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Autore: nemesi06    30/06/2009    6 recensioni
Nel momento in cui ci si espone all'amore... ci si espone al rischio di essere divorati dall'odio. Storia che si è classificata seconda al concorso "ODIO ET AMO" indetto da Ale2 e Setsuka vincendo anche il premio giuria.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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da pubblicare sasu-ita



FanFiction nata per il contest indetto da 
ALE2_ e Setsuka  "ODIO et AMO"
I diritti appartengono a MASASHI KISHIMOTO  autore del manga "NARUTO"
Autrice: Nemesi06
Titolo: Fragment of us
Personaggi: Sasuke Uchiha, Itachi Uchiha
Rating: verde
Genere: malinconico, triste.
Avvertimenti:  presenza di spoiler per chi segue la pubblicazione regolare del manga (versione rossa) e l'anime trasmesso su italia uno.

Note: sinceramente non pensavo di partecipare di nuovo ad un concorso ma quando mi è stato proposto ho pensato fosse un ottimo modo per spingermi a scrivere finalmente una storia su Sasuke. I tentativi erano stati già fatti in precedenza ma l'emotività prendeva il sopravvento e finivo sempre per smettere dopo due righe.
Stavolta invece ci sono riuscita, chiedo subito scusa se non è all'altezza delle storie scritte da autrici bravissime che riescono ad esprimere perfettamente il legame esistente tra i due fratelli, ma era qualcosa a cui tenevo particolarmente, sono quindi felice di essere riuscita a mettere nero su bianco alcune delle emozioni che questo legame è riuscito a trasmettermi.
La mia vittoria l'ho già ottenuta, ringrazio chi ha indetto il concorso e dato la possiblità di cimentarmi in questa piccola ma per me importante storia.
( Quando usciranno i risultati li aggiungerò )
Ringrazio con tutto il cuore My pride che non solo mi ha aiutata per la grafica del titolo, è stupendo, ma anche per aver betato la storia, il tuo è stato un aiuto prezioso...  grazie ancora.
Un saluto speciale al forum creato da Ainsel  " New moon " dedicato ai due fratelli dove sono registrata come ladysharingan.



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La foglia ondeggiava nel cielo trasportata da una leggera brezza primaverile che con il suo lieve tepore anticipava l'arrivo della stagione più calda.
Sotto di lei scorrevano tetti colorati di rosso, rosa e marrone, ognuno diverso da quello vicino.
Le insegne dei vari locali si alternavano ai balconi, alcuni ricchi di vasi di fiori e altri con il bucato appena lavato e profumato di buono.
Un villaggio pieno di vita rallegrato dalle risa dei bambini e ragazzini che correvano spensierati per le strade, sereni e tranquilli.
Il vento però non le permise di poggiarsi in una di quelle anonime vie, la condusse invece dolcemente fino a un prato nascosto ai più, poiché parte di un quartiere cui avevano accesso solo gli appartenenti a uno dei clan più prestigiosi del villaggio ninja di Konoha.
Silenziosa e delicata andò a posarsi su soffici e corvini capelli appartenenti a un bambino di circa due anni.
Quest'ultimo, troppo impegnato nell'attività che stava svolgendo, non se ne accorse, ma due occhi attenti non poterono non seguire quel movimento così fluido e delicato che portò la foglia a posarsi su una testolina buffa.
Erano in quell'angolo già da diverso tempo; era uno di quei momenti che si prendevano per loro, attimi dedicati l'uno all'altro, inconsapevoli per il piccolo ma considerati molto preziosi dal più grande.
Erano attimi di pura serenità, pace, affetto... attimi meravigliosi.

