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Autore: orchidee    13/03/2018    2 recensioni
Ciao a tutte. Questa è la mia seconda FF. completa e da le risposte alla precedente, Besame. E' una storia forse un po' pazza e l'ho immaginata in due parti, in due momenti distinti. La prima si ricollega alla mia prima storia, la seconda è il seguito, ma si discosta e molto per temi e atmosfere. Spero possa piacervi e possa darvi magari qualche emozione. Grazie in anticipo a chi vorrà dedicare un po' del proprio tempo alla lettura.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fantasie'
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Capitolo 24
 
Marcella, quella sera, era stata forte. Non aveva ceduto e aveva affrontato il suo mostro. Non era scappata di fronte a lui. Sapeva bene che era la, per provocare una sua reazione e forse anche per capire se lei ne avesse fatto parola con qualcuno che non fosse Betty. Ma non le importava. Era riuscita a trattenere la paura e la rabbia. E lo aveva fatto perché non era sola. Ne aveva parlato con l'analista e poi gli aveva spiegato come erano andate le cose. Non si sentiva più in colpa per averlo fatto entrare nella sua vita. Ma si sentiva una stupida per aver creduto in un uomo che si era rivelato uno squilibrato sadico. Era quello che le faceva male. Come aveva potuto non capire che dietro l'apparenza di un uomo gentile si nascondesse un uomo crudele e meschino? Durante le sedute aveva confidato le ragioni che l'avevano portata ad avvicinarsi a lui, ai motivi che l'avevano spinta a concedersi ad un uomo che non amava. Era fragile, confusa. Il suo matrimonio era fallito e non aveva trovato altri modi per continuare a sopravvivere. E poi voleva dimostrare a Nicola che lei poteva vivere serena anche senza il suo amore. E voleva soprattutto dimostrarlo a se stessa. Aveva creduto che la banalità di una vita senza particolari emozioni l'avrebbe preservata dalle delusioni. Era stato quello il suo errore. Non riconoscere di non aver mai smesso di amare Nicola, nonostante tutto. E ora gli avrebbe detto tutto. L'analista le disse di non aver fretta, di prendersi tutto il tempo necessario per affrontare qualcosa di tanto sconvolgente. E lei lo rassicurò, sapeva bene che non sarebbe stato facile. Lui non l'avrebbe mai perdonato. Era quella ora la sua paura, che lui facesse qualche pazzia e non poteva permetterlo. 
 
Lei e Betty si erano viste e avevano parlato tanto. La sintonia tra loro due era tornata quella di una volta. Marcella era felice perché Betty era una persona di cui si era sempre fidata. L'amica le aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per liberarla dalla presenza di quel mostro. Presto Marcella sarebbe tornata al lavoro e non doveva rischiare di rivederlo.
“Ti ringrazio... Sei l'amica più cara che io abbia mai avuto!”
“Anche tu lo sei! E poi sai bene quanto sia importante Nicola per me!”
“Betty... Io credo di aspettare un bambino...”
“Oh mio Dio, ma è una cosa meravigliosa! Nicola lo sa?”
“No, il mio è solo un sospetto... Potrebbe darsi si tratti di un semplice ritardo e prima di parlargli vorrei averne la certezza!”
“Impazzirà di gioia! E tu? Tu ne sei felice?”
“Ho paura...”
“Per il piccolo?”
“Per tutto! Io so che lui ne sarà felice, ma se qualcosa andasse storto? E poi volevo dirgli quello che è successo, tutta la verità intendo... Gli ho mentito per tanto tempo e se non mi perdonasse?”
“Non deve perdonarti nulla! Non è colpa tua quello che è successo e capirà che non ti sei confidata con lui solo per paura della sua reazione... E per quanto riguarda il piccolino, andrà tutto bene! E io ti starò vicina!”
“Ho il test... Vorrei scoprirlo insieme a te...”
“Mi renderesti felice! Lo facciamo?”
Marcella corse in bagno e poco dopo tornò dell'amica.
“Guardalo tu!”
“Davvero? E dimmi, se fosse positivo?”
“Se lo fosse spero di non fare errori questa volta!”
“Marcella... Sarai mamma per la terza volta! Oh tesoro! Ne sono davvero felice!”
Marcella sbiancò, era incinta. Sprofondò nei suoi pensieri fatti di paure e gioie, insicurezze e felicità 
“Betty, sono incinta...”
