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Autore: MissGolightly    13/03/2018    1 recensioni
Dieci anni dopo la battaglia di Hogwarts, Hermione Granger è andata avanti con la sua vita.
Vive a New York, ha un fidanzato e un ottimo lavoro. Nulla potrebbe sconvolgere il suo equilibrio.
Ma cosa succederebbe se improvvisamente la sua vita si scontrasse con quella di Draco Malfoy?
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo Tre
 
 
 
 
Hermione si svegliò di scatto.
La parte del letto di Ron era già fredda, segno che era già andato via da parecchio tempo.
Quel weekend, la sua squadra avrebbe giocato in trasferta. Aveva chiesto più volte a Hermione di accompagnarlo, ma lei aveva rifiutato l'invito dicendo che doveva portarsi avanti con il lavoro. In realtà, l'unica cosa che doveva fare era incontrare l'uomo misterioso che dava la caccia a Draco Malfoy.
Al telefono aveva detto di chiamarsi David Childs. Hermione aveva fatto qualche ricerca su di lui ma non aveva trovato niente, nemmeno una multa, quindi non aveva proprio idea di chi si sarebbe trovata davanti.
Si erano dati appuntamento in un bar, abbastanza lontano dall'ufficio in modo che l'uomo non fosse tentato di andare a controllare di persona se effettivamente Draco lavorava lì o no.
Hermione entrò nel bar e si guardò intorno. Non aveva idea dell'aspetto dell'uomo ma lo riconobbe subito, dato che era l'unico seduto da solo.
"Il signor Childs?" chiese Hermione avvicinandosi al tavolo.
Lui sollevò lo sguardo a la fissò incredulo. "Hermione Granger?"
"Vedo che la fama mi precede anche oltreoceano" scherzò lei, scostando la sedia e accomodandosi.
"In realtà, sono inglese. Mi trovo qui solo per risolvere alcune questioni. Ora capisco perché ha voluto incontrarmi. Il nome Malfoy le è sicuramente familiare."
"Diciamo di sì. Abbiamo frequentato la stessa scuola. Quindi capirà che se lavorasse nel mio stesso ufficio, me ne sarei accorta" disse Hermione. Si sentiva malissimo a mentire così spudoratamente, ma non poteva fare altro.
L'uomo annuì e abbassò lo sguardo. "Mi dispiace. Avevo assunto un investigatore privato e lui mi ha assicurato che l'avrei trovato lì."
"Posso chiederle come mai lo sta cercando?"
L'uomo prese una fotografia dal portafoglio e la posò sul tavolo. "È mio figlio, Kevin. O meglio, era. Frequentava l'ultimo anno quando è scoppiata la battaglia. L'ho implorato di tornare a casa, ma lui voleva restare e fare la cosa giusta combattendo. Era estremamente coraggioso per essere un Tassorosso. Comunque, quella notte Kevin si è trovato di fronte a Lucius Malfoy e... Beh, sappiamo tutti che il vecchio Malfoy non si è mai lasciato sfuggire l'occasione di sfoderare la bacchetta."
Hermione abbassò lo sguardo. Quello davanti a lei era un uomo disperato che cercava pace dopo la morte del figlio e lei doveva fare la cosa giusta negandogli quella pace.
"Quindi vuole vendicarsi?"
"Lucius Malfoy è finito ad Azkaban ma ha ancora suo figlio. Io invece non ho più niente."
"Non conoscevo Kevin, ma sono certa che era un ragazzo gentile e buono. Tutti i Tassorosso lo sono. Sono certa che Kevin non vorrebbe che lei pareggiasse i conti in questo modo" disse Hermione.
Quella notte, durante la battaglia, erano morte tante persone. Anche lei aveva perso molto e sapeva quanta rabbia si nasconde in una persona che perde qualcuno, soprattutto in quel modo. Ma non era Draco il responsabile per la morte di Kevin.
Il signor Childs annuì mentre si asciugava le lacrime sfuggite al suo controllo e Hermione tirò un sospiro di sollievo, convinta di essere riuscita a dissuaderlo.
 