Osservandoli non si poteva non notare la somiglianza tra i due; carnagione chiara, occhi neri ma non per questo inespressivi, ma vi si potevano leggere orgoglio, fierezza, un' innocenza che solo prima dell'età adulta riesce a brillare senza ombre a oscurarla.
Il ragazzino di sette anni osservava i movimenti di quello di due, che con le manine strappava dei piccoli fili d'erba e piano li portava verso la bocca.
< No! > gentilmente Itachi cercò di fermare l'altro sapendo che non era una cosa da fare.
Un lamento da parte del minore che gonfiò le guance e riprovò.
< Ho detto no! > di nuovo fu bloccato.
< Si > mugugnò infastidito Sasuke.
< Sei testardo otouto. Va bene, prova > a quanto pare per farlo desistere avrebbe dovuto lasciarlo provare.
Il bimbo con i capelli più corti sorrise come soddisfatto per aver ottenuto il permesso, nonostante l'età si poteva già intravedere in lui un carattere forte e orgoglioso, distintivo del suo clan.
Il filo d'erba finì tra le sue labbra, ma dopo qualche secondo sul suo visino si fece largo un’espressione disgustata.
Lo sputò fuori.
< Brutto > sollevò lo sguardo verso l'altro come a volerlo colpevolizzare perché non era stato fermato.
< Non guardarmi così otouto > sorrise nel vedere quelle guanciotte buffe gonfiarsi ed esprimere qualcosa simile a della rabbia verso di lui.
< Cattivo > il bimbo manifestò così il suo disappunto verso colui che ora lo osservava divertito.
< Vieni piccolo > Itachi si rialzò, ritrovandosi a fissare l'altro dall'alto.

Sasuke alzò gli occhi, trovandosi a fissare il fratello.
Era molto alto per lui, ma desiderava averlo vicino, non voleva essere così lontano.
Portò la sua attenzione verso la parete accanto a loro, parte delle cinta difensive del villaggio della Foglia.
Poggiò una prima manina su quel ruvido muro.
Itachi sollevò un sopracciglio, sorpreso, ma decise di non muovere un dito.
Facendo forza sulle piccole gambe e girandosi con il busto verso la parete, Sasuke vi pose anche l'altra mano.
Sul visino poteva leggersi lo sforzo ma anche la determinazione nel voler continuare.
Ancora instabile, tremando leggermente, con ostinazione riuscì ad assumere la posizione eretta ritrovandosi a fissare i mattoni.
< Otouto > il maggiore guardava il piccolo, così fragile ma allo stesso tempo così fortemente aggrappato a quel muro che lo aveva aiutato a sollevarsi per la prima volta.
Il bimbo, con movimenti goffi, provò a girarsi verso l'altro, rimanendo con la manina destra aggrappata al tramezzo e, senza paura, sollevò lo sguardo con un enorme sorriso soddisfatto.
Vedeva il suo fratellone, così alto e così forte; voleva raggiungerlo, e per questo alzò il braccio libero non staccandosi dal sostegno.
< Nii-san > si sforzò per provare ad avvicinarlo, ma essendo ancora malfermo, perse l'equilibrio.
Sarebbe sicuramente caduto se due forti braccia non lo avessero prontamente afferrato.
< Non sei ancora pronto otouto, dovrà passare ancora del tempo prima che tu possa raggiungermi > lo portò a sé, abbracciandolo < fino ad allora, sarò io il muro che ti sosterrà piccolo >.
< Nii-san bravo > lo strinse con le sue piccole braccia con tutta la forza che poteva esprimere, iniziando a ridere felice.



 Farò sempre di tutto per proteggerti.



Itachi sorrise a sua volta, serbava solo a lui quei momenti, la persona per lui più importante e che sarebbe stata sempre il suo primo pensiero.
 Sasuke... la sua unica debolezza ma anche l'unico punto fermo per il suo cuore.



Era alto, ancora troppo per un bambino di appena cinque anni che quasi ogni giorno si fermava di fronte a quel muro immaginando il momento in cui avrebbe rifatto quello che vedeva compiere a suo fratello maggiore.
Come aveva preso abitudine di fare, Itachi, terminati gli allenamenti e i vari impegni cui doveva sottostare come membro del clan Uchiha, si fermava a passare del tempo in quell'angolo del quartiere.
Per diversi minuti lo osservava e poi, con un veloce scatto, saltava e senza apparente difficoltà colpiva tutti i bersagli senza mai tralasciarne nessuno. 
Sasuke rimaneva affascinato nel vedere i movimenti perfetti e forti del maggiore.