“Sì! Lo sei! Aspetti un bambino! Ed è la cosa più bella che potesse succedere! Ora che tra voi è tutto perfetto! Un altro nipotino! Spero sia una bambina! Ma forse preferisci un maschietto? Oh, non ha importanza!”
Betty era euforica! La abbracciava, le accarezzava la pancia e non smetteva di ridere, si alzava, girava da una parte all'altra del soggiorno, poi tornava ad abbracciarla! Marcella la guardava incredula, sembrava fosse incinta lei! Ma capiva bene le ragioni di quella gioia. Quello che stava succedendo era davvero meraviglioso. E non vedeva l'ora di dirlo a Nicola. Tre figli e due concepiti fuori dal matrimonio! Dovevano sposarsi subito! Non per convenzione! Ma lei non voleva più essere la compagna di quello che vedeva come un marito! Voleva tornare ad essere sua moglie! A tutti gli effetti. Mentre l'amica continuava a parlare a ruota libera, lei pensava a Nicola e ai suoi figli. A come si sarebbe fatta aiutare dai bambini ad arredare la cameretta, agli abitini da comprare e a tutte quelle cose forse un po' banali ma che le sembravano le uniche importanti.
“Betty ti prego calmati! Mi stai facendo girare la testa! E mantieni il segreto! Voglio fare una sorpresa a Nicola! Voglio che sia una serata speciale! Voglio che tutto sia perfetto! Ma prima devo parlargli di una cosa terribile e non voglio farlo oggi! Oggi voglio che sia solo un giorno felice! Il giorno in cui ho scoperto di avere una piccola vita dentro di me, deve essere speciale!”
“Stai tranquilla! Prenditi tutto il tempo che ti serve! Io ora vado! E tranquilla, non dirò una parola! Ma stasera ti chiamerò!”
“Ti voglio bene, sai?”
“Sì, anche io!”
Marcella era davvero felice. Non si aspettava una gravidanza, non pensava davvero che sarebbe potuto succedere. Ma voleva credere che tutto sarebbe andato bene.
La serata con Nicola e i bambini fu particolarmente serena. La notte, dopo aver fatto l'amore con il suo uomo, si accoccolò accanto a lui e si sforzò di non dormire. Sentiva il suo respiro sui capelli e il suo cuore battere, lo strinse quasi come non volesse più staccarsi da lui
“Amore, c'è qualcosa che non va?”
“No, sono solo felice, e ho voglia di stringerti...” Lui si girò e ricambiò l'abbraccio e lei poté lasciarsi andare tra le sue braccia, addormentandosi serena.
 
“Betty... Spiegami perché? Davvero io non lo capisco! È chiaro che da quando Marcella e Nicola sono tornati insieme, Luca non ti piace, e anche se in fondo posso capirlo, penso sia assurdo rinunciare ad un legale del calibro di Santamaria! Ti sembra normale?”
“Beh sì! In fondo ci sono numerosi avvocati altrettanto competenti!”
“Forse, ma non ci sono mai stati problemi. E siccome non si tratta di Santamaria ma di Luca, vorrei mi spiegassi da cosa nasce la tua avversione!”
“Beh presto Marcella tornerà al lavoro... Trovo sconveniente sia obbligata a vederlo! E visto che è socio del quello studio legale potrebbe capitare, no?”
“Potrebbe, è vero! Ma non è stato lui a lasciarla! È lei ad essere tornata da Nicola! E se non sbaglio mi raccontasti che fu lei a tradirlo!”
“Marcella non avrebbe mai dovuto nemmeno guardarlo quel...”
“Betty!”
“Armando, ascoltami! Se l'unico modo per tenerlo lontano da Marcella è rinunciare a Santamaria, devi farlo! Punto! Quell'uomo è meschino! Maschera la sua natura! Ma è disprezzabile, io lo odio!”
“Ti ha fatto qualcosa? Ti ha offesa?”
“No, ma ti devi fidare di me!”
“Devo comunque sottoporlo al consiglio!”
“Detieni il 45% delle quote e Marcella e sua sorella l'altro 45%... Direi che si tratta solo di una formalità!”
“Convocherò il consiglio domani e farò ratificare la decisione! Ma quando tutta questa storia sarà finita, pretendo che tu mi dia delle spiegazioni e non mi accontenterò di queste sciocchezze!”
“Lo farò! Ti giuro che presto ti dirò tutto! Ti amo lo sai?”
“Sì, ma in questo momento, io no!”
“No? Davvero? Oh, peccato... I bambini sono dai nonni e pensavo sarebbe stato carino giocare un po' con te in giro per casa...”
