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Autore: chaska    30/06/2009    3 recensioni
La mia primissima fanfiction, con l'ambientazione di assassin's creed ma con personaggi completamente inventati da me.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8

Capitolo 8

Stavamo galoppando da due ore ormai e la stanchezza si stava cominciando a farsi sentire.
Guardai il panorama attorno a me e ne rimasi estasiata: deserto, immenso e caldo deserto. La sabbia lanciata dagli zoccoli del cavallo di fronte a me mi finiva in viso, quindi dovevo tenere socchiusi gli occhi, però era tutto così bello e tranquillo...
Mi ridestai dalla mia stasi quando vidi in lontananza delle macchioline verdi. 
Alberi? Quindi il deserto sta per finire...
Guardai il cavallo nero davanti a me e poi posai lo sguardo sulla persona che lo cavalcava: sarà stato per l'aria calda del deserto, ma comunque sembrava quasi un fantasma. Allora andai ad esaminare il suo viso per come me lo ricordavo: il volto ramato, con lineamenti molto morbidi, una barba appena accennata, gli occhi allegri marroni,  le labbra carnose sempre disposte a donare un sorriso e i suoi capelli. I suoi capelli...quelli erano la cosa che più mi avevano impressionata: li teneva non molto corti, in modo che qualche piccolo ciuffo gli ricadesse sulla fronte, ed erano marroni, però di una tonalità così chiara che non avevo mai visto. Di solito la gente che ho visto nella mia vita hanno i capelli neri o di un marrone molto scuro, i suoi invece erano tendenti al biondo. Di certo, quella era una stranezza bella e buona, prima di allora non avevo la minima idea che le persone potessero avere realmente i capelli biondi, prima mi sembrava una finzione dei grandi romanzi cavallereschi che tanto andavano di moda in quel periodo!
-Ehm...Nabih?
Il ragazzo rallentò la velocità del cavallo fino a venire accanto a me.
-Si?
-Sai quanto manca ancora?
L'assassino fece una breve risata fra se e se.
-Puoi stare tranquilla, per arrivare a Damasco ci vorranno almeno una giornata e mezza al galoppo...
Sbuffai sconsolata, odio i viaggi così lunghi.
-Almeno puoi dirmi quale sarà il nostro obbiettivo?
-Certo...Allora, la persona che dovremo assassinare si chiama Abdel Qader.  È una nostra vecchia conoscenza, prima era un commerciante di schiavi, ma fu perdonato dal nostro Maestro. Però ultimamente ha ripreso la sua attività con più foga del passato e circolano voci che stia facendo anche molto di più. Il nostro compito dunque è quello di punirlo per le sue vecchie attività e scoprire qualcosa in più su quelle nuove.
Annuii mentre pensavo che sembrava che avesse imparato a memoria il comunicato del Maestro per quest'assassinio.

 
Basta...non lo farò mai più lo giuro, ma liberatemi da questo supplizio!
Chiusi gli occhi stanchissima e ripensai a quella giornata d’inferno: avevamo galoppato o andato al passo tutto il giorno. Solo all’ora di pranzo ci eravamo fermati per fare abbeverare i cavalli e mangiare qualche frutto, poi, senza neanche riposarci un momento, avevamo ripreso il cammino.
Ma quanta fratta ha Nabih?!?
Scossi la testa quasi impercettibilmente e guardai ancora il cavallo: si vedeva che era affaticato, ma mai quanto me infatti analizzando le sue condizioni sembrava che potesse continuare a camminare per ore. Beh, era un ottimo cavallo, con lui non ci sarebbero stati problemi con le fughe dai crociati o soldati d’ogni sorta. Però in quel momento stavo maledicendo con tutta me stessa la sua resistenza: se almeno lui si fosse stancato a dovere ci saremmo dovuti per forza riposare! E invece no...
Sbuffai e rimasi con la testa calata, lasciando che il cavallo seguisse la strada che gli indicava l’altra cavalcatura che aveva Nabih e che, grazie alla mia solita fortuna, sembrava essere ancora più in forma di quella mia.
Dopo aver fatto qualche altra considerazione sempre di questo tipo, sentii che qualcosa mi pungeva la testa ricoperta dal tessuto del cappuccio.
All’inizio non ci badai affatto, pensavo che ciò fosse sicuramente dettato dalla mia stanchezza. Infatti mi sentivo il capo così pesante...

