Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Spark of Shadow    11/03/2018    4 recensioni
Dopo la Quarta Grande Guerra Ninja, il mondo è in pace.
Sono finiti i tempi in cui i villaggi si davano battaglia per prevalere l’uno sull’altro.
Ora si può guardare al futuro con più serenità, all’insegna della cooperazione e nel rispetto di ciascuno.
Vero?
Nei Paesi si sta spargendo la notizia.
Bambini stanno scomparendo da tutto il mondo ninja e riappaiono misteriosamente.
Nessuno riesce a trovare una spiegazione, nè un colpevole.
Quando ad essere rapita sarà una piccola Hyuga, saranno gli Shinobi di Konoha a dover intervenire.
Le domande sono queste:
Perché i bambini vengono rapiti?
Perché semplicemente riappaiono?
Chi si cela dietro a questo mistero?
Perchè quando Sasuke Uchiha vede Hinata Hyuga si sente come se il cielo gli sia caduto addosso?
Cosa succederà quando assieme ai loro compagni dovranno indagare sul sequestro di quei bambini?
Sasuke e Hinata.
Shikamaru e Temari.
Spark of Shadow
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke, Shikamaru/Temari
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Petrichor
Capitolo 5
 
 
Ovunque girasse la testa, file interminabili di candelabri d'argento illuminavano la via di chi volesse passare attraverso il lungo corridoio.
Le pareti erano di mogano, intagliato a creare alte colonne lignee qua e là, creando l'illusione di tenere in piedi il soffitto foderato di seta rossa damascata.
Leggere fiammelle dominavano le incontabili candele bianche, creando giochi di luce nel ballare e girare su sé stesse ad ogni spostamento d'aria.

Quel corridoio sembrava non finire mai.
Shikamaru camminava tentando di nascondere la propria ansia, non sapendo cosa Temari si aspettasse da lui, visto che non aveva ancora aperto bocca.
Cercò di distrarsi un po', concentrandosi su quella melodia che aleggiava per l'aria, flebile, proveniente dal salone principale.

-Sono violini?- chiese retorico.

La ragazza non rispose.
Guardava avanti, sguardo fisso e respiro calcolato, dandosi un ritmo per non cadere dai tacchi che aveva ai piedi.
Dal di fuori sembrava perfettamente a suo agio.
Ed era esattamente l'effetto che voleva.

-Regola numero 1 del perfetto diplomatico: "Un diplomatico è sempre preparato ad ogni evenienza."- Sussurrò piano, come a ripassare la lezione.

-Sei agitata?- Il Nara la guardò con la coda dell'occhio, sentendosi improvvisamente nervoso nel vedere un alone di ansia attraversarle gli occhi.

-Regola numero 2: Un diplomatico non è mai agitato.-

Shikamaru annotò mentalmente la nozione.

Temari sentì di non essersi spiegata davvero e riprese la parola:

-Non sono agitata, ma non devi mai prendere alla leggera queste cerimonie. Qui dentro basta una parola sbagliata e dovremo prepararci per una nuova guerra.- Indicò la porta davanti a loro.

Shikamaru deglutì silenziosamente, a disagio.
Non riusciva a smettere di guardare tutti quei candelabri, accorgendosi solo in quel momento degli enormi specchi appesi alle pareti, che riflettevano le fioche luci in cima alle cere candide, moltiplicandole a dismisura.
Tutta quella luce era solo un'altra illusione ottica.

Temari, al suo fianco, continuava a zampettare sui tacchi, con piccole, ma veloci falcate.
Guardava davanti a sé, di nuovo imperturbabile, mentre muoveva discretamente le braccia per tenersi in equilibrio.

Un ultimo respiro e le pesanti porte si aprirono, lasciando spazio ad un lusso a cui Shikamaru non era abituato.

Certo sapeva che il Daimyo era ricco, ma non si aspettava tutto quello splendore.
L'architettura davanti ai suoi occhi l'aveva vista, prima di allora, solo in alcuni libri illustrati di favole che gli leggevano da bambino.

I lampadari di cristallo, ricadevano a cascata verso il pavimento a gocce di diamanti, costellando il soffitto come un miliardo di stelle staccate dalla volta celeste e portate in quel salone da ballo.
Il pavimento in marmo avrebbe mostrato tutte le sue venature scarlatte se i centinaia di invitati non vi stessero brulicando sopra come formiche vicino ai tavoli del buffet.

