Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja
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Autore: Meramadia94    20/03/2018    1 recensioni
Sarah e i suoi fratelli, nel disperato tentativo di salvare il loro maestro, sono stati spediti in un'altra galassia, popolata da alieni e si troveranno in mezzo ad una terribile guerra. Si apre così una nuova serie di avventure in cui verrà concesso loro il grande privilegio di sapere se nell'universo esistono altre forme di vita e capire una volta per tutte che c'è un' unica, grande distinzione tra gli esseri viventi: buoni e cattivi.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leonardo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello, Splinter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~- Ci sono più pattuglie a cercarci che macchine parcheggiate in doppia fila a New York...- commentò Sarah dopo aver visto la quinta pattuglia nel giro di un'ora che li cercava. Le loro foto, quelle del professore e di Alisa ormai tappezzavano ogni centimetro della città.
Chiunque li vedeva o avesse anche solo il benchè minimo sospetto di aver visto i sette fuggiaschi, doveva avvertire subito i soldati della Federazione... con la promessa di eterna gratitudine da parte del governo.
- Pattugliano ogni strada e tengono sotto controllo ogni cosa... non arriveremo mai fuori città.- fece Don.
- In tal caso...- fece il professore - non abbiamo scelta se non lasciare il pianeta senza che nessuno se ne accorga. In poche parole, clandestinamente. Conosco un locale un po' losco in cui è molto probabile trovare un passaggio su qualche mezzo di fortuna. Che ne dite?-
- Io dico che vale la pena tentare.- fece Leo - Faccia strada professore.-
Le due ragazze chiusero la fila.
Sarah non potè evitare di rivolgere la parola a quella ragazza  dallo sguardo spaventato e arrabbiato, che aveva una storia così simile alla sua malgrado le loro galassie fossero lontane anni luce.
- Ehm...- fece Sarah rivolta all'aliena - Mi dispiace molto per tua madre... so cosa stai provando.-
Alisa rise sarcastica - Davvero? Beh, grazie mille... le frasi di circostanza fanno sempre piacere...-
- Ti sbagli.- fece Sarah - Alisa... guarda me. E poi guarda loro.- disse la bruna riferendosi alle tartarughe - Li amo con tutto il cuore, e loro amano me... ma lo vedi da te che non sono davvero loro sorella.
Anche mia madre è morta. Morta ammazzata. Assieme a mio padre.
Loro mi hanno salvato da una brutta fine. Devo loro tutto quello che ho e quello che sono.-
Alisa abbassò gli occhi. Questo non era riuscita a captarlo, si chiedeva come avva fatto a non leggere nella sua mente, quel dolore così grande.
- Scusa....- fece Alisa - Non lo sapevo... sai... sai già chi è stato?-
Sarah scosse la testa - Avevo solo cinque anni... ricordo solo mio padre che moriva... mia madre che mi nascondeva... poi sono svenuta. Al mio risveglio, ho incontrato loro.- rispose la bruna - Sono tutto quello che ho. Morirei per loro.-
'' Ucciderei, per loro''
- Un po'... un po' t'invidio...- ammise Sarah - Almeno tu qualche idea su chi sia stato e il perchè, ce l'hai. Io non ho nulla.-
- Vorresti saperlo?- chiese Alisa.
Sarah fece cenno di sì.
- E loro...-
- Loro non devono saperlo.- disse Sarah con decisione - non dirglielo, per favore.-
- Perchè?- chiese Alisa - Loro ti vogliono bene...-
- Appunto. E' proprio per questo che non devono saperlo...- disse Sarah - Vedi Alisa... le creature come loro... e come il nostro sensei... non sono la norma sul nostro pianeta. Il maestro Splinter ce lo ripete sempre... ed ogni giorno, non fa che chiedermi perdono per avermi '' messo in gabbia'', secondo lui...
