più un
atteggiamento di sufficienza, ci guardavano in modo duro, truce, come
se
rappresentassimo un’odiata minaccia per loro. Ci avevano
riconosciuti per
quello che eravamo però ci lasciarono andare come nulla
fosse, senza
attaccarci!
Ok,
qui sta succedendo qualcosa di strano!
Li sorpassammo e, una
volta saliti sui nostri cavalli e allontanati un pò, parlai
a Nabih.
-Ehi, Nabih. Ma li hai
visti?
-Già, questa cosa non mi
convince affatto...dovremo stare più attenti ora.
Dopo qualche ora di
viaggio alzai il volto al cielo, era mattina inoltrata e ancora non
avevo visto
Siham. Che fosse ritornata indietro? Poi abbassai lo sguardo, e nel
farlo mi
accorsi che qualcosa brillava in lontananza. Non capii subito
cos’era, ma dopo
pochi minuti io e Nabih fermammo i cavalli e ci godemmo uno spettacolo
magnifico.
La città si estendeva
sotto ai nostri occhi, con le sue cupole dorate, la sua vegetazione
lussureggiante, gli edifici costruiti con un marmo così
bianco, che quasi
accecava, e le grandi e poderose bianche mura costruite con pietre
spesse e
impenetrabili.
-Kores, benvenuta a
Damasco!
Salve a tutti!^^
Allora, intanto scusatemi tanto per il ritardo T_T ma tra la fine della
scuola e internet che ha deciso di non funzionare per un pò
non ho potuto aggiornare...
Poi, faccio i dovuti ringraziamenti a chi ha messo la storia tra le
seguite, prefirite e a chi ha commentato! Comunque devo fare i
complimenti a SuxFans che ha letto tutta la storia moooolto velocemente
senza morire di noia! XD
Beh, che dire, dal prossimo capitolo ci sarà la missione
vera e propria e che in questo capitolo ho scritto tantissimo (per i
miei standard) senza dire nulla di che...vabbè!
Ora vado che devo leggere tantissime storie! Aspettatevi i miei
commenti dunque! U.U
Ok, ciao a tutti e un bacio a PG! XD