Ehi, aspetta! Così però è troppo pesante!
La alzai appena per vedere il cavallo di Nabih rallentare, sicuramente voleva dirmi qualcosa, però non disse nulla all’inizio e si mise a ridere sommessamente.
-Ehi Kores...
E lì avrei voluto dargli una lezione coi fiocchi. Ma nessuno riusciva a non chiamarmi per nome? E poi perchè glielo stavo permettendo? Poi rammentai che lui era di grado superiore a me, non potevo imporgli certe cose, il rispetto eccetera eccetera. Una noia impossibile queste cose...
-...ma che ti sei portata dietro?
Lo guardai negli occhi e subito dopo sentii un grido tremendamente forte e vicino, sconquassarmi le orecchie. Mentre me le coprivo sentii delle ali sbattere e poi vidi Siham che se ne andava bellamente a farsi una passeggiata sopra la mia testa.
-Siham! Cosa ci fai qui!
Gridò un’altra volta, niente da dire, aveva proprio il vizio di gridare l’aquiletta, e poi se ne andò più in su nel cielo e ci precedette nel cammino.
-È tua?
-Si, almeno credo ma non farmi domande, non ci sto capendo più niente.
Lasciai perdere il suo sguardo confuso ma sicuramente divertito e guardai il punto verso il quale Siham era volata. Mi sorpresi, infatti vidi delle case che formavano un centro sicuramente più grande di Masyaf.
-È quella Damasco?

Beh,... me la immaginavo molto più grande...
Si perchè non ci vuole poi molto a superare Masyaf in grandezza, l’unica cosa che la rende interessante è la fortezza della setta degli assassini dopotutto. E poi dove erano i grandi palazzi in marmo e oro? E ultima domanda, non ci voleva ancora mezza giornata di galoppo per raggiungerla?
-Quella? Si vede che non sei mai uscita da Masyaf, eh?
-Io da Masyaf ci sono uscita...sono solo andata ad Alheppo però...
-Ah, allora questo spiega qualcosa...comunque no, quella è una piccola città, in origine serviva solo come rifugio per i viaggiatori, ma adesso la sua sempre più grande attività commerciale la sta portando a diventare al momento una piccola città, ma si sta ingrandendo sempre più.
Eccolo di nuovo questo suo aspetto, curioso all’inizio, ma alla lunga stancante: consultare lui o un atlante era la stessa cosa.
-Preparati e frena un pò il passo del cavallo, stiamo per entrare in città dato che per questa notte riposeremo alla dimora di questa città. Ah, stai attenta, ultimamente sono stati avvistati dei crociati qui intorno e può essere che anche le guardie possano diventare un problema.
-Va bene...