 
 
 
Due anni prima, lei e Ron avevano attraversato una di quelle crisi che sembrano segnare la fine di un rapporto. E in effetti, era stato così.
Hermione non ricordava nemmeno come fosse iniziato tutto, ma a un certo punto si era ritrovati a litigare per qualsiasi cosa.
Poi, un giorno, Ron si era arrabbiato con lei dicendole che metteva il lavoro davanti alla loro relazione. Forse era davvero così, ma Ron non era da meno.
Anzi, a dirla tutta, il lavoro di Ron era il motivo per cui si erano trasferiti. Era successo un po' all'improvviso e aveva lasciato tutti sorpresi, lei per prima.
Ron aveva fatto un provino per la squadra newyorkese di quidditch e l'avevano preso, ma questo ovviamente significava doversi trasferire.
Hermione non aveva avuto bisogno di pensarci troppo. In fondo, lei si era appena laureata e non aveva ancora un lavoro. Avrebbe potuto fare l'avvocato in qualsiasi parte del mondo.
Per un po' di tempo le cose erano andate bene, poi Hermione aveva iniziato a concentrarsi sempre più sul suo lavoro per evitare di sentirsi la classica ragazzina che stravolge la sua vita solo per un uomo. Voleva dimostrare a sé stessa che quel trasferimento era stato positivo anche per lei.
Ma ciò aveva comportato straordinari, molte più ore in ufficio, e Ron non l'aveva presa bene.
Alla fine, dopo una lunga lite, avevano deciso di lasciarsi.
Hermione aveva raccolto le sue cose ed era andata a stare da Martha, mentre cercava di raccogliere i pezzi della sua vita.
Per un paio di giorni non aveva fatto altro che piangere, poi si era rimboccata le maniche e aveva iniziato a cercare casa.
La sua scelta era ricaduta su un economico monolocale a Brooklyn.
Era stata lì per circa sei mesi, prima che Ron la cercasse di nuovo.  Poi, quando erano tornati insieme, lei aveva tenuto l'appartamento. Non sapeva nemmeno bene perché.
Di certo, non avrebbe mai creduto di trovarsi di nuovo davanti a quella porta.
Bussò due volte, prima che Draco aprisse la porta.
"Che ci fai qui?"
"È casa mia, ricordi?" disse Hermione entrando. Poi lasciò una valigia accanto al letto. "Sono passata a casa tua a prenderti dei vestiti."
Draco la guardò per un attimo e poi disse: "Cercherò di non pensare a quanto sia imbarazzante che tu abbia frugato nella mia biancheria e passerò alle domande più ovvie. Primo: come fai a sapere dove abito? Secondo: come hai fatto a entrare?"
"Lavoriamo insieme, il tuo indirizzo non è stato difficile da trovare. Mi è bastato frugare un po' nel tuo ufficio. Per il resto... Beh, è bastato un Alohomora in realtà. Mi stupisce che tu non abbia un sistema di allarme!" disse Hermione aggirandosi per la stanza curiosa. Erano anni che non metteva piede lì dentro.
Draco si passò una mano tra i capelli. "C'è altro?"
"Ho contattato il tizio che ti sta cercando."
"E...?"
"Si chiama David Childs..."
Hermione gli raccontò del loro incontro, della morte del figlio... Ogni cosa.
Alla fine del racconto, Draco era seduto sul letto, i gomiti appoggiati alle ginocchia e le mani che gli coprivano la faccia.
"Quindi vuole uccidermi."
Hermione si sedette accanto a lui. "Credo di averlo convinto a non farlo, ma sarei comunque più tranquilla se rimanessi qui. Almeno fino a quando saremo sicuri che non ci sono pericoli."
Draco annuì. "E per il lavoro?"
"Puoi smaterializzarti direttamente in ufficio. E ho chiesto alla sicurezza di controllare ogni persona che chieda di salire al nostro piano. Sei al sicuro."
Draco si alzò di scatto e andò alla finestra. Rimase in silenzio per un po' mentre Hermione si domandava se fosse il caso di lasciarlo solo.
"Forse quell'uomo ha ragione" disse lui improvvisamente.
"Che vuoi dire?"
"Che forse mi merito davvero di morire."
"Malfoy..."
"Dico sul serio. Sai meglio di chiunque altro che persona orribile sono!"
"Eri!" lo corresse Hermione alzandosi e avvicinandosi a lui. Draco rimase in silenzio e Hermione continuò. "Quando andavamo a Hogwarts eri davvero un coglione. Credevi nelle cose sbagliate, te la prendevi con i più piccoli ed eri sempre pronto a chiamare tuo padre quando le cose si mettevano male. Non voglio mentirti, eri davvero una persona orribile!"
"Grazie" rispose ironicamente Draco.
"Ma ora non è più così. All'inizio avevo parecchi dubbi, ma poi le cose sono andate bene. Sei disponibile con tutti e in ufficio non c'è una singola persona che non ti voglia bene. Non so se credi ancora in quelle cose della purezza del sangue, ma sei una persona diversa da ciò che eri dieci anni fai. Una persona migliore."
Draco la fissò per un attimo, sinceramente colpito dalle sue parole. Poi disse: "E tu?"
"Io cosa?"
"Hai detto che in ufficio tutti mi vogliono bene. Voglio sapere se quel tutti comprende anche te."
Hermione si allontanò improvvisamente. La conversazione stava prendendo una brutta piega e si stava addentrando in un territorio a cui lei non voleva nemmeno lontanamente avvicinarsi.
Doveva ammettere a sé stessa che aver a che fare con Draco l'aveva cambiata. Aveva iniziato a provare qualcosa per lui, probabilmente una semplice amicizia, ma era comunque qualcosa che l'aveva mandata in confusione.
Draco non era da meno.
L'aveva sempre odiata, fin dal primo giorno di scuola. Ma da quando lavoravano insieme, qualcosa era cambiato. O probabilmente, era semplicemente emerso qualcosa che era stato dentro di lui per anni senza che se ne rendesse conto.
Forse era lui a essere cambiato, forse Hermione aveva ragione. Fatto sta che aveva iniziato a guardarla in modo diverso. Si era reso conto di provare dei sentimenti per lei il giorno in cui aveva notato il suo anello di fidanzamento.
 