Io sono felice con loro. E non voglio che pensino in alcun modo che non lo sia... gli darei un dispiacere troppo grande se facessi pensar loro che la vita di prima mi manca.-
Alisa non disse più nulla, iniziando a provare un certo rispetto e desiderio di diventare amica di quella creatura terrestre che era pronta a rinunciare all'unica cosa che voleva sapere in tutta la galassia, per non dare un dispiacere alle persone che ormai considerava la sua famiglia.
Nel frattempo erano arrivati al locale.
Lo '' Spacesport Inn''.
- Sinceramente...- fece Raffaello - Non mi sembra un posto adatto a lei professore.- fece Raffaello quando furono in prossimità del locale.
- Quando la mamma era viva, venivamo qui tutti e tre, sempre.- fece Alisa - Papà è ghiotto di una specie di torta con pomodoro e formaggio che servono qui.-
- Forse volevi dire che lo ero... quando ero fatto di carne.- fece il professore.
- Lì dentro non ci possiamo entrare.- fece Leo. C'erano più foto loro in giro, che manifesti elettorari in America nel periodo delle elezioni - ci riconoscono subito.-
- Qual'è il problema?- fece Don indicando alcuni indumenti stesi su delle corde ad asciugare - Arte del travestimento.-
Ad uno ad uno presero i mantelli che si trovavano sugli stentini.
Leo, Raph e Don presero un mantello rosso dotato di cappuccio. Il professore uno marrone, Alisa e Sarah ne divisero uno rosso in modo da indossarlo come scialle, tirato su, per coprire la testa.
A Mik toccò un abito da donna, rosa e provvisto di cappuccio.
- Ragazzi, non scherziamo... sarei ridicolo.- fece Mik.
- Non fare tante storie...- fece Sarah trattenendo una risata nell'immaginarsi il fratello con quel coso rosa addosso - e poi è un ottimo diversivo.
Cercato un gruppo di sette persone, con due ragazze no? Bene, di ragazze siamo tre quindi...-
Mik indossò il vestito, brontolando.
- Qualcosa mi dice che tu e i tuoi ragionamenti da avvocato siete riusciti a mettermi nel sacco...-
- Tanto per cambiare.- ridacchiò Raph.

Nel locale vi erano alieni di tutte le razze, ma era davvero difficile trovare qualcuno che potesse dichiararsi disposto ad aiutarli senza che in realtà pensasse di venderli per due patate.
Ad un certo punto Alisa s'irrigidì.
- Cosa c'è, tesoro?- chiese il padre.
- Non lo so... avverto una presenza che si avvicina e punta proprio noi... ma non riesco a capire se è amico o nemico...-
I cinque ninja misero subito la mano sulle arami, pronti a scattare....
L'intruso in arrivo era un alieno con sei occhi, quattro tentacoli e qualcosa che sembrava uno stuzzicadenti.
- Ciao, Fata Spaziale!- fece l'alieno mettendo uno dei suoi tentacoli sulla spalla di Sarah - Dove ti eri nascosta, bellezza? Non mi pare di averti mai visto qui o sbaglio?-
Sarah si affrettò a togliersi il tentacolo dalla spalla - No... infatti è la prima volta che vengo qui...-
'' In tutti i sensi, e più passa il tempo più non vedo l'ora di andarmene''- pensò la ragazza.
Il tizio però pareva non voler mollare - Allora è per questo che non ti avevo mai vista, altrimenti non ti avrei dimenticata.... perchè non mi dai il tuo numero, così ti chiamo ogni tanto.-
Leo a quel punto non ci vide più, e lo obbligò a spostare il tentacolo che aveva rimesso sulla spalla della ragazza.
- Ehy! Tieni giù le zampe!- gli ordinò il ragazzo in blu.
L'alieno lo guardò male - Come ti permetti, si può sapere chi sei?-
- Sono...- cercò Leo.
- E' il suo fidanzato.- lo anticipò Raffaello - Ed è uno di quelli che non sopporta chi fa il cascamorto con le ragazze già impegnate. Soprattutto con la sua.-
Leo e Sarah nel frattempo erano diventati rossi come il cielo di D'Hoonnib. L'alieno battè in ritirata.