...l’importante dopotutto è scendere da questi maledetti cavalli!!!
Così non andammo più al galoppo ma ad una andatura più lenta, anche se non era proprio al passo. Quando i sentieri che portavano alla città si fecero più chiari e percorsi da diverse carovane sicuramente di commercianti, rallentammo drasticamente e calammo un pò la testa. Di quel che ho capito serve per non dare nell’occhio, ma comunque secondo il mio parere il luccichio delle armi attirano abbastanza lo stesso l’attenzione. Sospirai non capendo bene la logica di questo concetto, forse è una cosa che si chiedono tutti gli assassini nella vita.
Ma poi chissà se c’e una logica...
A darmi ragione, ci furono i commercianti che ci guardavano curiosi di sottecchi e qualcuno era anche impaurito, sicuramente conoscevano gli ashashin di Masyaf, siamo gente famosa noi!
Mi guardai un pò intorno per controllare la situazione: cittadini, qualche contadino e commercianti, per fortuna nessun crociato in vista. Poi però mi accorsi che eravamo arrivati all’entrata della città: essa era circondata da una piccola cinta di mura e come via d’accesso vi era un arco in cui vi facevano la guardia quattro soldati.
Li guardai attentamente per vedere con chi avevamo a che fare: erano quattro uomini sulla trentina, non avevano nessun segno distintivo, erano protetti da una cotta di maglia che li lasciava scoperti in diversi punti ed erano armati con una spada ad una mano.
Sorrisi dato che almeno non avremmo avuto problemi a liberarci di loro se ci avrebbero dato noie, sempre se avessero avuto il coraggio di farlo.
Prima di entrare lasciammo i cavalli legati in un fienile, costruito appositamente per accogliere i cavalli dei viandanti, e poi ci accodammo a dei mercanti. Poco prima che essi finissero di registrarsi, Nabih mi mise una mano sulla testa e mi calò il cappuccio più che poteva.
-Mi raccomando, nasconditi bene.
-Cos...?!?
Non potei finire la domanda perchè uno dei soldati cominciò a parlare burbero.
-Chi siete voi?
Nabih fece un passo avanti e alzò il volto sorridente e cominciò a parlare con una voce che non riuscivo a riconoscere, sembrava davvero un monaco!
-Salve signori, noi siamo solo due semplici monaci, siamo venuti a rendere omaggio al monastero dei nostri fratelli.
L’uomo scambiò un’occhiata veloce al suo compare e si concentrò subito su di noi.
-Potete passare.
-Grazie molte, che l’unico Dio vi benedica.
Il soldato disse un qualcosa di incomprensibile, e ci lasciò la via libera.
Facemmo una decina di metri ancora con la testa china, e poi ci raddrizzammo e velocizzammo il passo.
-Pivelli...aspetta, ma perchè io mi devo nascondere e tu no?!?
-Hai mai visto una monaco donna?

Ah, ecco qualche inconveniente ci deve essere sempre...
-Ecco, comunque questi sono davvero dei pivelli, ma stai attenta a come ti comporti, i crociati non si fanno prendere in giro così.
-Quindi a Damasco dovremo cambiare strategia?
-Più o meno. Fortunatamente per noi i crociati sono troppo pieni di boria per fare da guardia all’accesso delle varie città. Ma i soldati non saranno così stolti, noi dovremo solo essere più accorti.
-Continuo a non capire...

Ho utilizzato anche ad Alheppo questa tecnica...
-A Damasco ti spiegherò...non credo che adesso tu sia in grado di seguirmi...
Ghignò e mi accorsi solo in quel momento che dovevo avere un aspetto terribile a causa della stanchezza. Allora cercai di darmi un pò di contegno ma non credo di esserci riuscita poi molto...
-Non ti preoccupare, siamo quasi arrivati alla Dimora.
Sospirai felice e affrettai il passo. Camminammo per una decina di minuti fino a quando Nabih si fermò davanti ad una casa alquanto diroccata.
-È questa?
Chiesi incredula, intanto l’assassino si limitò ad accennare e, dopo essersi assicurato che non ci fosse nessuno nei paraggi, cominciò ad arrampicarsi.
-Seguimi, l’ingresso è sul tetto.
Mi arrampicai sulla prima pietra sporgente ormai rassegnata a quell’ultima prova e lo seguii abbastanza velocemente, anche se non senza qualche difficoltà.
Arrivata sul tetto vidi che esso era costituito da una grata di legno e solo un quadrato era libero, ma comunque vi era presente un meccanismo che lo avrebbe chiuso all’occorrenza, almeno credevo.
-Dai, sbrigati! Non vorrai farti scoprire!
Mi guardai sotto i piedi e vidi che Nabih era esattamente sotto di me e mi stava aspettando con le braccia conserte.
Arrossii un poco mentre benedicevo l’esistenza dei pantaloni e feci un piccolo salto fino a terra.