“Sei una strega, Betty! Una strega che mi farà impazzire!”
Armando, buttò la giacca per terra e cominciò a rincorrerla per la casa! Lei era talmente felice di essere riuscita nel suo intento, che non riusciva a smettere di ridere e di prenderlo in giro!
 
“Ce l'ho fatta! Marcella! Ho convinto Armando e non ho dovuto nemmeno dirgli la verità! Non è stato facile!”
“Lo so! Ma tu hai proprio eliminato lo studio legale...”
“Beh in qualche modo dovevo fare! Mi sono arrovellata per un bel po' a pensare a come togliercelo dai piedi, poi per convincere Armando! E poi l'altro giorno ho scritto di mio pugno la lettera per comunicare a Santamaria la decisione della società. Lo so che io non c'entro nulla, ma è stato così liberatorio scriverla...”
“Betty, sei pazza!” Marcella era grata all'amica ed era anche divertita di vedere la Betty stratega.
“E quindi da domani l'Ecomoda non avrà più nulla a che fare con lui?”
“Esatto. Certo, Santamaria ha chiesto un incontro privato con Armando, forse per delle spiegazioni, ma non è uno stupido, la sua buona uscita è generosa!”
“Sarà presente anche lui?”
“Credo di sì, so che alla riunione parteciperanno alcuni dei soci oltre a Santamaria, quindi quasi sicuramente anche lui. Saranno presenti anche Caterina come dirigente e direttrice delle p.r. e Camilla! Ma conosci Camilla, quando non trova simpatica una persona sa essere insopportabile...”
“E se lui dicesse qualcosa? Se per vendicarsi, dicesse qualcosa durante la riunione? Devo essere io a dirlo a Nicola, non deve saperlo da dei pettegolezzi o peggio dalle parole di quel pazzo! Volevo parlargliene tra qualche giorno...”
“E cosa dovrebbe dire? È lui che perderebbe tutto! Verrebbe sbattuto fuori a calci anche dal paese se Santamaria venisse a sapere quello che ti ha fatto!”
“Ma potrebbe vendicarsi... Non so come!”
“Marcella, lui ha tutta la convenienza a tacere! Non può semplicemente dire “ho aggredito e stuprato la mia ex fidanzata perché mi ha lasciato! Ho violentato Marcella Valencia”! Non lo farebbe mai! Sa bene che si rovinerebbe la carriera e forse anche la vita! No Marcella! Sono riuscita a buttarlo fuori dalla tua vita! Vedrai che le cose andranno per il meglio...”
“Forse hai ragione, ma stasera ne parlerò... Marta, cos'è successo?” Betty e Marcella si girarono all'improvviso, la porta di ingresso si era chiusa sbattendo contro lo stipite facendo un rumore forte.
 
Erano talmente immerse nei loro discorsi che nemmeno si erano accorte del suo ingresso. Era divertito, Betty sembrava felice mentre raccontava qualcosa alla sua donna. Lei sembrava un po' spaesata e fu incuriosito da quello che si stavano raccontando. Non voleva origliare, semplicemente era stato attratto da quel discorso. Riguardava una decisione presa da Armando e relativa allo studio di Santamaria... Era un discorso strano, ma poi aveva sentito quello che Betty diceva. Come aveva fatto a non capire? Come aveva potuto non rendersi conto che quella notte non era stato un estraneo ad aggredirla? Non gli era nemmeno passato per la testa che potesse essere stato lui! Quel bastardo aveva picchiato la sua donna, l'aveva stuprata! La sua meravigliosa Marcella! Sapeva che non glielo aveva detto per paura! Forse si vergognava! Era colpa sua davvero, quindi! Quello che era successo era tutta colpa sua! Se lui non l'avesse tradita, se non l'avesse lasciata andare senza lottare! Se solo avesse impedito alla sua Marcella di frequentare una altro uomo! Uomo? Un mostro! Un bastardo che presto avrebbe finito di vivere! Ora capiva perché la sera della sfilata lei era svenuta, perché lui era andato a parlare con loro con quell'aria arrogante! Stava provocando lei e mettendo alla prova lui! Era stata meravigliosa la sua Marcella, quella sera! Forte, senza paura! Mentre lui era passato per l'idiota incapace di difenderla, di proteggerla! Ma l'avrebbe pagata molto cara! Lui gli avrebbe fatto molto male! Molto più di quello che lui aveva inflitto alla sua donna! 
 
“Forse era il signor Nicola, vedo che è uscito di nuovo proprio ora con l'auto!”