Il ragazzo continuò ad osservare la sala finché la sua accompagnatrice non lo risvegliò con una gomitata nel fianco e un'occhiataccia.

Cercando di non mostrare segni di dolore, la guardò per chiederle cosa volesse.

-Dammi il braccio, mentre scendiamo le scalinate. E non correre. - Sussurrò con stizza.

Al che il moro non poté fare altro che assecondare la ragazza, offrendole il braccio destro e avviandosi verso la scalinata di marmo.

-Chi sono tutte queste persone? Sono tutti diplomatici?

-No, sono amici del Daimyo, conoscenti, ma soprattutto imprenditori.- guardò la folla poco più in basso di loro.

-Una volta all'anno, i "novellini" hanno la possibilità di farsi conoscere dagli altri imprenditori e quindi possono ottenere aiuti economici o qualche genere di alleanza.
Ma la vera sfida, motivo per cui tutti sono qui, è quella di ottenere le grazie del Daimyo.
Se ottieni la sua amicizia, ottieni anche il bollo di certificazione.-

-Capisco, in questo modo la tua impresa diventa la più importante in tutto il mondo ninja. Il che significa soldi. E potere.-

La ragazza annuì, mentre cominciavano a scendere le scale.

-In realtà i diplomatici sono sempre pochi, in totale questa sera, saremo una ventina.-

La musica cambiò e il suono di un pianoforte avvolse l'atmosfera.

Quello che avevano davanti era un caos controllato.
Ovviamente attorno al Daimyo vi era una calca di gente, che fremeva di parlargli.

-Temari-san!-

Chiamata, la ragazza si girò e si avvicinò piano ad una donna sulla sessantina, avvolta in un kimono verde smeraldo.

-Aiko-san! Che piacere vederla.- si inchinò, rispettosamente.

-È un piacere anche per me.- Sorrise delicatamente e portò il ventaglio chiuso sotto il mento.

-Vedo che questa volta il vostro accompagnatore non è l'eroe di Konoha...- Osservò curiosa.

-No, infatti, Aiko-san, vi presento Shikamaru Nara.-

Il ragazzo si inchinò e la donna chinò il capo, in risposta.

-Nara? Siete per caso figlio di Shikaku Nara?-

-Si signora, è così.-

-Oh, vostro padre era brillante, una persona incredibile per ingegno e portamento. È stato doloroso apprendere della sua scomparsa.-

Shikamaru annuì, felice del ricordo del padre.

-Aiko-san!- Tutti e tre si girarono contemporaneamente verso un uomo che non poteva avere più di trentacinque anni.

-Oh, mio caro, quanto tempo è passato! Lascia che ti presenti i miei nuovi amici.- Lo afferrò per un braccio.

-Questi è un mio nipote. Temari-san, Shikamaru-san vi presento Yoshihiro Hotaka.- Sorrise elegante.

-Piacere di conoscervi, sono elettrizzato! Non avevo mai incontrato eroi di guerra prima d'ora.-
Yoshihiro aveva un'aria impacciata nei modi di fare e anche nell'indossare il suo costoso completo da cerimonia.

-Scusate se mi permetto, ma avevo sentito avrebbe presenziato anche il celebre Naruto Uzumaki...-

-Sì.- lo interruppe cordiale, Temari: -Stavo appunto dicendo ad Aiko-san, che Naruto è stato convocato per una missione, a sostituirlo oggi c'è Shikamaru Nara.- Lo indicò portando il palmo della mano davanti a lui.

-Oh.- Sussurrò dispiaciuto.
-Sono lieto di conoscerla, Nara-san, ma devo ammettere che sarebbe stato un sogno che si avvera, incontrare l'eroe della quarta guerra.-

Sia Temari che Shikamaru, ridacchiarono a disagio.

-Immagino.- replicò Aiko-san.

-Vogliate scusarmi, ho appena intravisto un'amica e vorrei andare a complimentarmi per la scelta del suo abito.-

Aiko-san era una donna eccentrica.

-Prego, prego.- Le rispose calmo il nipote.

Una volta che la donna si fu allontanata, perdendosi tra quel grumo di folla, Shikamaru notò che Yoshihiro Hotaka era rimasto là con loro ed era subito nata tensione.

