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Autore: Classe Fcrittori    19/03/2018    0 recensioni
Quando un campus universitario raggiunge le dimensioni di un centro cittadino, il confine tra Università e Città si assottiglia, e nasce una nuova cosa, l'UniverCittà.
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. Guide litigiose, parte I

ovvero

tra moglie e marito non mettere il dito


  -Ed in questo modo fi può determinare quante figli fi avranno, folo guardando il nome. Prendiamo tua madre, come fi chiama?
  -Mia mamma si chiama Julie. Ma davvero funziona?
  -Certo. Julie è una donna, quindi bifogna leggere il nome in minuscolo. La “e” ha una cavità, ed anche il puntino fulla “i” va contato. Tu fei figlio unico, giufto? Allora afpettati una forprefina dalla tua mammina.
  -Uao, è fantastico! E tutte queste cose le hai scoperte qui? È sensazionale!
  Emill e Giacomo stavano passeggiando per il grande parco dell’UniverCity, chiacchierando come due buoni amici. Nonostante si fossero incontrati da poco, avevano iniziato a conoscersi e da lì in poi avevano scherzato sempre più.
  -Fermo!- il preside Calhoun venne incontro ai due, camminando a passo svelto. L’abito elegante che indossava era certamente formale, ma non molto adatto a fare attività fisica all’esterno, non in una bella giornata come quella. Il volto infatti era imperlato di sudore, e alternava ad ogni passo un lungo respiro.
  -Signor Preside, questo posto è incredibile. Sono qui da appena mezz’ora ed ho imparato più cose che negli ultimi sette anni di scuola.
  -Zitto, bamboccio! Avevo detto di aspettarmi fuori!
  Emill era meno entusiasta, l’ira che mostrava il preside lo spaventava alquanto. -Io, ho fatto un giro per vedere il posto…
  -Credi che mi interessi? Ora sono pure in ritardo per la mia lezione. Tu e tu- il preside chiamò a gran voce due ragazzi, di due gruppi diversi -Voi due, fate fare il giro a questo ragazzetto!
  I due si avvicinarono. Uno era un ragazzo robusto e non molto alto, con dei capelli scuri e molto corti. Vestiva una camicia con sopra un leggero gilet. L’altra era una ragazza, più alta del primo, con una treccia che legava i capelli. Non sembravano affatto contenti di essere stati chiamati, forse perché conoscevano il caratteraccio del preside, o forse perché si conoscevano tra loro.
  -Signor Preside, veramente devo lavorare con questa qua? Non sa fare altro che lamentarsi.- il ragazzo arrivò per primo, nonostante le gambe più corte.
  -Come se fossi io quella che inizia le diatribe. Devo forse ricordarti la questione della bandiera?
  -Avevamo ragione noi. Una penna e un calamaio, cosa siamo, una sorta di gruppo di scribacchini?
  -Meglio quello che una brutta pianta tutta squadrata.
  -Era una radice quadrata, per tua informazione, e comunque…
  -Basta!- l’urlo del preside fermo l’ennesimo, da quello che dicevano, battibecco tra il tipo e la tipa. -Se volete urlarvi contro fatelo quando io non ci sono. Ora sono stanco e me ne vado, ma voi due vedete di fare quello che vi ho detto.
  -Ma- dissero i due in contemporanea.
  -Niente ma. Ora vado che inizia la nuova puntata della mia sit-com preferita, cioè volevo dire ho molte cose noiose e burocratiche da fare.- il preside si allontanò con il petto in fuori, cercando di ridarsi un contegno dopo il lapsus.
  Erano rimasti solo più Emill, Giacomo e i due litigiosi. I primi due erano fermi, mentre gli altri due continuavano a fare scaricabarile, dandosi l’un l’altro la colpa per il lavoro che avevano ricevuto.
  -Dovresti smetterla di fermare ogni singola riunione con le tue inutili idee.
  -Le mie? Udite il signorino, colui che rende ogni discussione sterile ed ogni sua proposta è scarna di contenuti esplicativi.
  Giacomo si abbassò a sussurrare nell’orecchio di Emill -Quefti due tempo fei mefi e ftanno infieme.
  Emill iniziò a ridere, e la sua risata ricordò ai due litiganti di avere degli spettatori, così si fermarono e cercarono di darsi un tono. La ragazza si fece avanti per prima -Piacere, io sono Francesca. Spero ti troverai bene qui all’UniverCity.
  -Soprattutto se non frequenterai gente come la signorina qui.- il commentò del ragazzo venne liquidato con uno sguardo stizzito.
  -Zitto Karl. Facciamo il nostro dovere come rappresentanti eletti e poi ognuno per la propria strada.
  -Idea fantastica.
  -Bene.
  -Bene.
  -Forfe ne baftano cinque.

 

Angolo dell’Ideatore/Scrittore:

  Stiamo iniziando ad addentrarci dentro a quella che è veramente UniverCity, una struttura terrificante, dove i sogni dei singoli vengono sacrificati in nome di una uniformità superiore. Una normale scuola, insomma.
  Nonostante sia leggermente in ritardo (dannata procrastinazione, tu sia maledetta!) la serie continua e l’arco introduttivo sta per giungere alla fine, con soli altri due capitoli.
  Non ho molto altro da aggiungere, sono già in ritardo, quindi ricordo solo a chi volesse di commentare per domande, critiche o recensioni, e segnarvi l’indirizzo della storia su un post-it, che poi attaccherete su un’ape, che chiuderete dentro un vasetto, che lascerete sulla vostra scrivania dietro ad una pila di libri. Così se vorrete leggere un altro capitolo saprete dove andarlo a cercare. Basterà scrivere l’indirizzo che è sul post-it che è sull’ape che è nel vasetto che è dietro ai libri che sono sulla scrivania. Semplice.
~Lo Otta

   
 
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