In casa, sentiva sempre la madre e soprattutto il padre lodare le abilità del suo primogenito, i parenti non facevano altro che elogiare il suo talento innato e le sue capacità, definendolo l'orgoglio del clan.
Lui invece si nascondeva sempre tra le sue gambe quando si sentiva a disagio, quando qualcuno provava ad accarezzarlo, non gli piaceva essere trattato come un bambolotto e per questo cercava la protezione del fratello, unico a non considerarlo a quel modo.
Tutte le sere prima di andare a letto, lo vedeva preparare la propria attrezzatura e ammirava con quanta cura e precisione le dita del più grande ripulivano con attenzione le lame che rilucevano alla luce di una piccola candela al suo fianco.
Rimaneva a fissarlo interi minuti finché quest'ultimo non lo richiamava, consigliandoli di andare a letto, non prima però di avergli regalato un sorriso.
Era bello il suo sorriso, soprattutto perché solo a lui era rivolto, Sasuke non lo vedeva mai ridere di fronte agli altri, solo con lui si permetteva di lasciarsi andare e per questo il più piccolo lo ricambiava solare.

< Otouto > una voce lo riscosse da quella contemplazione.
Leggermente imbarazzato e a testa bassa, si fece avanti da dietro il cespuglio, temeva che il fratello potesse avercela con lui perché lo aveva interrotto durante l'allenamento.
< Nii san scusa > stringeva i pantaloncini tra le mani, lui non voleva far arrabbiare Itachi.
L'altro si avvicinò notando il nervosismo del fratellino, conscio delle visite nascoste che gli faceva ogni giorno.
Sapeva quanto Sasuke lo ammirasse, come tutti del resto, ma lo sguardo del bimbo era diverso da quello di tutti gli ipocriti che fingevano di essere contenti dei suoi progressi ma che in realtà temevano la sua forza.
Gli occhi del piccolo, così simili ai suoi, esprimevano ammirazione e affetto ma anche determinazione e voglia di raggiungerlo per poi dimostrare di poterlo superare.
< Hai fatto tu quei segni in basso sul muro? > il più grande indico diversi graffi che si potevano notare su alcuni mattoni.
Sasuke voltò lo sguardo e quando notò, alzando gli occhi, quanto fossero lontani da quelli fatti da suo fratello, un imbarazzo e un senso d’inadeguatezza si fecero largo dentro di lui.
Non era ancora abbastanza grande da arrivare più in alto, anche se tutti i giorni si recava in quel luogo a provare e riprovare.
< Si... però se tu mi aiutassi, sicuramente riuscirei ad arrivare più in alto, ma tu rimandi tutte le volte dicendo sempre che sei occupato, anche oggi dovevi insegnarmi ma non sei venuto... bugiardo > sbuffò irritato.
Itachi sorrise accondiscendente e gli fece segno di avvicinarsi, cosa che il piccolo non si fece ripetere.
< Perdonami Sasuke... sarà per la prossima volta > e con il dito gli colpì affettuosamente la fronte, scatenando l'imbarazzo dell'altro che non amava essere trattato da bambino ma che non poteva non amare quei piccoli gesti d'affetto cui però rispondeva sempre fintamente irritato per non sminuire il suo orgoglio.


Il giorno dopo sarebbe entrato in accademia, aveva otto anni, finalmente avrebbe potuto mettersi alla prova e imparare le stesse tecniche che conosceva suo fratello e sicuramente, allenandosi e mettendoci tanto impegno, avrebbe fatto quei progressi che gli avrebbero permesso di raggiungere Itachi.
Questo era uno dei suoi sogni, erano anni che lo ammirava, ed era giunto ormai il suo momento, avrebbe dimostrato a tutti che anche lui era speciale, dopotutto avevano lo stesso sangue quindi non vi erano motivi per non arrivare a quei livelli.
Sasuke osservava il muro, le visite si erano fatte più rare, non perché avesse smesso di provare a raggiungere la perfezione del più grande nell'eseguire gli esercizi, ma perché anche Itachi, ormai sempre più preso dalle missioni, non vi si recava quasi più.
Chiuse gli occhi.
Il petto si abbassava e alzava seguendo il ritmo del suo respiro.
La mente libera da qualunque pensiero.
Il mondo lasciato fuori.
Le dita accarezzavano la fredda impugnatura dei kunai che erano ancora riposti nella piccola sacca legata in vita.
Il vento, leggero e rinfrescante, provava a distrarlo, scompigliandone i capelli ma senza successo.
Respirò a lungo.
 Fu un attimo.
Le lame rifletterono la luce del sole tracciando scie velocissime di luce che andarono a scontrarsi contro gli obiettivi.
Il rumore del metallo andò a unirsi a quello dei suoi piedi che ritornarono alla posizione iniziale dopo essere scivolati in avanti durante il lancio.
Riaprì gli occhi e puntò l'attenzione di fronte a lui.
Alcuni erano arrivati a centrare i bersagli, ma erano ancora pochi se paragonati alla perfezione del fratello che non ne tralasciava mai uno.
Sbuffò e si arrabbiò con se stesso, possibile che non riuscisse a fare altrettanto?
< Ti raggiungerò, a qualunque costo. >