-Di cosa vi occupate, Hotaka-san?- Shikamaru voleva solo rendere l'atmosfera più leggera.

L'uomo, che aveva un aspetto quasi malaticcio, visto il suo pallore, riportò gli occhi verdi (dal colore intenso come il fondo di una bottiglia) sul ragazzo.

Improvvisamente sembrava che non fosse poi così goffo e impacciato.
In un attimo aveva raddrizzato la schiena, sistemato in guanti immacolati sulle mani e il fazzoletto nel taschino.

-Sono un imprenditore, mi occupo di armi. La mia speranza, come quella di tutti in questa sala, è quella di ricevere il bollo. Voglio poter armare gli shinobi da guardia del Daimyo. Sarebbe un vero onore.-
Prese al volo un calice di champagne da un cameriere che passava di lì.

-Beh, gli affari non devono essere stati molto "prosperi" in questo periodo di pace.-

-Nara-san lei ha ragione, ma il nostro mondo continua ad essere un mondo di ninja e guerrieri. Le armi sono pane quotidiano degli shinobi e io spero che vogliano continuare a proteggere questo mondo da ogni pericolo. È per questo che ho deciso di prendere le redini dell'azienda che mio padre mi ha lasciato.-

-Può star certo che faremo tutto ciò che è in nostro potere per preservare la pace!- Esclamò Temari, con un certo fuoco negli occhi, trovandosi d'accordo con le parole dell'uomo davanti a loro.
 
-Posso chiederle una cosa, Hotaka-san?- Shikamaru si strofinò il mento.

-Certamente.-

-Se desiderate il bollo del Daimyo, perché non siete vicino a lui in questo preciso momento?-

L'uomo ridacchiò divertito, mentre con la coda dell'occhio vide il Daimyo accorgersi di loro tre.

-Beh, vedete e mi dovete scusare per questo, ma effettivamente bramo quel bollo e ho preparato la mia strategia.- Inclinò leggermente la testa da un lato, sorridendo.

-Essere vicino e parlare per buona parte della serata con gli eroi della quarta grande guerra ninja, come se fossimo buoni amici, avrebbe certamente richiamato l'attenzione del Daimyo.-

Il Daimyo infatti si stava avvicinando.

-In questo modo avrebbe potuto ottenere la sua attenzione senza dover affrontare la calca e mostrando molta più dignità. Astuto.- Concluse Shikamaru.

-Vi prego ancora di perdonarmi, ma è necessario avere una buona strategia per queste occasioni.-

I due diplomatici annuirono, mentre il Daimyo faceva loro un cenno del capo, come rispettoso saluto e presto voltò la testa per parlare con uno Yoshihiro Hotaka, sempre più compiaciuto.

-In pratica ci ha usati.- Fece notare Temari.

-Beh, suppongo sia quello che ci si deve aspettare da un uomo d'affari...- Anche il ragazzo era abbastanza incredulo per come si erano svolte le cose.

Shikamaru notò l'odio nello sguardo di molti altri imprenditori nella sala, di uno in particolare, che si avvicinò loro.

-Voi siete i diplomatici di Konoha?- Chiese, cercando di camuffare un rancoroso tono di voce.

-Si, siamo noi.-

-Sono Chuui Henka.-

Anche lui si imbarcò in una descrizione dettagliata della sua attività. Chiaramente sperava che lo stratagemma di Hotaka funzionasse di nuovo. (Inutilmente).
Un altro imprenditore nel ramo militare, specializzato nella produzione di armi simili alle carte-bomba.

-Io produco armi per difendere tutto il mondo ninja, non solo il Daimyo, come quel damerino lì.- Indicò Hotaka.

-Dobbiamo trovare il modo di salvarci la pelle per la prossima volta che quei maledetti Uchiha daranno di matto. O magari questa volta saranno gli Hyuga o qualche altro clan con una qualche maledetta maledizione negli occhi!- sbraitò feroce.

Temari si incupì, quest'uomo certo era bellicoso, ma era anche enormemente ubriaco.

-Scusate, non lo penso davvero.- Riportò il calice colmo alle labbra e prese un nuovo generoso sorso.
-Gli affari vanno male con questa pace e io credo di essere anche ubriaco. Mai una buona accoppiata.