“Marta, Nicola era in casa?”
“Io non l'ho visto, ma sicuramente era rientrato da poco, aveva parcheggiato poco fa, prima di uscire di nuovo...”
“Betty, ha sentito tutto!”
"Lo chiamo sul cellulare! Intanto andiamo a cercarlo!”
Marcella piangeva, mentre Betty continuava a chiamarlo senza successo. Aveva sicuramente sentito tutto. E non c'era alcun dubbio. Stava andando in Ecomoda!
 
Era entrato in Ecomoda senza nemmeno guardare Wilson, aveva preso le scale mentre la ricezionista cercava di capire cosa stesse succedendo. Sandra e Mariana rimasero interdette vedendolo correre verso la sala riunioni. Aveva aperto la porta, senza vedere nessuno se non lui! Lo aveva aggredito senza dargli la possibilità di reagire, lo fece cadere per terra, colpendolo violentemente. Armando cercava di tenerlo per le spalle ma lui era incontrollabile, lo aveva spinto, fecendolo cadere. Quasi non si era accorto che l'amico continuava a gridare di fermarsi.
“Ti ammazzo! Hai capito bastardo? Io ti ammazzo!”
“Nicola! Che diavolo fai? Smettila!” Armando lo chiamava ma lui non lo sentiva, completamente impazzito di rabbia. Santamaria chiedeva alle segretarie di chiamare la sicurezza. Luca invece non riusciva a reagire, si trovava completamente sopraffatto e lo implorava di fermarsi.
“Nicola... No!” Fu un attimo, lui si bloccò, quella voce era l'unica che poteva scuoterlo.
“Per favore basta!” Lo guardò ancora per un secondo poi si rialzò. Santamaria e Armando corsero a soccorre quello che consideravano una vittima, aiutandolo ad alzarsi.
“Nicola, andiamo via!”
Si avvicinò a lei e la abbracciò cominciando a piangere come un bambino.
“Scusami! Scusami! Perché non me l'hai detto?”
“Dottor Mora, credo che debba delle spiegazioni al mio socio! Non meritava quello che gli ha fatto! non pensi che questo non avrà delle conseguenze!”
“Nicola sei impazzito? Cosa diavolo ti è saltato in mente! Sandra chiami il medico!”
“No! Sandra non chiamare proprio nessuno! Il signore si farà aiutare fuori di qui!”
“Betty, sei impazzita anche tu?”
“Chiediamolo a lui, allora! Luca, vuole davvero restare qui?”
“Dottoressa Beatrice, mi scusi, ma il dottor Mora lo ha aggredito senza nessun motivo! Mio Dio, guardi quello che gli ha fatto!”
“Mi scusi avvocato Santamaria, ma le garantisco che se fossi stata un uomo lo avrei ridotto molto peggio! Il suo socio è fortunato! Io però l'avevo avvertito di stare lontano!”
“Betty, vuoi spiegarmi cosa vi prende?”
“Luca, lo dica lei...”
Marcella non aveva smesso di accarezzare i capelli di Nicola che continuava a ripeterle di perdonarlo per essere stata tanto cieco.
“Marcella! Andate via di qui! Andate a casa, in presidenza, da Ugo! Non ha alcuna importanza dove! Ma portalo via!” Betty era risoluta e l'amica annuì.
“Parla con lui, Marcella! Nicola, ti sei sporcato le mani ma non ne valeva la pena! Andate via! Ci penso io!”
Nicola non aveva smesso di tenerla stretta, sopraffatto da quella verità che trovava assurda e terribile.
Lei lo guardò e gli sorrise.
“Andiamo via, andiamo via di qui!”
“Dottor Mora, aspetti notizie dal mio studio!”
Ma i due, senza rispondere, uscirono senza ascoltarlo.
“Lei, avvocato, non farà proprio nulla, anzi, le consiglio di scegliere i suoi collaboratori in maniera più oculata! Il suo caro socio non è altro che un vigliacco sadico e crudele! Vuoi aggiungere qualcosa? Eh? Dai, dillo a tutti perché Nicola ti ha picchiato!”
“Betty, basta!”
“Betty, quello che ha fatto Nicola non può essere giustificato!”
“Beh Camilla, forse, ma sicuramente se questo... Questo bastardo si decidesse a parlare, sicuramente lo potreste capire! Allora... Lo dici tu?”
“Luca, spiegami che cosa sta succedendo!”
“No! Non devo dare nessuna spiegazione! Sono stato aggredito e picchiato! Non ti basta?”