Le giornate passavano tra allenamenti e studio serrato per essere sempre il migliore e prendere i voti più alti.
I momenti insieme erano sempre più rari, non solo per gli impegni di entrambi, più che altro di Itachi, ma soprattutto a causa di un comportamento sempre più freddo e scostante da parte di quest'ultimo.
Quel sorriso così raro, che solo Sasuke poteva vedere, sembrava essere sparito, il viso del fratello maggiore mostrava qualcosa d’incomprensibile per un bimbo di otto anni, una sensazione inspiegabile a parole ma percepibile da chi lo avvicinava.
Era un pomeriggio come tanti, le lezioni all'accademia erano finite, il tramonto stava tingendo di rosso il cielo e preparando il momento della discesa di quell'oscurità che Sasuke amava e odiava allo stesso tempo.
Da piccolo ne era spaventato, non riuscire a scorgere oltre le ombre scure che avvolgevano la realtà, gli lasciava un senso d’insicurezza che solo una presenza era in grado di spazzare via.
Itachi non poteva certo dirsi la persona più solare e allegra che ci fosse, tutto il contrario, tutto di lui richiamava i colori del buio.
Ma qualcosa nel suo sguardo, nei suoi gesti, nella sua innata sicurezza e fermezza, permetteva al piccolo Sasuke di rifugiarsi in un angolo di sicurezza e serenità.
Il rumore delle assi di legno attirrò la sua attenzione, qualcuno, che sapeva benissimo poter essere solo il suo nii-san si stava avvicinando.
Il più grande si sedette al suo fianco, sembrava provato da qualcosa di fin troppo grande anche per le sue giovani e forti spalle, ma la presenza del più giovane riusciva in qualche modo a distenderlo, quel piccolo e fragile ragazzino aveva un potere enorme su di lui, ne era fin troppo consapevole, ma anche se si è i più forti di un prestigioso clan, uno dei ninja più dotati del proprio villaggio, un genio del combattimento, non si è in grado di controllare emozioni e sentimenti così irrazionali.
Sasuke non parlava, erano ormai rari i momenti in cui riuscivano a restare soli insieme, si godeva quella presenza silenziosa al suo fianco, studiandone la perfezione, quella che tutti non facevano altro che elogiare.

< Tu mi odi... Sasuke? >

Il piccolo spalancò gli occhi.

 Perché gli faceva una domanda simile?

Aprì le labbra per negare con decisione ma si blocco.

Possibile che dubitasse della risposta da dare?

Come poteva odiare colui che sentiva così vicino al suo cuore, la sua ispirazione, la sua meta... sangue del suo sangue?

Forse però...

Quell'irritazione nel considerarsi sempre inferiore se paragonato a lui, quel suo essere così perfetto, come lui mai si sentiva, poteva essere definito solo normale rivalità tra fratelli o vi era altro?

< Non devi rispondermi, va bene così > gliocchi di Itachi, già velati dalle preoccupazioni del mondo degli adulti, fissarono alcuni fiori bianchi di fronte a loro, erano così puri, innocenti, non segnati dal peccato, quello che ormai lo stava distruggendo dentro, aveva intaccato il suo animo e nulla ormai poteva riportarlo a essere candido come quei petali, come l'animo di Sasuke che non avrebbe mai voluto vedere corrotto.

< Io sono il tuo unico fratello. Anche a costo di essere odiato... continuerò ad essere il tuo muro da scavalcare. I fratelli maggiori servono a questo >

Una brezza leggera si fece largo attraverso i due fratelli che rimasero in silenzio, senza più dire una parola, ognuno conscio di quel legame che avrebbe segnato il loro destino, la loro vita, il loro futuro.