L'uomo si dileguò così velocemente come era arrivato, lasciando Shikamaru e Temari con un'espressione interrogativa sul volto e lo guardarono allontanarsi con fare sospetto.

-Secondo te i commercianti d'armi sono tutti come quei due?- sussurrò il Nara.

Che enorme quantità di casi umani. Pensò Temari, scrollando le spalle in risposta al suo ragazzo.
 

 Akamaru stava fiutando le piante da un po' e Naruto lo guardava divertito, non sapendo se aspettarsi che trovasse l'ingresso al laboratorio che stavano cercando, o se semplicemente dovesse fare i suoi bisogni.

Shino guardava, silenzioso, da dietro gli occhialetti, quella assurda compagnia, che non sembrava assolutamente avere un senso logico.
Naruto si comportava come un idiota, Hinata era tornata ad essere il puntino rosso di imbarazzo che era quando aveva dodici anni e l'Uchiha non smetteva un secondo di guardarla con la coda dell'occhio, senza nemmeno cercare di nasconderlo.
Incredibilmente l'unico che sembrava essere normale (e normale per standard generali) era proprio Kiba, che stava fiutando l'aria alla ricerca di odori particolari.
Quella missione diventava più stressante ogni secondo che passava.

-C'è un odore strano nell'aria.- Avvisò l'Inuzuka.

Al che tutti quanti portano lo sguardo a concentrarsi su di lui.

-Cosa senti?-

-Non è molto chiaro, in realtà, si direbbe... sangue.-

Akamaru abbaiò in assenso.

-Sangue?- Chiese Hinata, che attivò il Byakugan per scannerizzare l'area, ma non vide nulla di insolito.

-Beh è molto tenue, ma non perché siamo lontani, è come se fosse stato... annacquato.-

-Non c'era nessun odore di sangue l'altra volta, solo una puzza intensa di marcio.- Fece notare Shino.
-Non hai visto niente, Hinata?-

-No, proprio come l'altra volta, l'entrata non è visibile al mio Byakugan dall'esterno. Anche l'altra volta avevo visto la botola solo entrati nell'edificio.-

-Come è possibile che il Byakugan non possa vedere l'entrata del laboratorio?- Sasuke corrucciò le sopracciglia.

Sasuke credeva fermamente nel potere delle abilità innate e non riusciva ad accettare nemmeno il pensiero che queste potessero non funzionare.
Il potere di un'abilità oculare è assoluto.

Hinata lo guardò negli occhi, cercando di sostenere il suo sguardo.
La ragazza sapeva bene quale fosse il suo pensiero in merito alle tecniche oculari.

-Ma quelli lì non stanno forse facendo ricerche sui vostri occhi?-

Tutti si voltarono verso Naruto, che aveva appena parlato.

-Shino? Tu pensi che possano essere riusciti a nascondere il laboratorio al Byakugan?-

-Però tutto quello che era scritto sulle relazioni era completamente sbagliato! Lo ha detto sia lei, sia Sasuke! Come possono essere riusciti a bloccare Hinata, quando non sanno niente di giusto sulla sua abilità oculare?- Il biondo li interruppe, contraddicendo la precedente risposta.

-Diamo per scontato che quelle relazioni siano recenti...- Pensò Shino.

Sasuke aveva attivato il suo Sharingan, alla ricerca di qualcosa.

-Hinata- La richiamò. -Approssimativamente quanto dovrebbe mancare per arrivare?-

-Beh, la volta scorsa l'abbiamo trovato quasi per caso.-

Sasuke alzò un sopracciglio.

-Akamaru ha trovato la costruzione, mentre seguiva l'odore di Hana, all'interno c'era una botola nascosta e...-

Hinata osservava Sasuke negli occhi mentre parlava e ad un certo punto si interruppe, incapace di dire una sola altra parola.
Lui aveva congiunto i loro sguardi, li aveva legati in un secondo in una treccia da cui era difficile anzi, impossibile scappare.
Dio, quanto le mancavano quegli occhi neri come l'Ossidiana.

-Hinata?- si sentì richiamare da una voce dietro di lei.
Ma non riuscì a liberarsi da quella morsa visiva.

-Ragazzi?-

Hinata si riprese di scatto, quasi sobbalzando.
Spalancò gli occhi e spostò lo sguardo su un albero alla sua destra.