 
"Granger, hai preso tu il fascicolo dei Sinclair? Non riesco a trovarlo e l'udienza è domani" chiese Draco avvicinandosi alla sua scrivania.
Hermione prese una cartellina gialla dalla pila sulla sua scrivania, controllò che fosse quella giusta e la passò al suo capo.
Fu in quel momento che lui notò l'anello.
Non disse nulla, anzi fece finta di non averlo notato.
Afferrò la cartellina e, con un fastidioso peso sullo stomaco, tornò nel suo ufficio.
Qualche ora dopo, mentre Hermione era in tribunale, Draco si avvicinò alla scrivania di Martha.
Sapeva che erano amiche, le aveva viste parlare più volte.
"Buongiorno, Martha."
"Capo! Posso fare qualcosa per lei?"
"In effetti, sì. Non ho potuto fare a meno di notare un anello sull'anulare sinistro di Hermione Granger. C'è qualche gossip che non so?"
Martha lo guardò confusa. "Non credevo che lei fosse tipo da gossip."
"Lo sono se riguarda i miei colleghi."
"Non c'è molto da dire, in realtà. Il ragazzo di Hermione le ha finalmente fatto la proposta. Era anche ora! Stanno insieme da molto tempo."
"Buon per loro" disse Draco. Ma, per quanto costasse ammetterlo, sapeva di non essere sincero.
 
 
 
"Allora, sei convinta di volerti sposare?"
"Come, scusa?" disse Hermione voltandosi, la mano ferma sulla maniglia della porta di ingresso pronta per andare via.
"È solo che non mi sembri così presa dai preparativi. Le donne, quando si tratta di matrimoni, parlano solo di torte, pizzi e merletti. Tu invece non parli mai di queste cose."
"Io non sono come le altre donne" disse Hermione. Ed era vero. Lei non era il tipo di persona che passava ore a parlare di vestiti e cose simili, ma non poteva fare a meno di pensare che forse si stava davvero impegnando troppo poco per organizzare il matrimonio.
"Questo è vero. Ma, insomma, sei davvero sicura? Hai pensato a tutte le cose che ti perderai con il matrimonio?" disse Draco avvicinandosi a lei.
"Ad esempio?"
"Beh, il divertimento finisce qui. Niente più prime volte, niente più primi baci..."
"Cos'ha di tanto speciale il primo bacio?" chiese Hermione.
Non si era nemmeno resa conto che stavano sussurrando e Draco si era avvicinato talmente tanto da bloccarla tra la porta e il suo corpo.
Draco sorrise e abbassò leggermente la testa verso di lei.
Hermione lo guardò mentre si avvicinava e sentì l'impulso di andargli incontro e baciarlo. In quel momento non esisteva Ron, non esisteva il matrimonio... C'era solo lei e la voglia irrefrenabile di baciare il suo capo.
Le labbra stavano quasi per sfiorarsi, quando un tuono squarciò il silenzio facendoli sobbalzare. E improvvisamente Hermione tornò alla realtà.
Non poteva farlo.
Provava qualcosa per Draco, era inutile negarlo, ma era fidanzata! Non poteva fare questo a Ron e non poteva farlo a sé stessa.
"Devo andare" mormorò aprendo la porta e uscendo di corsa.
Draco non provò nemmeno a fermarla.
 
