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Autore: sibley    11/03/2018    1 recensioni
Ma Draco non riuscì a proseguire. Sentì la gola chiudersi, il respiro farsi affannoso e gli occhi riempirsi nuovamente di lacrime. Era troppo da sopportare, troppo per un adulto, figuriamoci per un sedicenne.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Mirtilla Malcontenta | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Draco Malfoy piangeva nel bagno di Mirtilla Malcontenta. Sua madre aveva permesso che Voldemort lo marchiasse come una bestia da macello ed ora il Marchio Nero riluceva sulla pelle diafana come un macabro tatuaggio. Tirò giù la manica bruscamente. Non voleva guardare. Dal ritorno ad Hogwarts, Draco aveva iniziato ad ignorare le lettere che il suo fidanzato gli scriveva ormai quotidianamente. Aveva anche iniziato ad utilizzare percorsi secondari per spostarsi nel castello, pur di evitare di incontrarlo, cosa che lo portava a ritardare alle lezioni ma della quale non si preoccupava minimamente. Nemmeno scendeva più in Sala Grande per i pasti, preferendo brevi incursioni nelle cucine per procurarsi qualcosa a notte fonda. Purtroppo quei pasti disorganizzati influivano parecchio sul suo fisico, aveva perso molto peso in poco tempo e sempre più spesso si sentiva stanco e senza forze. Quella era la prima volta che metteva nuovamente piede nel bagno di Mirtilla, attirandosi addosso le ire del fantasma che si era detta profondamente offesa dalla prolungata assenza del biondo Serpeverde e del compagno. Draco non aveva avuto altra soluzione che raccontarle quanto avvenuto durante le vacanze di Natale a Villa Malfoy, trovando un po' di consolazione in Mirtilla che a dispetto delle dicerie studentesche era una vera amica se le si dava la possibilità di esserlo. Per questo motivo quando la sentì esclamare:

«Sì, è qui. Entra!»

Draco non ebbe dubbi su chi stesse lasciando entrare nel bagno. Mirtilla non avrebbe mai permesso che qualcuno entrasse e lo vedesse in quelle condizioni, sapeva che chiunque altro all'infuori di quella persona si sarebbe preso gioco di lui.
Harry Potter entrò nella stanza, correndo subito al capezzale del Serpeverde notandolo inginocchiato a terra, con gli occhi rossi e gonfi di pianto. Lo abbracciò con forza, stringendolo contro il proprio petto e accarezzandogli piano i capelli.

«Harry... Harry, vattene.» biascicò Draco

«Mai. Non me ne andrò mai.» rispose Harry laconico.

Il Serpeverde lo spinse via, asciugandosi le lacrime con un gesto secco della mano mentre Harry per il contraccolpo cadde seduto sul pavimento, guardando il fidanzato tentare di ricomporsi con qualche buon risultato.

«Potter, vattene. Io non ti amo più.»

Quello ad Harry fece più male della caduta sulla pietra e boccheggiò basito dall'improvvisa affermazione.

«Bugiardo! Perché non me l'avresti detto prima, altrimenti?»

«Sono un codardo, Potter. Non sapevo come dirtelo.»

«Tu stai mentendo! Stai mentendo! Se tu non mi amassi davvero te ne saresti fregato di come dirmelo!»

«Io, Potter... Io...»

Ma Draco non riuscì a proseguire. Sentì la gola chiudersi, il respiro farsi affannoso e gli occhi riempirsi nuovamente di lacrime. Era troppo da sopportare, troppo per un adulto, figuriamoci per un sedicenne. Il Marchio Nero, il Signore Oscuro ormai installato permanentemente in casa propria, il tradimento di sua madre ed ora il dover lasciare Harry.
Il doverlo lasciare per il Bene Superiore, come si suol dire. Draco voleva solo proteggere Harry, della sua stessa sorte non gli importava affatto ma non voleva che Harry corresse altri rischi a causa sua. Già aveva abbastanza a cui pensare, l'idea che Harry potesse sobbarcarsi di un altro peso per via della loro relazione, era a dir poco insopportabile. Ma la sua stupida testa non collaborava e stava anche smettendo di inviare al corpo gli impulsi naturali quali respirare normalmente e piantarla di piangere come una ragazzina.
Harry gli fu addosso ancora una volta, abbracciandolo e baciandogli i capelli dolcemente. Draco sentì il panico placarsi immediatamente, il respiro affannoso rallentare ed iniziare a stabilizzarsi sebbene non riuscisse ancora a controllare le lacrime che scorrevano copiose lungo le sue guance.

«Shh. Ci sono io...» continuava a ripetergli il Grifondoro, senza smettere di coccolarlo.

«T-tu non p-puoi capire...» singhiozzò Draco

«Allora spiegami. Io sono qui per te, lo sai... spiegami...»

Draco si arrese, sollevando debolmente la manica della divisa e scoprendo il Marchio Nero che spiccava indelebile sulla pelle alabastra. Harry rabbrividì per un secondo, ma necessario perché il Serpeverde lo notasse.

«Ti faccio schifo, Potter?» ringhiò quindi all'indirizzo del fidanzato

Harry ignorò lo scatto d'ira. Ormai conosceva a sufficienza il compagno e sapeva benissimo che quella reazione aggressiva era dovuta al suo sentirsi ferito per il brivido che l'aveva percosso poco prima.

«Come hanno potuto?..» chiese sommessamente

«Mia madre... è stata mia madre. Ha detto che i Malfoy dovevano smettere di deludere il Signore Oscuro e che io ero quello giusto per farlo... mi ha... mi ha sacrificato...» i singhiozzi lo scossero nuovamente.

«Quando l'hanno fatto?»

«Durante le vacanze di Natale.»

Ed Harry capì, capì l'allontanamento improvviso del compagno, le missive ignorate e la sua assenza prolungata nei corridoi della scuola. Lo strinse più forte, cercando di trattenere bollenti lacrime di rabbia che minacciavano di scendere anche sul suo volto.

«Ti amo, Harry.»

«Ti amo anch'io, Draco.»

Il Grifondoro gli depositò un altro bacio sui capelli biondo platino ed aggiunse:

«Gliela faremo pagare a quei bastardi... te lo giuro, amore mio, gliela faremo pagare...»


Sibley's Corner:

Premetto di averla scritta interamente col cellulare, perciò se ci sono pasticci è colpa dello (s)correttore. La ricontrollerò ancora ma probabilmente mi sfuggirà ancora qualcosa.
Ho letto un milione di Drarry nell'ultimo periodo e non so come mi sia uscita questa piccola storiella, però spero vi piaccia :)
Baci, Sib.
  
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