Cosa stava facendo? Perché sembrava così facile dimenticarsi del passato, di ogni cosa, quando lo guardava dritto nel nero delle sue pupille?

La ragazza arrossì violentemente.

-Parlavi di una botola all'interno di una casetta?- Naruto cercò di riprendere il discorso.

-S-si.- Hinata era visibilmente in difficoltà.

Sasuke si sfiorò il polso.

Kiba spiegò velocemente come si fossero inoltrati nella foresta dopo aver perlustrato il villaggio lì vicino, alla ricerca di qualche indizio.

Continuarono a camminare, guidati dal fiuto di Akamaru e dell'Inuzuka, fino a quando in lontananza non videro la suddetta costruzione in rovina.

Era poco più di qualche muro di mattoni, completamente distrutto e ridotto in macerie.
Tutto attorno e anche all'interno piante spontanee erano cresciute, infestando il luogo.
Era una versione minuscola di come Sasuke aveva ritrovato il distretto Uchiha al suo ritorno.
Divelto, a pezzi, abbandonato a sé stesso.

-Il mio Byakugan ci vede attraverso. È come se questa cosa non esistesse.- Indicò con la mano le rovine.

E Sasuke si sentì furioso.

Entrarono, facendo attenzione che nulla crollasse sulle loro teste.

-Lascerò alcuni insetti di guardia.- Shino informò i suoi compagni, sistemandosi gli occhiali che erano nuovamente scivolati lungo il setto nasale diritto.

Hinata annuì, favorevole e finalmente capace di utilizzare gli occhi, li azionò e si avviò verso la botola, aprendola e scendendo lungo scale dai gradini troppo alti.
Essendo l'unica a poter vedere perfettamente dove stessero andando, era lei a fare da guida davanti alla fila.
 
-Certo che è davvero umido, qui.- Naruto si tappò il naso con due dita per reprimere uno starnuto.

La Hyuga scendeva piano i gradini bagnati dall'umidità e scrutava davanti a sé con la sua innata attivata.
Mentre roteava gli occhi nelle orbite, mancò uno scalino, perdendo l'equilibrio.
Lanciò un gridolino strozzato e chiuse gli occhi, ma l'impatto con la dura pietra delle scale non arrivò.

Due braccia l'avevano cinta sotto il seno, prima che potesse cadere e ora si trovava schiacciata, protettivamente, contro il petto caldo e solido del suo compagno di missione.

Alzò la testa e guardò dietro di sé, dove un occhio scarlatto e brillante nell'oscurità era puntato dritto su di lei.
Deglutì piano.

-Stai attenta.- Le disse con voce ferma, ma dolce.

La liberò dalla cintura protettiva delle sue braccia, ma mentre la ragazza si rimetteva dritta, pronta a riprendere la discesa, le afferrò, delicato, il polso, donandole un'ancora a cui affidarsi.

Lei sorrise lievemente a quel gesto premuroso e continuò ad avanzare.
Dopo un minuto abbondante, scesero anche l'ultimo gradino e si ritrovarono in un ambiente molto più luminoso.
La luce filtrava da delle piccole aperture nel soffitto, probabilmente create dallo stato di rovina dell'edificio soprastante.
Davanti a loro si apriva lo spoglio orrore di un laboratorio in disuso.

-Qui l'odore è più forte.-

-Non avevate detto che non c'era puzza di sangue, l'ultima volta?- Domandò Naruto.

Nessuno, però, gli rispose.

La ragazza si avviò spedita verso una stanza in particolare, avvicinandosi ad uno degli alti armadi di ferro.
Era pieno di ammaccature e in parte arrugginito.

-Qui dentro abbiamo trovato le relazioni.- Informò gli altri che si trovavano vicino a lei.

Sasuke stava dando un'occhiata in giro e trovò quella disposizione di tavoli e armadi familiare.

-Questo posto mi ricorda un po' un piccolo rifugio di Orochimaru nel villaggio del Suono.-

Naruto si girò verso di lui, invitandolo a continuare.