- Voi due state insieme?- chiese Alisa curiosa.
I due si affrettarono a smentire.
- No.-
- Non ancora.- fece Raffaello in perfetto sincrono con il '' No''- dei due.
Il ragazzo in blu tirò da una parte Raffaello, arrabbiato e imbarazzato.
- Senti... mi spieghi cosa ti sei messo in testa?- fece Leo.
- Niente. Voglio solo farti capire una cosa. Sarah non ti potrà aspettare per  tutta la vita, e la vita è troppo breve ed incerta per rimandare all'infinito le cose importanti.-
- Appena sarà tutto finito e avremo salvato Splinter glielo dirò.- o almeno ci avrebbe provato.
- D'accordo, fai come credi... ma ricordati di questo.- fece Raph - Aspettare senza sapere se quello che aspetti arriverà o meno, contribuirà solo a farla stancare e non venirti a lamentare da me se un giorno un altro le farà girare la testa.-
Non ci fu quasi tempo per ribattere. Mentre Raph e Leo erano occupati in quella discussione, l'alieno con sei occhi aveva cambiato '' preda'' e aveva puntato Michelangelo, vestito da donna. Il ninja non si era fatto troppi problemi a respingere il pretendente con un calcio in faccia. Nella foga del movimento però il cappuccio del vestito scivolò via. Si affrettò a rimetterlo a posto, ma quei pochi attimi in cui era scoperto bastarono perchè il gestore del locale identificasse uno dei fuggiaschi ed avvertì subito il generale Blanque, il quale mandò subito un drappello di soldati a prendere i fuggitivi.
Quello che però Blanque non poteva immaginare era che tra le sue stesse fila, vi fosse un traditore.
 Il tenente Lonae.
La donna infatti era avida e si era arruolata nell'esercito, convinta che oltre ad una buona posizione avrebbe avuto anche molto denaro. I suoi piani però erano andati diversamente... certo, all'inizio non era stato facile per una donna farsi strada nell'esercito, ma tanto era riuscita a fare che era diventata il secondo in comando del generale nonchè persona in cui il generale riponeva assoluta fiducia, forse più che in sè stesso.
Ma era tutto qui. Non aveva un grande stipendio. Così, approfittando della fiducia del suo superiore, si era messa a lavorare come spia per i Triceraton, alieni simili a triceratopi antropomorfi, da sempre in lotta contro la Federazione per il controllo della galassia.
Lei passava informazioni al comandante Mozar, e lui in cambio la riempiva di denaro e regali costosi.
Era grazie al suo tradimento se i Triceraton erano a conoscenza di tutto l'affaire Fugitoid, del teleportale e di come poteva essere usato.
E Mozar aveva promesso di darle tutto quello che avrebbe preteso in cambio di altre informazioni.
Perciò, mentre un soldato informava Blanque della posizione dei fuggiaschi.... lei avvertiva il Triceraton.
Motivo per cui nel locale si scatenò il finimondo in quattro e quattr'otto, diventando il campo di battaglia di uno scontro tra federati e Triceraton.
Manomettendo un fucile sottratto ad uno dei federati e piazzandolo sotto un tavolo, Don riuscì a far uscire sia lui che i fratelli dal locale senza conseguenze... ma nella battaglia, i triceraton riuscirono a mettere le mani sul loro amico robot e a sua figlia.
Per poi lasciare il pianeta su una navetta.
Don mise gli occhi su una navicella provvista di sidecar. Era un po' malandata, ma non esisteva cosa che non riuscisse ad aggiustare e si lanciarono all'inseguimento... anche se il giro non era esattamente una passeggiatina di salute.
In fondo, era la prima volta che Don guidava una navicella aliena.
Le cose iniziarono a peggiorare quando una pattuglia volante di tre cinghiali giurassici, come li definiva Leo, iniziò a correre loro dietro. E loro, avevano dei fucili lasaer, mentre il loro mezzo di fuga non aveva armi in dotazione.