Bene, dolori su dolori...questa notte non me la passerò bene...
Neanche il tempo di rialzarmi, che si sentì una voce provenire dalla stanza adiacente.
-Chi siete?
Subito sbucò dalla porta un uomo con una barba bianca e con pochi capelli, sicuramente aveva largamente superato i sessant’anni, e indossava un soprabito nero sotto al quale portava una veste molto simile alle divise degli assassini.
-Siamo noi, Rafiq.
-Ah, Nabih e tu...Kores, presumo.
-Si, rafiq.
Abbassai il capo in segno di rispetto come aveva fatto qualche istante prima l’altro assassino e mi guardai in giro, lasciando perdere il dubbioso sguardo del vecchio rafiq.
Quella era una piccola anticamera rettangolare, dove ai due lati più piccoli vi si trovavano due fontane da cui sgorgava costantemente dell’acqua. Sopra di esse vi era rappresentato con del marmo l’onnipresente simbolo degli assassini: quella specie di a stilizzata. Chissà poi perchè avevamo quel simbolo, come iniziale del nostro nome, assassini? O forse per indicare Allah, il nostro Dio? Stetti pochi momenti a pensare a quelle cose e, mentre spostavo quella domanda nella catasta delle altre miriadi di cose che avrei dovuto domandare al mio maestro, continuai a osservarmi intorno, anche se non c’era poi molto da guardare ancora. Considerai solamente che lì c’era veramente un bel freschetto, ottimo per le serate d’estate come quella e sicuramente, i cuscini posizionati sul pavimento insieme ad un paio di tappeti, servivano a quello.
-E come mai siete venuti qui? Il vostro obbiettivo non è Damasco?

Informato il vecchietto...
Mi girai a guardarlo e mi domandai perchè non ci faceva entrare, ormai era quasi notte ma non credevo che il buio fosse così pesto da non permettergli di vedere quanto fossi distrutta, anche se mi pentii immediatamente di averlo anche solo pensato.
-Si, è Damasco, però il viaggio è stato più duro del previsto...
Nabih mi rivolse un’occhiata beffarda per pochi istanti e lì sarei scattata all’istante per sbranarlo. Ma come si permetteva?