-Lo usava come "laboratorio di fortuna". Aveva giusto gli strumenti essenziali. Lo utilizzava solo in momenti di estrema necessità, ma era uno dei più sicuri. Ci sono stato un paio di volte.-

-Pensi che in fin dei conti potrebbe esserci quella serpe dietro tutto questo?-

-No, non credo. In realtà, penso sia più probabile che il nostro uomo abbia trovato e usato questo posto a suo piacimento.-

-Sicuramente è stato utilizzato poco tempo fa, nel lasso di tempo tra il nostro ritorno a Konoha e oggi.-

-Shino ha ragione, questo odore può indicare solo che qualcuno è stato nuovamente qui.- Kiba indicò una chiazza di sangue e acqua in un angolo vicino ad un tavolo.

Sasuke si avvicinò al tavolo in quella stanza. Era graffiato e solcato da segni di coltelli e unghie.
Un lungo graffio orizzontale richiamò la sua attenzione.
Si chinò per osservarlo meglio.

-Qualcosa non va?- Gli fece Hinata.

-Guarda qui.- Le mostrò il taglio sul legno.
-È all'altezza del cuore di un uomo adulto... o degli occhi di un bambino.-

La Hyuga sobbalzò inorridita.

-Questo è il segno di un bisturi affusolato. Orochimaru non li sopporta, non riesce a tenere la mano ferma... Abbiamo la prova definitiva che non è stato lui.-

-Siamo a punto e a capo.- Sospirò lei, sconsolata.

La sera era presto giunta e la loro missione ricognitiva si era conclusa.
Ora dovevano solo tornare a casa.

Si erano accampati a qualche chilometro di distanza dal laboratorio.

Kiba svegliò Hinata, scuotendole una spalla.
Sbadigliò sonoramente vedendola svegliarsi.
Due occhiaie scure e profonde le circondavano gli occhi perlacei e i capelli erano scompigliati.

-Hina, tocca a te, ce la fai?- sbadigliò nuovamente lui.

-S-si, dammi solo un attimo per riprendermi.-

L'Inuzuka uscì dalla tenda, tremendamente assonnato.
Si fece forza nel tenere gli occhi aperti fin quando dalla sua tenda non uscì la Hyuga, con gli occhi sbarrati di chi avrebbe bisogno di altre due buone ore di sonno.

Faceva abbastanza freddo e si avvicinò al piccolo fuoco, cercando di scaldarsi un po'.

C'era un bel cielo quella notte e la luce della luna illuminava quieta le loro quattro tende.
Naruto russava, ma non era un suono fastidioso seppure si trovasse molto vicino alla sua tenda.
Lui e Sasuke avevano posizionato il loro giaciglio vicino al suo  per poterla proteggere in caso di aggressione.

Non sono in pericolo. E se anche le fossi saprei cavarmela da sola.

Hinata odiava essere considerata la kunoichi debole.
Forse non aveva la mostruosa potenza di Sakura, ma non era debole. Aveva il suo personale stile di combattimento, poteva controllare il chakra alla perfezione e aveva il Byakugan.

Il Byakugan era un'abilità oculare che perfino un Uchiha poteva invidiare e il suo era uno dei più allenati.
Non aveva mai smesso un attimo di allenarsi in passato e anche ora, quando ne aveva il tempo, allenarsi era il suo primo pensiero.
Era l'unico modo in cui poteva essere d'aiuto al suo clan.

Sentì dei rumori provenire dalla tenda di Sasuke, era come se si stesse rigirando continuamente nel suo sacco a pelo e stesse sussurrando frasi senza senso.

Sta avendo un incubo.

Hinata dovette mordersi forte un labbro e arpionare ciuffi d'erba al suolo per reprimere la necessità quasi fisica che sentiva di stringerlo fra le braccia e sussurrargli dolcemente che andava tutto bene e che qualunque fosse il problema, quello era solo un incubo.
Ma non poteva farlo.

Non è più compito mio proteggerlo da sé stesso.
Una lacrima scese lenta dall'occhio sinistro, carezzandole la guancia.

-H-Hinata, Hinata...- Lo sentì chiamarla.

Resisti.

-HINATA!- Lo sentì quasi urlare, ma la disperazione nel timbro di voce mandò in frantumi ogni suo fragile proposito.

La Hyuga si alzò di scatto e coprì velocemente la distanza che li separava.
Sasuke dormiva e aveva la fronte completamente bagnata dal sudore, mentre si dimenava, cercando di liberarsi dalla morsa crudele di quell'incubo.

-Hinata... Hinata...- Sussurrò ancora.

La ragazza gli si inginocchio vicino e gli scrollò una spalla.