“Io credo proprio tu debba dirglielo! È il tuo capo no? Ed è un avvocato! Potrebbe servirti!”
“Va al diavolo! La tua amica ha solo avuto ciò che meritava!”
Betty gli diede un pugno in faccia, facendolo cadere di nuovo. Un pugno talmente forte che credette di essersi rotta la mano, ma quel gesto la fece sorridere e sentire bene, leggera, e senza pensare al fatto che tutti i presenti la guardassero come fosse una pazza, lo prese per un braccio cercando di trascinarlo fuori dalla sala riunioni. 
“Betty!!”
“Smettila di chiamarmi! Aiutami a buttarlo fuori!”
“Luca, torna in ufficio! Finisco con i signori e arrivo! Comincia a redigere una querela per questi signori! Si pentiranno di questa sceneggiata!”
“Andiamo via insieme!”
“Eh no! No! Santamaria rimane qui! Tu vai, corri! Vai a redigere la querela!”
Santamaria lo convinse ad andarsene. Camilla e Armando guardavano Betty trionfante e soddisfatta. Fu lei a far accomodare Santamaria e a farli uscire tutti.
“Avvocato, le chiedo scusa, ma da molto tempo sognavo di dare quel pugno! L'ha sentito prima? Se fossi stata un uomo o magari solo un po' più forte, il suo caro socio sarebbe conciato molto peggio... Ringrazi la signora Mora! Se non fosse la meravigliosa donna che è, lui sarebbe ancora su questo pavimento!”
“Non è divertente! Avete liquidato il mio studio dopo anni senza una ragione, il suo amico ha aggredito il mio socio e lei stessa si è permessa di picchiarlo! È una cosa molto grave!”
“Ha ragione! Non c'è nulla di divertente in quello che è successo! Anzi, è terribile! Quello che è successo non sarebbe mai dovuto accadere! Ed è vero, è molto grave! Ma non mi riferisco ad oggi! Ma a mesi fa! Ho giurato di mantenere il segreto! E l'ho fatto, ma oggi non ha più senso! Ora le dirò tutto e sarà lei a decidere chi è il mostro, chi merita di pagare per quello che ha fatto! Le parlerò di quando è iniziato tutto! Quando il suo socio, quel bastardo sadico, ha picchiato una donna, l'ha stuprata lasciandola ferita e senza sensi nella sua casa!”
“Faccia attenzione! Quello che dice non ha alcun senso!”
“No, non ne ha! Ma è la verità! Il suo socio, quello che ha portato in questa azienda, ha aggredito Marcella Valencia, l'ha violentata! Avvocato, lei non ha voluto sporgere denuncia, era spaventata, terrorizzata da quel mostro! Ma oggi le cose sono cambiate! Non sono più la sola a sapere come stanno le cose! Io l'avevo avvertito di andarsene! Di uscire dalla vita di Marcella! Ma lui è un arrogante crudele!”
"Non posso credere a quello che sta dicendo..."
"Non mi importa quello che crede! Non mi interessa! Lei non è più il benvenuto qui! Non abbiamo più bisogno dei suoi servizi! Non se dobbiamo sopportare la presenza di un pazzo! Le ho detto quello che dovevo dirle! La saluto!" Betty uscì dalla sala riunioni! Si chiese dove fossero Marcella e Nicola, ma sapeva che erano insieme e andava bene così! 
Sospirò, doveva dare delle spiegazioni anche ad Armando. Ma doveva trovare le parole adatte. Anche suo marito avrebbe reagito senza criterio, ma a quel punto l'unica cosa sensata era ragionare e riflettere!
 
Guardava fuori dal finestrino dell'auto senza dire una parola. Era sconvolto. Lo avrebbe ucciso con le sue mani, lo sapeva. Se lei non lo avesse fermato, lo avrebbe ucciso. Quando l'auto si fermò scese ed entrò in casa, senza aspettarla. Lei, con calma, chiese alla governante di prendersi qualche ora libera e di portare i figli al parco prima di rincasare. Poi lo raggiunse. Era in camera da letto, seduto scomposto su una poltrona e si era versato del whisky. 
“Non volevo mentirti...”
Non le rispose, e lei gli si avvicinò e si inginocchiò accanto, cercando i suoi occhi.
“Mi dispiace, ti ho mentito ma l'ho fatto per proteggerti!”
“Lo avrei ucciso...”
“Lo so! Ma io ho bisogno di te!”
“Mi dispiace!”
“È tutto finito!”
