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Autore: Emmastory    15/03/2018    5 recensioni
Tutto ha inizio nella vasta e verde foresta vicina ad un villaggio di umani dove la quiete regna sovrana. Il mondo magico e quello dei mortali coesistono perfettamente, e pare che fra i due non ci sia mai stato il caos. Kaleia è giovane, e fa parte del primo. Abituata a vivere nella calma del suo amato bosco assieme a suoi simili e ad altre creature, è felice e non potrebbe chiedere di meglio, ignara però di un solo e intrascurabile dettaglio. Un giorno le cose cambieranno, e che non vi sarà altro che un conflitto fra luce e ombra. Seguitela nella sua avventura fra bellezze naturali, battiti d'ali leggere e sottile polvere di fata.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Luce e ombra'
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Luce-e-ombra-I-mod
 
 
 
Capitolo III

Altri come noi

Come spesso accadeva, mi svegliavo con lentezza dal torpore in cui mi ero lasciata cadere nella notte precedente e appena trascorsa, interrompendo così il flusso dei miei sogni. Ero in piedi da poco, ma l’eco di vita sempre presente nella foresta mi colpiva, portandomi a sorridere e sperare per il meglio. Mia sorella Sky era sempre con me, e nonostante fosse più grande di me di circa due anni, sapevo bene di potermi sempre fidare di lei. Proprio per questo, insieme alla nostra madre umana Eliza, lei è la mia unica confidente. Era stata lei a prendermi in braccio e consolarmi mentre piangevo, troppo triste e spaventata da quello che era appena successo. Eravamo piccole, fragili e ingenue, nonché decisamente troppo giovani per capire, e così, di punto in bianco, eravamo rimaste sole, salvate soltanto dal buon cuore di un’umana. Sin dal giorno della nostra adozione, tutto è sempre parso andar bene, e con il passare del tempo, io e Sky abbiamo avuto modo di dormire sonni tranquilli e abituarci scoprendo con gioia di non essere le uniche creature magiche esistenti. Difatti, oltre alle fate come noi, il bosco ospita altri esseri, come ad esempio le dolci pixie, fatine più piccole di noi e capaci di emettere luce propria e di diverso colore a seconda delle loro emozioni, malferme sulle loro ali leggere e solite comportarsi da bambine, o gli gnomi, simpatici ometti alti quanto i funghi che crescono spontaneamente ai piedi degli alberi, che vantano lunghe e candide barbe unite ad una saggezza e una cordialità d’altri tempi. Oltre a loro, in mezzo a tutto questo verde vivono anche i leprecauni, esserini con gran gusto ed eleganza nel vestire, che nel camminare agitano sempre un nodoso bastone di legno adatto alle loro dimensioni. Sono piccoli, certo, ma in qualche modo anche forzuti, e non soltanto fisicamente. Molti di loro nascondono tutti i loro sudati risparmi nelle classiche pentole piene d’oro, sempre occultate alla vista di chiunque e che io stessa ho sempre e solo potuto immaginare. Sono un pò strambi e lunatici, ma a me non importa. Poche volte ho avuto occasione di vederli litigare nei rari casi in cui anche solo una moneta mancasse ai loro patrimoni, ridendo di come due o tre di loro finissero per accapigliarsi arrivando alle mani o ricorrendo ai bastoni con cui camminavano. Per quanto ne sapevo, non si facevano mai seriamente male, ma il loro carattere era a dir poco burbero, e il più delle volte mi ritrovavo a ridere delle ammaccature riportate dopo le loro quasi comiche baruffe, e lo stesso valeva per le sgualciture delle loro giacche verdi. Nonostante certe sfumature del loro modo di essere, sapevano dimostrarsi simpatici, almeno finchè il loro oro era al suo posto e non venivano provocati. Ultimi, ma non per importanza, c’erano gli elfi, creature simili agli umani per quanto riguardava la stazza, e con un’unica differenza a distinguerli da altre creature magiche, ovvero i fisici asciutti e tonici e le orecchie a punta. Inutile dire che vantassero un udito perfetto, e che proprio come le fate più sagge, conoscessero tutti i segreti del bosco proprio grazie a questa loro caratteristica. Ora come ora, il sole sta di nuovo per calare e sparire all’orizzonte per far posto alla notte, e sentendomi stanca, comprendo bene che l’unica cosa da fare è sdraiarmi e cercare di riposare, allietata dalla semplice consapevolezza di avere come compagni i miei amici animali e la moltitudine di esseri a me simili, o come la nostra madre adottiva direbbe, altri come noi. 
   
 
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