-Sasuke svegliati, sono...-

Non fece in tempo a completare la frase che il ragazzo spalancò gli occhi, completamente terrorizzato e in un secondo si ritrovò stesa per terra, sotto di lui e avvolta nelle sue braccia.
La fronte di Sasuke incastrata nell'incavo del collo, carezzando la pelle liscia e morbida.

Sentiva il fiatone di lui sulla sua pelle, mentre le portava le braccia a stringerlo sentendo la morte nel cuore.
Iniziò a cullarlo dolcemente, sussurrandogli che andava tutto bene.
Sasuke strinse più forte in un disperato tentativo di non lasciarla scappare.

-Incubo.- Disse, ritrovata la capacità di parola.

La ragazza annuì:

-Il massacro?-

-No, non questa volta.- Deglutì sonoramente.

Ispirava ed espirava piano, cercando di ritrovare un normale ritmo respiratorio.

-Mi avevi lasciato. E aspettavo un figlio da Sakura.- La strinse ancora più vicino a sé, bisognoso di quel contatto.
Gli sembrava di non averla stretta tra le sue braccia per mesi.

Hinata capì che Sasuke non era ancora tornato alla realtà e il suo incubo altro non era che un ricordo. Un ricordo molto doloroso.

Sentì il labbro inferiore tremare e un nodo le si formò in gola. Quanto avrebbe voluto poter scoppiare a piangere.
Lasciare libere quelle lacrime che le stavano dando il tormento.
Non sarebbe dovuta nemmeno essere lì.

Tutta questa storia la stava distruggendo.

Sentì la presa su di lei allentarsi.
Sasuke si era riaddormentato.
Cercò di non svegliarlo uscendo prima dalle sue braccia e poi dalla sua tenda.

Una volta fuori le sembrò di risentire l'ossigeno.
Tremava.
Sentiva il panico fluire nelle sue vene.
Dov'erano le sue medicine?
 
 Sakura stava sorseggiando una tazza di the verde, mentre Ino aspettava che la sua si raffreddasse un po'.

La rosa guardava fuori dall'enorme vetrata che dava sul giardino, permettendole di vedere l'albero che Sasuke prendeva a pugni, quando voleva un allenamento delicato.

Pioveva e la terra aveva un buon odore.

Ino la guardava di sottecchi, cercando di capire a cosa stesse pensando.
Si era presentata alla porta di casa Uchiha con una confezione di biscotti dietetici ed un sorriso smagliante.
Sakura l'aveva fatta entrare, visibilmente contenta di aver ricevuto visite.
La gente aveva paura di Sasuke e poche volte aveva potuto accogliere ospiti e comportarsi da padrona di casa.

-Allora, tra quanto tornerà Sasuke?-

-Beh, mi ha detto che hanno ricevuto le tempistiche standard, per cui penso non più di due settimane.-

-Capisco, bene.-

Si era creato un velo di leggero imbarazzo, perché non sapevano più che dirsi dopo un'ora e mezza di discussione fitta sulle mode per donne in gravidanza e sul suo rapporto con Sai.

-Hai già pensato ad un nome per il bambino?-

-Si, ci sto pensando, ma è difficile, ogni nome che trovo e mi sembra perfetto per il piccolo, Sasuke lo boccia.-

-E allora perché non lo sceglie lui?- esclamò Ino, irritata.
Sasuke era sempre stato così, ma probabilmente se al posto di Sasuke ci fosse stato Naruto, Sakura gli avrebbe tirato un pugno in faccia.

La rosa scoppiò in una risata fragorosa.

-Si, in effetti dovrebbe farlo! Sarebbe utile avere almeno un indizio di quello che vuole.-

-E allora perché non lo fa?-

-Sotto sotto, penso che abbia paura di sbagliare, di affidargli un nome che non gli si addice.- Si strofinò il mento.

-Qual è l'ultimo nome che hai pensato?-

-Ichirou.- Sakura prese un altro sorso di the.

-Ichirou?- Ino sembrava allibita.

-Si, Ichirou, cosa c'è che non va?- Sbuffò lei.

-Vuoi chiamare il tuo primogenito, Primogenito?- La fissò seria.

-È un nome orribile, Sakura!- Ino era viola dalla vergogna.

-A me piace molto.-

-Santo cielo, il secondo lo chiamerai Secondogenito?- Ci riprovò.