**************
 Quella notte, gocce di pioggia scivolavano lungo quel muro, come se anche lui, testimone senz'anima, non potesse non piangere nell'assistere a quel macabro spettacolo.

Il silenzio, rotto solo dallo scrosciare insistente dell'acqua, ormai regnava incontrastato in un luogo segnato dalla morte, dal dolore, dalla disperazione.


Corpi ormai privi del soffio vitale giacevano nel fango.


Sangue.





 " Ho buoni motivi per lasciarti vivere, anche perché ora non proverei nessuna soddisfazione nell'ucciderti.

 Stupido fratellino... Se hai intenzione di uccidermi... Odiami! Maledicimi!

Devi sopravvivere come un miserabile, continuare a scappare, e aggrapparti alla vita... E quando avrai i miei stessi "occhi"... Vieni da me "




Il presente che scompare, il futuro che viene distrutto diventando solo un’illusione, questo portò quella notte nella vita di Sasuke Uchiha.


Lacrime... Paura... Dolore... Solitudine... Rabbia.


Odio.



Può un piccolo cuore sopportare un tale e straziante fato?



Quattro anni erano passati da quella notte, quello che avrebbe dovuto essere solo un incubo, per lui era diventata una crudele realtà, non superabile solo con l'affetto di coloro che erano entrati nella sua vita e che era riuscito ad accettare, non voleva abbandonarlo.

Era in piedi, ormai dodicenne di fronte a quel testimone silenzioso.

Osservava quel muro, quei mattoni una volta così perfetti e ora invece, graffi, crepe e fili d'erba ne stavano diventando i padroni.

Era il suo clan a occuparsi della manutenzione ma ora, come tutto il resto del quartiere, l'abbandono e l'inesorabile scorrere del tempo, lo avevano ormai intaccato fin nelle profondità creando ferite difficilmente riparabili.


Una scelta.


Questo era quello che aveva di fronte ora.



" La tua debolezza deriva dall'inadeguatezza del tuo odio”.




Parole che bruciavano nel cuore, le ferite fisiche erano state tante e dolorose ma non quanto quella voce familiare ma ormai così lontana dal rassicurante calore conosciuto nell'infanzia.


Le unghie quasi si conficcarono nella carne per quanto strinse le dita.

Vivere nel passato è stupido, qualunque cosa si compia per cancellarlo o superarlo, il cuore, la mente e l'anima non lo dimenticano.

Un ultimo sguardo a quella parete, testimone di ciò che era stato,  prima di lasciarselo alle spalle e intraprendere il nuovo cammino.


Non il più facile, come molti potrebbero pensare, ma l'unico che gli avrebbe permesso di superare ciò che si ostina a non voler riconoscere come bisogno di essere di nuovo l'unica persona speciale in grado di far nascere un sorriso.



" Il mio sogno non è nel futuro... è nel passato."



Questo ti ha dato la forza di allontanarti dall'affetto di coloro che erano riusciti a darti quella serenità che tanto meriteresti ma che ti ostini tu stesso a negarti.



" Io riconosco un unico legame... un legame d'odio con mio fratello."



Di nuovo parole usate per scacciare quel calore umano che sentivi essere una debolezza per te... non ne avevi bisogno, il solo odio che bruciava nelle tue vene ti avrebbe sorretto fino a raggiungere il tuo obiettivo.

Distruggere la fonte di quell'odio che ti aveva divorato... ma un sentimento così radicato può nascere solo dalla sofferenza di un sentimento ancora più forte, tradito, calpestato da chi possiede il proprio cuore, la propria anima.

Nel momento in cui ci si espone all'amore... ci si espone al rischio di essere divorati dall'odio.

Questa frase è così vera per te Sasuke, da fare male... vero?



La pioggia non smetteva di scendere, fredda, implacabile, come tanti aghi ferivano il suo corpo ormai inerme di fronte a Itachi, ormai senza nessuna via di fuga, ironicamente bloccato da un muro che imponente, si stagliava dietro le sue spalle.

Finalmente i loro occhi di nuovo potevano specchiarsi l'uno nell'altro.

Quelli del più giovane pieni di rancore e paura. Anni erano passati, ma quel senso d’inferiorità, albergava ancora nel suo cuore, era stato stupido a pensare di poter superare il più grande.