Oh, non ti preoccupare, ti farò pagare cara anche questa...
Si sa, la vendetta è un piatto che va assaporato freddo, o così credevo.
-...e abbiamo bisogno di riposarci questa notte. Però raggiungeremo la nostra meta lo stesso domani prima di pranzo... Acceleremo il passo.
Il vecchio rafiq rimase ad analizzarci in silenzio ancora per qualche istante, poi entrò e ci fece cenno di seguirlo.
-Avete già cenato?
-No, ancora no.
Io intanto continuavo ad analizzare il posto: alla fin fine non cambiava di molto, i cuscini, i tappeti, la struttura era uguale, ma mancavano le fontane, la struttura era più grande e vi erano molti scaffali e una scacchiera. Su un lato corto vi era una scrivania ingombra di carte e libri e lì vi si era appostato il rafiq che ci porgeva un cesto di frutta.
-Sedetevi, avanti! Domattina dovrete alzarvi presto!
Visto che un assassino si alza di solito all’alba...oh, quindi avremmo cominciato a viaggiare col buio...mmm...addio quindi ad una buona notte di riposo.
Comunque presi una mela come Nabih e mi sedetti mentre l’addentavo.
-Allora, il vostro obbiettivo è...
-Abdel Qader.
Lo interruppe Nabih.
-Ma questo dovresti già saperlo, no?
-Certo che lo so, ragazzo.
Ok, era evidente che quei due non andavano d’amore e d’accordo. Erano troppo simili per esserlo!
-Quindi, hai qualche informazione utile da darci?
Il rafiq lo guardò in un modo spettacolare, come se volesse incenerirlo con lo sguardo, ma poi distolse la sua attenzione dagli occhi del giovane assassino e si concentrò su delle carte davanti a lui.
-Non molte, purtroppo.
Sorrisi notando il suo tono di voce e intuendo la sua battaglia interiore: dire quelle parole gli era costato molto e sicuramente avrebbe preferito inventare anche una bugia per non far sentire superiore Nabih in quello specie di confronto a “chi ne sapeva di più”, però in quel momento non si trovava di fronte ad un singolo assassino, ma ad un esponente della setta. Il dovere, il rispetto, la serietà...la solita melassa che tutti prima o poi mandano con piacere a quel paese o i più rispettosi  maledicono a morte.
-In questi ultimi giorni stanno scomparendo sempre più cittadini nelle città circostanti e c’è qualche disperso a Damasco stessa. È diventato senza alcun scrupolo ormai, merita la morte, senza dubbio. Inoltre stanno aumentando sempre più i crociati presenti lì a Damasco e non è difficile immaginare che le due cose siano strettamente collegate, dato che in quella città non vi è nessuna persona di rango elevato o una guerra nelle vicinanze.
Nabih annuì e nel mentre prese un’altra mela dal cesto.
-Bene, sai se c’è qualcosa in questi giorni che lo farà uscire allo scoperto?
-È un venditore di schiavi ragazzo, non un pagliaccio di strada! Perchè deve uscire allo scoperto se sa che ha noi alle calcagna?
-Il suo covo? Conosciamo la sua ubicazione? Magari quello vecchio...
-Ma hai segatura nel cervello? Come può trovarsi nel suo vecchio covo?!?
Nabih disse qualcosa con tono di protesta sul fatto di farlo finire di parlare, ma il rafiq non ci badò affatto.
-Conosciamo il suo vecchio nascondiglio, quindi sappiamo in quale zone della città lui non sarà mai. Non farà mai ritorno al suo vecchio rifugio se avrà un pò più cervello di te!
-...infatti, era quello...
-Appena arrivati a Damasco fatevi dare le mappe della città e il rafiq del posto avrà sicuramente altre informazioni da riferirvi.
Nabih annuì a quelle informazioni e subito dopo che finì di mangiare una mela si alzò dallo sgabello.
-Io vado a farmi un bagno, o vuoi andare prima tu?
Disse rivolgendosi a me.
-No, fai pure...

Meglio dormire il più tempo possibile...
-Il bagno è al piano di sotto, se volete potete anche rifornirvi di armi.
-No, non ne abbiamo avuto bisogno fino ad ora.
-Va bene, ora vai.
Nabih prese una porta alle spalle del vecchio rafiq e scese selle scale che potevo appena intravedere.
-Ehi, Kores...
Mi girai di scatto e vidi che l’uomo mi stava fissando, come se volesse valutarmi.
-...sei sicura di farcela? Forse è meglio se passi per questa volta.
-Non ti preoccupare rafiq, so badare a me stessa.
-Mpf, scommetto che non sarai della stessa idea una volta a Damasco...

Ma...MA COME SI PERMETTE?!?
Va bene, ero uscita distrutta dal viaggio, ma quando è troppo è troppo.
E poi, quanti dubitavano delle mie capacità? Neanche il maestro era pienamente convinto che ce la potessi fare, ma lui era stato via per un anno, non aveva mai visto quanto fossi migliorata.
Allora feci mente locale e alla fine l’unica persona che credeva veramente in me era solo Salim...

