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Autore: Cookie_18005    13/03/2018    1 recensioni
Non era stato di certo un caso se la tua macchina si era fermata proprio in mezzo alla Death Highway, e lo era ancor di meno che, quando ti girasti indietro per controllare se ci fosse qualche autista di passaggio ti ritrovasti a qualche centinaio di metri da una struttura abitativa; una casa a cui chiedere aiuto, una telefonata, eppure eri certa che non ci fosse statta prima, quando passasti con la tua vecchia camaro nera ammaccata.
Piccola storia scritta qualche estate fa e ritrova ora, spero che possa piacervi.
Genere: Angst, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non era stato di certo un caso se la tua macchina si era fermata proprio in mezzo alla Death Valley, e lo era ancor di meno che, quando ti girasti indietro per controllare se ci fosse qualche autista di passaggio ti ritrovasti a qualche centinaio di metri da una struttura abitativa; una casa a cui chiedere aiuto, una telefonata, eppure eri certa che non ci fosse statta prima, quando passasti con la tua vecchia camaro nera ammaccata.
La notte stava per fare la sua entrata in scena mentre due miseri raggi solari cervavano di farvi resistenza senza riuscirci; la tua ombra che, per il tramonto, era diventata lunga e distorta, scomparve dall'asfalto sabbioso e ti lasció sola al buio; il sipario si apre, applausi, la notte cominciá il suo spettacolo.
Disorientata e impaurita non riuscisti piú nemmeno a vedere la struttura che si ora si trovava a meno di dieci metri da te. Piccole luci dall'alto attirarono la tua attenzione e voltasti il capo, quello che vedesti ti pietrificó; non eri piú spaventata o disorientata ma solo ricolma di gioia e tutto cominció ad avere un importanza secondaria.
Il cielo era decorato a festa, come se fosse New York a Natale ma con delle luci piú belle e luminose; credesti di poter vedere tutto l'universo quando invece non era che una piccola parte di una delle tante galassie esistenti.
Rimanesti lí immobile per dei minuti, forse ore, finchè una luce al neon traballante impedí oltre la tua contemplazione astronomica. La scritta recitava: MOTEL.
Il freddo pungente che la notte portava con se ti fece rabbrividere facendoti stringere la giacca, fin troppo leggera, al petto mentre ti avvicinavi al motel ad ogni passo sempre piú decadente. Il timore che non ci fosse nessuno e che fossi bloccata nella Valley ti fece rabbrividire più del vento notturno, ma una figura accanto alla vecchia porta scheggiata ti fece tranquillizzare un poco. Era una ragazza, poco più che ventenne, che aspirava fumo dalla sua sigaretta come se fosse la sua unica fonte di vita.
Le passasti accanto, salutandola cordialmente, ma l'unica cosa che ottenesti fu uno sguardo fugace e un sorriso sghembo prima che lei tornasse a focalizzarsi sulla sua dipendenza, ignorandoti.
La hall del motel era buia, un unica lampadina tremolante che non riusciva a illuminare tutta la sala era posta sul soffitto mentre le pale del ventilatore giravano lente, producendo un fastidioso cigolio che veniva sovrastato da un vecchio brano rock n'roll che usciva da un giradischi sgangerato, probabilmente situato dietro il bancone in penombra. Era una musica rilassante e malinconica, qualcosa che conoscevi ma che non riuscivi a riportare alla memoria.
- Salve - un uomo uscì dalla penombra, spaventandoti e facendoti fare alcuni passi indietro sulle assi scricchiolanti.
- Scusatemi, non era mia intenzione spaventarvi - sotto la fioca luce artificiale potesti vedere meglio il volto del tuo interlocutore ma che comunque ti colpì meno della sue voce. La sua voce, roca e calma, era riuscita a farti percorrere da brividi di terrore e a calmarti; più interessante del suo volto smunto e pallido, più inquietante della cicatrice scolorita che gli partiva dall'angolo sinistro delle labbra per poi percorrere in modo irregolare l'intera guncia e lo zigomo appuntito e sporgente, più particolare dell'intricato tatuaggio sul collo che si intravedeva sotto la camicia sgualcita leggermente aperta.
- Io sono Johnny Blame, il guardiano di notte. Benvenuta al Death Motel. Non fatevi impressionare dal nome, è solo una trovata per i turisti.
- Salve... - dicesti un pó intimorita facendo un passo indietro sulle vecchie assi del pavimento.
Restasti lì a fissarlo per alcuni interminabili minuti, impietrita finchè lui non si schiarì la voce e ti chiese:- vuole prendere una stanza per la notte?
-no, no, la mia... la mia auto si è fermata poco più avanti e non parte più... Mi chiedevo se potessi fare una telefonata
Lui fece un cenno con la mano indicandoti un polveroso telefono vecchio stile per poi tornare dietro il bancone, nascosto da occhi indiscreti.
Digitasti il numero di tua sorella, ma nessuno rispose; mamma e papà fecero lo stesso cosí come il tuo amico Jack.
Sconsolata tornasti dall'uomo che aveva giá poggiato delle chiavi sulla superfice scorticata davanti a lui, stranamente erano nuove e lucenti in contrasto con tutto l'ambiente che vi circondava.
- terza camera a sinistra - disse senza guardarti in faccia e senza che tu gli comunicasti una qualsiasi decisione.



Last thing I remember, I was
Running for the door
I had to find the passage back to the place I was before
'Relax' said the night man,
'We are programmed to receive.
You can check out any time you like,
But you can never leave!'



Le ultime strofe melodiose della vecchia canzone che produceva il giradischi furono l'ultima cosa che sentisti prima di chiudere la pesante porta di legno rovinato della tua stanza dietro di te.
   
 
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