Gli occhi di Itachi, ormai privi di luce, provavano a scorgere in quell'oscurità che ormai lo stava divorando, la figura del suo fratellino, colui che non aveva potuto eliminare come gli altri, in quella fredda e anonima notte, non poteva lasciare che il suo corpo diventasse uno dei tanti di quel massacro.

Sorrise.

Il suo otouto era cresciuto, aveva imparato a sopportare il dolore e la sofferenza e ne aveva ricavato forza, quella che doveva avere per affrontare coloro che veramente sarebbero stati suoi nemici.

< Mi dispiace Sasuke... ma non ci sarà una prossima volta > le forze rimaste non gli permisero di compiere quel gesto tanto familiare ai due, il suo dito scivolò lungo il viso dell'altro, sporcandolo con il sangue che lentamente lo abbandonava, come la vita, quella stessa che lui oramai non era più in grado di sopportare.

L'altro immobile, riuscì solo dopo alcuni secondi a volgere lo sguardo verso la figura che giaceva al suo fianco.

Un sorriso si fece largo sul suo volto.

L'obiettivo della vita raggiunto.

Cosa era rimasto però nel suo cuore?

Si lasciò cadere a fianco dell'altro, insieme, sotto lacrime che cadevano dal cielo, le stesse che s’infrangevano su un muro lontano, su cui segni di un passato quasi irreale, sparivano a causa delle crepe che vi si aprivano, ora giacevano entrambi inermi.

Un legame profondo, che nemmeno un dolore insopportabile può rompere, non può essere definito solo con la parola “amore”, troppo piccola per contenerlo, troppo usata e banalizzata per essere sufficiente.

Due fratelli...

 due vite... unite dall'odio?

No... questa è l'unica parola che non può essere usata per queste due anime, trascinate da un destino più grande di loro che si è divertito a giocare con i loro cuori ma cui, un giorno, permetterà di

 ritrovarsi nella serenità che meritano...

 
perché molto si può dire su di loro, ma certo non è nulla che riguarda la parola... odio.




NOTA:  ringrazio i giudici del concorso per aver valutato così attentamente la storia, sono felice che sia piaciuta.Ovviamente faccio i complimenti alle altre partecipanti.

Aggiungo i giudizi





Seconda classificata + Premio giuria

Nemesi06 “Fragments of us”

Il premio della giuria è una novità per noi, che non era prevista.

Tale premio vuole sottolineare non solo il fatto che la fanfiction sia stata di nostro gradimento, ma che essa rincarni perfettamente il prototipo di storia che il bando voleva, omaggiando questo tipo di rapporto e facendone un tributo generale che è applicabile non solo a dei soggetti definiti, ma essa può descrivere una qualsiasi coppia di questa tipologia che noi amiamo.
Per essere sintetici la storia è entrata nel pieno spirito del concorso, rendendo omaggio alle relazioni odio/amore.


Giudizio Setsuka

Grammatica, punteggiatura, sintassi: 9
Attinenza al tema: 10
Originalità: 7
Caratterizzazione: 10
Gradimento personale: 10
TOTALE: 46