“No! Non è tutto finito! Quello che ti ha fatto è stata colpa mia! Tu lo sai! Sai che quel bastardo è entrato nella tua vita per colpa mia!”
“Nicola no! No! Ascoltami per favore! Guardami!”
Lui alzò gli occhi e la vide, era la sua Marcella, la donna forte, coraggiosa e piena di risorse che aveva davanti. La donna che, nonostante tutto, lo amava, che si fidava di lui. Era la sua vita. 
“Quando mi guardi, cosa vedi?”
“Vedo l'amore!”
“Allora ti prego, non devi mai più pensare che sia stata colpa tua! Recriminare su quello che è successo tra noi in passato non ha senso. Abbiamo fatto tanti errori, tutti e due! Se mi ami, non puoi sentirti in colpa!”
“Marcella...”
“Fammi finire! Ti ho mentito per tante ragioni... Per paura della tua reazione, ma anche perché ricordare mi spezzava il cuore. Ma ora sono tornata alla vita! E lo devo a te! Puoi guardare la donna che sono senza pensare a quello che mi ha fatto? Puoi vedermi per quello che sono? Puoi vedere quello che abbiamo? E quello che rischiavamo di perdere? Perché io ho bisogno di questo! Non di un uomo che si senta in colpa guardandomi! Non di un uomo che provi pena per me! Io voglio che mi ami! Non come prima! Di più! Puoi farlo?”
“Io non provo pena per te! Ma rabbia nei miei confronti e odio! Odio per lui!”
“Anche io lo odio! Ma mi devi promettere che questa è stata l'ultima volta che rischi tutto per me! Promettimi che non lo toccherai mai più! Mai, Nicola, nemmeno se ti provocasse! Nemmeno se si avvicinasse a me per un motivo qualunque!”
“Io non posso promettertelo! Non posso, perché non potrei mantenere questa promessa... Ho giurato di proteggerti!”
“Non in questo modo! Non devi proteggere me! Ma il nostro amore...”
“Marcella, io...”
“Io ti amo! Non posso vivere pensando che per colpa mia, tu possa commettere qualcosa di cui pentirti tutta la vita... Tu sei buono, sei la persona migliore che abbia mai incontrato! Giuramelo! Giurami che proteggerai il nostro amore! Che proteggerai la nostra famiglia!” 
Nicola la abbracciò, la strinse a se alzandola e sussurrandole che lo avrebbe fatto.  
“Andiamo via... Solo noi due! Solo pochi giorni... Io e te!”
“Ti porterei dall'altra parte del mondo...”
 
“E questo è tutto! Ora, lo ricordi quello che mi hai promesso prima di iniziare a parlare?”
“Sì, ma ti giuro che se non mi avessi ingannato non lo avrei promesso! Vorrei solo poterlo sbattere contro un muro per ore...”
“Il mio dolce e protettivo amore... Armando, lo sai vero che non hai più l'età per dire e pensare queste sciocchezze?”
“Lo sai Betty, a volte penso che tu mi sottovaluti...”
“No! Io so che sei un cavaliere senza macchia e che faresti davvero quello che dici per difendere ciò a cui tieni... E io ti amo così tanto per questo!”
“La mia dolce mogliettina...” Armando abbracciò Betty, poi tornò serio
“Perché solo ora? Perché non l'ha denunciato, non ha fatto qualcosa?”
“Per paura, per dolore, per dimenticare! Marcella ha passato l'inferno, non possiamo giudicare quello che ha fatto!”
“Ma a Nicola lo doveva dire... Perché l'ha fatto solo ora?”
“Per gli stessi motivi! E comunque non l'ha fatto... Ecco, stavamo parlando e ci ha sentito... Comunque lo avrebbe fatto a breve! Amore, mi fa male la mano!”
“Non ne dubito. Quel cazzotto avrebbe steso un cavallo. Quante cose sai fare amore mio! Avevo dimenticato che hai un destro niente male! Ho sposato un pugile!”
“Già... Scusa se non te ne ho parlato prima, se non ti ho spiegato come stavano le cose...”
“Betty, io non mi sarei fermato! Nemmeno se mi avessi implorato di farlo!”
“Lo so!”