Salim...chissà cosa sta facendo adesso quel moccioso...magari sta combinando un altro dei suoi guai...
Sorrisi a quel pensiero più che probabile ma il vecchio mi riportò alla realtà.
-Basta, adesso va a dormire, se vuoi ritornare tutta intera!
Ma che aveva questo contro di me?!?
Comunque non badai alle sue lamentele e andai a sdraiarmi sui cuscini dell’anticamera, almeno lì avrei riposato per benino. E mentre cercavo di prendere sonno, cosa che non mi fu molto difficile, sentii una porta che si chiudeva e qualcuno che si sedeva su una sedia.
-Mah...una donna. Loro non sono capaci a sopportare la fatica, al massimo riescono a portare una damigiana d’acqua, e riescono a combinare guai anche così!
-Calma rafiq, lei non è come le altre, è stata addestrata sin da bambina ed è forte quanto noi.
-Si è visto come è riuscita a reggere una giornata di viaggio...
Nabih fece una piccola risatina e poi continuò.
-Vorrei vedere come eri combinato tu al tuo primo viaggio.
-Ero fresco come appena sveglio, io!
Questa frase la disse con talmente tanta convinzione, che fu facile capire che stava dicendo una bugia.
-E comunque io non ti ho mai visto ridotto come lei, neanche quando sei arrivato qui qualche anno fa, e non avevi ricevuto nessun tipo di addestramento.
-Lascia perdere rafiq, io sono un caso a parte...
Cosa cosa? Nabih non era a Masyaf sin da bambino, come tutti gli altri? E poi quella voce così malinconica e triste, anche se faceva di tutto per dissimularla...no, questo fatto con mi convinceva.
-E comunque non ti preoccupare domani le farò scalare i muri di mezza Damasco, così non ti potrai più lagnare della sua resistenza fisica!
-Mpf, la resistenza no, ragazzo, ma poi vedremo come si comporterà al suo primo assassinio vero e proprio. Si sa che le donne danno troppa importanza ai sentimenti, quando invece un assassino dovrebbe eliminarli.
-Aah rafiq, sei preoccupato che sia come Asah?
-Tsk, e chi non lo è.
Ah, ecco spiegato perchè è così tanto diffidente con me, anche se lo sapevo già. La storia di Asah è molto semplice, ma ha scottato tutti nel profondo e ha reso tutti gli assassini più duri.
Asah era stata la prima assassina della setta, era una donna agile, forte, aggraziata e bella, un mix micidiale che la rendeva perfetta nel suo ruolo. Ebbe una carriera piuttosto corta, ma in pochissimi anni divenne facilmente priore ed era un vanto per tutti, dopo tutto, dove si poteva trovare una donna così? Però, circa venti anni fa, durante una missione, che doveva essere molto semplice per lei, tradì il credo della setta. Ma se fosse stato per questo non ci sarebbero stati problemi, una punizione, magari un degrado, e poi sarebbe ritornata al suo ruolo. Però lei decise di tradire la setta degli assassini, non tenendo fede alla regola più importante e intoccabile del credo, mettendo la setta in seria difficoltà e tutto perchè aveva deciso di ascoltare il suo cuore per salvare il suo amato, invece di dare retta al suo orgoglio di assassina. Da allora è scomparsa chissà dove, e non si hanno più notizie di lei.
-Il Maestro non è preoccupato, dato che le sta offrendo le stesse opportunità degli altri.

Le stesse opportunità? Ma che dice?!?
In effetti, tutti mi comparavano a lei, dato che sono la seconda assassina della storia delle setta di Masyaf, e forse di anche altre sette. Quindi un piccolo errore e rischiavo di cadere dal filo su cui camminavo così pericolosamente.
-Quindi vecchio tu non hai nulla di cui lamentarti.
-Vecchio? MA VECCHIO A CHI, BAMBOCCIO!!! TE LO FACCIO VEDERE IO!!!
-Ahahahahah!!! Calma, calma rafiq! Io vado a dormire, va bene?
-Vattene, prima che non mi controlli più!
-Va bene, buonanotte rafiq...
E pronunciò l’ultima parola in un modo tale che il vecchio rafiq continuò a maledirlo per parecchio tempo.
-Sono circondato da bambocci!