Il titolo anticipa già ciò che si sta per leggere, l'atmosfera forse fa volare un po' la fantasia, ci aspetta magari una narrazione complessa. Ma qui ci sono ritratti di Vita, di due vite, legate con nodi complessi -ma facili da sciogliere se si conoscono- tra di loro. E la vita non può essere narrata con ordine, non può avere una linearità, perchè vita è emozione, è sentimento e...non è che un insieme di frammenti, come quelli che tu hai hai messo nero su bianco. Pochi e significativi frammenti, molti spazi bianchi, poche parole incisive che si innalzano sui ricordi, il riflesso di una vita che non ha avuto altro che noia e dolore, da rinneggare ai ricordi per la maggior parte, così quando i riflettori si spostano su ciò che è importante prende corpo una nitida amarezza, un sentimento tanto amaro che non si sa se ingerirlo nel profondo per o riggettarlo.
Una non-trama tessuta nell'oblio, sporcata dal dolore che si rifiuta di scavare ancor più a fondo, perchè farebbe molto male, in un certo senso è percepibile l'e mpatia tra autore-personaggio, un coinvolgimento per il quale si dovrebbe chinare il capo, forse per questo il linguaggio rimane semplice -e nella sua semplicità cristallino- tanto che sembra parli Il Fanciullino del caro Pascoli, la poetica delle piccole cose, quelle vere, genuine... hanno sempre un loro impatto -spesso violento- su chi legge. E frasi semplici vengono percepite con un' altra ottica, quella del cuore -ma anche della Ragione, in particolare mi vorrei soffermare su una frase, tratta dal manga "E quando avrai i miei stessi 'occhi'... Vieni da me " per come l'hai contestualizzata sembra avere un doppio significato, ovvero che non si parli dello Sharingan, ma degli occhi di un fratello che sa amare, occhi illuminati dalla verità che possono comprendere anche il perchè di tanta crudeltà. Altro esempio, altra frase: "La tua debolezza deriva dall'inadeguatezza del tuo odio” ...qui sembra proprio non si parli di odio, sembra voler dire "...dall'inadeguatezza del tuo amore", quasi fosse un rimprovero. Ciò non significa che le tue intenzioni sono state davvero quelle, forse non ci avrai nemmeno pensato, ma il modo in cui sono state inserite, la costruzione intorno ad esse è superba! Lascia spazio alla libera interpretazione, e quando essa è presente è perchè l'opera è complessa e degna di esser definita Opera d'Arte avendo toccato tutti i segreti parametri per esserlo.
Volendo focalizzare l'attenzione su due punti in particolare, probabilmente quelli che colpiscono di più sono l'inizio, l'apertura di una storia d'amore -di quello che profuma d'innocenza- fraterno.; con il piccolo Sasuke, bimbo adorabile che sta imparando a conoscere il mondo, che vive all'oscuro della crudeltà. E si arriva rapidamente alla fine grazie a una lettura scorrevole, dove c'è un messaggio, significativo, come una pietra di miliare, che è l'emblema di tutti i legami d'odio e d'amore, che costituiscono una sola lampante verità, essendo un po' cinici, allontandoci dalla storia dei fratelli Uchiha è come se avessimo assistito alla lettura di una paradosso ( spiegato ), come se avessi preso i due come modello per poi in conclusione universalizzandosi, aprendo il il messaggio a una qualsiasi coppia, a un qualsiasi legame dove convivano odio e amore. Un percorso dall'intimità dei due personaggi che si apre, sboccia come un giore, che ha tanti petali, tutti uguali e l'intimità di una singola relazione non è altri che uno di quei tanti petali.
Una fanfiction complessa da analizzare e comprendere, che lascia riflettere. Non una storia con una trama, ma certamente un tributo e un trionfo.




Giudizo _ALE2_

Grammatica, lessico, sintassi, punteggiatura:
Stilisticamente parlando ho molto apprezzato questo lavoro. Non ho trovato grandi errori grammaticali, lo stile che hai scelto è semplice, incisivo ed arriva dritto nella mente del lettore.
Mi sono piaciute le varie impostazioni della pagina, il sottolineare i concetti più importanti in corsivo, ho adorato i dialoghi dei due fratelli.
Davvero un lavoro molto incisivo e strutturato bene. Non ho molto altro da aggiungere, complimenti.

Voto: 9

Originalità, attinenza al tema:
Non so se si può parlare propriamente di originalità, ma di sicuro l’attinenza al tema è stata ampiamente rispettata. Ho adorato ogni singola riga che ho letto, ho vissuto quello che raccontavi passo dopo passo. Il rapporto odio/amore dei due è trattato alla perfezione, forse proprio in questo sviscerale amore fraterno e nel modo in cui l’hai trattato risiede l’originalità della fan fiction.
Attinenza: 9
Originalità: 8

Caratterizzazione:
Ancora una volta non mi lasci molto da commentare. Sasuke ed Itachi sono assolutamente IC. Sasuke con l’ammirazione verso il fratello, un’ammirazione così morbosa da sembrare odio o invidia per un risultato troppo difficile da raggiungerlo. Dall’altra parte Itachi, attaccatissimo al fratellino, così preso da lui dall’accettare di essere odiato pur di rimanere una guida degna di tale nome. Davvero, una caratterizzazione perfetta.
Voto: 10

Giudizio personale:
Fanfiction degna di questo nome. Non ho molto da aggiungere, semplicemente sottolineo che ho amato il finale, amaro e giusto così come doveva essere. Una fan fiction fatta per essere letta ed apprezzata.

Voto: 9


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