 
Nonostante la pioggia, Hermione aveva deciso di tornare a casa a piedi.
Aveva bisogno di camminare, di riflettere.
Stava con Ron da quasi dieci anni e lo amava da molto prima.
Forse lo aveva sempre amato, ma la prima volta che aveva pensato di provare qualcosa per lui era stato al quarto anno, quando lui non l'aveva invitata al Ballo del Ceppo. Non aveva mai creduto di essere una di quelle ragazzine che stanno male perché un ragazzo non le ha invitate a un ballo. Credeva di essere più forte di così.
E invece, alla fine era successo anche a lei.
Viktor era stato una buona distrazione per un po', ma come ogni distrazione non era durata molto.
Durante il sesto anno aveva sperato che Ron la invitasse a uscire, almeno per una burrobirra ai Tre Manici di Scopa, ma non era successo. Anzi, lui si era trovato una ragazza. Hermione si vergognava ad ammettere che per quanto Lavanda fosse insopportabile e stupida, l'aveva invidiata.
Prima che tra lei e Ron le cose si mettessero bene, era passato molto tempo ed erano successe troppe cose. Si erano dovuti trovare a un passo dalla morte per trovare il coraggio di dichiararsi. 
All'inizio non era stato semplice. La morte di Fred aveva sconvolto tutta la famiglia Weasley. Ma con calma le cose erano tornate alla normalità.
Poi Ron aveva fatto un provino per la squadra newyorkese di Quidditch. Lo avevano preso e questo significava solo una cosa: avrebbe dovuto trasferirsi. Hermione ricordava perfettamente il giorno in cui glielo aveva detto.
 
 
"Com'è andato il provino?" chiese Hermione appena Ron aprì la porta della Tana.
"Dipende anche da come prenderai la cosa" rispose lui facendola entrare in casa.
"Che vuoi dire?"
"Mi hanno preso."
"È fantastico!" esclamò Hermione abbracciandolo.
"Sì. Ma c'è un problema."
Hermione lo fissò confusa.
Ron sospirò profondamente. "Devo trasferirmi a New York."
Hermione annuì. "Capisco."
"Lo so, è un casino. Ma è l'occasione che aspetto da una vita..."
"Lo so, Ron. Non ti sto chiedendo di rinunciare."
"Ma noi..."
"Posso fare l'avvocato in qualsiasi Paese."
Ron la guardò incredulo. "Vuoi dire che verresti con me?"
Hermione scoppiò a ridere e lo baciò. "Pensavi davvero che ti avrei lasciato solo in mezzo a tutte quelle fan esaltate? Assolutamente no!"
 
 
 
Arrivata a casa, Hermione si levò i vestiti bagnati e si infilò l'accappatoio.
Era talmente stanca e confusa da non avere nemmeno voglia di infilarsi il pigiama.
Si sedette sul letto e accese il laptop. Magari un po' di musica l'avrebbe fatta sentire meglio. Appena aprì la schermata di internet, il suo sguardo cadde sulla barra dei preferiti. Ron aveva salvato il sito della villa che avevano prenotato per il matrimonio.
Senza pensarci due volte afferrò il telefono e compose il numero sul sito. Forse c'era qualcosa che poteva fare per smettere di pensare a Malfoy.
 
 
La sera seguente, Hermione era entusiasta e allo stesso tempo agitata per il ritorno di Ron.
Non era una che solitamente agiva d'impulso, ma quella volta l'aveva fatto e sperava fosse la scelta giusta.
"Sono a casa!" esclamò Ron entrando nell'appartamento.
Hermione gli corse incontro e lo baciò. Ciò che provò durante quel baciò, però, non era minimamente paragonabile a ciò che aveva provato il giorno prima con Draco.
"Che accoglienza. Dovrei andare via più spesso" disse Ron sorridendo.
Hermione ricambiò il sorriso. "Devo dirti una cosa."
"Ti ascolto."
"Ho telefonato ai proprietari della villa e ho chiesto se ci fosse modo di trovare una data più vicina."
"E...?"
"E mi ha detto che una coppia aveva appena annullato il ricevimento. È saltato fuori che la sposa era andata a letto con il fratello dello sposo."
"Ma dai!" esclamò Ron ridendo, mentre andava in camera da letto.
"Già. Pensavo succedesse solo nei film. Comunque si è liberata una data quindi non dovremo aspettare diciotto mesi per sposarci!"
"Quando ci sposiamo?" chiese Ron sorridendo e abbracciando la sua fidanzata.
"Tra due settimane." 




Author's Corner:
Buongiorno!
Eccoci arrivati al primo momento Dramione della storia. Momento interrotto, è vero. Vi chiedo scusa per questo, ma non potevo farli vivere felici e contenti da subito.
Soprattutto non sarebbe stato da Hermione lasciarsi andare pur essendo fidanzata. Già Draco sta risultando un po' OOC, almeno Hermione vorrei cercare di farla rimanere nel personaggio.
Il momento con Draco però l'ha spinta ad anticipare il matrimonio, quindi ne vedremo delle belle!
Al prossimo capitolo :) 

 
   
 
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