-Proprio così. E il terzo Yuzu.-

-Lasciamo perdere, che è meglio. Comunque sono dalla parte di Sasuke, questa volta.-

La pioggia si stava facendo più forte.

-Vuoi cenare con me?- Chiese Sakura, accantonando la discordia sui nomi.

-Va bene.-

La ragazza aprì prima il frigo e poi la dispensa.
Tirò fuori una confezione di riso consumata a metà e dei pomodori.

-Ti vanno i pomodori? Non ho praticamente nient'altro, sono i preferiti di Sasuke e ne compra in quantità industriale.-

-Vanno bene.- Sorseggiò il suo the.

Mentre la sua amica armeggiava con i fornelli, Ino era si era incuriosita:

-Che tipo di missione gli è stata assegnata?-

-Non ne sono sicura, ma credo stia facendo da scorta alla squadra di ricerca. C'è anche Naruto con lui.-

-La squadra di ricerca? Ma... quindi è con Hinata?-

Sakura si paralizzò di colpo.

-Insomma, non ti dà fastidio che sia in missione con la sua ex?-

-Beh non potrebbe farci nulla comunque.- Un'espressione mesta le si dipinse sul viso e per un attimo fu grata di star dando le spalle a Ino.

-Beh, si, so che lui la ha lasciata perché si era innamorato di te, però, è comunque una situazione strana..."

Sakura si sentì avvampare per la vergogna.
Aveva costruito quella bugia per farsi bella agli occhi degli altri.

-Lei poi deve esserne rimasta distrutta. Ricordi che nessuno l'ha più vista per mesi?- Continuò Ino.

La nuova signora Uchiha si stava mordendo il labbro inferiore per trattenere la verità che voleva uscire dalla sua bocca.

Quella che la gente conosceva era una storia rattoppata da bugie e modifiche apportate qua e là, per vivere una vita confortevole.

-Sakura?- Ino era preoccupata, la sua amica si stava comportando in modo strano.

-Va tutto bene?-

Sakura si voltò di colpo, con un leggero velo di lacrime agli occhi. Non riusciva più a vivere dentro quella bugia.

-Ino, Sasuke non mi ha sposata perché mi ama.-

-Come?- Ci riflettè un attimo. -Ma la sua richiesta di matrimonio è stata così romantica, non ricordi che ero passata lì per caso e avevo assistito?-

-Si lo ricordo, ma non è così semplice.-
Prese un profondo respiro.

-Sasuke non ha lasciato Hinata perché era innamorato di me. Anzi, penso che lui sia sempre più innamorato di lei, ogni giorno che passa.-

Ino era senza parole.

-Quando mi ha chiesto di sposarlo me lo ha detto molto chiaramente: “I miei due sogni sono entrati in conflitto l'uno con l'altro. Non posso averli entrambi, ma ci ho pensato su e stare con te potrebbe almeno aiutarmi a trovare un po' di pace.”-

-Dovevi vederlo- Continuò, -Con quella luce fiammeggiante negli occhi. Era... non credo esista una parola per descriverlo.-

-Io... non ci sto capendo niente, Sakura.-
 
Sakura non poté controllare una lacrima che scese per la sua guancia.

-I suoi due sogni erano avere una famiglia e avere Hinata, ma non poteva averli entrambi, me lo ha detto anche Tsunade-sama.-

Ino era pallida in volto:
-Stai dicendo che...-

-Si, Hinata è sterile.-

Ino restò qualche secondo in silenzio, incredula, mentre cercava di metabolizzare le informazioni appena ricevute.

-È sterile e non può dargli una famiglia...-

Sakura annuì.
Piano si rimise ad armeggiare con le pentole.

-Sasuke non mi ama, però mi rispetta. Rispetta questa cosa che abbiamo e forse, forse ama il bambino.-

Sakura era una donna forte, ma in quel momento la bionda poteva giurare di non averla mai vista più fragile, mentre si copriva la bocca con una mano e si allontanava veloce dalla cucina.

Oh, Sakura! Pensò, empatica Ino.
 
 
 
 
 
Ringrazio le 9 persone che hanno aggiunto “Petrichor” tra le storie Preferite, le 12 persone che l’hanno inserita tra le Seguite e le 3 persone nelle Ricordate.
 
Spark of Shadow
 
 

 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Spark of Shadow