 -Kores, svegliati!
Qualcuno mi stava scuotendo leggermente per svegliarmi, allora aprii gli occhi e vidi che era Nabih.
-Dobbiamo partire.
Sbattei un paio di volte gli occhi e guardai il cielo che si stagliava dinanzi al mio viso: c’era luce, ma non era ancora l’alba.
Mi alzai e mi sgranchii le gambe, poi andai nella camera adiacente e mangiammo della frutta.
-Vado a lavarmi.
Dissi quando finii di mangiare.
-Va bene, partiremo appena finisci.
Allora andai al piano di sotto attraversando delle scale molto ripide e nel mentre che mi lavavo in un bagno molto spartano, sentivo il vecchio rafiq che russava.

Eh, è così forte che dorme ancora a quest’ora!
Risi tra me e me e poi risalii le scale.
-Ottimo, possiamo andare?
-Si si, andiamo.
Allora l’assassino salì su una fontana e risalì tutta la parete con agilità.
-Perfetto.
Sussurrai.
Feci un controllo generale: mi sembrava tutto a posto, le gambe sembravano aver retto bene alla cavalcata dopo tutto, però poteva essere che il dolore si poteva manifestare di lì a poco...
-Vedremo, questa sarà la prova del nove.
Mi presi un attimo per guardare l’acqua scintillante e l’imponente simbolo della setta, e poi cominciai la “scalata”.  Fortunatamente ci misi pochi secondi e senza grosse difficoltà e quando arrivai al tetto vidi che Nabih mi aveva osservata tutto il tempo.
-Mi immaginavo peggio, brava.

Anch’io...
-Forza dobbiamo andare.
Gli risposi io glaciale e mi avviai all’ingresso della cittadina.
Quando fummo nei pressi del grande portone in legno, riprendemmo la sceneggiata del giorno precedente, io con il cappuccio più abbassato che potevo e con le mani unite in preghiera, e lui con l’atteggiamento di un monaco gioioso.
Quando fu il nostro turno guardai di sottecchi le guardie: erano le stesse del giorno precedente, ma la cosa che più mi incuriosì e insospettì fu il loro sguardo.
Non avevano più un atteggiamento di sufficienza, ci guardavano in modo duro, truce, come se rappresentassimo un’odiata minaccia per loro. Ci avevano riconosciuti per quello che eravamo però ci lasciarono andare come nulla fosse, senza attaccarci!

Ok, qui sta succedendo qualcosa di strano!
Li sorpassammo e, una volta saliti sui nostri cavalli e allontanati un pò, parlai a Nabih.
-Ehi, Nabih. Ma li hai visti?
-Già, questa cosa non mi convince affatto...dovremo stare più attenti ora.

 
Dopo qualche ora di viaggio alzai il volto al cielo, era mattina inoltrata e ancora non avevo visto Siham. Che fosse ritornata indietro? Poi abbassai lo sguardo, e nel farlo mi accorsi che qualcosa brillava in lontananza. Non capii subito cos’era, ma dopo pochi minuti io e Nabih fermammo i cavalli e ci godemmo uno spettacolo magnifico.
La città si estendeva sotto ai nostri occhi, con le sue cupole dorate, la sua vegetazione lussureggiante, gli edifici costruiti con un marmo così bianco, che quasi accecava, e le grandi e poderose bianche mura costruite con pietre spesse e impenetrabili.
-Kores, benvenuta a Damasco!

Salve a tutti!^^
Allora, intanto scusatemi tanto per il ritardo T_T ma tra la fine della scuola e internet che ha deciso di non funzionare per un pò non ho potuto aggiornare...
Poi, faccio i dovuti ringraziamenti a chi ha messo la storia tra le seguite, prefirite e a chi ha commentato! Comunque devo fare i complimenti a SuxFans che ha letto tutta la storia moooolto velocemente senza morire di noia! XD 
Beh, che dire, dal prossimo capitolo ci sarà la missione vera e propria e che in questo capitolo ho scritto tantissimo (per i miei standard) senza dire nulla di che...vabbè!
Ora vado che devo leggere tantissime storie! Aspettatevi i miei commenti dunque! U.U
Ok, ciao a tutti e un bacio a PG! XD

   
 
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