 
L'avvocato Santamaria, era tornato nel suo studio incredulo e shockato. Non poteva credere a quello che quella maledetta donna gli aveva detto. Luca. Luca era un avvocato preparato, corretto. Si era rivelato un uomo serio e su cui poteva contare. Nessuno dei clienti si era mai lamentato, anzi. Eppure il comportamento di quella gente era chiaro. La dottoressa Pinzon era sempre stata una persona seria, non aveva mai avuto nessun problema con lei. La conosceva da molti anni, da quando... Quando lei e il dottor Mendoza avevano commesso un'azione al limite del lecito. Quindi forse, anche in quel caso aveva superato il limite. Doveva essere così. Eppure qualcosa non lo convinceva. Sua moglie era andata all'ospedale per visitare la signora Valencia. Era tornata sconvolta. L'aveva descritta come l'ombra della donna che conoscevano. Nonostante l'avesse vista dopo diversi giorni dall'aggressione, la moglie gli aveva detto che aveva ancora lividi ovunque, il viso quasi irriconoscibile per via della violenza. Si era chiesto perché non avesse voluto sporgere denuncia. Aveva imputato quel comportamento al timore, allo scalpore che avrebbe suscitato una cosa del genere. Ma forse si sbagliava... Era confuso e il dubbio lo divorava. Si fidava del suo socio. Doveva fidarsi o si sarebbe reso conto di aver sbagliato completamente tutto! 
“Sei tornato? Ho dato un'occhiata al codice commerciale e ci sono gli estremi per poter far causa alla società per averci scaricato!”
“Tu come stai?”
“Malconcio, forse ho il naso rotto. Quel cretino mi ha preso alla sprovvista, tutto qui!”
“Già... Non mi interessa far causa all'Ecomoda! Piuttosto dovresti preparare la denuncia per la tua aggressione...”
“Non è importante!”
“Non è importante? Davvero? Guardati! Sembri una maschera! Ti ha rotto il naso e da come cammini forse anche qualche costola! Non ti fa male?”
“Sì, ma per fargliela pagare, basterà rovinarli no?”
“Quindi vuoi farla pagare ad una società che non c'entra nulla con l'uomo che ti stava ammazzando?”
“Quella compagnia è di Marcella!”
“Sì, ma non di Mora! Fai quella dannata denuncia!”
“Non credo ci porterà a nulla... Ecco!”
“Perché non vuoi denunciare Mora? Perché ti ha picchiato?”
“È un pazzo!”
“Strano... Da quando lo conosco non ha mai fatto nulla del genere! C'è stato un periodo in cui ha condotto una vita libertina... Ha condotto i suoi affari come uno squalo, ma non è mai stato violento!”
“Non so cosa dirti!”
“Anche la dottoressa Pinzon ti odia...”
“È amica di quel pazzo! Credevi non l'avrebbe difeso? Sono dei ricchi egocentrici! Lui sarà offeso perché per un po' io e la sua donna siamo andati a letto insieme!”
“Mi pare però sia molto tempo che avete smesso di frequentarvi! C'è altro?”
“Perché me lo stai chiedendo! Cosa ti hanno detto?”
“Sei preoccupato per le chiacchiere?”
“Le chiacchiere sono pericolose!”
“La Pinzon mi ha detto quello che hai fatto!”
“Io non ho fatto nulla!”
“Allora spiegami perché Mora ti ha aggredito! Perché la Pinzon ti ha dato un pugno e perché non vuoi sporgere denuncia!”
“Credi a loro?”
“Io non so cosa a credere! Voglio che sia tu a dirmi quello che è successo!”
“Nulla! Non le ho fatto nulla! Nulla che non avessimo già fatto, comunque!”
“Mio Dio! Allora è vero!”
“Le ho dato uno schiaffo, forse due! Tutto qui! Lo meritava! Mi ha tradito con quel cretino del suo ex! Dopo tutto quello che avevo fatto per lei! Capisci? È andata a letto con lui! Nonostante fossimo una coppia, nonostante quello che lui le aveva fatto!”
“Fammi capire! Stai dicendo che l'hai picchiata, le hai rotto un braccio e l'hai stuprata perché ti ha tradito?”
“Abbiamo solo fatto sesso per l'ultima volta! Non mi ha denunciato! E perché secondo te? Non abbiamo fatto nulla che non avessimo già fatto!”
“Io non posso crederci! Non posso credere che tu sia così! Luca! L'hai stuprata! L'hai picchiata tanto forte da romperle un braccio! È stata in ospedale per giorni! Mia moglie l'ha vista... Era sconvolta da come era ridotta!”
“Forse ho esagerato, mi sono lasciato prendere la mano! Ma ero arrabbiato!”
“Eri arrabbiato? Tu sei pazzo! Ora vattene! Devo capire cosa fare! Sappi che non la passerai liscia!”
“Non puoi voltarmi le spalle! Non sono solo un tuo associato! Siamo amici!”
