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Autore: water_violet    16/03/2018    1 recensioni
Qusta Storia è una raccolta di episodi, sensazioni, emozioni...di cose che ho vissuto o che avrei voluto vivere, così come sono successe realmente o come vorrei fossero accadute.
È la mia storia.
-siate clementi con me se aggiorno in maniera irregolare, ma essendo cose che mi riguardano direttamnete devo prima avere il tempo per rielaborarle ed interiorizzarle-
Buona lettura.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel ricordo mi riportò di scatto alla realtà, erano almeno 45 minuti che ero sdraiata sul letto a sognare ad occhi aperti.

*Ore 11.15 nessun problema oggi è lunedì e non si lavora.

Spostai leggermente la testa verso destra per scorgere che tempo faceva attraverso le tende della finestra della mia camera

*mmm sembra.... tutto molto grigio e nebuloso come al solito

Niente di nuovo, da quando mi ero trasferita nella più grande città di Landl al ritorno dal nostro viaggio questo era il clima che avevo sperimentato: pioggia, vento e nebbia.

Ciononostante non mi mancava Blueville, o meglio forse solo per il clima.

 

Decisi che non era il caso di rimanere in casa a deprimersi, ancora, chiamai quindi Nathan per incontrarci per un brunch.

Mi ero molto legata a lui durante quel viaggio e ancor di più dopo, era diventato il mio confidente e mi aveva aiutata nei difficili ed autodistruttivi momenti che susseguirono alla mia decisione di scappare da Katrine.

*Ah Katrine, il solo pensare al suo nome mi fa indurire il cuore.

Non è quindi il caso di pensarci.

 

Dopo una doccia veloce, mi misi le prime cose che trovai sulla sedia e via verso la metro: il Breakfast Club era a sole 3 fermate.

Quando scorsi Nathan tra la folla mi viene spontaneo corrergli incontro, era da un po che non lo vedevo tra una cosa e l'altra e mi era mancato.

Pancake bacon e berries per me, un croque madame per Nate e ci sedemmo a tavola.

Dopo un paio di refill di caffè mi fece la domanda che aspettavo mi facesse da ore.

- “Oggi torna Katrine, cosa pensi di fare?”

Era cauto nel discorso, sapeva che doveva esserlo

Subito mi rabbuiai, la mente vuota cosa avrei dovuto fare? non ci avevo pensato

- “non lo so..”

- “Aira sai che non può andare avanti cosi per sempre!”

Aveva ragione, come quasi sempre d'altronde,ma non volevo sentirmi l'ennesima paternale da parte sua, non volevo nemmeno doverci pensare perché ogni volta che lo facevo il mio umore cambiava.

- “Nate!” lo incatenai con il mio sguardo di ghiaccio e vidi il suo vacillare
  “non ne voglio parlare, vieni andiamo ad High Street che ti offro un bicchiere di vino”

- “ma.. abbiamo appena fatto colazione e-”

- “andiamooooo”

E lo trascinai fuori.

 

Sapevo che sarebbe tornata a mezzogiorno, mi era stato detto, specificato, sottolineato più volte eppure facevo di tutto per dimenticarlo.

Cosa si aspettavano? Che sarei andata a prenderla in aeroporto? Che avrei fatto ancora una volta una della tante pazzie? Aspettarla all'atterraggio, all'attracco accompagnarla al treno, correre dietro la macchina che sta per partire?

 

No.

 

Avevo già fatto tutto questo, più volte.

Ora toccava a me farmi attendere.

 

Mi dirigevo verso la vineria segreta mentre in testa mi frullava tutto ciò.

Attendevo, avrei atteso in eterno se fosse stato necessario.

 

   
 
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