Alla fine i triceraton riuscirono a colpirli, ed il motore, ormai in avaria fece precipitare la navetta.
- Ragazzi... siete tutti interi?- chiese Sarah.
Fu Donatello a rispondere - Mettiamola così... poteva andarci molto peggio.-
- Non vedo come.- fece Leo con la voce rotta dall'angoscia - Abbiamo perso il professore, e con lui ogni possibilità di tornare a casa. Siamo perduti ragazzi... e lo è anche Splinter.-
Sarah gli mise una mano sulla spalla - Se Splinter fosse qui, probabilmente ti direbbe che la battaglia  non è finita almeno sino a quando non lo decidiamo noi.- fece la ragazza - vedi forse qualcuno che ha deciso di arrendersi?-
- Io non ci penso nemmeno.- fece Raffaello - Stai tranquillo Leo. Troveremo una soluzione. Tutti insieme, come abbiamo sempre fatto.-
- Giusto.- aggiunse Mik - vedrai che ce la faremo.-
- E per riuscirci meglio.... ho piazzato un localizzatore sul nostro amico robot.- aggiunse Don - se volete seguirmi...-
I suoi fratelli non se lo fecero ripetere due volte.
- Comunque c'è un dato sicuro...- fece Donatello - Alisa aveva ragione.-
- Su cosa?- chiese Leo.
- Ricordate no, che cosa ha detto?- fece Don - Ha detto che sua madre è morta per una negligenza professionale... però le armi della federazioni sono molto facili da maneggiare, e sbagliarsi è quasi impossibile.-
- Quindi tu... tu vuoi dire che...- fece Michelangelo con gli occhi che erano diventat grandi il doppio.
- Che non è stato un incidente. Alisa ha ragione. Sua madre... è stata ammazzata.-  fece Don. Quasi certamente la signora aveva scoperto qualcosa di losco su Blanque, in fondo lavorava con lui, era impossibile fingere di essere un brav'uomo per così tanto tempo senza che qualcuno non notasse nulla. Magari stava per renderlo pubblico, Blanque lo aveva scoperto e un giorno con una scusa le aveva fatto azionare un fucile che aveva fatto modificare in modo che si sparasse da sola... tanti testimoni, nessuna ferita da difesa o che suggerisse un attacco da una seconda persona... morte accidentale.
- Dovremo dirglielo...- fece Mik.
- Sarà prudente?- si domandò Raph - Insomma... potrebbe commettere una sciocchezza. Non la biasimerei però...-
- Credo che sia la cosa migliore.- fece Sarah - Tutti hanno il diritto di sapere, con certezza, cosa è accaduto ai loro cari.
I loro pensieri furono interrotti dal rumore degli spari.
Andarono a vedere cosa stava accadendo, ed in una piccola radura, vi erano federati e triceraton ( questi vicino ad un bunker) che si sparavano addosso come se non ci fosse un domani.
Stando al radar di Donatello, il professore era proprio in quel bunker.
Facendosi strada tra le due fazioni, troppo impegnate a combattersi per badare a qualunque altra cosa, riuscirono ad entrare.
E lì Leo notò una cosa molto strana.
- Ragazzi... secondo voi come mai questo Bunker somiglia ad un cargo?- chiese il leader.
Il rumore del bunker che si sollevava suggerì la risposta.
- Perchè non è un bunker ma un cargo!- fece Don.
I problemi cominciarono poco dopo il decollo. Il cargo andò a sbattere contro un asteroide e nella stiva si creò una grossa falla.
Per evitare di essere risucchiati ed andare così alla deriva nello spazio, dovettero usare un grosso pezzo di metallo per tappare la falla.
Ma assieme a molte casse e oggetti che si trovavano nella stiva, venne risucchiato anche tutto l'ossigeno.
Per farla breve... non sapevano dove erano diretti, ma la domanda più importante era se sarebbero arrivati prima o dopo della morte per asfissia.

 

  
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