“Luca, esci dal mio ufficio. Va a casa! Vattene dove vuoi! Ti farò sapere cosa farò di te!”
“Lascia che ti spieghi!”
“Cosa vuoi spiegarmi? Che hai stuprato una donna? Io non voglio nemmeno sentirti! Io non so perché non ti abbia denunciato! Non so nemmeno come Mora si sia fermato! Io non l'avrei fatto! Sappilo! Quello che hai fatto mi fa schifo... Non posso nemmeno più guardarti! Non aggiungere una parola o ti giuro che finirò quello che ha iniziato Mora!”
L'uomo uscì dall'ufficio. Nonostante stesse perdendo ogni cosa, non se ne rendeva conto! Era ancora sicuro di se stesso, arrogante e convinto di non aver fatto nulla di male! Sarebbe andato in ospedale a farsi medicare. Era la prima cosa. Quello stupido gli aveva fatto male, molto male! Sorrise tra sé! Era sicuro che nessuno di loro avrebbe potuto dimenticarlo, che sarebbe stato un fantasma ogni volta che avrebbero fatto l'amore.
 
“Avvocato... Non penso che ci sia altro da aggiungere...”
“Dottor Mendoza, io invece credo di sì, non sono qui per discutere di affari... Voglio solo chiedervi scusa! A lei, a sua moglie ma soprattutto alla signora Valelecia e al dottor Mora...”
“Loro non sono qui!”
“No, lo immaginavo, ma le giuro che io non saprei cosa dir loro! Intanto vorrei che sapesse che capisco le vostre motivazioni. Sappia però che lui non solo non lavorerà più nel mio studio, farò in modo che non lavori più in questo paese! La signora Valencia dovrà denunciarlo. Deve passare molto tempo in carcere!"
“Quindi mia moglie gliel'ha detto?”
“Sì, le garantisco che non sapevo nulla! Non immaginavo di trovarmi di fronte ad un mostro!”
“L'ho saputo solo oggi anche io... Mia moglie era stata vaga! Ma le garantisco che se lo avessi saputo avrei aiutato Nicola! Ammiro quell'uomo per essersi fermato! Io non l'avrei fatto!”
“Nemmeno io! Senta, dottor Mendoza, io non lo sapevo! Non voglio giustificarmi! Sappia però che non avrei mai permesso di imporre la presenza di quell'uomo! Avrei agito diversamente. E lo avrei denunciato personalmente!”
“Non ne dubito... Se mi garantisce che...”
“Glielo garantisco, ma non sono qui a pretendere nulla! Vorrei solo parlare con sua moglie!”
“È alla TerraModa ora!”
“Andrò a porgere le mie scuse a lei, soprattutto! Penso di doverglielo!”
“Ne sarà felice, ha sempre nutrito un profondo rispetto nei suoi confronti!”
“Anche per me è la stessa cosa! Per questo motivo non vorrei mi confondesse con lui!”
“Mia moglie è una donna intelligente...”
“Intelligente e con un destro mica male!”
Armando gli sorrise e gli strinse la mano! Sapeva che Santamaria era sincero e che poteva fidarsi di lui. 
 
“Perché hai accettato di occuparti dei bambini? Quattro bambini... Sono tanti!”
“Eh, lo so! Ma dovevano andare via da soli per qualche giorno! Dopo la denuncia, le dichiarazioni... Ha dovuto rivivere quella terribile sera troppe volte. Avevano bisogno di lasciarsi tutto alle spalle, almeno per un po'! Cosa avrei dovuto fare? E poi guarda come si divertono!” Betty rideva, guardando i bambini correre da una parte all'altra del giardino senza tregua.
“Sono scalmanati, quando sono insieme diventano ingestibili. Amore mio, promettimi che quando torneranno, andremo noi in vacanza...”
“Forse. Ma magari potremmo lasciare i bambini dai nonni!”
“No! Quando sono con i miei genitori tornano pieni di grilli per la testa! No grazie! Nicola a Marcella ce lo devono! E poi guarda Riccardo con Francesca... Prima o poi la farà cadere! Se la trascina dietro come una bambola! Ehi!! Riccardo, fai attenzione! Quando tornano, Betty?”
“Tra qualche giorno! Hanno tante cose di cui parlare! Tantissime!”
“Non sopporto quando fai la misteriosa...”
“A me piace tenerti un po' sulle spine!” Gli stampò un dolce bacio sulle labbra e lui, intenerito la strinse a se.
 
   
 
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