Ringrazio anche solo
chi legge.
Radish/Vegeta. AU.
Giorno 7: Cose che
hai detto mentre stavi
guidando.
Cap.8 Cucina per me
Radish
teneva il volante della navicella spaziale con
entrambe le mani, facendo manovra per evitare gli asteroidi. Il volante
sotto
le sue dita era cromato, liscio e la sua forma affusolata ricordava
quella di
due ali.
Vegeta,
alle sue spalle, era intento a stringergli i
lunghi capelli mori, dalle ciocche more larghe tre dita. Osservava le
galassie
e i sistemi planetari che si susseguivano oltre
l’oblò, erano un’esplosione di blu,
oro, verde su sfondi nero pece. Lo spazio siderale si rifletteva nelle
sue intense
iridi color ossidiana.
“Certo
che potresti mettere anche un po’ di musica
ogni tanto. O le casse stereo per cosa le hai fatte montare?”
domandò il
principe dei saiyan.
“Beh,
principe, per non perdermi i bollettini del
traffico spaziale. Non vorrei fare brutti incontri” rispose
Radish.
“Chi
incontra noi fa un brutto incontro: spietati
saiyan, che non dovrebbero avere paura di sciocchi malviventi.
Tsk,
sei proprio un fifone” si lamentò Vegeta.
Radish
sospirò.
“Voglio
solo sbrigarmi il prima possibile. Non vedo l’ora
di arrivare alla base e mettermi a cucinare” disse.
<
Ancora non riesco a credere che siamo riusciti
finalmente a permetterci così grande >
pensò.
“Per
il piccolo Kakaroth appassionato di carne? Oppure
vuoi dare retta agli strani intrugli che vuole fatti Nappa? No,
aspetta, ci
sono. Vuoi preparare uno di quegli sformatini di verdure che piacciono
solo a
te, maledetto salutista” lo interrogò Vegeta.
Radish
si voltò, avvolse i fianchi del più giovane con
un braccio possente e se lo fece accomodare sulle gambe, posandogli un
bacio
sul collo abbronzato.
“Veramente
pensavo di fare quelle polpette di pesce
che ti piacciono tanto” gli disse
“Niente
patate viola?” domandò Vegeta, guardandolo
negli occhi.
“Solo
le polpettine che scivolano attraverso le tue
labbra e t’invadono la bocca con il loro sapore”
rispose Radish,
accarezzandogli la guancia con il dorso della mano.
Vegeta
ghignò, mostrando i denti candidi.
“Cucinerai
vestito solo con il grembiule?” lo stuzzicò.
“Non
credete di volere troppo da questa povera terza
classe, mio principe?” lo interrogò Radish.
Vegeta
gli avvolse il collo con le braccia e gli
appoggiò la fronte sul petto.
“Mai
abbastanza” soffiò.
“Il
grembiule dovrò metterlo sicuramente, ma non
credete basti il fatto che sotto indossiamo delle battle-suit
aderenti?” chiese
Radish.
Vegeta
si strusciò contro di lui, intrecciando la sua
coda, dai morbidi peli marroni, con quella più lunga ed
ispida del maggiore.
“A
te basta?” domandò.
Radish
tenne con una mano il volante, continuando a
governare la navicella e con l’altra mano gli
accarezzò i glutei.
“No,
ma non avete bisogno di sedurmi per convincermi”
ribatté.
<
Non capisco mai se preferisce farsi coccolare da
me, o farmi perdere la testa. Che faccia il giovane imberbe sotto o il
principe
conquistatore sopra, è sempre dannatamente perfetto. Lo
trovo meraviglioso più
di ogni altra cosa e amo cucinare per lui. Sembra che ogni cosa che
cucino per
lui si trasformi in un afrodisiaco > pensò.
Vegeta
giocherellò con la sua lunga coda di capelli e
ridacchiò, appoggiandogli la guancia sul petto,
accoccolandosi tra le sue
braccia, sollevando le gambe.
“Umphf,
allora convinciti e basta” disse.
“Solo
grembiule sia” cedette Radish, arrossendo.
<
Sperando non mi becchi mio padre > penò.